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Lotta per le Investiture - riassunto completo, Schemi e mappe concettuali di Storia

Riassunto completo sulla Lotta per le Investiture

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 18/06/2023

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Scarica Lotta per le Investiture - riassunto completo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! LOTTA PER LE INVESTITURE L’età degli Ottoni I regni nati dalla dissoluzione dell’Impero Carolingio Con la deposizione dell’ultimo imperatore carolingio Carlo III il grosso, nell’Occidente si aggravò lo stato di turbolenza causato dei grandi feudatari che eleggevano il re. Il periodo di anarchia iniziato con la dissoluzione dell’impero di Carlo Magno non impedì che emergessero alcune formazioni statali più o meno stabili: - il regno dei franchi occidentali - Il regno dei franchi orientali - Il regno di Borgogna - Il regno d’Italia Dopo una serie di successioni, nel 987, la corona dei franchi occidentali era passata nelle mani di Ugo Capeto. Con lui ebbe inizio la dinastia dei capitingi, che rimase fino alla Rivoluzione Francese. Nel regno dei Franchi orientali si erano affermati grandi ducati regionali sempre in lotta per la corona. Il regno d’Italia comprendeva l’area settentrionale della penisola e parte delle regioni centrali. Restavano escluse le terre amministrate dalla chiesa, il meridione e le isole dove l’imperatore di Bisanzio cercava di imporre la sua autoritàIl regno, segnato da lotte convulse fra i feudatari era minacciato, a nord dalle pretese imperiali di sovrani germanici e a sud dalle mire del Papa. Ottone I e la rinascita dell’Impero In Germania c’era il sogno di ripristinare il potere imperiale.per ottenere il titolo di imperatore era necessaria la consacrazione del Papa e assumere la corona d’Italia, che manteneva vivo il legame con la tradizione romana. Queste condizioni si verificarono con Ottone I di Sassonia, lui dopo una serie di guerre fortunate riuscì a impossessarsi del regno d’Italia. Era sollecitato dalla bella Adelaide, vedova del re d’Italia Lotario II, assassinato dal suo consigliere, lui aveva fatto imprigionare Adelaide e nel 950 era divenuto re con il nome di Berengario II. Adelaide riuscì a fuggire e a raggiungere la Germania, qui si offrì in sposa a Ottone I, Che scese in Italia e sconfisse Berengario II, divenne così re d’Italia. In Europa riprese vigore l’Impero, secondo una nuova forma di sacro Romano impero di nazione germanica.rispetto all’impero di Carlo Magno era territorialmente più ristretto. Ottone I e la Chiesa Quando divenne imperatore Ottone I decise di regolare i rapporti tra impero e chiesa.le terre donate alla chiesa da Liutprando, Pipino e Carlo Magno garantivano l’indipendenza del pontefice che era interessato ai giochi politici. Qui i suoi intrighi, Marozia era riuscita a imporre una serie di papi che non avevano altro merito se non quello di favorire le sue manovre. La corruzione morale che rendevano così agitata la vita romana provocarono l’intervento imperiale. Ottone I confermo la validità delle donazioni fatte al Papa dai suoi predecessori, riconoscendo il potere temporale della chiesa ma riservò a se stesso il diritto di nominare il pontefice. È il cosiddetto Privilegium Othonis del 962, Che garantiva l’avvicendarsi sul soglio pontificio di papi di suo gradimento. Ma era destinato a provocare uno scontro molto aspro fra chiesa e impero. Ottone I puntò Sui vescovi a cui affidò, mediante l’investitura, i feudi e le annesse prerogative amministrative, giudiziarie e militari che Carlo Magno, a suo tempo aveva affidato ai conti. L’imperatore così otteneva un duplice vantaggio: 1. L’assenza di figli legittimi a cui trasferire l’incarico, permetteva che il beneficio assegnato al Vescovo poteva tornare nelle mani del sovrano alla morte del vescovo beneficiario 2. Ottone I correva meno rischi di tradimenti o ribellioni. Più vescovi investiva maggiormente Ottone I allargava la cerchia delle persone sicure sulle quali contare. Ottone I e l’Impero bizantino Ottone I riteneva che la sua missione fosse quella di proteggere la Chiesa è il papa. I musulmani e bizantini erano in continuo contrasto con il pontefice, Ottone I volle cacciare definitivamente e intraprese contro di loro una serie di campagne militari nell’Italia meridionale e insulare.questo progetto fallì, l’aggressiva politica di espansione di ottone primo spavento l’imperatore di Bisanzio, che riconobbe Ottone I come imperatore. Per suggellare la pace concesse in moglie la figliastra Ottone II, il figlio diciassettenne di Ottone I. Un anno dopo questo matrimonio (nel 973) Ottone I morì. Ottone II e Ottone III Il giovane ottone secondo riprese il progetto paterno di conquista l’Italia meridionale, ma non riesci a portarlo a termine.morì di malaria a 28 anni nel 983. Il figlio di ottone secondo aveva allora solo tre anni, ma la madre riuscì a governare e a mantenere il regno fino alla sua morte prematura, avvenuta quando Ottone III aveva ancora 11 anni. La tutela passò nelle mani della nonna de Lied fino al 994 quando a 14 anni ottone III raggiunse la maggiore età e poté assumere il governo. Intanto su cugino era stato eletto Papa con il nome di Gregorio V. Da lui a soli 16 anni ottone III fu incoronato imperatore a Roma nel 996. Ottone III sognava di resuscitare la grandezza dell’impero di Roma nella forma cristiana data da Carlo Magno. Vedeva nella stretta collaborazione tra impero e chiesa l’unica chiave per realizzare la renovatio imperii. Lui sognava di regnare su tutto il mondo insieme al nuovo pontefice Silvestro secondo che era un dottissimo uomo di chiesa i cui interessi erano talmente vasti e insoliti da destare sospetti di stregoneria. Ma il sogno di ottone terzo fu presto distrutto dalla ribellione dei feudatari tedeschi che approfittarono della sua lontananza dalla Germania.contro di lui insorsero anche le potenti famiglie romane, decise a riappropriarsi dell’elezione papale.ottone terzo morì improvvisamente a soli 22 anni, il suo corpo fu legato in sella un cavallo dagli uomini che gli erano stati più fedeli in modo che i romani non si accorgessero che usciva dalla città un cadavere: temevano che avrebbero cercato di fare scempio del corpo del defunto. La riforma della Chiesa: i nuovi ordini monastici Una Chiesa da rinnovare L’inquadramento della chiesa promosso dagli ottoni aveva creato una vera propria aristocrazia ecclesiastica, che godeva di grandi privilegi. La stessa elezione del Papa aveva svilito la figura del pontefice, ridotto a un fantoccio da usare per i giochi di potere. La simonia, ovvero la concessione di cariche ecclesiastiche in cambio di denaro, era una piaga allora molto diffusa nella chiesa. I vescovi erano scelti non tanto per le qualità religiose, quanto per le capacità militari e la fedeltà all’imperatore. Si trattava spesso di uomini amanti del lusso e dei piaceri che avevano versato grandi somme e dopo le elezioni avevano cercato di rifarsi concedendo benefici a pagamento. Benché i sacerdoti allora potessero sposarsi regolarmente, nel clero era diffuso il nicolaismo (una setta i cui membri legittimavano il matrimonio dei preti), per cui numerosi preti vivevano con delle concubine. Questa diffusa corruzione provocò un forte bisogno di rinnovamento: dapprima con la nascita di nuovi ordini, poi furono i pontefici ad attuare delle riforme concrete, infine si diffuse in ambito urbano Molti fedeli desideravano il ritorno a una chiesa povera, i cui rappresentanti fossero un modello di vita.ogni tanto i fedeli si ribellavano questo portò alla nascita di movimenti che spesso la chiesa condannò come eretici. Il ruolo dei monaci nella riforma ecclesiastica Nell’XI secolo furono i monaci a spingere per una riforma ecclesiastica. Gli effetti della corruzione del clero erano avvertiti pesantemente nei monasteri.d’altra parte, l’imperatore era un’autorità lontana e spesso non era in grado di difendere i monasteri dall’ingerenza dei principi e dei vescovi locali. Questo rendeva i monasteri sottomessi. All’inizio la spinta riformatrice partita ai monaci e si rivolse verso il clero secolare, mirando a debellare la pratica della simonia e il matrimonio dei sacerdoti. I monaci volevano il ritorno a una vita il più possibile pura E ambivano a svincolare il clero dalla soggezione all’autorità laica.  Il faro della riforma monastica fu l’abbazia benedettina di Cluny, i monaci di Cluny non condannavano il possesso dei beni da parte della chiesa, tuttavia proponevano il ritorno allo spirito originario della regola benedettina, come strada per raggiungere la purezza morale. I cluniacensi attribuivano molta importanza alla liturgia e trascorrevano in chiesa gran parte del giorno e della notte. Il monastero di Cluny riuscì in breve tempo a rendersi indipendente dai signori o dei vescovi conti poiché i monaci decisero di obbedire solo al Papa. giuramento di fedeltà. Enrico non aveva più l’autorità di sovrano e alcuni feudatari tedeschi ne approfittarono per sostituirlo. Progettarono di riunirsi ad Augusta, in Baviera, e Gregorio si mosse per raggiungerli. Enrico passo le Alpi e gli venne incontro. Gregorio allora giudico più prudente deviare chiudersi nel muninitissimo castello di Matilde a Canossa e lì, bene a riparo, aspettare l’evolversi degli eventi. Quando l’imperatore arrivo al castello, capì che l’unica mossa da fare era ottenere il perdono del Papa, così da riacquistare autorità sui suoi sudditi. In quell’anno, il 1077, l’inverno era durissimo. Enrico rimase tre giorni scalzo nella neve, fuori dalle mura del castello a pregare e supplicare. Finalmente anche per l’intervento di Matilde, parente dell’imperatore, dell’influente abate Ugo di Cluny, il Papa perdonò il sovrano scomunicato. Enrico fece ritorno in Germania e riuscì a sconfiggere i feudatari ribelli. Di nuovo in urto con Gregorio, lo scomunicò una seconda volta nel 1080. La situazione era però cambiata a favore dello scomunicato. Enrico fece eleggere un antipapa, Clemente III. Nel 1084 l’imperatore si diresse quindi verso Roma e la pose d’assedio mentre Gregorio si rifugiava nella fortezza di Castel Sant’Angelo. A malincuore Gregorio VII si trovò costretto ad accettare l’offerta di aiuto dei vicini normanni.Gregorio fu quindi liberato dalle milizie normanne, ma la città di Roma fu duramente saccheggiata. Il Papa segui normanni a Salerno, dove morì nel 1085. Concordato di Worms I successori di Gregorio, urbano II e Pasquale II, cercarono di risollevare il prestigio della chiesa. Urbano II proibì ai laici di criticare i costumi dei sacerdoti e pronunciò la prima condanna contro i patarini come eretici: da alleati questi su trasformarono in nemici; bandì la prima crociata con il famoso proclama di Clermont. Pasquale II stabilì un accordo con i sovrani d’Inghilterra e Francia, ai quali vescovi avrebbero dovuto prestare un giuramento di fedeltà solo dopo aver ricevuto la nomina del Papa. La lotta per le investiture si concluse soltanto nel 1122, con il contatto di Worms, una città della Germania sud-occidentale, stipulato tra l’imperatore Enrico V e il Papa Callisto II. Fu stabilito che nella nomina dei vescovi, la consacrazione religiosa avrebbe preceduto l’investitura feudale. Soltanto in Germania l’investitura feudale sarebbe avvenuta prima della consacrazione religiosa da parte del pontefice. Si trattava di una soluzione di compromesso dopo lunghi anni di scontri, ma la chiesa risultò vincente perché era riuscita alla fine a sottrarre alle autorità laiche la nomina dei vescovi. L’elezione del Papa non dipendeva più dall’imperatore, ma dai cardinali. Il pontefice si era ormai imposto come capo spirituale di tutta la cristianità e anche i sovrani gli mostravano un doveroso rispetto. La chiesa era pronta a diventare una monarchia tutti gli effetti, i sovrani germanici dovettero rinunciare all’ideale universale di un impero cristiano. 5) I normanni in Inghilterra e nell’Italia meridionale I normanni conquistano l’Inghilterra Nel corso del X secolo, nella Francia settentrionale si andava consolidando il ducato di Normandia, un vasto insediamento concesso in feudo a Rollone, capo dei normanni, dal re franco. Nel IX secolo i normanni avevano seminato il terrore fra le popolazioni europee: in Francia risalivano con le loro agili barche e compivano saccheggi e razzie nei monasteri dei villaggi. Gli invasori durante l’inverno avevano bisogno di fermarsi e trovare riparo in attesa della primavera. Iniziarono così a costruire degli accampamenti all’imbocco dei fiumi che divennero via via dei mercati e questi temibili saccheggiatori si integrarono con le popolazioni locali. La strada consisteva nella conversione al cristianesimo. Un secolo dopo i normanni si mossero dal ducato di Normandia per conquistare il vicino regno d’Inghilterra. Quando nel 1066 morì Edoardo III, il duca Guglielmo si proclamò suo erede legittimo. In Inghilterra intanto era stato eletto re Aroldo, ma Guglielmo considerava questa elezione un tradimento perché, a suo dire, Aroldo gli aveva giurato fedeltà e si era impegnato a riconoscerlo come successore di edoardo. Guglielmo si mosse dalla Lombardia e con circa 8000 uomini sbarco Hastings, dove il 14 ottobre del 1066 sconfisse l’esercito di Aroldo e divenne padrone del regno d’Inghilterra. Guglielmo fu eletto re con il nome di Guglielmo I. Guglielmo il re d’Inghilterra Guglielmo I governò in Inghilterra per molti anni. Egli organizzò feudalmente il regno, distribuendo i territori conquistati ai cavalieri normanni che l’avevano accompagnato nella spedizione in cambio del giuramento di fedeltà al re. Per giudicare nei tribunali, arruolare le truppe e riscuotere le imposte creò una rete di funzionari che agivano in nome del re, scelti e pagati direttamente da lui. Fece compilare una minuziosa inchiesta che descriveva e censiva tutte le terre, le famiglie e i beni dell’Inghilterra. Vuole sapere quanto fossero grandi poderi. Quali fossero i confini. Il numero dei contadini e dei servi, il numero e la specie delle bestie allevate. Per la prima volta nella storia venne redatto un libro del catasto, cioè la registrazione di tutte le terre del paese dell’annotazione dei possessori attuali e precedenti. Il libro fu chiamato Domesday book. Guglielmo stabilì che le foreste fino ad allora accessibili a tutti e rifugio per i ribelli e banditi divenissero riserva di caccia del re. Lo stabilirsi dei romani l’Inghilterra ebbe conseguenze anche di carattere linguistico: il latino, la lingua internazionale, si sostituì al sassone come lingua ufficiale sctitta. Si introdussero molte parole francesi che la lingua inglese di oggi ho conservato. Guglielmo non rinunciò alla Normandia: questo doppio dominio aprirà la strada a molte guerre perché i re di Inghilterra e di Francia pretenderanno ciascuno diritti sulle terre dell’altro. I normanni nell’Italia meridionale Alcuni guerrieri normanni si erano stabiliti anche nell’Italia meridionale a scapito dei bizantini. Inormanni infatti non avevano perso il loro spirito avventuroso né rinunciato a coltivare il sogno del saccheggio. Nel 1059 Roberto il Guiscardo era riuscito a diventare, con il consenso del Papa Niccolò II, duca di Calabria e di Puglia. Dopo una guerra durata trent’anni, Ruggiero I riuscì a cacciare i musulmani dalla Sicilia: i possedimenti via via conquistati dai normanni furono infine unificati nel 1130 da Ruggiero II d’Altavilla. Terminava così il dominio musulmano e bizantino nell’Italia meridionale. Il regno normanno comprendeva Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata e in seguito anche l’Abruzzo. Ruggiero II riuscì nell’impresa usando come strumento di governo il terrore. Ruggiero II dovette vincere una forte opposizione, sia da parte delle popolazioni conquistate, sia dai baroni normanni che avevano contribuito al successo, ma seppe anche tollerare diversità di cultura e di religione: regnava su musulmani, bizantini, longobardi e latini. Per celebrare la propria potenza si fece ritrarre come un sovrano bizantino. La creazione del regno normanno fu un avvenimento importantissimo nella storia dell’Italia perché da quel momento e fino alla conquista di Garibaldi del 1860, l’Italia meridionale formò un regno distinto.
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