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Linguaggio e problemi della conoscenza - Chomsky, Sintesi del corso di Filosofia del Linguaggio

Riassunto di "Linguaggio e problemi della conoscenza" di Chomsky

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Linguaggio e problemi della conoscenza - Chomsky e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia del Linguaggio solo su Docsity! LINGUAGGIO E PROBLEMI DELLA CONOSCENZA - CHOMSKY 1. Un quadro teorico per la discussione Tipi di problemi affrontati dallo studio del linguaggio, centrale nella - filosofia tradizionale e psicologia (pensiero occidentale) - ricerca scientifica contemporanea (natura umana) Perché rilevante per la natura umana? - dotazione biologica unica della nostra specie, variazioni minime - Influenza azioni, pensiero, relazioni sociali - Relativamente accessibile allo studio Chi parla una lingua sviluppa un sistema di conoscenza, dotato di rappresentazione all’interno della mente e di una configurazione fisica nel cervello. Chomsky quindi affronta: 1. Qual è questo sistema di conoscenza? Problema di grammatica filosofica. 2. In che modo tale sistema di conoscenza si forma nella mente del parlante? Caso del problema di Platone* 3. In che modo si utilizza questa conoscenza (nel parlato)? ** 4. Quali meccanismi fisici fungono da base materiale per questo sistema di conoscenza e l’uso di tale conoscenza? *** NB: sistema di conoscenza = linguaggio *Problema di Platone: come poteva, un giovane schiavo, conoscere principi della geometria venendo guidato solo da domande? Platone - ricordi da una vita precedente Leibniz - aspetti della conoscenza innati, parte del patrimonio biologico geneticamente determinato. **Problema della percezione, come interpretiamo e problema della produzione, cosa diciamo e perché = aspetto creativo del linguaggio (produzione di forme mai udite, si adatta alla situazione che lo ha evocato pur senza averlo causato, rendendo l’uso del linguaggio libero ma appropriato). Per Cartesio, tale aspetto provava la diversità degli esseri umani, mai costretti ad agire dalla condizione ambientale, piuttosto incitati. ***Domanda innovativa, Chomsky (non distinguendo linguistica, psicologia e aree della filosofia), la ritiene una domanda relativamente nuova: se la linguistica non dà risposta alle domande 1-3, la scienza che si occupa del cervello non sa che meccanismi fisici cercare. Cioè, si costruiscono teorie e si procede in modo astratto al livello della mente, sperando di comprendere proprietà e principi del cervello. Comunque, la scienza non sostituirebbe la linguistica - i termini usati persisterebbero, al massimo verrebbero corretti. Comunque, tali domande funzioneranno da quadro teorico. Spesso le domande 1 e 3 vengono assimilate: cosa costituisca il linguaggio e come venga utilizzato. Parlare e comprendere (quindi conoscere) = avete una capacità/abilità, riconducibili ad abitudini/predisposizioni. L’aspetto creativo viene ascritto all’analogia. Chomsky argomenta: persone con la stessa conoscenza linguistica tendono a dire cose differenti - non identificabile con la capacità né predisposizione. La capacità può migliorare come essere danneggiata (incidente) e recuperata, senza intaccare la conoscenza. Filosofi che vogliono identificare conoscenza con capacità: “inventano” ex novo due capacità, ciò che viene trattenuto = conoscenza) e ciò che viene conservato (accezione comune di capacità). Considerarli un unicum è un errore. Altro ES: sappiamo a cosa si riferisce il sintagma il libro grazie alla conoscenza dell’italiano. Fa una serie di esempi (paragonando inglese, spagnolo e italiano) per comprendere il Problema di Platone. Ci sono: - principi generali (realizzare causative): interpretabili con grado di variazione - generalità meno elevata Come arriva il bambino a padroneggiare regole e principi che costituiscono il sistema maturo del linguaggio? Problema empirico, basato sull’ambiente e sulle risorse biologicamente determinate del cervello, in particolare nella facoltà di linguaggio. Il cervello identifica e estrapola le informazioni rilevanti date da fattori ambientali per mezzo di meccanismi, propri della facoltà di linguaggio o generali dell’apprendimento. Quindi, tre fattori: 1. Principi geneticamente determinati dalla facoltà di linguaggio 2. Principi geneticamente determinati dei meccanismi generali di apprendimento 3. Esperienza linguistica del bambino che cresce in una comunità di parlanti Procede Chomsky con speculazioni plausibili: i casi a basso livello di generalità dipendono dall’idiosincrasia della lingua, legati quindi all’ambiente linguistico. Principi più generali sono invece indipendenti dall’esperienza, o condizionati da meccanismi innati (+ facoltà di linguaggio/apprendimento). Parametro = esperienza. Principi generali vengono invece dalla stessa facoltà di linguaggio (seppur realizzati diversamente nelle varie lingue). Prosegue gli esempi col caso del clitico, da “Gianni rade si” a “Gianni si rade”, poiché il clitico esige spostamento vicino al verbo (+ è comandato da parametri soggetti ad apprendimento almeno in parte, visibili in Gianni si fece [radere] diversa da Gianni fece [radersi]. Se aggiungessimo Gianni fece [radersi i ragazzi] o Chi fece radersi Gianni? - sono inaccettabili, frattura rispetto a una naturale analogia, ma perché? Il cervello non assegna interpretazione pertinente a tali frasi - se accettata, si non si riferisce a Gianni, anzi, è la causa. I parlanti interpretano le frasi (pag 21) senza istruzione o esperienza. Le variazioni (tra i dialetti italiani e le lingue in generale) sono permesse dalla dotazione biologica. Ma tale variazione non è determinata dall’esperienza. Conclude quindi che il sistema di conoscenza è nel cervello, che non si identifica con la capacità né sia spiegabile in termini di analogia. Tali frasi non vengono illustrate come erronee nei manuali (sia L1 sia L2) o tantomeno vengono corrette dai genitori. Circa l’informazione negativa, dice che il discorso è fatto sempre di frasi nuove, impossibile stabilire se siano già state sentite. Tali espressioni riflettono i principi delle operazioni mentali che formano la facoltà di linguaggio. Ambito fonetico: conoscenza specifica dei parlanti - riconoscono parole potenziali ma inesistenti (strid o bnid in inglese, arabo e italiano) per regole della struttura del suono. Sono principi fissi che regolano combinazioni e modificazioni, ma non logici - potremmo violarli, ma non sarebbero lingue umane (- non apprendibili dalla facoltà). Analogia: termine usato in modo fuorviante - incorpora i principi della struttura del suono e descrive sottosistemi con proprietà distinte. La soluzione al Problema di Platone deve venire dai principi della facoltà di linguaggio. Esempio: precisione con cui il bambino imita i discorsi del suo modello ascoltando, a prescindere da quest’ultimo, sfumature mai più rilevabili. Stesso problema = acquisizione del vocabolario - velocità e precisione indicano che il bambino “etichetta” concetti già parte del suo corredo prima dell’esperienza stessa. Esempi a pag 26 - vocaboli ambigui che sappiamo interpretare, in L1 e L2, senza che ci vengano spiegati = parte della dotazione biologica che determina il significato. I fatti geneticamente noti determinano il significato delle parole e non per conseguenza logica. A pag 51 > esempi sul movimento del verbo causativo (spiega l’asimmetria) S + V causativo + V + compl Verbo > del soggetto del causativo = non si muove (*Gianni fa-mentire) Verbo > del compl del causativo = si muove (Gianni fa-salire Pietro) In italiano non si verifica l’incorporazione, ma è prevista adiacenza tra i due verbi, che diventano un’unità - motivo per cui il clitico si sposta in Gianni si fece radere. Chomsky torna allo schema (1) Linguaggio = sistema computazionale di un certo tipo che fornisce rappresentazioni strutturate delle espressioni linguistiche che determinano il loro suono e significato. Il bambino lo apprende grazie alla facoltà di linguaggio Il linguista determina la natura degli elementi in (1) > Parte da destra sulla base di prove empiriche (giudizi dei parlanti) > descrivere la lingua: esplicitare la grammatica di quante più lingue possibili che restituisca adeguatezza empirica; se esplicita (generativa), predirà espressioni strutturate > spiegare i fatti, formulando teorie sulla facoltà di linguaggio, una è la grammatica universale, stato iniziale della facoltà di linguaggio prima del contatto con l’esperienza (che porta alla grammatica di una lingua). La GU include i fenomeni visti finora, rispondendo al Problema di Platone per questo dominio, influenzando le strutture delle espressioni e la forma delle grammatiche descrittive delle lingue. La GU (facoltà stessa del linguaggio) fornisce principi, le varie lingue variano secondo la configurazione di parametri fissati dall’esperienza 3. Principi della struttura del linguaggio Abbiamo visto i livelli di analisi - descrittivo e esplicativo, alcuni principi universali che se uniti con parametri (soggetto nullo) rappresentano le configurazioni possibili e le proprietà reali delle lingue. La GU consente categorie lessicali: VP, NP, PP e AP - per ciascuna è fornita una proiezione, con una testa (cat lessicale) e un complemento. A prescindere che la testa preceda o segua il compl, possiamo riassumere con: SX = X - SY Dove per ogni X (testa) è previsto un sintagma Y con ordine libero dei costituenti. Tale formulazione specifica le proprietà dei sintagmi pur senza produrne di reali - bisogna stabilire, ad esempio, se la lingua è da dirsi a testa iniziale o finale, parametro appreso spontaneamente senza correzioni né istruzioni anche da frasi semplici (> esempio all’origine del Problema di Platone). Dato valore a un parametro si “attiva” un sistema di principi generali che, per estensione, valora fatti conseguenti. Nota che non tutte le possibilità limitate messe a disposizione dalla GU vengono sfruttate dalle lingue del mondo. Finora gli esempi venivano da sintagmi SO adiacenti - ma lingue possono ammetterli frammentati, anche se possiamo credere in altri principi d’associazione a sostituzione dell’adiacenza. Obbedire alla struttura implica dover solo fissare il valore del parametro, semplificando l’acquisizione. Succede anche nei pronomi - l’inglese non ammette il clitico. In italiano la frase Gianni si rade trova spiegazione nel clitico che deve incorporarsi al verbo in posizione preverbale. Principio di proiezione: proprietà lessicali di ogni elemento devono essere conservate su ogni livello di rappresentazione. In Gianni si rade, il V transitivo sembra non avere oggetto - ce l’ha, è la traccia, categoria vuota senza tratto fonetico legata all’elemento mosso nella struttura. Torniamo a Gianni fece [radersi i ragazzi] - il clitico per natura deve essere legato ad un referente nella frase determinato da un antecedente. Quest’ultimo è definito dal principio di dominio. L’anafora (si) deve essere legata entro il dominio minimo del soggetto = secondo principio della teoria del legamento (dopo pronome libero nel suo dominio). > anafora = elemento che deve essere legato. L’italiano ha ulteriori restrizioni > elemento riflessivo legato dal soggetto del dominio in cui deve trovarsi il suo antecedente (es a pag 68). Ne consegue un altro principio della teoria del legamento (pronome opposto a anafora): Un pronome deve essere libero nel dominio minimo di un soggetto. In inglese John made [the boy shave himself] risulterebbe accettabile > himself è legato nel dominio del soggetto the boy. L’equivalente italiana non sarebbe accettabile > la traccia t deve essere legata dal clitico si (entrambe anafore che devono essere legate nel dominio minimo del soggetto, t > si > Gianni), la mente non può assegnare interpretazione a Gianni si fece [radere t i ragazzi]. > Chomsky passa ora alle frasi (20) Chi si fece radere Gianni? (21) Chi fece radersi Gianni? Inglese: Whom did John have shave himself? - Perché l’anafora viene legata al soggetto più lontano? 
 La rappresentazione mentale è Chi fece [radersi t] Gianni] - la traccia è il soggetto della frase incassata, si è legato nel suo dominio. A sua volta, t è legata da chi. Essendo la traccia il soggetto, crea il dominio di si.* * ne segue l’interpretazione: John è la causa per cui persona x ha compiuto l’azione di radere x. Se fosse legato a John, allora avremmo l’interpretazione: John è la causa per cui persona x ha compiuto l’azione di radere John (meglio rappresentato da Whom did John have [t shave him]?. Comunque dalla struttura soggiacente Gianni fece [F SN [SV radere si]] 
 si applicano le operazioni mentali di movimento interne alla struttura, a seconda che SN sia i ragazzi o chi.
 - Perché (20) non riceve interpretazione? 
 Perché viola la teoria del legamento: la struttura soggiacente è quella sopra, 
 - sia se l’SN fosse i ragazzi, (tsi non viene legato all’antecedente si nel dominio del soggetto SN) 
 - sia chi = l’anafora si si legherebbe a Gianni, ma la tsi non viene legata nel dominio del soggetto tchi. tchi non è un’anafora ma variabile legata a chi (non espressione referenziale). 4. Principi della struttura del linguaggio (II) È plausibile affermare senza contraddizione che - il cervello assegna una struttura differente da quella data dalla facoltà di linguaggio - Non riesce ad assegnare una struttura determinata dalla facoltà Perché l’uso reale della lingua va oltre Chomsky prosegue verso casi più complessi con la frase [colui il quale Maria ci vuole vedere esaminare] sta aspettando Identificate le parole e assegnate le categorie, possiamo analizzare l’SN, dove l’elemento frasale è [F1 Maria ci vuole [F2 vedere [F3 esaminare]]] Sia vuole sia vedere hanno un complemento frasale a seguito (parametro testa iniziale) Non compaiono fisicamente l’oggetto di esaminare né il suo soggetto (F3) - in entrambi i casi, dobbiamo ipotizzare una traccia che si riferiscano rispettivamente a ci e il quale. colui il quale [F1 Maria ci vuole [F2 veder [F3 [SV esaminare T1] T2] Se così non fosse - la frase non riceverebbe interpretazione - Pronome vuoto al posto di T1 e ci mosso dalla posizione di soggetto darebbe una frase tipo: 
 vuole vederci esaminare Come vengono legate le tracce? Una da ci, una da il quale (= operatore, elementi che legano variabili, funzionano come espressioni referenziali e ricevono ruoli semantici). - F3 > dominio minimo del soggetto til quale - Non violare i principi del legamento per le anafore (il quale non lo è, è un operatore) - Ci deve riferirsi a T2, perché così non c’è un dominio di un soggetto che includa Tci e escluda ci. Quindi: ci = t2 (sogg di esaminare), il quale = t1 (ogg di esaminare). Tali informazioni appena descritte sono derivabili dalla facoltà di linguaggio applicando parametri e proprietà specifici dell’italiano. La complessità sta in punti della computazione con più opzioni possibili ma solo una selezionata - non viola principi. Notiamo che - La computazione usa meccanismi fissi della mente, che operano sulla base di parametri e semantica - Le tracce esistono - La rappresentazione mentale ha logicamente senso se analizzata - logica incorporata nel nostro linguaggio e pensiero Esempi a pag 86 - confronto con l’inglese, [John to hurt himself] complemento frasale di expect, nel dominio del sogg John. I casi interessanti (9c e 10c) si giustificano con una categoria vuota prima di hurt, > I met the man who Bill expected [t to hurt himself/him] dove t è la traccia dell’operatore who, soggetto della frase tra parentesi. Subentra così l’aspetto creativo, proprio della mente ma tuttavia incomprensibile - sebbene nulla dall’essere umano venga compreso meglio della libertà che esiste in egli. È considerata distinta dal corpo e con limiti intrinseci, a differenza del tutt’uno meccanico animale - una creatura o è umana o non lo è. Prova di Turing: applicata ai computer, prende le basi dalla teoria cartesiana per valutare il comportamento intelligente di una macchina (inganna un umano?). Per porre il problema mente-corpo bisogna senz’altro definire corpo. Linea di sviluppo della grammatica generale e filosofica: linguaggio come specchio della mente. Fu accantonata per un secolo, poi risorta senza il metodo dualista - fu confutata la concezione di corpo dalla fisica moderna di Newton. La conclusione generale fu che non c’è una concezione unica di corpo - quindi il problema della mente e del corpo non è risolvibile perché non formulabile. Siamo coinvolti nella ricerca delle proprietà del mondo materiale, niente che sia distinto dal corpo. La ricerca di teorie esplicative e utilizzare tali scoperte nella ricerca dei meccanismi fisici dotati delle proprietà delineate in queste teorie - tutto nel dominio del corpo. Torna Chomsky al problema di Cartesio: perché agiamo secondo libera scelta e non necessariamente come siamo incitati e disposti?
 - nessuno ha avuto l’idea giusta per rispondere - diceva Cartesio, il problema va oltre la comprensione intellettuale Osservando altri organismi notiamo le loro capacità fisse - abilità in qualcosa comporta incapacità in un’altra, hanno limiti ben definiti. Non si tratta di intelligenza maggiore o minore, solo di diverse capacità biologicamente determinate. La stessa facoltà di linguaggio umana possiede solo alcune caratteristiche, non altre (tentate di descrivere dalla GU) cosicché non le è permesso apprendere lingue non umane, farebbe costantemente ipotesi sbagliate circa la natura. Per quanto l’ambiente determini (stimoli) il nostro sviluppo, questo dipende soprattutto dalla nostra natura essenziale, in grado di renderci organismi complessi con proprietà specifiche, simili tra noi. Non siamo in grado di essere altro perché siamo in grado di essere umani. Se i nostri limiti intellettuali ci impediscono di risolvere il problema di Cartesio, probabilmente agli occhi di un marziano sarebbe del tutto accessibile. I limiti della creatività artistica dovrebbero dirci che esiste un ampio dominio estetico a cui abbiamo accesso. La povertà dello stimolo ambientale è riscontrabile anche nel giudizio morale, radicato nella natura dell’uomo tanto da non poter essere un caso e estremamente complesso, oltre il mero controllo spinto dall’ambiente circostante. Oltre le differenze individuali e culturali, il giudizio sembra ascrivibile a qualche facoltà innata. Dopo aver osservato il progresso costante della moralità verso una maggiore comprensione della nostra natura e principi derivati (con es: schiavitù, sessismo), Chomsky si collega dunque al discorso del lavoro alienato, premesso da Humboldt e sviluppato da Marx nella dottrina socialista - un uomo che agisce secondo istruzioni è apprezzabile per quanto fa, ma non per quanto è: una macchina. Bakunin menziona l’istinto di libertà, la cui infrazione è illegittima. In generale, le linee di pensiero sulla vita sociale si basano su assunti (impliciti o non) riguardo la natura umana fondamentale. Parallelismo tra acquisizione di linguaggio (definito a pag 133) e costruzione di teorie: Apparato concettuale, modalità di porre i problemi, concetto di intelligibilità e spiegazione = capacità di produrre scienza. - risorse applicabili grazie contingenze di vita/esperienza - accesso variabile nel tempo Tale capacità -> sostenuta da assunti base della ricerca scientifica -> può: - affrontare un quesito - formulare un quesito -> formulare una spiegazione -> giudicarla con criteri interni alla scienza stessa. Tale capacità di produrre scienza non ha una facoltà speciale propria del linguaggio, raramente fornisce una risposta utile e i risultati più o meno conformi alla realtà del mondo sono frutto della fortuna -> argomentato = prodotto dell’evoluzione darwiniana (Charles Sanders Peirce). Chomsky sostiene che la parziale convergenza tra idee e realtà sia caso. Alcuni problemi sono al di là della capacità umana di produrre scienza - tra cui quello di Cartesio. La scienza è un lato della nostra dotazione mentale - a cui non siamo limitati. Paragone con il sistema visivo e i suoi meccanismi sottoposti a principi ma diversi da quelli del linguaggio - il cervello opera in modo modulare, i cui sistemi possono interagire. Prove empiriche cogenti mostrano come aspetti fondamentali della nostra vita ci vengano da dotazione biologica, non acquisiti con apprendimento o esperienza. Contro chi sostiene le costruzioni della mente frutto di contiguità, similarità di fenomeni, associazione, Chomsky sostiene che così gli esseri umani sarebbero dalle capacità limitate, tutti diversi, riflesso di esperienze accidentali. Inoltre, non vi sono prove empiriche. Teoria della dipendenza dall’ambiente - appariva progressista, volta a minare gli assunti che vedevano relazioni tra una certa razza e, ad esempio, il QI. Ma ammesso che tale relazione esista, la risposta non deve interessare, semplicemente perché non è rilevante, se non per razzisti e compagnia. Ad ogni modo, non stiamo indagando la dottrina, ma la verità - che relazione c’è tra impegno ideologico e credo scientifico? Perché tali dottrine fanno così presa sugli intellettuali (nonostante la logica)? - ruolo degli intellettuali nella società, spesso servi del potere o dediti ad ottenerlo, gestori di ideologia e società, fa più comodo pensare che l’essere umano non abbia natura intellettuale o morale intrinseca. Preoccuparsi di tale natura intrinseca è preoccuparsi della moralità quando si manipola e controlla, si rende l’uomo schiavo dei salari, servo di poteri esterni e autorità per il loro bene, conformemente al liberismo. Ma anche fosse ammessa tale dotazione biologica, resta da dire come si è sviluppata. (Es -> un uccello sviluppa le ali perché così dotato biologicamente, ma da dove si è evoluta?) Si sa poco, ma sarebbe ridicolo dire che avviene per imitazione e non perché sono così. La teoria dell’evoluzione non aiuta. Possibilità - quando gli organi raggiungono uno scopo, la selezione naturale li modifica ancora per renderli più utili ad altri scopi. Si prenda dunque ad esempio la facoltà di enumerazione, propria degli esseri umani - anche se non appreso (in alcune culture non c’è), nel contesto giusto si sviluppa, in quanto latente e collaterale, disponibile alla necessità. Speculazione: potrebbe derivare dalla facoltà di linguaggio, che possiede infinità discreta - numero limite di parole utilizzabile infinitamente, = enumerazione. Forse c’è effettivamente stata una mutazione biologica ma, conclude Chomsky, tale spiegazione sfugge dalla nostra comprensione ora e, probabilmente, per sempre. 6. Nuovi orizzonti nello studio del linguaggio Ricerca relativamente recente - propria della specie - varia in misura minima - non ha equivalenti Ragione a Decartes - uso dei segni linguistici per pensieri liberi = uomo, no animale/macchina Linguaggio basato su: infinità discreta: proprietà elementare (a sua volta biologicamente isolata). È ancora perlopiù sconosciuto - organo di linguaggio, in quanto sottosistema di una struttura più complessa: investigare le parti e loro interazioni per comprenderla nell’interezza (es. al pari del sistema visivo). Come tutti gli organi, il carattere fondamentale è un’espressione dei geni. Stadio iniziale geneticamente determinato: indagabile. Lingua (output nel cervello) = stato iniziale (dispositivo di acquisizione) + esperienza (input). Stato iniziale comune: bambino italiano cresciuto a Tokyo parla giapponese. La ricerca attuale potrebbe capire
 - Come i geni determinano lo stato iniziale - Quali meccanismi coinvolti nello stato iniziale - Quali negli stati successivi Quindi - possediamo una lingua interna (modo in cui parliamo e comprendiamo) Teoria della lingua = grammatica Infinito potenziale di espressioni che la sua lingua = genera Teoria della lingua = grammatica generativa. Ogni espressione - ha proprietà - trasmettono istruzioni - ai performance systems. Nasce nel contesto della “rivoluzione” cognitiva (derivata dalla prima tra il 6/700) Il comportamento e i suoi prodotti sono dati - danno indizi sui meccanismi interni della mente, come operano per agire e interpretare l’esperienza. Proprietà e regolarità (linguistica strutturale) = fenomeni da spiegare nei termini dei meccanismi interni che generano le espressioni. Si tratta di studiare un oggetto reale nell’ambiente naturale (cervello) e integrare tale studio con le scienze biologiche.
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