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Manifesto del Partito Comunista - Marx, Appunti di Filosofia

Analisi approfondita dei capitoli "Borghesi e proletari" e "Proletari e borghesi": divisione in sezioni, commento e analisi - dalla nascita della borghesia fino al massimo compimento della società (superamento delle classi) spiegazione del pensiero filosofico

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 07/09/2022

c.12
c.12 🇮🇹

4.3

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17 documenti

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Scarica Manifesto del Partito Comunista - Marx e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA Karl Marx e Friedrich Engels scrivono su commissione da una piccola realtà politica che opera nella confederazione tedesca Lega dei comunisti. MANIFESTO à testo che ha l’obbiettivo di rendere chiara la posizione di un gruppo, non di giudicare ma di descrivere la realtà. Ufficialmente non esce come testo filosofico, ma ha un destinatario di massa (testo edito in quasi tutte le lingue del mondo). 1848, febbraio: uscita del manifesto à periodo della Rivoluzione di marzo, insurrezioni di Parigi, che porteranno alla II repubblica (1792: I Repubblica francese). Capitoli: - Borghesi e proletari - Proletari e comunisti comprensione del testo: limitata, testo disordinato, che cambia spesso argomento. È necessario seguire dei fili. 1. Lotta di classe – cap. 1 BORGHESI E PROLETARI: “la storia è … lotta di classi” à apertura che filosoficamente sta già dando per scontato di aver assunto che il reale è razionale, cioè che la storia non è casuale/irrazionale, ma un concrescere secondo una legge. HEGEL MARX Continuità tra Hegel e Marx; il reale è razionale Discontinuità; parlando di lotte di classe si parla di economia , cioè qualcosa di materiale IDEALISMO La ragione è spirituale, come lo è la sua razionalizzazione. Es: desiderio autocoscienza Protagonista del reale è lo spirito da lui ne ricade l’oggettivazione. MATERIALISMO La ragione e la razionalità sono materiali à filosofia materialistica: la legge che regola il reale è materiale e di tipo economico. Ispirazione alla filosofia della natura di Democrito à materialismo economicistico (classi) (Non materia in senso di natura) Il manifesto non si occuperà di dimostrare ciò, la pone solo come assunzione di partenza. Ne consegue che, il pensiero degli autori sia in contrasto con l’irrazionalismo. Esempio: serie di esempi di classi affermando che non sono tutte sullo stesso piano, fra le classi esiste una gerarchia, quelle che dominano/opprimono e le altre dominate/oppresse. Nello scorrere del reale queste classi sono cambiate, ma ciò che è costante è la lotta continua di cui cambiano solo i protagonisti. Di tanto in tanto la lotta conosce un momento di frattura, la RIVOLUZIONE, dove la dominata diventa dominante. Es: Rivoluzione francese 1789, i dominanti diventano i borghesi, come poi anche nella Rivoluzione industriale Prima di questo periodo le classi erano tante, nell’epoca della borghesia c’è una tendenza alla bipolarizzazione/dualismo della società à borghesia e proletariato. 2. Storia della borghesia: XI secolo, metà del Medioevo à fenomeno inurbamento masse rurali, i servi delle campagne vanno a vivere nei sobborghi. Si è verificato il rovesciamento della classe dominante; la borghesia proviene da una condizione nella quale era dominata. à il dominio di una classe ne produce un’altra ad essa subordinata e quinti antagonista = ogni determinazione è un’autonegazione È stata la stessa classe dominante precedente ad aver generato la sua stessa negazione DIALETTICA: aristocrazia terriera era la dominante e necessitava di dominati à i servi della gleba à divennero i borghesi dominanti Questo passaggio ha impiegato 7/8 secoli per verificarsi; la borghesia ha superato l’aristocrazia. XV secolo, inizio età moderna à terreno per la borghesia, scoperta dell’America, colonie, nuovi mercati, nuove popolazioni schiavizzate. à occasione di slancio per molti fattori socio-economici Elemento rivoluzionario à la borghesia ha avuto un rapido sviluppo ed è stata la classe rivoluzionaria che ha messo fine al mondo feudale che ha messo fine al mondo feudale/aristocratico. NON È STATA UNA CLASSE STATICA MA PIUTTOSTO DINAMICA; ha superato la precedente con il lavoro L’aristocrazia non lavorava à corporazioni = gruppi di persone che fa lo stesso mestiere ed in quel settore ha l’esclusiva e quindi fissa le condizioni di lavoro/standard qualitativi e quantitativi (elemento di rigidità). Es: gli Ordini professionali di oggi. La borghesia supera questa condizione rigida primariamente in Inghilterra che ha superato le corporazioni con la manifattura. I mercati ed il fabbisogno aumentarono e quindi la manifattura non bastava più. à prima rivoluzione industriale Manifattura à industria Manifattori à corpi industriali Da servi i borghesi passarono al comando di interi eserciti industriali. Gli effetti dell’espansione dell’industria furono mondiali. ANCHE LA BORGHESIA SI È FORMATA CON UN PROCESSO DIALETTICO, APPLICATO AD UN CONTENUTO/MATERIALE SOCIO-ECONOMICO. ! l’applicazione della dialettica in economia e nella società dice che la borghesia è sorta dal tramonto della società feudale. 3. Lo stato borghese: lo stato nel manifesto è la sintesi degli interessi HEGEL MARX Esiste lo stato, quindi di conseguenza esiste la società civile. Lo stato fa da sintesi dei diversi interessi particolari della società civile. A seconda di qual è la classe dominante della società, essa da vita ad un proprio stato. STATO = espressione/prodotto della classe dominante Lo stato conferma il predominio; non esiste stato senza ulteriori determinazioni (mai generico). Chi domina la società civile domina anche a livello istituzionale. - È esistito lo stato feudale - Esiste lo stato borghese - Esisterà lo stato proletaria, nel momento in cui la dialettica giungerà al termine Quando lo stato borghese si afferma, nulla sfugge alla borghesia; non esiste scienza/letteratura indipendenti. TUTTE LE FIGURE SONO LAVORATRICI DELLA BORGHESIA. Medicina/diritto/religione prima erano neutrali à ora diventano borghesi Viene strappato anche il rapporto famigliare, lo stato borghese ha ricondotto il piano sentimentale ad un rapporto di affari ed interessi (dove l’uomo è spesso l’oppressore mentre madre e figli sono gli oppressi). 4. La rivoluzione borghese: Perché la borghesia ha fatto la rivoluzione? È stata una classe rivoluzionaria perché ha lavorato (richiamo rapporto signore-servo di Hegel), mentre le classi dominanti del medioevo erano forti nell’esercitare il potere ma allo stesso tempo “pigre”, non lavoravano. La lotta di classe a volte culmina con la rivoluzione Cosa vuol dire rivoluzione? LA PRODUZIONE: - Strumenti/mezzi di produzione - Forza lavoro - Conoscenze = FORZE PRODUTTIVE Il modo in cui vengono distribuiti i mezzi ed i prodotti = RAPPORTI DI PROPRIETÀ E PRODUZIONE Chi sono i proprietari dei mezzi? Chi sono i proprietari dei prodotti? A seconda della risposta a queste domande si ha un certo tipo di rapporti di proprietà e produzione Quando la rivoluzione avviene, formalmente accade che: le forze produttive (elemento dinamico della struttura) sono cresciute in maniera tale che i rapporti di proprietà (elemento statico) non sono più adeguati. Si viene a sviluppare una forza produttiva di cui i rapporti di proprietà non tenevano conto, rimanendo datati rispetto allo sviluppo delle forze. Es: le nuove forze produttive della rivoluzione industriale si sono contrapposte ai rapporti di produzione dell’aristocrazia che vedevano ancora nella terra lo strumento principale. RIVOLUZIONE = CAMBIO DEI RAPPORTI DI PROPRIETÀ, adeguati alle nuove forze produttive, le quali costringono i rapporti di proprietà a tener conto di queste nuove forze. Le classi si succedono nella proprietà dei mezzi di produzione Esempi storici: • Inghilterra à esempio per lo sviluppo economico La borghesia ha creato nuovi lavoratori e nuovi mezzi di produzione. Inizialmente l’aristocrazia (i rapporti di produzione) ignorano ciò, ma non si può ignorare che vi siano nuovi proprietari di questi nuovi mezzi. I rapporti devono quindi essere cambiati. I vecchi rapporti feudali impedivano alle nuove forze di produrre. La corporazione impediva la libera concorrenza, risultando inadeguato e quindi successivamente abolito. non prevedere un negativo con cui confrontarsi e da cui in fine venire superata. La borghesia ha problemi a confrontarsi con gli strumenti che ha creato. Crisi commerciali: la borghesia si trova a dover distruggere ciò che ha creato e a volte anche le forze produttive, che necessitano di essere rinnovate. Le crisi non sono legate a carestie (insufficienza produzione rispetto alla domanda) e guerre (legati ai precedenti modi di produzione) come si verificava in precedenza, ma in questo caso avviene perché c’è una sovrabbondanza (che in teoria non dovrebbe essere motivo di crisi). La borghesia si trova nella contradditoria situazione di non riuscire più a gestire i propri rapporti di proprietà, sembra non trarre più vantaggio dalle forze produttive. La borghesia non riesce ad essere sola proprietaria di tutte quelle forze produttive troppo potenti à minacciano e gettano nel disordine la società borghese. La borghesia come risolve la crisi? - Costretta a liberarsi di sue proprietà/masse produttive per superare la crisi, con una guerra. ! ≠ guerra Hegel: guerra è il tribunale della storia, davanti a cui lo stato prova di essere reale. - Distruzione coatta masse produttive, scelta che la classe dominante fa per smaltire le masse produttive. - Imperialismo à vendere ovunque, creare mercato mondiale Sfruttare più intensamente vecchi mercati à facendo sorgere nuovi bisogni Tutto ciò crea solo una crisi più globale, non risolvendola. Ideologia e contraddizione Ideologia: astrae una parte del reale, per esempio il presente, e lo considera come assoluto, eterno, senza una causa e senza contraddizioni, destinato a durare per sempre. à un determinato rappresentato come assoluto Le ideologie sono prodotte dalle classi dominanti; non rappresentano il loro dominio come il risultato di un lungo processo e ancor meno ha interesse a rappresentare le proprie contraddizioni. La borghesia in questo caso non può presentare la propria contraddittorietà Dunque si presenta a sé stessa e agli altri in modo assoluto; rappresenta le proprie sovrastrutture come assolute, necessarie ed eterne. • FORZA LAVORO: La previsione del successivo sviluppo del reale = la razionalità vuole che vi sia il cambio dei rapporti di proprietà, in questo caso in favore dei proletari. Capitale: macchine-denaro = somma di denaro utilizzata, il valore dei beni che si possiedono. La borghesia ha gli strumenti ma on il lavoro. I proletari sono coloro che possiedono solo il proprio lavoro, che impiegheranno le stesse armi che la borghesia ha creato. Nella stessa misura nella quale si sviluppa borghesia si sviluppa il proletariato; coloro che lavorano il capitale. Alla borghesia il proletariato serve. Anche il lavoro è merce e il prezzo della merce è il salario à il proletariato deve vendere il proprio lavoro per vivere (vivono solo quando trovano lavoro), il lavoro del loro lavoro subisce delle oscillazioni, trovandosi. Lavoro del proletariato: caratterizzato dall’alienazione (Alieno: diverso, estraneo) Alienato è il lavoro ed il lavoratore à quando egli lavora perde sé stesso, per esempio perché è la macchina ad essere diventata centrale. È lo strumento a decidere i tempi ed i modi del lavoro, il proletario è diventato un accessorio della macchina. La macchina è sempre più efficiente e complessa, il proletario diventa sempre più semplice e svalorizzato. Invece di vivere per lavorare, si lavora per vivere à è solo sopravvivenza, non per affermazione nel mondo. (vs Hegel à il servo con il lavoro ritrova sé stesso) Il lavoro ha perso ogni carattere autonomo. L’uomo deve tenere il passo dello strumento. La macchina è protagonista: se aumenta la sua velocità di produzione deve aumentare anche la mole di lavoro del proletario. Proletari; servi dello stato borghese e quindi servi della macchina. È richiesta sempre meno abilità e sempre più manovre semplici subordinate alla macchina. Il genere non differenzia più la società, ma si differenzia in classi. È irrilevante se il proletario è uomo o donna ma è rilevante il posto che occupa nei rapporti di produzione. È interesse della borghesia impiegare una forza lavoro che costi meno: infantile o donne. Per quale motivo il proletariato supererà la borghesia? 1. Aumento quantitativo à proletarizzazione di tutta la società: i proletari sono sempre più numerosi, perché una parte di appartenenti ad altre classi, come il ceto medio, piccoli industriali e proprietari, commercianti, cadono nel proletariato (per la semplificazione di classi). La loro offerta soccombe all’attività della grande industria, che ha un capitale. Importante e ciò permette la continua rivoluzione degli strumenti di produzione. In più, l’abilità artigianale sembra superata dalla produzione industriale. à la borghesia è una maggioranza sempre più ristretta. 2. Aumento qualitativo à unirsi in massa dei lavoratori e mobilitazione: i proletari sono sempre più uniti anche fisicamente, perché sono concentrati dalla borghesia in grandi concentrazioni industriali. Comunicano più velocemente. Gli strumenti di comunicazione (altra contraddizione) che la borghesia crea per far circolare i prodotti (treni), sono usati dai proletari per unirsi tra loro. Serie di rivoluzioni borghesi contro la monarchia assoluta (rivoluzione francese del 1830) che hanno avuto bisogno del proletariato come forza d’urto, quindi è stato mobilitato, essa non può ricorrere sono a sé stessa (dialettica: contraddizione-antitesi). La borghesia ha bisogno del proletariato per attuare una guerra ad un’altra borghesia nazionale, armi contro sé stessa. 3. Le condizioni materiali ed economiche del proletariato peggiorano: tutti fanno più o meno le stesse cose e sempre con un salario più basso. Ciò aumenta la contraddizione tra A e non A, cioè con la borghesia. La crisi commerciale impone variazioni anche ai salari del proletariato; la concorrenza della borghesia può portare al ribasso/taglio dei salari. Il miglioramento degli strumenti peggiora la loro condizione di vita = disoccupazione tecnologica (la macchina fa il lavoro dell’operaio). I proletari iniziano a formare coalizioni (sindacati) per difendere il loro salario di lavoro. La borghesia è diventata troppo contraddittoria; è in crisi, non perché sia già stata superata ma piuttosto perché sta per esserlo (ponendone lei stessa le basi). A questo punto il modo di produzione borghese è classificato come il vecchio, la nuova società sarà quella proletaria. Le collisioni della vecchia società favoriscono lo sviluppo del proletariato: nella sua contraddittorietà “lavora” per la classe proletaria. Es: la mobilitazione in Russia dalle classi dominanti verso quella proletaria si è rivoltata contro. Il processo del manifesto: Processo OGGETTIVO: è avvenuto e avviene anche indipendentemente dalla volontà e consapevolezza dei soggetti. Il reale procede anche quando non viene razionalizzato dai suoi protagonisti. à concettualizzazione del reale Quello che è presentato è la razionalità del reale; espressioni concettuali di rapporti effettivi del reale La lotta tra classi non avviene per volontà, è la legge razionale del reale. Gli autori descrivono un momento dialettico in corso, che secondo loro permette di fare previsioni sul reale futuro. = nottola di Minerva di Hegel; si alza in volo solo al calare della sera cioè alla fine del dispiegamento del reale. à La filosofia non dice al mondo come deve essere, non prescrive qualcosa, ma ne coglie la legge, cioè la filosofia è la massima comprensione di un reale che si è già dispiegato. Gli autori, filosofi hegeliani, pensano di aver razionalizzato il reale, ma questo si è verificato già altre volte. Sembrano risentire la posizione hegeliana: si stanno proponendo di cogliere la razionalità del reale, che in gran parte si è già dispiegato (tutte cose già realizzato), realtà che quindi può essere previsto nei suoi sviluppi (p. 25). Comprende con la ragione questo processo, non lo va ad istituire; non ha valore prescrittivo (percorso da intraprendere). Espressioni concettuali (da pluralità ad unità) di rapporti già reali, non qualcosa che va fatto accadere, un movimento storico che si svolge già sotto ai loro occhi. ≠ Hegel: con una certa coscienza si determina la posizione nei rapporti. Nel Manifesto la posizione nella società si determina indipendentemente dall’autocoscienza. Rapporti di produzione à quindi autocoscienza. 6. Altri avversari della borghesia: anche l’aristocrazia e la monarchia assoluta (cioè la classe feudale) ma anche la classe sottoproletaria (Lunpenproletariat): la parte di società che non è neanche forza lavoro e produttiva (disoccupati, coloro che vivono di favori di classi dirigenti). Nessuna di queste è una classe davvero rivoluzionaria piuttosto conservatrice (lo è solo il proletariato): Classe feudale: reazionaria (tornare al modo di produzione feudale), vogliono ricostruire un passato che ormai è tale. Sottoproletariato: ancora più facilmente strumentalizzata dalla borghesia. Non sono soggetti che stanno facendo la storia, il futuro risiede nel proletariato (prodotto stesso della borghesia e dell’industrializzazione), le altre sono destinate a tramontare. 7. Peculiarità della rivoluzione proletaria – cap. 2 PROLETARI E COMUNISTI: gli autori si dedicano a descrivere i caratteri della nuova/imminente rivoluzione; La rivoluzione proletaria si distinguerà da quella borghesia nel senso che inizialmente il proletariato farà quello che hanno fatto le altre classi, diventerà classe dominante à chiamata nel testo Critica al programma di Gotha da Marx dittatura del proletariato. Il proletariato vive già una condizione dove la classe non ha una proprietà, possiede il proprio lavoro. Quando ci si impadroniva del potere si aveva già il controllo dei mezzi di produzione e si sottometteva la società al proprio modo di produzione. Concretamente le forze produttive sono già sociali, non di classe, sono il 9/10 società, rendendolo la totalità. Non ha interesse nel prendere i mezzi perché già non li ha, intende liberarsi dall’assoggettamento da una classe/dal capitale, non scambiarsi di posto con una classe dominante. Non dover più vendere il proprio lavoro ad un capitale che non è loro. I proletari aboliscono il modo in cui una parte finora si è appropriata, una classe sottraeva all’altra. Il proletariato se ne impadronisce ma non ha nulla da salvaguardare, fa la rivoluzione non possedendo nulla, non fa la rivoluzione con un proprio interesse in atto, non ha nulla da perdere. Rendo tutto sociale perché fa ciò in maniera disinteressata. Il movimento proletario è il movimento autonomo Tuttavia il proletariato metterà in comune i mezzi di produzione, mettendo fine alle lotte di classe perché si mette fine all’esistenza stessa delle classi, anche del proletariato stesso. Se la storia è lotta di classi, la rivoluzione proletaria metterà fine alla storia e allo stato (dominio di classe trasposto nel diritto-istituzioni), mancheranno tutte le sovrastrutture (politica, mezzo di una classe per sottometterne un’altra). Hegel, non ci sarebbero più finiti, le classi. Pienamente sviluppato esisterà un intero senza determinazioni al suo interno. Dagli autori anche la famiglia borghese è vista come una sovrastruttura con dominanti (l’uomo) e i dominati (mogli e figli), il proletariato si distanzia da ciò. Il proletariato non ha patria; la nazione è un gruppo di persone che ritiene di essere accomunato da qualcosa, per esempio il legame con un certo territorio, un passato comune, la lingua à elementi di identità nazionale. La nazione non è classe, non ha carattere materialistico à sarebbe interclassista-categoria verticale, ne fanno parte più classi. In questa filosofia è una divisione irrilevante, perché l’unica reale distinzione è quella tra classi. Il proletariato è privato da ogni carattere nazionale, perché la sua condizione di assoggettamento al mezzo di produzione è uguale in tutto il mondo. à INTERNAZIONALISMO. Marx infatti parteciperà alle associazioni internazionali dei partiti comunisti, specialmente alla prima (1864) nella quale partecipa anche come dirigente. La morale e la religione sono pregiudizi dietro i quali si nascondono interessi à ideologie. Rivoluzioni precedenti, in particolare la borghese Rivoluzione proletaria La classe rivoluzionaria ha già qualcosa di proprio (i mezzi) da salvaguardare Minoranza La classe rivoluzionaria non ha niente di proprio Maggioranza Alzandosi il proletariato (parte più infima nella scala sociale) farà venire meno tutte le altre. C’è un momento nel quale il proletariato è classe dominante La società avrà attraversato tutti i momenti (classi) e alla fine ognuno di questi è stato deposto; le classi non si differenziano più, ora la produzione si concentra nelle mani degli individui associati. La società arriva al suo massimo compimento. Non ci saranno più ragioni di contrapposizioni tra classi eliminando il suo proprio dominio di classe, dopo averlo avuto nella rivoluzione (è un momento); alla fine l’assoluto è la produzione nelle mani di un’unica associazione dove ognuno è libero di svilupparsi, condizione per la stessa libertà rivolta a tutti.
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