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Locomozione e Filogenesi dei primati, Dispense di Anatomia

Appunti sulla lezione del 22/04/2022 sulla locomozione e filogenesi dei primati.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 10/01/2023

mxttiacrosta
mxttiacrosta 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Locomozione e Filogenesi dei primati e più Dispense in PDF di Anatomia solo su Docsity! 1 Lez. 2 di Maria Enrica Danubio – 22/04/2020 – trascrizione di Davide Di Febbo Quando si fanno delle classificazioni filogenetiche, la classificazione degli organismi in un gruppo o in un altro è fatta in base alla comunanza di alcuni caratteri, sia genotipici che fenotipici. Partendo da un phylum generale dei Cordati, proseguendo all'interno della classe dei Mammalia, arriviamo a individuare l'ordine dei Primati. L'ordine dei Primati è un ordine ricco di famiglie, di generi e specie. All'interno dell'ordine dei Primati, quello che è rilevante ai fini di un discorso antropologico è la famiglia degli Ominidi, al cui interno si trova il genere Homo che contiene la specie Homo sapiens. Ogni salto di questo piccolo elenco classificatorio sarà caratterizzato dall'individuazione di caratteri genotipici e fenotipici tipici di quella classe, ordine, famiglia, e così via. Ogni volta che si individuano caratteri nuovi, novità evolutive che emergono comuni a più organismi, dobbiamo coniare un nuovo nome per individuarli. Primati Le caratteristiche dell'ordine dei Primati sono sostanzialmente 2: • miglioramento della vista; • evoluzione di arti adatti ad arrampicarsi sugli alberi: rimanda al tentativo di conquista di un nuovo ambiente (ovvero l'ambiente arboricolo), per necessità o curiosità. Entrambe queste 2 novità, per realizzarsi, comprendono al loro interno la comparsa della capacità di coinvolgere tanti caratteri nella loro realizzazione, tante piccole modificazioni. Miglioramento della vista Affinché si realizzi il miglioramento della vista è necessario fare tante piccole modificazioni: • ingrandimento degli occhi; • progressiva anteriorizzazione di entrambi gli occhi, che da laterali si spostano e diventano frontali; • visione tridimensionale, grande conquista evolutiva realizzata con l'anteriorizzazione degli occhi. La parziale sovrapposizione dei campi visivi di ognuno degli occhi fa sì che si abbia una visione tridimensionale. È una novità importante, perché permette di percepire la profondità, la distanza a cui sta l'oggetto, le sue dimensioni reali, e quindi offre un'arma molto potente di controllo dell'ambiente e di difesa rispetto all'ambiente esterno; • è utile (e si realizza) un perfezionamento della retina, che porta anche alla visione dei colori. Queste modificazioni conferiscono alla vista, e quindi agli occhi, una grande importanza. Gli occhi diventano un prioritario mezzo di comunicazione con l'ambiente esterno estremamente importante, quindi deve essere necessario evolvere una protezione per questi organi: si va a creare una protezione ossea per gli occhi. Si assiste però ad una graduale riduzione dell'importanza dell'apparato olfattorio, che invece in tutti gli altri vertebrati è fondamentale per il riconoscimento e la valutazione 2 dell'ambiente circostante. Il naso progressivamente diventa sempre più corto. Evoluzione di arti adatti ad arrampicarsi sugli alberi Se i Primati riescono a realizzare questa capacità, riescono anche a conquistare un nuovo ambiente: l'ambiente arboricolo. È questa la molla che agisce sulle modificazioni degli arti. Cosa serve per conquistare l'ambiente arboricolo? Articolazioni, spalle e dita molto mobili ed articolate. Queste modificazioni agiscono prevalentemente negli arti anteriori, nell'articolazione delle spalle (cinto scapolare) e nelle dita di questo arto anteriore. Non è roba da poco riuscire a rendere snodate le articolazioni. Per arrampicarsi e spostarsi sugli alberi è necessario disporre di un buon equilibrio, che svilupperanno. Tutto ciò non basta per essere considerato un Primate, perché all'interno di questa capacità di arrampicamento si devono realizzare altre caratteristiche: • pentadattilia: tutti i Primati sono dotati di 5 dita; • per potersi arrampicare sugli alberi devono avere una mano prensile; • affinché la presa sia efficace, anche il palmo della mano deve indurirsi ed ispessirsi, diventando calloso; • avere unghie troppo spesse diventa un ostacolo, pertanto si assottigliano e si riducono; • tutti i Primati hanno il pollice opponibile. La pentadattilia è quindi realizzata con 4 dita parallele tra di loro e un quinto dito che si discosta dalle 4 altre dita, e si differenzia sia per dimensione che per orientamento. I Primati, tra di loro, hanno diverse dimensioni, orientamento e posizione del pollice opponibile. Il pollice opponibile non ce l'ha solo l'uomo. Locomozione dei Primati Tutti coloro che appartengono a questo ordine sono caratterizzati da modalità di locomozione che possono presentare novità rispetto a quelle degli altri vertebrati. La locomozione dei Primati è finalizzata a potersi arrampicare sugli alberi. Tipi di locomozione Adesione verticale e salto Tipo di locomozione arboricola in cui il corpo a riposo è tenuto verticalmente (rispetto al terreno) e premuto contro il tronco o il ramo principale dell'albero, e i movimenti vengono effettuati tramite salti (coinvolge lemure, galago e tarsio). Qui è molto importante l'equilibrio e la presa. Vengono usati tutti e 4 gli arti, che saranno quindi muniti di palmo calloso, opponibilità più o meno marcata del pollice ecc. Chi pratica questo tipo di locomozione svolge tutta la loro vita sugli alberi. I primi a svolgere questa locomozione sono stati i lemuri ed i tarsi. 5 Lori • Habitat: Africa tropicale e Asia meridionale; • comprendono 2 specie di forma gracile; • dimensioni che non superano i 30 cm; • peso che varia tra 80 e 400 g; • abitudini prevalentemente notturne. Potto • Habitat: Africa tropicale e Asia meridionale; • comprendono 3 sottospecie; • dimensioni: 30/40 cm; • peso: circa 1.5 kg; • hanno abitudini notturne; • hanno ancora una leggera prominenza del naso. Lori e potto praticano entrambi la prima forma di locomozione, ovvero aderiscono al tronco con i 4 arti. Hanno entrambi una buona frontalizzazione degli occhi, che sono molto grandi per facilitare la visione notturna. Tarsioidei I Tarsioidei costituiscono un gruppo a parte in quanto risultano filogeneticamente affini agli Antropoidei. La loro separazione dal gruppo che darà origine agli Antropoidei è avvenuta circa 50 milioni di anni fa. • Comprendono 11 specie viventi; • habitat: Asia sud-orientale; • la specie "tipo" è il tarsius tarsier, detto tarsio spettro o maki folletto per i suoi enormi occhi; • dimensioni: circa 35 cm, di cui due terzi di coda, hanno una coda lunghissima; • peso: circa 120 g; • abitudini crepuscolari e notturne; • praticano il primo tipo di locomozione; • una caratteristica che li rende un gruppo a parte è la perfetta articolazione e mobilità delle dita, che sono diventate lunghe e presentano una discreta opponibilità del pollice; • buona frontalizzazione degli occhi e buona riduzione dell'apparato olfattorio, del naso. 6 Antropoidei Si differenziano in: • Scimmie propriamente dette, includono: o Platirrine: scimmie del Nuovo Mondo (America meridionale), hanno un naso piatto; o Catarrine: scimmie del Vecchio Mondo (Eurasia e Africa), hanno un naso ancora un po' prominente; • Ominoidei, che includono: o Ilobatidi (gibboni); o Pongidi (le Antropomorfe, ovvero orango, gorilla e scimpanzé); o Ominidi (uomo e suoi antenati). La separazione degli Antropoidei dalle Proscimmie è avvenuta circa 50 milioni di anni fa. Fine lezione
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