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LINGUAGGIO E PROBLEMI DELLA CONOSCENZA -N. Chomsky, Appunti di Filosofia del Linguaggio

Esame Filosofia del linguaggio e della comunicazione 1, Roma Tre, F.Ferretti

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 22/06/2021

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Scarica LINGUAGGIO E PROBLEMI DELLA CONOSCENZA -N. Chomsky e più Appunti in PDF di Filosofia del Linguaggio solo su Docsity! LINGUAGGIO E PROBLEMI DELLA CONOSCENZA -Noam Chomsky CAPITOLO 1 – Un quadro teorico per la discussione Lo studio del linguaggio è centrale in entrambi i tipi di ricerca: nella filosofia tradizionale e in psicologia, infatti Chomsky non li separa. Secondo lui, il linguaggio sembra essere una proprietà unica legata alla specie umana. Grammatica universale: una scienza deduttiva riguardante i principi immutabili e generali del linguaggio parlato o scritto. Domande: 1- Qual è questo sistema di conoscenza? Cosa c’è nella mente/cervello di un parlante della lingua inglese, italiana o giapponese? 2- In che modo questo sistema di conoscenza, si forma nella mente/cervello del parlante?  PROBLEMA DI PLATONE [sono innate, non lo apprendiamo] 3- In che modo si utilizza questa conoscenza nel parlato (o in sistemi secondari come la scrittura)?  PROBLEMA DI CARTESIO [l’uso appropriato del linguaggio] 4- Quali sono i meccanismi fisici che fungono da base materiale per questo sistema di conoscenza e per l’uso di questa conoscenza? Risposte: 1- Costituisce il tema centrale della ricerca nella grammatica filosofica del 17° e 18° secolo. 2- PROBLEMA DI PLATONE: chiamato così in base al primo esperimento psicologico mai fatto; nel Menone Socrate dimostra che un giovane schiavo privo di istruzione conosce i principi della geometria conducendolo alla scoperta di alcuni teoremi. Come fa? Secondo Platone la sua conoscenza veniva ricordata sulla base di un’esistenza precedente, la quale venne risvegliata dopo le domande poste da Socrate. Secoli dopo, Leibniz (e Chomsky) sostenne che la teoria di Platone era corretta; possiamo interpretare questa teoria come una variante moderna secondo la quale certi aspetti della nostra conoscenza e della nostra comprensione sono innati, cioè parte del nostro patrimonio biologico [teoria contraria agli empiristi]. Il problema si risolve nei termini di alcune proprietà della mente/cervello e di certe caratteristiche dell’ambiente linguistico; le proprietà della mente/cervello includono diversi principi della facoltà del linguaggio, i meccanismi generali dell’apprendimento possono esserci o meno e l’interazione di questi fattori produce un sistema di conoscenza che viene rappresentato nella mente/cervello come stato maturo della facoltà del linguaggio. 3- PROBLEMA DI CARTESIO: possono considerarsi due aspetti: il problema della percezione, cioè il modo in cui interpretiamo ciò che sentiamo o leggiamo, ed il problema della produzione, che riguarda ciò che diciamo e perché diciamo una certa cosa. Cartesio osservò l’aspetto creativo del linguaggio, e che l’uso normale del linguaggio è innovativo, non ha limiti ed è libero da stimoli esterni o da stati interiori, è coerente ed appropriato alle situazioni. Quindi, normalmente non ripetiamo solo ciò che sentiamo ma produciamo nuove forme linguistiche. Un discorso non consiste in una serie di enunciati casuali ma si adatta alla situazione che lo ha evocato pur senza averlo causato. Così, l’uso normale del linguaggio è libero e non determinato, pur essendo appropriato alle situazioni, e ciò è una caratteristica puramente umana, gli altri organismi sono come delle macchine: quando i loro componenti sono sistemati in una certa configurazione e sono posti in un certo ambiente esterno, allora ciò che essi fanno è del tutto determinato o casuale. Gli esseri umani però non sono obbligati, ma incitati e invoglianti a fare ciò che fanno, anche se il loro comportamento è predicibile, sono liberi. Una macchina invece agisce secondo la sua configurazione interna e l’ambiente esterno, senza possibilità di scelta. Abbiamo dei principi generali i quali ammettono di essere interpretati secondo un certo grado di variazione, abbiamo poi delle regole di generalità meno elevata che non sono esaustive, e poi l’interazione di tali regole e principi determina la forma e l’interpretazione delle espressioni della lingua. I bambini arrivano a padroneggiare le regole e i principi che costituiscono il sistema della conoscenza del linguaggio, in linea di principio, grazie a: la fonte di questa conoscenza dovrebbe essere o nell’ambiente in cui il bambino si trova o nelle risorse biologicamente determinate della mente/cervello e cioè in quel componente della mente/cervello che possiamo chiamare facoltà di linguaggio. I parlanti delle varianti dell’italiano conoscono questi fatti senza una particolare istruzione o sulla base di esperienza. In quanto i dialetti differiscono, queste possibilità si attuano sulla base dell’esperienza. La conoscenza che si sviluppa nella mente/cervello del bambino esposto all’uso dell’italiano, è nota perché questo è il modo in cui lavora la mente umana, le proprietà di queste espressioni riflettono i principi delle operazioni mentali che formano parte della facoltà umana del linguaggio. Un fatto che colpisce riguardo l’acquisizione del linguaggio del bambino è il livello e la precisione con cui il bambino imita i discorsi del suo modello, ascoltandolo naturalmente incorporando quelle sfumature fonetiche nella sua conoscenza linguistica che poi da grande non sarà più capace di rilevare. Tutto questo prima dell’esperienza, apprendendo delle etichette da applicare a concetti che sono già parte del suo apparato concettuale, infatti i fatti sono noti sulla base di una dotazione biologica precedente ad ogni esperienza e che entra nella determinazione del significato delle parole con precisione. La proprietà della frase incassata è parametrizzata, questo parametro può avere uno o due valori i quali devono essere determinati dall’esperienza. Sembra che il bambino si accosti al compito di acquisire il linguaggio con un ricco schema concettuale già instaurato ed anche con un ricco sistema di assunti circa la struttura del suono e la struttura di enunciati più complessi. Questi costituiscono le parti della nostra conoscenza che proviene dalla mano originale della natura, per usare i termini di Hume. Essi costituiscono una parte della dotazione biologica umana, che deve essere risvegliata dall'esperienza ed affinata ed arricchita nel corso delle interazioni del bambino con il mondo umano e materiale. SECONDO CAPITOLO- Il programma di ricerca della linguistica moderna Le mente/cervello dell’uomo è un sistema complesso con vari componenti che interagiscono, uno dei quali possiamo chiamare facoltà del linguaggio. Questo sistema è unico della specie umana e comune ai membri della specie. Una volta esposta ai dati, la facoltà del linguaggio determina una lingua particolare (es: italiano), la quale determina un ampio spettro di fenomeni potenziali che superano i dati offerti. Dati  facoltà del linguaggio  lingua  espressioni strutturate La facoltà del linguaggio seleziona i dati rilevanti dagli eventi che avranno luogo nell’ambiente, utilizzando i dati in modo determinato dalla struttura interiore, costruiremo poi una lingua la quale si incorpora così nella mente. Ora il linguaggio entra a far parte dei sistemi cognitivi della persona. La lingua è un fenomeno individuale, un sistema rappresentato nella mente/cervello di un particolare individuo. La facoltà del linguaggio funziona anche negli esseri umani con gravi patologie, come i bambini affetti da sindrome di Down (che sviluppano il linguaggio in modo simile al nostro ma risultano più lenti ed entro certi limiti), i bambini ciechi (che soffrono di una privazione sul piano dell’esperienza, ma la facoltà del linguaggio risulta normale), ed i bambini sordi (che sviluppano la loro propria specie di linguaggio dei segni utilizzando così un mezzo diverso). veramente qualcosa che un bambino compie, è qualcosa che è un bambino, posto nell'ambiente appropriato, capita. L'ambiente determina il modo in cui i parametri della grammatica universale assumono una certa configurazione, producendo lingue differenti. Quesito 3: ha due aspetti= l'aspetto inerente alla percezione e quello inerente alla produzione. Si vuole sapere come chi ha acquistato il linguaggio utilizzi la propria conoscenza per comprendere ciò che ha udito e per esprimere dei pensieri. L'aspetto della produzione è quello che chiamiamo il problema di Cartesio, cioè il problema posto dall'aspetto creativo dell'uso del linguaggio. Perché una persona comprenda un'espressione linguistica, la mente/corpo deve comprendere la sua forma fonetica e le sue parole e quindi utilizzare i principi della grammatica universale e i valori dei parametri per proiettare una rappresentazione strutturale di questa espressione e determinare il modo in cui si associano le sue parti. Quesito 4: la ricerca in questo campo è un compito per il futuro. Parte del problema dell'intraprendere un tale compito sta nel fatto che gli esperimenti con soggetti umani sono esclusi per motivi etici, i ricercatori infatti devono limitarsi agli esperimenti naturali (es:traumi). Quindi il problema di Cartesio è il problema di come il linguaggio viene usato nel modo creativo usuale, cioè l’uso del linguaggio nella vita di tutti i giorni con le sue proprietà distintive di novità, libertà dal controllo dagli stimoli esterni e dagli stati interiori, coerenza e consonanza con le situazioni e la sua capacità di evocare pensieri appropriati in colui che ascolta. Cartesio pensava che l'aspetto creativo dell'uso del linguaggio cadesse al di là dei concetti della meccanica. Secondo lui un pappagallo dice cose determinate e casuali. Il principio creativo appartiene alla mente ed è una seconda sostanza separata dal corpo e non soggetta a spiegazione meccanica. Secondo Cartesio noi non abbiamo l'intelligenza sufficiente per scoprire la natura della mente, sebbene siamo così coscienti della libertà e dell'indifferenza che esiste in noi che non c'è niente che comprendiamo in modo più chiaro è perfetto, per noi tutto questo è incomprensibile. Per i cartesiani, la mente è una sostanza singola distinta dal corpo. Una creatura o è umana o non lo è e non ci sono gradi di umanità. Secondo la concezione cartesiana il linguaggio è come lo specchio della mente. Il concetto cartesiano di una seconda sostanza fu generalmente abbandonato negli anni a seguire. Alla fine non c'è un chiaro e definito concetto di corpo. Il problema della mente e del corpo non può essere formulato né risolto perché non c'è un modo chiaro di porlo. Tornando al problema di Cartesio e sulla questione della libertà, questo è un problema irrisolto, o nessuno ha avuto ancora l'idea giusta che porta alla soluzione del problema oppure il problema sfugge alla nostra comprensione intellettuale. Le creature hanno capacità fisse con ambiti definiti e limiti definiti, i quali porteranno la creatura a fallire in altri compiti, essi differiscono nelle loro capacità biologicamente determinate. La mente umana non può essere nei termini di Cartesio uno strumento universale che può servire in tutti i casi, non potremmo affrontare alcun problema con successo. Nel caso del linguaggio, la facoltà del linguaggio, possiede certe proprietà definite e non altre. Queste sono le proprietà che la teoria della grammatica universale cerca di formulare e descrivere; e permettono che la mente umana acquisisca una lingua di tipo specifico e le stesse proprietà escludono altre lingue possibili come non apprendibili dalla facoltà del linguaggio. Siamo in grado di scoprire le proprietà di altre facoltà della mente in quanto siamo in grado di costruire lingue che possono essere acquisite solo con grande difficoltà o che non possono essere acquisite per nulla. Il modo in cui noi ci sviluppiamo non riflette le proprietà dell'ambiente fisico ma quelle della nostra natura essenziale. Lo sviluppo viene attivato dall'ambiente in molti modi simulato da fattori ambientali, o ritardato se mancano i fattori richiesti, esso ha luogo per lo più in modo predeterminato. L'ambiente è rilevante, come nel caso del linguaggio, della visione e così via, ma esiste una base comune radicata nella nostra natura. Gli esseri umani hanno un istinto di libertà. Qualcuno ha sostenuto che si tratta dell'evoluzione darwiniana ma per Chomsky questo ragionamento non è cogente, al contrario, si tratta di un fortunato accidente il fatto che esiste una tale convergenza. Può lo studio del linguaggio offrire un modello utile per altri aspetti delle capacità cognitive umane? Sarebbe stupefacente se scoprissimo che gli elementi costitutivi della facoltà del linguaggio entrano crucialmente in altri domini. Si possono considerare questi principi come principi della facoltà del linguaggio. Pare che la mente sia modulare e costituita da sistemi separati dotati di loro proprietà, i quali interagiscono fra loro. Secondo lui, il linguaggio è determinato come parte della nostra dotazione biologica e non acquisito tramite l'apprendimento dall'esperienza. Perché si dovrebbe sviluppare un organo negli stati primitivi dell'evoluzione? In alcuni casi sembra che gli organi si sviluppino per servire ad uno scopo e quando hanno raggiunto una certa forma del processo evolutivo, diventano disponibili per scopi diversi, e a questo punto i processi della selezione naturale possono migliorarli ulteriormente per questi scopi. È possibile che la capacità mentale dell'uomo si sia evoluta in questo caso in modo simile. Il linguaggio umano possiede questa insolita, forse unica, proprietà dell'infinita discreta, come la facoltà di enumerazione. Il problema dell'origine del linguaggio umano non è ancora stato spiegato ma ci sono alcune speculazioni. Può essere che in un certo periodo remoto abbia avuto luogo una mutazione che ha generato la proprietà di infinità discreta, ed a questo punto, la pressione evolutiva potrebbe aver dato forma agli ulteriori sviluppi di questa capacità ed è possibile che alcuni aspetti del suo sviluppo evolutivo riflettano le operazioni di leggi fisiche che si applicano ad un cervello di un certo tipo di complessità. CAPITOLO SESTO- Nuovi orizzonti nello studio del linguaggio Lo studio del linguaggio è uno dei più antichi filoni di ricerca sistematica, che risale ai tempi dell'India della Grecia classica. Eppure, da un certo punto di vista, è estremamente giovane in quanto le linee di ricerca principali di oggi furono inaugurate solo una quarantina di anni fa. La visione cartesiana per cui l'abilità di usare i segni linguistici per esprimere pensieri formati liberamente segnala per la vera distinzione tra l'uomo e l'animale, o la macchina. La facoltà del linguaggio è responsabile del fatto che gli esseri umani siano gli unici nel mondo biologico ad avere una storia, un’evoluzione e una diversità culturale. Come abbiamo detto è ragionevole considerare la facoltà di linguaggio come un organo, e ogni lingua è il risultato dell'interazione di due fattori: lo stato iniziale e il corso dell'esperienza. Si può pensare allo stato iniziale come a un dispositivo di acquisizione del linguaggio che prende l'esperienza come input e dà la lingua come output internamente rappresentato nella mente/cervello. Lo stato iniziale è comune nella specie umana. La teoria della sua lingua viene chiamata grammatica generativa. Ogni espressione è un complesso di proprietà, che trasmettono delle istruzioni ai sistemi di esecuzione. Grazie al linguaggio i sistemi di esecuzione a esso associati, si possiede un'ampia quantità di conoscenze del suono e sul significato delle espressioni e una corrispondente capacità di interpretare ciò che sente, di esprimere i propri pensieri, e di usare la sua lingua in una varietà di altri modi. La grammatica generativa è nata nel contesto di quella che viene spesso chiamata la rivoluzione cognitiva degli anni '50, è stata un fattore importante e la prospettiva cognitiva considera il comportamento e i suoi prodotti non come un oggetto di studio, ma come dati che possono fornire indizi sui meccanismi interni della mente e sui modi in cui questi meccanismi operano dell'esecuzione delle azioni e nell'interpretazione dell'esperienza. Un'autentica teoria del linguaggio umano deve soddisfare due condizioni: quella della adeguatezza descrittiva, e quella dell'adeguatezza esplicativa. La grammatica di una lingua soddisfa la condizione dell'adeguatezza descrittiva nella misura in cui rende conto, in modo esaustivo e accurato delle proprietà di tale lingua, di quello che il parlante sa. Per soddisfare la condizione dell'adeguatezza esplicativa, una teoria del linguaggio deve mostrare come ogni singola lingua possa derivare da uno stato iniziale uniforme nelle condizioni dell'esperienza. Fornisce così una spiegazione delle proprietà delle lingue a un livello più profondo. Il problema centrale era quello di individuare delle proprietà generali dei sistemi di regole che potessero essere attribuite alla facoltà di linguaggio stessa, nella speranza che quello che sarebbe rimasto dopo questa sottrazione si sarebbe rivelato più semplice e uniforme. Si distaccava dalla tradizione in maniera molto più radicale della prima grammatica generativa e questo approccio a ‘principi e parametri’ rifiutava in blocco il concetto di regola e di costruzione grammaticale. Le regole vengono scomposte in principi generali della facoltà del linguaggio, che interagiscono per dare le proprietà delle espressioni delle diverse lingue. Le condizioni di leggibilità, nel senso che gli altri sistemi devono essere in grado di leggere le espressioni del linguaggio e di usarle come istruzioni per pensiero e azione. È chiaro che le lingue differiscono fra loro, ed un aspetto in cui differiscono sicuramente nella scelta di suoni, un altro è nell’associazione tra suono e significato che è arbitraria, e inoltre differiscono nei sistemi flessivi. Fin dalle origini della grammatica generativa, si è assunto che le operazioni computazionali fossero di due tipi: regole di struttura sintagmatica, che formano oggetti sintattici più ampi a partire dagli elementi lessicali, e regole trasformazionali che esprimono la proprietà di dislocamento, dotate di una varietà e una complessità insospettate. Il programma di ricerca mirava a dimostrare che questa complessità e varietà sono solo apparenti. Una soluzione al problema delle varietà delle regole di struttura sintagmatica sarebbe quella di eliminarle del tutto a favore dell'operazione irriducibile che prende due oggetti già formati e li attacca l’uno all'altro per formare un oggetto più ampio dotato della proprietà del target dell'attaccamento: è l'operazione che chiamiamo Fusione. La procedura computazionale ottimale consiste di fusione e di operazioni in grado di esprimere una proprietà di dislocamento. Il secondo dei progetti mirava a ricondurre la componente trasformazionale alla forma più semplice possibile, anche se non sembra eliminabile. Il risultato è stata la tesi che esiste un'unica operazione Movimento, cioè il movimento di qualunque cosa in qualunque punto. Il modo in cui procede questa unificazione di base è che i tratti non interpretabili debbano essere cancellati per soddisfare la condizione di interfaccia, e che tale cancellazione richieda una relazione locale tra il tratto incriminato un tratto corrispondente in grado di cancellarlo. La grammatica generativa vuole scoprire i meccanismi che vengono usati, e contribuire così allo studio di come vengano usati nella pratica creativa della vita quotidiana.
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