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Linguistica - Appunti completi, Appunti di Linguistica

Appunti completi di Linguistica (corso obbligatorio 1° anno SPC). Comprendono tutto il contenuto d'esame (comprese le spiegazioni del Prof., le slide mostrate a lezione e i libri del corso), perfetti per studiare in modo completo per raggiungere una votazione di 30 e lode. Chiari e ordinati.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/07/2022

IsaIsa30
IsaIsa30 🇮🇹

4.9

(9)

34 documenti

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Scarica Linguistica - Appunti completi e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! LINGUISTICA Lezione iniziale: informazioni organizzave Contenu del corso L’esame verte su: - Diaposive delle lezioni (pubblicate sull’e-learning) - Dispense di semanca (pubblicate sull’e-learning) - Tuo il Libro “L’animale parlante” di Nespor - Libro “Introduzione alla sintassi. La Teoria dei Principi e dei Parametri” di Ceccheo (solo dal Cap. 1 a 5) *Gli arcoli che pubblicherà su e-learning non vengono richies in esame. L’esame sarà → domande chiuse, 1 domanda aperta, 1 esercizio (albero sintaco; consiste nella rappresentazione sintaca di una frase ambigua) Ci sarà la possibilità di fare invece degli appelli normali comprensivi di tuo il contenuto del corso, 2 prove in inere , una a metà corso e una alla fine. Avranno la stessa struura indicata sopra. Il Primo parziale sarà su → foneca, fonologia, morfologia e introduzione alla sintassi. Per chi decide di fare le prove in inere dovrà fare una breve relazione su un arcolo di approfondimento di un argomento traato durante il corso. Bisogna quindi scegliere un argomento di nostro interesse affrontato durante le lezioni e trovare un arcolo che lo traa e fare una relazione di massimo 3 pagine su di esso. Prima di fare la relazione scrivere al prof presentando l’argomento di interesse e l’eventuale arcolo trovato. L’esposizione a lezione dell’arcolo è facoltava, l’importante è mandarla al Prof. . Linguisca Lezione 1 Cap 1 e 2 di L'animale Parlante INTRODUZIONE Reprise di filosofia del linguaggio : origine del linguaggio? prodoo socio- culturale e cognivo? Come gli uomini si possono accordare tra loro per istuire, ad esempio, determinate forme di governo, così si accordano per ulizzare una determinata lingua. Ci potremmo aspeare che il grado di complessità di una lingua specifica sia correlato al grado di complessità della società che la parla. Però ciò non spiega appunto come popolazioni completamente isolate e con un livello di organizzazione sociale compabile a quello dell’età della pietra parlino lingue con complessità analoga alle lingue delle società industrializzate. Quando si parla di “complessità” di una lingua ci si deve riferire al suo dominio grammacale specifico. Come si misura la complessità di una lingua? ● FONOLOGIA → definisce come vengono rappresenta mentalmente i suoni linguisci (modello della rappresentazione mentale dei suoni linguisci). Conoscenze sistemache su struura, proprietà delle sequenze, pronuncia. Studia come i foni , i suoni del linguaggio possono essere fusi tra loro per formare delle parole e anche come vengono rappresenta mentalmente i suoni linguisci; la fonologia si occupa di una competenza che riguarda la composizione dei suoni per formare una parola. Es. la parola pala è formata da 4 suoni che si dividono in due sillabe. Le sillabe compongono le parole. Si occupa anche di come vengono rappresenta mentalmente ques suoni. Es. parola in + barca quando produco questa espressione fondo i suoni della prima parola con la seconda parola. La prima parola in prima era pronunciata con la n , messa di fianco alla parola barca prende il suono im . Es. In fiorenno a volte la c è aspirata. La parola (c)asa e casa sono due suoni diversi che però non hanno caraerische disnve differen. A seconda del contesto le parole possono essere pronunciate con o senza c aspirata. ● FONETICA → si occupa delle caraerische fisiche dei suoni linguisci (un suono non è altro che un movimento, una vibrazione dell’aria), ma anche delle caraerische arcolatorie. Quindi si occupa di come vengono percepi e di come vengono prodo i suoni . ● MORFOLOGIA → studio della struura o forma delle parole , studia i processi di formazione delle parole e la loro struura interna. ● SINTASSI → studio di come le parole si combinano tra loro per formare delle frasi ● SEMANTICA → determina come associamo significa alle espressioni formate da parole ● PRAGMATICA → definisce come devono essere usate le parole all’interno di un certo contesto (situazione nella quale produciamo una certa frase) Altri termini importan: - FONEMA : rappresentazione astraa di un segmento con funzione disnva /c/ - FONO : suono che ha un valore linguisco [k] Un fonema può suonare in modi diversi quindi: /x/ → [x1], [x2], [x3].. - LESSEMA : forme base, memorizzate nel ns. lessico mentale, da cui possiamo derivare parole ad esse associate Linguisca Dal suono al messaggio, cenni di foneca e fonologia Suoni linguisci : la sorgente del suono è nel trao vocale ( apparato fonatorio ). Quando produciamo un suono, l’aria nei polmoni passa dalla trachea , poi tramite le corde vocali (fasce di muscoli), l’aria sale verso l’ epiglode (che funziona come una “saracinesca”, può bloccare o permeere il passaggio dell’aria), entra nella faringe , poi passa dal palato molle (=velum) può essere alzato o abbassato, quando lo alziamo l’aria fluisce solo nella cavità orale, quando invece è abbassato l’aria fluisce sia nella cavità orale che nasale . La FONETICA studia le caraerische fisiche dei suoni linguisci . Si divide in: - Arcolatoria : studia il modo in cui sono prodo i suoni linguisci - Acusca : studia le proprietà fisiche dei suoni linguisci - Perceva : studia come sono percepi i suoni nel linguaggio La fonologia invece studia: - La rappresentazione mentale dei suoni linguisci - Le conoscenze sistemache che “dicono” al parlante come fondere tali suoni e pronunciare una parola - La struura e le proprietà delle sequenze di suoni linguisci - Quali sequenze di suoni sono ammissibili in una determinata lingua (es. italiano: possiamo formare la sequenza “sedia” (esiste) o “sbedia” (non esiste ma potrebbe), ma non la sequenza “bsdia” (non potrebbe esistere, viola delle regole fono-tache fondamentali per la creazione di parole)) Per poter parlare dobbiamo sapere arcolare i suoni della nostra lingua. Per saper comprendere ciò che ci viene deo dobbiamo saper riconoscere tali suoni e saperli interpretare. Questa capacità non è affao triviale: i suoni della nostra lingua sono percepi in un ambiente ricco di altri segnali acusci, i suoni si susseguono in un flusso ininterroo; tra le parole di un enunciato non ci sono pause. Sapere come i suoni vengono prodo guida il processo del loro riconoscimento. Curiosità: teoria del sound symbolism → è la somiglianza tra suono e significato. I suoni sono collega a dei significa (es. forme rotonde e non) a seconda delle proprietà arcolatorie usate. Un suono non ha un proprio significato ma determina il significato di una parola quando esso è disnvo . Consideriamo le parole: pino – fino – no . Hanno tre suoni in comune, varia solo il primo segmento iniziale. Queste parole hanno tre significa diversi, si dice che i suoni che disnguono le tre parole (in questo caso p, f, t) hanno una funzione disnva . Coppie minime : parole che si disnguono solamente per una caraerisca, solo per un segmento (es. iniziale) Allofoni : suoni che NON hanno funzione disnva . Sono suoni diversi che però non si disnguono tra di loro, quindi hanno la stessa funzione disnva. Es. Allofoni in italiano: i n casa; i n tana [ŋ] [ n̪ ] Allofoni in fiorenno: in c asa; la c asa [k] [h] L’ inventario fonologico di una lingua è l'insieme dei suoni che hanno funzione disnva in quella lingua (30 in italiano). La rappresentazione mentale di tali suoni è parte della competenza fonologica del parlante. I suoni si chiamano foni ma se hanno funziona disnva vengono chiama fonemi (=suoni con funzione disnva). Entà fisica : [f] [o] [n] [o] fono → è fisico Segmento sonoro disnvo : /f/ /o/ /n/ /e/ /m/ /a/ fonema → è astrao (una rappresentazione mentale) Linguisca La fonologia individua quali sono i fonemi (cioè suoni che hanno funzione disnva) e come vengono modifica in contes frasali . Per individuarli si confrontano coppie minime. Foneca arcolatoria → Nell’ apparato fonatorio ci sono dei tessu molli che auscono le vibrazioni, e altre par dure (es. den, palato duro) che creano delle vibrazioni secondarie nell’aria. I suoni possono disnguersi per Sonorità : La glode (diverso all’epiglode) ha dei fasci di muscoli che avvicinandosi ( suoni sonori – fanno vibrare i fasci muscolari, picamente le vocali) o distanziandosi ( suoni sordi – non fanno vibrare i fasci muscolari, es. f iore) impediscono o permeono all’aria di passare. I suoni sono sonori quando le corde vocali vibrano (=si avvicinano i fasci muscolari) ad scempio f aro ( suono sordo ) in quanto non vibrano le corde ma v aro ( suono sonoro ) vibrano. Apparato fonatorio Glode : suoni sordi suoni sonori Vocali (a, e, i, o, u): molto sonori , prodo modificando la forma del trao vocale che rimane più o meno aperto mentre il suono viene prodoo. Durante la produzione delle vocali Il flusso dell’aria è relavamente libero . Le loro caraerische sono oenute dalla posizione della parte anteriore, centrale e media della lingua. /i/ è anteriore alta: l’aria fluisce nella bocca mentre la parte anteriore della lingua è in posizione alta /u/ è posteriore Consonan (p, b, t, d, g..): meno sonori delle vocali . Possono essere sonori o sordi . Prodo restringendo o chiudendo una parte del trao vocale . La maggior parte delle consonan non può essere prodoa senza una vocale. L’aria può uscire dal naso o dalla bocca. > Possiamo bloccare il passaggio dell’aria dal naso con il palato molle . > Possiamo evitare di fare uscire l’aria dalla bocca chiudendo le labbra (avremo un suono nasale bilabiale) o alzano la lingua che crea così una barriera (avremo un suono nasale e velare) oppure dai fasci muscolari /velare(che sono le corde vocali) che si possono avvicinare (suono nasale velare fricavo) o allontanare/chiudere (suono nasale velare occlusivo) o aprire. Linguisca Lezione 3 Cap 3 di L'animale Parlante FONETICA pt2 I suoni possono disnguersi per : ➢ Sonorità ( lezione precedente - glode, suoni sordi o sonori) ➢ Punto di arcolazione Altri esempi: Labiodentale ( F ango), Bilabiale ( b anco), Dentale ( t ara) Velare ( c osa), Palatale (ra gn o) Labiodentale (labbro inferiore sull’arcata superiore), Bilabiale (avviciniamo le labbra), Dentale (lingua vicino all'arcata dentale superiore), Velare (avviciniamo la lingua alla parte posteriore del palato, palato molle). ➢ e per Modo di arcolazione : {è il modo in cui l’aria viene bloccata/ostruita ➔ Occlusivo : i due arcolatori si toccano in modo da bloccare completamente, seppure per un istante, il flusso d’aria per poi separarsi istantaneamente. Es. Pino, no, dino, bara, gara, cara. ➔ Fricavo : i due arcolatori sono estremamente ravvicina e lasciano un piccolissimo passaggio per l’aria producendo una turbolenza. Es. Favore, vapore, sapore, sbaglio, scena. ➔ Affricavo : occlusione + apertura fricava . Es. pizza, zero. ➔ Un modo di arcolazione è anche la Nasalità . Disnzione suoni nasali e suoni orali: Suoni nasali : velum (=palato molle) abbassato. Es. m are (bilabiale nasale), i n vidia, n ave, ra gn o, sa n gue non nasale es. b a Suoni orali : velum alzato Linguisca FONATICA ACUSTICA → studia le proprietà fisiche dei suoni linguisci , le loro caraerische acusche . I suono oltre che studia per caraerische arcolatorie, vengono studia anche per caraerische acusche. La foneca acusca riconduce caraerische acusche a caraerische arcolatorie . I suoni vengono registra e rappresenta graficamente al fine di studiarne le proprietà fisiche. Nella figura soostante sono rappresentate graficamente le vibrazioni piche del linguaggio umano. La pressione atmosferica di base è rappresentata dalla linea orizzontale. Oscillogramma (strumento gratuito: audacityteam.org) (la parola pronunciata è “phonecian”) F (suono sordo, fricavo e labiodentale) suono consonanco, con aria ostruita quindi bassa intensità sonora infa nell’oscillogramma si vede che non è intenso. O vocale quindi sonoro ed elevata intensità. La variazione di pressione nella f è minima, la variazione di pressione nella vocale è invece elevata . N è consonanco nasale e vibrano le corde vocali quindi c’è un intensità maggiore della F. T (occlusivo, sordo, dentale) non esce aria perché la lingua va sui den quindi ha bassissima intensità. Quindi nell’ oscillogramma si vedono anche delle caraerische arcolatorie ( misura la variazione di pressione dell’aria ). I linguis analizzano le proprietà dei suoni linguisci (caraerische acusche) e cercano di ricondurle alle loro proprietà arcolatorie (caraerische arcolatorie). I suoni linguisci sono suoni complessi (pensiamo ad esempio alla modulazione del passaggio dell’aria) e hanno onde complesse con componen periodiche e aperiodiche (i ricercatori devono per prima cosa riconoscere le componen). > Vocali : vibrazioni complesse con componen periodiche > Consonan : - Sonore : vibrazioni complesse con componen periodiche e aperiodiche (passaggio dell’aria ostruito provoca turbolenze) - Sorde : vibrazioni complesse con componen aperiodiche, a struura di rumore (non ci sono componen periodiche). Cosa devono fare i linguis? (1) Scomporre il segnale nelle sue componen periodiche complesse e queste in componen periodiche semplici . (2) Individuare le componen armoniche del segnale . I linguis individuano le componen periodiche e quelle aperiodiche. E analizzano l’intensità che hanno le diverse frequenze associate alle due componen. Scompongono un onda complessa nelle sue componen armoniche e non. Si applicano delle tecniche di Furie. Periodo (t) → intervallo di tempo necessario per compiere una vibrazione completa . Si misura in secondi (s). Le componen armoniche hanno frequenze mulple della componente fondamentale che determina il tono percepito di un suono. - I suoni vocalici sono onde sonore complesse, con componen periodiche . - I suoni sonori hanno onde periodiche (armoniche e non) . - I suoni sordi hanno onde non periodiche (rumori) . Quando pronunciano una v ocale facciamo dei suoni armonici (perché c’è una vibrazione parcolare delle corde) e poco rumorosi. Linguisca I suoni consonanci sono rumorosi e possono essere armonici ( v di vado) o non (f di faro). Video del canto polifonico : si riesce a produrre più frequenze armoniche contemporaneamente (fundamental frequency + overtones). Le corde vocali vibrano alla stessa frequenza, è la posizione della lingua che permee o impedisce a determina suoni di uscire ed essere udi . Paragone apparato fonatorio e strumento : Un elemento vibrante (che genera la vibrazione = eccitatore) Un elemento risonante (che entra in vibrazione a causa della presenza del primo). L’elemento risonante rinforza alcune frequenze e ne aenua altre. I suoni si distribuiscono in forman (= concentrazioni di energia acusca in certe bande di frequenze . Un insieme di vibrazioni armoniche su una fascia di frequenza che sono esaltate da un processo di risonanza del trao vocale). bee sue herd or bar buy I linguis ricercano dei paern regolari nel segnale acusco riconducibili a faori arcolatori che abbiano rilevanza fonologica, ovvero disnva . Sperogramma* Metodo dell’analisi sperografica → lo sperogramma di un suono è un grafico in cui vengono riportate in ascissa il tempo e in ordinata le frequenze delle componen del suono . Possibilità di individuare i foni che formano una parola ricercando i loro paern acusci caraerisci nell’analisi sperografica. Nei suoni sonori osserviamo delle concentrazioni di energia chiamate forman . In ogni formante troviamo paerns caraerisci di pressioni e depressioni di energia per ogni frequenza del segnale acusco (foni). * mostra l’intensità delle diverse frequenze nel tempo . Intensità rappresentata con dei colori . Ogni suono lascia la sua firma sperografica. Le frequenze dei suoni possono assumere intensità diverse : i suoni occlusivi hanno bassa intensità (le corde vocali non vibrano e non esce aria dalla cavità orale), le vocali o in generale i suoni sonori hanno alta intensità . Nello sperogramma se c’è il colore bianco vuol dire che non c’è intensità come per i suoni sordi occlusivi dove l’aria non esce . Suono occlusivo: i due arcolatori si toccano in modo da bloccare completamente, seppure per un istante, il flusso dell’aria per poi separarsi istantaneamente. Es. p ero, t ana, b acio, d ono, c oro, g ara. Acuscamente abbiamo un’esplosione di energia acusca che segue un breve periodo di silenzio. La firma sperografica di un suono occlusivo è un passaggio istantaneo da poca o nulla energia acusca a una massa di elevata energia in una vasta gamma di frequenze. Due occlusive e una vocale nella parola “de”: scoppio di [t], seguito Linguisca da espirazione del diongo [al] nel centro, seguita dalla chiusura e il rilascio di [d] sulla destra. Lezione 5 Cap 3 di L'animale Parlante FONETICA pt4 Dal suono al messaggio – Percezione dei suoni del linguaggio FONETICA PERCETTIVA → si occupa della percezione dei suoni del linguaggio , analizza come vengono percepi e idenfica . Si occupa anche di Spoken Word Recognion (= riconoscimento di parole parlate , è un processo complesso, perché una parola è composta da più suoni e una parola è pronunciata all’interno di un flusso linguisco composto da altre parole, e non ci sono indicatori esplici di quando una parola inizia e termina – al contrario di ciò che avviene nello scrio, dove abbiamo gli spazi). Il riconoscimento del parlato è uguale al riconoscimento di tu gli altri suoni? È stato dimostrato che non è così, avvengono due processi disn. E quali sono le caraerische del processo di riconoscimento ? ● È automaco ● Non costa faca ● È veloce (Clark & Clark, 1977) Disnzione di suoni in sequenze: - Suoni non linguisci: 1,5 suoni per secondo - Suoni linguisci : 20 fonemi per secondo (siamo molto efficen) Idenfichiamo parole nel parlato dopo circa 200 ms dal loro onset (cioé dal momento in cui si inizia ad arcolare quella parola). Fenomeno dell’invarianza → le manifestazioni acusche dei fonemi sono variabili ma tale variabilità non viene percepita. I fonemi cambiano al variare del contesto . Es. i non è nasale, ma lo diventa nel contesto in cui precede una consonante nasale come n (es. G i na), può assumere un contesto dentale quando precede una consonante dentale come la t (es. G i ta). Questo fenomeno si chiama co-arcolazione : durante la produzione di un certo suono arcoliamo le proprietà del suono successivo . Italiano: gina – gita Inglese: sing – sit Vantaggi della co-arcolazione per il parlante : - Può parlare più in frea - Non deve scandire ogni fonema Vantaggi per l’ ascoltatore : - Ha accesso a informazioni circa l’identà di più segmen (suoni) simultaneamente (trasmissione parallela) → Abbiamo una trasmissione parallela di informazioni di segmen che vengono invece realizza serialmente. Percezione categoriale : malgrado la variazione, noi percepiamo i suoni categorialmente , ovvero li classifichiamo come appartenen a un determinato fonema . Non percepiamo quindi i suoni linguischi lungo un connum. Es. / b / - / p /: entrambi occlusive, bilabiali . B è sonora, P è sorda (cambia quindi solo la sonorità). Arcolazione (di entrambe) due consonan occlusive: occlusione + rilascio d’aria . Il flusso d’aria viene completamente bloccato mediante una breve occlusione, cui segue un rilascio. P aro – B aro Differiscono per il tempo di aacco della sonorità → voice onset me (VOT) =istante in cui le corde vocali iniziano a vibrare. Nella [ b ] , sonora, l’aria viene rilasciata subito, tra gli 0 e 20 millisecondi dall’occlusione. Linguisca Riassunto foneca: I suoni linguisci sono suoni e quindi perturbazioni dell'aria che vengono prodo dall'apparato fonatorio e possono essere descri e disn per proprietá arcolatorie: - sonoritá (vibrazione corde vocali) - punto di arcolazione (quali organi che stanno dell'apparato fonatorio entrano in gioco per produrre il suono o per modulare il passaggio dell'aria) - modo di arcolazione (come il passaggio dell'aria viene modulato, se bloccato completamente o solo ostruito). I suoni principalmente possiamo disnguerli tra vocalici (vocali) e consonanci (consonan). La loro piú grande differenza è il modo di arcolazione e sonorità: vocalici sonori e senza ostruzione dell'aria. Ci sono dei metodi per misurare ad esempio il fenomeno di ostruzione dell'aria. Esistono strumen che permeono di misurare la pressione dell'aria all'interno e all'esterno dell'apparato fonatorio (se la pressione è uguale sia all'interno che all'esterno vuol dire che il flusso dell'aria non è ostruito, se invece c'è una pressione maggiore all'interno vuol dire che il flusso dell'aria è ostruito). Per le vocali il flusso non è mai ostruito, per i vocalici invece é sempre almeno un pó ostruito. I suoni vocalici sono i piú sonori rispeo ai consonanci. Le vocali si disnguono per modalità di arcolazione in parcolare si disnguono per la posizione della lingua (alzare o abbassare) e delle labbra (arrotondare o distendere). I linguis hanno proposto un alfabeto foneco internazionale che rappresenta i suoni prodo in tuo il mondo presentando delle celle che indicano il punto di arcolazione, il modo e due segni che indicano il primo variante sorda e secondo variante sonora. Questo alfabeto serve ai ricercatori che si occupano di foneca e suono della lingua, per poter parlare in modo esplicito dei suoni, e per il fao che esistono diversi sistemi ortografici nel globo. I fini della foneca acusca é ricercare delle firme/paern ricorren che sono associa a specifiche paern/proprietà arcolatorie. Ad esempio per andare a vedere se nel segnale acusco tu i suoni bilabiali condividono alcune proprietà. La foneca acusca registra i suoni che sono perturbazioni complesse dell'aria . Il meccanismo di modulazione complesso crea diverse componen: periodiche (associate alla vibrazione delle corde vocali) e aperiodiche (associate all'ostruzione del passaggio dell'aria). La foneca acusca scompone questa vibrazione complessa associata a un suono linguisco nelle sue componen che possono essere periodiche e aperiodiche. Possiamo paragonare la fonte delle componen periodiche a uno strumento musicale come a una chitarra, in quanto quando pizzichiamo le corde di una chitarra, queste si muovono ma una metá si muove con il doppio della frequenza, queste vibrazioni formano una vibrazione complessa. L'apparato fonatorio conene le corde vocali-elemento vibrante (simili alle corde della chitarra) e anche tuo lo strumento risonante (analogo alla cassa della chitarra) che esalta alcune frequenze amplificando l'intensitá e altre vengono aenuate. Ció ci permee di fare suono differen, diversi per il mbro . Quando ostruiamo il passaggio dell'aria, l'aria è turbula e ci sono delle vibrazioni accidentali chiamate rumori o componen aperiodiche del suono linguisco (es. cccheo della pioggia). Quindi la foneca acusca , oltre a scomporre il suono in componen periodiche e aperiodiche, analizza le proprietà delle componen periodiche e aperiodiche per vedere come correlano queste proprietà con le proprietà arcolatorie (cerca di associare la parte acusca a quella arcolatoria). I ricercatori di foneca acusca per indagare differenze piú fini usano lo sperogramma che è un grafico che mostra il tempo e le frequenze, con i colori rappresenta le intensità (ogni sistema può usare i colori che vuole). Qui si possono vedere diverse fasce di frequenza nel pronunciare una parola che si chiamano forman . (manca la parte della foneca perceva) Linguisca Linguisca Lezione 6 Cap 4 di L'animale Parlante FONOLOGIA La Fonologia studia → la rappresentazione mentalmente dei suoni linguisci La Fonologia studia le proprietà dei segmen acusci disnvi * e la loro rappresentazione mentale . I segmen che hanno funzione disnva sono chiama → fonemi . I fonemi sono disnvi in quanto disnguono una parola da un’altra. * disnvi : quando disnguono parole con diverso significato (paro – baro). Per individuare i fonemi si confrontano coppie minime di parole che hanno segmen diversi nella medesima posizione (paro – baro / paro – pero). P aro – b aro → P occlusivo, bilabiale, non sonoro | B occlusivo, bilabiale, sonoro P i ra – p u ra → I alta, posteriore | U alta, posteriore Un fonema non corrisponde a una realtà fisica ma ad una rappresentazione astraa . - Fonema : lo indichiamo con una leera racchiusa tra parentesi a sbarre (slash) / p / - Fono : lo indichiamo con parentesi quadre [ p ] I fonemi sono la rappresentazione mentale di foni ( entà fisiche ) che hanno funzioni disnve. I fonemi sono rappresentazioni mentali di foni disnvi . I foni (suoni) hanno un insieme di proprietà che li disnguono tra loro. La fonologia studia i fenomeni soprasegmentali (come una lingua suona) e la loro rappresentazione mentale. Studia le seguen proprietà soprasegmentali : ● La lunghezza consonanca – può essere disnva o no, in italiano ad esempio lo è (es. nona – nonna, papa – pappa) no n a e no nn a si disnguono per un fonema: uno è corto e l’altro è più lungo La proprietà della lunghezza per essere determinata deve prendere in considerazione la lunghezza dei fonemi adiacen (Es. pa p a, la seconda P ha lunghezza uguale alla prima invece pa pp a la seconda ha lunghezza maggiore della prima e si parla di proprietà soprasegmentali perché per essere determinate occorre prendere in considerazione la proprietà dei segmen adiacen ) ● L’ accento – disnvo in italiano (ancora – ancòra) . Si pronuncia con maggior salienza una determinata sillaba. ● La lunghezza vocalica – non disnva in italiano, ma disnva in lano ( m ā lus (melo), m ă lus (malvagio) ) In italiano solo la lunghezza consonanca è disnva, la lunghezza vocalica non è disnva. La fonologia studia come i fonemi si fondono per formare parole e come si realizzano in una forma foneca : i n buto – i m buto i n pallare – i m pallare i n tasare – i m tasare i/ n / piedi à i[ m ] piedi La realizzazione foneca è la realizzazione del suono cioè come viene realizzato. In italiano non abbiamo un suono nasale prima di un labiale (es. non abbiamo i m tasare ma i n tasare). I n tana e i n casa la N viene percepita diversamente: uno velare e l’altro dentale, suonano quindi diversamente ma non lo percepiamo perché non hanno funzione disnva in italiano. Possiamo ridurre i fonemi ad un insieme di proprietà primive (tra) → economicità x y z h [+/- A] + - + - [+/- B] - + + - Posso descrivere determina suoni linguisci tramite la presenza o assenza di determinate proprietà primive . ➢ Possiamo elencare i tra che disnguono i fonemi : p aro – b aro → si disnguono per i segmen iniziali (più precisamente per la sonorità del primo segmento) p occlusivo, bilabiale, non sonoro b occlusivo, bilabiale, sonoro p aro – c aro Linguisca I tra disnvi regolano fenomeni di produzione e comprensione . > Es1. In italiano: - In piedi à i[m] piedi - In barca à i[m] barca Da alveolare a → bilabiale Labialità di /p/ e /b/ si diffonde al segmento adiacente che è alveolare NASALE Quando c’è un fonema cioè un suono disnvo, non connuo deve essere realizzato come connuo quando occorre tra due vocali. > Es2. i n gola, [ ] gola (vs i[ n ] nave) – N diventa da alveolare a → velare Velarità di g si diffonde al segmento adiacente alveolare NASALE. > Es3. Tram trentoo à tra[n] trentoo – M nasale bilabiale diventa n nasale alveolare Tram bellissimo à tra[m] bellissimo Sia [m] che [n] sono nasali. Un suono nasale assume il punto di arcolazione della consonante che segue. Regola fonologica : un suono nasale deve essere realizzato come suono nasale e ha punto di arcolazione alfa quando (contesto) la consonante successiva ha anche come punto di arcolazione alfa ( alfa=un qualsiasi punto di arcolazione ). Le regole fonologiche determinano classi di parole possibili in italiano. Ad esempio, la regola appena vista sulle nasali → una nasale deve sempre avere come punto di arcolazione, quello della consonante che segue. La fonologia suona anche fenomeni che riguardano piú si un suono (soprasegmentali). La forma sonora di una lingua dipende anche dalla: - Lunghezza di un segmento → Es. consonan: cane vs canne. La n è lunga in canne. La lunghezza disngue parole diverse. Essa è disnva in italiano . Es. vocali: in italiano non disnva . Ma ha distribuzione prevedibile: sillabe accentate (= sillabe for), non finali che non finiscono con una consonante. In altre lingue è disnva a livello vocalico, ad es. tailandese: [ò:t] = lamentarsi vs [òt] = astenersi - Intensità di un segmento → volume (energia acusca) relavo del segmento che concorre ai fenomeni di accentuazione. - Altezza tonale di un segmento (dipende dalla frequenza) → variazione relava di frequenza fondamentale che ha caraere disnvo. Ci sono lingue nelle quali un cambiamento dell'altezza tonale è disnva (Lingue tonali: cantonese, thai). In italiano tale variazione è disnva a livello non lessicale ma frasale (si parla di intonazione). Ques elemen possono essere disnvi e sono de soprasegmentali (hanno proprietà relazionali – un suono può essere definito come lungo, se confrontato con altri suoni). Quando impariamo una parola dobbiamo imparare con quale lunghezza vengono presenta i segmen della parola, con quale intensità e se é una lingua tonale anche con quale movimento della frequenza fondamentale. Tono ascendente o discendente nella produzione dei segmen di una parola ha valore disnvo . D a disnguere dall’intonazione che è una caraerisca dell’enunciato e non della singola parola, in italiano l’intonazione è disnva: disnguiamo frasi affermave da interrogave , focus contrasvo (enfazzo una specifica parola). Linguisca Lezione 8 Cap 4 di L'animale Parlante FONOLOGIA pt3 Accento : rilievo di una sillaba rispeo alle altre. Per durata, intensità (volume) e tono , che si manifestano sulla vocale. I tre faori determinano in modo diverso l’accento in lingue diverse. In alcune lingue la sua distribuzione non è libera. In italiano è libera e dunque può avere funzione disnva ( AN cora vs an CO ra – PRI ncipi vs prin CI pi). La posizione dell’accento in una parola deve essere specificata nel lessico italiano. L'accento è un fenomeno che riguarda le sillabe SILLABA : raggruppamento naturale di segmen nei quali dividiamo una parola . Ciascun parlante sa che le parole della sua lingua possono essere suddivise in gruppi di suoni; Es. trasparente – tra-spa-ren-te, possiamo aiutarci dando un ritmo alla divisione delle sillabe. Spesso pensiamo che l’abilità di suddividere in sillabe si apprenda quando si impara a scrivere, per capire come andare a capo quando si deve spezzare la parola. In realtà non è così, è un’ abilità naturale implicita che già i bambini di pochi mesi padroneggiano . Quest’abilità è sfruata in poesie, can, filastrocche, determina il ritmo. Applichiamo quest’abilità non solo a parole del nostro lessico, ma anche a parole che non esistono (ma potrebbero perché non violano le regole di buona costruzione dell’italiano). Es. gal-can-da-ra. La sillaba ha un ruolo importante nell'acquisizione del linguaggio: lallazione (in inglese: babbling). I bambini araversano questa fase durante l’apprendimento del linguaggio , circa dai 2.3 mesi. Durante questo periodo i bambini iniziano a produrre delle sillabe in isolamento e poi delle sillabe in successione . I bambini disnguono dalla nascita lingue che appartengono a classi ritmiche differen. Sono in grado di far ciò già prima della nascita come i bambini semini. I bambini italiani possono capire quando sta iniziando una nuova parola dalla posizione dell'accento (che la maggior parte delle volte è sulla penulma sillaba). I bambini tengono conto di quante volte incontrano una sillaba dopo un'altra sillaba per capire la transizione tra una parola all'altra. Sillaba → gruppo di suoni raccol aorno ad un nucleo vocalico (cioé aorno a una vocale), secondo una scala di sonorità (che noi parlan conosciamo). Sappiamo ad es. che una vocale é piú sonora di un'occlusiva. Scala di sonorità → Vocali > Nasali > Fricave > Affricave > Occlusive (dove il caso: sonore>sorde ) In italiano ogni sillaba ha un nucleo vocalico (cioé ha una vocale. ← Assumiamo ad esempio che i suoni possono avere intensitá da 1 a 7 e andiamo a vedere il valore dell'intensitá di ogni suono che compone la parola controcanto. C valore 1 perché occlusiva sorda; O é una volta quindi valore 7; N é una nasale quindi diamo valore 4; T é un'occlusiva sorda quindi 1; R non vibrano le corde vocali quindi 3; ect… Dopo la seconda N c'é la T perché non sarebbe potuta esserci una vocale essendo N in un intensità non 1 ma 4. Raggiungo con T il valore 1, si puó meere una volta che ha valore 7. Ogni segmento inizia con un nucleo di intensità minima. La Vocale sillabica è il NUCLEO , può essere preceduta da una o più consonan che costuiscono l’I NCIPIT . Il nucleo può essere seguito da una consonante dea CODA . Es. nella sillaba "can" di controcanto c'é aacco/incipit (C) nucleo (A) e coda (N). La scala di sonorità non ci serve solo per dividere la parola in sillabe ma ci impone delle condizioni sull’esistenza della parole – ci dice quali parole sono o non sono ammissibili . Es. trao – parola ammissibile perché formata da sillabe ammissibili *rtao – non ammissibile, perché il primo segmento viola la scala di sonorità, infa c’è un suono più sonoro che precede un suono meno sonoro → La scala di sonorità è rispeata in ogni lingua (sale verso il nucleo e scende verso l'inizio di una nuova sillaba). I suoni devono essere ordina secondo una scala di sonoritá. Linguisca Alcune regole determinano forme diverse di sillabe nelle diverse lingue (Es. In italiano: occlusive sorde preferite nell’incipit, non in coda; in italiano in coda solo consonan sonoran). Sonoran = l’aria fluisce più liberamente che nelle fricave: nasali, liquide, vocali (m,n,l,r). Consonan non sonoran in italiano in coda in parole prese da altre lingue (es. italiano che invece di dire “stop” dicono “stoppe” aggiungono una vocale sonora o semi sonora, perché è ciò che avviene nella lingua madre). Se una lingua ammee un'occlusiva sorda in coda ammee anche una sonorante (es. inglese). Sillaba → insieme unitario di segmen suddivisi in incipit , nucleo , coda con sonorità : INCIPIT (consonante) < NUCLEO (vocale) > CODA (consonante) Quali pi di sillabe sono ammessi? - Nella lallazione viene prodoo CV (consonante-vocale) - Nei pazien con deficit fonologici viene prodoo CV - In tue le lingue è presente la sillaba CV - In alcune la sola possibile è CV (Hua, Botswana) - In alcune lingue non sono ammesse code (Zulu, Sud Africa) - In altre obbligatorio l’incipit (Ilokano, Filippine) - In altre solo sillabe di po CV e V (Hawaiano) La sillaba ha una struura gerarchica cioè i suoni che compongono una sillaba (aacco, nucleo e coda) non stanno sullo stesso piano. Il nucleo e la coda stanno in relazione tra loro e formano la RIMA (struura sfruata dai poe). Nucleo e coda (=Rima) sono in relazione con l’ incipit . Quando la sillaba ha forma CV, la consonante non é direamente in relazione con la vocale, in quanto la vocale é in relazione con una coda vuota e questa coda vuota insieme alla vocale sono in relazione con l'incipit (la consonante). La sillaba ha quindi una struura gerarchica ma non ricorsiva (= non posso creare una sillaba più complessa). La struura della rima determina il peso sillabico: sillaba è pesante se rima è pesante*. La rima puó contenere solo il nucleo in quanto la coda puó essere vuota. La rima determina proprietà importan della sillaba. La struura gerarchica della rima determina alcuni fenomeni fonologici (sfrua anche in ambito arsco, ad esempio in poesia). Lezione 9 Cap 4 di L'animale Parlante FONOLOGIA pt4 Una lingua è caraerizzata anche da proprietà prosodiche . Prosodia → proprietà acusche di una lingua che dipendono da ritmo e intonazione . Ritmo linguisco Ritmo: occorrenza regolare nel tempo di un evento (accento o peso sillabico). Diverse classi ritmoche di lingue: - A mitragliatrice : italiano (machine gun languages) - A codice Morse : inglese (morse code languages) Ritmo a mitragliatrice : in quanto in italiano la maggior parte delle sillabe sono CV CV CV CV CV CV CV CV Pa ta ta Ri sa na Linguisca Sono state rilevate la frequenza a dei paern di accentuazione nelle parole: Parole tronche : accento sull ’ulma sillaba (16%) - Tronche a due sillabe – paPA - Tronche a tre sillabe – luneDI - Tronche a quaro sillabe: maturiTA Parole piane ( 74%, le più frequen in italiano , infa si dice che l’italiano ha un penulme stress paern): accento sulla penulma sillaba - Piane a due sillabe: Cala - Piane a tre sillabe ciCAla, anCO:ra - Piane a quaro sillabe capiTAno Parole sdrucciole (8% rare): accento sulla terzulma sillaba - Sdrucciole a tre sillabe: ANcora - Sdrucciole a quaro sillabe: anPA:co Parole bisdrucciole (molto rare): accento sulla quartulma sillaba - Bisdrucciole a quaro sillabe: DONdolano Se c’è una parola bisillabica cioè con sillabe da due l’accento cade nella prima Sillaba. Intonazione variazione di ampiezza tonale a livello frasale Come una lingua suona dipende anche dall’intonazione. Es. Maria ha telefonato: - Non contrasvo (significato standard) Linguisca - Contrasvo (“MARIA ha telefonato” – enfazzo il nome) → Il contrasvo si può creare ad esempio facendo variare la frequenza fondamentale che compongono i suoni della parola Maria. Strategia impiegata per comunicare informazioni non direamente codificate dal significato delle parole Nel blu non c’è il significato contrasvo Nel rosso c’è la variazione di frequenza con il significato contrasvo Questa variazione di frequenza è informaca cioè da info aggiunve rispeo al significato delle parole che formano la frase. Ci sono info legate alla variazione di tono della frequenza fondamentale che hanno natura linguisca (po questa dell’ intonazione ) però ci sono anche info di natura non linguisca che non vanno confuse (ad esempio se sono molto triste cambio in tono e do info legate al mio stato emovo rispeo al significato della frase). L'intonazione invece riguarda la codifica del significato linguisco. Linguisca Suoni da sapere: Punto di art Modo di art [p] panca. [p] panca. [b] banca. bilabiali [b] banca. [m] manca. [K] caso. gaso. [n] nave. tare. [t] tare. dare. [d] dare. alveolari [s] sapore sapore. [z] sbaglio. [z] sbaglio. Sonorità NON SONORE SONORE [p] panca. [b] [K] caso. [t] tare. [s] sapore. Linguistica Lezione 10 Cap 5 di L'animale Parlante MORFOLOGIA pt1 La morfologia → studia i processi di formazione delle parole e la loro struura interna . Il linguaggio è una facoltà complessa caraerizzata da un insieme di abilità specifiche modulari . Esistono diverse modalità che caraerizzano il linguaggio : ● Abilità foneche/fonologiche : riguardano la manipolazione dei suoni e come ques vengono rappresenta mentalmente , classifica, prodo e percepi ● Abilità morfologiche : abilità che ci dice come formare nuove parole a parre da altre già esisten e che ci informa sulla struura interna di queste parole ● Abilità sintache : riguardano la combinazione delle parole (a livello di principio abilità sintache e morfologiche comunicano, cioè sono in strea relazione tra di loro; per questo talvolta si parla di abilità morfo-sintache) ● Abilità semanca : permee ai parlan di associare un significato ad una singola parola o ad un’intera frase creata rispeando le regole morfo-sintache ● Abilità pragmaca : riguarda il contesto d’uso del linguaggio, infa permee ai parlan di sapere quando un significato può essere usato in un certo contesto e non in un altro Processo di acquisizione lessicale Quando impariamo il lessico di una lingua impariamo una certa lista di parole (stringhe di suoni) ed il legame che una di queste parole presenta con degli ogge specifici presen nel mondo. Il legame tra la forma di una parola e l’oggeo che essa denota è arbitrario : ad es. stesso oggeo definito in diverse lingue come mela, apple, pomme, Apfel, ect. . Vi sono alcune parole la cui forma ricorda l’oggeo che denotano. Onomatopee, come “miagolare”. C’è comunque molta variabilità interculturale: il cane abbaia, the dog barks, der Hund bellt. Se il legame è arbitrario allora va imparato. Ma ciò vale per tue le parole? Quante delle parole che conosciamo e sappiamo usare competentemente dobbiamo imparare? Quante parole conosciamo dell’italiano? Conosciamo delle forme base e le loro variazioni. Es. cantare, canto, can, canta, cantavo, cancchiare, cantante, cantabile, ecc. Tue le parole che conosciamo sono immagazzinate singolarmente nella nostra mente? Uguale nel nostro lessico mentale, che è un magazzino mentale in cui sono immagazzinate tue le nostre parole. A priori sappiamo che non vengono immagazzinate tue le parole singolarmente nel proprio lessico (perché non sarebbe affao economico). È più economico immagazzinare forme base e delle regole di formazione delle forme ad esse collegate . La regola può essere applicata a più forme. Es. Suon-o, suon-i, suon-avo, suon-abile, suon-ante, ecc. A livello empirico, sappiamo che possiamo inventare nuove parole a parre da parole conosciute ( es. sbriciolacarta ). Tali parole, in quanto nuove non possono essere già presen nel nostro magazzino mentale. Inoltre, conosciamo i meccanismi per formare nuove parole complesse a parre da parole semplici , ma anche da parole non esisten. Es. non conosco la nuova parola “pacio” che descrive un certo oggeo, ma sono in grado di capire che un ipoteco “paciaio” si occupa di vendere paci. Questo perché so che +aio = venditore dell’oggeo denotato dal nome che modifica Ciò suggerisce che nel nostro lessico mentale abbiamo memorizzato forme base e regole per generarne altre ad esse associate . Queste forme base vengono dee LESSEMI ed esse sono memorizzate nel lessico. Argomen per l’ipotesi: abbiamo forme base e regole di formazione di nuove forme - A priori: economia - Empirico: parole nuove composte da altre parole Quan lessemi appartengono al nostro lessico mentale? ( es. Shakespeare ha usato 15.000 lessemi nelle sue opere ). Uno studente liceale statunitense di 17 anni conosce circa 60.000 lessemi. Un bambino di 6 anni conosce 8000 parole. Linguisca Sono numeri alssimi, e questo lavoro viene fao dalla nostra mente senza alcuno sforzo. Le parole sono le più piccole unità linguische che possono essere inserite in una frase . Nelle lingue ci sono parole semplici ( lessemi - es. leere, portare) e complesse ( composte - es. porta+leere, o derivate, come leerato = leer+ato). In queste parole troviamo una forma base che può essere modificata da un’espressione dotata di significato più piccola di una parola. Queste espressioni sono unità minime dotate di significato che non possono essere usate in isolamento , esse sono dee MORFEMI . MorfemI → unità linguische minime dotate di significato che non possono essere usate singolarmente all’interno di una frase. I morfemi possono essere flessivi o derivazionali (ques si dividono in suffissi, prefissi, infissi). Es. di morfema FLESSIVO : -e è un morfema che si applica a una parola (un nome) e ne modifica le informazioni di numero . È un morfema deo flessivo perché non cambia il significato o la categoria sintaca della parola alla quale si applica . Contribuisce però ad alcuni aspe del suo significato. Es. leer -e Es. di morfema DERIVAZIONALE : essi cambiano il significato e/o la categoria sintaca della parola alla quale si applicano. Ques morfemi derivazionali si disnguono in: - Prefissi : inizio parola ( ex- console, in- usuale). Il processo di prefissazione è ricorsivo (può essere applicato al risultato di una sua precedente operazione) es. vivente con-vivente ex-con-vivente - Infissi : all’interno di una parola . Ce ne sono pochi in italiano, sono invece frequen nelle lingue africane. Es. in italiano: cant -icchi -are - Suffissi : alla fine di una parola . Come libr -aio , leer -ato Le parole possono contenere prefissi, infissi e suffissi → es. ex- libr -aio . Conosciamo l’ordine in cui essi si aaccano alle parole: {Ex-con-vive-nte, ma non *con-ex-vive-nte - Prima prefisso: corri, per- corri per-corri-bile, (*corribile) - Prima suffisso: mangi mangia-bile, imm-mangia-bile Lezione 11 Cap 5 di L'animale Parlante MORFOLOGIA pt2 Ci sono due grandi posizioni a livello di teorie linguische : innasta e non innasta . Se le conoscenze linguische sono innate a livello geneco, come facciamo a spiegare le grandi variabilità linguische (per esempio l’ordine SOV, SVO, etc.)? → Per rispondere a questa domanda Chomsky introdusse il conceo di variazione parametrica e la cosiddea teoria dei principi e dei parametri (secondo questa teoria esisterebbero sia dei principi universali che governano l’acquisizione del linguaggio sia delle variazioni parametriche che riguardano ques principi universali). Variazioni parametriche : le lingue possono variare rispeo ad un dato fenomeno relavamente a due valori che un dato parametro può avere. Chomsky i pozza che, nelle varie lingue ci siano parole che svolgono una funzione di selezionatore e parole che svolgono una funzione di selezionato (verbo è un selezionatore e seleziona il suo oggeo, come la preposizione è un selezionatore e seleziona il suo nome). In alcune lingue il selezionato segue il selezionatore ed in altre il selezionatore segue il selezionato (variazione parametrica). Quindi, le lingue in cui la prefissazione è assente sarebbero anche lingue con ordine O-V e N-P. Riprendendo la Derivazione , vi sono lingue in cui : - La suffissazione è molto produva (italiano, inglese) - La prefissazione non esiste (es. turco ) Sembra essere una variazione parametrica, infa le lingue senza prefissazione seguono anche altre regole, come: ordine delle parole in cui oggeo precede verbo e nome precede la preposizione che introduce quel nome. Es. al posto di dire “vedo Maria”(come direi in italiano”, l’ordine è Maria vedo”). Ricordiamo che: Linguisca - La prefissazione non cambia la categoria lessicale della base (es. fortunato, s- fortunato) - La suffissazione , al contrario, può cambiare la categoria lessicale della base (mangia, mangia -bile ) Che natura hanno le regole di derivazione? Esse sono diverse per diverse par del discorso. In generale possiamo dire che hanno tue forma: ● Regola Morfologica (a): a(base)=uscita es. s(fortunato)=sfortunato - entrambi aggevi ● Regola Morfologica (b): b(base)=uscita es. ile(mang)= mangiabile - da verbo a aggevo Ci sono alcune restrizioni sulla loro applicazione: - Fonologiche - Sintache → n+ista: ista si applica ai nomi e non ai verbi (es. bar, bar-ista) v+tore: tore si applica ai verbi (correre, corridore; avere, avetore) - Semanche PAROLE COMPOSTE In italiano abbiamo la possibilità di comporre due parole per formare una parola, nuova composizione: - Porta-borse (V+N) Verbo + Nome { i più comuni - Alto-mare (A+N) Aggevo + Nome - Retro-boega (P+N) Preposizione + Nome - Motore a scoppio (N+P+N) Nome + Preposizione + Nome In italiano Prima la base Poi il modificatore . Il risultato delle parole composte è sempre un nome . Nelle lingue germaniche la composizione di nomi è molto produva N + N (armchair). Nelle lingue germaniche possiamo avere N + N + N non in italiano. Lingue diverse mostrano ordini diversi nella composizione L’ordine rispecchia l’ordine sintaco della modificazione. In italiano , la modificazione aggevale segue il nome (es. un ragazzo intelligente). In italiano, nelle parole, il modificatore segue la base (es. mela verde (fruo), verde mela (colore, capostazione). In inglese , il modificatore precede il nome (es. an intelligent guy). In inglese, nelle parole composte, il modificatore precede la base (apple pie = torta di mele, pie apple = mela da torta di mele, staonmaster). In tedesco , un’altra lingua germanica, valgono le stesse regole dell’inglese (Glaswein = bicchiere di vino, Weinglas = bicchiere da vino). In generale nelle lingue germaniche il modificatore precede la base. Kitchen towel rack, combino le parole “cucina”, “strofinaccio”, “appendino”. Parole composte possono essere ambigue. Diverse struure sono associate a diversi significa. - [[Kitchen towel] rack] = appendino per [strofinaccio da cucina] - [Kitchen [towel rack] = [appendino per strofinaccio] da cucina → Diverse struure sono quindi associate a diverse forme prosodiche (non ci si confonde tra significa perché il parlante chiarisce il significato meendo in evidenza, tramite accentuazione, una determinata parola). Spesso ci confondiamo su come scrivere le parole composte: Es. portaleere, porta-leere, porta leere? Questa indecisione ci fa dubitare che in realtà con la composizione samo creando una parola nuova (non siamo sicuri che esista già quella parola composta). Come si scrive una parola dipende da regole ortografiche di natura prescriva – non riguarda la conoscenza della lingua, che è implicita, il dubbio riguarda la natura prescriva del saper leggere e scrivere, che apprendiamo in modo esplicito. Ciò implica una mancanza di intuizione naturale, un giudizio implicito su come comportarsi. Per risolvere il dubbio, possiamo affidarci alle nostre conoscenze linguische. Possiamo anche fare un “test”, ricordando che: la parola è il più piccolo elemento che può essere inserito in una frase all’interno della quale non possiamo inserire altri elemen. Es. Bravo portaleere *porta bravo leere, quindi portaleere è una parola sola, non due, indipendentemente da come lo scriviamo. Le parole che prima abbiamo definito “semplici”, in realtà non lo sono. Linguisca Lezione 12 Cap 1 di Introduzione alla Sintassi INTRODUZIONE AI COSTITUENTI Linguaggio come organo? Se il linguaggio è simile a una funzione organica, allora ci aspeamo che abbia una componente innata e non derivi solo e unicamente dall’esperienza. Quale natura hanno le regole grammacali ? Se derivano dall’esperienza e sono un prodoo socioculturale allora d ovremmo trovare regole basate sull’ordine lineare delle parole. Quali regole determinano il significato di un pronome ? (1) Luca i è intelligente. Lui i ha anche studiato molto Nella prima frase è presente un nome, nella seconda frase invece c’è un pronome. I pronomi sono espressioni che di per sé non hanno significato, ma ricevono il significato da un’espressione precedentemente introdoa nel discorso , si dice che il significato del pronome è anaforico (ereditato da un’espressione precedentemente introdoa in modo esplicito o implicito). L’indice “ i ” in basso indica le parole che condividono il significato, devono condividere dei tra: numero, genere, persona. (ricordiamo che l’informazione di genere è grammacale, non semanco/biologico) Natura delle regole del linguaggio → cosa si intende per regola? Non ci riferiamo a regole prescrive , Es: - Non si può dire “a me mi piace” - Nell’antecedente di un enunciato ipoteco controfauale bisogna meere un verbo al modo congiunvo, e nel conseguente al modo condizionale - I nomi propri non devono essere precedu da un arcolo Derivano da istruzioni esplicite che riceviamo (ad esempio durante il nostro percorso scolasco). Le regole del linguaggio sono invece determinate da come noi siamo fa, dipendono dalla struura del nostro cervello. Sono regole implicitamente conosciute dai parlan , non ce le sappiamo spiegare in modo esplicito. (1) Un cane morde il bambino → Repuamo questa sequenza di parole acceabile La frase è composta da: il | cane | morde | il bambino Se abbiniamo queste parole in un ordine diverso da quello della frase originale, ad Es: (2) Un bambino morde il cane → La frase ci appare insolita ma è acceabile (3) * Un morde bambino cane il → In questo terzo caso intuiamo che la frase è agrammacale Il simbolo * indica non grammacalità Se pensiamo alle parole come maoncini, possiamo creare infinite combinazioni, non tue però possono formare struure ben formate. Esempio di maoncini: bambino, cane, ragazzi, donne, monopano | mord-, insegu-, ved-, am- | - e, -ono, -a, -ano Il simbolo # indica un’anomalia semanca 4) * Insegu e ved ono cane il i ragazzi 5) * Il bambino ono vede una donna. 6) # Il monopano mord e un bambino 7) * Il cane mord ono il bambino Grammaca → filtro delle combinazioni di elemen primivi (ques elemen sono le parole) Come si imparano le regole? Potremmo ipozzare che: - Si basi sull’input linguisco a cui è esposto - Cerchi di desumere da quell’input delle regolarità - Formuli delle ipotesi sulle possibili regole - Produca delle frasi oenute applicando le regole ipozzate - Se la frase prodoa è correa, avrà un riscontro posivo Linguisca - Se la frase prodoa è sbagliata, avrà un riscontro negavo, e ricomincerà a formulare nuove ipotesi da testare In realtà, però, il bambino non riceve istruzioni esplicite quando impara la propria lingua . → Modello del comportamensmo verbale ( Skinner , 1957): il meccanismo per apprendere il linguaggio è lo stesso usato per apprendere a giocare a scacchi, a fare calcoli , ecc. È un meccanismo del rinforzo casuale dell’associazione tra smolo e risposta . I bambini ricevono un rinforzo posivo per frasi/parole corree (segni di approvazione), negavo per frasi/parole non corree (segni di disapprovazione). Il comportamensmo verbale non può essere correo, perché il bambino produce frasi che non ha mai sento, e per cui quindi non ha mai ricevuto un rinforzo. I genitori, inoltre, sono interessa al contenuto e non alla forma, quindi non danno un feedback negavo. Anche quando i bambini ricevono feedback negavo, ciò non influenza la produzione linguisca del bambino. La coreferenza pronominale: (1) Charlie Brown dice che lui è stanco (più interpretazioni possibili) Chi è “lui”? Ossia, chi è stanco? (A) Charlie Brown dice di sé stesso di essere stanco oppure (B) Charlie Brown dice di un altro individuo che quell’individuo è stanco (2) Charlie Brown dice che (pro lui ) è stanco Nel caso in cui (1) ha il significato riportato in (A) si parla di coreferenza pronominale , ossia il pronome lui ha lo stesso riferimento (=coreferenza) di un altro sintagma nominale (Charlie Brown) nella stessa frase . Nel caso in cui (1) ha il significato riportato in (B) si parla di riferimento disgiunto , ossia il pronome lui ha un riferimento differente da un altro sintagma nominale (Charlie Brown) nella stessa frase . 1) Charlie Brown dice che lui è stanco. → lui non può essere Charlie in quanto “che lui è stanco” non conene il nome-costuente. Confronamo ora (1) con (2) (2) Lui dice che Charlie Brown è stanco. Chi è lui? Chi dice che Charlie Brown è stanco? Lui può riferirsi solo e unicamente a un altro individuo, e non può riferirsi a Charlie Brown stesso. La frase in (2) non può voler dire «Charlie Brown dice di se stesso di essere stanco». Nella frase in (2) non ci può essere lo stesso riferimento tra il pronome lui e il nome Charlie Brown . Quale regola dice quando un pronome può avere lo stesso riferimento di un nome? * Siccome un pronome sta al posto di un nome, deve prima esserci il nome perché il pronome possa co-riferirsi → Regola SBAGLIATA! Quindi questa regola che si basa sull’ordine lineare delle parole non funziona. Di seguito degli esempi: (3) Quando lui è stanco, Charlie Brown ha mal di testa – riferimento con giunto (4) Quando Charlie Brown è stanco, lui non gli rivolge la parola – riferimento di sgiunto → Occorre idenficare una struura gerarchica per decidere quando un pronome ed un nome hanno lo stesso riferimento. I costuen sono delle sequenze che formano delle unità naturali di parole (sono dei gruppe di parole), sono le unità gerarchiche di base di una frase . Possiamo idenficare i costuen araverso delle operazioni sintache. Applichiamo una trasformazione ad un gruppo di parole in una frase: se il risultato della trasformazione è una frase grammacale, allora quel gruppo di parole è un costuente. Frase scissa → verbo essere + sequenza fuori posto (costuente) + che + frase senza la sequenza fuori posto Linguisca La frase scissa come TEST DI COSTITUENZA 5) Lucy dice che tu vincerai la difficile gara 5’) È Lucy che _ dice che tu vincerai la gara 5’’) È la difficile gara che Lucy dice che tu vincerai _ 5’’’) È che tu vincerai la difficile gara che Lucy dice _ 5’’’’) È dice che tu che Lucy_ vincerai la gara dice che tu non forma un gruppo naturale di parole, infa la frase scissa è agrammacale. Sono i costuen, gruppi naturali di parole, superano il test della frase scissa. Il costuente più grande di tu è la frase stessa , visto che essa è senza dubbio un gruppo di parole che forma un’unità naturale. I costuen possono essere forma anche solo da una parola (come “Lucy”) . 4i) Snoopy guarda lui [lui non può essere Snoopy stesso] ← riferimento quindi disgiunto 4ii) È lui che Snoopy guarda_ 4iii) È Snoopy che_ guarda lui → Il costuente più piccolo che conene il pronome è il pronome stesso e la frase intera 3i) Lui guarda Snoopy [lui non può essere Snoopy stesso] ← riferimento quindi disgiunto 3ii) È Snoopy che lui guarda_ 3iii) È lui _ che guarda Snoopy → Il costuente più piccolo che conene il pronome è il pronome stesso e la frase intera 4a) Snoopy guarda il tramonto con lui [lui non può essere Snoopy stesso] 4ai) * E’ lui che Snoopy guarda il tramonto con [lui non è quindi un costuente] 4aii) E’ con lui che Snoopy guarda il tramonto_ (1) Charlie Brown dice che lui è stanco. [lui può essere Charlie Brown ] (1a) * E’ lui è che Charlie Brown dice che ___ stanco. (1b) * E’ lui è stanco che Charlie Brown dice che ___. (1c) * E’ che lui che Charlie Brown dice __ è stanco. (1d) * E’ che lui è che Charlie Brown dice __ stanco. (1e) E’ che lui è stanco che Charlie Brown dice __. ← unico costuente che funziona * Quale regola dice quando un pronome può avere lo stesso riferimento di un nome? Non funziona la regola lineare (= siccome un pronome sta al posto di un nome, deve prima esserci il nome perché il pronome possa co-riferirsi). Ipotesi Quando il più piccolo costuente che conene il pronome NON conene il nome, il pronome può riferirsi alla stessa persona a cui si riferisce il nome. Quando il più piccolo costuente che conene il pronome conene il nome, il pronome NON può riferirsi alla stessa persona a cui si riferisce il nome. Linguisca Studi sulla scelta delle voci degli agen conversazionali Il 70% delle voci è femminili, si è riusci ad oenere voci gender free, ma vengono preferite le voci femminili . Mol bias che riguardano le discriminazioni tra esseri umani si ripercuotono nelle relazioni tra esseri umani ed agen conversazionali. La tassonomia : come vengono classifica gli agen conversazionali • Spoken dialogue systems vs Non-spoken dialogue systems La voce influenza la percezione da parte dell’utente. • System iniave CA vs User iniave CA • Goal oriented CA vs General conversaon holder • Open domain Conversaonal Agent vs Closed domain Conversaonal Agent • Long conversaon holder vs Short conversaon holder • Embodied CA vs Non-embodied CA • Retrieval based model vs Generave model Retrieval based model : data l’intenzione dell’utente restuiscono la frase di output (che è già pre-impostata). Ad una frase di input sono associate più frasi di output in modo da far risultare la conversazione più naturale e meno roboca. Generave model : la risposta che viene data viene generata sul momento . I primi vengono preferi perché la tecnologia non è ancora pronta a sistemi generavi che possono essere lancia sul mercato e le risposte date in maniera generava non hanno un controllo, una fase in cui un essere umano controlla che quello che viene deo sia correo o no. • With semanc memory vs With episodic memory Con l’interfaccia conversazionale è molto più difficile soddisfare le richieste dell’utente perché, rispeo ad un’interfaccia web, quando ne abbiamo una conversazionale, possiamo direamente scrivere noi i messaggi (le opzioni le decidiamo noi). Ciclo di Kolbe : modello esperienziale a 4 fasi Nella prima si vive l’esperienza, poi c’è una fase di riflessione, una di conceualizzazione (si riceve il feed) ed un ulma di applicazione (nel caso in cui si è fao bene il sistema smola a pensare ad una situazione di tu i giorni in cui si prova quella emozione). Linguisca Lezione 13 Cap 1 e 2 di Introduzione alla Sintassi COSTITUENTI E SINTAGMI → TEST DI COSTITUENZA ★ Il Test della frase scissa ci dice quando una sequenza di parole contenuta in una frase è un costuente ma non è risoluvo per capire quando non lo è. Può essere quindi necessario applicare più di un test. ★ Test della proforma , se è possibile sostuire un gruppo di parole con un pronome Es. Snoopy vuole cucinare una friata → Snoopy la vuole cucinare ★ Test di enunciabilità in isolamento , se un gruppo di parole può essere pronunciato in isolamento (ad esempio, nella risposta ad una domanda). Es. (1) Snoopy vuole andare a Parigi in bici con il compagno di corso; (D1) Dove vuole andare in bici Snoopy? A Parigi. (D2) Con chi vuole andare a Parigi in bici Snoopy? Con il compagno di corso ★ Test di non inseribilità , se un gruppo di parole è un costuente (generalmente) non possiamo inserire un costuente al suo interno. Es. Snoopy vuole andare a Parigi in bici con il compagno di corso domani; *Snoopy vuole andare a Parigi in domani bici con il compagno di corso. ★ Test della coordinazione , solo gruppi di parole che formano costuen possono essere coordina ad esempio con la congiunzione “e” oppure con la disgiunzione “o” . Es. Snoopy vuole andare a Parigi in bici o in deltaplano. N.B. Si possono coordinare solo costuen dello stesso po Es. Snoopy vuole andare a Parigi in bici con il compagno di corso domani; *Snoopy vuole andare in bici o domani. Nella nostra grammaca mentale noi sappiamo disnguere fra ciò che è un costuente e ciò che non lo è . Sappiamo anche dividere i costuen in diverse pologie (i sintagmi nominali, quelli preposizionali, quelli aggevali ecc.) e li combiniamo secondo cer schemi che fissano la loro compabilità reciproca. ★ Test dell’ elissi , solo gruppi di parole che formano costuen possono essere omessi. Es. Snoopy will go to Rome and lucy will go to Rome too; Snoopy will go to Rome and lucy will ___ too. Snoopy vorrebbe andare a Parigi ma forse non vorrebbe __ (andare a Parigi) Frase: Snoopy vuole cucinare una friata Frase scissa: è una friata che Snoopy vuole cucinare_ Può capitare che il test della frase scissa fallisca , anche quando si traa di un costuente, → allora applichiamo il Test della proforma Test della proforma: sostuire il gruppo di parole che pensiamo formi un costuente con un pronome (es. pronome clico). Il pronome può occorrere dopo il verbo. “Snoopy vuole cucinare una friata ” [cucinare [una friata]] è un costuente complesso, che pronome potrebbe sostuire questo costuente? Test della proforma: Snoopy vuole cucinar la Snoopy la vuole cucinare *Snoopy la vuole cucinare una → suggerisce che il costuente che conene “friata” deve includere anche “una” Linguisca Es2. Snoopy vuole andare a Roma in bici Test della proforma: Snoopy vuole andar ci in bici 1. Snoopy lo vuole 2. Anche Linus dice di voler lo (fare) → “farlo” può sostuire un costuente in cui è presente un verbo. Per alcuni costuen non ci sono pronomi in italiano con cui poterli sostuire (ad esempio le espressioni temporali, che invece in inglese si possono sostuire). Se un gruppo di parole è un costuente può essere pronunciato in isolamento. Per esempio, come risposta a una domanda. 1. Snoopy vuole andare a Parigi con il compagno di corso 2. Dove vuole andare in bici Snoopy? A Parigi → rispondo con un costuente estrao dalla frase 1 1. Con chi vuole andare a Parigi Snoopy? Con il compagno di corso → costuente nella frase di partenza Test di inseribilità (ci dice cosa NON possiamo fare con un costuente): se un gruppo di parole è un costuente, non possiamo inserire un costuente al suo interno. 1. Snoopy vuole andare a Parigi in bici con il compagno di corso domani 2. * Snoopy vuole andare in domani bici con il compagno di corso → non acceabile Solo i gruppi di parole che formano costuen possono essere coordina, per esempio araverso la congiunzione (“e”) o la disgiunzione (“o”). 1. Snoopy vuole andare a Parigi in bici o in deltaplano 1. Snoopy vuole andare a Parigi e a Roma in bici Nella nostra grammaca mentale noi sappiamo disnguere tra ciò che è un costuente e ciò che non lo è . Sappiamo anche dividere i costuen in diverse pologie (i sintagmi nominali, quelli preposizionali, quelli aggevali, ecc.) e li combiniamo secondo cer schemi che fissano la loro compabilità reciproca. Test dell’elisione solo i gruppi di parole che formano costuen possono essere omessi. 1. Snoopy will go to Rome and Lucy will go to Rome too 2. Snoopy will go to Rome and Lucy will_ too 1. Snoopy vorrebbe andare a Parigi ma forse non vorrebbe andare a Parigi 2. Snoopy vorrebbe andare a Parigi ma forse non vorrebbe_ (andare a Parigi) È più economico pronunciare meno parole, eliderle, invece di usarne di più per esprimere un conceo con più parole del necessario. Ora cerchiamo di definire i confini dei costuen. Cominciamo con i costuen verbali (= Il costuente che si raccoglie aorno al verbo ) 1. Snoopy vuole cucinare una friata “Cucinare una friata” → costuente Ma “vuole” può appartenere al costuente? Per capirlo possiamo applicare i test di costuenza vis. Test della proforma: 1. Snoopy vuole cucinare una friata e anche Linus dice di volerlo (fare) 2. *Snoopy vuole cucinare una friata e anche Linus dice di lo (fare) … vuole non è parte del gruppo di parole che si raccoglie intorno al verbo 1. Snoopy will cook an omelee 2. *Snoopy will cook an omelee and Linus do it too → non funziona 3. Snoopy will cook an omelee and Linus will do it too Linguisca gruppo di parole (sintagma) deo specificatore. Nel nostro esempio la testa del V' è un verbo transivo che codifica informazioni che riguardano il "chi fa cosa", lo specificatore codifica le informazioni del "chi" (è il verbo che lo richiede) quindi è un NP. NP e V' entrando in relazione, generando un oggeo VP, che è sempre un verbo, che però non richiede altre combinazioni ed è deo proiezione massimale del sintagma (testa Vtr. + complemento NP o DP = V' + specificatore NP o DP = VP / testa Vintr. + complemento = V' + specificatore NP). Gli aggiun non modificano le proprietà combinatorie dell'oggeo con cui si combinano ecco perché quando si combina con l'oggeo V' (sempre nel nostro esempio) genera un altro oggeo V'. Quando poi si combina con l'oggeo specificatore, genera la proiezione massimale dell'oggeo VP. Nella testa c’è solo una parola , nel complemento invece due , quindi il complemento non è un elemento lessicale, ma è un raggruppamento di parole (ovvero, è a sua volta un sintagma). Ci sono delle posizioni relazionali: [ testa + complemento ] in relazione con eventuali aggiun (il numero di aggiun è potenzialmente infinito), lo specificatore (ad es. “tu”) si posiziona a sinistra della testa. La presenza di un "aggiunto" è opzionale, al contrario del "complemento" che è obbligatorio anche se può o meno essere riempito con materiale lessicale. Gli aggiun sono opzionali e iterabili (ripebili) , il complemento non è iterabile . Questa struura è un universale linguisco che dipende dal sistema combinatorio che fa parte del nostro patrimonio geneco . Dobbiamo dimostrare che tu i sintagmi si adeguano a questo schema e che ciò è rintracciabile in tue le lingue parlate nel mondo . Linguisca Sia il complemento che l’aggiunto presi singolarmente sono dei costuen (in quanto si traa di un gruppo di parole rappresentato infa come triangolo). anche loro hanno una struura sintagmaca e vanno traa come tu i sintagmi. → NP Sintagma NOMINALE N = TESTA , è un nome ( fondazione ) Se il nome di N deriva da un verbo transivo allora è deo nome relazionale . La sua relazione finisce nel complemento del nome N’ . Fondazione è un nome relazionale: denota un evento che ha un agente che fonda e qualcosa che viene fondato (significa: Fondare Roma vicino al Tevere). Quando un nome deriva da un verbo relazionale può avere un complemento: fotografia, studente, etc. ➢ Se il nome non è un nome relazionale allora lascio la struura del complemento vuota (senza materiale sintaco), non scrivo niente. NB. → I nomi propri non sono relazionali e difficilmente hanno un aggiunto (a meno di non avere nomi indiani o di usare l'aggiunto per disnguere due persone con lo stesso nome). I nomi di ogge, es. sedia, possono avere un aggiunto. N’ = COMPLEMENTO del nome ( di Roma ), è la proiezione intermedia della struura. Vale quando i nomi in N sono relazionali. Ad esempio, “ fondazione ” (verbo transivo) ha bisogno di un complemento per avere un significato. La parte “ di Roma ” nel sintagma “ la fondazione di Roma” diventa complemento del nome fondazione. NP è la proiezione massimale che comprende N ed N’ a cui viene aggiunto uno specificatore se presente (es. arcolo la ). >AGGIUNTO O COMPLEMENTO? Linguisca 1. Il concerto di Maria – aggiunto 2. La fondazione di Roma – complemento . Fondazione è un nome relazionale: denota un evento che ha un agente che fonda e qualcosa che viene fondato. “fondare Roma vicino al Tevere (è stata un’oma idea)”. Quando un nome deriva da un verbo relazionale può prendere un complemento lessicale: fotografia, studente, ecc. Ho ascoltato tre registrazioni di Jacob Collier Ne ho ascoltate tre ___ Ho ascoltato tre registrazioni di Jacob Collier Ne ho ascoltate tre ___ di Jacob Collier Il pronome “ NE ” nelle due frasi può sostuire due costuen diversi ovvero: N’ struura intermedia del sintagma nominale. N solo la testa del sintagma. Linguisca - Un nome NP (noun phrase). - Un arcolo DP (derivaonal phrase). Infa, della viene scomposto in di + la e vengono applicate le stesse regole. Linguisca > AMBIGUITÀ E STRUTTURA SINTATTICA Le frasi non sono formate da parole messe semplicemente le une in fila alle altre: → le parole occorrono in raggruppamen Eseguiamo operazioni sintache (test di costuenza) su gruppi di parole. Possiamo usare tali operazioni per individuare gruppi naturali di parole (costuen). Es. Applichiamo il Test della frase scissa: 1. “E’ il ladro con la modo che il polizioo ha inseguito_” → Quindi il ladro con la moto è un costuente unico 2. “E’ con la moto che il polizioo ha inseguito il ladro_” 3. “E’ il ladro che il polizioo ha inseguito_ con la moto” Negli esempi 2 e 3 il ladro e con la moto sono costuen disn . → Si deduce che il significato dipende dalla struura Frase ambigua : a seconda del suo significato, cambia la struura sintagmaca . Le ambiguità possono essere struurali (es. la studentessa della bicocca) ma anche lessicali (es. porta) ma anche combinate (es. la vecchia porta la sbarra; 1 una vecchia porta una sbarra; oppure una vecchia porta, sbarra il passaggio a qualcuno). Linguisca La modifica dell’aggiunto PP va nella zona di proiezione intermedia adiacente alla modifica: Linguisca ● Gianni è argomento del verbo ed ha il ruolo temaco di agente : denota la persona/cosa che da inizio all‘azione descria dal verbo Es2. Verbi Transivi → Sbucciare: 2 argomen Gianni sbuccia una mela *Gianni sbuccia una mela una banana ● Gianni è argomento del verbo ed ha il ruolo temaco di agente; ● Una mela è argomento del verbo ed ha il ruolo temaco di tema : denota la persona/cosa che viene coinvolta/modificata dall‘azione descria dal verbo Es2. Verbi Ditransivi → Dare: 3 argomen Gianni ha dato una leera a Maria *Gianni ha dato una leera *Gianni ha dato a Maria CRITERIO TEMATICO ➔ A ogni argomento deve essere assegnato uno e un solo ruolo temaco ➔ Ogni ruolo temaco deve essere assegnato ad uno e un solo argomento ➔ Due ruoli temaci non possono essere assegna a tre argomen Sbucciare : <agente 1 , tema 2 > 1) *Gianni 1 sbuccia( 1-2 ) una mela 2 una patata?? ➔ Due ruoli temaci non possono essere assegna ad un solo argomento Sbucciare : <agente 1 , tema 2 > 2) *Gianni 1 sbuccia( 1-2 ) Gianni 1 ascolta la musica jazz 2 di noe/alla radio/bevendo un marni Gli aggiun sono facoltavi e possono occorrere in numero potenzialmente infinito. Gli aggiun non ricevono ruolo temaco . COME IL VERBO ASSEGNA I RUOLI TEMATICI? Configurazione struurale tra assegnatore ( verbo ) e categoria cui viene assegnato il ruolo temaco. DIVORARE : <agente 1 , tema 2 > Il criterio è il seguente: Assegnatore e Categoria a cui viene assegnato il ruolo temaco sono nodi fratelli . Es. DIVORARE : <agente 1 , tema 2 > → Il verbo "divorare" assegna il ruolo temaco di tema 2 a "un gelato". I due nodi sono fratelli. Il ruolo di agente 1 è assegnato da V', ovvero da verbo+complemento . C'è quindi un legame di fratellanza tra agente e assegnatario che è V'. REALIZZAZIONE CATEGORIALE CANONICA Il posno 1 ha dato un libro 2 allo studente 3 Agente Tema Fine DP/NP DP/NP PP Linguisca Oltre ai verbi, anche nomi/pronomi e preposizioni hanno o possono assegnare ruoli temaci . Es. NOMI —> Il saccheggio( 1-2 ) dei barbari 1 della cià 2 Agente Tema Es. PREPOSIZIONI → a: A( 1 ) Roma 1 Locus ESPLETIVI In inglese Seems : <tema_proposizionale> Un solo argomento da ricevere Un solo ruolo temaco da assegnare 1) It seems( 1 ) that the moon is round 1 ?? tema_proposizionale It non riceve ruolo temaco. È un segnaposto sintaco: ogni frase ha bisogno di un soggeo sintaco. In inglese In Italiano i pronomi possono rimanere inespressi; questo vale anche per il pronome esplevo 1) ( pro expl ) sembra( 1 ) che la luna sia rotonda 1 pro = pronome nullo in frasi temporalizzate PRO = pronome nullo in frasi non temporalizzate pro expl = pronome nullo esplevo Linguisca → AP Sintagma AGGETTIVALE Nel sintagma aggevale, l a testa è un aggevo . Gli aggevi sono un po' come i verbi, quando relazionali, ovvero derivan da un verbo transivo, chiedono necessariamente il complemento (i nomi invece possono avere il complemento). Tuavia la disnzione tra gli aggevi relazionali e non relazionali, non è così nea come per i verbi. Nel caso degli aggevi ci sono sintagmi aggevali che fanno le teste che in caso di aggiunte come molto in molto bello o molto invidioso molto diventa un aggiunto. Linguisca > SOGGETTO La definizione contenusca che "il soggeo è colui che compie l’azione" è sbagliata (es. Gianni è stato spinto da Piero → il soggeo subisce l’azione). La definizione correa è quella distribuzionale ovvero: → Il soggeo è colui che occupa lo specificatore di IP o NP (Ciò che occupa spec-IP) . In una frase come “la sua crica di Gianni” sua va come specificatore dell’NP. Nelle frasi passive nella posizione di spec (dove va il soggeo) viene messo il complemento oggeo. Linguisca > MORFEMA FLESSIVO AVA è un morfema debole e non può stare da solo per questo si spostano anche guard e charlie brown (anche i pronomi clici non possono stare da soli come: guardar- lo ). La morfologia flessiva è l’ulmo elemento che appare durante la costruzione di un verbo. Ad esempio, il verbo guardava è composto da: Guarda - → lessema (VP) v- → parte non contestuale che indica il tempo (in questo caso passato imperfeo). a → parte contestuale che indica numero e persona (3° pers. singolare). Proprio perché i morfemi flessivi non possono stare soli, il lessema (VP) si sposta per dare il tempo verbale. Il nome NP si sposta perché la frase deve sempre avere un soggeo e anche perché l’arcolo DP , specificatore del NP, determina i valori di accordo di flessione contestuale del verbo donando il numero e la persona alla testa di IP. Tuo questo movimento accade quando NON c’è l’ausiliare; altrimen abbiamo il verbo al presente. Linguisca Struttura sintagmatica della frase: IP Gli studenti vedevano lo spettacolo Vedevano = ved-(e)-vano * {morfema fessivo | vocale tematica del paradigma Messivo VP De i — |A - I DI Gli studenti vede- lo lina) Ì IP Gli studenti vedevano lo spettacolo Vedevano = vede-vano r ignoriamo il ruolo della vocale tematica VP 1 DP ——, |A ! v >: I | I io Gli studenti —vede- lo -_ spettacolo IP Gli studenti vedevano tutti lo spettacolo Wedevano = vede-vano r Lezione 17 Cap 2 di Introduzione alla Sintassi SINTAGMI pt4 → CP Sintagma DEL COMPLEMENTATORE (1) Gianni ha deo la verità (2) Gianni ha deo che Maria ha chiamato In frasi complesse , come in (2) e composte dobbiamo inserire un nuovo strumento CP (Complemental phrase) è un sintagma funzionale, può essere ule per le : ● Frasi complesse (che, di) composte da più frasi La nostra competenza linguisca è perfea (a meno che un qualche disturbo linguisco non abbia impaato il nostro sviluppo), ma la nostra performance linguisca non lo è sempre. Nelle frasi come (2), la frase incassata svolge il ruolo di complemento del verbo , infa “ che Maria ha chiamato ” è complemento di “dire”. Tra la frase principale e quella incassata, abbiamo una parola dea “ complementatore ” che rende la frase incassata adaa a essere un complemento, serve a dare alla frase delle proprietà combinatorie che permeono di farla diventare complemento di un verbo. Linguisca Verbi di credenza o di aeggiamento proposizionale : (ad es. credere) descrivono un aeggiamento che qualcuno ha nei confron di un pensiero. Ulizzare il tempo indicavo implica ciò di cui si parla è oggevamente reale, il congiunvo, invece, implica che ciò di cui si parla è vero solo per chi in quel momento sta affermando una certa cosa. ● Frasi interrogave . Per fare una frase interrogava abbiamo bisogno di spostare gli ausiliari in inglese. Nella frase soo possiamo vedere che per spostare John dobbiamo spostare anche Will e per poterlo fare serve una struura che lo accolga, in questo caso CP. Le frasi interrogave possono essere: - semplici (yes-no) → avvengono solo tramite lo spostamento di will da IP a CP . John will read the newspaper aer breakfast John FUT leggere il giornale dopo colazione "John leggerà il giornale dopo colazione" In INGLESE , nelle interrogave diree inglesi abbiamo inversione SOGG-AUX . - WH (when, what, why, ecc) → dove muoviamo un intero sintagma (come “at what me” nella frase 2). In questo caso sposamo l’intero PP e lo inseriamo come specificatore di CP. Quando la testa di C è occupata, non c’è inversione (es. Gianni will ask whether Maria has called – “ whether ” occupa la testa di C). Linguisca Quindi, nei sintagmi interrogavi in inglese : - Se c’è inversione, l’ausiliare va sempre nella testa di C - Se c’è l’elemento WH, l’ausiliare va nello specificatore di CP Gli aggiun temporali (che siano frasi affermave o interrogave non importa) sono aggiun di IP , non di VP o V’, perché nel VP si codifica l’informazione del “chi fa che cosa”, quindi un’informazione temporale non può farne parte. Poiché un modificatore temporale modifica una proprietà temporale, e il tempo viene introdoo in IP, il modificatore temporale deve essere un aggiunto di IP e non VP. Linguisca i, i Comincio a costruire Ricostrulsco le | l'albero partendo dalla tracce eventuale traccia dell dell'elemento WH MO e del verbo | Considero eventuali | aggiunti v n | ta Pa | v I sassi Chi insegu+ivano t, con le auto de + la polizia? n DO vol P_DONO P D_N 3 4 | Aggiunti? | Aggiunto o Di cosa? complemento di Qi “auto” ? Comincio a costruire! i l'albero partendo dalla eventuale traccia del verbo e dal suo complemento oF-° 7 Costruisco la frase Ricostruisco le interrogativa tracce dei Complementando movimenti IP sotto CP —__ | | È ' n ' v R » | presi. AIUTI Chi insegu+ivano la polizia? Chi insegu+ivano 1, con le D vo DN D_vO I P_D Lezione 18 Cap 2 di Introduzione alla Sintassi PRINCIPI E PARAMETRI Ogni frase deve avere un soggeo , il soggeo può essere: soggeo esplicito o soggeo nullo (è sonteso, è un pronome inespresso, chiamato pro piccolo nullo ). Anche nei casi in cui il soggeo è sonteso, è comunque presente, infa, la morfologia flessiva del verbo deriva dalle proprietà del soggeo (anche se non viene espresso ad alta voce). Quando in inglese (o francese, ecc) un soggeo esplicito non è presente, inseriamo un segnaposto sintaco per obbedire alla richiesta che ogni frase abbia un soggeo esplicito. Il pro piccolo in italiano permee la costruzione in cui il soggeo è post verbale (5), la costruzione in cui il soggeo appare assente (4, 10) e le frasi in cui il pro piccolo sostuisce la traccia di un elemento interrogavo, come “chi” (6). VARIABILITÀ LINGUISTICA Quando in inglese (e in francese) un soggeo esplicito non è presente , inseriamo un segnaposto sintaco per obbedire alla richiesta che ogni frase abbia un soggeo esplicito. C’è una regola universale , comune a tue le grammache, ovvero → “ il soggeo deve essere sempre presente ”, e poi ci sono delle variazioni parametriche linguische, ad es. soggeo espresso o inespresso . Tali differenze divengono comprensibili se assumiamo un sistema grammacale composto da principi e parametri . Principio : ogni frase deve avere un soggeo Parametro : una lingua può essere A) Una lingua dove il soggeo deve essere necessariamente espresso (inglese e francese) B) Una lingua dove il soggeo può rimanere inespresso (italiano) C) In italiano il soggeo può essere post-verbale D) In inglese (e in francese) il soggeo deve essere preverbale La variabilità linguisca può essere quindi essere rappresentata da una serie di principi universali e da un gruppo di possibili variazioni parametriche rispeo a tali principi. Le variazioni parametriche sono in grado di rendere le lingue molto differen tra di loro, ma guardando i principi e i parametri, tue le lingue sono uguali. Il bambino sa a priori che deve produrre frasi con un soggeo, ad esempio, e, influenzato dal contesto capirà se il soggeo va necessariamente espresso o può essere omesso. In italiano abbiamo la situazione di trovare Soggeo Verbo Oggeo in altre lingue come il Giapponese questo ordine è inverto Soggeo Oggeo verbo. Queste lingue variano nella struura degli alberi, varia l’ordine tra testa e complemento. Queste disnzioni vengono definite disnzioni parametriche in quanto si hanno delle variazioni dei parametri nonostante i principi universali linguisci rimangano inta : Nel giapponese il complemento precede la testa | In italiano il complemento segue la testa Ciò che non varia in entrambe le lingue è lo specificatore , per passare da una struura SVO (italiana) ad una SOV (giapponese) basta inverre la struura dell’albero. Sx italiano dx giappo. Linguisca La frase dea da Lucy in due diversi modo, ha significato ambiguo (pro & PRO) pro piccolo = pronome nullo nelle frasi temporalizzate PRO grande = pronome nullo nelle frasi non temporalizzate 1. Paolo ha mangiato una torta 2. (pro) ha mangiato una torta 3. Paolo dice che lui ha mangiato una torta 4. Paolo dice che (pro) ha mangiato una torta 5. Paolo crede che lui abbia scrio un buon tema 6. Paolo crede che (pro) abbia scrio un buon tema 7. Paolo dice di (PRO) aver mangiato una torta 8. Paolo dice di (PRO) odiare Maria 9. Eva crede di (PRO) aver scrio un buon tema Il soggeo della prima frase viene definito “controllore” di PRO. Nella frase 7 Paolo controlla e da soggeo e genere a PRO. Linguaggio come organo? Se il linguaggio è simile a una funzione organica, allora ci aspeeremmo che tu gli individui condividano la stessa lingua , come tu gli individui camminano nello stesso modo. www.ethnologue.com 7117 lingue parlate nel mondo (dato del 2020) Conciliare variabilità ed innasmo Inizio 1900, sviluppo dell’ etnolinguisca : interesse per il rapporto lingua-cultura . Negli anni ‘60, sviluppo dell’approccio pologico allo studio delle lingue: interesse alle regolarità tra lingue. Si osservarono (non si spiegano) le prime regolarità tra lingue storicamente non in relazione. Greenberg (anni ‘60): Studio sull’ordine delle parole Variabilità ed innasmo , dato che vi sono delle regolarità tra lingue non a contao tra loro e molto distan geograficamente ci si inizia a chiedere il perché negli anni 60 → Greenberg inizia a studiare l’ordine delle parole . Scopre che ci sono lingue che hanno una struura : Linguisca XP x SPEC d SPEC Xx NP P NP_P_NP PVI AIZII ALII Gianni-ga =—Marinto kuruma de Kobe ni itt_a Gianni-NOM Maria con macchina in Kobe a and -PAST_3sing_ind TRAD. Gianni andò a Kobe in macchina can Maria Principio: la struttura sintagmatica è un universale linguistico xP Parametro: l’ordine testa complemento è soggetto a variazione parametrica x TESTA COMPLEMENTO COMPLEMENTO TESTA Lezione 19 Cap 2 di Introduzione alla Sintassi SINTAGMI pt5 > FRASI COMPLESSE Linguisca mp n mp Sintagma del complementatore n poter esser complemento del verbo Hi VP VP 11 complernento del verbo in (2) è il VP w vw NE, O Ni SP i Ni v Snoopy T AN I /\ Ì | A I to Snoopy ha Snoopy detto ha Snoopy detto le r complemento di V *P I v c Y ATÌ 2) Snoopy I detto che Lucy ha dormito iP 2) Snoopy LE FRASI COORDINATE SONO GERARCHICAMENTE MENO COMPLESSE Congiunzione LE FRASI COMPLEMENTO Sono fra plesse perchè sono sintagi IP contenuti in sintagmi di tipo IP La relazione di contenimento avviene tramite CP CP: Sintagma del complementatore. «CHE» è un complementatore Sono frasi che contengono molte dipendenze gerarchiche LE FRASI COORDINATE SONO GERARCHICAMENTE MENO COMPLESSE Livelli di complessità gerarchica 4 E 1 3 n n 2 CongP CP AiA Ta 1 AIA È Snoopy ha Snoopy detto la verità =—È Lucy Snoopy ho detto la verità e Lucy ha stamnutito Snoopy ho detto che Lucy ha dormito + CIP Sintagma DEL CLITICO LE FRASI CON I CLITICI OGGETTO DIRETTO L’ordine non canonico è generato da trasformazioni che implicano proiezioni aggiuntive e movimenti aggiuntivi rispetto a frasi senza clitici Nelle frasi con i clitici oggetto del verbo, il pronome clitico si muove prima del verbo CIP=sintagma del clitico IP VP Alfa IZN 1) Lucy ha visto il topo 2) Snoopy LO-ha <LO> rincorso <LO> S vo s 0 Vv LE FRASI RELATIVE Frasi complesse: DP che contengono sintagmi di tipo IP DP Aggiunto del nome / f / f / } f / 3) Snoopy ha vistoGl top formaggio VA (>, LE FRASI RELATIVE NP, Frasi complesse: Snoopy NP; DP che contengono sintagmi di . tipo IP = La nuova frase verrà costruita a partire dal VP Il DP che contiene la frase relativa è È Te complemento del verbo della nuova n r frase ww NP; A I DN € mer I | i — I I N ha rubato il formaggio v visto il topo che <topo> LE FRASI RELATIVE i ‘Questa è una frase relativa soggetto D NP, SOGGETTO: «topo» è soggetto . della frase subordinata che contiene «ha ce rubato il formaggio» dA IP r ——_ VP 1 ‘Pa y De, ha rubato il formaggio n P' 3) Snoopy ha visto 0 che <topo> 4) ha visto hr LE FRASI RELATIVE NP, Le relative oggetto più N NP complesse delle soggetto ZN cp Snoopy là ' Ordine non canonico 1 Dr v A T 4) ha visto _il formaggio che il topo ha rubato <formaggio> LE FRASI RELATIVE OGGETTO: «il formaggio» è oggetto del verbo della frase subordinata che contiene «il topo ha rubato» T Movimento più lungo che nelle relative soggetto pa il formaggio che il topo ha rubato <formaggio> ● Rispeo all'assegnazione dei ruoli temaci Le navi affondano → il verbo assegna a "la nave" il ruolo temaco del tema e non dell'agente. Infa la nave non sceglie di affondare, non agisce avamente perché ciò avvenga; Mario starnusce → il verbo assegna il ruolo temaco dell'agente. È infa proprio Mario che starnusce e non altri che *"lo starnuscono". Linguisca Possiamo notare che vi è un' analogia struurale tra inaccusavi ( verbi intransivi che richiedono l'ausiliare essere ) e passivi ( transivi passivi ) spiega i fa rilevan: Linguisca SEMANTICA Chomsky 1957 Syntacc structures Competenza semanca → un insieme finito di regole per interpretare (comprendere) un numero potenzialmente infinito di enuncia . Cosa significa comprendere il significato di un enunciato? Una frase come “vorrei una coca cola” può avere due significa diversi in due contes diversi. 1. Se parlo ad un cameriere in un ristorante → gli sto chiedendo di darmi una coca-cola. 2. Se parlo con un amico nel bel mezzo di un’escursione nel Sahara → vorrei essere in una situazione in cui sia possibile avere una coca-cola, possibilmente ghiacciata. Se il parlante sceglie di usare l’asserzione meno informava è perché non ha evidenza per asserire quella più informava . Es. quando sento una frase come “CM ha mangiato qualche biscoo” escludo che questa frase voglia descrivere la situazione “CM ha mangiato tu i bisco”. Questo perché penso voglia intendere “qualche ma non tu” sebbene non sia direamente codificato dal significato delle parole che occorrono nella frase. (1) Cookie Monster ha mangiato qualche biscoo (2) Cookie Monster ha mangiato tu i bisco (2) è più informava di (1) → Ci è richiesto di usare l’asserzione più informava → “non tu” è un inferenza pragmaca chiamata implicatura . Se il parlante sceglie di usare l’asserzione meno informava è perché non ha evidenza per asserire quella più informava e dunque quando sento (1) escludo che descriva (B) intendendo «qualche ma non tu». Questa inferenza è chiamata implicatura. Quando parliamo di significato dobbiamo disnguere tra significare ed intendere . → disnzione tra semanca e pragmaca ● Semanca : studia l’interpretazione delle espressioni linguische , del loro significato “leerale” . SEMANTICA → determina come associamo significa alle espressioni formate da parole ● Pragmaca : studia l’uso delle espressioni linguische e come l’uso produca alcuni effe in alcuni contes e altri effe in altri contes . I più grandi esponen sono Ausn 1962 (come fare cose con le parole) e Grice 1958 (meaning) PRAGMATICA → definisce come devono essere usate le parole all’interno di un certo contesto (situazione nella quale produciamo una certa frase) La teoria del significato che più ha influenzato la semanca del linguaggio naturale, è quella che trae origine da un'osservazione del filosofo Wigenstein (1922/1984) Cosa vuol dire comprendere il significato di un enunciato? - Nel traatus logico-philosophicus dice: “ comprendere un enunciato vuol dire sapere cosa accade quando esso è vero ”. Possiamo comprendere l’enunciato senza effevamente sapere se sia vero o falso o se non sappiamo come fare pracamente per stabilire se sia vero o falso. Esempio delle 3+1 porte ed es. della luna 50.000km. - Quando l'enunciato è vero sussistono delle condizioni, possiamo allora ritenere che comprendere un enunciato equivale a " sapere quali sono le condizioni che rendono tale enunciato vero " . Questo approccio alla teoria del significato è chiamata semanca vero-condizionale . Consideriamo i due seguen enuncia: 1) Leo dorme 2) Leo scrive Linguisca COMPATIBILITA' Quando l’ enunciato A è vero l’ enunciato B può essere vero ma può anche non esserlo . “Leo sta guidando una moto” “Marco sta pedalando in bici” Diciamo che gli enuncia A e B sono compabili - Se A è vero non è deo che lo sia anche B - L’informazione trasmessa da B è ammissibile con quella trasmessa da A A e B sono compabili se c’è almeno una situazione s nella quale A e B sono veri. L’intersezione tra la proposizione α espressa da A e β espressa da B è un insieme non vuoto. Linguisca ELEMENTI DI INSIEMISTICA Abbiamo usato termini come insieme, intersezione, complemento. Chiariamo il loro significato. Un INSIEME è una collezione di ogge (un raggruppamento ) . Possiamo definire un insieme nominando i suoi membri, oppure , specificando una condizione che i suoi membri devono avere per appartenervi. A = {2, 4, 6, 8, 10} A = {x : x è un numero pari compreso tra 2 e 10} L'insieme A è l'insieme di quegli elemen x tali che ( : ) gli elemen x sono elemen pari compresi tra 2 e 10. Una COPPIA è un raggruppamento (insieme) in cui esiste una relazione tra i due elemen. Es. AMARE → insieme di coppie (Luca ama Carla - 2 elemen) SPEDIRE → insieme di triplee (Luca spedisce un pacco a Carla - 3 elemen) ● Appartenenza : 2 apparene all'insieme di elemen x tali che x è elemento pari compreso tra 2 e 10. ● Inclusione : ➢ Due insiemi sono uguali se hanno gli stessi elemen {Leo, Eva, Ivo} = {Eva, Ivo, Leo} {Leo, Eva, Ivo} ≠ {Eva, Teo, Leo} ➢ L’ insieme vuoto possiamo indicarlo con il simbolo Ø , è un insieme che non ha elemen ➢ Gli elemen di un insieme possono formare insiemi a loro volta ( sooinsiemi ). Insieme dei numeri naturali = insieme numeri dispari + insieme dei numeri pari interi ➢Possiamo avere collezioni di ogge ordina da una relazione d’ordine . Ad esempio, tale relazione può ordinare due ogge. Per esempio, la relazione di precedenza. Una tale relazione può essere applicata agli elemen dell’insieme dei numeri naturali e generare un insieme di coppie ordinate di numeri <x, y> nelle quali x precede y ➢ Coppia ordinata < insieme di elemen ordina separa da virgole > In questo caso il primo enunciato è diverso dal secondo <a, b> ≠ <b,a> vi possono essere anche triplee di elemen <x,y,z> Possiamo rappresentare una relazione binaria per mezzo di una coppia ordinata. Ad esempio la relazione “essere minore di”, che vale tra numeri naturali {<1,2>, <2,3>, <1,3>, …}. Ad esempio la relazione “amare”, che da un punto di Linguisca vista insiemisco possiamo rappresentare come {<x,y> : x ama y}; se avessimo un nome per ciascun essere vivente e sapessimo chi ciascuno ami, potremmo definire l’insieme come {<Leo,Lea>,<Iva,Eva>, <Luca,Marta>, …}. Anche relazioni denotate da verbi ditransivi, come insiemi di triplee ordinate. Ad esempio la relazione “spedire” come {<x,y,z> : x spedisce y a z} ➢ Dominio anteriore quando parto da X e X è il primo elemento della coppia [x : esiste y <x, y> che apparene a R]. Sia data una relazione R, ad esempio amare Linguisca
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