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LO SMARRIMENTO DELL’UOMO MODERNO - P.L Berger (1929-2017) & T. Luckmann (1927-2016), Sintesi del corso di Sociologia Dei Processi Culturali

Analisi e sintesi di ciascun capitolo del libro

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 13/08/2022

Clementi98
Clementi98 🇮🇹

4.9

(7)

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LO SMARRIMENTO DELL’UOMO MODERNO - P.L Berger (1929-2017) & T. Luckmann (1927-2016) e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! LO SMARRIMENTO DELL’UOMO MODERNO P.L Berger (1929-2017) & T. Luckmann (1927-2016) CAPITOLO 1°: Le basi di senso della vita umana La crisi del nostro tempo è fondamentalmente differente da tutte quelle del passato. Secondo P.L: Berger e T. Luckmann è infatti intervenuta una trasformazione radicale delle condizioni fondamentali della conditio humana. Nella modernità si determina una nuova modalità di costituzione sociale del senso della vita umana che getta tale senso, e con esso la vita umana stessa in una crisi storica che non ha precedenti. Analisi antropologica:  Esistono strutture di base della significatività della natura umana.  Coscienza, individuazione, corporeità, socialità, formazione storico sociale.  Coscienza: sempre coscienza di qualcosa; sua struttura teleologica; orientata ad un fine, ad un oggetto.  La coscienza riesce a cogliere relazioni tra vissuti, tra esperienze. Il senso: Il senso è una forma complessa di coscienza: non esiste di per stesso, ma è sempre una relazione con un oggetto. L’esperienza è sempre colta in relazione ad altre esperienze o in relazione ad una classificazione che deriva da un patrimonio sociale di conoscenza. Le azioni si trasformano in istituzioni sulla base di aspettative reciproche, di ripetizioni. La formazione di riserve di senso e di istituzioni SGRAVA il singolo individuo dalla necessità di dover risolvere continuamente nuovi problemi. Azioni, istituzioni, riserve di senso: Le istituzioni incorporano un ‘senso originario’ dell’azione. Vi sono istituzioni il cui compito include la rielaborazione sociale del senso (ad esempio quelle religiose). Se la propensione a trasformare le ripetizioni di azioni in istituzioni è scarsa, anche il significato soggettivamente costituito e intersoggettivamente oggettivato sarà assorbito in riserve sociali di senso solo in misura minima. Funzione delle istituzioni: Il compito delle istituzioni è quello di preservare e rendere disponibile il senso (cioè un insieme di significati, riferimenti ad universi simbolici) per l’agire del singolo nei differenti ambiti di azione e anche per la sua complessiva condotta di vita. Due possibilità:  società e culture arcaiche: il senso dell’agire del singolo è integrato senza grandi fratture ad un sistema di valori coerente e diffuso (es. regolazione dei comportamenti in famiglia, fra genitori e figli);  società moderne: si riduce la consistenza e la pressione dei sistemi di valore: difficilmente la relazione genitori/figli sarà vincolata ad un unico sistema di valori. CAPITOLO 2°: Il senso nelle relazioni sociali: condivisione e crisi La struttura intersoggettiva delle relazioni sociali è dotata di senso:  Es. Il bambino: le relazioni che intrattiene con i genitori e con le persone per lui importanti sono ‘significative’ (cioè veicolano significati che egli apprende);  Es. L’apprendimento delle ‘buone maniere’ a tavola. Queste relazioni significative pongono il bambino a contatto con schemi di esperienza, modelli, riserve di senso. Egli si rispecchia in essi ed è attraverso questi processi che sviluppa la propria identità personale (dunque in modo dialogico). Attraverso le reazioni degli altri, egli apprende il senso del suo agire e, allo stesso tempo, impara ad assumersi responsabilità per quello che fa. L’essenza dell’identità personale: L’identità personale è una categoria sociologica. Attraverso gli altri, l’individuo apprende come controllare il proprio comportamento, a dare un senso al proprio agire. Il «controllo» soggettivo del proprio agire per il quale ci si assume una responsabilità. Due possibilità: 1) Esiste un sistema di valori vincolante per l’intera società (il bambino si rispecchia nell’agire altrui); 2) Non si dà un tale sistema di valori generali vincolanti  Crisi di senso e identitarie. La comunità di vita: Ogni individuo condivide un certo orizzonte di senso con gli altri. Nella comunità di vita prevale un agire fondato sulla ripetitività, sulla regolarità, su una immediata reciprocità all’interno di relazioni sociali durature. Le comunità di vita presuppongono una misura minima di condivisione di senso e di aspettative reciproche. In tali comunità, tendenzialmente, non emergono «crisi di senso». Crisi di senso soggettive e intersoggettive:  Crisi di senso soggettive: quando il comportamento del bambino è posto di fronte a REAZIONI INCONGRUE, egli difficilmente potrà fissare il significato sociale oggettivo del proprio comportamento e carattere. “Chi sono io?” diventa una domanda alla quale non può rispondere. Mancanza di responsabilità personale.  Crisi di senso intersoggettive: nascono da una difformità tra comunità di vita e comunità di senso (discrepanza tra dovere ed essere). La struttura sociale: Quando in una società si accumulano crisi di senso soggettive e intersoggettive, la ragione va ricercata nella STRUTTURA SOCIALE. Vi sono strutture sociali che favoriscono, altre che contrastano crisi di senso. Due tipi:  Primo tipo: società con un unico e vincolante sistema di valori. Il patrimonio di senso è custodito e gestito da istituzioni sociali. Tali istituzioni sostengono una fondamentale concordanza tra significati e prassi di vita. Le varie comunità sono correlate tra loro. Manca il terreno perché si sviluppino crisi di senso.  Secondo tipo: società esposte a crisi di senso. Non vi sono più valori comuni vincolanti. In tale società «le grandi istituzioni» (economiche, politiche) si sono staccate dal sistema di valori standardizzato. Non più vincoli ma «proposte» concorrenti e in competizione tra loro Soltanto le istituzioni religiose riescono ancora, in qualche modo, a veicolare categorie di senso generali e universali  rifugio nella sfera privata. Nascono nuove “istituzioni” che producono senso (sincretismo, industria culturale). Il ruolo delle istituzioni secondarie di Arnold Gehlen Le istituzioni secondarie sono istituzioni che non occupano più, come nel passato, una posizione centrale della società (la Chiesa al centro del villaggio). Fra queste istituzioni, distinguiamo le “istituzioni intermediarie”: istituzioni che consentono al singolo di trasferire i suoi personali valori dalla vita privata a differenti ambiti sociali, in modo da farli diventare una forza che contribuisce a plasmare la società. Intermediarie perché mediano fra il singolo e modelli di azione e di esperienza fissati nella società. Attraverso di esse, il singolo contribuisce alla produzione di senso e all’elaborazione di un patrimonio sociale di senso. Le istituzioni religiose Le istituzioni religiose tendono a perdere la loro centralità. Diventano “istituzioni intermediarie”. Ma come istituzioni intermediarie possono svolgere una funzione preziosa e molto positiva, sia per il singolo che per la società. J. Habermas: “Nella vita delle comunità religiose...può rimanere intatto qualcosa che altrove è andato perduto...concetti vincolanti di vita buona ed esemplare presenti nelle scritture sacre e nelle tradizioni religiose” (Tra scienza e fede, 2006, p. 14). Le istituzioni religiose come comunità di senso Per il singolo la chiesa può rappresentare la più importante comunità di senso. Può conferire senso alla sua vita familiare e alla sua condizione sociale di cittadino (vedi A. de Tocqueville). Può sostenere la stabilità e la credibilità delle grandi istituzioni (lo stato, l’economia, etc.). Anche una religione “sempre più privatizzata” può avere rilevanti effetti sociali. Crisi di senso e istituzioni intermediarie In condizioni normali le crisi di senso delle società moderne restano per lo più “latenti”. Le istituzioni intermediarie tendono a limitare gli effetti del pluralismo moderno e ad arginare le crisi di senso. “Nella condizione normale delle società non si determina una crisi pandemica di senso nella misura in cui il sistema immunitario delle istituzioni intermediarie rimane attivo” (p. 105). CAPITOLO 6°: La società di fronte alla crisi di senso: illusioni e possibilità Illusioni e possibilità Di fronte alle “crisi di senso” a cui sono strutturalmente esposte le società moderne, tanto le terapie di tipo radicale-collettivistico (effetti di tipo totalitario) quanto quelle di tipo radicale-individualistico (effetti di tipo solipsistico) si rivelano inadeguate  Da pag. 108 a 112: trovate una buona sintesi di quanto finora sviluppato da P.L. Berger e T. Luckmann Due reazioni estreme e contrapposte (entrambe inadeguate) Di fronte al pluralismo moderno individui e istituzioni tendono ad assumere due atteggiamenti contrapposti, due reazioni ugualmente false e pericolose : 1) Atteggiamento “fondamentalista”: si sforza di ricondurre l’intera società a valori e tradizioni antiche.  Nella sua variante radicale l’atteggiamento e la reazione di tipo fondamentalista porta all’autodistruzione quando ispira l’azione di gruppi deboli. Se invece ispira l’azione di gruppi forti, questi tendono ad annientare ogni altro gruppo. In ogni caso (nella sua forma più moderata) tale atteggiamento porta alla (auto-) ghettizzazione del proprio gruppo all’interno della società (es. gli amish in Pennsylvania, gli ebrei chassidim a New York, algerini in Francia, turchi a Berlino, etc.). 2) Atteggiamento “relativista”: tipicamente ‘postmoderno’, pone sullo stesso piano ogni sistema di valore, rimuove ogni forma di razionalità assiologica. Le norme più differenti hanno lo stesso valore.  L’atteggiamento e la reazione di tipo relativista portano alla de-socializzazione dell’individuo. Il “relativista” non può addurre alcuna ragione per aver deciso di agire in un modo piuttosto che in un altro. Il suo comportamento è arbitrario e “nessuno potrebbe escludere che dopo un momento cambi completamente carattere”. Questo conduce tendenzialmente ad una forma di de- responsabilizzazione che distrugge alla base ogni tipo di relazione sociale. Una “terza posizione” tra fondamentalismo e relativismo: i “piccoli mondi della vita” Fra l’impossibilità del relativismo e le possibilità inquietanti del fondamentalismo gli autori intravedono una “terza posizione”: i piccoli mondi della vita (Benita Luckmann) delle comunità di senso ed eventualmente di fede, i soli a potersi integrare e sostenere una civil society pluralistica. Si tratta di un atteggiamento “non pretenzioso” ma nemmeno “passivo”, nel “libero mercato del senso”. Tale atteggiamento sostiene le “istituzioni intermediarie”. E costituisce un argine sia al collettivismo dogmatico totalitario sia al labile solipsismo postmoderno. Per arginare le crisi di senso contemporanee è necessario infatti promuovere lo sviluppo di istituzioni intermediarie in una civil society pluralistica. CAPITOLO 7°: Sguardo d’insieme La problematica La struttura di senso delle società moderne. I fondamenti antropologici della costituzione del senso nell’agire e nella vita umana. Le condizioni specifiche in cui, nel mondo moderno, insorgono crisi di senso. Ruolo degli schemi di esperienza e dei modelli di azione. (L’uomo è un essere culturale che non può fare completamente a meno di tali schemi. Per questo l’identità personale è una categoria sociologica). Due tipi di incertezze “Nelle società moderne l’individuo deve fare fronte tanto alle incertezze del senso quanto alle incertezze del giudizio morale. In primo logo non può contare sul fatto che quanto egli considera buono e giusto sia considerato tale anche da altri; in secondo luogo egli non sa sempre e con certezza che cosa - anche solo per lui - sia buono e giusto”. Ruolo del pluralismo moderno e di una pervasiva razionalità strumentale (mezzi senza fini). Tre livelli Comunicazione di massa (pubblicità; etc; veicola valori o dis-valori differenti). Comunicazione a livello di vita e di fede (famiglia, rapporti di vicinato; posto di lavoro; comunità spirituali). Istituzioni intermediarie (quali sono? come riconoscerle? in generale: sono comunità spirituali e d’opinione con una organizzazione locale; si riconoscono dai loro effetti: concretamente mediano tra le grandi istituzioni e il singolo individuo?) Guardano in alto (verso le grandi istituzioni) e in basso (verso l’esistenza individuale). Possibili discrepanze tra questi tre livelli. Ruolo cruciale delle istituzioni intermediarie.
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