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luoghi e comunità, storie di rigenerazione, Sintesi del corso di Diritto Regionale

luoghi e comunità, storie di rigenerazione

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 16/03/2023

cate-basile
cate-basile 🇮🇹

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Scarica luoghi e comunità, storie di rigenerazione e più Sintesi del corso in PDF di Diritto Regionale solo su Docsity! LUOGHI E COMUNITÀ AGRICOLTURA RIGENERATIVA PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SUD EST MILANESE UTOPIE: Friedman formulò la prima legge della non contemporaneità (nuova tecnica che soddisfi l’insoddisfacenza) e la seconda (che prevede il fatto di avere un consenso altrui). Questi erano le principali cause del rallentamento dello sviluppo, la parola chiave di questo periodo insieme a sostenibile dev’essere RIGENERAZIONE. Luoghi e comunità devono farsi strada per ri-abitare i luoghi con percorsi condivisi di co-creazione e co-progettazione. Questo era già stato messo in luce da Peter Berg e chiamato bioregionalismo (bioregione come strumento di consapevolezza culturale e “uomo simbiotico”, che restituisce all’ambiente ciò che gli sottrae). - Entrare in contatto con una gate keeper (portavoce di una comunità). - Adottare approccio sistemico (Barry Commoner ’72 con le 4 leggi dell’ecologia). Il 9 Giugno 2020 l’Italia ha dichiarato emergenza climatica e da lì verranno attuate una serie di richieste come quella sulle buone pratiche agronomiche del contesto farm to fork. L’agroecologia è definita in base al contesto, talvolta più scienza dura e magari nel Sud America invece è più vista come una scienza olistica che ingloba più significati e la transizione ecologica prevista per il 2030 prevede necessariamente il settore agroalimentare ed è perciò una scienza e un movimento sociale di pratiche che ha preso forza in particolar modo nelle piccole aziende nei paesi in via di sviluppo. Dalle evoluzioni dell’agroecologia oggi abbiamo una definizione non solo a scala geografica ma di portata che include i sistemi agroalimentari, economia, politica, cultura e società nella sua complessità e che può rinnovarne il significato. L’AGRICOLTURA RIGENERATIVA nasce 30 anni fa e con pratiche agricole arricchisce suoli e produce servizi ecosistemici. LIVELLI (Soloviev e Landua): - Funzionale, buone pratiche come rotazione colture, lavo. minima, pacciamatura, compost. Risultato, stoccaggio carbonio nel suolo. - Integrativo, aumenta la complessità benefica come realizzazione di sistemi agroforestali. - Sistemico, capire e gestire la complessità dei sistemi viventi interdipendenti, ciò permette oltre la resilienza, l’antifragilità. Prevede il rispetto di 7 principi fondamentali. - Evolutivo, geologia, idrologia, ecologia, sviluppare reti interconnesse di produttori a scala locale e globale che si comportano come organismi autopoietici (questo accade in concomitanza con l’intreccio del patrimonio culturale. L’AGROFORESTAZIONE SUCCESSIONALE, pratica di agricoltura rig. per il futuro del pianeta. Gli obiettivi dell’agricoltura rigenerativa e sistemi agroforestali sono produrre risorse biologiche e metodi sostenibili di produzione di cibo, biodiversità e miglioramento del paesaggio. MEA, divide le funzioni ecosistemiche in 4 aree principali: di supporto, regolatrici (fornire rifugio), regolatrici (regolare i processi ecologici essenziali es. clima), approvvigionamento, culturali. I sistemi agroforestali differiscono da quelli monocolturali per diversità e complessità; quelli agroforestali multistrato combinano piante in orizzontale e quelle in verticale (in caso gestite con tecniche di selvicoltura a turno breve, short rotation forestry). Obiettivo è cerare agroecosistemi analoghi ai sistemi naturali locali, accellerando il processo di successione ecologica; l’agroforestazione nasce da Ernst Gotsch 1982 in Brasile. Differenzia dall’agricoltura tradizionale perché è quadridimensionale, lunghezza altezza larghezza e linea temporale. PROGETTI AGRO. SUCC. A MILANO, COLDIRETTI riporta alcuni dati sul numero dei giovani impegnati in agricoltura e Milano rappresenta il secondo comune agricolo più esteso del paese. Da ciò, con a consapevolezza e l’agricivismo si sono creati movimenti come guerrillia gardening, food forest e irradiazione di cascine nel territorio comunale. CasciNet, in Cascina Sant’ambrogio è un esempio di attuazione di una trasformazione socio-ambientale. 2 gatekeeper di CasciNET e Soulfood forestfarms hub Italia, un’impresa sociale, hanno risposto a delle domande sul progetto Milano porta verde spiegando che hanno creato un cluster con queste startup con l’idea di agricoltura rigenerativa che punti alla creazione di una CSA unendo CasciNet a Vitalba per permettere al consumatore di entrare a far parte del progetto agricolo. Inoltre, si pensa che con l’aiuto del PSR si piantumeranno altri 6000 alberi volti a comporre un’infrastruttura ecologica. Da molti è diventato un luogo dove non essere giudicati, la spontaneità che manca in una grande città. Le finalità di questo progetto sono lo stimolo a non ritornare al tipo di agricoltura impattante. I campi di Open Agri sono stati messi a disposizione e attraverso il progetto di Milano Porta Verde si è creato casiNet, una delle 18 realtà selezionate che è poi diventata la proposta per un parco agroforestale, forestale e agricola. Uno dei metodi più giusti per far fronte all’impatto climatico è infatti quello forestale. Le maggiori difficoltà sono quelle di tipo culturale e sistemico, il sistema spinge verso il cambiamento finanziato, inoltre, la cultura rurale contadina si è persa. Rigenerazione agricola significa ricostruire il patrimonio di fertilità del suolo. V.A.L.O.RE, ventabbia agroforesta locale resiliente è un questionario del 2020, volto all’analisi dei processi di rigenerazione e risignificazione avviati in Ventabbia (parco agricolo sud istituito nel 1990) è anche uno spazio in cui convivono elementi legati al mondo agricolo e non solo (es sistema di depurazione di acque reflue di Nosedo promosso dal comune di Milano e dalla fondazione Cariplo). Secondo la maggior parte le agro foreste sono sistemi resilienti che aumentano il valore estetico, culturale, economico e favoriscono forme di accessibilità anti gerarchica permettendo di intraprendere un percorso formativo che parte dalla terra. Questo permette la curvatura dell’esperienza, cioè ‘curvare’ il proprio spazio-tempo, la propria vita, per co-costruire esperienze con persone che non fanno parte della giornata tipo. Vetabbia-vaiano valle, nuovo landmark e punto di riferimento (simbolo della transizione ecologica). Progetto di utopie concrete dove abitare e ri-abitare secondo la concezione del bioregionalismo. LA DENSITA’ DEL VUOTO, L’ESPERIENZA DEI GIARDINI CONDIVISI TRA SPERIMENTAZIONE E DISSEMINAZIONE CITTA’ vengono costruite pezzo per pezzo dai singoli abitanti, universi di potenzialità dove tutto è possibile, indipendentemente dal grado di civilizzazione. L’abbandono totale o parziale degli insediamenti umani si è trasformato in un tema sempre più ricorrente che negli ultimi anni è molto presente nella trattazione scientifica e oggi si discute di ciò nella cosiddetta ‘blogosfera’ e nei social (shrinking city ne è un esempio). Realizzato l’atto di recupero delle aree dismesse, la nuova fase, in cui si concepisce una nuova consapevolezza per queste forme di inutilizzo, porta a trovare in queste forme di nuovo utilizzo. Questa consapevolezza viene definita porosità funzionale che può essere interpretata in diversi modi per interpretare i territori contemporanei; dentro i tessuti urbani, fenomeni di infiltrazione si esercitano in spazi eterogenei ‘urban interiors’. Allo stesso tempo la porosità può interpretare interruzione cioè assenza di utilizzo di uno spazio. Le aree vacanti sono una testimonianza di ‘urban gardening’ cioè pratica di riuso formale o no, spesso applicata alla porosità degli spazi delle grandi aree metropolitane. Già a fine ‘800 si sviluppò negli USA diventando parte ella loro cultura; primi progetti a Detroit come forma di sollievo per le popolazioni povere finanziati anche da aziende filantropiche e istit. Governative al fine di rialzarsi dalle difficoltà indotte dalle guerre (i giardini della prima guerra erano war gardens e victory gardens nella seconda). Iniziative che poi finiscono nell’ambito della salute, sicurezza alimentare, educazione, conservazione spazi… zioni di riuso sono condotte a 3 principali gruppi: - Allotment gardens, aree pubbliche progettate da istituzioni locali e poi gestite da cittadini - Community garden, aree private e non dove vengono attivate dai cittadini rinaturalizzazioni spontanee, relazione a ‘do it yourself’; - Guerrillia g coltivazione volontaria sostenuta da politiche su aree altrui e senza autorizzazioni A livello internazionale sono classificati come pop-up urbanism o city repair. I giardini di comunità possono assumere contro spazi dove sfidare istituzioni pubbliche per sopperire ai propri bisogni. 2012, delibera del comune di Milano sulla riscoperta e valorizzazione del ruolo di comunità, la quale viene a mancare perché manca la sicurezza, elemento fondamentale per un’esistenza felice. La delibera è stato un approccio sul coinvolgimento sociale promosso dal sindaco Pisapia. I processi di riuso degli spazi urbani e la porosità, alimentati dalla società, si sono manifestati in istituzioni identificate come squatting. Due forze di segno opposto, quali ‘istituzionali’ come gli strumenti urbanistici, altre invece forze legate a legami orizzontali, le quali creano processi in contrasto con l’ordinario. L’iniziativa proposta dalla giunta ha fatto emergere il ‘giardino condiviso’ come strumento e metodo per il recupero degli spazi inutilizzati. La creazione di un giardino condiviso si svolgeva in fasi, da parte di un gruppo di cittadini riuniti in associazioni no profit, la quale, oltre gli aspetti compositivi doveva tener conto delle attività legate al tema del verde. Sono progetti che testimoniano la capacità dei processi bottom-up di condizionare attivamente il comportamento delle istituzioni pubbliche perché anche se piccole iniziative possono essere una risposta adattativa. ATLANTE DI SITUAZIONI E CONTESTI, le iniziative hanno fornito un repertorio di forme e geografie eterogenee dal punto di vista formale e funzionale. Tra le prime iniziative c’è il giardino di Lea Garofalo dove, la popolazione locale si è mossa per riqualificare l’area verde con il fine di riaprire lo spazio e restituirlo alla città. Dal 2012 le sorti dell’area sono mutate quando l’associazione giardini in Transito ha ottenuto dal comune il diritto di utilizzare in comodato d’uso questo spazio, infine, nel 2013, grazie a proficue interazioni con l’associazione Libera, è stato dedicato a Lea Garofalo. Ultimamente il giardino è diventato spazio fruibile per diverse esigenze quali terapia e supporto dei fragili in interazione con diverse popolazioni. Allo stesso modo nel 2010, dei cittadini spinti a recuperare spazi degradati, hanno fondato il comitato Ponti, trasformatosi in un’associazione che punta a riqualificare e valorizzare in ragione di alcuni elementi territoriali quali il naviglio grade o il canale Olona. Anche il quartiere isola ha subito trasformazioni profonde, nell’800 la parte esterna ai bastioni era appartenente al comune dei corpi santi, un’unione di aree agricole e rurali, nel 1873 si è unita a Milano integrando le aree periferiche; 1865, terminata la costruzione della ferrovia si è separata la strada che prima conduceva a Como ed è stata chiamata Corso Como a sud e via Borsieri a nord la quale zona è divenuta l’asse stradale principale di un quartiere da sempre connotato per le condizioni sociali turbolente che deve il proprio nome alla segregazione spaziale indotta dal tracciato ferroviario. Si è identificata nella sua condizione di quartiere operaio in ragione d alcuni di incrementare la potenzialità del sistema lombardo e dal ’98 è stata inaugurata Malpensa 2000, l’aereostazione, che creava disagio nelle comunità residenti attorno. Così sono stati adottati dal comune dei decreti come LVA per tracciare 3 aree in base al rumore. Nel ’99 la regione ha approvato il piano territoriale dell’area Malpensa per la riqualificazione della zona in modo da ridurre il disagio dei nuclei abitanti. L’accordo quadro ha poi fissato dei punti per la coesistenza delle infrastrutture e mitigare gli interventi ambientali. Il caso Malpensa descrive un abbandono indotto da una specifica e non comune politica urbanistica che è incentrata sull’allontanamento volontario delle famiglie dalle abitazioni originarie per ragioni imputabili alla presenza di condizionamenti esterni altrimenti irrisolvibili. L’esperienza dei comuni di Malpensa ha concorso al rafforzamento della capacità di cooperazione da parte delle diverse istituzioni coinvolte e ha prodotto dialogo tra gli enti pubblici; è inoltre rappresentante la valorizzazione dell’immagine del ruolo. Questi casi hanno consentito di sottolineare l’importanza del suolo come architettura complessa e multifunzionale e verificare principi fondativi nel processo rigenerazione. Nel primo caso l’agroforestazione successionale è caratterizzata dalla realizzazione di agrosistemi forestali e che svolgono funzioni ecosistemiche. Nel secondo con l’urban gardening come pratica multiforme dotata di attitudine a conerire nuovo valore agli spazi urbani. I distretti urbani del commercio, aggregazioni spontanee insediate nelle aree tradizionali minacciate dalla rete commerciale, e la delocalizzazione volontaria degli abitanti nell’ultimo. Questi esempi spiegano come ripensare collettivamente lo spazio urbano.
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