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Analisi della Sintassi: Struttura e Funzionamento delle Frasi, Appunti di Linguistica

Questo testo introduttivo esplora la sintassi, livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi. Viene discusso come le parole si combinano in frasi secondo rapporti e leggi strutturali, e come l'analisi di una frase può essere rappresentata graficamente con alberi etichettati. concetti come costituenti immediati, schemi valenziali, ruoli semantici e distribuzione, e fornisce esempi per illustrare le idee.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 12/01/2022

nicole-mambretti
nicole-mambretti 🇮🇹

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Scarica Analisi della Sintassi: Struttura e Funzionamento delle Frasi e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! LA SINTASSI La sintassi è il livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi, studia come si combinano fra loro le parole e come sono organizzate in frasi. La frase è il costrutto che fa da unità di misura per la sintassi, contiene una predicazione (un'affermazione riguardo a qualcosa, l'attribuzione di una qualità o un modo d'essere o d’agire a un'entità). Le frasi nominali sono quelle frasi senza verbo che funzionano da messaggi autosufficienti e contengono pur sempre una predicazione. Le parole non si combinano in frase per giustapposizione casuale ma secondo rapporti e leggi strutturali, anche molto complessi. Con ‘frase’ si designano anche quelle costituite da un'unica predicazione (proposizione). Il primo passo per analizzare la struttura delle frasi consiste nel capire il modo in cui di organizzano fra loro le parole e i gruppi di parole che insieme costituiscono una frase. Il principio generale usato per l’analisi delle frasi è basato sulla scomposizione o segmentazione. A livello elementare esiste anche un altro tipo di analisi, ovvero l’analisi in costituenti immediati che individua diversi sottolivelli di analisi e i costituenti che si isolano a ciascun sottolivello costituiscono il sottolivello di analisi superiore. Il criterio che utilizza questo tipo di analisi è quello di effettuare dei ‘tagli’. Il primo taglio si attua confrontando la frase con una più semplice ma con la stessa struttura e consente di individuare i costituenti immediati della frase stessa, a loro volta i costituenti vengono confrontati con altri della stessa natura ma più semplici e così via. I modi per rappresentare schematicamente l’analisi di una frase nei suoi costituenti sono molti ma il più diffuso è quello degli alberi etichettati, che permette di rendere visivamente la struttura della frase sia nel suo sviluppo lineare sia nei suoi rapporti gerarchici che si instaurano fra i costituenti. Quest’albero è costituito da nodi da cui si dipartono rami, ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi e reca il simbolo della categoria a cui appartiene il costituente di quel sottolivello. La ‘distribuzione’, ovvero l'insieme dei contesti in cui gli elementi possono comparire nelle frasi, è un criterio importante per distinguere diverse classi di elementi rilevanti per la sintassi. I determinanti sono tutti gli elementi che occorrono davanti a un nome e svolgono la funzione di determinare il referente da esso indicato. Ogni frase è rappresentabile con un indicatore sintagmatico, che ne fornisce la struttura in costituenti. Molti sono i casi di ambiguità, quando frasi o costrutti che all'apparenza sembrano identici ma hanno una duplice interpretazione semantica. L'analisi in costituenti immediati individua tre diversi sottolivelli di analisi sintattica: sottolivello delle frasi, dei sintagmi e lelle parole. Il più importante è quello dei sintagmi, definibili come le minime combinazioni di parole che funzionano come un'unità della struttura frasale. I sintagmi sono costruiti attorno a una ‘testa’, dalla quale vengono classificati e da cui prendono il nome. La testa è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa funziona da un determinato sintagma. Un sintagma nominale è costruito attorno a un nome (N testa di SN). Anche i pronomi (PRO) possono sostituire un nome e quindi possono essere la testa di un sintagma nominale. Tutte le categorie lessicali di parole piene della frase. Funzionano da modificatori a livello o della frase nel suo complesso, o del sintagma verbale, o del sintagma nominale. Per individuare i principi semantici che concernono il modo in cui il referente di ogni sintagma contribuisce e partecipa all'evento rappresentato, chiamati ‘ruoli semantici’, occorre spostarsi dalla considerazione della frase come struttura sintattica, concatenazione di sintagmi governata da regole grammaticali, generata da uno schema valenziale. La frase viene vista dalla prospettiva del significato per cui la frase si configura globalmente come una sorta di scena nella quale attori o personaggi o entità presenti interpretano delle parti. Non esistono né procedimenti formali di definizione né una lista completa e condivisa dei possibili ruoli semantici, ed anche la terminologia è vaga. ‘Agente’ è il ruolo semantico dell'entità animata che si fa parte attiva che provoca ciò che accade. ‘Paziente’ è il ruolo semantico dell'entità che è coinvolta senza intervento attivo, in quanto subisce passivamente ciò che accade. ‘Sperimentatore' è il ruolo semantico dell'entità toccata da un certo processo psicologici. ‘Beneficiario' è il ruolo semantico dell'entità che trae beneficio dall'azione. ‘Strumento! è il ruolo semantico dell'entità inanimata mediante la quale avviene ciò che accade. ‘Destinazione’ è il ruolo semantico dell'entità verso la quale si dirige l’attività espressa dal predicato. Altre categorie chiamate in causa come ‘Vocalità', il ruolo semantico dell'entità in cui sono situati l’azione, lo stato e il processo; ‘provenienza’, il ruolo semantico dell'entità dalla quale un’entità si muove in reazione all'attività espressa dal predicato; ‘dimensione’, il ruolo semantico dell'entità che indica una determinata estensione nel tempo, nello spazio e nella massa; ‘comitativo’, il ruolo semantico dell'entità che partecipa all'attività svolta dall’agente, I ruoli semantici agiscono al di sotto della struttura. In una frase passiva la distribuzione del rapporto fra ruoli semantici e funzioni sintattiche: l'agente è mandato a complemento d’agente, mentre il paziente diventa soggetto. In base al loro comportamento sintattico distinguiamo diversi verbi: transitivi (passivizzabili), intransitivi (non passivizzabili), accusativi (richiedono come ausiliare essere), inergativi (richiedono come ausiliare avere). Una frase collega la rappresentazione di un evento o stato di cose del mondo esterno, la realtà effettiva o immaginata com'è filtrata dell'intelletto umano a una catena fonica, costituita dai suoni del linguaggio che dànno forma per così dire alla materia grezza del segnale. Nel governare la strutturazione del prodotto finale della sintassi c'è un altro piano, quello dell’organizzazione pragmatico- informativa. Dal punto di vista del valore nella comunicazione distinguiamo cinque tipi di frase: * Dichiarative, che fanno un'affermazione generica che può avere più valori specifici * Interrogative, che pongono una domanda. Si distinguono in frasi interrogative totali con risposta SI/NO e parziali con risposta libera. * Esclamative, che esprimono un’esclamazione * Iussive o imperative, che esprimono un ordine * Ottativa, che esprimono un desiderio. Un'importante distinzione fra la parte della frase che identifica ciò su cui verte l'affermazione e la parte della frase che rappresenta l'affermazione fatta, ovvero la distinzione fra ‘tema’ e ‘rema’. Il tema è ciò su cui si fa l'affermazione; il rema è la predicazione che viene fatta. Un'altra opposizione è quella fra ‘dato’ e ‘nuovo’, concerne un altro punto di vista ancora da cui è possibile considerare l'informazione data nelle frasi. Dato è l'elemento della frase da considerare noto o precedentemente introdotto nel discorso; nuovo è l’elementi portato come informazione non nota. Il dato spesso coincide con il tema e il nuovo con il rema, ma non necessariamente. Nelle frasi normali, non marcate, soggetto, agente e tema tendono spesso a coincidere sullo stesso costituente frasale. Le lingue possiedono dei dispositivi per separare le tre funzioni, in italiano possono svolgere tale compito le ‘dislocazioni a sinistra’, che spostano davanti alla frase, cioè alla sua sinistra, uno degli elementi che la costituiscono. La dislocazione a sinistra anticipa all’inizio della frase un costituente, riprendendolo con un pronome clitico sul verbo che ne rappresenta la funzione sintattica. Abbiamo poi anche la ‘dislocazione a destra’, che consiste nell’isolare sulla destra un costituente, riprendendolo anche qui con un clitico sul verbo e attuando un'inversione dell'ordine naturale tema + rema. Una ‘frase scissa’ consiste nello spezzare una frase in due parti, portando all’inizio della frase, introdotto dal verbo essere, un costituente e facendolo seguire da una fase. La frase scissa serve per evidenziare un elemento della frase come dotato del maggior carico formativo, svolge anche la funzione di ‘focus’. Si Gli elementi che realizzano i rapporti di coordinazione (e, o, ma,...) o subordinazione (che, perché, quando, mentre) sono chiamati ‘connettivi’. Le frasi subordinate si possono distinguere in tre categorie: Avverbiali, frasi subordinate che modificano l’intera frase da cui dipendono Completive, frasi subordinate che riempiono una valenza o argomento del predicato verbale Relative, frasi subordinate che modificano un costituente nominale della frase AI di sopra dell'unità ‘frase’ bisogna riconosce un altro livello, chiamato livello dei ‘testi’, ovvero una combinazione di frasi più il contesto in cui esse funziona da unità comunicativa. Per ‘contesto’ si intende sia il contesto linguistico sia quello extralinguistico (cotesto). Nella ‘linguistica testuale’ troviamo la ‘pronominalizzazione'’, ovvero l’impiego e il comportamento dei pronomi in particolare quelli personali. La presenza di elementi per cui l’interpretazione è necessario far riferimento al contesto linguistico precedente si chiamano ‘anafore’’ il fenomeno contrario si chiama ‘catafora’; questi fenomeni rimandano a un’identica entità designata. I pronomi hanno o un valore anaforico o deittico: col termine di ‘deissi’ si designa la proprietà dei una parte dei segni linguistici di indicare cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica. Ci sono tre tipi principali di deissi: 1. Deissi personale che codifica il riferimento al parlante, all’interlocutore e alle terze persone e che ha come centro il parlante stesso (pronomi personali). 2. Deissi spaziale che codifica la posizione delle entità chiamate in causa rispetto al luogo in cui si trovano i partecipanti all'interazione (dimostrativi, avverbi di luogo). 3. Deissi temporale codifica e specifica la localizzazione degli eventi nel tempo rispetto al momento dell’enunciazione (oggi, ieri, domani, adesso, subito, ecc....). Molte delle espressioni deittiche temporali possono essere ‘tradotte’ in una corrispondente espressione non deittica e viceversa. Si parla di ‘deissi sociale’ per designare gli elementi ‘allocutivi’, usati per codificare le relazioni sociali dei partecipanti all'interazione. Un altro fenomeno è la 'ellissi’ che consiste nella mancanza od omissione di elementi che sdarebbero indispensabili per dare luogo a una struttura frasale completa. Un ruolo importante nella strutturazione dei testi è ricoperto dai ‘segnali discorsivi’, elementi estranei alla strutturazione sintattica della frase che svolgono il compito di esplicare l'articolazione interna del discorso, conferiscono coesione al testo,
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