Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Locke, Rousseau e Kant: concetti e riflessioni teoriche, Appunti di Pedagogia

QUI SI TROVANO RIASSUNTI DI PEDAGOGIA SU LOCKE,ROUSSEAU,KANT

Tipologia: Appunti

2018/2019
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 13/11/2019

ep24.
ep24. 🇮🇹

4.4

(14)

20 documenti

1 / 8

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Locke, Rousseau e Kant: concetti e riflessioni teoriche e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! JOHN LOCKE Nasce nel 1632 a Wrington e viene avviato agli studi classici. Diventa in seguito studente del prestigioso College di Oxford. Successivamente intraprende il studi di medicina ma non raggiunge il dottorato, preferendo abbandonare l’università. Nonostante questo continua a coltivare le sue conoscenze in medicina, salvando pure la vita a lord Antony Ashley. Ashley a causa di problemi politici fugge in Olanda, dove Locke lo segue nel 1683. L’esilio olandese fu molto importante per la formazione filosofico-politica di Locke: in questo periodo risalgono le idee ispirate alla tolleranza, al liberalismo e all’empirismo. Con la seconda rivoluzione Locke può ritornare in patria e pubblicare le sue opere intorno al 1690. In questo periodo abbandona progressivamente i suoi incarichi per occuparsi solo dei suoi studi. Muore nel 1740. UNA RIFLESSIONE CRITICA SULL’EDUCAZIONE Locke è considerato il padre dell’empirismo (corrente filosofica che riconosce nell’esperienza il limite della ragione). L’obiettivo del filosofo inglese è quello di evidenziare i limiti e i poteri dell’intelletto umano. Inoltre egli si occuperà anche dell’educazione. Durante un periodo di esilio politico egli crea una raccolta di 217 Pensieri sull’educazione, che verrà pubblicata nel 1693. Questa opera è il frutto di una lunga riflessione sull’esperienza, sui caratteri e sui limiti della conoscenza, sulle possibilità dell’uomo e sulle sue facoltà. Locke sceglie consapevolmente l’educazione della classe dirigente (gentlemen inglesi), quella che a suo parere deve guidare le sorti dell’Inghilterra. Per i poveri invece sono sufficienti le Working School, che coniugano il lavoro con la presenza obbligatoria in Chiesa ogni domenica. le Working School nascono solo per porre freno al problema del vagabondaggio. Secondo Locke l’educazione del gentlemen non avviene in una scuola pubblica, ma avviene all’interno della famiglia sotto la guida del padre e di un precettore privato che dedica tutti i suoi sforzi alla formazione del carattere (formazione delle componenti affettive, emotive e morali) del suo unico allievo. Locke preferisce un’ educazione individualizzata , calibrata sulle caratteristiche particolari dell’allievo e lo scopo di questa educazione è quello di far acquisire la capacità di ragionare da soli (saper utilizzare la ragione senza l’intervento di nessuno). LA FIGURA DEL PRECETTORE Secondo Locke un buon precettore deve possedere buone capacità psicologiche perché deve comprendere il suo alunno, così da poter adeguare l’educazione alle caratteristiche dell’alunno. Inoltre il precettore per comprendere le caratteristiche del suo allievo deve osservarlo anche durante le attività ludiche: perché durante queste potrà rintrecciare il temperamento specifico del fanciullo. Mentre l’educazione rinascimentale si incentrava su un programma che prevedeva la trasmissione graduale dei contenuti, invece Locke ritiene che un buon educatore debba adattare il programma alle caratteristiche psicologiche individuali e al ritmo evolutivo dell’allievo. Inoltre il precettore ha il compito di risvegliare nell’allievo la razionalità e la capacità di autovalutazione mediante il dialogo (l’educatore dovrà spiegare con chiarezza i motivi per cui richiede determinate cose). LA FINALITA’ E I PRINCIPI DELL’EDUCAZIONE Come abbiamo visto il precettore deve rispettare la natura dell’educando , valorizzandone la libertà e la creatività. Questa libertà non esclude lo sviluppo della capacità di resistere ai propri desideri per assecondare la ragione, l’unica in grado di riconoscere ciò che è giusto per l’uomo. L’educazione dovrà tendere all’acquisizione di buone abitudini razionali che conducono all’autocontrollo. Per Locke solo il self-control (auto dominio ) può portare alla virtù, intesa come la capacità di usare rettamente la propria ragione. Questo fine si esprime:  Nella saggezza concepita come “accortezza nel regolare i propri affari nel mondo”.  Nella civiltà ossia mantenere un comportamento corretto nelle relazioni con gli altri. Secondo Locke le buone maniere consistono nella benevolenza e nel riguardo per tutti (tenendo conto dell’uso e del costume del paese). È preferibile la rozzezza all’affettazione.  Nella cultura mediante la quale ci vengono offerti i contenuti noi necessari per migliorare noi stessi e i rapporti con il mondo. Locke ritiene che la cultura debba essere collocata all’ultimo posto, con questo non vuole dire che sia inutile poiché migliora e sviluppa le nostre capacità. Una volta individuati gli obiettivi da raggiungere, il percorso educativo deve trovare anche i principi direttivi a cui ispirarsi. La formazione del carattere non deve essere pensata in astratto, ma calarsi in un contesto determinato. Sarà dunque nell’onore che il precettore individuerà il principio della sua azione pedagogica. Il concetto di onore è collegato a quello di rispettabilità: il gentleman deve guadagnarsi la stima e il rispetto degli altri, e questi si possono raggiungere solo con una buona reputazione ossia compiendo azioni virtuose e rette. IL METODO EDUCATIVO Per Locke la formazione del carattere non è finalizzata a indurre determinati comportamenti o a inculcare meccanicamente le conoscenze, ma a rendere l’alunno padrone dei principi che gli vengono trasmessi. Si tratta di un metodo educativo basato sull’interiorizzazione: processo psicologico mediante il quale ciò che viene appresso è percepito come parte della propria personalità. La formazione del carattere passa attraverso l’esperienza: l’esercizio costante serve a produrre l’abitudine (mettere in atto una serie di comportamenti senza più bisogno di riflettere). L’educatore deve fare in modo che l’allievo ripeta quello che sa e si eserciti; affinché acquisisca abilità e responsabilità. Locke però non indulge (tipo acconsentire) alla pedanteria. per Locke l’esperienza non è solo abitudine, ma anche interesse: ovvero partecipare spontaneamente verso determinati oggetti o specifiche modalità di apprendimento. Occorre quindi che il precettore trovi il momento giusto per impartire gli insegnamenti, stimolando la curiosità del fanciullo. Poiché per Locke la conoscenza dipende dall’esperienza, la didattica dovrà incentrarsi su quest’ultima. Quindi bisogna individuare le idee del fanciullo e partire da esse seguendo un itinerario graduale, che vada dal semplice al complesso. Non è ammessa la preconizzazione: non si impongono agli educandi insegnamenti che superino il loro grado di sviluppo psico-sociale e i loro interessi, poiché lo scopo dell’educazione non e il nozionismo, ma la formazione alla competenza. la formazione del carattere non avviene attraverso premi o castighi. Dovranno essere l’amore per la stima e il timor della vergogna, il vero stimolo per un giovane. I CONTENUTI DELL’EDUCAZIONE All’interno della sua opera Locke valorizza il gioco e il lavoro (devono essere apprezzati per la loro dimensione pratica):  I materiali del gioco devono essere costituiti da piccole cose della vita quotidiana, mediante i quali i bambini possono esprimere la loro creatività e impegnarsi in attività che fanno passare gradualmente dal gioco al lavoro.  Per Locke ogni lavoro manuale rafforza l’esercizio ed è utile per la salute, pertanto il precettore deve indurre al lavoro, ma senza costrizioni. L’agricoltura e la falegnameria sono importanti perché attraverso alla fatica e allo sforzo, si acquisiscono abilità e competenza. quindi il gentleman non è più il ricco proprietario che trascorre il tempo i ozi, ma è l’uomo d’affari che ha imparato il valore del lavoro svolgendolo in prima persona. Ma per la formazione non sono importanti sono il gioco e il lavoro, ma anche l’educazione alla salute (La salute è necessaria agli affari e alla felicità) e l’indurimento fisico. Igiene alimentare, vita all’aria aperta, libertà di movimento ecc aiutano i fanciulli ad acquisire quella forma fisica necessaria per formare un carattere saldo e per seguire bene i propri affari. Gli affari comporteranno dei viaggi e per Locke questi ultimi cono importanti perché perché favoriscono l’apprendimento delle lingue e aiutano lo sviluppo della saggezza e della prudenza. Parallelo a tutto questo vi è l’educazione religiosa e morale, secondo locke l’idea di Dio è il fondamento principale della virtù, pertanto il giovane deve apprendere amore e reverenza per l’Essere supremo che ci ha creati e da cui riceviamo ogni bene. Dopo aver appresso questo si può formare alla verità e alla bontà. IL PROGRAMMA DI STUDI DEL GENTELMAN Il gentleman riceve una formazione integrale ossia un’educazione completa della persona, sul piano intellettuale, fisico, estetico, sociale, morale e affettivo. Locke respinge il verbalismo (tendenza a privilegiare una trasmissione dei contenuti in forma verbale, piuttosto che mediante il contatto diretto con le cose e con l’esperienza) e la retorica perché causano fraintendimenti e errori. Lo mnemonismo va limitato. La lettura ha un valore quando promuove la riflessione e lo sviluppo dell’intelligenza, e deve essere appresa in contesti ludici. La grammatica deve essere appresa solo in riferimento alla propria lingua. Il latino (non è importante conoscere il greco) deve essere appreso solo dopo il francese. Il disegno verrà solo per usi pratici, ma non è così importante. Verrà data importanza alla geografia, matematica e al Per quanto riguarda l’educazione del carattere, Rousseau dice che si debba tenere a bada la prepotenza del bambino: deve abituarsi a non imporre nulla, né agli uomini, né alle cose. Rousseau all’interno dell’Emilio da molto spazio all’apprendimento del linguaggio: infatti il fanciullo inizialmente non utilizzerà un linguaggio verbale, bensì inizierà a comunicare grazie alla mimica; in seguito apprenderà alcune parole e fornirà pochi termini, ben distinti e ben pronunciati. Il linguaggio infantile ha una sua sintesi che gli adulti devono rispettare e comprendere. Col tempo Emilio svilupperà il linguaggio, che gli permetterà di rendere partecipi gli altri dei propri pensieri e intuizioni . LIBRO 2: EDUCAZIONE DA 3 A 12 ANNI In questa seconda fase Emilio imparerà innanzitutto a muoversi e a parlare, a conquistare coscienza di sé e armonia, a ricordare e ad essere felice. Per non limitare la sua felicità Emilio sarà libero di muoversi e di agire: le cadute lo aiuteranno a conoscere e a dominare il dolore e la vita. Infatti in questo periodo l’educazione non sarà basata sulla lezione verbale, ma avverrà attraverso i sensi e sarà spinta dall’interesse. Tutto ciò che Emilio apprenderà dovrà essere collegato a uno scopo concreto: per questo vengono banditi favole e libri. il precettore dovrà fare in modo che Emilio percepisca i propri limiti in modo naturale: egli otterrà qualcosa solo se ne ha effettivamente bisogno e il no del precettore sarà come un muro di bronzo contro il quale si infrange ogni capriccio. Il precettore sarà inattivo e utilizzerà un’educazione negativa: questo consiste nel togliere le cattive influenze e non fornire precetti. Il giovane apprenderà dalle esperienze, le quali però avverranno in situazioni concrete predisposte dal precettore. Quindi il precettore sarà il mediatore tra il fanciullo e l’ambiente (educazione indiretta) e farà credere ad Emilio che le sue esperienze siano casuali quando in realtà tutto è controllato dal maestro. Con questo nasce il problema della libertà (perché facendo questo il precettore sta in un certo modo monitorando la vita del suo alunno) e Rousseau risponde che nessuno è libero perché tutti siamo condizionati dalla nostra stessa natura. Il precettore che conosce la natura del fanciullo, lo guida a un libero sviluppo di essa. LIBRO 3: EDUCAZIONE DA 12 A 15 ANNI Per Rousseau questo periodo è il più prezioso dell’esistenza, infatti questa fascia di età, è definita dell’ intelligenza, il tempo è così breve che l’azione pedagogica deve selezionare cosa trasmettere senza perdere tempo. Emilio è curioso e l’insegnate deve indirizzare bene questa curiosità. Il passaggio dalla conoscenze sensibili a quelle intellettuali avviene sempre attraverso l’esperienza diretta. Rousseau è contrario all’educazione libresca. Emilio continuerà a “imparare facendo” ma all’educazione negativa della fase precedente si affiancherà l’intervento positivo: il precettore deve far sorgere nell’allievo interrogativi riguardanti aree del sapere per lui interessanti. Inoltre Rousseau si avvicina al metodo Socratico: il fanciullo sarà molto curioso e per questo in lui sorgeranno molti interrogativi, ma queste risposte non devono essere fornite dal precettore perché Emilio deve arrivare alle soluzioni ai suoi interrogativi autonomamente. Rousseau mira a fornire non tanto conoscenze, ma competenze cioè capacità di saper fare, e lo fa attraverso il metodo incentrato sulla soluzione dei problemi, in virtù della quale il raggiungimento dell’obiettivo non è immediato, ma richiede l’individuazione di opportune strategie e la loro messa in atto. In questo periodo la lettura non viene particolarmente incoraggiata, perché i libri insegnano a parlare di ciò che non si sa. Un solo testo viene consigliato Robinson Crusoe. In questo periodo Emilio viene indirizzato al lavoro manuale, in particolare all’attività di falegname, poiché questo è un lavoro pulito e utile, che esige abilità, eleganza e buon gusto, che si può svolgere in casa e tiene il corpo in esercizio. Questo viene fatto per far comprendere a Emilio che gli esercizi materiali e quelli spirituali si integrano a vicenda. LIBRO 4: EDUCAZIONE DAI 15 20 ANNI In questo periodo “fragile” Emilio deve comprendere l’esistenza degli altri uomini. Emilio impara a ragionare in modo astratto, inizia così l’educazione sentimentale, morale, sociale, religiosa ed estetica, però sempre fondata sulla natura. È necessario impartirgli un’educazione sessuale, anche se Rousseau è convinto che su alcune cose i fanciullo debba rimanere ignorante. L’educatore dovrà spigarli la differenza tra i sessi, parlandogli in modo semplice e chiamando tutto con il loro nome. Il compito dell’educatore è anche quello di preparare Emilio alla vita amorosa, di cui farà esperienza quando lascerà la campagna per andare a Parigi. Il precettore inizierà a descrivere al suon allievo le caratteristiche che deve avere la sua compagna ideale: si chiamerà Sofia, non sarà priva di difetti ma sarà complementare a lui. Rousseau ritiene che la passione naturale e originaria sia l’amore di sé, che si esprime nella benevolenza e nella pietà. Tuttavia questo amore si può trasformare in egoismo, ma Emilio deve essere tenuto al riparo da questo tipo di degenerazione. Inoltre Rousseau ritiene che è nella natura di ognuno identificarsi con coloro che soffrono, per questo bisogna educare Emilio all’empatia e alla pietà verso il prossimo. Ciò farà si che egli impari ad esercitare la solidarietà dei più sfortunati. Poiché e necessario che il precettore educhi l’allievo alla vita sociale, Emilio dovrà imparare a osservare i comportamenti umani, e questo può essere fatto con la riscoperta del valore dei libri. Le narrazioni serviranno a fargli comprendere le azioni degli uomini, mentre le conversazioni l’analisi e lo studio delle lingue serviranno a dotare Emilio di gusto estetico. Per quanto riguarda l’educazione religiosa di Emilio, inizialmente è meglio non avere alcuna idea sulla divinità, piuttosto che averne una bassa. Emilio non verrà educato a una religione specifica, ma sarà libero di scegliere la propria. L’unica cosa è che Emilio deve comprendere che:  Dio esiste  L’anima è immortale  L’uomo è libero. LIBRO 5: L’EDUCAZIONE DA 20 A 25 ANNI Qui Emilio viene preparato all’incontro con Sofia e completa la propria formazione. Rousseau in questo libro parla anche dell’educazione della donna. EDUCAZIONE FEMMINILE: La donna, secondo Rousseau, è fatta per soggiogare e sedurre l’uomo. la sua destinazione naturale è costituita dal matrimonio e il suo compito è la procreazione. A Sofia verranno trasmesse conoscenze pratiche per il governo della casa e le verrà impartita una certa cultura che possa farla ben figurare nella società. Rousseau descrive Sofia come una normale fanciulla, con dei difetti, ma dotata di una solida moralità e di un raffinato gusto estetico. EDUCAZIONE AL MATRIMONIO E ALLA VITA SOCIALE: per Rousseau i viaggi sono molto importanti perché fanno conoscere i costumi degli altri popoli e la natura umana. Emilio incontrerà Sofia dopo un lungo viaggio a piedi. Un ultimo viaggio separerà Emilio e Sofia per 2 anni, affinchè imparino il valore della fedeltà e in modo che il precettore possa curare la formazione politica del suo allievo. Per quanto riguarda l’educazione politica Rousseau capovolge la prima fase educativa e afferma che Emilio deve conoscere le forme di governo esistenti presso gli altri popoli. L’educazione alla politica è importante per far conoscere il valore della fedeltà e della famiglia. Il precettore dovrà istruirlo su i principi di un sistema politico di tipo democratico, Emilio compirà anche un viaggio all’estero per studiare le istituzioni degli altri popoli. Rientrato dal viaggio Emilio sposerà Sofia e darà vita a una nuova famiglia. Sceglierà di vivere nella propria patria, sarà un benefattore e modello per i suoi concittadini. Sarà a sua volta maestro, con Sofia, del loro bambino, la cui nascita è annunciata nell’ultima pagina. Il precettore lo lascerà solo dopo il matrimonio, con la consapevolezza di aver trasformato l’allievo in buon cittadino, marito, padre e educatore. IMMANUEL KANT Nasce nel 1724 a Konigsberg, nella Prussia orientale. Intraprende i suoi studi nel Collegium Federicianum, dove viene formato alla religiosità del pietismo. Successivamente all’università verrà avviato al pensiero filosofico e alla scienza di Newton. Dal 1754 inizierà una carriera accademica. Negli anni Settanta Kant sviluppa un nuovo indirizzo di pensiero, noto come criticismo perché attribuisce alla filosofia il compito di giudicare e di valutare la ragione umana, stabilendo le sue possibilità, la sua validità e i suoi limiti nei diversi campi in cui opera. Questo indirizzo affonda le sue radici nella rivoluzione scientifica e nell’empirismo inglese, e si integra pienamente nella cultura dei lumi. In un breve scritto, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, kant collega i lumi all’autonomia intellettuale, al coraggio di servirsi della propria intelligenza per valutare la realtà. Il criticismo si interroga sui fondamenti della conoscenza, dell’etica e dell’estetica, come attestano i capolavori di Kant: La critica della ragion pura (1781); La critica della ragion pratica (1788); e la critica del giudizio (1790). L’ultimo decennio di attività accademica Kant è segnato dalla censura del governo prussiano nei confronti dell’opera La religione entro i limiti della semplice ragione, a causa di questo non terrà più lezioni incentrate sulla religione. Nel 1796 Kant lascia l’insegnamento, ma continua a scrivere e pubblicare. Tra il 1800 e il 1804 (anno della morte) egli perde progressivamente vista, lucidità ecc., mentre i suoi allievi lo assistono e attendono al pubblicazione delle sue lezioni: esce cosi, a cura di un suo allievo Fridrich Theodor Rick, Pedagogia. KANT LA PEDAGOGIA CRITICA Nel Programma del corso universitario del 1765-66 Kant scrive: “non bisogna insegnare pensieri ma insegnare a pensare”. Infatti egli nel corso del suo insegnamento ha incoraggiato i suoi alunni a ragionare e pensare con la propria testa. L’opera Kantiana dedicata all’educazione è Pedagogia, frutto della rielaborazione di Friedrich di appunti presi durante le lezioni di Kant. L’opera può essere suddivisa:  L’introduzione, dedicata a una serie di problemi di pedagogia generale;  L’educazione fisica o naturale, che studia la dimensione fisica e anche intellettuale;  L’educazione partica o morale, che ha per oggetto la moralità e l’abilità; L’EDUCAZIONE COME UMANIZZAZIONE Nell’introduzione Kant afferma che l’educazione è un’esigenza primaria, ed è un processo che permette all’uomo di perfezionarsi. Kant diceva che l’uomo può diventare uomo soltanto grazie all’educazione, e quest’ultima poteva compensare quello che la natura non ci ha donato. Kant si allontana dall’ottimismo rousseauiano e afferma che l’uomo è un animale istintivo che deve essere disciplinato dall’esterno, per poi sottrarsi autonomamente alla ragione. L’educazione si articola in:  l’allevamento e la disciplina che impediscono il sopravvento dell’istinto  l’istruzione che ha lo scopo di insegnare a pensare e raggiungere i propri scopi  la formazione pratica che provvede alla formazione alla vita morale. L’educazione prevede il passaggio dalla condizione naturale di anomia (rappresenta lo stato iniziale del bambino) dove vi è assenza di leggi; all’eteronomia dove le regole vengono imposte dagli altri; per giungere all’autonomia ovvero la conquista della morale autonoma, dove ciascuno comprende che le regole devono essere seguite non perché imposte dagli altri ma perché se ne capisce l’importanza. Per quanto riguarda il rapporto tra autorità e libertà, Kant afferma che il fanciullo debba avere il massimo di libertà possibile, con i soli limiti del rispetto della propria salute e della libertà altrui. L’INNOVAZIONE DEL SISTEMA FORMATIVO Kant afferma che una corretta educazione non può che provenire dagli sforzi coniugati di persone illuminate e competenti, quindi una collaborazione tra genitori, maestri e Stato. Si deve cercare il sostegno dello Stato per fondare scuole sperimentali che possa sostituire le scuole normali, in cui l’autorità impedisce le esperienze. Il mutamento scolastico deve in primo luogo formare maestri capaci di operare in modo libero e creativo. inoltre Kant dice che alla scuola pubblica spetta solamente la funzione istruttiva, mentre allevamento, disciplina e formazione morale devono essere affrontati in una realtà privata e domestica. L’EDUCAZIONE FISICA O NATURALE La seconda sezione della Pedagogia è dedicata all’educazione fisica: si tratta dell’educazione naturale. Kant sottolinea l’importanza dell’esercizio fisico svolto attraverso giochi e attività indirizzate dal maestro secondo criteri di utilità. La prima parte dell’educazione corporea, dunque, sarà negativa, ma in seguito diverrà positiva così stimolando e accrescendo le abilità dell’allievo. L’educazione naturale riguarda anche l’anima e si distingue dall’educazione morale per quanto riguarda le facoltà intellettuali e la ragione: insomma deve formare la natura “interna” dell’uomo. l’educazione dell’anima può avvenire sia in maniera libera (attraverso il gioco), sia in forma scolastica (cioè nella forma
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved