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Manuale del traduttore Osimo, Sintesi del corso di Traduzione

Manuale del traduttore, Osimo Lingua e traduzione spagnola

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 16/03/2021

chiaariana
chiaariana 🇮🇹

4.5

(36)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Manuale del traduttore Osimo e più Sintesi del corso in PDF di Traduzione solo su Docsity! Manuale del traduttore 1. Che cosa significa tradurre? Tradurre per iscritto in greco si dice metafero (trasportare), metafrazo (parafrasare, tradurre), metagrafo (trascrivere, tradurre). In latino converto, transverto (che derivano da vorto “copiare”) e imitor sono verbi che si riferiscono alla traduzione narrativa, ossia a una traduzione che ha lo scopo di produrre un testo leggibile. Cicerone fu tra i primi a occuparsi specificamente di traduzione: “ho tradotto da oratore e non da interprete. Il Medioevo: le lingue volgari cominciano ad assumere uno status pi elevato (non si specifica pi se una ù̀ elevato (non si specifica più̀ se una ù̀ elevato (non si specifica più̀ se una traduzione è avvenuta tra lingua dominante e volgare) e si dà più importanza alla comprensione e all'allargamento del pubblico che all’attenzione filologica. Agostino antepone la priorità di essere compreso dal popolo al timore di subire la riprovazione dei grammatici, e quindi apre la strada a quello che si chiamerà volgarizzamento. Tra le lingue volgari-- traduzione orizzontale. Dal latino al volgare-- traduzione verticale Con Jean de Meun si ha un primo tentativo di traduzione accettabile, facilmente comprensibile per la cultura ricevente. Nel 400 ormai sono in uso le parole che usiamo oggi, per quanto dopo il 1350 il prestigio del latino sia divenuto tale che non si traduce più, ma si legge in lingua originale. In quel periodo le traduzioni sono per lo più dal greco al latino. Il termine “traductio” ha diversi significati:  Imitazione o emulazione (riducere in volgare)  La conversione o spiegazione (trarre, trasmutare)  La riespressione, rendere. (translate, trasladar) Il concetto di traduzione si è fatto via via più specifico, finché non sono nate parole indicanti l'attività di chi traspone un discorso scritto da una lingua naturale all'altra. Nel 1530 Martin Lutero, dopo l'accusa di essersi discostato troppo, nella sua versione tedesca, dal testo biblico, pubblica l'Epistola sull’arte del tradurre e sull’intercessione dei santi, nella quale difende le proprie scelte in nome della comprensione del testo biblico da parte del popolo tedesco. La sua visione, come quella di Agostino e Estienne Dolet, è fondata sul criterio dell'accettabilità, secondo la quale il testo deve risultare scorrevole alla lettura e immagini e metafore devono riuscire immediatamente comprensibili al lettore della cultura ricevente. In Francia, sono famose le traduzioni belles infidèles (1600-1700), versioni abbellite e ornamentate, adattate per piacere di più ai lettori. Romanticismo: si sottolinea l’importanza dell’incomprensibilità del testo, l'elemento estraneo introdotto viene visto come alimento per la crescita culturale della nazione. Huet: traduzione (concezione modernissima): interpretazione di enigmi, soluzione di questioni complesse e divulgazione di tutto quanto sia conosciuto. Zukòvskij: le traduzioni arricchiscono la lingua. Le differenze di costumi, governi... producono differenze anche nella lingua, le traduzioni ci fanno conoscere la concezione degli altri, nella lingua passa una moltitudine di costrutti, forme, espressioni che si possono avvicinare per analogia e si trasformano in peculiarità. Breitenger: la traduzione è importante per la vitalizzazione e il rinnovamento linguistico. Herder: la traduzione è un ausilio per la formazione della lingua, qualsiasi lettura è traduzione. Schlegel: importanza dell'incomprensibilità del testo. La traduzione diviene un magnete che attira il lettore verso l'opera e la lingua originale. Schleiermacher si pone il problema della mediazione tra la cultura emittente (dell'autore, del protesto) e cultura ricevente (del lettore del metatesto). Inoltre, della stessa opera potranno coesistere diverse traduzioni, delle quali non si potrebbe proprio dire che una è completamente riuscita o fallita. Humboldt: il segno non è soltanto la manifestazione dell’oggetto, ma è anche una forma all'interno della quale il concetto riesce a plasmarsi. Il lettore della cultura ricevente deve avere la possibilità di interpretare i lati oscuri dell’opera: non è il caso di fargli trovare l'interpretazione bell’e pronta e non più discutibile. Il romanticismo tedesco dà un contributo fondamentale allo sviluppo della scienza della traduzione. Leopardi: Zibaldone: ognuno di noi riesce a percepire meglio il messaggio nella propria lingua, quando leggo inconsciamente metto in atto un processo di traduzione, vi sono passaggi mentali insiti all’interno della traduzione. Novecento Pierce: fondatore della semiotica moderna. Il segno è tradotto in un oggetto per mezzo di un passaggio mentale frutto delle esperienze individuali. Un segno deve avere un'interpretazione o significazione, cioè un interpretante: una traduzione in un altro linguaggio. Freud: traduzione: descrivere le trasformazioni tra sogno ricordato e sogno raccontato, nonché tra contenuto manifesto e contenuto latente. Pirandello: paragona il concetto di traduzione al lavoro dell'illustratore e a quello dell’attore. Valéry: anche la poesia è traduzione. Il poeta e una specie di traduttore che traduce il discorso ordinario, modificato da un'emozione, in linguaggio degli Dei. Saussure: rappresentazione parola - concetto come rapporto 1:1 = lineare. SIGNIFIÉ = Parte del segno linguistico che coincide con il concetto SIGNIFICANT = Suono emesso nell’atto della parola che costituisce il segno linguistico SÉMIOLOGIE (SEMIOLOGIA) = Studio dei segni, soprattutto verbali. Jakobson: saggio del 1959:  Traduzioni intra linguistica o riformulazione è un'interpretazione dei segni verbali medianti altri segni della stessa lingua.  Traduzioni interlinguistica o traduzione vera e propria è un’interpretazione di segni verbali mediante un altro linguaggio.  Traduzioni Inter semiotica o transmutazione è un’interpretazione di segni verbali per mezzo di segni di sistemi segnici non verbali. La traduzione ha due accezioni: trasposizione di un testo nell'ambito della stessa lingua (parafrasi) e trasposizione di un testo in un codice extra linguistico (traduzione intersemiotica). Quine: ogni bambino, per imparare a comunicare con elementi esterni al contesto iniziale deve operare una traduzione radicale. Differenzia la lingua di casa (home language) dalla lingua madre (native language). É questa esperienza a fare di ogni parlante un traduttore, e a fare dell'indeterminatezza della traduzione uno dei principi fondamentali per la scoperta del mondo. Octavio Paz: imparare a parlare vuol dire imparare a tradurre. Wittgenstein: tradurre appartiene alla sfera del pensiero. Lotman: la traduzione si trova al centro dell’interazione tra sistemi culturali. FIT (Federazione Internazionale Traduttori): fondata a Parigi nel 1953. Gli obiettivi sono promuovere l'interazione, la collaborazione tra le associazioni sulla traduzione, facilitare la formazione nei paesi dove non ce ne sono, instaurare relazioni con altre organizzazioni, promuovere formazione e ricerca… Carta di Dubrovnik: primo documento ufficiale stilato per regolare l'attività di traduttori e interpreti. Approvata dal congresso della FIT nel 1963. La traduzione è descritta come attività permanente, universale e necessaria al mondo d'oggi. Il traduttore deve avere una conoscenza approfondita delle lingue verso e da cui traduce e conoscere l'argomento della traduzione. Raccomandazione di Nairobi: primo documento internazionale che definisce la professione del traduttore, affermando che deve godere dello stesso status di un autore. 2. La comunicazione Italia: discipline scientifiche e umanistiche Buona parte del resto del mondo: “discipline scientifiche” (chi si occupa di qualcosa in modo serio e documentato che sia umanistico o scientifico) si distinguono da: contenuti divulgativi per il popolo. La divulgazione è traduzione del registro scientifico in registro popolare. Agar, punto massimo di incomprensione) bisogna scegliere quali strategie adottare: colmare del tutto il vuoto, facendo però perdere al testo la sua identità originale (poco traduzionale), o conservare le peculiarità del testo, rischiando però di offrire ai lettori un testo complicato da capire (molto traduzionale). Comunicazione scritta e orale Intonazione (tratto soprasegmentale, Saussure) è assente nella comunicazione scritta. Nella comunicazione scritta il contesto dell'autore e quello del lettore possono esser molto diversi. Scrittura e lettura possono essere separate da:  Distanza diacronica: separati da una distanza temporale (i lettori della Bibbia ora)  Distanza diatopica: geografica, culturale, di spazio (un italiano che legge un romanzo americano)  Cronòtopo culturale: il contesto culturale di riferimento può cambiare anche se tempo e spazio non cambiano Le funzioni emotiva (espressiva) e conativa. La prima implica la capacità di esprimersi e se lo si considera pertinente, la capacità di saper parlare di sé. La seconda (persuasiva) deriva dal verso latino conari, che significa tentare, provare. Nella comunicazione scritta il destinatario non è presente, quindi l'autore al momento della scrittura si rivolge a un lettore immaginario, ed esso rappresenta il "lettore modello". Il traduttore, però, si rivolge a un lettore modello diverso da quello immaginato dall'autore, per questioni di tempo o spazio. Autore empirico e autore modello. L'autore modello corrisponde all'idea che il lettore si fa dell'autore leggendo il testo, anche se ovviamente essa può coincidere o no con l'autore concreto, ovvero l'autore empirico. Quest’ultimo, quando scrive, attua una strategia che prevede l'idea che il lettore sarà portato a farsi di lui. Un'altra importante differenza tra comunicazione orale e scritta è la possibilità, in quella orale, di poter assistere alla reazione dell'interlocutore (feedback), mentre in quella scritta non si può conoscere nell'immediato. La funzione metalinguistica: Un altro elemento che separa autore e lettore è il codice (elemento linguistico) in cui un'opera viene scritta. Ci sono differenze di codice culturale anche nell'ambito di una stessa lingua:  Un’opera può essere scritta in una lingua diversa da quella in cui viene letta  Un libro può essere troppo difficile per un certo lettore e quindi lo abbandona  Un articolo può essere di divulgazione e rivolgersi a lettori comuni oppure scientifico e rivolgersi agli addetti ai lavori La comunicazione è un processo che inizia nella mente dell’autore e si conclude nella mente del lettore, la lettura infatti rende la comunicazione operativa in senso interpersonale. Inoltre, il fruitore della comunicazione scritta ha maggiore libertà di scelta perché decide tempo, luogo e numero delle volte a cui sottoporsi al messaggio. L’audiolibro come traduzione. Ibrido tra orale e scritto: file audio come supporti di testi narrativi e non. Il fruitore coglie l’intonazione o l’inflessione. Se si tratta di testi narrativi o poetici, la voce narrante crea interferenze interpretative connesse all’intonazione e alla pronuncia. In un certo senso gli audiolibri sono traduzioni di testi scritti, come affermava Pirandello la recitazione è una forma di traduzione. La funzione fatica. In ogni comunicazione le info che partono dall’emittente sono di più e di meno delle informazioni che giungono al destinatario. Dipende da:  capacità espressiva dell’emittente  dai problemi nel canale fisico della comunicazione (rumore, assenza di voce, guasti, pagine strappate, macchie sul foglio)  Se il messaggio giunge incompleto.  Differenze di contesto storico, geografico, culturale  Se il destinatario postulato non coincide con quello effettivo. Inoltre, visto che non c’è mai una totale coincidenza tra codice linguistico e culturale di emittente e destinatario, una parte del messaggio va persa. vi è sempre una parte che non arriva a destinazione. La funzione conativa: Orientata sul destinatario, mantenere alta l’attenzione di chi ci ascolta, o nel caso di un libro cercare di convincere il lettore della validità di un’argomentazione. La funzione poetica È estetica. La parte della comunicazione che si rivolge a sé stessa. Il messaggio poetico è carico dell’impegno di chi scrive. Ritmo, metro, suono: elementi essenziali di questa funzione . Il traduttore deve essere in grado di stabilire, in base al testo, quali elementi hanno funzione poetica e tradurli di conseguenza. 3. Il testo Testo aperto (generalmente connotativo): artistico, poetico. Il lettore è attivo e interpreta il testo tramite ipotesi e verifiche, definite circolo ermeneutico. Testo chiuso (generalmente denotativo): non destinato a molteplici interpretazioni (manuale di istruzioni). Lo scopo è convogliare informazioni precise al lettore modello. Circolo ermeneutico Ermeneutico agg.= interpretativo (metodologia dell’interpretazione dei testi scritti). Secondo Segre potrebbe diventare sinonimo di critica (il critico è solo un lettore attento). L’atto critico è l’interpretazione che si ottiene confrontando il sistema del testo e il sistema del lettore. L’autore empirico (in carne e ossa) decide quale immagine vuole dare del narratore al lettore modello ma davanti a un testo il lettore empirico fa ipotesi in base alle sue conoscenze, competenze linguistiche, fantasia, riservandosi di confermarle o smentirle. Il traduttore dev’essere un ottimo lettore e deve essere in grado di bloccare alcune possibilità interpretative. La funzione fàtica comprende le strategie attuate perché il contenuto che va perso rimanga limitato la soglia dell’incomprensibilità). La forma in cui un messaggio viene veicolato è un elemento portatore di senso. In certi testi, come le poesie, la forma ha un’importanza maggiore rispetto al contenuto semantico del lettore modello nella lingua in cui traduce e attivarne altre. La retorica è la disciplina che studia i tropi, le figure. Metafore: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Metonimie: usare il nome della causa per quello dell'effetto (per es. vivere del proprio lavoro), del simbolo per la cosa designata (non tradire la bandiera), dall’astratto per il concreto, il contenente per il contenuto… Jakobson riconduce le due figure retoriche ai due emisferi del cervello dopo aver studiato soggetti affetti da afasie (1980). Sono le due modalità principali di elaborazione espressiva. Quando una persona compone una frase, sta traducendo dal codice mentale al verbale e ciò comporta la selezione di fonemi, parole, frasi (asse paradigmatico, emisfero sinistro) e la combinazione tra le parole, frasi scelte (asse sintagmatico, emisfero destro). Il testo è fatto dalla sequenza di scelte selettive e combinatorie fatte. Alcuni stili Il ricercatore slovacco Miko della scuola di Nitra (scuola semiotica di comunicazione testuale), ha individuato diversi stili che caratterizzano un testo:  FUNZIONALI PRIMARI: caratteristici dei testi all'interno di singoli ambiti sociali di comunicazioni. - -Narrativo: modalità espressiva basata sulle espressioni di esperienze con un alto livello di cura per gli aspetti formali. - Colloquiale: modalità espressiva comune, di norma orale, basata sulle espressioni di esperienze con un carattere fortemente operativo, soggettivo e relazionale. - -Scientifico: modalità espressiva basata su un forte formalismo concettuale, tipicamente con un'inclinazione verso la deduttività e la formalizzazione dell’espressione. - -Burocratico: modalità espressiva che caratterizza gli ambienti amministrativi, basato su un carattere operativo dominante e sul livello più o meno alto di espressione formalizzata dei concetti.  FUNZIONALI SECONDARI: - Giornalistico: modalità espressiva basata sull’espressione formalmente accurata di dati derivanti dal campo e sia concettuale che empirico, non prevede il ricorso al punto di vista soggettivo. - Retorico modalità espressiva basata su una forte operatività con aspetti molto marcati di carattere soggettivo e relazionale. - Saggistico: modalità espressiva che usa gli artifici dello stile narrativo per esprimere concetti di carattere cognitivo - Divulgativo: diffusa nella didattica culturale e scientifica. si basa sull’espressione formalmente curata di concetti. - Religioso: basato su uno stile formale non molto distante da quello narrativo, comprerò una forte caratterizzazione operativa per indurre il destinatario comportarsi in un certo modo.  STORICO: caratteristiche stabilizzate delle modalità espressive di una data epoca che riflette il punto di vista di quel momento storico sulla realtà.  PERSONALE: insieme degli stereotipi dello stile di un autore (idiosincrasie, idioletto) che riflette il suo punto di vista sulla realtà. Prototesto: è il testo da cui viene tratto, l'originale, il primo dei due testi che compongono il processo. È l’intertesto del lettore Metatesto: è il testo tradotto, il testo che viene dopo l'Inter testo inserito nel testo ricevente qualsiasi rimandi intertestuali e infedeli ovvero è una traduzione, non una copia. Può essere il testo tradotto (scopo di produrre un testo analogo all’originale); è l'insieme delle parti di un libro che esulano dal testo principali. Informazioni sull’autore e sulla sua epoca (informazioni paratestuali). Lingua come visione del mondo. Ipotesi della relatività linguistica di Lee Whorf (rapporto lingua.pensiero): la lingua non è solo uno strumento per esprimersi, ma è una visione del mondo, ha in sé una concezione del mondo. il pensiero, a seconda della propria lingua madre e quindi della cultura madre della persona, cambia sul nostro modo di pensare. (es. parole per “neve” per gli eschimesi, ce ne sono varie decine). La cultura madre porta con sé anche una concezione del mondo, per il traduttore è importante tener conto delle differenze tra le concezioni delle culture. Le categorie grammaticali non sono universali. Dato che la cultura madre in prime caratteristiche precise alla concezione del mondo, per il traduttore è fondamentale tenere conto delle differenze culturali, e non essere troppo veloce nel dare per scontate le somiglianze. Whorf considera l'apprendimento di una lingua straniera un processo di acquisizioni di un punto di vista nuovo sul mondo virgola e gli individui poliglotti persone dotate di una conoscenza poliedrica. Il fatto che la lingua sia una visione del mondo ha ripercussioni sulla traducibilità. Lotman: discorso interno: Io emittente e più giovani dell'io ricevente: non è più interamente la stessa persona , perché quel frammento di esperienza in più l'ha modificata, ciò che permette l'evoluzione nel senso e il dialogo intra soggettivo. E l'unico ad aggiungere significato all' enunciato iniziale poiché il suo scopo è stimolare se stesso a formulare una visione più evoluta di qualcosa. Il contatto tra due culture è indispensabile per la comunicazione. Nel sistema Io-Io, il portatore di informazione resta lo stesso, ma il messaggio durante la comunicazione Siri formula e acquisisce nuovo senso. 4. La traduzione come interpretazione Meschonnic, traduttologo francese, sostiene che l’autore non scrive sempre per farsi capire dal lettore, a volte per il bisogno di mettere in parole del materiale mentale inconscio o solo parzialmente conscio. Una versione è una visione dell’opera, da parte di quel traduttore, che può cambiare nel tempo. Le traduzioni invecchiano, non solo per il linguaggio ma anche per il punto di vista, condizionato da tanti fattori. Ogni versione inoltre cambia a seconda di come il traduttore gestisce il “residuo intraducibile” in nome della traducibilità. L'autore ha una precisa strategia narrativa e prevede vari percorsi interpretativi da parte del lettore. Vi sono poi corsi di lettura, che per quanto non previsto dall’autore, sono ugualmente possibili. Questo 3. Lasciare l’espressione originale e non curarsi dell’eventuale incomprensione o residuo Il concetto di norma in traduzione si è evoluto: ora non si intende più un procedimento a cui il traduttore deve attenersi, ma una regolarità constatata nella pratica traduttiva. I realia Deriva dal latino (medievale) = le cose reali, le cose concrete in contrapposizione alle parole astratte. In scienza della traduzione significa non oggetti ma parole, ossia le parole che denotano cose materiali culturospecifiche. Come rendere i realia: o Realia geografici: biologia, meteorologia o Reali politici e sociali: organismi, istituzioni, vita sociale e militare o Etnografici: vita quotidiana, arte, religione. Ogni elemento di realia ha varie rese possibili: - Trascrizione o traslitterazione - Trascrizione secondo le regole di pronuncia della cultura ricevente - cachemire - Creazione di un neologismo o calco – grattacielo per skyscraper - Creazione di un traducente – ciarda per ungherese csardas - Uso di altro vocabolo della cultura emittente spacciato per forma originaria dell’elemento di realia – latte col significato di cappuccino in inglese - Esplicitare il significato - Sostituire con omologo locale del fenomeno – art noveau per Jugendstil - Sostituire con omologo generico internazionale – organizzazione criminale per ndrangheta - Aggiungere un aggettivo per aiutare a individuare l’origine – la pampa argentina - Traduzione contestuale, si tiene conto del significato globale della frase- il farmaco lo passa la mutua? In inglese: il farmaco è molto costoso? La connotazione o il colorito dell’espressione fa parte del significato e è tradotta alla pari con la semantica dell’espressione. Se il traduttore riesce a tradurre solo la semantica dell’unità lessicale, per il lettore c’è un residuo comunicativo notevole, vi è un’ incompleta percezione dell’immagine. Lettore modello Per decidere la strategia traduzionale da adottare, il traduttore deve postulare un lettore modello nella cultura ricevente. Il lettore modello è un insieme di condizioni di felicità che devono essere soddisfatte perché un testo sia al massimo del suo potenziale. Se quindi il testo viene letto dai lettori empirici (reali) nel modo in cui l’autore aveva, in modo flessibile, stabilito, si sono realizzate le condizioni di felicità. L’orizzonte d’attesa e il suo trasporto L’orizzonte d’attesa (teorizzato da Jauss) è una struttura di attese con cui un ipotetico soggetto prende contatto con un dato testo. Non si può pensare di ricostruire l’orizzonte d’attesa di un’opera di qualsiasi epoca, né di poterlo ricreare nella cultura ricevente. Per un traduttore è necessario rendersi conto delle differenze culturali che rendono poco comprensibile un testo, soprattutto se non corredato di apparato metatestuale. Eco si pronuncia contro l’arricchimento dei testi, soprattutto con note, se questo avviene quando l’autore dell’originale voleva essere ambiguo. Per Eco, la nota è l’ultima ratio e ratifica la sconfitta del traduttore, poiché non è riuscito a trovare una soluzione traduttiva efficace. Jakobson parla di “ridondanza” la tendenza dei traduttori di esplicitare più di quanto sia fedele rispetto al I postulati di significato. Il traduttore, nella maggior parte dei casi, si arroga il diritto di scegliere tra i significati che scaturiscono dalla parola della cultura emittente, una parola nella cultura ricevente che possa condividere in modo più o meno parziale uno o più significati della parola originaria. Lo spettro semantico delle parole è culturospecifico—anisomorfismo (In linguistica, l'impossibilità di far corrispondere tutti i significati di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un'altra) dei codici naturali (le lingue si formano in modo spontaneo e naturale nell’interazione verbale tra parlanti) Ciascuna lingua si forma a modo suo per esigenze locali specifiche, ecco perché le parole legate a cibo e clima sono quelle più intraducibili. La sceneggiatura comune: si intende una situazione strutturata che si ripete nell’ambito di una cultura (regolarità o costanti), tali regolarità nei testi spesso sono concetti dati per scontati e non espressi esplicitamente. Es.: Amiamoci! Risposta- prima devo divorziare In Russia il matrimonio e il divorzio sono cambiamenti anagrafici semplici, in Italia il divorzio è un processo lungo. In Russia il significato implicito sarebbe: a breve potremo amarci. Parole, termini… Leopardi (nello Zibaldone 1800) faceva distinzione tra parola e termine: la parola è quella poetica, il cui significato è dato da impressioni accessorie. Il termine, è privo di ambiguità lessicale, è proprio del linguaggio scientifico (contesti tecnici settoriali con significato preciso). La terminologia è un codice artificiale all’interno di uno naturale. In traduzione quindi si può parlare di equivalenza lessicale. Traduzione precisa e lettore modello La scienza della traduzione preferisce descrivere ciò che i traduttori fanno piuttosto che prescrivere uno o l’altro comportamento. Questo però non significa che non ci debba essere una strategia valida. Alcuni come Nabokov sono per la traduzione ricca di note e spiegazioni, quasi letterale per non perdere l’autenticità del testo originale. Secondo lui il traduttore non deve cedere ne al lettore “imbecille” e quindi inserire anche parole o espressioni lontane dalla cultura ricevente, ne al lettore colto, e quindi riportare il testo originale così com’è senza abbellimenti (se ci sono ripetizioni, bisogna lasciarle). Però ormai il fast-reading, che ha davvero poca considerazione del lettore modello, ha preso piede. Lo scrittore ceco Milan Kundera parla delle cattive abitudini di alcuni traduttori, che utilizzano sinonimi senza un controllo consapevole, quindi optano da subito per un sinonimo traducendo “malinconia” dove nel testo c’è “tristezza”, questo finisce per attenuare il pensiero originale. Lotman definisce la cultura della traduzione “cultura del confine”, i traduttori si pongono in una posizione di mediazione tra due ambiti semiotici diversi e incarnano la cultura del confine (semiotico). Il traduttore lascia un segno nell’universo semiotico, modificando per sempre un titolo, un espressione ecc. Il traduttore che trova questi rimandi intertestuali di secondo grado è costretto a tradurre letteralmente (es. I promessi sposi – tradotto in tedesco come “i fidanzati”, quando un traduttore incontra la versione tedesca, deve spiegare il rimando intertestuale). Le fasi del processo mentale di traduzione. Il linguaggio della mente non è verbale. Quando leggiamo c’è una perdita come in tutti i processi comunicativi, perché il materiale mentale prodotto non è il testo completo letto. Vygotskij lo chiama il linguaggio interno. Ha una sintassi non lineare, con collegamenti multidirezionali e è idiomorfo (ha una sua forma specifica). La lettura è una traduzione Inter semiotica perché il Prototesto è verbale e il metatesto è mentale. Il traduttore compie un atto interpretativo di primo e poi di secondo grado: Di primo grado, quando spiega a sé stesso il senso del testo della cultura emittente Di secondo grado, quando mette in parole e interpreta nella cultura ricevente Lingue madri e razionali L’apprendimento della lingua madre avviene in modo inconsapevole, man mano che l’infante fa inferenze sul collegamento tra suono udito e oggetto/fenomeno, poi cerca di riprodurre quel suono. Quando sente il suono, è già in grado di usare il linguaggio interno. L’infante prima emette l’uso delle parole agli oggetti è una relazione affettiva (mamma, papà, latte, pappa). L’apprendimento razionale e scolastico di una lingua è un fenomeno diverso (multilinguismo che si contrappone a plurilinguismo, cioè acquisire simultaneamente dalla nascita più lingue), i collegamenti tra segni e oggetti sono al di fuori di situazione affettive. 5. L’analisi traduttiva e i tipi di traduzione -Testo chiuso- in cui l’interpretazione è una sola (una legge, un manuale d’istruzioni, un elenco del telefono). Termini hanno un anetta prevalenzasulle parole. -Testo aperto – massima apertura interpretativa (poesie.. ) Traduzione e residuo: il metatesto In qualsiasi forma di traduzione si verifica una perdita. Per questo non è possibile perseguire l’equivalenza ma il cambiamento semantico controllato. Il testo passa dalla psiche dell’autore, viene verbalizzato- questo porta a residuo, il messaggio poi giunge al traduttore, secondo residuo. Egli lo traduce in interpretanti dando un’interpretazione mentale, mettendo verbalmente la sua interpretazione si crea ulteriore residuo. Quando il lettore finale della cultura ricevente legge il testo tradotto e lo interpreta si ha ulteriore residuo. Bisogna che il traduttore attui una strategia traduttiva: individua il lettore modello del metatesto Individua la dominante di un testo Individua in ordine di importanza le sotto dominanti Traducibilità della connotazione Jakobson distingue tre tipi di traduzione:  Intralinguistica o riformulazione (parafrasi)  Trad. vera e propria, per mezzo di un’altra lingua  Traduzione intersemiotica o trasmutazione, per mezzo di segni non verbali Per Jakobson la poesia è intraducibile, per i giochi di parole, le figure utilizzate ecc. in poesia è possibile la trasposizione creativa. Jakobson parla di linguaggio poetico, ma in realtà il discorso si potrebbe estendere a tutti i linguaggi in cui esistono significati connotativi che si intrecciano a quelli puramente denotativi. In pratica tutti i testi tranne quelli chiusi. Segre distingue tra: informazione – traducibile senza residui comunicazione – contiene nozioni, ossia elementi di senso Per Jakobson il testo poetico è intraducibile, per Segre intraducibile senza residui. Il processo traduttivo presentato come sostituzione di equivalenti-- sostituzione di materiale di una lingua (source) con materiale di un’altra lingua (target). Catford la chiama traduzione totale. Catford parla di parole che hanno vari equivalenti (le voci della source lang. Hanno più di un equivalente nella target lang.). Però le voci della source e target lang. Possono funzionare nella stessa situazione. Differenza tra contesto culturale in senso lato e contesto lessicale immediato: per contesto intendiamo il contesto situazionale, ossia quegli elementi della situazione extra testuale relativi al testo in quanto linguisticamente pertinenti. Per codesto intendiamo le voci del testo che accompagnano la voce in discussione. Analisi traduttiva approfondita e ramificata. In seguito all’analisi il traduttore può decidere la propria strategia e decidere quali sono gli elementi dominanti e quali i residui. I cronòtopi sono coordinate spaziotemporali, e stabiliscono dove si situano gli eventi, il mondo introspettivo, psicologico dei personaggi e il mondo inventato dall’autore (cronòtopo topografico, tempo e luogo, psicologico e metafisico, mentalità dell’autore). Intreccio: eventi non in ordine, analessi e prolessi Fabula eventi in ordine cronologico Inoltre, il concetto di “polifonia”, la voce dell’autore si somma a quelle dei personaggi, i quali ognuno ha voce, stile, carattere. Relazioni dinamiche tra personaggi. Il lettore instaura anch’esso una relazione con personaggi.
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