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La Fonetica e Morfologia della Lingua Italiana: Origini e Evoluzione - Prof. Spagnolo, Schemi e mappe concettuali di Linguistica

Una panoramica della fonetica e morfologia della lingua italiana, dalla morfologia e glottologia alla storia della lingua. Esploriamo le consonanti e iati, le affissi e la composizione di parole, e il passaggio dall'antico latino all'italiano attraverso innovazioni ortografiche e sintattiche.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 10/12/2021

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matilde-raniolo 🇮🇹

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Scarica La Fonetica e Morfologia della Lingua Italiana: Origini e Evoluzione - Prof. Spagnolo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Linguistica solo su Docsity! LINGUISTICA ITALIANA INTRODUZIONE La linguistica italiana è una disciplina che si distacca dalla storia della lingua italiana perché si concentra prevalentemente sulle strutture dell'italiano. Presenta a suo interno alte materie come la morfologia, la glottologia, la storia della lingua etc. COME SI PRODUCONO | SUONI NEL LINGUAGGIO SIMBOLICO UMANO Il linguaggio simbolico è un tratto importante perché per produrre i suoni è stato necessario che si determinasse l'abbassamento della laringe rispetto alla faringe. Per formarsi una cassa di risonanza tra corde vocali e bocca. Questo ha portato ad una riduzione dell'osso della mandibola e favorire la mobilità della lingua e lo sviluppo quindi del linguaggio. Se notiamo nei bambini la laringe è posta in alto, questo consente di respirare e bere il latte allo stesso tempo. AI secondo anno di vita si abbassano epiglottide e laringe e aumenta la possibilità di effettuare suoni diversi. Sono tanti i suoni che possiamo produrre. Nell’IPA vediamo tutti i foni (suoni) che può produrre l'umano dal greco fone che vuol dire voce. Quando studiamo una lingua ci interessa solo i foni che hanno il valore distintivo che chiamiamo fonemi. In alto della tabella troviamo gli articolatori con cui si articola il suono (bilabilali, labiali, glottidali etc). - fonemi: sono quindi i foni che interessano una lingua perche hanno valore distintivo. - Valore distintivo: date due parole si possono distinguere per la differenza di un solo fonema ( carte - parte). Si crea una coppia minima. - Le coppie minime: sono quelle parole che si distinguono per la sostituzione di un singolo fonema. Quando studiamo tutti i foni o suoni parliamo di FONETICA. È la scienza che studia la possibilità di produrre sudhi. FONOLOGIA È la scienza che studia quei suoni che entrano in don tra loro in un sistema di una determinata lingua che suscettibile di evoluzione nel tempo. CARATTERISTICHE NELLA PRODUZIONE DI SUONI I suoni sono maggiormente di tipo egressivo, cioè quando l’aria esce dall'interno verso l'esterno. Per produrre foni orali il flusso dell’aria deve passare attraverso la bocca, ma abbiamo bisogno che il velo palatino sia abbassato in questo modo l’aria passa sia dal naso che dalla bocca, in questo modo abbiamo anche i foni nasali. Quando le corde vocali sono aperte abbiamo i foni sordi, quando si chiudono e possono vibrare abbiamo i foni sonori. Quando il flusso dell’aria uscendo non incontra ostacoli, abbiamo i foni vocalici (vocali, vocoidi).Quando incontra un ostacolo abbiamo i foni consonantici (le consonanti,coidi). LA LINGUA La mobilità della lingua è essenziale. Può avanzare o arretrare, centrale, medio alta o medio bassa. Le labbra possono essere arrotondate o non arrotondate. In base a queste posizioni, deriva il trapezio vocalico Viene chiamato cosi perché disponiamo le vocali a forma di trapezio con la base minore in basso. Abbiamo: vocale centrale bassa “a le vocali medio basse “ e aperta- 9 aperta” vocali medio alte “ e - o” vocali alte “ i - u Abbiamo solo sette vocali toniche in italiano. Nel vocalismo atono, ovvero le vocali che non hanno accento intensivo, troviamo solo cinque vocali. È importante notare che in latino avevamo la differenza tra vocali brevi e vocali lunghe. Quindi la durata che coinvolge tutte le vocali. Mentre in italiano la durata non ha un valore distintivo ma è una funzione meccanica/automatico che capiamo dalle sillabe aperte o chiuse. CONSONANTI 5) VIBRANTI Quando avviene la vibrazione dell’articolatore. - Vibrante alveolare: r È una realizzazione uvulare ed è una variante individuale. 6) LATERALI Chiamate cosi perche l’aria passa ai lati della lingua. - Laterale alveolare : | - Laterale palatale: A Nella rappresentazione grafematica abbiamo il digramma “gl” <mogli> o trigramma “gli” <famiglia>. 7) APPROSSIMANTI Si avvicinano due organi fonatori e servono per formare i dittonghi e quindi hanno bisogno di una vocale. - Approssimante palatale: j - Approssimante velare: w Queste lettere sono considerate lettere straniere nell’ alfabeto italiano e hanno una loro tradizione a partire dal discorso del vocabolario degli accademici della crusca,in particolare le lettere “w” , “y”, “k"”non si trovano nelle cinque edizioni del vocabolario. Più avanti metteranno la lettera “k” ma ridicolizzando attraverso degli esempi il grafema. Viene spiegata la sua origine latina ma viene considerata una lettera inutile. DITTONGO unione di una vocale e di un approssimante. Questa unione può essere di due tipi: -avere prima elemento approssimante e poi elemento vocalico (dittongo ascendente) -prima vocale e poi approssimante (dittongo discendente) Evoluzione a partire da elementi consonantici del latino[] fiore [fjore] (florem) in latino, dove il suono FL passa dal latino al volgare in F]. Stessa cosa accade in fiume [fjume] (flumem) Dittonghi discendenti possono originarsi anche da parole dotte. Come AO ed EU lato: apertura, quando si incontrano due vocali che non siano i ed u (paese) non necessariamente una delle due vocali deve essere tonica (ateo) Mio o due sono iati ma con vocale tonica Parola composta: biennale, bi avvertito come un prefisso. È come se fosse BI e poi staccato ENNALE. Si usa segno della vocale |. H: funzione diacritica x distinguere ma non ha un suono reale HA VALORE CONVENZIONALE, rientra nel multigrafismo medievale RIFORME ORTOGRAFICHE (impo x ortografia) Giangiorgio Trissino: scrisse una epistola delle lettere aggiunte alla lingua italiana aggiungendo nuovi grafemi per distinguere le vocali aperte dalle chiuse. Altra proposta di Trissino era quella di distinguere l’affricata sonora Z con la lettera z dell'alfabeto greco per indicare la sonora Mezzo: dz Zanzara: z Altra proposta: Lettera j per approssimante Proposta accolta dalla stampa nel 500: distinguere la labiodentale sonora da U. In latino c'era confusione dal punto di vista grafico tra V e U. 500 sec impo x | stampa e innovazioni ortografica Salviati spiega alcune scelte ortografiche, assimilazione dei nessi latini. (Af)fricata prepalatale sorda intervocalica innovazioni by Salviati: bacio, basciare (fiorentino) Soppressione di h etimologica all’interno di parola: allora poteva avere h etimologica perche composta da parola ora che in latino aveva h. Salviati proponeva che quando l’h era interna di eliminarla. ALLOFONI Foni, detti anche varianti combinatorie, che si alternano in una determinata posizione obbligatoria. Non formano coppie distintive. ALLUNGAMENTO DELLE VOCALI In italiano non c’è la distinzione della durata delle vocali come in latino, però quando c'è una vocale tonica in sillaba libera (senza coda) quella voc tonica è più lunga RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO Geminazione, intensità della parola, due parole che si susseguono. Incontro tra un monosillabo che finisce per vocale e una parola che comincia per consonante. Raddoppia la consonante iniziale. Solo con univerbazione (unione delle due parole tipo eppure, cosiddetto) ASSIMILAZIONE REGRESSIVA in grafia nella frase Accento grave: vocale aperta (Sx) Accento acuto: vocale chiusa (dx) ACCENTO INTENSIVO Come le altre lingue romanze che derivano dal latino, l'italiano presenta un tipo di accento intensivo. Mentre in latino aveva una differenza qualitativa a livello sillabico, ovvero le sillabe si differenziavano per la durata: brevi o lunghe. Questo tratto distintivo in italiano è automatico. La vera distinzione è l'accento intensivo ovvero di pronunciare in modo predominante una sillaba sopra le altre. Questa libertà dell’accento viene fuori nei cognomi, tanto che non si sa spesso come pronunciarli. L'accento grafico solitamente non si scrive e questo porta ad una distinzione tra accento acuto (sillaba chiusa ) e accento grave (sillaba aperta). Nella metrica italiana possiamo notare come la maggior parte delle parole presentano l'accento nella penultima sillaba e quindi sono parole piane. Il nome dei versi indica l’ultima sede accentata più una sillaba e quindi si parla di endecasillabo. Oltre le parole piane ( 1. “domani pioverà ( 3.“domani come sarà il tempo abbiamo anche quelle tronche , sdrucciole ma anche bisdrucciole grazie alla composizione pronominale o attraverso alcune voci verbali rizzo toniche, cioè che hanno l'accento sulla radice del verbo. Caso raro sono le parole trisdrucciole che partono da parole e verbi sdruccioli “recita” con una composizione pronominale come “recitamelo”. È importante fare quindi ricorso al vocabolario quando vi sono dei dubbi a riguardo. SILLABA Per avere la sillaba basta la vocale. Quando parliamo del grado di sonorità della lingua, dobbiamo sapere che le vocali sono i fonemi più sonori. La sillaba può avere elementi consonantici prima o dopo. L'elemento consonantico che precede la vocale si chiama attacco, quella che la succede si chiama coda. Quando noi dividiamo la parola in sillabe in realtà seguiamo una convenzione che è quella di far iniziare ogni sillaba, con un attacco che sia possibile a inizio di parola . Ad esempio “campo ‘ Cam : coda p: attacco Nella divisione delle vocali , l'attacco della sillaba corrisponde sempre ad un possibile attacco di parola. ISOCRONIA SILLABICA E ACCENTUATIVA Isocronia sillabica vuol dire che la sillaba ha la stessa durata. In italiano aldilà della sillaba accentata, tutte le altre sillabe atone della parola hanno la stessa durata. Mentre in altre lingue come nell’inglese, si parla di isocronia accentuativa, ovvero la sillaba atonica che ha la durata maggiore e tutte le altre che hanno la medesima durata . Più vocali abbiamo , più breve sarà la loro pronuncia. INTONAZIONE È importante nel parlato e dipende dalle differenze e cadenze regionali. Ciò che più ci interessa è l'intonazione nella parte finale dell’enunciato, ovvero il contorno terminale. L’intonazione nel contorno terminale è importante perché essa può distinguere la frase affermativa da quella interrogativa chiusa e interrogativa aperta. Esempi: È una frase affermativa e il contorno terminale è discendente. 2. “domani pioverà?” È una domanda interrogativa chiusa e il contorno terminale è ascendente. È una domanda interrogativa aperta e il contorno terminale è debolmente ascendente. Questo aspetto ci aiuta a distinguere in maniera inconscia i tipi di domande. MORFOLOGIA “essi , esse” deriva da “ipsi, ipse”. Non è molto usato , ma ciò che spesso prende il suo posto è il pronome “loro”. “se” deriva da “ si”. Si verifica un problema nei pronomi atoni in quanto ha delle corrispondenze imperfette. - Miti - Lo,la - Gli, le notiamo che non abbiamo una forma corrispondente a “loro”. - Ci,vi Per quanto riguarda i pronomi relativi , in latino sono “qui - quae - quod”, in italiano abbiamo “che “ che ha funzione solo di complemento oggetto ; “cui” che serve per tutti i complementi indiretti ; “ Il quale” . Ma nell'italiano parlato abbiamo anche un'altra forma il “che” relativo analitico. Esempio: Marco è un ragazzo che gli puoi dire tutto. DIMOSTRATIVI Modello tripartito (toscano, italiano standard) : Questo, codesto, quello. Questo: Si forma con il presentativo “eccum” e con il dimostrativo “ istum”. Codesto: Et + istum Quello: Eccum+ illo PARADIGMA DELLA FLESSIONE VERBALE È importante saper scomporre i verbi d è una attività che noi svolgiamo inconsciamente. Per poter capire bene | uso dei tempi composti immaginare una linea del tempo e su questa linea possiamo disporre il momento dell’ enunciazione ME che e il momento in cui si parla, il momento dell’ avvenimento MA in cui | azione viene compiuta. Es: andrò a Milano domani Abbiamo anche il momento di riferimento MR il momento in cui e compiuta | azione e fa riferimento | avvenimento centrale Es: dopo aver finito questa pratica , tornerò a casa ---ME----MR-----MA--3 Grazie a questo schema possiamo spiegare come funzionano i tempi composti. L’uso dei tempi viene spesso semplificato. AI presente pro futuro e al passato prossimo al posto del futuro anteriore. Es: Dopo che ho finito la pratica, torno a casa. MECCANISMI DI DERIVAZIONE Abbiamo vari modi per formare le parole. Oltre gli affissi, suffissi e prefissi abbiamo la Trans categorizzazione : il pass di categoria morfologica. Quando partiamo da un verbo “cambiare” diviene “cambiamento” attraverso il suffisso “mento”. Dal verbo al sostantivo Ricorsività: la possibilità di ritornare alla categoria di partenza . Stato (sostantivo),statale ,statalizzare(verbo), statalizzazione (sostantivo). Conversione: consente di cambiare la parola senza modificarla. Prendiamo un verbo all'infinito “leggere” e lo trasformiamo in sostantivo “in leggere”. Deverbale a Grado zero: usata in ambito burocratico. Si prende un verbo e si aggiunge il morfema grammaticale o maschile o femminile. Per esempio in ambito parlamentare non si usa “appello” ma “chiama”. Composti parasintetici: troviamo spesso in Dante. Affianca alle parole dei prefissi e morfemi . Ricco --- ar+ ricch+ire> arricchire . Abbiamo sempre un prefisso che modifica il morfema lessicale. Retroformazione: chiamata cosi perchè il parlante a partire da una forma ne costruisce un'altra immaginando un'altra fila che non esiste. Es. “redigere” ha il participio “redatto” ma da questo chi non conosce |’ infinito , redatto può essere associato a tratto. Trarre suggerisce quindi | infinito “ redarre”. Parola scorretta ma che poi diventa di comune uso. ALTERAZIONE È la possibilità di modificare attraverso un suffisso, un sostantivo e ottenere una connotazione particolare senza cambiare il significato di base. La parte più importante è quando una parola si lessicalizza. Esempio: “fiore” Se vogliamo indicare un piccolo fiore diciamo “fiorellino”. Non possiamo semplicemente ricorrere al suffiso “ino”? Perché il suffisso ino è usato per indicare un tipo di moneta “fiorino”. Allora entra in gioco una funzione di blocco su questo suffisso e quindi cambiare suffissi. COMPOSIZIONE I nomi composti sono molto frequenti nella lingua e possiamo avere tante combinazioni: nome + nome, agg+ agg etc. ottenendo nuove parole. In origine può capitare che queste parole erano separate e poi unite col tempo. È importante notare che questi elementi possono essere: Coordinativi: (quando coordina imo i due elementi caffe latte /caffellatte. Subordinativi: c'è un rapporto gerarchico ( pescespada pesce che ha la spada). Attributivi o oppositivi: inseriscono un agg che va a specificare un sostantivo .. la cassaforte. Esocentrici ed endocentrici: ricavare il referente. Ad es pescespada ha al suo interno il concetto di pesce e non di spada. Neoclassica: elementi di origine greca . Cardio, glotto etc. SUFFISSO Un caso interessante è il suffisso “aio-aro”. Ci spiega una distinzione tra fiorentino e romano. La base latina è il suffisso “arium” che indica un azione. Negli ultimi trent’ anni il suffisso ‘ aro ‘ ha avuto una certa fortuna grazie alla cinematografia italiana infatti a partire dagli anni 80 si sono registrate parole come discotecaro, paninaro, bottegaro etc che sono entrate nel lessico comune. INFISSI Notiamo un analoga distinzione tra fiorentino e romano tra ‘er’ e ‘ar’ in particolare il passaggio di ‘ar ‘ (intertonico) in latino al fiorentino ‘er’. Ad esempio, Macellaria- macelleria. DEONOMASTIVI Sono delle parole che si ricavano da nomi propri. Ci sono tanti settori come quelli etnici con un suffisso vario come: ‘ano’= africano, romano. ‘Ardo’'= nizzardo ‘asco'= comasco ‘ese’= cinese DEANTROPONIMICI | suffissi cambiano in base ai suffissi verbali. Izzare (verbo) ismo (sostantivo) ano (aggettivo) FOSSILI Sono dei residui linguistici che risalgono a usi arcaici come l’enclisi pronominale “si enclitico . Vendesi, vendosi. Tipica dell ‘italiano antico. Oppure il Gerundivo come orundio , laureando. In latino esprimeva una necessità al passivo. PREFISSOIDI Si distinguono dai prefissi perche hanno un significato proprio. E si possono ampliare i significati . Auto (se stesso), attraverso la parola automobile diventa sinonimo di Relazione tra lemmi: ci possono essere varie relazioni, uno più grande che può ospitare altri lemmi. Felino è l’iperonimo di gatto iponimo. Sono elementi che rendono il testo più coeso. Meronimi: nomi delle singole componenti di qualcosa. In italiano risolviamo questo grazie al dizionario visuale che mostra il disegno con il suo nome/significato delle singole componenti. Collocazioni: le ritroviamo sotto il lemma più specifico. Spesso sotto il verbo Frasi idiomatiche: sono distinte dal resto perche non possiamo cogliere bene il significato della frase idiomatica scomponendo i suoi elementi altrimenti non capiremmo il senso. Geo-sinonimi: rappresentano la testimonianza del plurilinguismo dell'italiano. Sono varie denominazioni per indicare una parola (marinare, far sega) o (fidanzato, moroso, zito etc). Anche a livello di sintassi possiamo notare, per esempio,la differenza nella posizione dell'aggettivo nella frase (la mia macchina è rossa/ la macchina mia è rossa). Geo- omonimi: parole uguali nella forma che , in luoghi diversi,sono associate a concetti diversi. Ad esempio in alcune parti dell'Italia, temperino significa ‘coltello’, in altre un ‘temperamatite’. ACCEZIONE È il significato della parola nel suo contesto. Possono essere suddivise in numeri o lettere che indicano le sfumature di significato all’interno di una accezione. Spesso descritte sui traslati (Marche d’uso) e sul registro. La differenziazione all’interno di ciascun lemma tende ad aumentare con gli studi e le nuove edizioni di vocabolari. Nel GRADIT ci sono quattro principali accezioni: 1. L'essere nuovo, originale, essersi verificato di recente.. 1b. L'essere, l'apparire strano, bizzarro ... 2. Trasformazione, cambiamento ... 3. Notizia di avvenimenti recenti 4. Stranezza, bizzarria ... ANGLICISMI Ci sono una serie di adattamenti di parole inglesi adattati di vario tipo come per esempio, autocarro (autocar), bistecca (beef-steak) etc. Spesso è il fascino e il bisogno da parte dei parlanti di usare le parole di lingua straniera , invece che le parole in lingua originale. La prima grammatica inglese per gli italiani risale al 1701, grazie alla rivoluzione industriale. L'ascesa degli stati uniti e del giornalismo contribuì all'aumento degli anglicismi. ANTONIMI (contrari) È il vocabolo contrario di una parola. Sono presenti nei vocabolari dei sinonimi e contrari. | prefissi che danno luogo ai antonimi sono : dis- in- s- Errore polare è quando avviene uno scambio di antonimi nel parlato e nello scritto. ANTONOMASIA Cambiare il nome al posto di un altro con una sostituzione che può avvenire per estensione o per riduzione. Apollo > un apollo ( un uomo bello come un dio). Si passa dalla lettera maiuscola a minuscola perche diventa una parola comune e non più un nome proprio. Nei dialettismi rientrano i Solecismi: violano le regola della grammatica “ senti a me!” Francesismi: di uso fondamentale sono 180, per la maggior parte adattati come aeroplane, agir etc. Continua il flusso dei vocaboli francesi non adattati nei settori della moda, gastronomia, filosofia. Leopardi afferma che gli europeismi arricchiscono la cultura e li differenzia però dalla -. poesia. Anche Machiavelli nei confronti degli forestierismi , spiega che nessuna lingua deve essere minacciata da nuovi termini stranieri, ma può solo arricchirsene. Marchionimi: nascono come nomi di prodotti e poi diventano nomi comuni. Come : aspirina, coca cola, phon etc. Russismi: si possono distinguere in 1) Russismi storici; entrati fra il 500 - 800 (vodka, zar) 2) Sovietismi; prestiti del 900 legati alla storia dell'URSS Sinonimi: sono parole capaci di trasmettere un significato simile a quello di altri termini. Il processo di sinonimia dipende sempre dal contesto. Sostrato, superstrato, adstrato: l'italiano deriva dal latino volgare sul quale esercitano influssi - Le lingue delle popolazioni italiche ( sostrato) - Lingue barbariche venute a sovrapporsi al latino ( superstrato) - Lingue confinati ( adstrato) TESTO E SINTASSI Nella linguistica testuale si considera testo come una unità organica che presenta dei requisiti che lo rendono unitario. | due requisiti del testo sono: Parliamo di COESIONE per quanto riguarda i rapporti morfologici e grammaticali. Il testo ha bisogno di un uso di elementi coesivi che rendono il testo coeso e tra questi abbiamo: 1) i pronomi che evitano le ripetizioni. 2) ellissi figura retorica che consiste nell'omissione in una proposizione di uno o più elementi che si possono sottintendere (per es. il verbo) conferendo all'enunciato più concisione ed efficacia . 3) riformulazioni 4) connettivi come congiunzioni avverbi 5) rapporto tra elemento dato e nuovo. Esempio : ‘Luigi dove lavora ora? Lavora a Milano’. Luigi è l'elemento dato (tema) e Milano è l'elemento nuovo (rema) 6) contesto situazionale: riferimento esterno, luogo della comunicazione cotesto: riferimento interno, contesto linguistico 7) elementi impliciti ed espliciti. Tra gli elementi impliciti abbiamo: - presupposizioni marco deve smettere di bere = marco non è astemio - implicazioni stasera marco sarà ubriaco. È sabato = ogni sabato sera marco è solito ubriacarsi. - Implicazione non convenzionale anche se è sabato marco non è ubriaco = marco ha resistito alla tentazione, marco non aveva abbastanza soldi per l'alcool, qualcuno ha impedito a marco di bere. - inferenze (probabilità) marco devi smettere di bere = marco probabilmente è un alcolista 8) Anafora rinvio a ciò che è stato già detto, ripetizione Incapsulatori anaforici rinviano non solo ad un singola entità ma a tutto l’intero periodo che lo precede. Catafora rinvio a ciò che non è stato ancora espresso Senza questi elementi il testo risulterebbe illeggibile. Quanto alla COERENZA, ne esistono tre tipi 1) Coerenza logica: è il rispetto richiesto dei rapporti logici tra le varie parti del testo. A volte si può violare per suscitare un effetto particolare. | gradi di coerenza logica aumentano in base al tipo di testo. 2) Coerenza semantica: l'esatta corrispondenza tra significante e significato e quindi saper scegliere le parole giuste. 3) Coerenza stilistica: legata al tipo di testo e al destinatario. Per esempio se si scrive un testo giuridico il destinatario si aspetta una serie di parole di questo ambito. SINTAGMA - Subordinazione. La classificazione delle subordinate può essere divisa in 1) frasi argomentali che includono | ‘argomento del soggetto e complemento oggetto. 2) Relative hanno un elemento alla quale agganciarsi 3) frasi non argomentali, come temporali, causali etc. A livello di congiunzioni subordinanti | italiano antico ne è più pieno dell'italiano moderno. Questo è avvenuto secondo un processo di semplificazione. GRAMMATICA PRESCRITTIVA E DESCRITTIVA La grammatica normativa (detta anche grammatica prescrittiva) stabilisce una serie di norme basate sul modello di lingua proposto dalle persone colte e dalla letteratura: norme atte a regolare la fonologia, la morfologia e la sintassi di una lingua; a questi livelli d'analisi si aggiunga l'ortografia (relativa alla grafematica), nella quale si fan rientrare le regole di buona scrittura e di punteggiatura. La grammatica descrittiva : interessata a spiegare i fenomeni linguistici per come sono (senza stabilire cosa è giusto o da evitare), la grammatica normativa offre un'analisi sistematica delle parti del discorso e impone regole fondate sulle convenzioni e l'uso degli autori più prestigiosi. Questo segna il passaggio dall'antico latino all'italiano attraverso queste innovazioni e cambiamenti della lingua. ITALIANO BUROCRATICO Esso è stato per secoli un modello linguistico per tanti parlanti semi colti. Ne avevano un approccio diverso dato da situazioni legislative ecc. Il cosi detto burocratese aveva quindi un prestigio. Incomincia ad essere oggetto di studi o a partire dagli anni 70. Tutte le parole più comuni fuggono e si cercano parole piu elevate e artificiose. È anche caratterizzato da aspetti non solo lessicali ma anche sintattici: - L'abbondare di parole - la nominalizzazione (si passa dall’uso del verbo al sostantivo deverbale). - Enclisi pronominale ( dicesi, vendesi ) - Anteposizione del determinante e indeterminate ( inversione per andare incontro all'idea di letterarietà e allontanarsi dalla lingua dell'uso ). Il burocratese è una lingua parassitaria che attraverso queste caratteristiche cerca di distinguersi e distanziarsi dalla prosa comune. A livello macro testuale, la caratteristica negativa del burocratese è il fatto di essere poco leggibile, non dare rilievo alle cose più importanti, tanti rinvii muti che non vengono spiegate ma chi legge deve già conoscerle. L’ITALIANO NEL TEMPO DAL LATINO ALL'ITALIANO L'italiano deriva dal latino e rientra nell'evoluzione delle lingue indo europee. Per Romania intendiamo l’area dove si è diffuso il latino, qui abbiamo l'evoluzione delle lingue romanze o neo latine. Risente di influssi e caratteristiche delle lingue delle popolazioni colonizzate. (Per Dante la debolezza delle lingue e i loro caratteri effimeri erano una conseguenza del castigo babelico, popolazione castigata con una molteplicità di lingue, li divide impedendoli di unirli nella loro superbia. Dante crede in questo mito e quindi immagina che dopo questo accaduto le popolazioni si siano sparse. Quanto all'Europa, Dante non conosce bene il greco. Si sofferma sulle parlate italiche e romanze in quanto continua a pensare che il latino siano una lingua costruita per durare nel tempo). Vi è una differenza tra: - Il latino aulico ( che si studia a scuola) - Il latino parlato ( aveva delle caratteristiche che spiegano la derivazione e i mutamenti che riscontriamo nei volgari come la caduta delle consonanti finali). Nel corso del quarto secolo dopo cristo il latino parlato va via verso forme lontane dalla morfologia e sintassi del latino vero e proprio. Per capire questo mutamento possiamo LINEA DEL TEMPO LATINO - ITALIANO Concilio di Tours avvenuto nel 813 è importante perche venne convocato da Carlo Magno ed è considerato l'atto ufficiale di nascita delle lingue romanze. Le prediche erano importanti perché era il modo di coinvolgere i fedeli. Era il momento in cui si parlava la lingua del popolo era la predica. Era un elemento di persuasione. Nel IX secolo, il primo testo a graffito Livin NON DICERE ILLE SECRITE ABBOCE In questo testo i era un invito rivolto ai sacerdoti a non dire ad alta voce le preghiere sottovoce. Interessante per vari motivi. Abbiamo : Non dicere, l'imperativo nella forma dell'italiano. Ille è femminile plurale perché si rivolge alle orazioni. Un uso di ille come articolo determinativo Secrita , riprende il latino secretum Abboce, raddoppiamento fono sintattico per rafforzare la pronuncia. “ad+ vuo= abb”. IL PRIMO PLACITO CAPUANO NEL 960 Il primo di placiti, ovvero testimonianze. | testimoni dichiarano che quelle terre rientravano nel possesso dell'Abbazia. Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti L'ordine non è quello del latino Il verbo è sao Ko, congiunzione predominante Riduzione della labio velare in kelle Dislocazione a sinistra ISCRIZIONE SAN CLEMENTE, fine XI secolo È uno dei primi esempi di volgare italiano. L'iscrizione si trova nella cappella sotterranea della basilica di San Clemente a Roma,e descrive il dialogo di cinque personaggi raffigurati nell'affresco cui si riferisce. Il dipinto ritrae il pagano e i suoi Vi furono tante discussioni riguardo la scrittura. SCUOLA POETICA SICILIANA, seconda metà del XIII Federico II, mette alla corte un gruppo di poeti, sollecitati a scrivere sonetti e canzoni che hanno come argomento l’amore. Giacomo da Lentini , chiamato notaro da dante, era considerato esponente di spicco. | siciliani sono importanti perché prendono dei modelli dei trovatori provenzali e li trasfondono nella lingua siciliana antica. La scuola poetica siciliana è importante anche per la metrica, permette nei testi brevi lo scambio di sillabe. Costituisce un modello che viene imitato dai toscani, cosi detti siculo toscani perché li imitano e costituiscono un centro fondamentale per la produzione delle liriche sonetti e canzoni che arricchiscono la tradizione volgare. Altra figura di spicco è Guittone d'Arezzo, che usava un modo di scrivere che a Dante non piaceva molto. Poeta considerato troppo legato ad un certo espressionismo (ripetizioni di parole etc). Quando leggiamo le rime dei poeti siciliani le leggiamo in maniera mista perche sono inseriti degli elementi siciliani solo se attestati da un manoscritto. STILNOVISTI, ultimo quarto del XIII secolo A partire dal modello Zelliano, sviluppa il tema per l'amore per la donna angelicata e consente di filosofare attraverso la poesia. Figura importante è Guido cavalcanti, amico di dante, scrive tanti sonetti come “donna che prega” con rime interne in cui espone il suo tema dell'amore. È una poesia intrisa di filosofia MANOSCRITTO VATICANO LATINO 3793, fine XIII È un sonetto, che non lo troviamo scritto normalmente ma di seguito, per vari motivi: per dividere i versi si usavano i punti. Notiamo: il poligrafismo medievale “voglio - volglio”. scrive la parola intera ma si pronuncia in maniera tronca. Preso rima con misu che in siciliano vuol dire messo, rima perfetta, una volta toscanizzato diventa imperfetta (misu). La caratteristiche dei codici è quella di avere le lettere in evidenza e indicano l’inizio dell’unità metrica. TRIVULZIANO 1080 (codice della divina commedia) Testo più raffinato. primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com'ella diceva, non mica belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo e raggiunte le compagne; e intanto aveva sentito quell'altro signore rider forte, e don Rodrigo dire: scommettiamo. Il giorno appresso coloro s’erano pur trovati sulla strada, ma Lucia era nel mezzo delle compagne con gli occhi bassi; e l'altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva: vedremo, vedremo. “Per grazia del cielo,” continuò Lucia, “quel giorno era l’ultimo della filanda. lo raccontai subito ...” PROMESSI SPOSI 1840 “Santissima Vergine!” esclamò Lucia: “chi avrebbe creduto che le cose potessero arrivare a questo segno!” E, con voce rotta dal pianto, raccontò come, pochi giorni prima, mentre tornava dalla filanda, ed era rimasta indietro dalle sue compagne, le era passato innanzi don Rodrigo, in compagnia d’un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com’ella diceva, non punto belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo, e raggiunte le compagne; e intanto aveva sentito quell'altro signore rider forte, e don Rodrigo dire: scommettiamo. Il giorno dopo, coloro s'eran trovati ancora sulla strada; ma Lucia era nel mezzo delle compagne, con gli occhi bassi; e l’altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva: vedremo, vedremo. “Per grazia del cielo,” continuò Lucia, “quel giorno era l’ultimo della filanda. lo raccontai subito...” Notiamo subito che la prima versione è più lunga. 1) Vi sono una serie di aggettivi all’inizio che poi vengono del tutto eliminati nelle edizioni successive. 2) Il termine sclamò lo sostiusice nella terza edizione con esclamò. 3) “Sarebbero giunte a questo segno”, diventa, “potessero arrivare a questo segno”,ci si avvicina di più alla lingua dell'uso 4) “a vederci trarre la seta...” Incomincia un racconto di discorso diretto, poi trasportato in discorso indiretto dalla seconda edizione in poi. 5) El diventa ella ... tornava dalla filanda ...” 6) Andava da un fornello all’altro facendo a questa e a quella mille vezzi l’uno peggio dell’altro: a chi ne diceva una trista a chi una peggio: e si pigliava tante libertà: chi fuggiva, chi gridava; e purtroppo v’era chi lasciava fare! Se ci lamentavamo al padrone, egli diceva: "badate a fare il fatto vostro, non gli date ansa, sono scherzi", e borbottava poi: "gli è un cavaliere; gli è un uomo che può fare del male; è un uomo che sa mostrare il viso. In questa descrizione letteraria si descrivono degli abusi veri e propri taciute nelle edizioni successive. 7) lo usciva è un imperfetto etimologico trasformato poi in lo uscivo. 8) addietro diventa indietro. 9) Non mica belle diventa non punto belle ,forma più toscana. 10) Appresso diventa il giorno dopo. Troviamo, da un lato la censura dei riferimenti a molestie fisiche da parte di don Rodrigo all’interno della filanda nei confronti delle operaie e non solo di lucia e dopo sostituzioni lessicali e anche fono morfologiche. LE VARIANTI FONOMORFOLOGICHE DEI PROMESSI SPOSI 1840 NEL QUADRO DELL’ITALIANO OTTOCENTESCO ALTERNANZA UO/O o Dittongo toscano, proprio della tradizione letteraria e del fiorentino colto: buono, figliuolo, ecc. o Monottongo del fiorentino popolare coincidente con il linguaggio poetico di matrice siciliana: vòto ‘vuoto’, mòvo ‘muovo’, moia ‘muoia’, ecc. OSCILLAZIONI MARCATE o Dittongo dopo cons.+r (ad es., brieve, pruova), arcaismo: assente. o Per lo: solo nei cristallizzati per lo più, per lo meno. o Tipo giugnere (arcaico e plebeo) vs giungere (ottocentesco e fiorentino): prevale il secondo tipo. o Tipo avea (in declino nella prosa ottocentesca, più plebeo) vs aveva (più diffuso): prevale il secondo tipo. E PROTONICA o Gittare > gettare. o Nimico > nemico. o Quistione > questione LABIALIZZAZIONE o Dimand- > domand-. o Dimani > domani. o Simigliante > somigliante. SONORIZZAZIONE o Lagrima > lacrima. o Sagrificio, sagrificare> sacrifizio, sacrificare. o Segreto (anche nella ventisettana). o Soffocare > soffogare. NESSO CL o Conchiudere > concludere. o Conchiusione > conclusione. NEUTRI PLURALI Le pugna > i pugni. Le calcagna > i calcagni. Le lenzuola > i lenzoli. o o 5 O Le sacca > i sacchi. o Le gomita/i gomiti. PRONOMI o Prevalgono lui e lei soggetto. o Egli ed ella minoritari, propri del registro alto. o Eglino ed elleno > loro. o Al dativo della 3? plur. prevale /oro sull'atono gli (forma antica ma tacciata dai grammatici di popolarismo). o Niuno > nessuno. o Cosa interrogativo prevale su che cosa. FORME VERBALI o 1° sing. impf.: prevale la desinenza analogica (avevo) su quella etimologica (aveva), di cui restano 4 esempi. Sieno > siano. Andrò, andrei > anderò, anderei. Offerire, sofferire > offrire, soffrire. Veggo, veggio > vedo. Debbo, deggio > devo. o o 0 o 5 O Escire, riescire > uscire, riuscire. ALTRE VARIANTI Giovane/giovine. -icio > -izio: benefizio, edifizio, ecc. Imagine > immagine. o o 5 O Così + agg. o avv. prevale su sì + agg. o avv. o Tipo i/ di lui + sost.: solo due occorrenze. POLITICA LINGUISTICA Manzoni trasportò sul piano della politica linguistica ciò che aveva elaborato in ambito narrativo e letterario proponendo il fiorentino colto come modello da seguire e come mezzo di diffusione propose il vocabolario. MODALITÀ DI TRASMISSIONE | primi episodi di trasmissione sono avvenuti nel 13 secolo dovuti ai notai, che conoscevano sia il latino che il volgare e ne scrivevano componimenti. Ci hanno trasmesso alcune rime come le rime bolognesi. L'esempio più antico di canzone è “quando io ero tuo prigioniero” questo testo è inserito in un atto di proprietà di appartamento. Altra modalità sono i fogli di guardia che proteggono testi più importanti ovvero latini. Cosa accade a firenze ? firenze è il centro della scrittura in volgare e vive nel 200 un processo di crescita economica e anche di alfabetizzazione dei ceti mercantili che usano in particolar modo la scrittura volgare. | mercanti ci lasciano una serie di testimonianze ma anche una scrittura che ha un grande successo “la mercantesca” . Ha un tratteggio uniforme, molto leggibile. L'ambiente di firenze è quindi favorevole per la diffusione della scrittura e poesia. Dal punto di vista di Dante non esiste ancora una questione della lingua nel 500. Per lui il volgare è semplicemente la lingua dell'uso. Ma nel periodo dell'esilio comincia a
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