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Macro argomenti di storia romana da Storia romana-Geraci, Marcone, Dispense di Storia Romana

storia romana sintetizzata per argomenti: gentes e plebe, governo elettivo,categorie di cittadini, cittadinanza, organizzazione politica, guerre repubblicane, mario e silla, primo triumvirato, secondo triumvirato, oassaggio al principato, imperatori, crisi del III°secolo, goti e fine dell'impero, extra schema di concetti fondamentali

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 13/01/2021

andrea-ferri-8
andrea-ferri-8 🇮🇹

4.4

(38)

42 documenti

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Scarica Macro argomenti di storia romana da Storia romana-Geraci, Marcone e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Gentes e plebe I pagi iniziano ad aggregarsi, alcune famiglie emergono grazie ai possedimenti che hanno, creano riti e tradizioni proprie e si definiscono gens. Si trasmette il nome del pater familias in questione, essendo economicamente più forti hanno bisogno di manodopera, i lavoratori per una gens sono i cliens, è un rapporto più stretto che di lavoro, si basa sulla fides, il cliens è obbediente al patrono che in cambio lo protegge. Si crea così un'aristocrazia gentilizia che sfocia nel patriziato, i figli dei patrizi/patroni sono parte dell'elite. Chi non è delle gens è plebe. Nei primi anni della repubblica vediamo formarsi 2 ordini: patrizi e plebei. Spesso le famiglie plebee non sono povere, anzi, hanno un'articolazione sociale interna. Dopo la secessione e le varie lex la plebe bassa non ottiene molti miglioramenti ma la plebe alta si, e si crea un disprezzamento verso la vera plebe, così si crea la nobilitas, le famiglie patrizie e plebee che hanno avuto accesso alle magistrature superiori. I primi di una famiglia che li ricoprono sono homines novi. I plebei erano divisi tra plebe ricca e plebe povera che volevano rispettivamente rivendicazioni politiche e di territorio. I patrizi tenevanoin mano le leggi / l'ordinamento romano. Nel 494 ac abbiamo la secessione dell’aventino, una protesta che lascia Roma senza i “lavoratori” e si rifugiano sull'aventino organizzandosi. Tra le rivendicazioni dei plebei dalla secessione dell'aventino, importantissima la conquista di ottenere il riconoscimento di una rappresentanza che si esprime nei concili della plebe e l'istituzione dei tribuni della plebe. poter accedere al senato. Il tribunato delle plebe inizialmente ha 2 rappresentanti (tribuni) e successivamente si arriva a 10. La istituzione del tribunato Il tribuno a differenza degli altri magistrati aveva prerogative specifiche: il diritto di veto, ovvero poteva impedire l'approvazione di leggi che ovviamente andava i contro la plebe, auxilium e sacrosantitas ovvero che non può essere toccato, hanno un aura quasi sacra e coloro che tentano alla loro vita sono passibili di morte (=sacer). Con le leggi delle 12 tavole del 450 vediamo un primo effetto di questi movimenti. La stesura di queste 12 tavole arriva con la formazione di una collegio di 10 uomini, successivamente se ne forma un 2º che aggiunge alle iniziali 10 tavole del primo collegio altre 2 arrivando a 12, questo perché nella 2^ commissione vennero compresi anche i plebei e infatti ci sono leggi più mirate per la plebe. Poi abbiamo la legge Canuleia L'ingresso della plebe in senato e man mano col consolato, accesso ottenuto con le leggi Licinie Sestie del 364 ac. Questa legge riguarda l'ager publicus, questo era distribuito in modo inequo, parliamo dei terreni derivati dalle conquiste romane appartenenti allo stato che poi si occupa di dividerlo tra i cittadini, lo stato è proprietario e lo “affitta” concedendo l'uso ai privati, inoltre si impone un limite massimo di possedimenti di terra per capo, 500 iugeri a testa + 250 per figlio, con un massimo di 1000. Questo perché con questi affitti su pagamento di un canone porta alcune famiglie a discapito di altre ad avere troppi terreni. Nel 287 abbiamo la lex ortensia con cui i plebisciti hanno valore di legge. * * Governo elettivo Già dalla morte di Romolo i patrizi sostengono che il comando deve essere assegnato per merito e non per sangue. Infatti viene eletto Numa Pompilio, un Sabino esterno alla comunità; Tarquinio Prisco viene chiamato da fuori dai commercianti ed artigiani. Tarquinio il Superbo fa un tentativo autocratico e viene deposto, dopo di lui il senato stanco della monarchia cambia il regime costituzionale attraverso una rivoluzione aristocratica. Nel 509 Si passa dal rex ai consoli, che inizialmente erano 2 praetor, Bruto e Collatino, maximum e minimum. Problema della successione del principato Data la repulsione dei romani per tutto ciò che è monarchico e verticistico, Augusto non poteva impiantare il modello di successione naturale ovvero la successione dinastica. Nonostante il termina dinastia Giulio-Claudia o dinastia Flavia, il principio ideologico non fu mai accettato a Roma. Ricordiamo che il princeps ha uguale potestas più auctoritas, stesse prerogative dei magistrati ma più autorità. Augusto cerco di instaurare la via dinastica fu costretto a inserire Tiberio nella sua linea dinastica perché tutti i membri che aveva scelto morirono, e così adotto Tiberio. Dopo Nerone inizia la fase delle acclamazioni da parte dell'esercito dei nuovi princeps(69 dc), il senato alla morte di Nerone da il potere a Galba, il senato impone il principio del principato per adozione. Con Costantino si cambia visione in quanto il potere inizierà a essere percepito come conferito dall'alto, dalla divinità, non dagli uomini della sfera istituzionale. Questa mentalità nesce sotto Aureliano (270-5), si consolida con Diocleziano e si esprime con Costantino. Imponendo la regalità per legge divina, allora torna ad essere possibile la via ereditaria della trasmissione del potere. Questo principio a Roma non riuscirà mai a consolidarsi nell'ideologia. Con la morte di Nerone quindi emerge come in assenza di una trasmissione dinastica il potere passi alle armi. Nella 69 con l'anno dei 4 imperatori emerge Vespasiano, proclamando dalle truppe di Alessandria d’Egitto, in lui si stabilisce la nuova dinastia, i Flavi. Era conscio del pericolo di un meccanismo di trasmissione del potere vacillante, deriva dal ceto medio che ancora irrobustiva le legioni. Comprende la necessità di una legittimazione del potere, sa che il potere dato dalle armi non garantisce l'appoggio del senato, quindi promulga la Lex de Imperio Vespasiani con cui stabilisce il perimetro d'azione del principe, incise su tavole di bronzo, la legittimazione del potere politico si rifà alle azioni dei predecessori (tranne quelli condannati alla damnatio memoriae), così si instaura un equilibrio tra principe e senato slegato dalle azioni delle singole personalità. Dopo il 96 alla morte di Domiziano, l'anziano senatore Nerva slega l'adozione alla dinastia e impone l'adozione del migliore, il principio dell'ottimo principe. L’età degli imperatori per adozione perpetua fino a Commodo nel 180 dc. Nerva adotta Traiano, eccellente generale, il sistema é meritocratico, scelta dell'optime princeps. Suddivisione del popolo in centurie Introdotta da Servio Tullio ma si esprime bene con la repubblica, significa 1 unità militare, 2unita di voto, 3 misura della terra. L'iscrizione alle centurie é su base censitaria: il popolo era diviso in classis, gli arruolabili che potevano permettersi l'equipaggiamento militare e gli infra classem, i nullatenenti. L'organizzazione dell,esercito in centurie è trasportato all'esercito. Ci sono 193 centurie divise in 18 di cavalieri, 170 di fanti in 5 classi, la 1^ classe di fanteria contiene 80 centurie, 2, 3, 4^ 20 centurie e la 5 ^ 30, ogni classe è divisa in centurie di iuniores e seniores, più 5 ausiliari inermi. Considerando che cavalieri e prima classe arrivano a un totale di 98 centurie, nel sistema di voto i ceti più abbienti hanno un vantaggio di numero. Inoltre le centurie di seniores comprendono meno uomini di quelle degli iuniores, quindi i voti degli anziani hanno un peso maggiore. Per la carriera politica, solo i cavalieri e la prima classe avevano un censo sufficiente per intraprenderla, tra i cavalieri tuttavia l’aspirazione politica non era molto diffusa. Le 4 assemblee I comizi curiati risalgono all’età monarchica, si occupano dei diritti di famiglia e conferiscono l'imperium ai magistrati. Con l’ordinamento centuriato abbiamo anche i comizi centuriati, che si occupano dei compiti militari. I comizi tributi votano le leggi, propongono i nomi dei consoli/pretori, eleggono i magistrati minori. I concili della plebe si occupano di tutti gli aspetti della plebe Il popolo è diviso anche per tribù, una divisione per abitazione/luogo, ogni tribù era divisa in 10 curie, ognuna forniva 10 cavalieri e 100 fanti, e ognuna aveva 100 senatori. La popolazione è divisa in curie dall’età di Romolo, in base alle famiglie/gentes, erano gruppi militari/religiosi con un'organizzazione interna, Cursus honorum C’è un percorso molto rigido per entrare in politica Le magistrature superiori sono: - consoli: hanno l'imperium, convocano senato e comizi centuriati, promuovono le leggi e controllano le altre magistrature tranne i pretori - pretori: hanno imperium, amministrano la giustizia, sostituiscono in caso di bisogno i consoli - questori: sono 4, 2 amministrano l'erario e 2 seguono i consoli in campo, sono eletti dal popolo - censori: sono 2, possono stare in carica fino a 18 mesi, distribuiscono i cittadini in classi per patrimonio e tribù, stilano la lista dei senatori ed eliminano gli indegni, controllano i questori per i lavori pubblici, contratti di appalto, manutenzione strade ecc... Dittatura: magistrato straordinario nominato durante le crisi che sospende il consolato, la carica dura 6 mesi ed era affiancato dal magister equitum. Il senato controlla le finanze, solo i consoli non sono sottoposti al controllo del senato. I pontefici sono depositari delle norme e conoscenze della civiltà romana, il pontefice massimo detiene tutto il patrimonio di conoscenza. Gestiscono calendario, registrano eventi accaduti anno per anno negli Annales. Spesso i magistrati in carica fanno riti religiosi e quindi speso sono membri dei collegi sacerdotali. Contrasto senatori - cavalieri Nel 3 secolo ac i cavalieri diventano la categoria privilegiata dell'esercito. Le attività commerciali furono monopolizzate dai cavalieri dal 218 ac quando con la legge Claudia si vieta ai senatori l,esercizio di tale attività. Così i cavalieri assumono gli appalti, le riscossione delle imposte e diventano una classe commerciale separata dalla nobiltà dei proprietari terrieri dei senatori sia dalla plebe. Caio Gracco nel 122-3 esclude i senatori dalle centurie equestri e dalla costituzione dei tribunali, legislazione che rimane fino alla dittatura sillana. Quando si ristabilirono i tribunali misti. Augusto pose i tribunali tutti in mano ai cavalieri. Nel 180 ac il tribuno Publio Lucio Villio propone la lex Villa Annalis con cui si vuole uniformare il cursus honorum di cavalieri e senatori, ci fa capire l'esigenza che si sentiva di regolamentare il cursus honorum per rendere l’attività politica ancora più esclusiva e destinata a poche persone. I cavalieri sono un gruppo dirigente romano diverso dai senatori. All'interno sono diversificati per origini, umili o da gentes, potevano essere uomini arricchiti dal commercio o proprietari terrieri. C'era un ceto minimo per appartenere alla classe. Attutavano strategie per staccarsi dai senatori, il cavallo era lo status simbol me ce n’erano anche altri come l'angusticlavio. La categoria dei pubblicàni entro questo ceto era la più importante, rifornivano i viveri dell'esercito, gestivano lavori pubblici, miniere statali, riscossione delle tasse e esazione dai dazi commerciali. Abusavano spesso di questi poteri sopratutto nelle provincie. La situazione vede i senatori forti in campo politico e i cavalieri in campo economico. Nel 91 il tribuno Druso tenta di risolvere l’opposizione cavalieri-senato. Dopo la guerra civile, Silla riporta i tribunali tutti in mano al senato, ma come le altre riforme di Silla, nel 70 acvennero abolite, Pompeo e Crasso permisero di nuovo si cavalieri di entrare nei tribunali in quell’anno. Con l’instaurazione del principato Augusto stabilisce 2 carriere politiche ben distinte e non intercambiabili tra senatori e cavalieri. Guerre sannitiche I sanniti erano un popolo italico degli Appennini meridionali, nel 354 ci fu un patto di amicizia coi romani quando ebbero contatti in Campania. Nel 343 ac i sanniti occuparono Capua, che chiede aiuto ai romani. Questi scesero perché erano interessati al controllo della Campania tanto quanto i sanniti, regione ricca e fertile. La prima guerra si concluse nel 341 con la resa dei sanniti. Nel 328 i romani fondarono la colonia di Fragelle e presero Napoli, impedendo ai sanniti qualsiasi espansione verso la costa, per questo i sanniti riaprirono le ostilità. La guerra fu sanguinosa, i sanniti erano ben preparati e seppero sfruttare il territorio da loro ben conosciuto degli Appennini. Nel 321 i romani subirono una umiliante sconfitta vicino all'odierna Benevento. Ci fu qualche anno di tregua durante i quali Roma riorganizzo l'esercito che arrivò a 4 legioni, abbandono la struttura oplitica (fanteria pesante adatta agli scontri frontali) e scelse un’organizzazione più agile adatta al territorio montuoso; creo varie alleanze coi popoli della zona così da accerchiare i sanniti, costruì la via Appia che permise di avere rinforzi e approvvigionamenti veloci da Roma a Capua. Così nel 304 ac a 8 anni dalla ripresa del conflitto i sanniti chiesero la pace. Nel 298 si riapre la guerra, i sanniti si erano Alleati con etruschi, Galli Senoni e umbri, ma Roma impedì che questi raggiungessero i sanniti, infatti ci furono 2 grandi vittorie una a nord e una a sud, ad Aquilonia, ultimo conflitto nel 293 ac. Nel 290 i sanniti si sono arresi e sono diventati alleati di Roma. Così Roma acquista una posizione egemonica in tutto il centro-sud. Taranto e Pirro Dopo le guerre sannitiche nel sud si dilagava il problema dell'espansionismo di Roma. Per cui nel 302 vediamo un accordo Taranto- Roma con cui questa di impegna a non entrare nell'area tarantina e nel golfo della città con le proprie navi. Nel 282 la città di Turi, nella la sfera tarantina, chiede aiuti militari a Roma ero fronteggiare la pressione dei popoli italici di sanniti, lucani, e Buzi; invio anche una flotta davanti al porto di Taranto. Così i tarantini affondarono la flotta dando inizio alla guerra, Taranto chiede aiuto a Pirro re d'Epiro, mosso da intenzioni espansionistiche, voleva conquistare l’Italia fino all’Etruria, accetto la richiesta di Taranto e sbarca in Italia nel 280 con 25mila uomini e 20 elefanti; ottenne subito 2 grandi successi ma che costarono perdite ingenti, per questo propose a Roma trattative di pace che non vennero accolte, infatti Roma contava su alleanze italiche che permettevano la messa in campo di più uomini rispetto a Pirro. Così Pirro decise di guardare alla Sicilia e aiutarli contro i cartaginesi, nella speranzi di poter riformare il suo esercito. Alla fine dovette ritirarsi per la resistenza dei cartaginesi e per il malcontento diffusosi tra i greci per le grandi richieste di spese militari. Rientrato nella penisola nel 275 viene sconfitto, e per non cadere in mano ai romani si rifugia in Epiro con quel che restava del suo esercito. Dopo altri 3 anni (272) Taranto cade ai romani che a questo punto possiedono tutta la magna Grecia. La prima guerra punica (264-241 ac) Nel 288 ac i mamertini, mercenari della Campania al servizio del tiranno di Siracusa, alla sua morte si impadroniscono di Messina, il nuovo tiranno di Siracusa divenuto tale nel 270 si scontra con i mamertini avanzando su Messina, i mamertini erano alleati dei punici da quando Pirro era entrato in Sicilia, quindi chiederò aiuto a Cartagine che invio la flotta. I siracusani si ritirarono ma i mamertini ora dovevano convincere coi punici. Così avanzano una richiesta a Roma, la Sicilia ricca per agricoltura e miniere era il proseguimento della conquista italiana per Roma, che accettò. Nel 280 Roma e Cartagine avevano stretto un sotto di amicizia che l'ingresso a Messina avrebbe infranto. Il controllo di un'area così vitale portò alla dichiarazione di guerra. Nel 264 ac inizia la prima guerra punica, Roma prese Messina e fece ritirare Cartagine nello stretto, segui la resa di Siracusa che si era alleata con Cartagine e infine si conquisto Agrigento e. La Sicilia occidentale (di Cartagine). La situazione finì in uno stallo perché Roma non riusciva a interferire sulle roccaforti cartaginesi in quanto ricevevano continuamente rifornimenti via mare dalla patria. Così Roma gioco forza indirizzò lo scontro sul mare, scelta difficile considerando il popolo di contadini-pastori, così allestì una grande flotta e doto le navi del “corvo”, una passerella che permise ai soldati di agganciare le navi puniche così da portare lo scontro corpo a corpo su di esse, come sulla terraferma. Roma ottenne importanti vittorie ma anche perdite ingenti date dall’inesperienza o naufragi. Per 13 anni lo scontro continuo senza avere risultati risolutivi finché nel 241 ac Catulo porta la vittoria della flotta romana presso le isole Egadi. Cartagine dovette restituire i prigionieri, pagare un’indennità, rinunciare alla Sicilia. La Sicilia diviene in quest’anno la prima provincia romana ad eccezione di alcune città che che divennero alleate di Roma come Messina e Siracusa. Terza guerra punica Nel 149 ac Cartagine aveva quasi finito di pagare i danni di guerra e viveva da decenni in prosperosa tranquillità. Così a Roma inizia a diffondersi al paura di un rianimo e nuovo attacco. Catone il Censore si fece portavoce di questa idea. In senato ripeteva continuamente che Cartagine doveva essere distrutta. Cartagine aveva solo sporadici contrasti e conflitti con Massinissa finché dichiarò guerra alla Numidia a causa dei continui soprusi, così Roma dichiara guerra a Cartagine perché l'ultimo trattati di la e imponeva la richiesta di consenso a Roma prima di intraprendere azioni militari. La terza guerra punica consiste nell'assedio di Cartagine pilotato da Scipione Emiliano, per 3 anni un assedio durissimo vede i cartaginesi rifiutarsi di evacuare la città. Soffrirono fame e pestilenza , ma alla fine Cartagine fu rasa al suolo e bruciata. Il territorio divenne provincia d'Africa. Le guerre servili Sono un elemento della crisi della repubblica, già Tiberio si accorse della pericolosità degli schiavi. Vengono represse anche se con difficoltà perché mancava un'ideologia rivoluzionaria unità, la comunicazione tra i gruppi e la diversificazione degli obiettivi dei partecipanti ad ogni gruppo. Euno in Sicilia (135-132), ad Enna viene proclamato capo dei rivoltosi (schiavi maltrattati e pastori armati). Ha quasi dei poteri magici, organizza la rivolta grazie e alle sue capacità, crea una struttura amministrativa, viene soppresso a Taormina. Rivolta in Sicilia nel 104-101, quando le autorità incentivano i latifondisti a liberare gli schiavi per aiutare a fronteggiare i Cimbri del nord e questi si rifiutano, scoppia la ribellione. Tra il 133 e il 129 Aristonico si presenta come erede del re di Pergamo Attalo III in Asia minore, si fa appoggiare da schiavi e indigenti, sappiamo che l'appoggio che riceve non deriva da interessi economici o sociali ma per il puro odio verso i romani. Rivolta di Spartaco a Capua tra 73-71 fece impiegare 8 legioni a Roma, i gladiatori erano perlopiù schiavi, nella scuola di Lentulo una 30ina di schiavi organizza una fuga, Spartaco, figura ellenizzata era il perfetto comandante di stampo romano, tende a riprodurre la struttura sociale di Roma. Fanno atti di guerriglia fino a Modena dove iniziano a emergere gli obiettivi diversi dentro il gruppo e iniziano a sfaldarsi. Roma affida le truppe a Crasso, nel 71 a Brindisi 6mila rivoltosi vengono crocifissi in seguito alla sconfitta. A Crasso non viene riconosciuto il trionfo. La guerra sociale Coinvolge i socii, alleati di Roma. Il problema è la cittadinanza. Con Gaio Gracco iniziamo a vedere il problema. Già Mario nel 107 apre l'esercito ai nullatenenti per necessità, si crea un esercito professionale. Arruola anche alleati italici e al congedo concede la cittadinanza. Questo ampio uso apre una breccia. Nel 91 il tribuno Marco Livio Druso riprende la filosofia di Gaio proponendo per favore popolare bassi prezzi per il grano, per la plebe rurale una ridistribuzione delle terre. Quando affronta il problema della cittadinanza viene assassinato, questo convince gli alleati ad imporsi. Abbiamo l'eccidio di Ascoli che scatena il casus belli. La confederazione degli alleati si plasma sul modello romano. Guerra giugurtina e Mario homo novus (111 ac-105 ac) Micipsa re di Numidia prima della sua morte adotta il nipote Giugurta e aveva 2 figli Aderbale e Iempsale. Nel 118 alla morte di micipsa, giugurta uccide iempsale e dichiara guerra ad aderbale, che chiede soccorso a Roma. All'inizio il senato non è favorevole ma quando Giugurta prende e distrugge Cirta dove stava Aderbale e tanti mercenari italici è costretto ad intervenire. Allora Roma interviene militarmente ma la guerra esordirà perché Giugurta riesce a corrompere senatori e nobilitas romana. Nel 107 Mario homo Novus diviene console e il senato gli affida il comando della guerra che dura fino al 105 ac quando durante un’imboscata organizzata da Silla (questore) grazie all'alleanza con il suocero di Giugurta re di Mauritania. Giugurta viene catturato e portato a Roma, sfila in catene e viene ucciso in carcere. La vittoria di Mario è importante dal punto di vista storico perché da questo momento si apre la strada politica agli uomini nuovi, estranei alla nobilitas romana, va formandosi un concetto di nobiltà che gira intorno alla virtù individuale e non alla discendenza di sangue. Gaio Mario Viene da una famiglia equestre relativamente ricca e totalmente estranea al circolo senatorio. Entra nella gens Iulia nel 108 ac sposando la zia di Cesare. Prima di partire contro Giugurta, formula la riforma dell’esercito, era accaduto che le varie guerre, impoverimento del ceto medio portassero difficoltà ai cittadini romani di potersi arruolare essendo che dovevano procurarsi l'equipaggiamento e non erano stipendiati. Cosi Mario apre l’arruolamento a tutti i volontari anche se nullatenenti, dopo 16 anni di fermo avrebbero ricevuto un appezzamento. Così si crea un esercito professionale di uomini pagati, permanenti e meglio addestrati. Il soldato adesso sa bene che il successo dipenderà dall'operato del generale, ero cui si lega ad esso in modo molto forte. Mario nel 107 è console e nel 105 vince la guerra contro Giugurta, vince contro i Cimbri e Teutoni successivamente è console per 4 anni fino al 102 ac. Silla Di ordine aristocratico, era questore sotto Mario nella guerra giugurtina. La guerra sociale (91-88ac) Coinvolge i socii, alleati di Roma. Il problema è la cittadinanza. Con Gaio Gracco iniziamo a vedere il problema. Già Mario nel 107 apre l'esercito ai nullatenenti per necessità, si crea un esercito professionale. Arruola anche alleati italici e al congedo concede la cittadinanza. Questo ampio uso apre una breccia. Nel 91 il tribuno Marco Livio Druso riprende la filosofia di Gaio proponendo: per favore popolare bassi prezzi per il grano, per la plebe rurale una ridistribuzione delle terre. Quando affronta il problema della cittadinanza viene assassinato, oliva estenderla agli alleati italici, questo convince gli alleati ad imporsi. Si ribellarono le popolazioni di quasi tutta la penisola. Abbiamo l'eccidio di Ascoli che scatena il casus belli. La confederazione degli alleati si plasma sul modello romano. La guerra e truculenta e ha fina anche grazie a Silla, con grandi concessioni immediate per gli italici: già nel 90 si era data la cittadinanza a tutti gli alleati non rivoltosi e a tutti coloro che avrebbero deposto subito le armi. Così i romani “vinsero” la guerra ma i rivoltosi ottennero quello che volevano. Era una guerra contro Roma ma per entrare dentro roma. Non fu una guerra liberazione. Prima guerra mitridatica (88-85ac) Il regni del Ponto era stato vassallo di Roma, si trovava in Asia minore sul mar nero, il re del ponto Mitridate VI introdusse una politica territoriale che voleva estendersi in tutta l’Asia minore. , per questo mirava a aizzare i popoli greci e asiatici contro il dominio romano. Nell'88 ac allora Mitridate invade la provincia d'Asia e uccide tutti gli italici presenti, poi si diresse in Macedonia e Grecia dove venne accolto come il liberatore. Il senato diede il comando a Silla, console in carica. Nell'87 pronto a salpare per l’Oriente a Nola, Silla riceve il contrordine: l'assemblea della plebe pressata da Mario e dai suoi diete il comando a questo ma Silla rifiutò il contro ordine e convinse i soldati a marciare contro Roma. Entrato a Roma in armi ed eliminò alcuni membri della fazione popolare, tra cui Sulpicio Rufo, tribuno che fece passare il comando della guerra mitridatica a Mario. Mario si rifugiò con la fuga. Così Silla dimostra che il potere a Roma in realtà è nelle mani di chi ha il controllo sull'esercito. Nell'87 Silla aveva ristabilito il potere agli ottimati e parti per l’Oriente. Con Silla in oriente i popolari tornarono al potere e richiamarono i patria Mario, ci fu una seconda marcia su Roma di Mario e Cinna e si mando un secondo esercito parallelo in oriente, che non comunicava con quello di Silla; viene eletto console ma poco dopo l'elezione morì nell'86 ac. Silla nell'85 sconfigge Mitridate e Line fine alla guerra col trattato di Dardano. Quando Silla torno a Roma sbarcando nell'83, si aprì la guerra civile. Insieme a Silla si schierarono le truppe “privati” di Pompeo e Crasso. La guerra civile finì nell'82 a porta collina, vinsero i Silla i e Pompeo insegui i Mariani in Sicilia e Africa. Nel 55 Cesare torna in Gallia e oltrepassa in Reno, fa due incursioni in Britannia, pensando che fossero alleati dei Galli, questo evento aumenti la fama di Cesare a Roma. Si arriva a un momento in cui Cesare si trova davanti le tribù galliche sotto la guida di Vercingetorige, re della tribù degli Averni. La triera fu durissima ma alla fine Cesare riuscì a espugnare Alesia, roccaforte dei Galli e nel 52 catturo Vercingetorige. Questi fu giustiziato a Roma dopo il trionfo di Cesare. Tra il 51 è il 50 ac Cesare sottomise praticamente tutta la Galli sottomette di milite popolazioni in schiavitu. Così Cesare getto le basi per il suo potere personale, guaradgnando un potere militare indispensabile in futuro per sconfiggere Pompeo. Crasso e i parti Crasso emerge nel 71 ac quando respinge in Calabria la ribellione guidata da Spartaco. Quando dopo gli accordi di Lucca del 56 Crasso e proconsole nella provincia d’Asia, organizza la guerra partica per aumentare il suo prestigio di condottiero che rischiava di essere oscurato da Cesare e Pompeo. Intorno al 240 Arsace fonda l’impero Partico, era il capo tribù degli sciiti, conquistano quello che era il regno seleucide, arrivando fino a Babilonia e entrando nel mediterraneo. Crasso sottovalutò la forza dell'esercito particole e infatti nel 53 ci fu la terribile disfatta di Carre dove Crasso morì. La disfatta fu così terribile che il senato diffusa l,idea che Crasso abbia agito senza autorizzazione, quando ciò non era vero, il territorio attraeva la società romana in quanto ricchissimo. Pompeo Pompeo diventa Magni combattendo i Mariani in Sicilia e Africa. Nel 76 il senato gli da le armi per combattere Sertorio in Spagna un ex ufficiale di Mario che aveva creato un governo autonomo. Ne esce glorioso Pompeo e si accresce la sua fama. Nel 71 represse insieme a Crasso la rivolta di Spartaco, era entrambi uomini che contavano su eserciti importanti e preferirono accordarsi, furono consoli insieme nel 70. Nel 67 furono conferiti a Pompeo imperium maius et infinitum per combattere i pirati nel mediterraneo. In questo momento Pompeo era solo privato cittadino e riuscì in pochi mesi a debellare i pirati. L'anno dopo ottenne pieni poteri ore combattere Mitridate che aveva occupato Bitinia e Cappadocia. In poco tempo creo la provincia di Siria, parte della giudea e e parte del Ponto fu annesso alla Bitinia. Quando tornò a Roma nel 62 carico di bottinò e gloria, sciolse le legioni ma il senato gli rifiutò tutte le richieste, terre ero veterani, gloria e riconoscimento dell'assetto orientale per Laura della sua potenza. Guerra civile Dopo la morta di Crasso Cesare e Pompeo entrano in gara per il potere. La situazione era caotica, a Roma cariche e voti si compravano, era pieno di scandali e assassini politici, le e,gli variavano in basa alla prevalenza delle fazioni. Il senato incarica Pompeo di riportare ordine. Nel 49 Cesare tornò a Roma ma chiese di entrare come console non come cittadini perché temeva le vendette di Pompeo e del senato, questi gli intimo di sciogliere le legioni, Cesare rispose che lo avrebbe fatto se lo avesse fatto anche Pompeo. Il senato lo dichiara nemico pubblico e Cesare adotto le armi. Il 10/01 del 49 ac Cesare varca il rubiconde in armi, violando il pomerium. Inizia una guerra civile. Pompeo e 200 senat9ri si rifugiarono in Grecia, Cesare prima di raggiungerli andò in Spagna ed elimino i pompeiani, assicurandosi il controllo sull'occidente. All’inizio del 48 raggiunge Pompeo in Tessaglia e lo sconfigge a Farsalo. Pompeo allora si rifugiò in Egitto dove contava sull’appoggio di Tolomeo 13esimo, in quando aveva aiutato il padre a mantenere il tornò in precedenza. Tolomeo lo fece uccidere per ingraziarsi Cesare, così Cesare affido il trono a Cleopatra, la sorella, dalla quale ebbe anche un figlio. Prima di tornare a Roma Cesare andò da Farnace figlio di Mitridate che pensava essendo Pompeo morto di recuperare i suoi territori. A Zela nel 47 Cesare distrugge Farnace. Nel 46 a Utica, Cesare distrugge le armate pompeiane capeggiate da Catone Uticense. Tornò nel 44 ac a Roma in trionfo e divenne dittatore a vita. A tanti aveva ridotto i poteri e abbasso il prestigio per cui il 15 marzo del 44 Cesare fu vittima di una ci giura con a capo Bruto e Cassio. Il complotto maturò nell'aristocrazia romana che temeva la perdita del controllo del senato. Marco Antonio, Ottaviano e l'Egitto Fu affianco di Cesare nel varco del Rubicone e a Farsalo, nel 44 ac era console. Alla morte dic essere cerca di imporsi come erede politico. Cerca di prendere l,eredità di Cesare ma il nipote adottato Ottaviano riesce ad impedirlo. I rapporti non partono bene. Ottaviano si lega alla figura di Cesare e si attira il favore dei suoi veterani, accusa Antonio di essere troppo lieve verso i cesaricidi. C’è lo scontro a Modena nel 43 dopo cui Antonio e Ottaviani stringono un accordo, coinvolgendo anche Lepido che era a capo di tutta la provincia di Spagna, questo accordo e il secondo triumvirato. Si diffondono liste di prosecuzioni sui cesaricidi e sostenitori. A Filippi nel 42 Antonio vince i cesaricidi , i domini vengono spartiti tra Antonio e Ottaviano. A grandi linee Ottaviano tiene l’Occidente e Antonio l’Oriente, Lepido l’Africa (viene eclissato). Antonio e convinto di avere risorse e ricchezze infinite prendendosi l’Oriente. Ottaviano invece a Roma instaura fiducia dal senato e si guadagna l'opinione pubblica, e il difensore. Invece Dall,altra parte Antonio è il despota orientale. Antonio ebbe un insuccesso coi parti e si stabilì alla corte di Cleopatra, nel 37 si sposarono, dimenticando Ottavia, moglie di Antonio sorella di Ottaviano. Quando proclamo le donazioni di Alessandria dove conferiva il trono d’Egitto e Cipro si figli avuti con Cleopatra, Roma dichiara guerra a Antonio nel 32 e il comando è ad Ottaviano console. Nel settembre del 31 ac vediamo la battaglia di Azio. La guerra fu presentata come contro Cleopatra in difesa della romanità. Ottaviano aveva le truppe comandate da Agrippa. Il regni d’Egitto divenne provincia, marci Antonio fu condannato a damnatio memoriae. Nel 30 ac Ottaviano diventa l'uomo di tutti, della patria,vuole cementare lo stato partendo dalla Pax, ci troviamo in un’Italia sconvolta dalle guerre civili, dunque la libertà viene fatta passare come mantenimento dell'ordine, l¡ordine e la sicurezza si identificano con la libertà politica. Instaurare la pax nel nuovo regime basato sul compromesso augusteo richiedeva aggiustamenti istituzionali: il nuovo ordine di Augusto doveva essere improntato sui valori tradizionali romani, sul ripristino dei Mores, tentando di riportare Roma ai gloriosi costumi dell’età alto-media repubblicana. Col senato: Augusto come il successore Tiberio cerca sempre collaborazione col senato, doveva essere un organo funzionante, instaura una riforma in virtù dell’antichità che prevedeva: Espulsione dei membri indegni Ritorno al numero di 600 senatori Innalzamento del censo richiesto così che il senato riacquistasse autorevolezza Stabilisce il principio dell,ereditarietà dell'ordine, fino ad allora i figli di senatori che non volevano intraprendere carriera politica diventavano equites, da adesso per eredità assumono il rango di senatori. Per stabilizzare le funzioni del senato, stabilizza il cursus honorum dei senatori e lo affianca parallelamente alla carriera dei cavalieri, si creano 2 percorsi paralleli e distinti appunto, non intercambiabili. Da adesso lo stato si basa su 2 grandi pilastri, ognuno con competenze specifiche. La carriera senatori rimane sostanzialmente quella tradizionale, da questura a consolato, sopra i consoli ci sono i legati di legione (generali a capo di una legione), sopra di essi i governatori di provincia che sono legati di Augusto, risponde solo all’imperator, che è a capo di tutte le forze armate dello Stato. I curatori sono i senatori a cura della gestione e organizzazione di Roma, il curato annone si occupa dell'annona, il curato delle acque, il curato dei luoghi pubblici ecc... Al vertice di questo cursus abbiamo la prefettura urbana, l'unica prefettura affidata ai senatori. Si occupa della giurisdizione dell'urbe per tutto quello che riguarda la capatina stessa: ordine (4000 uomini a servizio della sorveglianza), amministrazione di spettacoli, acque ecc... in questo momento nasce la prefettura, essendo Roma il centro del potere chi si occupa della sua gestione e una figura importante vicino all'imperatore. Carriera equestre: 3 condizioni per accedere al ceto: 1) assenza di macchie morali, 2)nascita libera da almeno 3 generazioni, 3) patrimonio di almeno 400 sesterzi. Conferma dell’imperatore attraverso una commissione di 3 membri. Le funzioni: Procuratele provinciali: affiancano governatore di provincia a livello amministrativo e finanziario Prefettura dei vigili: corpo militare che spegne incendi, organizzato in 7 coorti che controllano l'ordine nell'urbe Prefettura dell’annona: controlla grano dai porti fino alla città, compito logistico complesso, è un ruolo equestre contrapposto a quello urbano Prefettura del pretorio: corpo militare privilegiato di uomini scelti di istanza a Roma e più pagati che fanno da guardia del corpo dell'imperatore Prefettura d’Egitto: é una provincia diversa, amministrata da un cavaliere (prefetto) possiede 3 legioni, risponde solo all'imperatore. Passaggio al principato 1 . Nerva (96-98 dc) Il giorno in cui uccisero Domiziano i congiurati si organizzano per acclamare il vecchio senatore Nerva, considerato affidabile dall’aristocrazia. Fece cessare le persecuzioni cristiane ma principalmente introdusse il principato adottivo. Il principato adottivo va dal 96 al 180 dc. Il principe in carica cerca il suo successore in base al valore e si meriti. È meritocratico. I romani avevano accettato che se doveva esserci un principe almeno fosse un optimus princeps. Significa giusto, moderato, devoto agli dei. In questi anni inizia il periodo più Pacifico dell’impero. Traiano (98-117 dc) La scelta di Nerva ricadde su Traiano, fu davvero un optimus princeps. Bonifico aree delle paludi, creò foro, strade e acquedotto, concesse ai piccoli proprietari terrieri quella terra a piccolo interesse delle istituzioni alimentari. 80mila legionari andarono in Dacia tra il 101 è il 106 e divenne provincia romana. Prese vari terreni tra il 113 è il 116 che andarono a formare la provincia dell’Armenia e della Mesopotamia. Morì in Cilicia e aveva indicato il suo comandante dell'esercito d’Oriente Adriano. Adriano (117-138 dc) Colto uomo dell'aristocrazia spagnola, affida le province orientali a sovrani clienti, permette agli arru9afi delle province di mantenere la loro impostazione militare, cancella i debiti dalle casse, rafforza i confini caldi e ne, 132 affronta una ribellione dei giudei invia di Severo, fino al 135 ci fu una repressione nel sangue e si concluse e con la fondazione di Eia Capitolina a Gerusalemme. Ufficializza il consilium principis, Divide l’Italia in quattro distretti giudiziari per l’amministrazione della giustizia, ognuno con la capo un senatore consolare e per questo fu accusato di intaccare il privilegio dell’Italia rispetto alle province. Antonino Pio (138-161) Inizia la dinastia degli Antonini, non ci furono avvenimenti significativi, le condizioni generali dell’impero erano positive. Fece divinizzare il predecessore, il vallo di Adriano in Britannia avanzò nella Scozia del sud come vallo di Antonino Pio. Morì nel 161 assistito dal figlio Marco Aurelio, devoto collaboratore. Marco Aurelio e Lucio Vero (138-169) Marco Aurelio e Commodo (170-180) Marco Aurelio e uno degli imperatori filosofi insieme ad Adriano. Propugnava un ideale di saggezza basato sulla tranquillità, le pressioni in Asia e sul Danubio non gli diedero però tregua. Infatti Lucio vero parti per la Armenia (163-166) e Mario Aurelio per il confine danubiano nel 176. Portarono dall’Armenia la peste a roma e si svuotarono le fila dell’esercito così che i Marci anni dal nord penetrarono, Lucio vero morì respingendoli. Nel 177 Commodo fu ci-reggente e quando marco Aurelio morì respingendo Marcomanni e Quadi divenne imperatore. Commodo (180 - 192 dc) Si appoggia alla popolarità grazie alla plebe, sperpera denaro con giochi, concede grano in modo dissoluto e torna alla politica di contenimento. Fu dispotico. Alla morte di Commodo si accolse Pertinace che pero duro solo pochi mesi, era sgradito ai pretoriani dato che cercava di sistemare le finanze, cosi si accolse Giuliano. Ancora in poco tempo, le province iniziarono ad acclamare imperatori e alla fine si affermo Settimo Severo da quelle danubiane. Inizia la dinastia dei severi. Fece entrare in senato elite africane e orientali, aumentò paghe dei soldati, fece vivere i soldati nelle abitazioni vicino ai campi. Istituì l’annona militare. Introdusse per la prima volta i culti orientali a roma. Morto in Britannia nel 211 gli successe il figlio Caracalla. Lo ricordiamo sopratutto per la Constitutio Antoniniana con cui estese la cittadinanza a tutto l’impero tranne a coloro che avevano fatto la deditio in fidem. Durante la spedizione organizzata contro i parti, la sua condotta diede risultati disastrosi e venne ucciso dal prefetto del pretorio Macrino nel 217. Macrino per un anno fu imperatore perché cerco di risanare le finanze pubbliche attraendosi le antipatie dell’esercito. Nel 218 emerge Eglebalo, anche grazie all’indirizzamento di Macrino verso le donne della famiglia sei Severi di influenzare le truppe d’oriente per l’acclamazione di Eglebalo. Eglebalo (218-222) Rafforzò i culti orientale nella corte di roma, fu ucciso insieme alla madre perche considerata anche lei influente. Segue Severo Alessandro, acclamato dai pretoriani a soli 14 anni, abolì i culti orientali e rafforzò il senato. Nel 235 ci fu una congiura da un ufficiale modestissimo della Tracia, Massimino il Trace. Si apre un periodo di profondissima crisi dell’impero, l’età dell’anarchia militare. Crisi del 3 secolo dc Nell’età degli Antonini ci sono episodi che mostrano crepe Nel 132-6 abbiamo la rivolta giudaica sotto Adriano. Nel 70 dc si era distrutto il tempio di Gerusalemme e ci fu la diaspora. In Cirenaica i giudei si sollevano uccidendo romani e greci per poi attaccare Egitto e Cipro. Le legioni egiziane chiamarono rinforzi, solo dopo aver distrutto Cipro la comunità giudaica di Alessandria venne sconfitta. Nel 116 dc i giudei della Mesopotamia sotto Traiano approfittarono della rivolta in oriente e si ribellarono. Qui intervenne Lusio Queto, che ottiene il governatorato delle Giudea subito dopo, così mettendola a governatorato era già un segnale forte, in più Queto nel 117 fu console quindi ebbe 2 legioni nella provincia consolare. Quando si passò ad Adriano questi fece eliminazione degli uomini legati al predecessore e il governatorato cadde. Nel 132 allora i giudei si ribellarono, Roma impiega 150 mila uomini e 4 anni per debellarli, lo scoppio ci fu per revanscismo, l'introduzione di culti pagàni nella nuova colonia romana a Gerusalemme, forse si impose anche il divieto della circoncisione. Gli ebrei resistettero 4 anni grazie alla guerra asimmetrica, di fronte al,esercito organizzato di Roma, i giudei impiegarono imboscate, agguati, conoscevano il territorio. Vengono sconfitti solo quando Sesto Giulio Severo inizia a logorare le loro fortezze, nascondigli, chiudendoli nella morsa di fame e sete. La rivolta di Avidio Cassio Nel 135 il legato di Siria sotto Marco Aurelio, mentre egli è in Renania e sul Danubio e lascia l’Oriente nelle mani di Avidio Cassio, tenta un'usurpazione. Da questo momento in oriente più volte si prenderanno le armi contro Roma mentre questa è impiegata sul confine barbarico. Con questa rivolta cade l’impero umanistico. La rivolta esprima l’insofferenza dell'oriente, sopratutto quando Roma chiede tributo di uomini e risorse per il nord. Si rifiutano di pagare una guerra che non comprendono. In realtà questa rivolta viene sedata dopo poco ma è importante perché così Marco Aurelio 1) lascia il fronte del Danubio per andare in oriente a sedare la situazione, 2) per rinsaldare il potere coopta il potere al figlio Commodo, ponendo fine al principato per adozione. Sempre sotto Marco Aurelio abbiamo le prime invasioni barbariche, mai qualcuno era riuscito a penetrante l'impero. Si svela la debolezza del sistema difensivo impiantato da Augusto. Inoltra c’è l'avvento della peste che causa un grande decremento demografico. Per terzo secolo intendiamo dalla morte Commodo nel 193 dc all'ascesa di Costantino nel 305 dc. È il secolo spartiacque tra il principato e il dominato (il dominus é un Signore), il potere viene dall'alto. In questo secolo vediamo guerre coi persiani, usurpazioni continue, frantumazione dell’unità imperiale (Gallieno). Al centro del 3º secolo abbiamo l'importanza sempre maggiore dell'esercito che supererà anche il senato. Arriviamo ad avere uomini umili che possono aspirare a diventare imperatori, come Massimino il Trace, ma anche Macrino che diventa imperatore essendo cavaliere. Il terzo secolo quindi giro intorno a -anarchia militare e -imperatori soldati. Si destruttura il sistema imperiale augusteo, come era successo con la repubblica, abbiamo la crisi e l’instaurazione di qualcosa di diverso. Io distinzione tra carriere di senatori e cavalieri salta, da Settinio Severo si uniscono. Ciò nonostante non dobbiamo considerare l'area dalla Gallia all’Eufrate come uguale, mentre in molte zone c’è la crisi, province come la Spagna o l’Africa settentrionale prosperano. Ma si deve e tenere da conto che la struttura politico-amministrativa è una e interconnessa su tutto il territorio, quindi gli avvenimenti influenzano anche altre regioni. Abbiamo una forte inflazione nell’ultimo trentennio del 3º secolo, da Aureliano a Diocleziano che emana più l'editto dei prezzi Decio (249-251) Il senatore Decio fu mandato a Filippi per difendere i confini imperiali. Portò una forte discriminazione per i cristiani cercando di rafforzare i culti tradizionali. Emana una disposizione con cui gli abitanti dell’impero dovevano dimostrare fedeltà ai culti con un sacrificio, o la condanna a morte. Nel 250-1 c’è una violenta persecuzione sulle spalle di Decio. Quando muore contro i Goti nel 251 l’impero era minacciato su più fronti. Dopo 2 anni di elezioni e deposizioni veloci di imperatori, nel 253 viene acclamato Valeriano, anziano senatore, associa subito il potere al figlio Gallieno e gli diede la difeso d’oriente. In questi anni la persia inizia a prendere il sopravvento tanto da catturare lo stesso Valeriano. Gallieno (260-268) Bloccò Alamanni in Gallia e Goti in Germania ma perse la Dacia. Ci furono usurpatori, alla fine dovette tollerare che si creassero 2 regni sepratisti, delle Gallie (+Spagna e Britannia) e di Palmira (Siria,Palestina e Mesopotamia). Inizia a porre contingenti di difesa anche dentro il territorio. Pone fine alla persecuzione di Valeriano del 257. Aureliano (270-275) Prevarica i barbari della pianura padana, erge delle mura difensive a Roma, sottomette i due stati separatisti, riorganizza lo stato e inizia la divinizzazione del sovrano, introduce la moneta “antonino”. Seguono 5 imperatori insignificanti Diocleziano Nato da padre liberto l’unica possibilità di ascesa era la carriera militare. Viene acclamato nel 284. Il suo è l’impero con cui si passa da principato a dominato (dominus è signore). Nel 286 si associa il generale Massimiano perché capisce che il territorio è troppo grande per uno solo. Nel 293 instaura la tetrarchia, una nuova organizzazione con a capo un collegio di 4 monarchi 2 augusti e 2 cesari (inferiori). Come cesari scelsero Galerio e Costanzo Cloro. Instaurata la tetrarchia riduce la dimensione delle province, riduce l’Italia a provincia, raggruppa le province in 12 diocesi (distretti amministrativi) retti da un vicario rappresentante del prefetto del pretorio che lavorava con l’imperatore. Riforma l’esercito aumentando il n di legioni e rendendolo di “pronto intervento”. Diocleziano conia monete buone che però presto i cittadini tesorizzano. Diocleziano è espressione della persecuzione nei suoi ultimi anni. Le chiese in questo periodo possiedono ingenti beni e hanno autorità anche fuori dalla comunità cristiana. Cosi nel 303 vediamo un editto che ordina rogo dei libri sacri e distruzione delle chiese. Si arrestano i sacerdoti e si impone la dimostrazione di sacrificio. Inizia hna violenta persecuzione che Galerio bloccherà con l’editto di tolleranza nel 311, questo perché lo considerava un vero dio. Nel 306 Costanzo Cloro muore a York e viene proclamato dall’esercito il figlio Costantino. Da adesso si afferma il cristianesimo. Il governo ora è capeggiato dalle più alte cariche, l’imperatore non è più a roma e quindi distaccato dall’aristocrazia senatoria. Inizia la tarda antichità. Costantino (312-337) A roma i pretoriani insieme alla plebe urbana elessero Massenzio, per anni ci furono scontri fino al 312 quando Costantino annienta Massenzio nella battaglia di Ponte milvio. Dalla tradizione, Costantino fa porre una croce sullo scudo, da qui la sua conversione al cristianesimo. Arriviamo nel 313 all’editto di Milano con Severo, re d’oriente che pone libertà di culto per tutti. In realtà per Costantino il cristianesimo era strumento di potere. Perfeziona l’amministrazione di diocleziano mantenendo le 12 diocesi e dividendole in 4 prefetture (oriente, italia, gallie, africa). Abbiamo i 4 prefetti, governatori di provincia e presidi. Dal Pdv militare abbiamo magister militum e equitum che dipendevano dall’imperatore. Nel 324 ci fu lo scontro di Adrianopoli in asia minore dove Costantino ebbe la meglio sull’imperatore d’oriente Licinio. Nel 325 Costantino convoca e presiede il consiglio di Nicea per discutere dell’arianesimo. Alla morte di Costantino nel 337 vediamo la successione vuota quindi i 3 figli di contengono un governo instabile. Nel 353 Costanzo II rimane unico e cercherà un collega per l’occidente, che sarà Giuliano, un cugino. Finchè nel 361 Costanzo morirà lasciando Giuliano di stampo classico da solo. Cosi si ha il tentativo di reintrodurre la fede pagana, rimuove cristiani dal governo, revoca le esenzioni fiscali. Verra chiamato Giuliano l’Apostata perché colpevole di apostasia, ribellione. Questo tentativo era impossibile perché il cristianesimo si era radicato. Valentiniano viene proclamato nel 364 dall’esercito di Nicea. Mette Valente a 2° augusto. I germanici era in movimento date le pressioni degli unni. Nel 370 vediamo i Goti a contatto con gli unni e la formazione di Ostrogoti a iriente che furono sottomessi e Visigoti a occidente che chiesero a roma di stanziarsi a sud del danubio. Valentiniano designò Graziano che alla morte di Valente associo Teodosio I. Valente fu sconfitto dagli unni ad Adrianopoli nel 378, nel 382 Teodosio strinse un accordo di stanziamento entro i confini con lo status di alleati. Alla fine del V secolo l’impero e diviso tra i 2 figli di Teodosio I: la divisone rimarrà definitiva. In occidente si andava indebolendo la forza militare romana parallelamente all’ingresso delle forze barbariche nell’esercito. L’elemento germanico diventa fondamentale nella difesa dello stato. I comandanti erano quasi sempre germanici. Stilicone ne è l’esempio maggiore, un vandalo scelto da Teodosio I come tutore di Onorio. Fronteggio all’inizio del V i visigoti in oriente, nonché Arcadio si rifiutasse di pagare i tributi e si diressero in occidente. Rientrarono dopo battaglie lungo il Danubio e Stilicone concentrò le forze lì, mentre sul reno iniziavano a penetrare i germanici. Ci furono delle vere e proprie migrazioni di popoli. L’occidente accuso la politica di tolleranza di Stilicone e ci fu una congiura, poi passarono a una politica aggressiva. Cosi i rapporti coi visigoti precipitano. I visigoti di Alarico assediano Roma nel 408 dopo 2 anni di trattative la città viene saccheggiata per 3 giorni -> fatto simbolico. Da questo momento varie popolazioni si insediano in italia. Vandali, visigoti, franchi e burgundi. Questo perché si adotta il sistema dell’ospitalità a condizione permanente. Cosi i germaici ecc si insediano mantenendo i caratteri della civiltà romana. Nipote di Onorio, nel 425 Valentiniano III l’impero d’occidente è sottoposto a protettorato do Costantinopoli. L’oriente non voleva accordarsi coi barbari ma quando in occidente arrivarono gli unni di Attila non ci fu altra scelta. Il suo dominio non aveva politica era un aggregato di tribu che si sostentava con la guerra. Attila varca il reno nel 451 e distrugge le Gallie, Roma deve mandare un esercito, il senato convinto di poterli arginare da soli è opposto al comandante delle operazioni Ezio, pro collaborazione. Nel 452 Attila arriva a Mantova sorprendendo Ezio, solo l’intervento del papa Leone I convinse Attila a indietreggiare. Nel 454 Valentiniano III ordina l’uccisione di Ezio dato il fallimento, privandosi del suo miglior generale, così quando arrivarono i vandali via mare Roma subì un saccheggio di 14 giorni. Romolo Augustolo (475) Fu l’ultimo imperatore di Roma, fu eletto dopo un ventennio di rapide successioni, venne deposto nel 476 da Odoacre delle milizie germaniche perché non mantenne (insieme al padre Oreste) il patto di ospitalità. Odoacre non aveva interesse a essere imperate per chi ma do i simboli del potere a Zenone imperatore d’oriente che divenne unico per sempre. Il 476 fu solo il culmine di un processo di disgregazione che iniziò secoli prima. Non fu un evento traumatico per gli abitanti Concetti fondamentali da ricordare Fase porto urbana di Roma Ci riferiamo a un periodo un po’ incerto fonti tramandano la fondazione nel 753 ac, ma c’è una fase precedente che il territorio di oggi Roma era abitata ti da vari pagi/villaggi, probabilmente situati sui diversi colli della zona, in un certo momenti essi si unirono, probabilmente uno di questi pagi aveva una superiorità militare/ economica e assoggetto gli altri, oppure i pagi si unirono (sinecismo) spontaneamente, lo vediamo dai reperti del foro boario che in periodo proto urbano era il luogo dove convergevano i villaggi formano un “proto mercato”. Cosa intendiamo per città Per gli antichi la città era percepita a differenza del Pagus (villaggio) quando è presenta anche la partecipazione politica degli abitanti, a immagine della città-stato greca, ovviamente parliamo degli stati agiati della popolazione quindi ciò che differenzia la città e la possibilità di partecipare alla vita politica Dal foro boario vediamo reperti della fase etrusca. La presenza etrusca caratterizza fase proto urbana e iniziò monarchia: la cultura etrusca influenza molto la civiltà romana sopratutto all'inizio, ricordiamo che Roma sin da subito mostra capacità di integrazione delle popolazioni esterne, l’Etruria in particolare nel primo periodo rappresentava la maggior influenza per Roma. Della presenza etrusca abbiamo attestazioni e lasciti culturali, in primis ci sono reperti di età molto Arcaica, poi noi abbiamo un periodo “della monarchia etrusca” alla morte di Anco Marcio viene eletto Tarquinio Prisco e inizi la grande Roma dei Tarquini, a Prisco la tradizione associa l’impostazione dei simboli del potere come i fasci littori, l'adozione del colore porpora come colore del potere, la sella curule (sella dove sedeva il re, “trono”, in repubblicano viene usato dai magistrati), lo scettro con aquila d'oro. In ambito religioso abbiamo ingenti influenze etrusche come l'aruspicina, il collegio sacerdotale degli aruspici, coloro che interpretavano la volontà degli dei osservando le viscere degli animali, una pratica religiosa di discendenza etrusca 3^ guerra macedonica Prima metà del 2 secolo ac, è una di quelle guerre che porta e estensione territoriale su gran parte del mediterraneo occidentale, scoppia quando Filippo V di Macedonia muore e viene succeduto dal figlio Perseo (sbarazzandosi del fratello obbligato ad andare a Roma), così Perseo diviene re e in tutte le città greche prevale un sentimento di “indipendenza nei confronti di Roma”, antiromano, creatosi quando le polis greche iniziarono a non vedere più Roma come “liberatrice” bensì come invasore. Così questo sentimento li porto a opporsi a Roma, di risposta Roma invai in Macedonia Lucio Emilio Paolo che nel 168 sconfiggerà perdendo a Pidna: dopodiché Roma costrinse la greca a portare 1000 persone di lealtà sospetta tra cui Polibio dalla lega Achea (protagonista Silla Uno dei grandi signori della guerra, emerge nella guerra giugurtina, poi lo vediamo nella guerra sociale 90-88 avrà il primo consolato, come console in carica avrebbe dovuto avere l'imperium contro giugurta ma a a causa della riforma dell’esercito€ito in cui il generale recluta le truppe, l’imperium va a Mario. Come Augusto conquista i suoi poteri dal 27 ac in avanti Ottaviano cerca di concentrare i poteri principali creando un potere incentrato nelle sue mani, nel princeps che però mantenga in vita le istituzioni repubblicane , anche che gli ridia autorità, perlomeno al senato. La sua vicenda arriva e si trascina dal dramma delle guerre civili di Roma e a partire dal 31 ac cerca di attuare una politca per cui con la concentrazione dei poteri come imperium, tribuni ai potestà egli riesce a neutralizzare il controbilancio da cui queste cariche sono nate. Nel 27 il suo imperium diventa maius, Ottaviano diventa Augusto quindi è legittimato dal pff sacrale e ottiene la tribunicia potestas con cui legifera leggi e pone veto, si arroga le prerogative della plebe. L'imperium invece corrisponde a una magistratura superiore e così tutela gli interessi di senato e esercito. Nel 23 ac in conseguenza a una malattia che gli fece rischiare molto, cerca di perfezione questa sua ideologia, oltre all'avvento del pensiero riguardante la successione. Augusto inizia quell'opera di definizione di una soluzione riguardante la successione. Dal 12 ac vediamo l'attribuzione di ruolo di pontefice. I severi: Sono la dinastia successiva su flavi. Settinio Severo era molto legato all'esercito coglie di fatto l,importanza dell,esercito e cerca di valorizzarlo e aiutarlo cercando rendere più. Ac attivamente la carriera militare, aumentando i donativi, permette i matrimoni prima dei ci vedi. Aumenta gli stipendi. La politica quindi dei severi, perché continuerà con Caracalla, cerca di elevare la condizione e il ruolo dei soldati. Roma comunque aveva bisogno di più apparteneti all’esercito. Con la constitutio antoniniana Caracalla estende la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’impero tranne quelli che hanno fatto la deditio in fidem. Età degli antonini Si colloca in un erudito intermedio, e come l'ultima età d'oro prima del declino dell'impero romano. È un momento di passaggio anche per una serie di cambiamenti interni, culmina al massimo dello splendore con Antonino Pio, successivamente Marco Aurelio inizia era a vedere l'emersione di problemi che diventerannocaratteristici dell’impero. Parliamo dell’impero umanistico, abbiamo davanti gli imperatori filosofi. Vediamo gli imperatori filosofi che si pongono 2 cardini: filantropia ed eutacsia. 1) abbiamo le istituzioni alimentari, nate con Nerva ma che prendono molto piede anche tra i privati: lo stato concede prestiti ai contadini/piccoli proprietari terrieri in difficoltà che ipotecavano parte del terreno e pagavano una piccola percentuale di interessi (5%) che andava a istituzioni benefiche che si esprimevano con istituzioni alimentari per i bambini bisognosi. La figura di Pompeo magno Pompeo nell'83 raggiunge con un suo esercito privato ottenuto grazie al padre Silla sbarcato dopo la vittoria nella prima guerra mitridatica. Fu uno di quei sillani che poi volle eliminare le sue riforme. Nel gli fu concesso un imperium straordinario per debellare la piaga dei pirati nel mediterraneo che danneggiava il commercio romano. Nel 76 si allargò l,imperium anche a Mitridate che era riemerso e così Pompeo lo sconfisse. Nel 73 creo la provincia di Siria, ricchissima e impurità e, nel 72 torna dall’oriente pieno di ricchezza e gloria ma fece l,errore di sciogliere le legioni una volto sbarcato, rondava giustamente che il senato accomodasse le sue richieste di terre per i suoi legionari e la ratifica della sua organizzazione territoriale in oriente e il trionfo. Il senato a stupidamente non accetta nulla e così Pompeo entro nel primo triumvirato. La morte di Pompeo Nel 48 il suo esercito viene sconfitto in oriente a Farsalo da Cesare che lo aveva inseguito in Tessaglia perché voleva eliminare la minaccia di Pompeo che si era creata. Allora Pompeo si rifugia in Egitto e qui viene ucciso da Tolomeo Nerone 54-78 dc. Succedette a Claudio che lo aveva adottato, ma era ancora minorenne nei primi anni di principato così veniva gestito da Agrippina, il prefetto del pretorio Burro e il precettore Seneca. Così inizialmente col senato ebbe buoni rapporto ma poi nel 58 ci fu una svolta quando Nerone decide di eliminare la madre, pian piano burro e Seneca si allontanarono. L'incendio del 64 brucio 2/3 della città, per evitare che ci fossero dubbi su alla sua responsabilità accuso i cristiani e li caccio da Roma. Nel 68 il suo impero si conclude perché viene abbandonato dai pretoriani e senatori non lasciandogli altra scelta che il suicido 368 scontro di Adrianopoli I goti pressavano il confine romano e chiesero a Roma di entrare nel territorio romano per scappare dagli unni, popolazione che pressava verso ovest I romani rifiutarono ai goti e così si arriva allo scontro ad Adrianopoli dove morì Valente. Questa grande disfatta porta Teodosio nel 382 a fare un accordo coi voti che li diveniva federati mantenendo la cultura ma avrebbero dovuto aiutare l'impero romano in caso di necessità. Le assemblee a Roma sono 4: i comizi centuriasti, curiati e tributi e i concili. I concili della plebe si dedicano alla plebe e legiferano solo per i plebei, i comizi sono aperti a patrizi e plebei, i c. Centuriasti derivano dalle 193 centurie, le centurie sono unità militare e di voto (e di divisione del terreno) (18 centurie di cavalieri ecc..., erano divisi in seniores e iuniores, la società dava più potere agli anziani, il numero di componenti delle centurie vedeva le centurie dei senior e numericamente inferiori rispetto al numero dei componenti delle iuniores, così il voto di un singolo senior vale di più che quello di un giovane). I comizi centuriasti avevano funzione di elezione delle cariche maggiori, consoli, pretori, censori. I comizi tributi: il collegamento tra tribù e guerra sociale si esprime nel fatto che oltre alle 4 tribù urbane c'era la tribù suburbana, nei secoli le tribù suburbane si estendono ai territori italici. La guerra sociale è la rivendicazione degli alleati per avere cittadinanza e entrare nella vita politica. Con la concessione della cittadinanza nell'89 nasce il problema dell'iscrizione in tribù, era necessario iscriverli nelle tribù rustiche (31) così da non dare troppo potere ad alcune tribù rispetto ad altre, spalmare la cittadinanza in modo equo. Il problema dei goti nel IV secolo I goti dell’ovest ostrogoti, e i goti dell'est visigoti, dopo Adrianopoli nel 378 dc i goti diventano dei soci dei romani perché avendo vinto uno scontro importante Roma cerca di mantenerli tranquilli, così gli concede i terreni della Tracia inferiore. Con Adrianopoli l’imperatore Valente muore, la Grecia viene saccheggiata e Teodosio è costretto a fare un accordo con cui gli concede di stare Tracia. Collegi sacerdotali I primi furono i collegi dei pontefici che detenevano La Sapienza e le leggi di Roma, avendole solo loro potevano applicare secondo la loro volto e ed esigenze. Le leggi delle 12 tavole si intersecano coi pontefici perché queste furono le prime leggi scritte della storia di Roma, viene a mancare l’esclusiva che avevano i pontefici. Le tavole della legge l’untava i molto sulla famiglia e sull’aspetto del diritto privato della società romana, segnano comunque un passaggio culturale, c’è un cambiamento di mentalità, ad esempio ius e fas: si passa dal concetto di vendetta al concetto di pena, non ci si vendica più autonomamente ma si introduce il giudizio è la punizione elaborata da tutta la società. I collegi degli auguri, analizzavano il volo degli uccelli, interpretavano il volere divino, interpretavano i presagi, la lettura degli auspici era ovviamente sfruttata a fini politici. I flamini erano il collegio sacerdotale che nasce in una fase mi,ti arcaica, si dedicavano al culto di Giove, Marte e Quirino, non latevano esercitare attività politica o andare a cavallo a causa della sacralità della figura, sopratutto per i flamini di Giove. Monarchia dei Tarquini È la monarchia etrusca degli ultimi re, quella romana e una monarchia e,estiva, sotto la fase dei Tarquini si ha la maggior espansione d’uso territorio di Roma nell’età monarchica, si passa da un raggio di 20 km a 90 km. Gli usi e costumi etruschi si introducono tra gli abitanti romani, entrano nella tradizione. La tradizione associa a ognuno dei 7 re degli eventi particolari: Tarquinio Prisco fu il primo re etrusco, nasce da madre etrusca e padre greco di Corinto, nonostante un matrimonio di prestigio, non riesce ad accedere alla magistratura etrusca e per questo arriva a Roma dove riesce ad avvicinarsi ad anco marcio, che lo propose come successore al senato. Questo ci dice sulla Roma arcaica che da sempre ci fu grande spirito di integrazione da parte dei romani, parliamo di una società aperta. Il diritto d'asilo Quinto Fabio massimo Nell'ambito della 2 guerra punica fu dittatore per fermare l'avanzata di Annibale, fu il così detto temporeggiatore adottanti la tattica del logoramento. Qua di scadde la duratura su riprese una tattica offensiva e questo proto alla disfatta di canne.
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