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Marx e Weber: La teorizzazione delle classi sociali, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

La teorizzazione di marx e weber sulle classi sociali, i primi a indagare su questo tema. Marx introduce il concetto di 'coscienza di classe' basato sulla posizione nell'industria e la produzione, mentre weber distingue 'situazione di classe' e 'situazione di ceto', basate su risorse materiali e immateriali. Labrousse e daumard contribuiscono con ricerche empiriche sulla borghesia, mentre wehler e kocka studiano la formazione e il conflitto tra le borghesie. Thompson e stedman jones introducono nuovi orientamenti nel pensiero sulle classi operaie.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 02/04/2022

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Scarica Marx e Weber: La teorizzazione delle classi sociali e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 1 Lo studio storico delle classi sociali Classe e coscienza di classe Marx = L’impostazione teorica di Marx, basata sulla valorizzazione dei dati di fatto materiale, ricorda orientamenti positivisti, soprattutto nel lessico usato per definire il metodo di analisi, che sarebbe un “materialismo storico” che fonda una nuova visione filosofica e politica, denominata “socialismo scientifico”. Tutte le sue opere (come il “Manifesto del partito comunista” e “Il Capitale”) si basano sull’assunto che l’indagine delle forme delle società debba partire dell’identificazione del ruolo che uno ha nel processo di produzione e solo dopo aver verificato se una persona possieda o no i mezzi di produzione (cioè le risorse finanziarie e gli strumenti necessari per la produzione di beni), e solo dopo se ne capiscono gli orientamenti sociali. Queste preferenze sono definite “coscienza di classe”, determinate dall’essere sociale di un individuo, cioè dalla posizione nel processo di produzione. Le strutture produttive determinano anche l’intera sovrastruttura di ogni società. Con la società industriale moderna si ha una semplificazione delle classi dalle quali ne emergono due: - La borghesia (proprietario), sono i primi che possiedono i mezzi di produzione industriale. - Il proletariato (perché l’unica cosa che possiedono è la “prole”), sono coloro che lavorano nelle nuove industrie. Il contrasto è drammatico. In altri scritti di Marx abbandona questa immagine duale e fa comparire altre classi nella società, diventando tre: - Operai salariati. - Capitalisti. - Proprietari fondiari Per lui comunque il corso della trasformazione sociale segue una tendenza alla semplificazione che culmina nel conflitto epocale fra borghesia e proletariato. Resta costante il rapporto gerarchico tra “struttura” (data dalle posizioni dei singoli individui all’interno del sistema produttivo), che è la variabile indipendente, e la “sovrastruttura” (conoscenza di classe, mentalità, politica, costumi, arte), che è determinata. Cosi come la politica e i modi di pensare. Classi e ceti Weber = Nell’opera “Economia e società” (1922), ha fatto capire è quanto è importante la società. Sostiene che la collocazione sociale può essere osservata da due punti di vista complementari, indagandone: - Da un lato la “situazione di classe”: identifica la posizione economica, che dipende non dalla collocazione nel processo di produzione, ma dalle risorse materiali, monetarie che l’individuo può mettere sul mercato. Le classi così si moltiplicano rispetto allo schema marxiano, e non esiste un rapporto causale fra situazione di classe e azione di classe. - Da un lato la “situazione di ceto”: con il termine “ceto” invece si può definire la posizione degli individui nella società dell’osservazione anche dei fattori immateriali che caratterizzalo la loro esperienza sociale, riassumibili con il termine di onore, che vuol dire “prestigio” o “status”. Essi dipendono dalla condotta di vita (dalla professione svolta, dalla discendenza familiare, dalle reazioni matrimoniale, dal potere politico o religioso) e non sono determinati dalla situazione sociale. Se c’è questo squilibrio fra situazione di classe e ceto, c’è un “incongruenza di status”, ad esempio per alcuni nobili che non sono ricchi. Una mappa sociale completa si ha solo osservando i gruppi sociali sia attraverso la posizione socio-economica, sia attraverso il livello di prestigio/status. Ricerche di storia della borghesia ottocentesca Marx e Weber sono dunque i primi a ragionare sulle classi sociali e quindi i primi a sollevare un problema che d’ora in poi sarà sempre analizzato; fino agli anni 50 del XX secolo gli storici hanno tendenza di trasferire nelle loro indagini, i modelli elaborati da loro senza dare contributi empirici o teorici particolarmente originali allo studio delle classi. Labrousse = L’aspetto che preme di più è lo sviluppo di solide ricerche empiriche che diano informazioni precise sulla storia della borghesia. Presenta una serie di fonti storiche che possono essere usate per una ricostruzione autonoma del profilo della borghesia (ruoli delle imposte, archivi democratici, archivi notarili, liste elettorali ecc.), tutte fonti che si prestano a una storia di tipo quantitativo, cioè che si basa su dati. Daumard = Indaga sulla Borghesia parigina del XIX secolo, formando un profilo delle élite borghesi nella società francese post-rivoluzionaria. Usa un criterio economico (ma nel genere weberiano, che marxiano) studiando le dichiarazioni di successione, usando le ricchezze come codice identificativo primario, e poi raccogliendo quante più informazioni possibili per identificare le condizioni di vita (per esempio il valore, la collocazione e l’arredamento delle case di abitazione; la presenza o meno di domestici, ecc.). Infine li ha classificati per “gruppi socio- professionali” (cioè raggruppamenti professionali per es. avvocati, medici, notai). Sulla base dei dati ha osservato in che modo si distribuisce la ricchezza. Ne emerge che i ricchi non sono solo borghesi, ma anche nobili che c’è una pluralità di gruppo sociali che possiedono tratti simili. Nobili e borghesi Wehler,Kocka = Pongono le basi della Nuova storia sociale, con studi sulla Germania otto-novecentesca. Kocka: riflette sul processo di formazione delle borghesie si possono identificare due fasi: - La prima va dalla fine del XVII secolo all’inizio del XIX in cui i borghesi hanno come problema quello di combattere contro i nobili e i poteri monarchici, per abbattere i privilegi. - Nella secondo (dopo il 1848) invece il conflitto si sposta verso le classi operarie e contadine. È proprio attraverso il conflitto che le categorie sociali acquistano la natura di gruppo sociale. Wehler: elabora il concetto di “Sonderweg” (via alternativa alla modernità), che dice che in Germania il processo di riavvicinamento fra borghesi e aristocratici ebbe come esito la “ri-feudalizzazione della borghesia tedesca, che abbandonati gli ideali democratici, diventa uno schieramento sociale reazionario. In tal modo, la società rimase condizionata dagli ideali politici condivisi dalle élite e la tensione che ne derivò, contrapponendo la classe operaria e le elité e di ceti medi, sarebbe una delle chiavi per capire come sia stata possibile la nascita del nazismo. Mayer = L’ottocento non è altro che una tenace “persistenza dell’antico regime”, di cui sarebbero prova il predominio delle economie agricole, la forza economica delle nobiltà terriera, le istituzioni politiche monarchiche e soprattutto la fragilità culturale delle classi borghesi. Alla prova dei fatti non regge. Nuovi orientamenti nello studio delle classi operaie Parallelamente a questi sviluppi negli studi sulle classi alte (borghesi, nobiltà) i primi anni 70 del XX secolo tengono a battesimo un significato rinnovamento degli studi sulle classi operaie.
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