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Splendore culturale e artistico della Danimarca sotto Oldenburg - Prof. Pagnini, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Il periodo di splendore culturale e artistico della danimarca sotto la dinastia oldenburg, dal regno di federico ii al regno di cristiano iv. Federico ii aveva l'intenzione di rendere la danimarca uno dei regni più potenti d'europa, espandendola per dominare il baltico. Egli fu un mecenate di artisti e appassionato di astronomia, chimica, alchimia, letteratura, musica e poesia. Tycho brahe, figlio di una dama di compagnia della regina e comandante delle truppe reali, fu uno dei più potenti studiosi del panorama scientifico del tempo, che federico richiamò in patria per vantarsi del suo prestigio. La regina sophia, che era il motore culturale della famiglia, trasmesse ai figli la sua concezione rinascimentale e favorì attivamente la carriera internazionale di sua figlia anna.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 21/12/2022

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Scarica Splendore culturale e artistico della Danimarca sotto Oldenburg - Prof. Pagnini e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! 1. Sotto il regno della dinastia tedesca di Oldenburg la Danimarca visse un periodo di significativa vivacità culturale e artistica, dall’ascesa di Federico II nel 1559 al regno del figlio Cristiano IV (dal 1588 al 1648). 2. La Danimarca fu una corte luterana mai isolata. Infatti mantenne sempre stretti rapporti diplomatici, politici e culturali con la Francia, l’impero, l’Italia e l’Inghilterra. 3. Federico II, alla morte del padre Cristiano III, aveva intenzione di far diventare la Danimarca uno dei regni più potenti d’Europa, espandendola per avere il dominio sul Baltico. Il padre invece si era sempre occupato maggiormente di questioni interne a causa di problemi con dissidenti cattolici del Rigsraad (Consiglio di Stato). 4. Gli anni di guerra che Federico dovette affrontare non gli impedirono di realizzare un “risanamento” culturale e la razionalizzazione di un patrimonio architettonico civile e regale. Per fare questo, si spostava di frequente di corte in corte. 5. Da ricordare la residenza di Skanderborg, la quale venne fatta demolire per costruirvi un palazzo rinascimentale dove Federico poteva ritirarsi. 6. Il definitivo stanziamento avvenne nella residenza di Helsingor (Elsinore), che si trovava precisamente sulla punta nord-est dell’isola di Zealand, al confine tra Danimarca e Svezia. Il nuovo castello doveva rappresentare la magnificenza culturale del potere danese. 7. L’architetto fiammingo Hans Hendrik van Paesschen fu quello che lo progettò. Ampliò le parti esterne e razionalizzò le strutture interne. Nel 1578 Federico decise di ampliarlo ulteriormente per renderla una delle residenze reali più grandi d’Europa. Vennero ripensati gli spazi in senso rinascimentale → la cappella medievale divenne una sala da ballo facilmente raggiungibile dalla regina Sophia dalla Dronningens Galleri (galleria della regina). Divenne simbolo di un regno che desiderava essere perfettamente integrato. La residenza sarà di ispirazione per la tragedia di Amleto. 8. Federico II e la regina Sophia furono mecenati di artisti e appassionati di astronomia, chimica, alchimia, letteratura, musica e poesia. 9. Tycho Brahe: giovane scienziato sostenuto dai due sovrani in quanto figlio della dama di compagnia della regina e comandante delle truppe reali. Federico lo richiamò in patria per vantarsi del prestigio di possedere uno dei più potenti studiosi del panorama scientifico del tempo. Brahe però era poco propenso ad abbandonare la scientifica tedesca, così Federico gli offrì la proprietà sull’isola di Hven che, dal 1576, divenne un importante centro scientifico e si impose come uno dei centri di studi astronomici più importanti del Nord Europa. 10. La regina Sophia considerava il mecenatismo uno strumento per l’arricchimento individuale e non solo uno strumento politico, come invece lo considerava il marito. Si dedicò perciò all’erudizione delle arti. Era sostenitrice di Brahe e portò i propri genitori ad ammirare il suo centro scientifico, anche per compiacere il padre, appassionato di alchimia. La regina si intratteneva molto con Brahe per discorrere. Fu in una di quelle occasioni che lo scienziato le presentò l’amico Vedel (Velleius), poeta e storico, che la regina convinse a pubblicare le sue ballate danesi. 11. Sophia era quindi il motore culturale della famiglia. Trasmise ai figli la propria concezione rinascimentale. Era di 24 anni più giovane del suo consorte e diede vita a ben 7 figli, seconda dei quali fu Anna (14 ottobre 1574). 12. Anna all’età di 17 anni fu incoronata regina di Scozia e Irlanda. Sophia le aveva dato un esempio di sovranità femminile e di una madre devota che aveva sempre voluto occuparsi personalmente della crescita e dell’educazione della prole. 13. Sophia venne iniziata all’amore per la cultura dal padre Ulrico III e per tale ragione mandò i propri figli alla corte di Meclemburgo per far sì che ricevessero un’ottima istruzione. Mostrò inoltre un’innata attitudine al governo, soprattutto quando si batté contro le leggi autoctone supportate dalla nobiltà del Rigsraad per avere la reggenza dopo la morte del marito Federico II, avvenuta nel 1588. e per affiancare il figlio Cristiano, allora solo undicenne. Non ottenne la reggenza ma riuscì a sostenere il figlio. 14. Sophia si occupò della carriera internazionale di sua figlia Anna attivamente. Favorì il matrimonio con Giacomo IV Stuart, re di Scozia e Irlanda, con il quale mantenne un rapporto stretto e familiare limitando i danni diplomatici che aveva commesso il suo consorte. 15. Anna trasse molto dalla madre. Ebbe vivido il ricordo dei festeggiamenti alla nascita di suo fratello Cristiano, primo maschio della famiglia reale. Gli ospiti vennero intrattenuti con un banchetto. 16. Da adolescente Anna partecipò come una degli “attori” principali. Venne iniziata anche lei dal padre alla cerimonialità ufficiale, soprattutto per la celebrazione per conferire il titolo di erede al trono di Cristiano. L’evento successe nel castello di Viborg. Per l’occasione, vi fu rappresentato un omaggio a Salomone (King’s Solomon Homage). Fu la prima occasione per Anna di vedere attori intrattenere il pubblico dopo il banchetto. Quasi certamente fu Sophia l’ideatrice dello spettacolo in quanto Federico II non ne era molto amante, anzi, si dice che si alzasse e si ritirasse nelle proprie stanze oppure che si nascondesse sotto il tavolo per continuare a bere indisturbato pur di evitarlo. 17. Anna e il figlio Enrico erano invece molto amanti dello spettacolo. Nel loro Whitehall Palace andò in scena per la prima volta la Tempesta di Shakespeare. 18. Riguardo la spettacolarità cerimoniale è utile ricordare i funerali di Federico II avvenuti il 5 giugno 1588 e organizzati dalla moglie Sophia contro le sobrie consuetudini stabilite dal Rigsraad. Ci fu un pageant e una lunga processione fino alla cattedrale di Roskilde, luogo della sepoltura. 19. Il matrimonio di Anna con Giacomo IV Stuart fu un’unione civile che avvenne il 20 agosto del 1589 nel palazzo reale di Kronborg quando lei aveva appena 14 anni. Fu una cerimonia austera dove il momento culminante era il rito delle torce: gli sposi venivano condotti alla camera nuziale da una processione di 24
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