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MADAME BOVARY, riassunto e analisi, Appunti di Italiano

Riassunto e analisi approfondita del libro "Madame Bovary"

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 05/05/2019

clarissa-bianchi
clarissa-bianchi 🇮🇹

4.7

(17)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica MADAME BOVARY, riassunto e analisi e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! MADAME BOVARY Gustave Flaubert compose Madame Bovary in cinque anni, dal 1851 al '56 e lo pubblicò dapprima a puntate su la 'Revue de Paris', poi in volume nel 1857. L'intreccio del romanzo ruota tutto intorno all’aura della protagonista, Emma Rouault, figlia di un agiato proprietario terriero, andata sposa ad un mediocre medico, Charles Bovary appena rimasto vedovo di un'anziana donna che egli non aveva amato. Charles Bovary, un modesto ufficiale sanitario del paesino di Tostes, in Normandia, resta vedovo di una moglie più vecchia di lui, con cui non ha mai raggiunto la felicità coniugale. Incontriamo dunque la nostra eroina per la prima volta nella casa del padre in campagna. Quando Charles Bovary alza gli occhi su di lei Emma gli appare con un sorriso gentile sulle labbra mentre indossa un vestito azzurro guarnito di tre balze: l'azzurro, il cilestrino, il blu accompagnano spesso le descrizioni della bellezza di Emma: sebbene i suoi occhi siano neri, qualcosa di celeste l'avvolge sempre: è l'indizio per Flaubert della sua ambigua personalità, della sua nascosta sensualità. Emma dunque al capezzale del padre, intenta a cucire delle bende, si punge le dita (proprio come la bella addormentata nel bosco): ecco invece Emma entrare con quella puntura nel letargo del matrimonio finché non verrà a svegliarla il bacio dell'adulterio. Flaubert inoltre ci mostra che Emma ama recitare. La prima recita con cui si presenta ai lettori è proprio quella della giovane ingenua e pudica, brava e obbediente, in cerca di un marito. Flaubert manovra i suoi personaggi in modo che tanto Charles che il vecchio papà Rouault siano convinti che Emma è un fiore troppo prezioso per vivere in campagna: pelle bianchissima, mani delicate, piedini da parigina, vestiti azzurri ed eleganti, la pettinatura raffinata, tutto porta alla costruzione di un ritratto femminile di ragazza dolce e remissiva, ma un particolare contraddice la visione iniziale: ' Ella portava, come un uomo, trattenuto da due bottoni del corsetto, un occhialetto di tartaruga'. Questo occhialetto da uomo è una delle prime spie con cui Flaubert ci mette sull'avviso: Emma è una donna dalla personalità fortemente contraddittoria. Tuttavia Flaubert spiana la strada alla sua eroina: Charles resta improvvisamente vedovo. Torniamo al racconto dell'infanzia di Emma che è trascorsa in un convento di Orsoline dove oltre al ricamo, la danza ed il disegno ha sempre letto molto: leggeva di nascosto libri d'amore in cui si parlava di amanti lontani, di turbamenti di cuore, di giuramenti, di singhiozzi, di lacrime e baci e di signori coraggiosi come leoni ma dolci come agnelli. Oltre alla lettura, il convento le propone la vocazione religiosa: ma Emma non è interessata al rapporto con Dio: il suo rapporto con la fede è solo estetico e sensuale: le piaceva pensare a Cristo come al 'fidanzato, lo sposo, l'amante celeste'. Morta la madre, la recita del convento non regge più ed Emma viene rispedita a casa. Dopo il matrimonio con Charles la vita coniugale prende il suo ritmo fatto di rituali ripetitivi che annoiano rapidamente la giovane sposa. Le parole 'felicità' 'amore' 'ebbrezza' su cui aveva sospirato e che le erano apparse belle nei romanzi letti in convento le appaiono ora ingannevoli e prive di senso. Un fatto inatteso spezza la nebbia del menage coniugale: l'invito ad un ballo da parte del marchese d'Andervilliers. Nelle poche ore trascorse nell'ambiente ricco e raffinato del castello Emma respira l'aria a lei più congeniale: tutto è splendido ai suoi occhi, solo la paura del marito ne esce ancora più ridimensionata. Tornata dal grande evento del ballo, Emma tenta di costruirsi una vita fittizia di lussi e di divertimenti: compra una carta topografica di Parigi e inventa delle passeggiate da compiervi, si abbona a riviste femminili, segue da lontano le serate all'Opera, l'apertura di un nuovo negozio parigino, una riunione mondana. Non suona più il pianoforte, diventa capricciosa, non mangia quasi più, beve aceto, si inonda di colonia, deperisce. Il buon dottor Bovary, malgrado la cosa gli procuri un danno economico decide di trasferirsi a Yonville, sicuro che il cambiamento d'aria gioverà ad Emma che è incinta. Pochi giorni prima della partenza, Emma mettendo ordine in un cassetto, si punge le dita con il filo di ferro del suo bouquet da sposa, quindi lo scaglia nel fuoco e lo vede consumarsi: questa è l’immagine metaforica della distruzione del suo matrimonio. In attesa di sistemarsi nella nuova casa, i Bovary alloggiano in una locanda dove incontrano il giovane Léon, praticante notaio. Nasce la figlia di Emma: questa non la guarda neppure, 'voltò la testa e svenne'. La bambina chiamata Berthe e viene mandata a non è solo l'adulterio, ma la scoperta compiaciuta del piacere e della libertà di procurarselo. Emma di fronte alla richiesta ultima di saldare l'enorme debito che ha contratto con il mercante strozzino Lheureux, si abbassa fino a proporsi a lui; non ottenendo nulla, ricorrerà a tutti i suoi ex: Léon, Rodolphe, finanche il notaio Guillaumin dal quale si reca come ultima sponda. Emma esauriti i tentativi di trovare soldi si procura del veleno per topi immergendo le dita nel vaso di arsenico e ingurgitandolo rapidamente. Crede di morire subito, invece la sua agonia sarà lunghissima e terribile. Flaubert realisticamente si sofferma su ogni fase del supplizio della sua eroina; dal punto di vista del narratore realista questo è nelle regole, ma c'è qualcosa in più: Flaubert ci appare qui il giustiziere della sua protagonista. Al capezzale della moribonda giunge il prete che unge con l'olio santo le parti del corpo di Emma che più avevano colluso con il peccato: la bocca, le mani, le narici, i piedi. I censori del libro accusarono l'autore di blasfemia per questa scena dove sacro e profano venivano mischiati in modo morboso: si tratta invece della condanna finale dello scrittore nei confronti della sua eroina. La conclusione è raccapricciante: 'Una convulsione la ributtò sul materasso. Tutti si avvicinarono. Non esisteva più.' Emma viene vestita da sposa, con le scarpine indossate al celebre ballo e una coroncina di fiori in testa: gli oggetti-feticcio saranno sepolti con lei. Ma la perfidia di Flaubert non accenna a finire: il corpo di Emma sarà oltraggiato e descritto in modo orrido e grottesco, con le tempie ferite dalle forbici, gli occhi coperti da una tela di ragno bianchiccia. Una volta morta la moglie, Charles trova le lettere che Emma si scambiava con Rodolphe e scopre così l’adulterio della moglie. L’uomo, pur perdonando la moglie, si chiude così nel silenzio e nel dolore, fino a morire poco tempo dopo lasciando orfana la figlia. Il romanzo si chiude in maniera sarcastica, quasi “dimenticando” i propri protagonisti principali. Sulla ribalta sale Homais, il farmacista del paese, seguace fanatico delle idee illuministiche di Voltaire ma in realtà ridicolo e logorroico, che corona il sogno di una vita ricevendo la prestigiosa Legion d’Onore. LO STILE DELUSIONE E FALLIMENTO: C'è una scena in cui Charles doveva eseguire un’operazione per raddrizzare il piede storto di Ippolito Tautin, lo stalliere all’albergo del Leon d’oro, che però andò male, anche se di per sé non era complicata: è l'ultimo episodio di un'esistenza già fallimentare ma che s'ingrandisce iperbolicamente nella struttura del romanzo. Infatti dopo l'operazione fallita, una nera collera da molto tempo accumulata e repressa, esplode nella sposa, in tutte le sue fibre. Le porte sbattono. Il marito interdetto sbigottito per non aver saputo soddisfare con alcuna gioia dello spirito l'esaltata immaginazione della moglie, è relegato nella sua stanza. Si avverte la terribile delusione e l'ira da un personaggio che realizza finalmente, attraverso il destino di un altro, il proprio fallimento. In un’altra scena agli inizi del matrimonio, i sentimenti e pensieri nel cuore della giovane sposa delusa e fedele venivano intravisti dinanzi a se come un’esistenza buia e meschina. Nessun segno di rivolta, ma soltanto di muta rassegnazione. Per tenersi al corrente, il marito s’era abbonato a un nuovo giornale: 'L'Alveare medico'. E se lo leggeva dopo aver mangiato. Ma, trascorsi pochi minuti, per il calore della stanza, aggiunto alla digestione, egli s'addormentava e restava lì, col mento appoggiato sulle mani e i capelli come una criniera sparsi fin sotto la lampada. Ed Emma lo guardava scrollando le spalle, pensava che avrebbe desiderato di avere almeno per marito uno di quegli uomini ardenti e taciturni che lavorano di notte sui libri. Avrebbe voluto che il nome di Bovary, che era anche il suo, fosse illustre, esposto nelle vetrine dei negozi e conosciuto in tutta la Francia. È una scena dunque dominata dal silenzio, pieno di cose pensate e senza grida o porte che sbattono. È qui che viene evidenziato il rapporto col marito che si va distruggendo. Prima Emma pensava al marito. Ora non pensa che a sé. È se stessa che vuole salvare. Per chi legge Madame Bovary, è infatti evidente che tutti gli uomini sono per una ragione o per l'altra una massa di abbietti o di presuntuosi imbecilli o di vili o di teneri fanciulloni senz'anima. Nessuno di questi uomini si salva, l’unico essere dotato di qualità virili è una donna: Emma Bovary. BOVARISMO: atteggiamento dello spirito, uno stato d’animo che consiste nella tendenza, generalmente femminile, a giudicare mediocre la realtà nella quale si vive, per immaginarne (sognarne) una diversa più ricca di emozioni e passioni: è un tumulto di desideri repressi, di ambizioni stroncate, di invidie personali, gusto per il disordine, fantasia per l’impossibile e fastidio del quotidiano, ma anche la desolata coscienza di essere così e di non poter cambiare. NARRATORE: Flaubert nel libro usa la poetica della impersonalità. Mentre i narratori dell'Ottocento di tipo romantico, come Manzoni, Stendhal e Balzac erano onnipresenti sulla scena intervenendo continuamente nell'azione con commenti e giudizi, stabilendo un rapporto continuo e diretto con il lettore, Flaubert invece, anticipando in questo gli autori del naturalismo e del verismo, esce di scena, rinuncia ad intervenire nei fatti narrati commentando o giudicando, costruisce una rappresentazione oggettiva ed impersonale della realtà al fine di “mostrare la natura così com’è”. Lo scrittore inoltre adotta un punto di vista interno con una focalizzazione interna variabile, in cui cioè i punti di vista adottati sono quelli di più personaggi in successione. In principio la storia è narrata sotto il punto di vista di Charles, per poi tornare a Emma ed infine di nuovo al marito. Descrive accuratamente l’ambiente, con attenzione crescente ai dettagli, ai suoni, ai rumori, alle luci, con piena aderenza al mondo realistico che mira a rappresentare ciò che vede. TEMPO: La vicenda è ambientata nel 1800, la durata reale dei fatti narrati occupa circa 15-20 anni. Spazio: i fatti e le vicende sono collocati in Francia, nella Normandia, a Tostes , Rouen, a Jonville l'Abbazia e la funzione dello spazio è neutra. FABULA-INTRECCIO: durata narrativa resa minore rispetto a quella reale grazie all'uso di espedienti come sommari, riassunti, ellissi, omissione di fatti. Il lessico è semplice, famigliare con inflessioni prese dal un sottocodice medico e giuridico, il registro usato è spesso informale e quotidiano ; il ritmo narrativo è abbastanza veloce. Sono presenti flashback delle rispettive vite precedenti al matrimonio e la tensione aumenta durante i tradimenti di Emma per culminare con il suicidio. AMORE: Il sentimento che domina queste due grandi passioni non si rivela puro e profondo come appare nei primi momenti in quanto nel momento del bisogno entrambi abbandonano Emma al suo destino. una critica nei confronti della borghesia, incarnata nella figura della giovane donna alla continua ricerca di complessa, che, proprio per queste ragioni, vive come una costrizione insopportabile, la condizione sociale comune alle donne del XIX secolo: dipendenza economica dal marito, assenza di identità sociale al di fuori del matrimonio, nessuna possibilità di indipendenza e emancipazione personale. Ella rappresenta la noia della quotidianità e la nostalgia dell’impossibile. E’ vittima delle sue ambizioni ma anche dalle persone grette e indifferenti che la circondano CHARLES: Il povero Charles si rivela alla fine un autentico eroe amoroso, senza frasi romantiche o vestiti di lusso, senza scoppi di voce, ma proprio per questo più toccante e persuasivo. Di lui conosciamo tutta la vita, dall’infanzia nella scuola al primo matrimonio. All’apparenza nella prima parte del romanzo sembrerebbe il protagonista ma si trasforma in antagonista e vittima, soggiogato e offuscato dall’immenso amore che prova per la moglie. La sua vita trascorre tra la devozione per il suo lavoro e l’amore per la moglie, dimostrato in più e più occasioni ma mai realmente ricambiato. Di lui si nota subito il temperamento debole e l’ingenuità che lo porta a conoscere la verità sulla moglie solo dopo la sua morte. Antieroe, uomo mediocre e meschino per natura , ottuso e appagato della sua vita senza pretese , marito di Emma e ufficiale sanitario, inchiodato in ruolo immutabile, anche dopo aver scoperto il suo ruolo di merito gabbato accetterà passivamente perdonando completamente la moglie e scusando la tragedia come una fatalità. L'autore ne descrive e ne rappresenta minutamente la lenta e dolorosa evoluzione che passa da un primo stato di insoddisfazione alla ricerca di soluzioni e di evasione dalla realtà, prima attraverso i sogni e le aspirazioni velleitarie, poi attraverso azioni precise, fino alla tragica conclusione della sua vita e della storia. RODOLPHE: L’altro grande amore di Emma è un ricco signore che abita nei pressi di Yonville. Anche la grande passione che travolge i due giovani terminerà nel momento in cui Rodolphe spaventato dai progetti di Emma si ritirerà lasciandola in una profonda tristezza che si trasformerà in malattia. È un antagonista, amante di Emma , fatuo , incostante e spesso narcisista. LEON: non è veramente l’uomo che lei ha sempre sognato, ma sarà lei che si vorrà convincere di questo. Il primo vero grande amore di Emma dopo il desiderio insoddisfatto di rivedere il marchese conosciuto al ballo. Leon è bello, aiutante del Signor Guillaumin notaio di Yonville. Anche lui si può definire un personaggio dinamico. I primi incontri con Emma caratterizzati da una timidezza reverenziale e da un profondo rispetto per la dama e per la sua situazione si trasformano in incontri passionali in una camera d’Albergo a Rouen. antagonista, amante di Emma, giovane , inesperto, apprendista notaio. MONSIEUR LHEUREUX: è un mercante scaltro e manipolatore che convince continuamente Emma a comprare beni a credito e contrarre mutuo presso di lui. Lheureux raggira Emma magistralmente ed alla fine la spinge così in fondo nel baratro dei debiti da determinare la sua rovina finanziaria ed il conseguente suicidio. MONSIEUR HOMAIS: è il farmacista della cittadina. È materialistico ed egocentrico. Pur essendo un "uomo qualunque", ha un'alta considerazione di sé e cerca di attrarre l'attenzione con pomposi e banali resoconti di cronaca locale.È anche profondamente critico verso la religione ed il clero e coglie ogni occasione per esporre il suo punto di vista, non trattenendosi nemmeno dal discuterne con il reverendo Bournisien durante la veglia del cadavere di Emma. Flaubert usa Monsieur Homais come una maschera per ridicolizzare l'inconsistenza della società borghese.
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