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La Economia Aziendale: Istituzioni, Governo e Bene Comune, Appunti di Economia Aziendale

Economia politicaIstituti NonprofitSistemi economiciAziende FamiliariGoverno Economico

Una introduzione alla economia aziendale, una branca economica complementare all'economia politica. Esplora la natura delle società umane e il concetto di bene comune, il ruolo dello stato e delle istituzioni nonprofit, e la struttura di governo economico. Anche della differenza tra assetti di governo nelle imprese, famiglie e stato.

Cosa imparerai

  • Come si prendono decisioni nel governo economico dell'azienda familiare?
  • Come si formano i costi e i ricavi negli istituti?
  • Quali sono le caratteristiche dei sistemi economici moderni?
  • Quali sono le caratteristiche delle combinazioni economiche degli istituti nonprofit?
  • Perché e come si hanno utili o perdite negli istituti?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 18/01/2019

artariaportamivia
artariaportamivia 🇮🇹

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Scarica La Economia Aziendale: Istituzioni, Governo e Bene Comune e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! Economia aziendale Capitolo 1 Molteplici fini 1. nascono bisongi 2. occorrono beni economici 3. si svolgono attività economiche per produrre e consumare i beni Attività economica si manifesta nel lavoro ed è svolta dalle persone per le persone (istituti) Ogni teoria economica si fonda su una teoria dei bisogni 1. I bisogni: naturali / bisogni sociali etici, estetici e religiosi. Essenziali (primari) / bisogni voluttuali (secondari) I bisogni si pongono in gerarchia, sono dinamici, e le scelte delle persone sono soggette a processi di apprendimento. 2. Beni economici: merci e servizi utili per ilsoddisfacimento dei bisogni, scarsi rispetto alle esigenze delle persone. Esempi b.e. : primari, voluttari / complementari, fungibili / differenziabili, non differenziabili (commodity) / di consumo, strumentali / ad utilizzo singolo, durevoli / a consumo individuale, collettivo / privati, pubblici. Beni non economici o beni liberi: sono disponibili in quantità e qualità sufficiente per tutti. 3. attività economica svolta mediante varie classi di operazioni: operazione di trasformazione tecnica (fisica, spaziale, logica) delle materie prime, delle conoscenze, dei dati... operazioni di negoziazione di beni privati e pubblici, lavoro, capitali, coperture di rischi.... operazione di configurazione e di governo degli istituti: conf. dell’assetto istituzionale, organizzazione, rilevazione e informazione 4. produzione economica di beni e di redditi: la produzione economia operazioni tipiche delle varie classi di imprese: prod. merci (imprese manifatturiere), prod. di servizi (imprese di trasporti, turistiche, della salute,..), svolgimenti di negozazione di beni (imprese commerciali), di capitali, di rischi. Il fine delle imprese la produzione di remunerazioni. Le persone costituiscono e partecipano alle imprese per ottenere remunerazioni, la produzione economica è il mezzo, la produzione di remunerazioni è il fine. Le condizioni di produzioni è l’attuazione dell’attività economica di produzione. Fattori di produzione: materie prime, componenti, servizi forniti da terzi – immobili, impianti, macchinari, attrezzi... – lavoro – terra – beni pubblici – beni liberi Condizioni di produzioni “primarie” : il lavoro e il capitale risparmio. 1) Persona umana e 2) homo oeconomicus 1. membro di società umane, svolge attività economica come mezzo no fine, opera secono razionalità ma è limitata, dà valore a solidarietà, lealtà, progresso 2. Autonomo, egoista, motivato solo da redditi e richezza, in grado di valutare tutto secondo razionalità assoluta. Massimizzazione del benessere individuale Le persone agiscono per massimizzare il proprio benessere individuale Il loro comportamento è previdente e coerente nel tempo – intenzionalmente razionale Le scelte sono influenzateda le esperienze passate, consumi passati, abitudini e dipendenze individuali (capitale persoale), ma anche dalle caratteristiche delle persone con le quali si interagisce, inclusa la cultura (capitale sociale) Le decisioni individuali – 1. razionalità assoluta, 2. razionalità limitata 1. problema e obbietivi perfettamente chiari, tutte le informazioni disponibili immediatamente e gratuitamente, futuri stati del mondo perfettamente conosciuti, alternative chiare comparabili e valutate simultaneamente, decisore unico e isolato, il decisore sceglie l’alternativa migliore 2. decisore parte da attese iniziali, una prima ricerca esplorativa porta a prime alternative, il decisore valuta una prima alternativa, in base alla prima analisi, modifica le attese, si ferma e sceglie quando scadono i tempi, la ricerca diventa troppo costosa ecc, sceglie una soluzione soddisfacente Gruppi sociali, norme e ruoli Comportamento fortemente influenzato dall’appartenenza a gruppi sociali e collettività umane. I membri dei gruppi sociali devono rispettare le rispettive regole di comportamento (norme di gruppo). Si formano un sistema di attese di comportamento: il ruolo. Il comportamento delle persone è fortemente condizionato da tale sistema di attese. Un esempio di ruolo (schema sulle slide) Cooperazione, oppurtunismo, fiducia, altruismo Cooperazione= è la ragion d’essere delle società umane, produce la “rendita organizzativa” che spetta a tutti quelli che cooperano. Nascono comportamenti oppurtunistici a causa della perfetta conoscibilità degli input, output e dei comportamenti. Causa ed effetto della sfiducia negli altri. La fiducia nasce laddove vi sono comportamenti leali ripetuti e cooperativi. Vi sono anche comportamenti altruistici, sono funzionali alla massimizzazione del benessere personale Economia aziendale Complementare all’economia politica, orientata al cambiamento, alla ricerca di modalità migliori di svolgimento dell’attività economica, vuole combinare l’innovazione tecnologica con lînnovazione economica, vuole contribuire al progresso economico come strumento di processo civile, adotta il principio dell’unitarietà nello studio dei fenomeni aziendali Capitolo 2 Le società umane e il bene comune Più società umane di varia natura: famiglia, stato, istituti pubblici, chiesa, imprese, partiti politici, sindacati di lavoratori, associazioni di beneficenza Ogni società umana persegue per il bene comunque dei suoi membri, che è il prodotto della cooperazione Istituzioni, istituti e organizzazioni Istituz. sono modelli e regole di comportamento adottati da vaste collettività umane. Gli istituti sono duraturi, dinamici, unitari e autonomi; preseguono il bene comune. Rendita organizzativa e risultato residuale Due fenomeni economici fondamentali a livello di istituto: la rendita organizzativa: frutto della cooperazione intelligente di più persone volte allo stesso fine; il vantaggio economico ottenuto con l’organizzazione rispetto all’azione isolata e oppurtunistica: in linea di principio, la rendita organizzativa deve essere ripartita tra tutti coloro che hanno cooperato il risultato residuale: frutto della cooperazione e dell’incertezza ... ??? Gli istituti e le aziende L’economia aziendale si occupa di quattro classi di istituti nei quali si svolge rilevante attività economica: le famiglie, le imprese, lo stato e gli istituti pubblici, gli istituti nonprofit In particolare, studia l’ordine strettamente economico degli istituti, ossia delle aziende. (aziende di consumo e di gestione patrimoniale familiare, l’azienda di produzione,l’azienda composta pubblica, l’azienda nonprofit I caratteri essenziali degli istituti Istituti si distinguono per i seguenti caratteri essenziali: le finalità dominanti, di rodine economico e non economico, il fine economico immediato, i partatori degli interessi economici istituzionali ossia degli interessi economici primari, i portatori degli interessi economici non istituzionali, i processi economici caratteristici (tutti gli schemi nelle slide) La differenziazione degli istituti L’attività economica si svolge in istituti di natura molto varia, fortemente differenziati, come maaaaaai?? Riflettiamo su: cinque domande sulla varietà degli istituti, quattro modelli di sistemi economici slide Un fenomeno pervasivo: la specializzazione economica Molte caratteristiche dei sistemi economici moderni sono frutto della specializzazione economica. Un fenomeno pervasivo che si manifesta in tutte le attività umane a vari livelli: specializzazione delle macroclassi di istituti, specializz. tra gli istituti di ciascuna macroclasse, spacial. all’interno di ciascun isitituto Le economie di specializzazione Produce vantaggi la spec. esprimibili in termini di: riduzione dei tempi, degli sforzi e dei costi richiesti per lo svolgimento dell’attività economica, miglioramento delle qualità degli output dell’attività economica. Le economie di specializzazione hanno varie origini, denominate “fonti delle economie di specializzazione”. La specializz. può indurre anche svantaggi (diseconomie) Le fonti delle economie di specializzazione: processi di apprendimento (destrezza, scoperta, repertorio di soluzione; l’impiego “ottimale” delle limitate e disomogenee competenze indivuali; le differenzazioni degli orientamenti manageriali e tecnici in relazione ad attività disomogenee; la riduzione dei costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi; le migliori performance degli impianti specializzati; le motivazione da identificazione Gli svantaggi della specializzazione: i maggiori costi di coordinamento; la rigidità degli investimenti specifici / specializzati; la demotivazione da parcellizzazione. Specializzazione e dimensioni convenienti: quanto più sono grandi le unità produttive, tanto maggiori sono le possibilità di specializzare l’attività, il lavoro, gli impianti ecc. Gli istituti (in Per una visione non troppo ingenua delle negoziazioni: le negoziazioni: le negoz reali non si svolgono mai in condizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealtà e di equilibrio di potere delle parti. Il altri termini non si svolgono in condizioni di razionalità assoluta e di mercati perfetti. I concnetti essenziali utili per una visione non troppo ingenua delle negoziazioni sono: i costi di transazione, lâsimmetria informativa, gli investimenti specifici, la forza contrattuale. Le combinazioni economiche dello stato: le ragioni dell’intervento dello stato nella produzione di beni economici. Lo stato interviene nella produzione del bene alfa quando ritiene che: il bene alfa sia politicamente critico, ossia debba comunque essere accessibili a certe categorie di cittadini e a certe cndizioni di costo e di qualità; lasciando la produzione di alfa a imprese private operanti secondo le regole del mercato non si otterrebbe l’effetto politico desiderato. Le ragioni di possibile inefficacia del mercato: • I beni pubblici puri: beni senza rivalità nei consumi e non escludibili; le imprese private non potrebbero farsi pagare un prezzo; interviene lo Stato che può imporre i tributi • I mercati non concorrenziali, in particolare i monopoli naturali; senza “controlli” le imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti; interviene lo Stato come produttore o come regolatore • Le esternalità positive/negative: sono gli effetti positivi o negativi per il soggetto B derivanti da un’azione di A e per i quali B non sostiene un onere / non riceve un indennizzo; le imprese private tendono ad appropriarsi di esternalità positive e a scaricare esternalità negative; interviene lo Stato come produttore o come regolatore • I mercati incompleti: spazi di mercato lasciati vuoti dalle imprese che li giudicano non attraenti (troppo piccoli, rischiosi, …) e che invece secondo lo Stato sono critici • Le asimmetrie informative: beni complessi difficili da giudicare ex-ante (sanità, istruzione,… ); il consumatore può preferire un fornitore pubblico • La redistribuzione del reddito; lo Stato rende accessibili beni critici a prezzi non di mercato • I “beni di merito”; lo Stato incentiva il consumo di beni critici che i cittadini non percepiscono come tali • Garantire uno “Stato di diritto”: in generale, lo Stato interviene con le leggi per far sì che l’attività economica si svolga correttamente La struttura delle combinazioni economiche dello stato: Può essere rappresentata attraverso l’incrocio di due dimensioni: 1. le “aree di intervento” – combinazioni parziali corrispondenti ad insiemi di bisogni pubblici – definibili anche come “finalità” o “prodotti” dello Stato 2) le “aree di gestione” – insieme delle attività di varia natura svolte dallo Stato per il perseguimento delle finalità Le aree di intervento (le combinazioni economiche parziali) dello stato: Le tipiche aree di intervento dello Stato sono: - Difesa nazionale - Giustizia - Sicurezza pubblica - Relazioni internazionali - Istruzione e cultura - Assistenza e previdenza - Sanità - Trasporti e comunicazioni - Sviluppo economico La gestione caratteristica dello stato. Si svolge combinando tre classi di operazioni: emanazione di leggi e regolamenti (attività non delegabile); trasferimenti di mezzi monetari a famiglie e imprese; produzione di beni pubblici diretta, indiretta. La gestione tributaria dello stato: • Si compone dei processi di definizione delle caratteristiche e dei livelli dei tributi, di accertamento, di prevenzione e repressione dell’evasione fiscale, di riscossione. • Può anche essere vista come parte della gestione caratteristica, costituendo il “corrispettivo” - nelle diverse forme nelle quali si possono classificare i tributi (prezzi, tariffe, imposte) - della produzione ed erogazione dei servizi pubblici. La gestione patrimoniale dello stato • Si compone di operazioni di investimento e di disinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzione di ricavi addizionali a quelli della gestione caratteristica. • Di solito lo Stato e gli altri istituti pubblici soni “in deficit”, ossia non dispongono di risorse da dedicare alla gestione patrimoniale. N.B. La gestione dei grandi patrimoni pubblici utilizzati per lo svolgimento delle funzioni tipiche dello Stato fa parte della gestione caratteristica; non è gestione patrimoniale La gestione finanziaria dello stato: • E’ molto rilevante. Spesso lo Stato e gli istituti pubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devono coprire i loro “deficit” ricorrendo all’indebitamento. • Il fabbisogno finanziario dello Stato può essere soddisfatto con varie forme di debiti di finanziamento. Nel nostro Paese è prevalente il ricorso alla emissione di titoli del debito pubblico. La gestione assicurativa dello stato: • Si svolge con modalità analoghe a quelle delle imprese dovendo coprire numerose classi di rischi particolari. • In alcuni casi lo Stato diviene anche l’assicuratore a favore di famiglie, imprese, istituti nonprofit a fronte di particolari eventi dannosi quali le calamità naturali. La progettazione dell’assetto istituzionale dello stato: Evolve per aggiustamenti successivi quando è necessario modificare le risposte a quesiti del tipo: • in quali aree intervenire (sanità, assistenza, cultura, ecc.) • quali rapporti configurare con i prestatori di lavoro • con quali forme dirette e indirette realizzare la produzione e l’erogazione dei beni pubblici • quanto e come interagire con altre pubbliche amministrazioni • come impostare il sistema fiscale • come strutturare le relazioni con i cittadini attraverso gli organi elettivi ed amministrativi Le operazioni di organizzazione e di gestione del personale dello stato: Sono simili a quelle delle imprese. Due importanti differenze vanno tuttavia sottolineate: 1. Il delicato rapporto tra “organi politici” eletti dai cittadini e gli “organi amministrativi” formati da tecnici 2. il prevalere del principio della legalità (applicazione uniforme della legge) rispetto a quello della imprenditorialità (soluzioni varie e sempre nuove) Le operazioni di rilevazione e di informazione dello stato : Sono più complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche le dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e dei risultati dello Stato. Le combinazioni economiche delle famiglie: il ruolo economico delle famiglie La famiglia è l’istituto nel quale: • si compie la gran parte dell’attività economica di consumo; • si predispongono le condizioni necessarie per il soddisfacimento dei bisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le famiglie esternalizzano molte attività di produzione precedentemente svolte dai membri della famiglia; si svolgono all’interno della famiglia le attività che: • dal punto di vista morale ed etico sono considerate “critiche” (educazione, assistenza, ecc.) • dal punto di vista tecnico non comportano rilevanti diseconomie di specializzazione e di dimensione. L’attività di gestione della famiglia: La gestione caratteristica è composta da: • attività di produzione di redditi mediante lavoro esterno; • attività di lavoro interno alla famiglia; • attività di consumo. La gestione patrimoniale: • consiste nell’impiego di risparmio in investimenti (titoli, immobili da reddito, ecc.) destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno; • dipende fortemente dalle scelte di consumo / risparmio; • NB. non riguarda i beni patrimoniali utilizzati direttamente dalla famiglia (appartamento, automezzi, ecc.) nella gestione caratteristica La gestione caratteristica è composta da: • attività di produzione di redditi mediante lavoro esterno; • attività di lavoro interno alla famiglia; • attività di consumo. La gestione patrimoniale: • consiste nell’impiego di risparmio in investimenti (titoli, immobili da reddito, ecc.) destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno; • dipende fortemente dalle scelte di consumo / risparmio; • NB. non riguarda i beni patrimoniali utilizzati direttamente dalla famiglia (appartamento, automezzi, ecc.) nella gestione caratteristica La progettazione dell’assetto istituzionale della famiglia • In quanto istituto sociale e primario, la famiglia non comporta fondamentali scelte di configurazione dell’assetto istituzionale. Tuttavia, alcune scelte critiche riguardano: - il regime patrimoniale tra i coniugi (separazione o comunione dei beni) - le relazioni economiche con le famiglie di parenti e affini - eventuali affidamenti e adozioni - la suddivisione del lavoro interno ed esterno - le relazioni con coloro che prestano lavoro domestico Le operazioni di organizzazione e di rilevazione delle famiglie: Dato in numero di persone componenti la famiglia non si presentano particolari problemi di progettazione organizzativa. • Relativamente alle rilevazioni possono essere utili dei sistemi elementari atti a supportare alcune scelte di gestione familiare (ad esempio, un giornale di cassa sul quale si annotano le entrate e le uscite monetarie, ecc.) Le combinazioni economiche degli istituti nonprofit: il ruolo degli istituti nonprofit • Nei sistemi economici evoluti una parte rilevante dell’attività economica si svolge in istituti nonprofit. • Gli istituti nonprofit sono istituti privati (anche se spesso finanziati anche dallo Stato). • NB. “Nonprofit” non significa che è vietato o impossibile realizzare risultati reddituali positivi (“profitti”); significa invece che è vietata la loro distribuzione a favore dei soggetti che la controllano: associati, donatori, amministratori, manager. Quando nasce un isituto nonprofit? • Un istituto nonprofit nasce quando uno o più soggetti privati ritengono che sia utile o doveroso che certi insiemi di persone (loro stessi, oppure categorie disagiate, o l’intera collettività) dispongano di beni che gli altri tipi di istituti – le famiglie, le imprese, lo Stato – non offrono nei modi (qualità, prezzi) ritenuti opportuni. • Con altra espressione, quando si constata il contemporaneo “fallimento” delle famiglie, delle imprese private (del mercato) e dello Stato nel garantire certi beni a certe categorie di persone a certe condizioni. Inoltre: • per prodotti particolarmente critici e complessi da giudicare ex-ante (forte asimmetria informativa), quali ad esempio certe cure mediche, gli utenti possono preferire come fornitore un istituto nonprofit rispetto ad un’impresa privata o allo Stato; • gli istituti non profit godono di taluni vantaggi normativi e fiscali (lo Stato favorisce il formarsi di istituti non profit che con risorse prevalentemente private offrono beni pubblici). La gestione caratteristica degli istituti nonprofit: La gestione caratteristica degli istituti nonprofit (INP) è molto eterogenea perché gli INP sono di natura molto varia. Si possono distinguere i seguenti casi: • INP assimilabili a istituti di produzione (es. sanità, istruzione) nei quali avvengono processi di acquisto -trasformazione - cessione a clienti che pagano corrispettivi assimilabili ai prezzi. Il carattere nonprofit deriva dalla destinazione del risultato reddituale.; • INP assimilabili a istituti di produzione e consumo (composti) nei quali i destinatari della produzione sono i membri stessi dell’istituto (si pensi ad una associazione culturale che organizza incontri per i suoi associati; coloro che sono membri dell’associazione delegano alcuni di essi alla produzione del bene culturale che viene “consumato” dagli stessi membri); • INP di pura erogazione (enti di beneficenza). In queste prevalgono i processi di trasferimento delle disponibilità finanziarie raccolte rispetto ai processi di trasformazione tecnica. Si pensi al caso Telethon. Si sostanzia in una grande campagna mediatica attraverso la quale si raccolgono fondi da destinare alla ricerca scientifica La gestione tributaria degli istituti nonprofit: E’ strettamente connessa a quella caratteristica. Lo Stato, infatti, accorda agli INP agevolazioni fiscali sia in termini di minori o nulli carichi fiscali sia in termini di contributi pubblici. - il diritto di godere dei risultati residuali positivi, e di farsi carico degli eventuali risultati residuali negativi Fini istituzionali e classi di interessi. Soggetto d’istituto e soggetto economico: • Convergono in azienda: - interessi istituzionali: coincidono con le attese primarie delle persone che compongono il soggetto d’istituto. - interessi non istituzionali: quelli degli altri soggetti e - interessi economici - Interesse non economici • Combinando le due tipologie si configurano quattro classi di interessi convergenti negli istituti: - Interessi istituzionali • economici • non economici - Interessi non istituzionali • economici • non economici • L’insieme dei portatori di interessi istituzionali (economici e non) forma il soggetto d’istituto • L’insieme dei portatori di interessi istituzionali economici forma il soggetto economico Preprogative e principi di governo economico: • Le prerogative di governo economico spettano al soggetto economico (che di regola coincide con il soggetto d’istituto) • consistono nel diritto-dovere di: - fissare gli obiettivi, le strategie e le politiche dell’istituto - scegliere i soggetti che contribuiranno alla vita economica dell’istituto (e stipulare con questi patti e contratti) - progettare e mettere in atto le strutture di governo e di controllo - sorvegliare il funzionamento dell’istituto - Il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi generali: - economicità (o vita duratura economica), ossia la capacità dell’istituto di svolgersi in autonomia economica, senza il ricorso sistematico a coperture di perdite da parte di altre economie - contemperamento degli interessi, ossia l’adozione di strutture e processi, e soprattutto atteggiamenti e comportamenti, ispirati alla logica della partecipazione e del confronto Le strutture di governo economico: • Quando il soggetto di istituto ed il soggetto economico sono formati da molte persone, si rende necessario configurare strutture e meccanismi che rappresentino adeguatamente tutti gli interessi, e diano luogo a processi decisionali efficienti • Nell’ipotesi che il soggetto economico coincida con una sola categoria di portatori di interessi si avrà una struttura di governo economico basata essenzialmente su 3 organi: - l’assemblea dei membri del soggetto economico: è l’organo supremo di indirizzo generale al quale spetta la nomina dei membri dell’organo decisionale di governo economico e dell’organo di controllo - l’organo decisionale di governo economico: è composto da una o poche persone, con specifiche competenze tecniche e manageriali, che configura e indirizza l’attività della struttura organizzativa - un organo di controllo: verifica la correttezza dell’operato dell’organo decisionale schema sulle slide. L’assetto di governo delle imprese (a): • Differenti imprese richiedono differenti assetti di governo • Differenti assetti di governo attribuiscono rilevanza a differenti categorie di portatori di interessi • Solitamente facciamo riferimento a imprese nelle quali il soggetto d’istituto e il soggetto economico sono formati dall’insieme: - dei conferenti di capitale di rischio e - dei prestatori di lavoro • nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese è configurata secondo il modello capitalistico, anche se: - la forma e la sostanza non sempre coincidono - alcuni ordinamenti (es. Germania) prevedono esplicitamente la partecipazione dei prestatori di lavoro nel governo dell’impresa - la disciplina della “Società Europea” prevede modalità di partecipazione dei prestatori di lavoro in alcune scelte di governo delle imprese L’assetto di governo delle imprese (b): Qualunque sia la scelta sulla struttura di governo, alcuni temi hanno svolgimento uniforme in tutte le imprese: • il fine immediato: è rappresentato dalla produzione di rimunerazioni e di altre connesse condizioni per i membri del soggetto economico • le prerogative di governo economico riguardano: - scelte di assetto istituzionale (organi di governo e loro struttura; scelte di fusioni, scorpori, concentrazioni, accordi; relazioni interaziendali etc.) - scelte di configurazione delle combinazioni produttive (oggetto sociale, dimensione, diversificazione, integrazione, internazionalizzazione etc.) - scelte di assetto tecnico, assetto organizzativo, organismo personale - il soggetto economico è unico e unitario • il principio generale di governo è quello del contemperamento degli interessi Il soggetto economico improprio: • nella realtà accade spesso che l’insieme delle persone che dovrebbero esercitare il governo economico (il soggetto economico) non coincide con l’insieme di persone che di fatto esercitano il governo economico. I casi più frequenti nelle imprese sono: - il governo è esercitato da insiemi di persone che non rappresentano l’intero soggetto economico, ma solo una parte di esso (es. azionisti di controllo trascurando quelli di minoranza) - Il governo è esercitato da insiemi di persone che non fanno parte del soggetto economico (es. esponenti politici che vogliono interferire nelle strategie di un’impresa) - nei casi precedenti si parla di soggetto economico improprio • si tratta di una situazione potenzialmente pericolosa per l’impresa, e certamente iniqua Esempio: poteri attribuiti a chi detiene partecipazioni di minoranza L’assetto di governo delle famiglie: • Fanno parte del soggetto d’istituto e del soggetto economico della famiglia tutte le persone che la compongono • gli interessi economici di persone di altre famiglie (con rapporti di parentela) devono considerarsi non istituzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziende familiari • Il governo economico dell’azienda familiare comporta un articolato insieme di decisioni complesse in quanto implicano significati non solo economici (ripartizione del lavoro tra soggetti, lavoro interno/esterno, livelli di consumo e di risparmio, modalità di impiego del risparmio, eredità e donazioni etc.) • Le prerogative di governo economico spettano a tutte le persone della famiglia in funzione di età, esperienza e competenza • Spesso il governo economico è delegato al “capofamiglia”, anche se molte decisioni avvengono in forma collegiale • Non sempre il contemperamento degli interessi risulta agevole L’assetto di governo diello stato: • Lo Stato si articola in complesse strutture di istituti pubblici, tra cui hanno particolare rilievo le articolazioni territoriali: Stato, Regioni, Province, Comuni • L’ordine economico di tali istituti è definito azienda composta pubblica • Sono membri dell’istituto e portatori di interessi istituzionali tutti i cittadini membri dello Stato • sono membri del soggetto economico tutti i membri della collettività e coloro che prestano lavoro nelle aziende composte pubbliche • I fini economici istituzionali delle aziende composte pubbliche sono: - Il soddisfacimento dei bisogni pubblici di tutti i membri della collettività - La rimumerazione del lavoro dei prestatori di lavoro • il governo economico si esercita in via indiretta per mezzo di organi collegiali i cui membri sono scelti tramite elezione (ruolo politico) • La distinzione e l’integrazione di ruoli politici e ruoli economici si attua - A livello di struttura complessiva dell’amministrazione pubblica - A livello di singoli istituti dell’amministrazione pubblica L’assetto di governo degli istituti nonprofit: • Megli istituti nonprofit il soggetto d’istituto può far capo a tre categorie di soggetti: - gli associati delle associazioni chiuse ed aperte - i donatori privati e pubblici - i prestatori di lavoro - Sono interessi istituzionali economici: - Le attese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli associati - Le attese di rimunerazione dei prestatori di lavoro non volontario - Sono interessi istituzionali non economici quelli dei donatori • In definitiva, negli istituti nonprofit l’insieme delle persone che compone il soggetto d’istituto può essere notevolmente diverso (molto più ampio) rispetto a quello che compone il soggetto economico Capitolo 5 Equilibrio istituzionale: Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto di istituto: • condividono i valori e gli obiettivi che ispirano la vita dell’istituto, le sue strutture e modalità di governo, le logiche organizzative; • ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti. L’equilibrio istituzionale è di lungo periodo ed è caratterizzato da: • durabilità (le persone che partecipano alla vita degli istituti si attendono che l’istituto perduri nel tempo; gli istituti nel tempo accumulano patrimoni di relazioni e di competenze che sono relativamente indipendenti dalle persone) • autonomia (libertà di scegliere i propri fini e le proprie modalità di governo) Equilibrio istituzionale ed equilibrio economico: • Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando l’istituto nel suo insieme è in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le proprie combinazioni economiche • Equilibrio istituzionale ed equilibrio economico sono interconnessi, ma non sincroni • In quanto condizione di vita degli istituti, l’economicità è contemporaneamente un principio ed un obiettivo fondamentale di buon governo degli istituti. Durabilità e autonomia: DURABILITA’ • L’azienda, ordine economico di istituto, deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. • La continuità e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali, per i suoi membri futuri e per la collettività in generale. AUTONOMIA • Si verifica quando un’azienda non ricorre sistematicamente a interventi di sostegno o di copertura delle perdite da parte di altri istituti. • Le coperture di perdite e gli interventi di sostegno realizzati anche per via indiretta, (esenzione fiscale, manovre di debito pubblico) sono tutte soluzioni precarie. Economicità come preseguimento di fini: il principio di economicità si declina in due forme complementari: 1 perseguimento di fini economici istituzionali • imprese: rimunerazioni monetarie e di altra specie per i prestatori di lavoro e per i conferenti di capitale di rischio; • famiglie: appagamento dei bisogni delle persone che le compongono; • stato: appagamento dei bisogni di beni pubblici dei cittadini e remunerazione dei prestatori di lavoro; • istituti nonprofit: appagamento dei bisogni di varie categorie di associati e fruitori e remunerazione dei prestatori di lavoro. • rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dell’attività economica. Nelle imprese tale principio si declina in quattro condizioni fondamentali da rispettare: - equilibrio reddituale - efficienza e flessibilità • Assegnare i diritti di proprietà in un istituto significa decidere a chi spettano i diritti di: - governare l’istituto fissandone gli obiettivi e prendendo le decisioni ultime, inclusa l’eventuale decisione di cessazione della vita dell’istituto; - ricevere i risultati reddituali dell’istituto e disporne; - disporre della destinazione del patrimonio dell’istituto nel corso del suo svolgersi e in occasione dell’eventuale cessazione. • Definiamo “impresa capitalistica” quella in cui i diritti di proprietà fanno capo ai conferenti di capitale di rischio viene qualificata come. • L’impresa capitalistica è la forma dominante, ma non mancano insiemi - talvolta numerosi - di assetti proprietari differenti (es: cooperative). I costi del mercato e della proprietà (1): • Impostazione di tipo contingency. • I diritti di proprietà fanno capo ai patron, cioè a una delle categorie di persone che interagiscono con l’impresa. • Ciascun patron sostiene costi di market contracting e costi di ownership. Costi di market+ Costi di = Costi di contracting ownership transazione I costi del mercato e della proprietà (2): • Costi di market contracting. - forza contrattuale - investimenti specifici - asimmetria informativa • Costi di ownership - costi di monitoring - costo delle decisioni collettive - costi di assunzione del rischio La soluzione più efficiente è quella che minimizza il totale dei costi di transazione sostenuti da tutti i patrons, ossia dei costi di ownership sostenuti dai proprietari e dei costi di market contracting sostenuti da tutti i patrons (Inclusi i proprietari) Archetipi di assetti proprietari (1): • È possibile identificare le seguenti classi di imprese distinte per assetto proprietario: - imprese ad assetto proprietario capitalistico - imprese ad assetto proprietario non capitalistico - imprese ad assetto proprietario misto - imprese con diritti proprietari limitati. Archetipi di assetti proprietari (2): • Nell’ambito del modello generale delle imprese capitalistiche si distinguono importanti fattispecie in relazione a: - il grado di concentrazione del capitale di rischio, - la natura pubblica o privata dei titolari di capitale di rischio e - la distribuzione dei diritti di voto e rimunerazione. • Nelle imprese ad assetto proprietario non capitalistico: - i diritti di proprietà non sono assegnati ai conferenti di capitale di rischio ma ad altre categorie di soggetti (che possono contemporaneamente essere conferenti di capitale di rischio). • Fra le imprese ad assetto proprietario misto, - si distinguono quelle imprese nelle quali i diritti di proprietà sono ripartiti tra i conferenti di capitale di rischio e i prestatori di lavoro. • Nelle imprese a diritti di proprietà limitati - i diritti di governo sono in misura rilevante esercitati da soggetti esterni all’impresa. Slide Le scelte delle strutture di governo e delle singole imprese (1): • Le scelte in merito alle strutture di governo delle singole imprese sono fortemente vincolate dalla normativa vigente; • Esistono peraltro spazi decisionali a disposizione di ciascuna impresa: • Si può scegliere fra varie forme d’impresa in termini di assetto di base dei diritti proprietari • Società di capitali, • Società di persone • Cooperative, • Partnership... • All’interno di ciascuna macrocategoria si offrono varie opzioni • Società di capitali: • Società per azioni • Società in accomandita per azioni • Società a responsabilità limitata • Società a responsabilità limitata semplificata Le scelte delle strutture di governo delle singole imprese (1): • Per ciascuna forma giuridica la scelta degli organi da attivare è parzialmente libera • Amministratore unico vs. consiglio di amministrazione vs. due o più consiglieri di amministrazione • Sindaco unico vs. collegio sindacale • Ciascun organo può essere progettato con una certa libertà • Si dispone di ampi gradi di libertà nella realizzazione delle modalità di interazione con le rappresentanze dei diversi portatori di interessi. • Le scelte di cui sopra sono esercitate in occasione della costituzione della società o – successivamente – quando i portatori di interessi lo ritengano opportuno. • Il documento societario che sintetizza le «regole di governo» è lo statuto della società, approvato dall’assemblea straordinaria, davanti al notaio. Le scelte delle strutture di governo delle singole imprese (2): In ogni impresa il processo decisionale riguarda i seguenti ambiti: • decidere quale strategia si vuole realizzare • dedurre quali sono i contributi necessari • valutare quale tipo di rapporto va instaurato con i fornitori dei vari contributi • stimare a quali condizioni i soggetti sono disposti a partecipare • valutare, nell’ambito delle scelte giuridicamente fattibili, quelle più accettabili sul piano culturale e in termini di legittimazione compiere le scelte di assetto proprietario di base, forma giuridica, insieme di organi di governo e controllo, di composizione di funzionamento degli stessi. Slide Gli assetti di governo degli aggregati interaziendali: • A livello di aggregati aziendali occorre decidere quali organi e quali meccanismi attivare per governare unitariamente l’aggregato. • Occorre contemperare secondo equità le attese di tutti i soggetti, combinando i loro contributi in un disegno di sviluppo condiviso ed efficace. • Gli strumenti di governo utilizzabili sono di varia natura (ad es.: impegni espliciti di cooperazione, sistemi centralizzati di pianificazione e di programmazione, etc.).
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