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Lo scontro tra Comuni e Impero , Sintesi del corso di Storia

Questo documento ha per oggetto una dettagliata descrizione dello scontro tra i Comuni italiani e il Sacro Romano Impero Germanico durante i regni di Federico Barbarossa e Federico II di Svevia.

Tipologia: Sintesi del corso

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Caricato il 01/12/2017

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Scarica Lo scontro tra Comuni e Impero e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Federico Barbarossa entra in conflitto con i Comuni Nel corso dell’XI secolo si verificarono due scontri di grande portata:quello tra papato ed Impero e quello tra i Comuni,che rivendicavano maggiore autonomia,e l’Impero. I Comuni avevano infatti beneficiato per molto tempo della loro lontananza politica dal potere centrale ma anche dai lunghi conflitti per la successione al trono che crearono un vuoto politico in tutto l’Impero. In particolare dopo la morte di Enrico V,le famiglie aristocratiche tedesche erano in lotta per la sua successione:alcuni sostenevano i componenti della casata di Svevia (ghibellini) altri sostenevano invece i membri della casata di Baviera (guelfi). Questi nomi verranno poi utilizzati anche per designare i Comuni alleati dell’imperatore (ghibellini) e del papa (guelfi). Gli scontri si conclusero con l’elezione di Federico I di Hohenstaufen,della casata di Svevia ma imparentato con alcuni duchi di Baviera. Il suo progetto politico si basò sul rafforzamento del suo potere in Germania,in Italia settentrionale e sulla conquista del Meridione italiano scampata agli Ottoni. Poco dopo la sua elezione Federico scese in Italia spinto da vari motivi:il papa,che era stato esiliato,i Comuni lombardi più piccoli che si sentivano minacciati dall’espansione milanese e i signori feudali che volevano restaurare il loro potere. Dopo essersi fatto incoronare imperatore Federico scese a Roma dove catturò l’eretico che aveva esiliato papa Eugenio III creando un governo autonomo;qeusti venne poi consegnato nelle mani del nuovo pontefice Adriano IV che lo condannò al rogo. Come ricompensa del gesto di Federico,Adriano IV decise di allearsi con l’imperatore ma i rapporti divennero ostili quando entrambi vollero affermare la propria supremazia. Federico Barbarossa convocò infatti la Dieta di Roncaglia dove stabilì le regalìe,cioè tutti i diritti regali che solo l’imperatore poteva scegliere. L’amministrazione dei Comuni e la nomina di un podestà imperiale divennero delle regalìe che Federico Barbarossa impose su tutti i Comuni italiani anche se quest’ultimi non accettarono,rivendicando la loro autonomia e scacciando i podestà inviati dall’imperatore,ad eccezione di pochi che rimasero fedeli a Federico e che lo aiutarono nelle battaglie contro gli altri Comuni. Durante queste guerre vennero distrutte Crema e Milano mentre papa Alessandro III,portavoce del principio teocratico,scomunicò il Barbarossa. I Comuni decisero però di unirsi al fine di contrastare il potere imperiale di Federico il Barbarossa:prima si unirono i principali Comuni dell’Italia nord-orientale in occasione di una seconda discesa dell’imperatore in Italia,poi cominciarono ad unirsi tutti gli altri Comuni dell’Italia centro-settentrionale che formarono la Lega lombarda,cioè un’associazione di Comuni guelfi per combattere l’imperatore. La Lega sconfisse una prima volta l’imperatore e costruì la città piemontese di Alessandria in onore di papa Alessandro III che li aveva aiutati nell’impresa. La risposta di Federico fu però molto forte:egli scese a Roma,anche se Alessandro III si era rifugiato in Francia,e nominò l’antipapa Pasquale III. A causa di un’epidemia che decimò il suo esercito,Federico era costretto a ritornare in patria ma qui trovò l’opposizione delle importanti famiglie aristocratiche che decisero di non supportarlo più nelle sue missioni in Italia. Durante la quinta discesa,però,la Lega inflisse una sonora sconfitta al Barbarossa presso Legnano nel 1176. L’imperatore restituì al papato tutti i possedimenti che aveva fatto propri mentre solo con la Pace di Costanza,avvenuta qualche anno dopo la sconfitta di Legnano,si giunse ad un compromesso con i Comuni:quest’ultimi potevano autogovernarsi ma dovevano prestare giuramento all’imperatore che sceglieva i governanti dei Comuni stessi. Federico Barbarossa cercò comunque di ottenere il meridione italiano e riuscì in questa impresa facendo sposare suo figlio Enrico VI con la principessa normanna Costanza d’Altavilla. In questo modo non solo l’imperatore ottenne questa regione molto ambita,rafforzando il suo potere nella penisola italiana,ma indebolì significativamente il papa,che non potè più ricorrere all’aiuto dei normanni nelle sue battaglie militari. La ripresa del conflitto fra i Comuni e l’Impero di Federico II Il regno di Enrico VI durò solo sette anni e fu caratterizzato dalla sua volontà di affidare il controllo dell’Italia settentrionale ai baroni tedeschi anche se non ebbe molto successo. Egli voleva inoltre creare un Impero mediterraneo ma non riuscì nemmeno in questa impresa. Lascia quindi il suo regno al figlio Federico II che verrà scelto come imperatore solo in un secondo momento. Papa Innocenzo III aveva infatti reso vassalla la moglie dell’imperatore germanico e aveva ottenuto da lei la tutela del figlio Federico,che crebbe nell’ambiente papale. Innocenzo si intromise anche nella lotta per la successione al trono di Germania,facendo eleggere come nuovo sovrano Ottone di Brunswick. Questi però voleva conquistare lo stato pontificio per poter ricongiungere l’Italia meridionale a quella settentrionale e di conseguenza il pontefice depose e scomunicò l’imperatore,nominando come suo successore al trono Federico II di Svevia. Dopo la morte di Innocenzo III,Federico II mutò il suo comportamento remissivo nei confronti degli ecclesiastici e cercò di dedicarsi esclusivamente al potere politico. Le sue iniziative politiche si concentrarono in Sicilia,dove Federico voleva creare uno stato centralizzato e difatti togliere il potere politico ai baroni di ascendenza feudale che governavano l’isola. Con egli viene quindi restaurato il potere regio nel meridione italiano grazie alla creazione di un corpo di funzionari con compiti amministrativi su tutto il territorio. Egli è anche l’autore delle “Costituzioni melfitane”,redatte nella cittadina lucana di Melfi,nelle quali ribadisce la supremazia dell’imperatore come unica autorità politica in grado di frenare le incursioni dei nemici sul territorio nazionale,screditando di conseguenza tutti i possibili usurpatori che avrebbero potuto minacciare il potere politico di Federico II stesso.
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