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Locke e Hume filosofia 4 anno, Appunti di Filosofia

Pensiero filosofica Locke e Hume

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 16/05/2023

marco-digirolamo
marco-digirolamo 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Locke e Hume filosofia 4 anno e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! JOHN LOCKE – l’Empirismo Vita Locke nasce a Wrington in Inghilterra, dove visse il periodo della Gloriosa Rivoluzione Inglese. È stato un politico inglese che ha iniziato la sua carriera durante il regno di Oliver Cromwell, infatti egli fu esiliato, andò in Olanda e fu richiamato in patria quando fu convocato Guglielmo III D’Orange. È stato uno degli estensori del documento “Bill Of Rights”, quindi le idee sono sue. Locke è l’iniziatore e il padre dell’empirismo. Si occupa sia di filosofia che di politica, infatti oltre al “Saggio sull’intelligenza umana”, ha scritto anche due trattati sulla politica e una lettera sulla tolleranza. Le idee innate non esistono Locke si contrappone al razionalismo perché parte da un presupposto che per Cartesio era stato fondamentale, ossia le idee innate. Cartesio sappiamo che sosteneva che l’uomo conoscesse con la ragione e che l’esperienza fosse ingannevole. Locke invece sarà un esponente dell’empirismo, una corrente opposta che rivaluta i cinque sensi e l’esperienza. Per locke la conoscenza si basa sull’esperienza. Le riflessioni sulle idee iniziano con Platone, ed è proprio Locke che le rifiuta perché sostiene che non esistono nella mente dell’uomo, tutto quello che l’uomo apprende e tutte le idee sono dovute all’esperienza. Afferma che l’uomo quando nasce non ha nulla nella mente e comincia ad avere i primi contenuti con l’esperienza. Nel suo “saggio” Locke paragona la mente ad una “tabula rasa”, una tavoletta con uno strato sottile di cera che gli antichi studenti romani usavano per scrivere, con lo stilo (una penna senza inchiostro) e incidevano sulla tavoletta; quando non serviva più lisciavano la tavoletta e continuavano a scrivere. Quindi la mente è come una tabula rasa dove l’esperienza incide le prime idee, infatti l’esperienza è la responsabile di qualsiasi contenuto della nostra mente. A sostegno delle sue idee, sosteneva delle tesi molto valide: - Per esempio se esistessero delle idee innate nell’uomo, tutti gli uomini di qualsiasi civiltà, cultura, avrebbero la stessa idea di Dio. Invece ogni popolazione, ogni civiltà, ogni cultura, ha una propria idea di Dio (addirittura alcune sono politeiste). - Locke sosteneva che se le idee fossero innate, le idee dei bambini sarebbero uguali a quelle degli adulti, tant’è che i bambini hanno difficoltà ad interpretare alcuni fenomeni della vita, a differenza degli adulti che li interpretano in modo differente. - Un’altra prova è quella dei malati di mente e degli sciocchi, se le idee fossero innate anche questi avrebbero le stesse idee di coloro che ragionano (di tutti gli altri). - Anche le idee matematiche sono diverse per società, noi abbiamo idee anche sui solidi, invece in Africa i bambini immaginano solo le figure piatte perché quelle solide non sono in grado di rappresentarle perché la loro conoscenza e trasmissione del sapere è prevalentemente concreta, a differenza della nostra astratta. Locke: padre del criticismo Locke inizia la sua indagine critica, tant’è che viene definito come “padre del Criticismo”, compie un indagine per comprendere le possibilità e i limiti dell’intelletto umano. Il limite della conoscenza per l’uomo è rappresentato dall’esperienza, l’uomo conosce solo ciò che può apprendere attraverso l’esperienza; la possibilità è sempre l’esperienza, infatti anche Parmenide sosteneva che l’uomo può conoscere solo ciò che si può immaginare, ossia ciò di cui l’uomo può fare conoscenza. La risposta all’indagine di Locke è proprio l’esperienza. Le idee Il “saggio” è una classificazione dei contenuti dell’intelletto umano, delle idee. La prima divisione che lui fa è tra idee semplici e idee complesse. Fa una classificazione delle idee. Idee semplici: -idee di sensazione -idee di riflessione Le idee semplici sono tutte quelle che provengono dagli organi di senso, infatti ci mettono in collegamento con la realtà esterna (giallo, caldo, chiuso, dolce, salato). Queste idee sono prodotte dalle qualità primarie e secondarie degli elementi esterni. - qualità primarie, quelle che si possono misurare e che quindi appartengono all’oggetto; - qualità secondarie, quelle soggettive. Quindi accanto a queste idee di sensazione (sensazione infatti fa riferimento ai cinque sensi), ci sono le idee di riflessione. Idee di riflessione non significa che esse sono frutto della razionalità, bensì sono una reazione istintiva e non ragionata al mondo esterno. - Per esempio con il termosifone, il calore è l’idea di sensazione, il dolore è l’idea di riflessione perché è bollente, d’istinto allontano la mano. Riguardano la nostra reazione ai 5 sensi. Di fronte a queste idee, l’intelletto è passivo: non elabora nulla, le accoglie dall’esterno o dall’interno. Idea semplice significa proprio che non è ragionata. Idee complesse Con le idee complesse l’intelletto è attivo perché compie delle operazioni sulle idee semplici. - unisce idee semplici (interazioni di unione), idee di sostanza; - mette in relazione più idee semplici, idee di relazione; stabilisce una serie di rapporti causa-effetto - compie delle astrazioni, tira fuori un’idea che non esiste, idee di modo. L’intelletto tira fuori questa qualità e la fa vivere di vita propria. Idee complesse: idee di sostanza Parliamo di idee di sostanza quando il nostro intelletto raggruppa più idee semplici e le considera come un'unica idea. Le posso riconoscere dai nomi comuni come libro, tavolo, ecc. - Gli occhiali possono essere scomposti in blu, trasparenza, curva, ecc; - Il tavolo può essere diviso in legno, cerchio, ecc; - La mela può essere divisa in rosso, sfera, dolce, ecc. idee complesse: idee di relazione Le idee di relazione sono quelle di causa – effetto, stabilite dal nostro intelletto. - Ad esempio se piove, le strade saranno scivolose; - La matita temperata è più vecchia in confronto ad una nuova; - Il quaderno usato e uno nuovo. Quindi ogni volta che compio delle relazioni, si mettono in relazione più elementi, formulo un’idea complessa. Qui la partecipazione dell’intelletto è più evidente. Idee complesse: idee di modo Con le idee di modo, il nostro intelletto compie una specie di sottrazione. Separa un’idea semplice dalla sostanza a cui spesso è unita. - Ad esempio la bianchezza non esiste, solo con un foglio bianco posso dimostrarla; - Il coraggio non esiste ma attraverso i gesti (quando vedo un atto coraggioso) esiste. Sono io stesso che tiro fuori questa qualità dalla sostanza alla quale è associata, la rendo autonoma. Quindi l’intelletto umano è passivo perché unisce, sottrae o mette in relazione. La sostanza Tra tutte le idee, di sostanza, di relazione e di modo, dal punto di vista filosofico Locke mette in crisi un concetto ben preciso: la sostanza. Per la prima volta troviamo un filosofo che afferma che la sostanza non è concreta, è un’idea. Locke sostiene che la sostanza non esiste, ma è frutto di una elaborazione del nostro intelletto grazie all’unione di più idee semplici. Si tratta di un’idea complessa e non di un ente concreto. - Ad esempio esiste il quaderno come oggetto, ma come sostanza è un’idea complessa, tant’è che la stessa parola indica diversi tipi di quaderno. L’uomo non conosce l’ente, ma solo una serie di idee semplici. Conoscenza “fenomenica” Infatti per Locke la conoscenza dell’uomo è una conoscenza “fenomenica, nominale” (anche per i sofisti era fenomenica). Il termine “fenomenico” significa “solo ciò che appare”. Locke sostiene che non si conosce la sostanza, ma il fenomeno (quindi il quaderno è il fenomeno). Io conosco Quello che io vedo, l’oggetto concreto e diretto. È una conoscenza nominale perché legata all’uso dei nomi più che l’essenza in sé. Ma perché la conoscenza si basa solo sull’esperienza? Per il fenomeno, se non passa attraverso i cinque sensi non posso coglierlo. Locke dice che le idee complesse non si possono creare dal niente, devo avere le idee semplici che arrivano proprio dai 5 sensi. Quindi la mia conoscenza è fenomenica ma non reale delle cose, intese come sostanza (perché è frutto dell’elaborazione dell’intelletto). La sostanza è una ricostruzione della realtà, fatta dal mio intelletto, dai cinque sensi e Hume sta demolendo la conoscenza scientifica. Hume fu messo alla porta nel mondo accademico perché l’hanno preso per pazzo perché sta mandando all’aria la conoscenza scientifica perche dice che possiamo conoscere solo le idee semplici che derivano dai 5 sensi e che imprimono nella nostra mente le percezioni ma le idee complesse sono frutto di una associazione di idee ma non hanno corrispondenza con la realtà. Tra le 3 forze associative quella più distruttiva è il nesso causa effetto che non esiste nella realtà. Causa ed effetto sono due idee distinte tra di loro. Parla di questo NOVELLO ADAMO. Immaginiamo una persona che non abbia mai giocato a biliardo. Se un novello Adamo che non ha nessuna esperienza entrasse in una stanza dove si gioca a biliardo e vedesse qualcuno che sta per colpire una palla può immaginare l’effetto che può avere sull’altra palla? No perché non ha mai avuto esperienza prima. Invece il giocatore abituale anche prima del tiro in base alla forza e la stecca immagina la traiettoria non perché ci sia un nesso causa effetto in base ala forza o inclinazione stecca ma invece è in base all’esperienza. I giocatori più esperti si basano sull’allenamento. Nessuno da garanzia che un tiro abbia come conseguenza effetto sempre uno. Il nesso causa effetto è risultato dell’esperienza e non esiste. Hume ci dice che le leggi fisiche sono frutto di un’elaborazione mentale e che non esistono nella realtà. A un certo punto del suo trattato perché presume che ci siano state già contestazioni: il fatto che tu la mattina ti alzi e vedi il sole sorgere non è un risultato di un processo causa effetto (terra ruota) ma frutto della mia associazione mentale perché siccome l’abbiamo visto fare dalla nostra nascita nessuni ci dice che domani il sole risorgerà di nuovo. Non è una legge il fatto che io veda il sole sorgere da tutte le mattine e non mi garantisce che anche domani il sole risorgerà ancora. Sembra assurdo perché la natura si basa sul nesso causa effetto ed è per questo che i salotti illuministi sono rimasti stupiti. Testo pag 369 la casualità non è un nesso necessario tra fatti Presenta l’esperimento mentale delle palle da biliardo. Una palla che imprime il movimento a una palla che sta ferma. Sembra che ci sia un nesso di causa effetto. Noi frettolosamente liquidiamo come causa effetto dall’analisi emerge che accadono 3 cose. Lui ha scomposto questo evento in 3 fasi. Affinché io elabori questo messo causale ho bisogno di contiguità spaziale e temporale ossia che due eventi avvengano in successione ma vicini. Poi posso osservare la priorità nel tempo ossia che uno accade prima e uno accade dopo. Congiunzione costante fra causa e effetto ossia io questa contiguità e priorità si ripete in maniera costante, la vedo più volte. Questa è l’analisi che Hume fa di questa esperienza. (Il nesso causale è frutto di questa esperienza, innanzitutto due eventi che sono vicini un accade prima dell’altro e lo devo vedere più volte e quindi creo il nesso causa effetto). Questi tre passaggi non definiscono la casualità che è frutto di questi 3 passaggi ma non è una legge. Il secondo esperimento si riferisce all’esperienza diretta. Quando io vedo una palla che si muove verso un’altra scopro una successione di eventi, una priorità temporale è una ripetitività degli eventi. Ho imparato questo. Quando poi mi trovo una seconda volta in un secondo esperimento e vedo la palla muoversi la mia mente pensa che se esiste la causa immagino l’effetto, quindi che la palla si muova ancora prima che avvenga. Noi stiamo anticipando l’effetto perché abbiamo avuto l’esperienza prima. Se un uomo fosse creato come Adamo che non ha mai avuto esperienza questo non saprà l’effetto. Dalla causa non si può inferire l’effetto. Non esiste nella causa nulla che la ragione veda e che ci faccia inferire l’effetto. Io ho potuto fare prima quell’associazione mentale perché l’avevo già visto prima, se lo vedo la prima volta nulla mi fa pensare che La palla colpisce la seconda e la seconda si muove. Solo perché l’ho visto fare so fare questa associazione. Adamo non ne sarebbe capace. Se Adamo avesse avuto esperienza allora avrebbe potuto anticipare l’effetto. Non è una dimostrazione scientifica l’esperienza che mi può far prevedere cosa succede ma non mi dice che accadrà così. Siccome l’esperienza mi ha detto che più di una volta si verifica una cosa allora io mi aspetto quello. Il nesso causa effetto si basa sulla supposizione che vi sia conformità. Il circolo vizioso di causa effetto: siccome c’è stato nel passato allora io mi aspetto che ci sia in futuro. Questa non è una dimostrazione. Tutto quello che io posso conoscere è frutto dell’abitudine non è una conoscenza scientifica. La conoscenza di Hume non è una conoscenza razionale ma frutto dell’abitudine, solo probabile e fondata sulla credenza. Siccome io credo che nel passato le cose sono andate sempre così allora andranno così anche in futuro, ma nessuno mi dimostra ciò. Il legame causa effetto quindi non esiste ed è un legame associativo creato dalla nostra mente in virtù della contiguità spazio temporale priorità del tempo e ripetitività degli eventi. Non c’è dunque la ragione come guida della vita dell’uomo ma ci guida l’abitudine. Abbiamo bisogno di sviluppare abitudine, l’esperienza. Possiamo conoscere la realtà? No. L’esperienza è importante non perché ci fa conoscere la realtà ma perché si basa sulla credenza e l’abitudine. Io la realtà non la conosco ma conosco quello che sono abituata a vedere, siamo illusi di conoscere. Hume ci sta dicendo che la conoscenza scientifica non esiste perché non si può dimostrare.
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