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Il Secondo Cinquecento e la Commedia dell'Arte: Origini e Maschere, Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo

L'evoluzione della Commedia dell'Arte dal Secondo Cinquecento, con la codificazione aristotelica inizialmente contrastata dalla società, l'esperienza di Leone de' Sommi e la nascita della compagnia itinerante. Vengono introdotti i quattro personaggi fissi: Pantalone, Graziano, Arlecchino e Brighella, tratti dal folclore e dalle pratiche carnevalesche. La gestualità e la valorizzazione del corpo sono fortemente sottolineate. Nel 1570, nasce la donna attrice, provocando controversie e critiche da parte della Chiesa. La Commedia dell'Arte si sviluppa da 1550 a 1750, con Goldoni che si propone come compositore di canovacci.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 13/07/2018

MatildeCragnolini
MatildeCragnolini 🇮🇹

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Scarica Il Secondo Cinquecento e la Commedia dell'Arte: Origini e Maschere e più Appunti in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! CAPITOLO QUINTO IL SECONDO CINQUECENTO E LA COMMEDIA DELL’ARTE 1547: Già morti Bembo, Castiglione, Ariosto, Machiavelli, Guicciardini, Beolco, Folengo La codificazione aristotelica comincia nel 1548 con Francesco Robortello e poi nel 1570 con Lodovico Castelvetro. Partenza dall’Ars Poetica di Orazio che fonda la scansione in 5 atti senza bisogno di teorizzazioni, accogliendo il principio dell’unità di tempo e luogo, scegliendo la prosa a dispetto del verso, tenuto solo per le tragedie (comunque poco rappresentate anche se molto scritte). Il sentimento del tragico non era condiviso dalla società, che preferiva non indagare temi profondi ma divertirsi (soprattutto in Italia: in Francia esistono Racine e Corneille). Leone de’ Sommi: ebreo mantovano ha esperienza di organizzatore teatrale e di direttore di spettacoli quasi un pre-regista. Dichiara che ci può essere un testo bello sulla carta che non rende sul palco e viceversa. Chiede agli attori di essere ubbidienti e pazienti alle lunghe prove = rinforza la dimensione del professionismo teatrale. 25 febbraio 1545 nascita della Commedia dell’Arte: contratto stipulato a Padova tra otto uomini che costituiscono una sorta di società per recitare commedie itineranti, con incassi (ottenuti dalla vendita dei biglietti) divisi ugualmente tra loro, per un anno, aiutandosi in caso di incidenti o malattie. Spirito pratico molto borghese, che crea una professione di artigianato come le Arti e Corporazioni. Si chiamano comici ma recitano anche tragedie o pastorali, non sono più di una dozzina di elementi, che ricoprono sempre ruoli fissi per avere una resa artistica più sicura, mandano a memoria “i generici” (spezzoni passepartout) e i “canovacci” (stracci a trama molto rada) su cui improvvisano le battute. Per motivi economici non esisteva un testo unitario, ogni attore aveva solo la sua parte e i riferimenti necessari alle battute altrui. Quattro maschere fisse: - Pantalone, mercante veneziano, ridicolo per le sue velleità sessuali che contraddicono la sua senilità malconcia - Graziano, il dottore bolognese, che parla mezzo latino e mezzo dialetto bolognese - Arlecchino, servo sciocco - Brighella, servo astuto Le maschere sono tratte dal folclore, dalle pratiche carnevalesche, ma in qualche modo sono implicite negli intrecci della commedia del primo Cinquecento, che ruotano sempre intorno a una serie di tipi. Attraggono un pubblico popolare e meno colto, con il pluralismo linguistico dei dialetti a rendere lo spettacolo più vario e attraente. Forte sottolineatura della gestualità della recitazione, della piena valorizzazione del corpo (funambolismi vari) 1570: invenzione della donna attrice. Chiesa contro, ancora più di prima, “feminil comparsa per allettare” industria dello spettacolo Gli ecclesiastici criticano ciò che succede prima e dopo lo spettacolo, la vita quotidiana di una attrice è lussuosa e libera, una micro-società dentro la società con regole trasgressive rispetto alla moralità dominante. Sono quindi considerate mezze prostitute e gli uomini balordi (rifiuto di seppellirli nei cimiteri ecc.). Diderot si avvicina al teatro proprio per questa vita meno chiusa e repressiva. Commedia dell’Arte da 1550 a 1750, quando gli attori non sanno più scriversi i canovacci Goldoni si propone come compositore di canovacci, poeta di compagnia - poveri ciarlatani di piazza
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