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LUIGI XIV, FRANCIA DURANTE IL XVIII SECOLO, Appunti di Storia Moderna

appunti sulla Francia settecentesca e Luigi XIV

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 12/01/2023

tedy-bori
tedy-bori 🇮🇹

4.5

(2)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LUIGI XIV, FRANCIA DURANTE IL XVIII SECOLO e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA FRANCIA E LUIGI XIV È un processo molto lungo che porta la Francia a un periodo di assolutismo. A livello religioso, quando sale al trono Enrico IV nel 1594 la Francia è fortemente indebolita dalle guerre di religione fra le fazioni dei cattolici degli ugonotti. Dopo aver concesso l’editto di Nantes nel 1598, Enrico porta avanti due obbiettivi. Il risanamento economico: nel 1604 istituisce la paulette, una tassa con la quale si rendono ereditarie le cariche pubbliche. Questo da un lato ha un effetto positivo perché permette un processo di risanamento ma dall’altro queste cariche pubbliche vengono sempre tramandate tra famiglie di nobili e non c’è un cambio quindi. A livello politico, enervio IV, deve muoversi su un terreno minato. Agli inizi del 600 il potere assoluto rimane sempre alla spagna. Deve cercare di lavorare sul piano diplomatico per avviare delle alleanze dinastiche avviando delle trattative con la spagna. Si arriva a stringere anche rapporti con l’Inghilterra per cercare di ridimensionare questa potenza. Riordinamento dell’amministrazione: Enrico promuove un ampliamento dell’apparato burocratico tramite un aumento dei consigli degli uffici… bisogna cercare di mettere in moto anche l’economia francese. Uno dei problemi più grandi per Enrico è quello di avviare un processo relativo all’industria francese. I 30 anni delle guerre di religione hanno devastato un’economia che era già debole. Agli inizi del Seicento la produzione manifatturiera è calata del 50%. Cerca di lavorare non soltanto sui nobili, la maggior parte di chi popola la classe sono gli agricoltori. Cerca di far diventare la Francia un paese che possa competere con l’Inghilterra, con la spagna. Incentiva lo sviluppo della produzione manifatturiera creando nuove: seterie, telerie, vetrerie; cerca di indebolire le importazioni da Inghilterra e spagna. Si da l’avvio a un processo di espansione coloniale. Per la prima volta la Francia decide di puntare l’attenzione sulla parte a nord del continente americano, la parte che è rimasta scoperta. Si favorisce la spedizione di Samuel de Champlain che nel 1608 fonda Québec che è il primo insediamento della nuova Francia (attuale Canada). Fino alla metà del 600 il Canada viene gestito dalla compagnia dei cento associati, un’associazione fondata nel 1627 da Richelieu. Ha il compito di promuovere il commercio delle pellicce e il popolamento della nuova Francia. Rispetto alle colonie spagnole, la nuova Francia attira però pochissimi coloni. 3000 nel 1642, mentre nel new england ce ne sono 20000. Le cause sono tre: scarse possibilità di profitto, nativi troppo ‘’selvaggi’’ e pochi, clima troppo rigido. Fino alla metà del Seicento la nuova Francia rimane più una terra di missione che una colonia. I missionari che vengono inviati li sono gli unici che accettando di vivere con i nativi. Gli altri coloni francesi vivono nei pochi insediamenti fortificati (Montreal, Québec, Port Royal). Il regno di Enrico IV dura poco. La sua politica e il suo tentativo di stabilire dei rapporti con le potenze protestanti non è tollerato dalle fazioni cattoliche radicali. Nel 1610 viene assassinato da un fanatico ultracattolico. Con la sua morte si apre l’ennesima crisi dinastica. Ufficialmente il suo legittimo erede è un ragazzino molto giovane che ha bisogno di una persona accanto per governare. Chi era reggente della Francia dal 1610 al 1617 è Maria de Medici, che, come Caterina, deve muoversi in maniera molto diplomatica. Si appoggia a un personaggio che viene mal visto, perché anche lui di origini italiane, la xenofobia si ripete; governa con l’aiuto di Concino Concini; si introduce a corte il termine ‘’favorito’’. Il favorito nel caso di Concino Concini comincia ad emergere come un suo consigliere fidato ma non ha nessun legame con Luigi XIII. Emerge come il consigliere più importante di Maria de Medici. La scelta di Maria de Medici di appoggiarsi ad un favorito non è un concetto nuovo. Questa prassi viene introdotta da Filippo III; nel 1598 nomina Francisco Gomez de Sandoval y Rojas, duca di Lerma come suo valido. Con valido si intende una grossa delega del potere da parte del sovrano ad un membro dell’alta aristocrazia al fine di aumentare la base del suo consenso. questo sistema di delega porta però alla nascita di due fazioni a corte: una prevalente, legata al favorito; una minoritaria, che si oppone al favorito per prenderne il posto. Anche in Inghilterra emerge questa funzione, George Villiers primo duca di Buckingham, come consigliere personale del re Giacomo I. Il governo di Maria de Medici provoca malcontento fra ampi strati della nobiltà e del popolo francese. Le critiche sono contro: la sua politica interna: è contraria al processo d’accentramento dei poteri iniziato da Enrico IV. La sua politica internazionale: è favorevole ad un’alleanza con la Spagna. Nel 1615 favorisce il matrimonio fra Luigi XIII e Anna d’Austria figlia di filippo III. I problemi cominciano ad esplodere in modo netto verso il secondo decennio del 1600. Fra il 1614-17 i contrasti diventano un conflitto aperto: 1614, 1616 rivolte dei principi protestanti (intesi come ugonotti) 1614 ostilità contro gli stati generali, l’assemblea generale dei tre ordini: nobiltà, clero, borghesia. Questa è l’ultima volta che vengono convocati gli stati generali, che vengono sciolti, prima del 1789. 1617 a fronte del crescente malcontento, luigi xiii decide di assumere il controllo del regno. Concino Concini viene assassinato, Maria de Medici viene estromessa che prova a riprendere il controllo ma viene sconfitta dall’esercito di luigi. Luigi sceglie un suo favorito che è Carlo d’Albert, duca di luynes. Il vero momento di svolta è quando arriva al potere, il cardinale Jean-Armand du Plessis de Richelieu. È una persona determinata, h auna strategia molto precisa di far diventare la Francia un paese egemone. La sua carriera è molto veloce, viene nominato vescovo cardinale e soprattutto arriva il momento di svolta per la storia francese, viene nominato primo ministro. Luigi gli da un ampio potere. Richelieu da avvio ad un programma di politica interna e internazionale per raggiungere tre obbiettivi: la stabilità interna della Francia; indebolimento economico e politico degli ugonotti. Il rafforzamento del potere burocratico centrale; lotta contro i nobili, difesa della chiesa gallicana. Far emergere la Francia come unica e vera potenza continentale tramite alleanze con potenze protestanti (province unite, Inghilterra). A livello interno Richelieu aumenta il potere degli intendenti per estendere il controllo sulle provincie; fa imprigionare parecchi membri della nobiltà con tendenze ribelli. Aumenta il prelievo fiscale, senza convocare gli stati generali; introduce la ‘’taglia’’, un’imposta che grava sulle campagne. Organizza un esercito imponente: da 12000 uomini sotto Enrico IV a quasi 150000. 1628: conquista la piazzaforte della Rochelle. Limita il potere degli ugonotti. A livello di politica internazionale la strategia di Richelieu è quella di contrastare le mire espansionistiche della spagna. Sostiene le ribellioni che nel 1640 esplodono in catalogna e portogallo. Fa entrare la Francia nel 1635 nella guerra dei trent’anno (1618-1648) nello schieramento antispagnolo. Nel 1642 Richelieu muore, l’anno successivo muore luigi xiii. Il successore luigi iv è un bambino e si ricorre ad Anna d’Austria come reggente. Il governo viene preso dal cardinale italiano Giulio Mazzarino che arriva in Francia nel 1634 come legato pontificio. 1634-1636 è nunzio a Parigi. 1639 viene chiamato da Richelieu per essere al suo servizio, allora Richelieu si rende conto che può essere il suo sostituto. La politica di Mazzarino ricalca quella di Richelieu: forte accentramento del potere a scapito del parlamento. Continua richiesta di tasse per sostenere le sempre più forti spese militari. Il problema di Mazzarino rispetto a Richelieu è che c’è già una propaganda contro di lui, ancora una volta c’è un risentimento di stampo xenofobo. Le classi nobiliari si rendono conto che la figura di Mazzarino non può più essere tollerata. Principalmente si verifica un movimento di protesta chiamato la fronda. Il movimento è composto da membri del parlamento che non vogliono pagare le tasse, e dalla nobiltà che si sente esclusa dalle cariche politiche. 1648-1653 la rivolta della fronda diventa uno scontro fra Mazzarino e principi della nobiltà, capitanati da luigi II di Borbone-Condè. 1653 la rivolta termina con il ritorno di Mazzarino a Parigi e la sconfitta dei nobili rivoltosi. Nel 1654 luigi iv viene incoronato re di Francia. Nel 1659 firma il trattato dei Pirenei che sancisce la fine delle ostilità fra Francia e spagna. Una delle clausole del trattato prevede che Luigi XIV sposi Maria Teresa d’Asburgo, figlia del re spagnolo Filippo IV. Nel 1661 Mazzarino muore. Luigi xiv decide di non voler più avere un primo ministro. Comincia un processo d’accentramento di tutti i poteri nelle sue mani. Riorganizza l’esercito, sottraendolo al controllo dei nobili. Luigi XIV presiede quattro consigli chiave: Conseil des dépêches: amministrazione territoriale. Il Conseil royal des finances: per la gestione della l’esercito. Vengono erroneamente abbassati i dazi sulle merci estere; grossa ripercussione sull’industria manifatturiera. A partire da Luigi XV la società francese è ormai stratificata in tre grossi gruppi: - la nobiltà - il clero - il terzo stato che include artigiani commercianti e contadini; è quello che subisce la maggior tassazione e le continue crisi economiche. Situazione della classe contadina: stragrande maggioranza della popolazione 85%, è la più povera. Tre cause principali: -risente più di tutte di un sistema agrario arretrato -presenza diffusa del feudalesimo, con forme di vassallaggio, mai abolite -20 % dei terreni agricoli in mano alla nobiltà, 10 % in mano al clero; 30 % in mano alla borghesia e 40% in mano ai contadini. Nel 1789 la crisi finanziaria è dichiarata. La Francia è in bancarotta. A fronte della crisi, Luigi XVI decide di convocare gli stati generali per il mese di maggio del 1789. La soluzione è presa per avere il consenso per imporre nuove tasse. È la prima convocazione degli stati generali del 1614. Gli stati generali prevedevano una convocazione di tutti e 3 i rappresentati clero, nobiltà e terzo stato. Il problema di questi stati generali è quello di stabilire quanti rappresentanti di una singola fazione può partecipare. Non c’è una modalità per scegliere i rappresentanti. Problema numero di rappresentanti da attribuire al terzo stato. Modalità di voto: la questione ruota attorno al fatto se dare un voto unico a ogni ordine o se dare il voto ad ogni deputato per ordine. Emergono dei personaggi, nel mondo della nobiltà. Sulle modalità di voto si formano due gruppi contrapposti: la nobiltà liberale, guidata da Luigi Filippo, duca d’Orléans, sostiene il voto a testa. Visione di una monarchia parlamentare. La nobiltà e il clero conservatori, guidati da Luigi Stanislao Saverio, conte di Artois. Sostengono il voto per ordine. Visione di una monarchia che protegge i diritti nobiliari e del clero. La posizione di Luigi XVI è molto incerta. Dapprima concede il raddoppio dei numeri dei deputati del terzo stato, ma non il voto a testa. 5 maggio 1789 apertura degli Stati generali. Sin dall’inizio la discussione è incentrata sulle modalità d’elezione. Fortissimi contrasti fra nobiltà liberale e nobiltà conservatrice. 17 giugno 1789, esplode la rivolta dei rappresentanti del terzo stato. Si autonominano assemblea nazionale in rappresentanza di tutta la nazione. 20 giugno 1789: i rappresentanti del terzo stato si nominano assemblea nazionale costituente con lo scopo di elaborare e scrivere la prima costituzione democratica francese. 9 luglio 1789: Luigi XVI riconosce il ruolo dell’Assemblea costituente la decisione del re di reprimere l’assemblea è fermata dall’intervento delle masse popolari di Parigi. 14 luglio 1789: cominciano le rivolte popolari contro la monarchia. Attacco e presa della Bastiglia. La presa della Bastiglia porta ad una partecipazione diretta del popolo nelle vicende della rivoluzione. Fenomeno del protagonismo popolare: il popolo viene informato delle decisioni prese dall’assemblea attraverso la partecipazione a gruppi politici (i club termine che all’epoca si riferiva a associazioni di cittadini che si riunivano e avevano una serie di rappresentanti che si impegnavano a portare avanti tutta una serie di richieste, avevano un ruolo attivo). Il fenomeno della Rivoluzione francese che parte da Parigi si estende anche nelle campagne. Ribellione contro il sistema feudale e di potere dei nobili. Contesto con tre gruppi principali: - Corte - Assemblea nazionale - Masse popolari organizzate in movimenti armati. Un esempio sono i sanculottes – sanculotti, membri della piccola borghesia e del proletariato Dei tre gruppi politici l’assemblea è quella che cerca di svolgere un ruolo legislativo: 4 agosto 1789: abolizione del regime feudale. 29 agosto 1789: dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Riconoscimento dei diritti - alla libertà individuale - all’uguaglianza di tutti di fronte alla legge - alla proprietà individuale Risanamento economico: l’assemblea vara una serie di provvedimenti per frenare il deficit: novembre 1789, confisca dei beni del clero che viene messo in vendita. Febbraio 1791, legge le Chapelier: abolizione delle corporazioni; libertà d’iniziativa economica (divieto di sciopero). Riforme legislative: 1) Luglio 1790: separazione del potere giudiziario da quello legislativo ed esecutivo. 2) Costituzione civile del clero: nasce una chiesa francese, i cui membri giurano fedeltà all’assemblea e non più al papato. L’approvazione della legge sul clero provoca la fuga di molti ecclesiastici. Giugno 1791 luigi 16 cerca di fuggire ma viene catturato. Nel settembre dello stesso anno l’assemblea proclama la nascita della costituzione. La Francia diventa una monarchia costituzionale. In base alla nuova costituzione la struttura politica francese è così suddivisa: 1) Potere esecutivo: spetta al re che nomina i ministri 2) Potere legislativo: spetta ad una camera La camera è eletta con un doppio sistema elettorale: -gli elettori passivi eleggono degli elettori attivi -gli elettori attivi scelgono i deputati dell’Assemblea La distinzione fra elettori passivi è attivi è data dal censo: gli elettori passivo sono quelli che pagano imposte pari al salario di tre gironi lavorativi; gli elettori attivi sono quelli che pagano imposte pari al salario di dieci giornate lavorative. Figure che avranno un ruolo fondamentale in questa fase. All’interno dell’assemblea cominciano ad emergere tre grosso gruppi: i Giacobini che raccolgono i membri della nobiltà liberale, i Cordiglieri che raccolgono membri con idee repubblicane. Guidato da Georges Danton. I Girondini: su posizioni repubblicane. La nascita dell’Assemblea costituente porta alla reazione della nobiltà conservatrice. Agosto 1791: il conte d’Artois e i nobili emigrati stringono un’alleanza con Leopoldo II d’Austria (1747-1792), e Federico II, sovrano di Prussia (1712-1786). Il loro scopo è reprimere la rivoluzione e tornare all’antico ordine. Nell’aprile del 1792 l’assemblea dichiara guerra all’imperatore Francesco II d’Asburgo. La dichiarazione di guerra apre un periodo di instabilità interna. Si accelera il processo rivoluzionario che vede protagonisti il gruppo dei giacobini e dei girondini. • I giacobini sono guidati da Maximilien de Robespierre (1758-1794) • I girondini sono guidati da Jacques-Pierre Brissot (1754-1793). Il crescete peso di Giacobini e girondini porta alla nascita di una nuova assemblea chiamata convenzione. Obbiettivi della convenzione: 1) respingere gli eserciti austro-prussiani (vittoria di valmy) , 2) dare una costituzione repubblicana e non più monarchica alla Francia; 22 settembre 1792: proclamazione della prima repubblica francese. La presa del potere dei gruppi radicali apre il processo a luigi 16. Le ali radicali vogliono ucciderlo per farne un simbolo della fine della monarchia. Secondo Robespierre il re non deve subire alcun processo, perché contesterebbe le fondamenta della rivoluzione. ‘’occorre condannarlo a morte, in virtù del diritto d’insurrezione.” (Robespierre). 20 gennaio 1793: la maggioranza dei membri della Convenzione vota per la pena di morte.21 gennaio 1793: Luigi XVI viene decapitato. Con l’esecuzione di Luigi XVI si apre una fase di grossa instabilità politica, che degenera in guerra civile. Fra il 1793 ed il 1795 esplodono rivolte a Parigi e in tutta la Francia. Marzo 1793: rivolta dei contadini cattolici filomonarchici della Vandea. Rivolte contro i sanculotti in varie provincie francesi. La situazione è complicata da un’invasione delle truppe imperiali e prussiani, coadiuvate da quelle inglesi. 27 luglio 1793, nasce il Comitato di Salute Pubblica per arginare il caos; ne fa parte Robespierre con altri 11 membri. Ufficialmente viene fondato per fermare la guerra civile e per evitare il ritorno della monarchia. In realtà porta avanti una strategia repressiva. Fase del Terrore: inizia un sistema repressivo che giustizia migliaia di presunti oppositori della Repubblica. Vengono uccisi la regina Maria Antonietta (1755-1793) (16 ottobre), e il duca d’Orléans. Il regime del Terrore provoca una crescente alienazione degli altri membri della Convenzione. 26-27 luglio 1794: il Comitato di Salute Pubblica viene sciolto. Esecuzione di Robespierre e dei suoi sostenitori. 22 agosto 1795: la Convenzione approva una nuova costituzione moderata. Lo scopo della nuova Costituzione è di eliminare i gruppi radicali. Vuole limitare il potere delle masse popolari. La convenzione del 1795 presenta molti aspetti contradditori: • - limita la libertà di stampa. • - limita la libertà di associazione. - Viene istituito un parlamento bicamerale: • Consiglio dei Cinquecento: potere legislativo. • Consiglio degli Anziani: potere di approvare o respingere le leggi. Al di sopra dei due consigli viene nominato un direttorio composto da cinque membri.
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