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Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera, Prove d'esame di Sociologia Urbana E Rurale

Recensione/Relazione del testo di Paolo Cutitta per l’esame di sociologia Urbana. Parla della situazione di Lampedusa riguardo agli sbarchi degli immigrati, recensione che è stata ampliata e siatemata anche con articoli (che troverete in nota) attuali. La recensione è fatta molto bene e ha ottenuto un ottima votazione!

Tipologia: Prove d'esame

2019/2020

In vendita dal 12/07/2020

simona.angeloni.91
simona.angeloni.91 🇮🇹

4.4

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Scarica Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera e più Prove d'esame in PDF di Sociologia Urbana E Rurale solo su Docsity! 1 Corso di Laurea Magistrale in Dirigenza Scolastica e Pedagogia Clinica (LM-50) B02152 - SOCIOLOGIA URBANA Prof.ssa Paolucci Gabriella A.A. 2019 - 2020 Studentessa: Angeloni Simona. matricola: 7005251 Titolo: Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera. Autore: Paolo Cuttitta Casa Editrice: Mimesis Eterotopie Anno di pubblicazione: 2012 Data appello: 10/07/2020- III° appello estivo L’opera di Cutitta è un’analisi storico sociologica dell’evoluzione di Lampedusa, o meglio della sua trasformazione in “luogo di frontiera” da fine anni ’90. Il processo si struttura con due registri narra- tivi alterni ma coesistenti, quello umanitario e quello securitario; inoltre prova a descrivere la situa- zione contemporanea alla “frontierizzazione” dell’isola come un vero e proprio spettacolo teatrale: “lo spettacolo del confine”. Questo “spettacolo” che l’autore cerca di mostrare non è altro che lo sfruttamento di un processo naturale, cioè quello delle migrazioni, che attraverso l’isola di Lampedusa avrà in Italia, ma anche in tutta Europa e in diversi altri paesi, una risonanza enorme, sia attraverso la politica che attraverso i mass-media. Esso infatti sarà usato per creare una paura latente nell’opinione pubblica verso la figura del migrante, descritto come un barbaro pronto ad invadere il proprio paese e anche come un “peso” economico di cui lo stato deve farsi carico a spese quindi dei cittadini. L’analisi svolta dall’autore si delinea quindi come una descrizione di quelle che sono state le azioni politiche di controllo dell’immigrazione e come queste non abbiano fatto altro che trasformare Lampedusa nella frontiera che è tutt’oggi (anche se ad oggi le cose sono cambiate), e anzi in un territorio addirittura nemmeno più italiano ma trans-frontaliero: subito dopo il territorio africano ma non ancora territorio italiano. L’attenzione dell’autore si concentra inoltre sulla terminologia, cerca di capire il significato dietro a espressioni che sono spesso abusate e confuse tra loro come appunto “confine” e “frontiera” e quali sono i caratteri stessi di “confinità” (termine usato per definire le caratteristiche di un confine). La prima spiegazione che Cuttitta propone per definire un confine, attraverso un ragionamento storico, è proprio la 2 posizione geografica, perché così sempre nel passato è stato definito un confine, un territorio che separa due contesti storico sociali diversi tra loro. L’autore sostiene che un confine è un’opera prettamente umana, infatti l’idea degli Stati Nazionali con i propri confini non è altro che un processo politico, un’azione umana. Molto efficace, per meglio osservare questo fatto, è l’esempio della costruzione degli stati attuali del Medio Oriente, nati da un vero e proprio “disegno” sulla cartina geografica da parte di francesi e inglesi per spartirsi il territorio da gestire dopo la prima guerra mondiale. Comunque deriva da qui la dimostrazione di come l’isola in oggetto sia diventata zona di confine: “È un confine costruito con le azioni attraverso la disposizione relazionale di corpi e di oggetti (migranti, operatori umanitari, motonavi) in determinati luoghi dell’isola e delle acque circostanti. È un confine costruito con le parole (e con le immagini) attraverso le dichiarazioni e i proclami degli attori politici e attraverso le notizie, le opinioni e i materiali iconografici diffusi dai media”. Perciò Ciutitta nell’introduzione dell’opera si pone come obiettivo quello di mostrare come Lampedusa sia un confine a tutto tondo, sia a livello pratico attraverso il controllo, che a livello “ideale” nella mente dei cittadini. I media spesso utilizzano la parola “invasione riferendosi agli sbarchi a Lampedusa, ma questo è poco più che «un mito contemporaneo alimentato dai mezzi di informazione di massa» che serve per studiare «l’atteggiamento di chiusura della nostra società verso gli stranieri e le diverse pratiche sociali con cui i migranti sono esclusi e trasformati in nemici della società 1 ». Questa interpretazione alla storia di Lampedusa in chiave teatrale l’autore la riassume in maniera diacronica come le varie amministrazioni nazionali- a partire dalla prima legge sull’immigrazione, Legge Martelli 1990, e ancor più dalla seconda, Legge Turco Napolitano 1998 – hanno cercato di strutturare una legislazione, sia a livello di politiche di controllo dell’immigrazione sia a livello di politiche di cittadinanza e integrazione (ormai imprescindibili l’una dall’altra), sempre più vasta, e da un certo punto di vista punitiva dell’immigrazione stessa. Per appunto dotarsi di uno strumento utile (che prima era quasi completamente assente) a controllare e regolamentare il fenomeno migratorio che già dagli anni ’90, da zone diverse del Nord Africa e dell’Europa dell’Est, aveva interessato l’Italia. Da qui, facendo attenzione a diversi aspetti tra cui l’avvio della rotta migratoria del canale di Sicilia (da Tunisia e Libia a Lampedusa) e quindi l’effettivo numero di sbarchi e le numerose morti in mare e la gestione internazionale e inter-governativa delle migrazioni e le reali funzioni dei centri destinati all’accoglienza, ma anche infine il rispetto dei diritti umani in questi stessi centri, Cuttitta congettura lo spettacolo del confine, diviso in 5 periodi storici brevi e specifici, che chiama “atti”. Proprio dalla definizione di atto dal lessico teatrale dobbiamo immaginare questi momenti individuati dall’autore nella storia politica e sociale di Lampedusa, sono periodi lunghi più o meno uguali (due o tre anni) divisi da un cambiamento nell’azione politica, che quindi identifica una nuova fase e permette alla narrazione di andare avanti. Infine è proprio durante lo svolgimento dello spettacolo che si osserva la sempre maggiore e definitiva frontierizzazione dell’isola: attraversate che svolgono i migranti 1Alessandro Dal Lago, Non-persone. L’esclusione dei migranti in una società globale, Milano, Fel- trinelli, 1999. 5 anche «esternalizzazione-deresponsabilizzazione 8 », in cui i paesi che si sentono presi di mira dall’invasione migratoria tendono a considerare "sicuri" i paesi confinanti e di transito in modo da delegarne la responsabilità del problema, anche se nel caso dell'Italia vediamo come paesi confinanti la Libia e la Tunisia, che "sicuri" non sono mai stati nemmeno per i propri stessi cittadini, perché anche se la prima ha aderito formalmente a più trattati internazionali in materia di asilo, non ha dimostrato protezione a chi ne aveva bisogno.Lampedusa ha visto concretizzarsi anche il concetto di "delocalizzazione" dell'asilo, conosciuta anche come «esternalizzazione-delocalizzazione 9 », che consiste nel far assumere la responsabilità del richiedente asilo al paese a cui l'immigrato ha fatto domanda per ottenere protezione, ma tuttavia lo stesso paese si riserva di adempiere al di fuori del proprio territorio ad almeno una parte dei proprio obblighi: ciò si era realizzato solo in Australia per evitare che gli interessati si disperdessero nel territorio, ma anche l'isola del Canale di Sicilia ha avuto nel 2009 una trasformazione simile, che però è andata a sfumarsi precocemente a causa delle difficoltà contingenti riscontrate e delle proteste da parte di organizzazioni nazionali e internazionali, oltre che da parte dei migranti e della popolazione di Lampedusa. Per mantenere abbastanza raffinante ed efficienti le forme di controllo bisogna che sia costantemente mantenuto un conveniente rapporto tra la domanda di lavoro sul mercato globale e l'offerta di mobilità delle persone, e questo sistema ha integrato innumerevoli attori nello spettacolo, coinvolgendo una molteplicità di organizzazioni internazionali e sovrastatali, globali e locali, di natura governativa e non governativa, pubblica e privata, associazioni e progetti come "Praesidium", nato nel marzo del 2006 che si poneva l'obiettivo di «potenziare il sistema di accoglienza dei migranti irregolari [...], fornire [...] uno specifico supporto informativo sulla legislazione italiana in tema di immigrazione irregolare, di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù nonché sulle procedure di ingresso regolare in Italia10». Esistono anche attori informali come contrabbandieri, trafficanti e scafisti, figure nate dopo l'aumento del controllo delle autorità di frontiera, e a cui ormai i migranti sono costretti a ricorrere: “Quando le migrazioni sono regolamentate in modo rigido, e ancora di più quando sono vietate, il ricorso al passeur è assolutamente obbligatorio e, contemporaneamente, assai costoso. A partire dalle numerose testimonianze sulle migrazioni recenti, per esempio, si può osservare come, all'inizio degli anni Novanta, i passaggi offerti dagli scafisti albanesi costasse meno di un biglietto aereo. Lo stesso valeva per i passeurs dei tunisini, degli algerini, dei senegalesi e di altri ancora. Man mano che le leggi sull'immigrazione dei paesi Ue e gli accordi bilaterali tra i paesi di esodo e paesi 8Claire Rodier, La delocalizzazione dei controlli sullemigrazioni, in Paolo Cutitta e Fulvio Vassallo Paleologo (a cura di), Migrazioni, frontiere, diritti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2006, pp. 175-186. 9Rodier, La delocalizzazione dei controlli sulle migrazioni, cit. 10Ministero dell’Interno, Il modello Lampedusa, 2008, https://www1.interno.gov.it/mininterno/ex- port/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/immigrazione/0713__2008_10_13_modello_lampe- dusa.html 6 di destinazione si orientavano in senso proibizionista e man mano che la loro applicazione andava assumendo il carattere di "guerra alle migrazioni", il prezzo delle prestazioni dei passeurs è cresciuto enormemente11”. Queste persone sono responsabili di maltrattamenti, sequestri di persona, violenze fisiche e sessuali, induzione alla prostituzione e omicidi. Le radici delle prime misure restrittive in materia di immigrazione adottate dall'Italia, che hanno dato inizio al processo di "frontierizzazione" sono da rinvenire a partire dal 1990. Mentre gli altri paesi europei hanno una consolidata tradizione di immigrazione, il nostro Paese è privo di storia e di normativa nella tematica, ed inizia con l'imposizione dell'obbligo del visto ai cittadini della maggior parte dei paesi extra-comunitari con l'applicazione della legge Martelli, e l'imposizione di sanzioni ai vettori che trasportano in un determinato paese passeggeri sprovvisti dei documenti richiesti per l'ingresso: per colpa di questa regolamentazione esiste il clandestino, a cui non basta ottenere il semplice passaporto, ma deve affrontare anche l'iter necessario per procurarsi il visto. Anche per i richiedenti asilo, i quali dovrebbero essere accettati a prescindere dalla loro documentazione, risulta difficile raggiungere il territorio italiano: infatti le compagnie di trasporto, timorose di incorrere in sanzioni, si sono trasformate in emanazioni delle autorità dei paesi di destinazione, e al contrario degli apparati statali non sono tenute da alcuna legge ad accogliere a bordo dei propri mezzi chi esprima la volontà di presentare domanda di asilo nel paese destinatario. Nel corso degli anni la quota dei migranti approdati a Lampedusa è variata, impennandosi a dismisura nel 2002, per poi calare bruscamente negli anni 2009-2010. Nel periodo 2002-2008 l'aumento delle partenze dalle coste libiche è stato attribuito a più cause, come le persecuzioni dei subsahariani nel territorio tunisino, le relazioni diplomatiche intraprese dal governo italiano con la Libia di Gheddafi, e l'evoluzione della situazione relativa all'accoglienza e alla detenzione dei migranti nell'isola del Canale di Sicilia, che ha visto con la legge Turco-Napolitano del 1998 un mutamento drastico, determinando un business che tuttora persiste, poiché l'isola è l'unica ad avere strutture simili, affermando così il "sistema Lampedusa". Tornando alla Tunisia, è un territorio che ha definito ulteriormente la marginalità dell'isola siciliana e la sua "frontierizzazione" dopo la svolta collaborativa con l'Italia nel fronteggiare le rotte e il traffico di migranti, dato che fino al 2003 possedeva più rotte migratorie, come da testimonianze: “diversi sono gli itinerari che portano i migranti verso l'Italia: le imbarcazioni dirette verso la costa meridionale della Sicilia (in particolare verso Mazara del Vallo) partono generalmente dalle coste e dai porticcioli situati a Nord e a Sud di Tunisi (Kalat Landlous, Raouad, La Goulette, Hammam Echatt); le imbarcazioni che partono da Capo Bon sono generalmente dirette dall'isola di Pantelleria, dove sbarcano altresì migranti partiti dalle coste e dai porti del Sahel situati tra Sousse e Monastir; a Lampedusa e a Linosa, che sono situate più a Sud, arrivano imbarcazioni partite da località a Sud 11Salvatore Pallida, Mobilità umane. Introduzione alla sociologia delle migrazioni, Milano, Cortina, 2008, p. 66. 7 di Monastir; vi è infine un altro itinerario, più tortuoso, che dalla costa di Mahdia si dirige verso Lampedusa-Malta- Ragusa12“. Cooperando con la formulazione di nuove leggi, disposizioni e obblighi di delazione che costringevano tutti a testimoniare e a riferire ogni informazione qualora venissero a conoscenza della preparazione o dell'esecuzione di attività correlate in qualche modo a movimenti migratori irregolari, ha obbligato tutti i fuggitivi a spingersi nel confine libico per compiere la traversata. Ennesimi fattori che hanno accentuato il carattere confinale di Lampedusa sono da assegnare alla riacuitizzazione della crisi e dello stato di emergenza e problematicità all'interno dell'isola, e alla frequenza con cui sono stati adottati i respingimenti differiti con la legge sopracitata, che hanno dilatato la linea di confine trasformando l'intero territorio lampedusiano in una "zona di frontiera". Benché, come già spiegato e constatato, gli sbarchi e i numeri siano relativamente bassi, l'impatto mediatico riscontrato sull'opinione pubblica è stato ben maggiore proporzionalmente parlando, poiché altri tipi di arrivi irregolari risultano meno visibili e dunque meno spettacolarizzabili. Tornando alla descrizione dei componenti dello “spettacolo del confine”, dopo aver definito i registi, i loro obbiettivi e il pubblico, dobbiamo adesso considerare gli attori principali. La particolarità è proprio quella che abbiamo qui sopra descritto: gli stessi spettatori infatti possono diventare in certi momenti i protagonisti. Il palco ovviamente rimane Lampedusa, ed è proprio qui che gli attori principali incontrano il rimanente pubblico: gli aspiranti migranti, prima della decisione di partire, osservano quello che succede da lontano e in disparte, ma, una volta partiti e affrontato il viaggio fino all’isola (il palco) diventano necessariamente loro la materia principale dell’opera teatrale con rilevanza maggiore o minore a seconda dei vari momenti storici (atti). Infine, prima di descrivere la messa in scena dell’opera, è importante osservare il suo stile, o per meglio dire il registro narrativo, che come detto in premessa prevede un alternarsi tra la retorica securitaria13 e quella umanitaria. La prima, attraverso una precisa comunicazione politica che asseconda il legame tra terrorismo islamico e immigrazione dal Maghreb e fomenta la paura, serve ad avere l’appoggio dell’opinione pubblica per giustificare diverse azioni restrittive tra cui la militarizzazione dell’isola, e la creazione di veri e proprio centri detentivi per i migranti; mentre la seconda, prova a mostrare la differenza tra il “povero” migrante che muore in mare e il criminale scafista che lì lo conduce, cercando quindi di mostrare il lato umano di determinate scelte come a 12Hassen Boubakri, La Tunisia nel contesto euro-magrebino. Controllo dei movimenti migratori e diritti dei migranti, in Paolo Cutitta e Fulvio Vassallo Paleologo (a cura di), Migrazioni, frontiere, di- ritti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2006, p. 47. 13“Monitoraggio periodico sulle diverse facce dell'insicurezza. Una indagine che mette in relazione percezione, rappresentazione e realtà” realizzato da Demos e Oss. di Pavia per Fondazione Uni- polis, Immigrazione e Sicurezza, settembre 2017, http://www.demos.it/a01427.php. 10 allontanamento del governo italiano dalla tutela dei diritti umani a favore della spettacolarizzazione delle politiche migratorie. Infine è possibile osservare una svolta nella politica e nella situazione di Lampedusa a partire dall’avvento del governo Conte e del Ministro dell’interno Salvini: in qualche modo è ragionevole pensare questa fase come una riproposta del quarto atto dello spettacolo del confine sopra analizzato, cioè una fase in cui si vuol mostrare L’Immigrazione Zero, che è stato il cavallo di battaglia della Lega di Salvini nella campagna per le elezioni politiche nel 2018. L’attuale periodo si caratterizza infatti per un’attenta comunicazione al fine di mostrare come il governo sia riuscito (a discapito della vita dei migranti) a chiudere i porti e quindi limitare drasticamente gli arrivi nel nostro paese, anzi prova anche a fornire ai cittadini (che rimane il pubblico in platea) un capro espiatorio di questa necessità politica di chiusura e durezza: l’Unione Europea, che non fornisce adeguati aiuti e sostegno all’Italia. Tuttavia la chiusura dei porti tanto decantata non è mai realmente accaduta, numerose sono le dichiarazioni politiche e i servizi mediatici per distrarre i cittadini e far credere che Lampedusa non sia più ormai, grazie al Ministro, luogo di sbarco per tutta Europa, ma è solo un’operazione elettorale di propaganda19, niente del genere è successo, se non l’esclusione di Lampedusa dai titoli del telegiornale e una maggiore precarietà dei richiedenti asilo in Italia, in Libia e in tutta la tratta che decidono, con estreme difficoltà e pericoli, di affrontare. Possiamo quindi concludere dicendo che Lampedusa deve essere vista non solo come un palcoscenico ma anche come una grande quinta teatrale, dietro la quale cercare nuovi teatri, nuovi spettacoli, nuovi spunti di riflessione e di ricerca. 19Lara Tommasetta, Il sindaco di Lampedusa a TPI: Gli sbarchi qua continuano, ma il Governo ha cancellato la nostra isola dalla politica, TPI, 9 Ottobre 2018, https://www.tpi.it/news/lampedusa-sin- daco-salvatore-martello-sbarchi-migranti-20181009181490/. 11 Bibliografia Alessandra Sciurba, Parole che discriminano: "clandestini", in Michele Mannoia (a cura di), Il silenzio degli altri. Discriminati, esclusi, invisibili, Roma, XL edizioni, 2011. Alessandro Dal Lago, Non-persone. L'esclusione dei migranti in una società globale, Milano, Feltrinelli, 1999. Camera dei deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea. Seduta n.148 di mercoledì 18 marzo 2009, 2009. Claire Rodier, La delocalizzazione dei controlli sulle migrazioni, in Paolo Cuttitta e Fulvio Vassallo Paleologo (a cura di), Migrazioni, frontiere, diritti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2006. Council of Europe, Report to the Italian Government on the visit to Italy carried out by the European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT), from 27 to 31 July 2009, 2010. Demos e Oss di Pavia per la FondazioneUnipolis, Immigrazione e Sicurezza, settembre 2017 http://www.demos.it/a01427.php Emilio Quadrelli, Evasioni e rivolte. Migranti cpt resistenze, Milano, Agenzia X, 2007. Federica Sossi, Lampedusa, l'isola che non c'è, in Paolo Cuttitta e Fulvio Vassallo Paleologo (a cura di), Migrazioni, frontiere, diritti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2006. Hassen Boubakri, La Tunisia nel contesto euro-maghrebino. Controllo dei movimenti migratori e diritti dei migranti, in Paolo Cuttitta e Fulvio Vassallo Paleologo (a cura di), Migrazioni, frontiere, diritti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2006. Lara Tommasetta, Il sindaco di Lampedusa a TPI: Gli sbarchi qua continuano, ma il Governo ha cancellato la nostra isola dalla politica, TPI, 9 Ottobre 2018, https://www.tpi.it/news/lampedusa- sindaco-salvatore-martello-sbarchi-migranti-20181009181490/. 12 Manuela Perrone, Migranti, il patto con la Libia frena gli arrivi: da luglio -68%, Il Sole 24 ore, 27 agosto 2017, https://www.ilsole24ore.com/art/migranti-patto-la-libia-frena-arrivi-luglio-68percento- AEQsV7HC. Michel Agier, Managing the Undesirables. Refugee Camps and Humanitarian Government, Cambridge, Polity, 2011. Ministero dell'Interno, Il modello Lampedusa, 2008, http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/immigrazione/0 713_2008_10_13_modello_lampedusa.html. Salvatore Pallida, Mobilità umane. Introduzione alla sociologia delle migrazioni, Milano, Cortina, 2008. Sandro Mezzadra, Diritto di fuga. Migrazioni, cittadinanza, globalizzazione, Verona, Ombre corte, 2001. Stranieri in Italia, Comandante flotta Mazara, assurde leggi ma soccorrerli è rischioso, 2009, https://stranieriinitalia.it/attualita/immigrati-comandante-flotta-mazara-assurde-leggi-ma- soccorrerli-e-rischioso/. Stranieri in Italia, Consiglio d’Europa: «Migranti annegano, governi europei responsabili», 2011. TgSky24, L’isola al centro delle rotte dei migranti, 14 luglio 2018, https://tg24.sky.it/cronaca/2018/07/14/migranti-lampedusa.
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