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John Locke: La Monarca e il Popolo - Origine e Contesto Storico - Prof. San Mauro, Sbobinature di Storia Delle Dottrine Politiche

Storia modernaTeoria del dirittoStoria della Filosofia Politica

John locke vive in inghilterra durante il dibattito tra corona e parlamento. Egli assiste alla gloriosa rivoluzione del 1689, che segna la fine della monarchia assoluta e l'inizio della monarchia costituzionale. In questo contesto, locke si distingue tra due concezioni del rapporto tra corona e parlamento: il potere proviene dal basso o dall'alto. La vita di locke è segnata dall'incontro con lord anthony ashley cooper, che influenza profondamente i suoi pensieri. 'i 2 trattati sul governo' di locke rappresenta la somma della sua costruzione teoretica. Nel primo trattato, locke si impegna a confutare robert filmer, sostenendo che il potere del sovrano derivi dal popolo. Nel secondo trattato, locke discute più a fondo della politica, dello stato di natura, del contratto sociale e del rapporto tra l'individuo e lo stato.

Cosa imparerai

  • In che periodo storico John Locke vive e scrive?
  • Che due concezioni del rapporto tra Corona e Parlamento discute John Locke?
  • Come secondo Locke, da dove deriva il potere del sovrano?

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

Caricato il 12/05/2022

Francesco_Europa
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4.7

(56)

21 documenti

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Scarica John Locke: La Monarca e il Popolo - Origine e Contesto Storico - Prof. San Mauro e più Sbobinature in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! LOCKE NOTE BIOGRAFICHE E CONTESTO STORICO John Locke vive in Inghilterra nel periodo in cui infuriava il dibattito tra Corona e Parlamento. A differenza di Hobbes, Locke assiste alla “Gloriosa Rivoluzione” del 1689, che segna la fine della monarchia assoluta degli Stuart e l’inizio della monarchia costituzionale, con la salita al trono di Guglielmo III d’Orange, legittimato dal consenso del popolo (il potere viene dal basso). All’epoca, esistevano 2 concezioni circa il rapporto tra la Corona e il Parlamento (o tra organi rappresentativi):  Il potere viene dal basso: pur credendo nella forma monarchica, i sostenitori di questo pensiero affermavano che il potere del sovrano dovesse provenire dal popolo (dal basso). Questa visione di grande apertura democratica è fatta propria da una corrente di pensatori che prende il nome di “monarcomachi”, i quali ammettevano anche il diritto di resistenza, qualora il governante avesse dovuto comportarsi in maniera tirannica;  Il potere viene dall’alto: visione sostenuta dai teorici del diritto divino dei re, secondo i quali il potere del sovrano derivasse direttamente da Dio: l’autorità era sacra e i sudditi non vi si dovevano ribellare (non è ammessa né la resistenza attiva, né quella passiva). Nella storia inglese questa teoria trovò larghi consensi. La vita di Locke fu segnata dall’incontro casuale con Lord Anthony Ashley Cooper, in seguito conte di Shaftesbury. Uomo di grandi aperture democratiche, Lord Ashley fu il fondatore del partito dei Whig1: egli sosteneva che il potere del sovrano dovesse provenire dal popolo – dal basso. Le sue idee influenzarono molto il pensiero di Locke, che ne fece un vero e proprio sistema dottrinario. Il percorso intellettuale di Locke subisce delle trasformazioni. Nella prima opera politica “I 2 Trattati Sul Magistrato Civile”, le sue idee sono conservatrici come quelle di Hobbes. Il magistrato civile corrisponde, grossomodo, all’idea del Leviatano di Hobbes, che garantisce ai sudditi -liberi e uguali allo stato di natura- benessere e sicurezza. Successivamente, Locke si distacca dalle idee filo-conservatrici. Nell’opera “Lettera sulla tolleranza”, egli inizia ad affermare le teorie liberali. A pochi anni dalla “Gloriosa Rivoluzione” (1689), si andò diffondendo l’opera “Il patriarca o il potere naturale del re”, in cui l’autore Robert Filmer teorizzò il diritto divino dei re, cercando di dimostrare storicamente la discendenza dei re da Adamo, progenitore di tutti gli uomini. 1.In Inghilterra vi erano 2 schieramenti:  Tories : sostenevano la teoria del diritto divino dei re;  Whig : affermavano che il potere del sovrano dovesse provenire dal popolo (dal basso). I 2 TRATTATI SUL GOVERNO “I 2 Trattati sul Governo” è l’opera principale di Locke. Essa rappresenta la summa della costruzione teoretica di Locke. Perché si chiama “I 2 Trattati sul Governo”? (domanda d’esame) Perché l’opera si divide in 2 parti: una storica e una teoretica. Nel 1° Trattato sul Governo, Locke si impegna a confutare quanto sostenuto da Robert Filmer, schierandosi dalla parte del catolicissimo Roberto Bellarmino, il quale sosteneva che il potere del sovrano dovesse provenire dal popolo – dal basso. È da sottolineare il fatto che quando Locke polemizza con R.Filmer, sposando la causa liberale, in Inghilterra si è ancora in pieno regime assolutistico. Il 2° Trattato sul Governo si occupa più diffusamente della politica, dello stato di natura, del contratto sociale e del rapporto tra l’individuo e lo Stato. STATO DI NATURA Allo stato di natura, tutti gli uomini nascono liberi e uguali. Essi sono dotati di una ragione sviluppata e con la ragione convivono anche le passioni. Le leggi di natura obbligano l’individuo a non nuocere alla vita, alla salute, alla libertà e agli averi degli altri individui. A differenza di Hobbes e Spinoza, secondo i quali allo stato di natura vigeva lo ius in omnia -il diritto di tutti su tutto- Locke introduce il concetto di proprietà privata. La proprietà privata è legittimata, secondo Locke, dall’energia che l’uomo trasferisce nell’oggetto frutto del suo lavoro. La proprietà privata viene vista come la gratificazione delle energie, che l’individuo investe su un certo bene – concetto che accomuna Locke ai liberali. Per Locke, la proprietà privata ha anche un connotato etico. Il proprietario non può accumulare beni, nuocendo agli altri individui: il proprietario non può accumulare una quantità eccessiva di mele, finendo per privarne tutti gli altri. La prima forma di commercio, allo stato di natura, è il baratto: scambio di merce contro altra merce. Ma il baratto ha degli inconvenienti, primo fra tutti, il fatto che i beni si deteriorano o si decompongono. Nasce così l’idea della moneta, strumento capace di conservare valore nel tempo, a cui si attribuisce un valore convenzionale. Con Locke, la moneta nasce prima dello Stato. Per Hobbes e Spinoza, allo stato di natura c’è una guerra endemica, una guerra che si manifesta per lo spirito aggressivo degli uomini, i quali vivono in uno stato di totale insicurezza; non esiste né il giusto né l’ingiusto; non esiste né bene né il male. Di tutt’altra visione è Locke, secondo cui, allo stato di natura, gli uomini non sono tutti aggressivi; esiste il bene e il male; la forza giusta e la forza ingiusta. Allo stato di natura, c’è un modus vivendi che gratifica l’individuo, il quale può lavorare, può arricchirsi, può vivere bene.
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