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M. Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Brevissima sintesi del testo di Michael Baxandall, "Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento"

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 21/02/2023

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Scarica M. Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! Elaborato breve sulla lettura a scelta: Michael Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento1 è un saggio di M. Baxandall, storico dell’arte statunitense (Cardiff 1933 - Londra 2008) venuto a mancare dodici anni fa. Questo studioso ci ha lasciato un contributo molto importante: «per primo mise in relazione la storia dell'arte con il commercio e l'importanza dei materiali e in generale con la società coeva.»2; «tra i più importanti esponenti delle nuove tendenze storico-artistiche, […] ha esaminato la funzione dell'opera d'arte in rapporto all'ambiente sociale, la sua fruizione e ricezione, considerando sia il ruolo del mercato sia l'importanza dei materiali e delle tecniche. Partendo dall'analisi scrupolosa dei dati documentari come delle fonti e degli scritti letterari, ha evidenziato i principi cognitivi e le considerazioni critiche, evitando il ricorso a schematizzazioni riduttive.»3 Il testo, molto interessante e allo stesso tempo molto chiaro e ricco di informazioni, ci mostra la stretta relazione tra storia sociale e storia dell’arte, esamina l’aspetto concreto, materiale, pratico, e non estetico dell’arte rinascimentale, in tre capitoli.  Il capitolo primo, Le condizioni di mercato, descrive il commercio artistico nell’Italia rinascimentale, l’economia che ruota attorno all’arte. Il Rinascimento viene presentato come un periodo di pitture perlopiù su commissione, infatti viene analizzato il rapporto tra artista e committente/mecenate/cliente, cioè colui che ordina il quadro (spinto da motivazioni che potevano andare dal sincero apprezzamento per l’arte alla mera ostentazione), lo paga e decide cosa farne. Entrambi erano legati a istituzioni e convenzioni dell’epoca che, ovviamente, influivano sull’arte. Dunque, alla base del dipinto vi era un rapporto commerciale, spesso regolato da contratti veri e propri o documenti simili che riportano comunque un accordo tra le due parti che poteva essere più o meno dettagliato: in linea di massima vengono specificate le caratteristiche del quadro che dovrà essere realizzato, venivano concordatati la somma, la modalità e i tempi di pagamento e di consegna dell’opera, e troviamo anche indicazioni sulla qualità dei materiali da utilizzare. L’autore, infatti, ci fa notare come ci fossero differenti modalità di pagamento (di solito a rate): il cliente poteva pagare separatamente i materiali acquistati dall’artista e il suo lavoro oppure poteva già fornire i colori costosi all’artista e pagargli solo il lavoro. L’iniziale preoccupazione per la qualità e preziosità dei colori (l’oro, l’argento e l’azzurro ultramarino erano i colori più costosi) gradualmente viene sostituita da quella per l’abilità pittorica. I colori preziosi potevano essere sostituiti da colori più economici: ad esempio al posto dell’azzurro ultramarino, ottenuto dalla polvere di lapislazzuli provenienti dall’oriente, poteva essere impiegato l’azzurro d’Alemagna, carbonato di rame, meno brillante e meno resistente; al posto dell’oro, potevano essere abilmente utilizzati giallo e bianco. Questa minore ricerca di ostentazione è un elemento che non caratterizza soltanto l’arte, si tratta bensì di una tendenza generale dell’Europa occidentale del tempo di abbandono dello splendore, che possiamo notare anche nella moda, dovuta a una serie di fattori come scarsa disponibilità di oro, accentuazione dell’ascetismo cristiano. Tuttavia, ciò non significò assolutamente un’eliminazione dello sfarzo. Comunque, ciò che ci interessa e che Baxandall vuole farci notare è che cambia il criterio di valutazione dell’opera artistica sulla base non più della qualità dei colori, ma dell’uso che l’artista ne fa: il denaro viene trasferito dall’oro al pennello, come ci dice brillantemente lo studioso britannico. 1 Michael Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento, Torino, Einaudi, 2001. 2 https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Baxandall 3 https://www.treccani.it/enciclopedia/michael-baxandall/
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