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Manuale di Storia medievale - Andrea Zorzi, Sintesi del corso di Storia Medievale

Storia dell'Europa medievaleStoria ClimaticaStoria Religiosa MedievaleStoria Economica Medievale

Riassunto per l'esame di storia medievale

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 28/09/2019

marta.cr
marta.cr 🇮🇹

4.3

(25)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Manuale di Storia medievale - Andrea Zorzi e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! CAPITOLO 1 – L’IDEA DI MEDIOEVO E LE SUE INTERPRETAZIONI 1. UN’ETÀ DI DECADENZA • Gli uomini e le donne che vissero tra V e XV secolo non ebbero la percezione di vivere nel medioevo. La nozione di Medioevo è una nozione attribuita posteriormente -> • Essa venne formulata inizialmente in ambito di un pregiudizio negativo, che perdura fino ai giorni nostri, poi è stato rivalutato. Al medioevo si affiancano luoghi comuni. • Gli umanisti italiani dei secoli XIV e XV formarono l’idea di un lungo intervallo che li separava dalla cultura degli antichi, che loro avevano assunto da modello per promuovere una rinascita intellettuale -> cominciò a diffondersi nei loro scritti l’espressione di “età di mezzo”, “media tempora”, “media aetas” e “medium aevum”, che separava il periodo in cui vivevano dall’età classica, lo interpretavano come un periodo di decadenza della civiltà. • Vasari indicò con il nome di “gotica” (dal nome di una popolazione barbarica) l’arte che aveva perso il senso classico delle proporzioni e della misura, recuperate solo all’inizio del ‘300 grazie all’opera di Giotto. • L’idea della decadenza fu rielaborata dagli ambienti protestanti tedeschi -> per i protestanti la causa del declino dell’impero romano non erano le invasioni barbariche ma la mondanizzazione della chiesa. 2. UN PERIODO DELLA STORIA • I cattolici risposero a questa polemica con la ricostruzione della storia della chiesa fondata su documentazione storica originale. • 1643 -> il gesuita Jean Bolland iniziò a raccogliere testimonianze sulle vite dei santi, per dare fondamento documentario al culto dei santi, bersaglio della polemica protestante. • 1681 -> il benedettino francese Jean Mabillon pubblico De re diplomatica, che stabiliva come distinguere i documenti veri dai falsi -> pose le fondamenta della diplomatica e della paleografia. • Du Cange -> redasse il primo vocabolario del latino medievale. • 1666 -> Horn pubblicò una storia universale dove si proponeva una inedita periodizzazione -> un evo antico separato da quello recente da un intermedio medium aevum -> fisso i termini di questo periodo dalla caduta dell’impero romano d’occidente (476) alla caduta dell’impero romano d’oriente (1453) -> • Questa scansione della storia universale divisa in tre epoche fu ripresa da Christoph Keller -> 1688 scrisse per primo una Historia medii aevi -> dall’impero romano nell’età di Costantino a dopo la conquista turca di Costantinopoli -> il medioevo era ormai un periodo storico ben definito. • Il movimento dell’Illuminismo rielaborò l’idea di medioevo -> Voltaire (‘700) ne diede una interpretazione polemica -> le invasioni barbariche il potere della chiesa avevano promosso un’epoca di superstizione, rozzezza e violenza, solo con i dettami di ragione e giustizia la società europea aveva iniziato a svincolarsi. 3. RIVALUTAZIONI DI UN’EPOCA • Nel ‘700 l’immagine negativa del medioevo fu sottoposta a revisione -> • Ludovico Antonio Muratori -> diresse la creazione dei Rerum Italicarum Scriptores (scrittori della storia italiana) -> una raccolta di documenti del periodo del medioevo individuate da suoi collaboratori in biblioteche italiane e da lui sottoposte a revisione critica e filologica. • Scrisse poi -> Antichità italiane del Medioevo -> era la prima indagine sulla civiltà medievale italiana perché si rese conto che, pur non essendo politicamente unita, l’Italia condivideva una tradizione storica comune che si era formata nel medioevo. • Il Romanticismo diffuse dalla fine del ‘700 un’immagine positiva del medioevo -> per i suoi aspetti passionali e irrazionali, rivalutato come età di fede religiosa. Si diffuse il gusto per ruderi di abbazie e castelli come soggetti pittorici. • Notevole fortuna ebbero i romani storici ambientati nel medioevo come Ivanhoe di Walter Scott. • Il romanticismo contribuì a sviluppare un’interpretazione del medioevo come epoca in cui rintracciare le radici dello spirito nazionale -> • Per prima la cultura tedesca rivendicò l’identità tedesca esaltando il vigore delle istituzioni di Carlo magno. • La cultura francese si appropriò del mito di Carlo magno e valorizzò il ruolo della Gallia come regione in cui l’aristocrazia romana si era fusa con i franchi. • Il Risorgimento italiano vide nel medioevo il periodo in cui la penisola aveva subito le prime dominazioni straniere ed esaltò l’epoca dei comuni come momento della reazione contro gli imperatori tedeschi. 4. IL MEDIOEVO DEGLI STORICI • La riflessione sull’identità tedesca fu sostenuta all’inizio dell’800 dai Monumenta Germaniae Historica (Documenti storici della Germania) -> raccolta di documenti estesa a tutti quei paesi in cui la presenza germanica ebbe un ruolo (es. cronache, leggi, diplomi etc.). • Guizot - Storia di Francia -> vide le origini della civiltà moderna nella fusione delle popolazioni germaniche con quelle romane nel medioevo. • Metà ‘800 -> fondato a Firenze l’Archivio storico italiano -> primo periodico scientifico dedicato allo studio della storia nazionale. • Seconda metà ‘800 -> nel clima del positivismo gli storici cercavano nel passato leggi di funzionamento della società -> conseguenza: interessi per la storia del diritto, della società, dell’economia del medioevo. • Fustel de Coulanges -> evidenziò l’importanza dello studio della proprietà fondiaria per spiegare il potere esercitato nel medioevo. 5. UN MILLENNIO UNITARIO O PLURALE? • Per reazione alla volontà positivistica di identificare costanti nella storia, nella prima metà del ‘900 alcuni storici fecero interpretazioni unitarie del medioevo, per rivendicarne l’originalità -> es. Kantorowicz ricostruì la biografia di Federico II presentandolo come uomo del fato. • Vennero fatte ricostruzioni generali del medioevo dal punto di vista delle strutture economiche e sociali e influenzate dal confronto con altre discipline come la geografia e l’archeologia -> • Henri Pirenne – Maometto e Carlo magno -> afferma che il sistema economico antico non è stato mutato a causa delle invasioni barbariche ma a causa dell’espansione araba che causò la fine delle relazioni commerciali, solo i mercanti delle città avrebbero in seguito rilanciato l’economia. • Marc Bloch – La società feudale -> indaga i legami e le raffigurazioni mentali che la tenevano insieme -> approfondisce questo aspetto con l’opera -> • Durante l’impero romano fu raggiunto l’optimum climatico -> peggioramento nei secoli IV e VIII - > miglioramento dal IX al XIII (con l’arretramento dei ghiacciai i vichinghi poterono occupare la Groenlandia) -> peggioramento dal XIV fino alla metà del XIX (piccola glaciazione: diminuzione delle temperature). • Abbassamento delle temperature nel IV secolo provocò -> • Contrazione delle aree di sopravvivenza nell’emisfero settentrionale -> • Quindi migrazioni dei popoli nomadi e seminomadi verso l’area mediterranea -> • Seguiti da saccheggi, guerre e disordini -> che contribuirono all’abbandono della manutenzione dell’ambiente -> • Avanzata delle paludi, foreste e terre incolte che un tempo erano coltivate dai romani -> boschi divennero fondamentali per il sostentamento, ad esempio per la caccia -> • Con la fine dell’economia romana si ebbe anche un abbassamento dell’inquinamento. • Miglioramento climatico dal IX provocò -> • Espansione delle produzioni agricole, estensione spazi coltivati e opere di bonifica dei terreni. • Condizionato l’andamento della popolazione anche le malattie infettive, dette endemiche per la capacità di colpire un gran numero di individui in un tempo breve. • Malattie del medioevo -> peste, vaiolo e lebbra. • Quando colpì la peste -> • VI secolo -> bacino del mediterraneo proveniente dall’Asia centrale. • 1347 -> invase tutta l’Europa e si diffuse tramite rotte commerciali mediterranee e vie di comunicazione terrestri -> popolazione europea diminuì di circa 1/3. • Vaiolo -> nord Europa dal VI secolo. • Lebbra -> alternò momenti di espansione con momenti di regressione. • Le autorità pubbliche tendevano a rinchiudere i malati in lazzaretti per l’arretratezza delle conoscenze mediche e per l’ignoranza delle cause del contagio. 4. DEMOGRAFIA • Durante il medioevo l’andamento della popolazione fu un ciclo demografico articolato in 3 fasi -> depressione – espansione – depressione -> punte minime nel VII secolo e seconda metà del XIV secolo; picco nella seconda metà del XIII secolo. • Difficile calcolare l’entità numerica della popolazione nel passato per la quasi totale assenza di censimenti. • Difficili da individuare anche le cause -> pesarono i mutamenti climatici, andamento della produzione agricola, le epidemie. • Dal III secolo (67 milioni) inizio calo della popolazione (aveva raggiunto il suo massimo nel 200) - > • Campagne abbandonate, centri urbani si restrinsero, alcune città dell’impero si estinsero. • Avanzarono foreste, terre incolte, paludi. • Con peggioramento climatiche molte precipitazioni che portarono a carestie e epidemie. • Si ridusse l’età media, si abbassò l’età delle unioni coniugali e aumentò la mortalità infantile. • Nel 700 punta minima. Dall’VIII secolo inizio crescita popolazione -> • Terre incolte tornarono a essere messe a coltura, ampliamento aree popolate, fondazione di nuove città. • Il clima favorevole influì positivamente sull’andamento delle colture e sull’allevamento. • Crescita della produzione agricola -> maggiore disponibilità e varietà di cibo anche per gli strati più bassi. • Aumento della durata media della vita. • Picco nel 1300. Dal XIV secolo inizio calo della popolazione -> • Squilibrio tra numero di uomini e risorse disponibili. • Peggioramento delle condizioni climatiche -> cattivi raccolti e carestie. • 1347-8 -> calo della popolazione reso drammatico dalla grande epidemia di peste -> spopolamento delle città e abbandono delle campagne. • Punto più basso nel 1400. 5. INSEDIAMENTI • Durante il medioevo ci fu quindi l’incontro tra barbari e romani, quindi tra nomadi e seminomadi con sedentari -> i romani avevano costituito il più grande impero sedentario dell’occidente euroasiatico; oltre i fiumi Reno e Danubio le popolazioni germaniche vivevano sparse in tribù in villaggi provvisori e isolati, dedite a seminomadismo: esaurite le risorse di un territorio si spostavano verso nuove regioni -> • L’incontro fu inizialmente gestito da foederatio (inquadramento militare) e hospitalitas (concessione di 1/3 delle terre), che puntavano a stabilizzare le genti barbariche. • Popolazioni germaniche si insediarono sia nelle città che nelle campagne. • Nei primi secoli del medioevo si ebbe il fenomeno della ruralizzazione, che determinò l’abbandono delle città da parte dei grandi proprietari fondiari per la crisi della vita pubblica cittadina a seguito della scomparsa delle istituzioni imperiali. Quindi la maggior parte della popolazione risiedette nelle campagne -> • L’insediamento più diffuse era il villaggio -> era organizzato in tre aree concentriche -> il nucleo abitato, al suo esterno l’area coltivata e una fascia di terre comuni (pascoli e boschi) curate della comunità. • Questo habitat degli aggregati urbani divenne sempre più denso con la moltiplicazione di villaggi. • Si devono distinguere due tipi di città -> • Quelle di origine antica o fondate dai romani -> sono caratterizzate dalla centralità delle funzioni rispetto al territorio circostante. • Quelle fondate nei secoli centrali del medioevo, principalmente in nord Europa -> sorsero quasi sempre intorno ai mercati. • Entrambe svilupparono nel basso medioevo una civiltà urbana, caratterizzata da vivacità economica, presenza di scuole e università, sviluppo architettonico e artistico, centralità amministrativa e carisma degli enti religiosi. 6. ECONOMIA • Le trasformazioni dell’economia medievale sono connesse a quelle demografiche, poiché l’economia agraria era il sistema principale ed era soggetta alle variazioni climatiche. • Cicli economici lungo il medioevo -> crisi dell’economia romana -> seguita da una ristrutturazione e da una fase di crescita, caratterizzata dall’espansione della produzione dei beni e dagli scambi commerciali -> crescita interrotta dall’inversione dei cicli climatici, ambientali e demografici del XIV secolo -> poi si ebbe una ripresa. • La crisi del sistema fiscale romano -> fino al II secolo l’impero romano si era basato su autonomie locali, era gestito quasi senza apparati burocratici (burocrazia: insieme di funzionari al servizio di un governo) -> raggiunta la massima estensione si creò un apparato burocratico sempre più ampio e per finanziarlo fu creato un sistema fiscale sempre più pesante, basato su tasse sulla terra -> con le invasioni barbariche si mise fine a questo sistema perché molte regioni smisero di pagare le tasse -> entro il VI secolo scomparve ogni imposta pubblica. • Con la crisi delle strutture pubbliche ci fu una forte contrazione dei commerci, che erano organizzati dall’impero. • Un elemento di continuità fu l’economia agraria che rimase per lo più immutata -> la ricchezza continuava a basarsi sulla terra e il rapporto tra i grandi proprietari fondiari e gli affittuari rimase invariato. A causa della minore opportunità di vendere i propri prodotti si formarono sistemi economici tra loro isolati -> tra VIII e IX secolo i proprietari fondiari iniziarono a vendere i prodotti in eccedenza. • Ci fu una ripresa del commercio in Europa per l’accresciuta ricchezza delle aristocrazie, per l’aumento di domande private e per l’espansione demografica che favorì l’aumento della produzione e degli scambi commerciali. • Nell’XI secolo grandi protagonisti furono i mercanti delle città italiane -> geograficamente disposti al crocevia degli scambi tra oriente e occidente, tra nord e sud dell’Europa. • XIV secolo -> calo demografico comportò una minore domanda di beni -> ma il tenore di vita dei sopravvissuti crebbe, aumentarono i salari, ci fu un aumento della ricchezza media che favorì un aumento della domanda dei beni di consumo, i proprietari cercarono di alzare la rendita fondiaria favorendo il passaggio dalla servitù all’affitto. I mercanti svilupparono tecniche per ridurre i costi di transazione, come le lettere di cambio -> risultati: integrazione delle economie europee nei circuiti commerciali mondiali nel XV-XVI secolo. • Le monete -> il tardo impero romano usava un sistema trimetallico che assolveva alle necessità di un’economia avanzata -> i successivi regni barbarici abbandonarono la moneta in bronzo; mentre nell’impero bizantino e in quello islamico rimase fondamentale la moneta d’oro, in occidente venne attuata una riforma da Carlo magno che introdusse il denarius d’argento e monete di conto, come la lira e il soldo -> monete facilmente utilizzabili. Dal XIII secolo ricominciarono a essere coniate monete d’oro, destinate ai commerci internazionali e all’alta finanza. 7. SOCIETÀ • La famiglia -> in età romana prevalse il modello agnatizio -> che riconosceva la linea di successione maschile; alcune popolazioni barbariche, come i longobardi, riconoscevano il modello cognatizio -> sia uomini che donne possono essere eredi. Rimase prevalente il sistema agnatizio, che fu fatto proprio dalle famiglie dei re. • Impero -> nel medioevo l’autorità imperiale univa più entità regie e principesche -> • Carlo Magno unificò nella propria persona i titoli di re dei longobardi e re dei franchi. • Ottone I unificò nella propria persona i titoli di re di Germania e di Italia, il secondo necessario per ricevere dal papa la dignità imperiale -> nell’XI secolo il papato riformato elaborò la teoria della translatio imperii , secondo la quale il potere imperiale derivava non da dio ma dal pontefice -> gli imperatori cercarono di svincolarsi dalla tutela papale -> nel XII secolo Federico Barbarossa prese argomentazioni tratte dal diritto romano per legittimare l’autorità imperiale e introdusse l’espressione sacrum imperium, per rivendicarne la natura sacrale. Quando l’autorità imperiale si ridusse al solo territorio della Germania, per l’impossibilità di intervento diretto nel territorio italiano dove si era affermata l’autonomia di comuni e dei signori cittadini, continuò a rimanere la concezione sacrale del ruolo ma non quella universalistica. • Regni -> dopo la dissoluzione dell’impero romano d’occidente l’organizzazione politica prevalente fu quella dei regni romano barbarici, tra cui quello visigoto e franco furono luogo di convivenza tra popolazioni barbariche e romane. Quindi si incontrarono la tradizione barbarica del potere sulle persone (il re era re del suo popolo e non di una regione) con quella romana di esercizio del potere su un territorio. Quando i re barbari si insediarono nel territorio che era dell’impero romano si dovettero trasformare in re di tutte le popolazioni che vi risiedevano -> fondamentale in questo fu la conversione al cattolicesimo che li fece diventare protettori delle chiese e dunque delle popolazioni romane. • Signorie -> tra X e XI secolo formazione di autonomi poteri locali, chiamati signorie (vedi capitolo più avanti). • Monarchie -> la frammentazione signorile fu superata dalla ricomposizione territoriale tra XI e XII secolo, avviata da poteri monarchici che si sono affermati da nuclei di potere di origine carolingia, che formarono poi i regni di Francia, Germania e Italia, o postcarolingia, come i regni normanni iberici e slavi. Questi regni, a differenza di quelli romano barbarici, non ebbero alcuna connotazione etnica, costruirono nel tempo inedite comunità nazionali. I re dovettero legittimare la loro autorità ricorrendo ad elemento sacrali, alla definizione di beni e diritti spettanti alla corona. I rapporti feudo- vassallatici furono fondamentali perché permisero ai sovrani di legare a sé i grandi principi territoriali garantendogli ampie autonomie nei propri feudi. Con l’espansione economica -> incremento entrate fiscali -> consentì di stipendiare gli ufficiali destinati all’amministrazione dei regni. • Comuni -> nel basso medioevo si affermarono anche forme di governo collegiale nelle campagne e nelle città -> • Tra XII e XIII secolo le comunità rurali furono in grado di ottenere dai loro signori il riconoscimento di forme elementari di autogoverno -> ciò fu possibile per il declino dei poteri signorili. • Tra XI e XII secolo in molte regioni dell’Europa settentrionale i mercanti e gli abitanti delle città iniziarono a ottenere dai re e dai principi territoriali delle carte di franchigia o di comune che ne riconoscevano lo status giuridico differenziato rispetto ai residenti delle campagne e il diritto di partecipare all’amministrazione urbana. Nelle città del regno di Italia i comuni raggiunsero un grado di piena autonomia politica. • Stati -> negli ultimi secoli del medioevo si affermarono gli stati (comprendono sia le monarchie sia gli autonomi governi cittadini), caratterizzati da un avanzato grado di complessità istituzionale e estensione territoriale. sono caratterizzati da una sempre maggiore articolazione degli apparati amministrativi per il controllo dell’esercito, della fiscalità e della giustizia. Dal XIV le monarchie cominciarono a rivendicare la piena autonomia da ogni autorità universale affermando il principio che all’interno del proprio regno ogni sovrano è detentore del potere supremo -> comunque il potere degli stati rimase composito perché permanevano i poteri signorili, i privilegi del clero e le autonomie cittadine -> così i sovrani iniziarono a convocare assemblee rappresentative, i parlamenti, dove rappresentanti di nobiltà, clero e delle città potevano far sentire la loro voce. 11. RELIGIONI • Nel medioevo le regioni mediterranee ed europee furono caratterizzate dalla presenza delle tre grandi religioni monoteistiche, ebraismo, cristianesimo e islam, appartenenti al ceppo comune risalente ad Abramo, considerato capostipite da ebrei e arabi. • Ebraismo -> fondamentale la fede nel potere di dio (Yahweh) sull’universo; attendono l’arrivo di un messia; credono che alla benevolenza divina corrisponda il dovere del popolo ebraico di osservare i comandamenti, che erano stati dichiarati a Mosè. Fondamentale l’attività del culto guidata dai rabbini nelle sinagoghe e incentrata nella lettura dei testi sacri, in particolare la Bibbia ebraica, quindi l’Antico Testamento. Gli ebrei non sono solo gli adepti di una religione ma anche un popolo segnato dal destino della diaspora, ovvero la dispersione nel mondo dalla terra di Israele, denominata Palestina dai romani. Le comunità ebraiche erano tollerate nel mondo musulmano, mentre nell’Europa cristiana subirono una crescente ostilità, culminata nel basso medioevo in persecuzioni. • Cristianesimo -> collegato all’ebraismo, infatti ne mantiene il quadro teologico -> unico dio, creatore del cielo e della terra; ma se ne differenzia perché il messia non è più atteso ma è arrivato nella persona di Gesù, come rivela il Nuovo Testamento, che è un profeta (persona che parla in nome di dio e ne annuncia la volontà) e oggetto di culto, figlio di dio incarnato, morto e risorto per la salvezza degli uomini. Gesù era ebreo e con il suo insegnamento predicava un nuovo tipo di vita che integrava le leggi mosaiche con un messaggio di uguaglianza e solidarietà. I primi convertiti furono gli ebrei ma la maggior parte di loro non accolse il nuovo messaggio, esso invece si diffuse tra le popolazioni romane che si organizzarono in chiese, ovvero comunità di credenti. • Islam -> diffuso dal VII secolo dall’Arabia (vedi capitolo più avanti). Maometto è l’ultimo di una serie di profeti, di cui Abramo è il capostipite, quindi riconosce come profeti degni di rispetto anche Mosè e Gesù ma ritiene superate le loro rivelazioni. L’espansione musulmana entrò in conflitto con la cristianità europea. • L’aldilà -> queste religioni condividono l’idea di un aldilà, quindi della non completa estinzione dell’uomo dopo la morte, e del giudizio divino del comportamento durante la vita. Nell’Europa cristiana si diffusero rappresentazioni anche iconografiche del giudizio universale e dei luoghi dell’oltretomba -> l’inferno, luogo sotterraneo di perdizione eterna, dove i supplizi vengono inflitti da diavoli e variano a seconda dei peccati, il paradiso, coincidente con il cielo, dove i beati godono della visione beatifica di dio, e il purgatorio, la cui nozione si affermò tra XII e XIII secolo, come luogo di temporanea espiazione, che Dante Alighieri nella Divina commedia immaginò localizzato su un monte agli antipodi di Gerusalemme. Il cristianesimo è una religione di comunione tra vivi e morti e sostiene la necessità dell’intercessione dei primi con la preghiera e istituì la commemorazione dei defunti ogni 2 novembre. 12. CRISTIANESIMI E CHIESE • Le comunità cristiane si radicarono nelle città, mentre i villaggi rurali resistettero per secoli alla cristianizzazione; i ceti più umili videro nel cristianesimo la speranza di un miglioramento della propria condizione. • Roma divenne il centro simbolico del cristianesimo -> la sua chiesa, fondata da Pietro e Paolo, nel II secolo cominciò a rivendicare maggiore prestigio. • Fino all’XI secolo la cristianità non ebbe un capo, mantenne sempre un disegno orizzontale e paritario. • L’autonomia con cui operavano le chiese locali determinò una varietà di interpretazioni del Vangelo e lo sviluppo di un pluralismo dottrinale (da qui la nozione “cristianesimi” coniata dagli storici), che sfociò in controversie teologiche sul problema della natura di Cristo e sul mistero della Trinità (esistenza di tre persone in un unico dio: padre, figlio e spirito santo); sedi di discussione erano i concili. • Nell’XI secolo il papa promosse una ristrutturazione in senso gerarchico delle istituzioni ecclesiastiche nell’ambito più generale di riforma. Fino ad allora il papa era stato solo il vescovo di Roma, con una supremazia solo onorifica rispetto agli altri vescovi, ma dal XII secolo divenne il capo assoluto di tutta la cristianità cattolica. • Con l’affermazione dell’universalismo pontificio e con la trasformazione in senso monarchico del papato, si aprì un conflitto con l’impero per il controllo delle nomine dei vescovi. • In Oriente le chiese erano maggiormente autonome, solo lentamente il patriarcato di Costantinopoli affermò la sua autorità, con il sostegno degli imperatori bizantini. • Dal VI secolo maturò la separazione fra le due chiese e si arrivò allo scisma definitivo nel 1054. • A differenza dell’ebraismo e dell’Islam, il cristianesimo sviluppò il monachesimo -> fu fondamentale per evangelizzare le campagne, dove l’aristocrazia fondò monasteri per affermare la propria egemonia, anche di tipo signorile. • Tra XI e XII secolo si affermarono movimenti che volevano contrapporre la povertà alla ricchezza e mondanità della chiesa -> il fenomeno raggiunse il suo culmine nel XIII secolo con gli ordini mendicanti. • Nello stesso periodo i laici iniziarono a riunirsi in confraternite, dedite a pratiche di devozione, solidarietà e carità e in particolare l’assistenza ai poveri e ai malati. • Fondamentale nel cristianesimo fu la distinzione di un gruppo a sé stante, il clero, dedito alle funzioni di culto e amministrazione dei beni della chiesa. Il divario tra clero e laici fu accentuato dalle origini sociali -> il clero fu monopolizzato dalle elite sociali dell’impero e poi dalle aristocrazie medievali. • Con l’istituzionalizzazione del cristianesimo i vescovi iniziarono ad affiancare i funzionari civili e con la fine dell’impero d’occidente assunsero la guida effettiva delle città. Nell’impero carolingio assunsero funzioni pubbliche. Il clero divenne un ordine ricco di privilegi -> dotato di immensi patrimoni, frutto delle donazioni, immuni alla giurisdizione pubblica, esentati dagli obblighi militari e dal pagamento delle imposte, soggetto ai soli tribunali ecclesiastici. 13. CULTURA • Nel medioevo la cultura si sviluppò in un quadro di tradizioni differenti -> cultura antica, cultura cristiana e oralità. Carlo magno portò avanti la tradizione dell’impero romano grazie a un circolo di intellettuali a corte; nella cultura cristiana ci fu l’opera di esegesi biblica (opera di indagine dei testi sacri) e di definizione teologica ed etica. • Nel passaggio da età antica e medioevo si ridusse drasticamente la capacità di scrivere -> la memoria e la trasmissione del sapere si affidarono largamente alla cultura orale, di cui erano portatrici le popolazioni barbariche, per esempio a lungo il diritto fu dominato, più che dalle leggi scritte, dalle consuetudini, cioè dalle tradizioni orali. • In seguito alla dissoluzione dell’impero romano ci fu la scomparsa delle scuole -> dal VI secolo alcune scuole cominciarono a essere riattivate -> • Nelle città -> dalle sedi vescovili per la formazione del clero. • Nelle campagne -> da alcuni monasteri per l’avvio alla vita religiosa. Per molto tempo la scrittura fu prerogativa degli ecclesiastici nell’Europa occidentale. Alle feste calendariali si aggiungevano quelle legate al ciclo della vita, come la nascita e il matrimonio che erano occasione per organizzare banchetti, balli e giochi, tra questi erano diffuse le bocce e i giochi d’azzardo con i dadi. Nei villaggi si praticavano partite collettive con la palla; l’aristocrazia si distinse per pratiche come le danze cortesi di gruppo, il gioco degli scacchi, esercizi e spettacoli d’arme, come i tornei dall’XI secolo. Il teatro, tipico dell’antichità, venne meno nel medioevo anche per l’avversione della chiesa, che contrappose agli spettacoli mondani quelli incentrati sugli episodi delle scritture. 15. FENOMENI PECULIARI • Tra diversi fenomeni che ebbero la propria genesi nel medioevo, alcuni sono oggetto di interpretazioni controverse -> • Incontro latino-germanico -> solo di recente gli storici hanno evidenziato gli esiti originali dell’incontro tra le due civiltà. L’esperienza si realizzò pienamente durante il regno dei franchi e si avviò in precedenza con i matrimoni tra l’aristocrazia germanica e quella gallo-romana e proseguì con la convergenza degli stili di vita. Si formò così un gruppo dirigente misto che amministrò l’impero carolingio. • Feudalesimo -> è un concetto elaborato in età moderna per designare l’organizzazione sociale e politica del medioevo ma nel senso comune è venuta sedimentandosi l’immagine della piramide feudale. Sulla scia degli studi di due storici del XX secolo, Marc Bloch e Ganshof, si tende a separare i rapporti vassallatico-beneficiari dalla formazione dei poteri signorili e a distinguere due età feudali - > la prima, d’età carolingia, fondata sulla fedeltà militare, la seconda, dall’XI secolo, in cui le istituzioni feudali costituirono un collegamento tra sovrani e signori territoriali, che consentì ai primi di inquadrare politicamente i secondi all’interno dei propri regni. • Nazioni -> tra ‘700 e ‘900, in un clima pervaso dai nazionalismi, si tese a rintracciare le origini delle nazioni europee nei popoli supposti etnicamente omogenei del primo medioevo. In realtà le popolazioni barbariche non erano etnie stabili e coerenti, erano aggregati tribali di varia origine. La formazione di identità collettive di carattere nazionale fu esito di una progettualità del medioevo -> tra XIII e XIV secolo -> nelle monarchie in Francia, Inghilterra, Germani e Spagna i sovrani mobilitarono uomini di cultura a vari livelli perché si diffondesse tra i sudditi l’idea che la popolazione del regno costituiva un’entità omogenea e coerente, dotata di una storia comune. CAPITOLO 3 – LA TRASFORMAZIONE DEL MONDO ROMANO 1. LA CRISI DELL’IMPERO ROMANO (SECOLI III-V) • Fino al III secolo l’impero romano era caratterizzato da stabilità politica e sviluppo economico. I popoli che entravano a farvi parte potevano mantenere le loro istituzioni e le loro religioni in cambio della fedeltà a Roma. • 212 -> estensione della cittadinanza romana a tutti gli uomini dell’impero. • C’erano enormi differenze tra le regioni -> contribuivano a tenere insieme questo organismo -> il sistema delle comunicazioni stradali, marittime e postali; gli apparati burocratici e militari e l’aristocrazia fondiaria (raccolta nel senato, urbana ma proprietaria di grandi proprietà fondiarie). • Con la fine delle conquiste l’economia dell’impero cominciò a ristagnare, inoltre ci fu un calo della manodopera schiavistica disponibile -> • Quindi inasprimento del prelievo fiscale, la coniazione della moneta fece crescere l’inflazione, si accentuò il divario tra ricchi e poveri, aumentò la criminalità e il brigantaggio e diminuirono gli scambi commerciali. • L’elezione degli imperatori nel III dipendeva sempre di più dall’esercito. • Diocleziano (imperatore dal 284 al 305) avviò una serie di riforme che ebbero degli effetti positivi - > • Associò al trono Massimiano -> Massimiano controllo delle regioni sul Reno mentre Diocleziano controllo regioni danubiane e orientali. • 293 -> trasformò il governo in tetrarchia -> ai due augusti furono associati due cesari, Galerio e Costanzo Cloro, per evitare che fosse l’esercito in seguito a eleggere gli imperatori. • Esercito diviso tra truppe stanziali ai confini e legioni da combattimento al seguito dell’imperatore. • Aristocrazia senatoria estromessa dai comandi e promossi ceti meno elevati. • Per sostenere le spese derivanti dall’aumento dei soldati -> 1. Sistema di esazione fondato sul catasto (lista dei beni immobili per accertarne la proprietà e ripartirne il carico); 2. Calmiere (massimo) dei beni di consumi e di prestazioni d’opera. • Dopo una serie di conflitti Costantino, il figlio di Costanzo Cloro rimase l’unico imperatore -> proseguì sulla linea delle riforme di Diocleziano (es. diminuendo le truppe di confine e incrementando l’esercito mobile). • Si rese conto che il centro politico, economico e culturale dell’impero si era spostato verso est, quindi trasformò la città di Bisanzio nella nuova Roma, la capitale dell’impero, che da lui prese il nome di Costantinopoli (330) -> con il trasferimento della capitale divennero evidenti le differenze tra le parti orientale e occidentali dell’impero, infatti le ricchezze tesero a confluire verso l’oriente, dove erano meno accentuate le differenze tra ricchi e poveri. • Teodosio, imperatore dal 379 al 295, dispose la suddivisione dell’impero tra i suoi due figli -> • Arcadio -> oriente. • Onorio -> occidente (dove nel 402 la capitale fu spostata a Ravenna). • Da ora i due imperi avrebbero avuto destini separati -> in Oriente crescita economica e in occidente verso la disgregazione delle istituzioni. 2. LA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO • Alla trasformazione dell’impero romano contribuì la diffusione del cristianesimo. • All’inizio del IV secolo il cristianesimo era una religione minoritaria, fra le molte pratica te nell’impero -> nel I secolo venne esportato dalla Palestina da Paolo di Tarso, poi si era diffuso il Siria, Asia Minore e Grecia e poi in Italia, Gallia e nella penisola iberica. • La religione tradizionale si fondeva con altri culti, in un clima di sincretismo religioso, cioè di mescolanza tra religioni diverse. • Iniziarono le persecuzioni contro i cristiani per il loro rifiuto del culto dell’imperatore, quindi prima con Decio, Valeriano e soprattutto con Diocleziano. • 313 -> Costantino concesse loro la libertà di culto con l’Editto di Milano. Il cristianesimo fu poi progressivamente accettato fino a diventare religione ufficiale, questo per -> l’adesione al cristianesimo dei dirigenti romani e perché gli imperatori individuavano nelle strutture gerarchiche delle chiese uno strumento di legittimazione del potere. • Costantino adottò misure in favore dei cristiani, egli si poneva come capo della religione di stato romana, infatti -> • 325 -> Costantino convocò a Nicea il primo concilio ecumenico, cioè la prima grande assemblea di vescovi di tutta la cristianità -> perché era preoccupato del fatto che le divisioni teologiche tra le chiese potessero minare la ritrovata unità dell’impero -> • Si affermò il cristianesimo in contrapposizione ai gruppi eretici. • Tra le dottrine condannate la più diffusa era quella di Ario, un prete di Alessandria d’Egitto, l’arianesimo -> veniva attribuita a Cristo solo la natura umana, per cui lo si considerava inferiore al padre. • 380 -> editto di Tessalonica emanato da Teodosio -> il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’impero. Veniva imposto a tutti i sudditi di professare la religione cattolica. • Concilio di Nicea del 325 e concilio di Costantinopoli del 381 -> sancirono le caratteristiche della chiesa -> una, santa, cattolica (che riconosceva una sola natura nelle tre persone della trinità – padre, figlio e spirito santo) e apostolica. • Il cristianesimo venne poi via via istituzionalizzato. • Il cristianesimo rimase una religione prevalentemente urbana, penetrò lentamente nelle aree rurale che continuarono a professare culti tradizionali -> coloro che non professavano la religione cattolica vennero definiti pagani dal latino pagus, cioè villaggio rurale. • Molte popolazioni barbariche furono convertite all’arianesimo, grazie all’opera di vescovi ariani, come Ulfila. Quando i popoli germanici invasero la parte occidentale dell’impero seguì un periodo di difficile confronto -> • Gli ostrogoti con Teodorico cercarono una collaborazione con i romani e ne rispettarono la confessione. • I longobardi nel primo periodo della dominazione compirono violenze. • Furono i vescovi cattolici che attuarono l’opera di conversione delle popolazioni barbariche -> l’obbiettivo era convertire i capi militari e i re, nella convinzione che la scelta dei re sarebbe stata seguita dal resto della popolazione. Il primo a convertirsi fu Clodoveo, re dei franchi, da Remigio, vescovo di Reims. Per ultimi si convertirono anche i longobardi. • I sovrani barbari spesso si convertivano alla fede cattolica per legittimare il loro potere perché si ponevano come protettori delle chiese, quindi anche della popolazione romana -> ciò vide l’ostilità delle popolazioni barbariche, che con la crescita del potere regio diminuiva il loro potere, quindi trovavano un elemento di identità nelle religioni pagane, quindi ci furono queste resistenze. • La regressione del cristianesimo fu contrastata da un’opera di evangelizzazione di monaci missionari -> • Tra V e VI secolo -> monaci dalla Gallia cristianizzarono l’Irlanda e la Britannia. • Tra VI e VII secolo -> papa Gregorio magno rilanciò l’iniziativa dei monaci missionari -> dall’Irlanda missionari, tra i quali Colombano, si riversarono verso il continente, fondando anche monasteri come Luxeuil in Borgogna o Bobbio in Emilia. • Tra VII e VIII secolo -> missionari si rivolsero verso le regioni più orientali, come Frisia, Turingia e Sassonia. 3. LE INVASIONI BARBARICHE • Alla trasformazione del mondo romano contribuì l’incontro tra popolazioni barbariche e romane, quindi l’incontro tra le civiltà. Per molto tempo gli storici hanno attribuito la causa della fine dell’impero romano in Occidente alle invasioni delle popolazioni barbariche e alle distruzioni perpetrate da esse. Il contatto tra le culture produsse inevitabilmente conflitti e violenze ma anche • I re erano capi militari eletti dagli uomini armati riuniti in assemblea. La loro funzione nel tempo mutò dal compito di comandare gli uomini alla capacità di governare un territorio. i loro poteri erano ampi ma crollato l’impero non c’era più la capacità di imporre le tasse, quindi le risorse di cui i re disponevano venivano soprattutto dal fisco regio, quindi il patrimonio della loro stirpe (fisco -> nell’impero romano era il patrimonio dell’imperatore, quindi il demanio), ma insufficiente per governare. • Poche persone facevano parte dell’amministrazione centrale, erano soprattutto romani, gli unici alfabetizzati; nel territorio l’apparato di rappresentanti del re rimase rudimentale. • Il diritto -> i romani continuavano a vivere secondo le regole del diritto romano mentre i barbari conservavano le proprie consuetudini giuridiche. Quando i regni cominciarono a stabilizzarsi le popolazioni cominciarono a redigere per iscritto le consuetudini fino ad allora tramandate oralmente dagli anziani. Le leggi barbariche furono influenzare dal diritto romano e dal diritto canonico e la loro validità fu estesa a tutti i sudditi del regno. • Pochi regni romano barbarici durarono nel tempo, questo dipendeva dal grado di integrazione con i romani, importante furono i tempi di conversione al cattolicesimo. • Vandali in nord Africa -> • Assetto più fragile. • Imposero un duro dominio militare, sfruttamento economico e intolleranza religiosa. • Rifiutarono il sistema dell’hospitalitas. • Espropriarono i grandi proprietari romani e favorirono le chiese ariane. • Conservarono forme di legittimazione imperiale, es. Genserico diede in moglie al figlio la figlia dell’imperatore d’oriente, ma la loro dominazione fu debole perché non stabilirono con le popolazioni locali un rapporto pacifico e di integrazione culturale. • 533-34 -> Giustiniano intervenne con una campagna militare, riconquistò l’Africa e le isole mediterranee ponendo fine al dominio dei vandali. • Ostrogoti in Italia -> • I romani conservarono le proprie prerogative. • I barbari si insediarono con il sistema dell’hospitalitas. • Teodorico, barbaro che aveva vissuto a Bisanzio presso la corte imperiale, attuò una politica di convivenza -> soluzione: tenere separate le popolazioni con ciascuna le proprie leggi, lingua e religione. I goti erano ariani e i romani cattolici. • Aristocrazia senatoria fu influente presso la corte di Teodorico, dove si trovarono intellettuali come Boezio, Cassiodoro e Simmaco. La popolazione latina si occupò dell’amministrazione. Ravenna continuò ad essere la capitale. • Con questa convivenza però vivevano sullo stesso territorio due corpi distinti, non ci fu assimilazione reciproca. • Quando Bisanzio iniziò a perseguitare gli ariani in oriente, Teodorico rispose con una dura repressione antiromana e antinicena, che portò alla morte gli stessi Boezio e Simmaco. • Durante il periodo delle lotte per la successione al trono ci fu una guerra contro i bizantini che portò alla fine del regno nel 553. • Visigoti in Spagna -> • Il loro regno durò fino all’avanzata degli arabi all’inizio dell’VIII secolo . • Integrazione fu progressiva partendo dall’hospitalitas e dalla distinzione dei ruoli -> militari per i barbari e civili per i romani. • Nel V secolo erano giunti a estendersi dalla Spagna alla Gallia e resistettero all’avanzata bizantina nel 553-54. • Recaredo si convertì al cattolicesimo. • Cooperazione tra le due popolazioni del regno -> si tenevano concili, delle grandi assemblee del regno, le cui deliberazioni andavano a integrare a legislazione; fusione etnica con matrimoni misti; pubblicazione di un corpo di leggi valido per entrambe le popolazioni. • Tra VI e VII secolo -> fioritura culturale, di cui il massimo esponente fu il vescovo di Siviglia Isidoro, autore delle etimologie, una enciclopedia dello scibile umano. 2. I FRANCHI • Piena integrazione fu realizzata dai franchi, che erano un insieme eterogeneo di tribù. Essi si stabilizzarono velocemente, abbandonando la tradizione di popolo nomade e si fusero con le popolazioni gallo romane. Vissero per molto sottoposti ai romani e il contatto con i romani influenzò la loro identità. Combatterono come federati dei romani nel 406 in difesa del confine imperiale su Reno e negli anni ’60 contro i visigoti. • Clodoveo, preteso discendente del leggendario Meroveo (da cui il nome di Merovingi, attribuito alla dinastia), 481-511 -> superò il frazionamento tribale e affermò la sua identità su quella degli altri capi tribali. Pose le basi per il regno e lo estese a nuovi territori -> • 486 -> sconfisse il regno di Siagrio, l’ultimo nucleo gallo romano. • Arginò la pressione dei Turingi e degli alamanni e est. • Sconfisse i visigoti occupando tutta l’Aquitania e li costrinse a spostarsi in Spagna. • Nel 496 Clodoveo si convertì al cattolicesimo, facendosi battezzare dal vescovo di Reims, Remigio. La conversione diretta dal politeismo al cattolicesimo senza passare dall’arianesimo agevolò i rapporti con il clero e con le popolazioni cattoliche che riconobbero l sua autorità legittimandola. Clodoveo promosse la fondazione di monasteri e il culto di san Martino, un gallo romano che divenne patrono dei franchi. • Ricevette dai bizantini il titolo di patrizio e fece fissare per iscritto le norme di convivenza della sua popolazione. • 511 -> morte di Clodoveo -> spartizione del regno fra gli eredi -> il regno dei franchi era un insieme di regni tra loro conflittuali, ogni re si intitolava “re dei franchi”. Anni ’30 ulteriori espansioni -> Provenza (che permise l’accesso al mediterraneo), sottomissione dei burgundi, turingi e alamanni. Quindi si potevano distinguere diverse regioni -> • Austrasia (terra dell’est); • Neustria (nuova terra dell’ovest); • Burgundia (l’antico regno dei burgundi); • Aquitania. • Solo con pochi re, es. Clotario II, i regni riuscirono a superare i conflitti e ritrovare una certa unità, però questi re dovettero cedere ampie prerogative all’aristocrazia, che comprendeva germanici e romani. • Dalle famiglie aristocratiche provenivano -> • I conti (comites) -> ufficiali pubblici, per lo più risiedevano in città con compiti giudiziari e militari; • I duchi -> ufficiali pubblici a capo di ampie circoscrizioni territoriali. • VII secolo -> approfittando della debolezza del re l’amministrazione dei regni fu sempre più controllata dai maestri di palazzo, i massimi funzionari di corte, che usarono il patrimonio regio per crearsi delle clientele militari attraverso la distribuzione delle terre. • I Pipinidi, una famiglia dell’aristocrazia dell’Austrasia, riuscì a rendere ereditaria la carica di maestri di palazzo. • Pipino II di Herstal riunì nelle sue mani la carica di maggiordomo di Austrasia, Neustria e Burgundia. • Suo figlio, Carlo Martello, si espanse e fermò l’espansione araba nella battaglia di Poitiers. • Il figlio di Carlo Martello, Pipino il breve, depose il re Childerico III e divenne re (751). • I Pipinidi furono legittimati dalla loro alleanza con la chiesa di Roma -> Pipino si fece ungere con il sacro crisma (754) da papa Stefano II, che consacrò anche i figli Carlomanno e Carlo, il futuro Carlo magno. 3. L’ITALIA FRA LONGOBARDI E BIZANTINI • L’occasione per Giustiniano di inviare truppe in Italia gli venne dalle lotte per la successione al re ostrogoto Teodorico nel 535. • Il conflitto colpì duramente la società italica -> nei possedimenti fondiari, a causa delle pestilenze, delle carestie -> causarono un regresso demografico ed economico. • 553 -> termina il conflitto, Giustiniano ristabilisce il dominio imperiale sulla penisola. • Giustiniano emana la prammatica sanzione -> estese la legislazione bizantina all’Italia, riorganizzò le circoscrizioni territoriali. • Il paese era allo stremo, infatti all’invasione dei longobardi ci fu una resistenza quasi nulla. • Fine V secolo -> longobardi si trasferirono dalle foci dell’Elba in Pannonia -> dalla Pannonia, a causa delle spinte di altri popoli, migrarono in Italia passando dal Friuli (569) guidati da re Alboino. Si insediarono in modo disomogeneo in tre aree principali -> • Pianura Padana. • Toscana. • Territori intorno a Spoleto e Benevento. • Territori che rimasero in mano ai bizantini -> • Le coste. • Istria. • Ravenna con l’entroterra. • Pentapoli (fascia di territorio comprendente cinque città, tra cui Rimini e Ancona). • Territorio di Roma. • Puglia, Calabria e le isole maggiori. soprattutto a formare un fronte compatto contro il pericolo islamico. La mancata adesione delle regioni bizantine dell’Italia centro settentrionale segnò l’allontanamento tra la chiesa di Roma e quella orientale. Il culto delle immagini venne riammesso nell’843. • Slavi e bulgari -> gli slavi provenivano dalle pianure a nord dei Carpazi e si erano insediati nel VI secolo nei Balcani. Erano meno bellicosi dei popoli germanici, dediti ad agricoltura e pastorizia. Erano insediati in piccoli villaggi. Essi furono inquadrati militarmente dall’etnia turca dei bulgari e fondarono un regno che nel basso Danubio che si estese fino alla Pannonia. • Costantinopoli cercò di cristianizzare gli slavi per assimilarli alla civiltà bizantina. Il re bulgaro Boris si convertì al cristianesimo. I monaci Cirillo e Metodio per favorire la diffusione del cristianesimo tra gli slavi tradussero la bibbia in slavo elaborando un nuovo alfabeto, detto poi cirillico, derivante dal greco. Gli slavi occidentali furono cristianizzati da missionari dei franchi e della chiesa di Roma; quelli orientali (ucraini e russi), bulgari, serbi e macedoni rimasero legati a Costantinopoli. • Da Basilio I iniziò la dinastia dei Macedoni. I suoi discendenti riuscirono ad affermare la successione ereditaria al trono, mentre per tradizione la carica dell’imperatore era elettiva. Ci fu un’età dell’oro con i Macedoni, una fase di sviluppo economico, politico e militare. Approfittando della crisi dell’impero islamico avviarono una serie di riconquiste -> Siria, Mesopotamia, Armenia, Creta, Cipro (il recupero delle ultime due segnò la fine dell’egemonia navale araba), Bari (dove venne posto il catapano, un funzionario a cui facevano capo tutti i domini dell’Italia meridionale) e l’intera penisola balcanica (con Basilio II, annientando il regno dei bulgari). Alla sua morte l’impero era tornato ad essere la forza politica più importante del Mediterraneo orientale e dell’Europa balcanica. • L’esercito delle guerre di espansione era tornato ad essere quello composto da soldati stipendiati sostituendo le milizie di contadini. Il sistema dei temi fu esteso alle regioni riconquistate. La ripresa dell’economia favorì la rifioritura delle città. • Crisi dell’XI secolo -> i mercanti erano sottoposti a forti vincoli da parte dello stato, l’investimento nel commercio era marginale, la ricchezza continuò a basarsi sulla terra -> i vincoli posti al commercio si rivelarono fattori di debolezza, specialmente quando iniziarono a operare in oriente i mercanti occidentali, come i commercianti veneziani. I grandi proprietari fondiari ottennero sempre più concessioni di immunità, sottrassero quindi sempre maggiori territori dal controllo dello stato e accrebbero la loro autonomia. Oltre ai segnali di crisi economica ci furono sconfitte militari come quella di Mantzikert nel 1071. 1054 -> scisma tra la chiesa di Costantinopoli e quella di Roma. Si avviò il declino. CAPITOLO 6 – ISLAM 1. LA CIVILTÀ IN ESPANSIONE • L’Arabia era abitata da tribù di beduini che praticavano l’allevamento e il commercio lungo le piste carovaniere che collegavano le oasi. L tribù erano nomadi e instabili politicamente. L’unico elemento di coesione era costituito dal pellegrinaggio alla Ka’ba, luogo di culto nella città della Mecca, in cui si conserva un frammento di meteorite. Il pellegrinaggio era aperto a tutti i culti, per cui era occasione per una tregua, solo dopo l’affermazione dell’Islam fu riservato ai soli musulmani- • 570 -> Maometto nacque a La Mecca da un ramo del clan dominante, crebbe nel mondo delle carovane e quindi entrò in contatto con le religioni più diffuse. Si ritirò in meditazione spirituale ed ebbe nel 610 la rivelazione fondamentale -> l’arcangelo Gabriele gli ordinò di diffondere la parola di dio (corano). Predicava un monoteismo rigoroso, che richiedeva la sottomissione assoluta (Islam) del fedele alla volontà di dio (Allah) -> quindi entrò in contrasto con le famiglie della Mecca perché fondavano il proprio potere sulla convivenza delle religioni, che stava alla base della fortuna economica della città -> • 622 -> Maometto fu costretto a riparare con i seguaci a Medina (egira), da questa data inizia il calendario islamico. • Maometto e i seguaci si organizzarono non più basandosi su vincoli tribali ma sulla condivisione della stessa fede, tutti i musulmani erano sottoposti alla suprema autorità del profeta. L’Islam propose dall’inizio un modello politico in cui la sfera spirituale era unita a quella temporale. • Maometto sottomise i vari clan; conquistò la Mecca nel 630 e fu eletta luogo sacro dell’islam. Maometto riuscì a dare identità unitaria a molte tribù; il mondo arabo iniziò a essere identificato con il mondo musulmano ed era caratterizzato da compattezza religiosa e politica. • 632 -> morte di Maometto -> venne creata la figura del califfo, capo supremo della comunità islamica, dotato di ampi poteri politici e religiosi e considerato il successore di Maometto. • I primi quattro califfi, tutti parenti di Maometto, guidarono campagne di guerra contro territori bizantini e persiani che confinavano con l’Arabia -> conquistarono Egitto, Palestina, Siria, Mesopotamia e Persia. • 656 -> elezione di Alì -> esplose il conflitto tra gli sciiti, ovvero i seguaci di Alì, che volevano che il califfo appartenesse alla famiglia di Maometto, e i kharigiti, che sostenevano che potesse essere eletto qualsiasi fedele -> 661 kharigiti ebbero la meglio e Alì fu ucciso. Lo scontro aprì anche una frattura dottrinale che perdura fino a oggi tra musulmani sciiti (che si richiamavano all’insegnamento del quarto califfo Alì, affermavano che il califfo dovesse appartenere alla famiglia di Maometto, affermavano che l’autorità religiosa e civile dovevano essere unite) e sunniti (sono maggioritari, seguono la tradizione del profeta, mantengono distinte autorità civile e religiosa). • Il nuovo califfo degli Omayyadi pose la capitale a Damasco e affermò il principio ereditario del califfato. • Sotto la dinastia Omayyade (661-750) il califfato giunse alla sua massima espansione -> arrivò in Asia fino all’Indo, nord Africa fino all’Atlantico, Spagna dei visigoti e con Cipro, Creta e Rodi la flotta arava sancì il suo predominio sul mare. L’espansione si fermò con le sconfitte di Poitiers nel 732 contro i franchi e in Anatolia nel 740 contro i bizantini. • Cause della rapidità e del successo dell’espansione -> organizzazione dell’esercito, debolezza degli imperi confinanti, conflitti etnici e religiosi nelle regioni periferiche dei bizantini. • Inizialmente gli arabi costituirono un’elite militare che si mantenne separata dalla popolazione locale. Ebrei e cristiani, pagando una tassa, potevano vivere al riparo dalle persecuzioni. Si moltiplicarono le conversioni all’Islam per entrare nell’elite dominante e di godere dell’esenzione fiscale. • Riforma del califfo Omar II -> abolizione dello status separato degli arabi e uguaglianza fra tutti i musulmani per fronteggiare le tensioni fra le diverse componenti etiche e religiose. • 750 -> un discendente di Maometto rovesciò la dinastia degli Omayyadi, dando il via alla dinastia degli Abbasidi (750-945) -> • Spostata la capitale da Damasco a Baghdad -> quindi il baricentro si spostò verso l’Asia. • L’apparato burocratico fu posto sotto il controllo del visir, potentissimo funzionario di corte. • Il territorio fu diviso in province rette da governatori locali, gli emiri. • La lingua ufficiale rimase l’arabo. • Si impose l’interpretazione sunnita della fede. • Sviluppo del commercio -> nell’agricoltura miglioramento delle tecniche, sviluppo delle città che diede impulso all’attività artigianale, perfezionamento delle tecniche di cambio e di credito. La ricchezza si fondò soprattutto sul commercio -> impero immenso commerciava con l’Occidente, Bisanzio e l’estremo oriente. • A causa dell’enorme estensione dell’impero si acuirono le spinte secessionistiche nelle regioni periferiche, l’unità dell’Islam cominciò disgregarsi quando gli emirati iniziarono a promuovere politiche autonome -> si affermarono dinastie locali che si sottrassero progressivamente al potere centrale degli Abbasidi -> Idrisidi in Marocco, Tulunidi in Egitto, Samanidi in Asia centrale, un ramo degli Omayyadi diede vita a un emirato in Spagna, più tardi i Fatimidi in Egitto e in Siria. • 945 -> a Baghdad la dinastia persiana dei Buwayhidi ebbe la delega del governo dagli Abbasidi, che conservarono solo nominalmente il titolo di califfo -> 1058 ai persiani si sostituì la dinastia turca dei Selgiuchidi. • La Spagna era caratterizzata da una miscela etnica (ispano-romani, arabi, visigoti) e religiosa (cristiani, ebrei e musulmani) e divenne un luogo di convivenza civile, in particolare Cordova, e di eccellenza intellettuale e artistica, che portò in occidente l’antica cultura ellenistica grazie a personaggi come Avicenna e Averroè. • Tra IX e X secolo Palermo e la Sicilia furono caratterizzate da una fioritura economica e culturale, essendo poste al centro di tutte le rotte del mediterraneo. • Quindi la civiltà islamica si pose all’avanguardia sul piano culturale, come mostra ad es. la raccolta di novelle “Le mille e una notte”, in cui vennero elaborate le tradizioni letterarie indiana, persiana e siriaca, intorno alla figura del califfo abbaside Harun al Rashid. CAPITOLO 7 – EUROPA CAROLINGIA 1. LA RINASCITA DELL’IMPERO • Alla morte del padre Pipino il breve e del fratello Carlomanno, Carlo, detto poi magno, ereditò il regno franco. • L’organizzazione sociale si basava su un’aristocrazia che fondava il suo potere dall’ampia disponibilità di terre e dalla mobilitazione di clientele armate. Carlo guidò un’espansione militare su larga scala che diede terre e bottini alle grandi famiglie franche -> • Spente le ribellioni in regioni come Borgogna, Aquitania e Provenza, dove furono sostituiti i conti (funzionario pubblico scelto dal re tra i membri dell’aristocrazia per amministrare una circoscrizione territoriale) per rinsaldare il legame con il re. • Guerra contro i sassoni oltre il Reno, a cui fu imposta l’evangelizzazione. • 774 -> conclusione della conquista del regno longobardo sostenuta dal papa. • Costituzione della Marca di Spagna nei territori conquistati di Pamplona, Catalogna e Navarra. • Natale dell’800 -> Carlo magno fu incoronato imperatore da papa Leone III -> • Sanciva la legittimazione del potere dei franchi. • Carlo si presentava come il sovrano cristiano, difensore della chiesa di Roma, egli aveva unificato e con la forza convertito al cristianesimo l’Europa. • Si rafforzava anche il ruolo del papa come suprema autorità della cristianità e indeboliva quella dell’impero bizantino, proprio nel momento del distanziamento tra la chiesa di Roma e quella d’Oriente e delle lotte iconoclastiche. • Forniva poi ai papi un aiuto nell’opera di evangelizzazione. • L’impero franco si proponeva come erede di quello romano ma si spostava verso nord. • Le città erano state il centro fondamentale nell’impero romano. Con la sua scomparsa gli spazi abitati si ridussero; l’impianto di età romana, fondato sulla piazza principale (forum) sulla quale si affacciavano gli edifici pubblici all’incrocio delle due strade principali (cardo e decumano), venne sostituito da nuovi poli aggregativi intorno alle istituzioni ecclesiastiche (come cattedrale, battistero e palazzo del vescovo). • Venendo meno i poteri dei funzionari pubblici, quasi ovunque le gerarchie ecclesiastiche presero i poteri pubblici delle città. Nell’Italia bizantina nelle città continuavano a risiedere i grandi proprietari terrieri e le autorità pubbliche e amministrative; nel regno longobardo le città persero la propria centralità politica; con l’impero carolingio le città furono sede delle nuove circoscrizioni territoriali dipendenti dai conti, si parla infatti di rinascita carolingia delle città. • Destino economico delle città -> • Dove i proprietari terrieri continuavano a risiedere nelle città, come nell’Italia bizantina, esse mantennero importanza economica e i prodotti continuarono a essere smerciati • Dove i grandi proprietari terrieri si spostarono nelle campagne, come nel regno dei franchi, furono poche le città che mantennero importanza economica. • Altre città, come Venezia, Napoli e Amalfi, furono caratterizzate dal commercio per la centralità nelle reti di traffici e il commercio stimolò anche l’attività manifatturiera. • Tra V e VI secolo per a debolezza del potere dei funzionari pubblici nelle città, si ampliarono i poteri dei vescovi che assunsero anche funzioni civili. Il potere carolingio riuscì a riaffermare una divisione tra i compiti degli ufficiali pubblici e quelli del vescovo. Il vescovo assunse quindi pieni poteri pubblici con la dissoluzione dell’impero carolingio, in particolare essi provvidero alla difesa delle città durante le invasioni e scorrerie di popolazioni esterne. Il vescovo si pose come figura intorno alla quale si raccolsero spontaneamente i cittadini alla ricerca di guida, tutela e conforto. Il vescovo era espressione dei gruppi dirigenti locali, delle maggiori famiglie cittadine. X secolo -> prime espressioni di iniziativa autonoma politica da parte di civili. 3. LA CRISI DELL’IMPERO • Con la deposizione di Carlo il Calvo nell’887 l’impero si disarticolò in più regni e la dignità imperiale veniva attribuita al re d’Italia. Imperatori e re dovevano il loro potere all’appoggio dei gruppi aristocratici locali, ma il loro potere fu quasi sempre precario perché all’interno dei regni si formarono principati, grandi dominazioni politiche quasi autonome -> gli ufficiali pubblici (conti e marchesi), inizialmente di nomina imperiale, riuscirono a rendere ereditaria la propria funzione riducendo in questo modo la capacità di controllo di sovrano, quindi si trasformarono in grandi signori e il loro potere si svincolò da qualsiasi autorità -> esercitarono il loro potere su territorio che erano diversi dalle circoscrizioni pubbliche, perché di minore e diversa estensione, esse erano contee e marchesati (contea: territorio sul quale, in seguito alla dissoluzione dell’impero carolingio, alcuni conti crearono una propria dominazione su cui esercitavano poteri signorili; conta va distinta dal comitato, circoscrizione amministrativa affidata ai conti, l’estensione della contea non corrispondeva più a quella del comitato; per marche e marchesati stessa cosa ma le marche erano circoscrizioni territoriali di confine). Il loro potere locale si fondava, oltre che sulle cariche pubbliche e sulla trasmissione ereditaria del loro titolo, sul possesso di ingenti beni fondiari e sulla loro rete di clientele armate. All’interno dei principati essi incontrarono anche l’opposizione di ecclesiastici e aristocratici, che emularono su scala minore il loro esercizio di potere. vescovi e monasteri ottennero dai sovrani concessioni di immunità, che esonerava le loro proprietà dal controllo degli ufficiali pubblici. Anche i grandi proprietari laici ottennero esenzioni simili. • Il regno dei franchi occidentali (la Francia) (separato dall’888 dal potere imperiale) subì un frazionamento a causa dell’emergere di principati -> X secolo si affermarono i conti di Parigi che con Ugo Capeto ottennero il titolo regio nel 987 -> ma il re non riuscì mai a esercitare una vera autorità su tutte le regioni, solo su quelle che riusciva a controllare personalmente e quelle che costituivano il suo patrimonio personale. Oltre ai vari ducati e contee ampiamente autonomi si formarono nel sud della Francia anche due regni regionali -> quello di Borgogna e quello di Provenza, poi assorbito dal primo. • Il conflitto durò più a lungo nel regno italico -> il territorio ricalcava quello longobardo e carolingio, quindi erano esclusi i domini bizantini, arabi e longobardi del meridione. Si contendevano la corona i duchi e marchesi di Spoleto, Toscana, Ivrea e del Friuli, che coinvolsero nei loro conflitti anche i re di Borgogna e Provenza e i duchi di Carinzia. Ci furono vari sovrani d’Italia. Al titolo di re d’Italia era connessa anche la dignità imperiale, con la consuetudine carolingia dell’incoronazione del pontefice. Quando il re di Germania Ottone I di Sassonia fu sollecitato dal papa a intervenire contro Berengario II ricevette, oltre alla corona d’Italia nel 961, anche quella imperiale nel 962, da questo momento si saldò il nesso tra le corone. • Il regno dei franchi orientale (la Germania) -> anche in Germania ci fu la presenza di ampi ducati regionali. Il re veniva eletto dai grandi del regno e faceva parte sempre di questi duchi, ma aveva soprattutto un ruolo simbolico. Con Enrico di Sassonia iniziò la dinastia dei re di Germania sassoni (erano duchi di Sassonia) (lui non ebbe la dignità imperiale) -> acquistò prestigio opponendosi vittoriosamente agli ungari -> alla sua morte venne eletto re il figlio Ottone I -> • integrò nella gestione del potere vescovi, assicurandosene la nomina; • si oppose alle invasioni ungare e li sconfisse definitivamente e avviò l’espansione verso Oriente; 962 -> incoronazione a imperatore a Roma -> da questo momento i re di Germania divennero i naturali candidati alla dignità imperiale (perché l’autorità imperiale era ora centrata sull’area tedesca). • Non avendo un apparato burocratico, gli imperatori sassoni concessero privilegi attraverso diplomi -> documento ufficiale emanato da un’autorità sovrana per concedere un privilegio, a un destinatario unico, per assicurarne la durata era in genere scritto in pergamena, per garantirne l’autenticità era munito di sigilli e fregi. • 962 -> Ottone I con il privilegium riconobbe le donazioni carolinge alla chiesa ma stabilì che il papa, una volta eletto, dovesse prestare giuramento all’imperatore. • Si avviarono relazioni diplomatiche e matrimoniali con gli imperatori bizantini. • Ottone III aveva il progetto di una renovatio imperii, ma si scontrò con i forti poteri locali e, alla sua morte, l’impero sopravvisse come impero teutonico. • Ottone III fece eleggere papa nel 999 Gerberto d’Aurillac, era educatore di Ottone III. Dinastia degli imperatori sassoni -> Enrico I (non fu imperatore, fu solo re di Germania) – Ottone I – Ottone II – Ottone III – Enrico II (con lui si estinse la dinastia imperiale di Sassonia). 4. LE NUOVE INVASIONI • La perdita di autorevolezza degli ultimi imperatori carolingi fu anche dovuta dall’incapacità di garantire la sicurezza del territorio per le incursioni del IX e X secolo -> queste aggressioni erano diverse dalle migrazioni barbariche, infatti questi non volevano stanziarsi stabilmente ma solo razziare. • Le prime furono le incursioni dei saraceni -> popolazioni di varia origine etnica (quindi non solo arabi), accumunate dalla conversione all’Islam e stanziate lungo le coste e le isole del mediterraneo. Iniziarono le loro incursioni dopo che l’espansione militare dell’Islam era stata bloccata nell’VIII secolo. • Poi ci furono le incursioni degli ungari -> popolazione nomade proveniente dalle steppe intorno agli Urali settentrionali e che si insediò nella regione della Pannonia, che da loro prese il nome di Ungheria. Erano ben organizzati militarmente, seminavano terrore e furono utilizzati come mercenari nei conflitti interni alla cristianità. I re della Germania della dinastia sassone li sconfissero e da allora si insediarono stabilmente in Ungheria e si convertirono al cattolicesimo sotto re Stefano I (XI secolo). • Poi dalla Scandinavia arrivarono gruppi di pirati sulle coste dell’Europa del nord, l’espansione scandinava si propagò a raggiera lungo diverse direttrici -> • Dalla Norvegia i vichinghi. • Dalla Svezia i vareghi o rus (che diedero vita al primo embrione della Russia incentrato su Kiev). • Dalla Danimarca i normanni verso l’Inghilterra e la Francia -> dal X secolo le loro incursioni si trasformarono in conquiste territoriali -> crearono un ducato in Francia settentrionale che da loro prese il nome di Normandia a opera del loro capo Rollone, a cui nel 911 Carlo il semplice assegnò il titolo di conte (e poi di duca) ottenendo in cambia il giuramento di vassallaggio. CAPITOLO 9 – I POTERI LOCALI 1. L’ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: IL SISTEMA CURTENSE • In età carolingia le grandi proprietà fondiarie organizzarono l’attività agricola intorno ad aziende (dette curtis in Italia e villae nell’Europa del nord) caratterizzate da una bipartizione funzionale -> • Dominico (riserva padronale) -> il padrone faceva condurre i lavori direttamente dai propri servi (servi prebendari), a cui era garantito vitto e alloggio (prebenda) dal padrone. • Massaricio (parte a conduzione indiretta) -> lavori condotti da contadini liberi o servi a cui erano affidati degli appezzamenti (mansi) con patti a lunghissimo termine. I contadini del massaricio dovevano inoltre prestare delle corvèes sulle terre del dominico (prestazioni di lavoro gratuite che i contadini erano tenuti a garantire al proprietario, esse consistevano in genere in giornate di lavoro). • Quasi sempre le terre delle aziende erano inframmezzate a quelle di altri proprietari e distribuite tra più villaggi. • Questo sistema economico era detto sistema curtense e si sviluppò nell’VIII secolo tra la Loira e il Reno e si diffuse in Italia solo dopo la conquista franca. • L’obbiettivo del sistema curtense era l’autosufficienza ma non tutte le aziende producevano tutto ciò di cui avevano bisogno -> così si intensificò lo scambio di eccedenze, il surplus (quantità di beni superiore rispetto a quella necessaria per l’autosufficienza) -> gli scambi avvenivano nei centri di scambio rurale (stationes), nei mercati delle città vicine e negli emporia del mare del Nord per gli scambi a lunga distanza. • Il sistema curtense fu redditizio e consentì notevoli accumulazioni di ricchezza che molti proprietari investirono nella costruzione di mulini ad acqua o di fabbriche di birra ricavandone notevoli profitti. • Tra IX e XI secolo -> progressiva riduzione del dominico a vantaggio del massaricio • Coesistevano varietà di condizioni contadine -> oltre ai servi e i liberi che dovevano al padrone un canone, c’erano anche i piccoli proprietari dei loro fondi e i proprietari medi che non coltivavano direttamente le loro terre -> dal IX secolo la crescita di ricchezza da parte dei grandi proprietari portò alla progressiva sottomissione di tutti coloro che lavoravano la terra. 2. IL POTERE POLITICO: L’ORDINAMENTO SIGNORILE • Fondamentale la separazione fra clero e laici (clero: insieme dei chierici che si distinguono dai laici per un rapporto più duretto con il sacro, si dedicavano all’esercizio del culto e alla gestione dei beni della chiesa, divennero un gruppo sociale a sé stante; si distingue in clero regolare e clero secolare). • Il vescovo era responsabile di ogni comunità ed era affiancato dai preti, che si occupavano della predicazione e delle celebrazioni liturgiche, e dai diaconi, con compiti di assistenza e amministrazione. • All’aumento dei fedeli corrispose un aumento delle ricchezze, per lasciti in monete e soprattutto in terre -> in questo modo le chiese maggiori ebbero patrimoni equivalenti a quelli delle grandi famiglie aristocratiche; questi beni erano inalienabili ed esenti dalle imposte. • Le chiese si svilupparono nelle città e il territorio circostante era l’ambito in cui il vescovo esercitava il suo ministero, la diocesi, che poi tese a corrispondere alla circoscrizione amministrativa di epoca romana. Poi i vescovi assunsero funzioni di guida non solo spirituale ma anche politica e civile delle città. • Dal V secolo le campagne furono evangelizzate. • Raggruppamenti di più diocesi furono sottoposte all’autorità di un vescovo superiore, detto metropolita. • Alcune sedi maggiori affermarono la loro preminenza -> Roma, Alessandria d’Egitto, Antiochia, Costantinopoli, Gerusalemme e Aquileia -> i loro metropoliti ebbero il titolo di patriarchi (titolo attribuito solo ad alcune sedi originarie del cristianesimo) Gerarchie episcopali -> vescovo -> arcivescovo -> metropolita -> patriarca. • Fino al X secolo la chiesa cattolica era priva di un’organizzazione centralizzata e di un vertice, quale sarebbe divenuto il papa. • Periodicamente i metropoliti convocavano delle assemblee del clero, i sinodi , per decidere questioni organizzative e disciplinari. • I concili erano meno frequenti -> grandi adunanze in cui si raccoglievano un gran numero di vescovi; nei concili universali, convocati in genere dagli imperatori, si definivano i dogmi (verità di fede), si regolamentavano i riti liturgici e si emanavano canoni (leggi ecclesiastiche). • Il cristianesimo nei primi secoli era caratterizzato da varietà di interpretazioni, esito dell’adattamento cristiano da parte delle diverse culture. • Il problema principale era quello di conciliare il monoteismo con la trinità (molteplicità delle persone divine); le dispute si conciliarono sulla definizione della natura di Cristo -> • IV secolo -> Arianesimo di Ario di Alessandria -> sosteneva la natura umana di Cristo; • IV secolo -> Atanasio di Alessandria -> sosteneva la consustanzialità (identità di sostanza e natura) del figlio col padre. • V secolo -> Nestorianesimo di Nestorio, patriarca di Costantinopoli -> sosteneva la duplicità della natura, umana e divina, di Cristo. • V secolo -> Monofisismo (diffuso tra Egitto e Siria) -> sosteneva l’unicità della natura divina di Cristo. • C’era questa varietà di interpretazioni anche a causa dell’indipendenza delle sedi episcopali. • Gli imperatori cercavano di salvaguardare l’unità del cristianesimo per questo convocarono concili per formulare dogmi ortodossi, contro alle credenze ritenute sbagliate (eresia: dottrina o interpretazione che si oppone a quella corretta, quindi ortodossa). • 325 -> concilio di Nicea convocato da Costantino -> venne condannato l’arianesimo. • 451 -> concilio di Calcedonia -> si tentò un compromesso tra nestorianesimo e monofisismo -> successivamente vennero condannati il monofisismo da Zenone e il nestorianesimo da Giustiniano (Vi secolo), questo aprì uno scisma che durò fino alla fine del VII secolo. • Tra le pratiche del culto cristiano si diffuse il culto dei santi, per i martiri e in generale per le figure religiose esemplari, che spesso vennero trasformati in patroni, cioè protettori delle chiese che avevano retto da vivi (es. Ambrogio di Milano, Agostino di Ippona e Basilio di Cesarea). Le reliquie dei santi erano considerate un elemento di protezione, erano custodite gelosamente e furono oggetto di un’intensa circolazione, spesso di traffici e furti. Furono scritte vite dei santi e dei beati -> in età moderna si fondò lo studio critico di questa letteratura, detta agiografica. • IL MONACHESIMO • Oltre alle gerarchie sacerdotali, l’altra esperienza di vita cristiana era la scelta monastica -> in risposta a un’esigenza di distacco dal mondo, di rinuncia ai beni terreni e di redenzione attraverso la preghiera e l’ascesi (dominio delle passioni). • Prime pratiche di ricerca di solitudine -> eremiti: si ritirarono a vivere nelle necropoli, sulle colonne o sugli alberi o nel deserto. • Accanto alle pratiche di totale isolamento si diffuse il cenobitismo -> vita in comune dei monaci, quindi con la condivisione della preghiera, della penitenza, del lavoro e dell’alimentazione. I capo delle comunità erano gli abati. • Il monachesimo si diffuse alla fine del III secolo, la prima comunità fu organizzata da un monaco egiziano, Pacomio. Dopo la metà del IV secolo il monachesimo si diffuse anche in occidente, soprattutto il cenobitismo, che coinvolse anche le donne. I primi a essere coinvolti furono i membri delle aristocrazie urbane. • Sorsero comunità sempre più numerose -> questo rese necessario redigere delle norme che regolassero la vita dei monaci -> le regole seguivano l’esempio di Gesù, mettendo in pratica i principi di povertà, castità e obbedienza. Tra le prime regole ci furono quelle di Pacomio. • L’imperatore Ludovico il Pio nel IX secolo dispose che la regola benedettina (redatta da Benedetto da Norcia, fondatore dell’abbazia di Montecassino, nel VI secolo) diventasse la regola di riferimento per tutti i monasteri dell’Europa carolingia. • I monaci si occuparono dell’evangelizzazione delle popolazioni rurali. • Irlanda -> non era stata occupata dai romani né dai barbari ed era abitata da tribù guidate da sacerdoti del culto celtico, i druidi. Dal V secolo iniziò la sua evangelizzazione -> gli abati svolgevano le funzioni che normalmente erano dei vescovi -> per questo si svilupparono forme di culto cristiano più rigorose -> tra VI e VII secolo monaci irlandesi si riversarono nel continente europeo fondando monasteri con una regola più severa di quella benedettina. • I monasteri venivano fondati dai sovrani e dalle grandi famiglie aristocratiche, erano destinatari di molte donazioni e lasciti. L’aristocrazia vi immetteva i propri membri, infatti il monachesimo altomedievale fu soprattutto un’esperienza aristocratica. • I monasteri erano dotati di biblioteche e di scriptoria, dove si conservavano e si copiavano i manoscritti dell’antichità, realizzavano miniature e vetrate. • I monasteri non furono solo luoghi di preghiera o di formazione intellettuale, ma anche centri di organizzazione economica e politica -> si poteva entrare a far parte della comunità come monaci o anche collegarsi ad essa come dipendenti. Molti monasteri divennero centri di organizzazione agricola; intorno ad essi spesso si tenevano mercati; molte abbazie furono fortificate e difese da castelli e da cavalieri legati ad essa con legami vassallatici e gli abati esercitarono poteri signorili. • IL MONOPOLIO ECCLESIASTICO DELLA CULTURA • Nel periodo dell’impero romano c’era un alfabetismo diffuso, mentre nei secoli dal VII all’XI la società era analfabeta -> cause: scomparsa delle scuole dell’impero, cultura orale delle popolazioni barbariche accentuò il mancato ricorso alla scrittura, leggere e scrivere era ormai necessario solo agli uomini di chiesa per accedere alle scritture e diffonderne il messaggio. • Dal VI secolo le scuole cristiane, che erano sorte presso le chiese cattedrali, divennero il luogo dell’apprendimento elementare. Poi si diffusero scuole anche presso monasteri. • La scrittura e la produzione culturale divennero monopolio della chiesa -> negli scriptoria si redigevano commenti alle scritture, testi agiografici e si ricopiavano i testi della classicità latina, che venivano selezionati, valutandone l’accettabilità dal punto di vista cristiano. Vennero letti e diffusi anche i testi dei padri della chiesa e opere come le Etimologie di Isidoro vescovo di Siviglia e le Nozze di Mercurio e Filologia di Marziano Cappella, che suggerirono la ripartizione delle discipline del sapere tra le arti del Trivio (grammatica, retorica e dialettica) e del Quadrivio (matematica, geometria, astronomia e musica). • Carlo Magno promosse l’istruzione per formare i funzionari per l’amministrazione e il clero. Interventi principali -> • Riforma della liturgia, volta a far pregare tutti i chierici allo stesso modo, e il miglioramento della loro formazione. • Affermazione dell’importanza della scrittura nell’amministrazione e negli affari politici. • Presso la corte dei sovrani si raccolse un’accademia di intellettuali (in genere ecclesiastici), detta schola palatina, che si dedicò alla conoscenza delle opere classiche e produsse testi originali. • La cultura rimase patrimonio di pochi. • Per i secoli precedenti al XII non si parla di libri ma di codici. Le pagine dei codici erano in pergamena e non in carta, le lettere erano scritte a mano e le pagine erano decorate da miniature. • LE RIFORME DELLA CHIESA • Si andarono quindi a formare una serie di signorie ecclesiastiche largamente autonome. Le famiglie aristocratiche che avevano fondato chiese e monasteri privati cercarono di impossessarsi delle cariche e renderle ereditarie perché queste permettevano di controllare patrimoni ingenti. Gli aristocratici che ottenevano queste cariche in genere però erano sprovvisti di vocazione, spesso vescovi e abati continuavano a seguire lo stile di vita dell’aristocrazia, a occuparsi di politica, a combattere in guerra e a mantenere concubine; il clero inferiore era in genere incolto. • La necessità di interventi di riforma fu già sentita dai sovrani carolingi -> volevano restituire prestigio alle autorità ecclesiastiche e efficacia alla loro azione -> • Puntarono a migliorare la formazione del clero. • Istituita la decima, la decima parte del raccolto e della rendita che i coltivatori pagavano alla chiesa per il sostentamento del clero per le funzioni che la chiesa svolgeva per i fedeli. • Fu estesa la regola benedettina a tutte le comunità monastiche. • Donne religiose furono escluse dall’amministrazione dei beni della chiesa e fu precluso loro ogni contatto al di fuori dei monasteri. • I sovrani carolingi si occuparono dell’organizzazione ecclesiastica per il loro ruolo di sovrani cristiani, difensori della chiesa di Roma. La dinastia degli Ottoni rafforzò i legami con i vescovi, concedendogli beni e diritti di giurisdizione, divennero un supporto all’autorità regia che si occupò di designarli. • Esito -> forte ridimensionamento delle chiese locali e dei poteri dei vescovi. • Il papato animò anche la lotta contro i nemici della cristianità, proponendosi come guida suprema della cristianità, guidando il movimento crociato. 2. DISSENSI, ERESIE E NUOVI ORDINI RELIGIOSI • Esito riforme della chiesa -> • Positivo per la libertà delle istituzioni ecclesiastiche dai condizionamenti dei poteri laici. • Non ancora risolto il problema del rinnovamento religioso e spirituale. • I movimenti pauperistici e patarinici furono portati agli estremi, soprattutto dai laici -> dalla fine dell’XI secolo la chiesa fu meno tollerante nei confronti delle forme di dissenso, dichiarandole eretiche. A differenza delle eresie dei primi secoli del cristianesimo, che affrontavano questioni teologiche ed erano promosse da ecclesiastici, queste erano promosse dai laici e contestavano le ricchezze, i poteri temporali e l’immoralità del clero. • Tra i movimenti -> • Quello avviato da un mercante di Lione, Valdo -> rinunciò ai suoi beni e iniziò a predicare il vangelo in lingua volgare, nonostante il divieto; venne scomunicato e i suoi seguaci sopravvissero alle persecuzioni. • Il movimento millenaristico (millenarismo: credenza e attesa del regno di Cristo in terra riservato ai soli giusti e destinato a durare mille anni prima del giudizio finale) con Gioacchino da Fiore, che venne accusato di eresia. • Movimento dei catari (puri) -> il più diffuso tra XII e XIII secolo in diverse aree europee -> miscelava il cristianesimo con credenze dualistiche orientali, credevano nell’esistenza di due principi del bene e del male tra loro contrapposti -> sottoposti a dure persecuzioni per il loro rifiuto al battesimo e all’eucarestia e perché contrapponevano una propria chiesa, con i propri sacerdoti, a quella cattolica. • Il papato reagì con vigore a questi movimenti -> • Gli eretici furono inizialmente scomunicati con bolle papali (lettere del papa in materia spirituale e temporale), es. Ad abolendam nel XII che scomunicò catari e valdesi. • Poi con alcune decretali (lettera del papa contenente norme giuridiche) Innocenzo III li condannò a morte. • 1208 -> bandita una crociata contro i catari di Albi in Francia meridionale che provocò stragi della popolazione. • Nel XIII secolo Gregorio IX assunse la guida della repressione giudiziaria dell’eresia, fino ad allora se ne occupavano i tribunali civili -> il compito fu affidati a dei delegati del papa, i giudici inquisitori, in genere domenicani -> successivamente venne introdotta la tortura degli imputati. • Fondati nuovi ordini regolari (regolare perché seguono una regola) che diffondevano il messaggio evangelico; essi non seguivano i modelli di vita monastica ma operavano nella realtà sociale. gli ordini che ebbero maggiore successo e ampia diffusione furono quelli fondati nel XIII secolo da-> • Domenico di Guzman -> promosse la predicazione del vangelo; i frati domenicani si distinsero come inquisitori, data la loro preparazione dottrinale; diversi loro esponenti furono chiamati a insegnare teologia e filosofia in diverse università, come Tommaso d’Aquino. • Francesco d’Assisi -> straordinario esempio di vita improntata alla povertà, all’umiltà, all’esaltazione degli ideali di pace e fratellanza; la sua intransigenza in fatto di povertà gli provocò sospetti di eresia, quindi solo dopo la sua dichiarazione di fedeltà all’autorità della chiesa poté costituire l’ordine dei francescani, detti minori in segno di umiltà e sottomissione. • Per entrambi era centrale l’esigenza di un ritorno alla povertà; i loro ordini furono detti mendicanti perché non possedevano beni e vivevano delle elemosine • Su incoraggiamento di Francesco, Chiara da Assisi fondò un gruppo di sorelle, che prese il nome di clarisse, caratterizzato da intensa spiritualità, ideale di povertà e preghiera. • Nel XII secolo anche il mondo monastico subì critiche per l’ostentata potenza e per lo stile di vita aristocratico, in particolare Cluny -> • Venne fondato un nuovo ordine nel monastero di Citeaux, l’ordine dei cistercensi, che voleva la restaurazione della regola benedettina e riaffermare l’austerità di vita; grande protagonista fu Bernardo di Chiaravalle. • Fondato l’ordine dei certosini (dal nome della certosa) -> fondato presso Grenoble, era più vicino ai modelli eremitici: prevedeva che i monaci, pur vivendo in comunità, passassero larga parte del loro tempo pregando isolati nelle proprie celle. • I nuovi monasteri non erano più centri di dominio signorile ma centri di attività agricola, condotti col sistema delle grange (azienda agricola compatta). [i monaci non sono dei preti ma laici che hanno deciso di condurre una vita di preghiera in solitudine (quindi si possono chiamare anche eremiti) o in comunità (quindi si possono chiamare cenobiti), obbedendo a una regola monastica (e per questo sono detti regolari). Solo alcuni monaci sono sacerdoti, perché hanno ricevuto l’ordine sacerdotale, che gli permette di impartire sacramenti. i monaci risiedono nei monasteri, non tutti i monasteri sono abbazie ma solo quelli che sono guidate da un abate. I monasteri che dipendevano da un’abbazia (come Cluny) erano in genere retti da un priore, quindi possono anche essere definiti priorati. Un ordine è una comunità che decide di vivere secondo una stessa regola. Domenicani e francescani non sono monaci ma frati perché non adottavano una vita di preghiera ritirata dal mondo ma un impegno pastorale nel mondo. Le sedi dei loro ordini non sono i monasteri ma i conventi. I francescani sono anche detti frati minori perché sottomessi a tutti, i domenicani sono detti anche predicatori]. 3. IL CRISTIANESIMO ORIENTALE: ORTODOSSIA E SCISMI • Nell’impero bizantino la chiesa continuava a dipendere dal ruolo sacrale attribuito dall’imperatore, considerato il vicario di dio. • Dal VII secolo le sedi patriarcali di Antiochia, Gerusalemme e Alessandria si trovavano fuori dall’impero a causa dell’avanzata islamica, solo quella di Costantinopoli si trovava nell’impero. • A differenza della chiesa cattolica le chiese locali mantennero una forte autonomia. Grande sviluppo anche il movimento monastico. • Preoccupazione fondamentale degli imperatori era quella di mantenere unita l’unità dogmatica del cristianesimo ortodosso, minacciata dalle controversie dottrinali tra le chiese locali e dalla crescente autonomia monastica. • Tra VIII e XI secolo graduale allontanamento del mondo bizantino da quello occidentale -> • 726 -> politica iconoclastica degli imperatori -> opposizione del papato e fine del dominio bizantino in Italia centro settentrionale con la cacciata degli esarchi di Venezia, Ravenna e Roma. • Diocesi balcaniche ed egee furono separate dalla giurisdizione romana. • Approfittando della crisi bizantina il papa si appoggiò ai franchi a cui riconobbe nell’800 il titolo imperiale, in aperta concorrenza con gli imperatori bizantini. • IX secolo -> papa Niccolò I si inserì nella scelta del patriarca di Costantinopoli scomunicando il titolare Fazio -> scisma -> Fazio a sua volta accusò la chiesa cattolica di eresia per la formula dello spirito santo (discendente dal padre e dal figlio) in contrasto con quella concordata dal concilio di Nicea del 325 (discendente solo dal padre). Oltre alle controversie liturgiche e dottrinali c’erano anche in gioco e diocesi dell’Italia meridionale -> • Offrirono un pretesto per la scomunica reciproca tra papa Leone IX e il patriarca Michele Cerulario (1054) -> questo scisma non fu più ricomposto, sanciva la separazione tra la chiesa cattolica, che rivendicò il primato universale del pontefice, e quella d’oriente, che da allora si chiamò ortodossa. 4. GLI EBREI: DALLA TOLLERANA ALLE PERSECUZIONI • Il popolo ebraico viveva nel regno di Israele -> 63 a.C conquistato dai romani -> 135 d.C, in seguito ad alcune rivolte, venne soppresso politicamente e Gerusalemme fu vietata agli ebrei -> da questo momento ebbe inizio la loro diaspora e le comunità ebraiche si diffusero nell’impero. 212 -> editto con cui gli ebrei diventarono cittadini romani, ma le comunità continuarono a mantenere una forte identità nazionale. Gli ebrei erano considerati dai cristiani il popolo eletto ai cui profeti dio aveva dettato l’Antico Testamento, quindi a loro era garantita la libertà di culto; garantita la libertà di culto anche dall’islam, che li considerava un popolo del libro (dhimmi). Nei territori dell’Islam gli ebrei avevano ruoli elevati nell’amministrazione statale, nelle professioni, nella scienza e nella filosofia (figura di spicco fu Maimonide). • L’emarginazione -> gli ebrei iniziarono ad essere accusati dai cristiani di deicidio, ovvero di aver consegnato Gesù ai romani affinché lo condannassero, per cui iniziarono a essere emarginati -> fu proibito loro l’acquisto di terre e l’iscrizione a corporazioni, per cui le uniche attività economiche loro consentite erano il commercio e il prestito a interesse, proibito ai cristiani -> per questi gli ebrei furono spesso additati come usurai. Venne poi imposto loro di portare un segno di riconoscimento sull’abbigliamento (un cerchio di stoffa gialla) dal concilio lateranense del 1215. Dal XIII secolo in varie città della cristianità e dei musulmani iniziarono a comparire zone riservate agli ebrei, i ghetti. • Le persecuzioni -> si hanno le prime sommosse antiebraiche (pogrom) come conseguenza all’annuncio della prima crociata contro gli infedeli. Iniziarono a porsi le basi dell’antisemitismo in Europa. Gli ebrei venivano accusati di praticare culti abominevoli. Dal XIII vennero espulsi dai sovrani di diversi regni, confiscandone i beni, come dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Spagna (1492) e dal Portogallo. Con la comparsa della peste nel 1348 vennero accusati di aver provocato volontariamente l’epidemia e furono massacrati. CAPITOLO 12 – CRESCITA DEMOGRAFICA, ESPANSIONE AGRARIA E SVILUPPO DEI COMMERCI 1. L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE • IX-XIII secoli -> lunga fase di aumento demografico nell’occidente europeo -> frenato temporaneamente probabilmente dalle invasioni dei saraceni, ungari e normanni, poi continuò dal X secolo. Fattori che contribuirono alla crescita -> scomparsa delle grandi epidemie dall’VIII secolo, aumento della natalità e più lunga durata media della vita -> possibili per un miglioramento delle condizioni di vita. • Cifre attendibili della popolazione si hanno per l’Inghilterra nel Domesday Book (Libro del giorno del giudizio), una sorta di censimento a fini fiscali. • Indizio significativo dell’aumento della popolazione è la fondazione di nuovi villaggi nei secoli XI- XII. • Aumento della popolazione riguardò tutta l’Europa ma furono diversi i ritmi di incremento a seconda delle aree e delle condizioni di partenza -> Italia, Franca e Fiandre fu maggiore; Spagna, Germania, Inghilterra, Europa scandinava e orientale fu minore. • Eccezionale livello di urbanizzazione dei centri urbani lombardi e toscani -> cause: eredità romana con la mantenuta importanza di queste città dal punto di vista politico e amministrativo; erano il fulcro di una rete di traffici a lunga distanza. • Caratteristica dello sviluppo urbano fu la stretta connessione tra le attività manifatturiere e commerciali, mercanti e artigiani ebbero un peso importante -> quindi differente dalle città romane che erano dominate dall’aristocrazia dei grandi proprietari terrieri e caratterizzate da un’economia agricola. • Quindi le città medievali erano caratterizzate da una divisione del lavoro, quindi attività manifatturiere, commerciali, relative alle professioni giuridiche e all’insegnamento; mentre nelle campagne prevalevano i lavori legati all’economia agricola. • Continua immigrazione verso le città -> contadini poveri e servi per prospettive di libertà; piccoli e medi proprietari perché risiedendo stabilmente in città si diventava cittadini, differenziati per condizione economica e status giuridico dagli abitanti delle campagne. • La città importava dalla campagna prodotti agricoli, materie prime e manodopera; la campagna importava prodotti cittadini. • Città del nord e città italiane -> • Città del nord -> di recente sviluppo intorno a borghi, porti e mercati, abitate quasi esclusivamente da mercanti e artigiani (borghesi, cioè gli abitanti dei centri urbani, il termine non indica una classe sociale ma una condizione privilegiata di cittadinanza), furono quasi ovunque separate dal territorio circostante. • Città italiane -> quasi tutte di origine romana, abitata da mercanti, artigiani, notai, giudici, proprietari fondiari etc., mantennero sempre una funzione di centralità -> la loro influenza sulla campagna divenne un vero e proprio dominio territoriale dal XIII secolo. In Italia il termine “città” indicava solo i centri con sedi vescovili. 5. LA CRESCITA DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E DEI COMMERCI • I progressi tecnologici non riguardavano solo le coltivazioni agricole ma anche altri settori -> • Dal X secolo ritorno alla costruzione di edifici in pietra (richiedevano maggiori capacità tecniche). • Sviluppo tecniche di estrazione e lavorazione dei metalli -> per strumenti agricoli e armature dei cavalieri. • Dall’XI secolo diffusione del mulino ad acqua nelle campagne -> si poteva utilizzare l’energia idraulica per molte attività. • L’attività manifatturiera si differenziò in vari settori -> nelle città si svilupparono gruppi di artigiani specializzati, organizzati in corporazioni (arti, gilde). Il settore in maggiore era quello tessile, in particolare quello laniera; si diffuse anche la produzione di seta, introdotta in Sicilia dagli arabi, e quella della carta; crescita dell’industria cantieristica promossa dal commercio. • Incremento delle attività commerciali e ripresa dei commerci a lunga distanza favoriti dai miglioramenti delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto, come la carovana per le vie terrestri, la bussola, le carte nautiche e i portolani per la navigazione marittima. • Essendo in contatto le produzioni manifatturiere furono incentivate, migliorando qualità e quantità - > si affermarono aree con specializzazioni differenti, ma complementari e integrabili, che costituiva un sistema economico tendenzialmente unitario. • I mercanti italiani furono gli iniziali protagonisti dell’espansione commerciale, per la posizione strategica al crocevia di scambi commerciali e per la precocità della crescita delle loro città -> • X-XI secolo alcune città costiere meridionali, come Amalfi, si inserirono nel commercio mediterraneo, creando una serie di stazioni commerciali e avviando scambi commerciali con arabi e bizantini. • A queste si affiancò Venezia, che ottenne da Bisanzio nell’XI secolo la libertà di commercio in tutto il territorio europeo. • Pisa e Genova si batterono per la conquista della Sardegna e della Corsica, anche con azioni di pirateria, creando basi mercantili nelle regioni musulmane. • Tra XI e XII secolo le città marinare italiane acquisirono il monopolio dei commerci mediterranei, sostituendo greci, ebrei e musulmani. • Nell’Europa del nord i traffici erano incentrati intorno al mare del Nord e al mar Baltico. Nell’area baltica furono soprattutto i mercanti tedeschi a sviluppare un commercio dal XII secolo costituendo società di mercanti (Hanse). • Le Fiandre erano il punto di arrivo sia dei traffici baltici che di quelli mediterranei. • Oltre ai mercati i luoghi fondamentali degli scambi diventarono le fiere, cioè i mercati periodici. Le fiere che si tenevano nei centri della Champagne conobbero grande importanza nel XII secolo (anche per la favorevole posizione geografica). CAPITOLO 13 – LA DIFFUSIONE DEI RAPPORTI FEUDALI 1. DALLA FEDELTÀ PERSONALE AL RACCORDO POLITICO • I rapporti vassallatico-beneficiari erano fondati sullo scambio tra fedeltà militare da un vassus e un impegno di protezione garantito da un senior, attraverso la concessione di un beneficio. • Si possono distinguere due fasi di evoluzione di questo sistema -> • La prima durò fino al X secolo -> i rapporti vassallatico-beneficiari servirono da collante dell’ordinamento pubblico. Nell’impero carolingio essi non erano ufficiali del regno ma spesso l’imperatore scelse conti, marchesi e missi principalmente tra i suoi vassalli, per poter contare su personaggi di fiducia. Il vassallo non poteva esercitare funzioni pubbliche (fiscalità, giustizia, etc.) sulle terre ottenute in beneficio, che non facevano parte del suo patrimonio. Con la dissoluzione dell’impero (IX-X secolo) le grandi famiglie aristocratiche resero ereditarie le cariche pubbliche e i benefici. • La seconda iniziò nell’XI secolo -> quando, con lo sviluppo dei poteri signorili, questi legami si furono utili per collegare tra loro nuclei di potere dispersi, quindi fu la frammentazione del potere pubblico a trasformare la natura dei rapporti vassallatico-beneficiari -> infatti col tempo era venuto meno l’obbligo del servizio armato, anche perché diversi vassalli si erano legati a più signori creando problemi di priorità di caso di conflitto, inoltre i benefici ora facevano parte dei patrimoni dei vassalli ed erano stati resi ereditari con l’Edictum de beneficiis di Corrado II nel 1037 -> da questo momento i rapporti vassallatici mutarono da legami di fedeltà di tipo militare a legami di tipo politico. Il termine feudo venne sostituito a quello di beneficio, quindi solo per questa età è opportuno parlare di età feudale. • XI-XIII secolo -> processo di ricomposizione dei poteri territoriali in quadri politici più ampi, principati e monarchie (prima era stato frammentato in una pluralità di nuclei) -> fondamentale strumento per la ristrutturazione furono le relazioni feudali -> il feudo divenne lo strumento di concessione di diritti pubblici, ciò consentì di coordinare i poteri locali (feudo: il termine costituisce la latinizzazione del termine germanico fihu, che indicava un pagamento di servizi, in genere in capi di bestiame, e che assunse il significato del termine latino beneficium, che indicava il compenso per la fedeltà militare del vassallo. In origine il beneficio era una concessione provvisoria e revocabile, poi divenne ereditario) -> il feudo divenne sempre più chiaramente patrimonio del vassallo, trasmissibile per via ereditaria e revocabile solo in casi eccezionali di infedeltà. • XII secolo -> elaborazione di un vero e proprio diritto feudale. I giuristi contribuirono anche a chiarire gli intricati rapporti secondo i principi di delega dei poteri. I rapporti feudali potevano assumere diverse configurazioni -> • Feudum mobile -> investitura che si ha quando i principi cominciano a dare come benefici ai loro fedeli non solo le terre ma anche le giurisdizioni su di esse. • Feudo oblato -> feudo che si ha quando i signori locali, per legittimare i propri poteri, donavano le loro terre a un principe, che glielo restituiva subito come feudo. • Omaggio ligio -> omaggio che alcuni principi imposero ai vassalli, in modo da assicurarsi la loro fedeltà -> in caso di conflitto era infatti considerato superiore a tutti gli altri omaggi prestati. • Fellonia -> crimine di tradimento degli obblighi di fedeltà feudale tra vassallo e signore. • Quindi ci fu una moltiplicazione dei legami feudali -> essa fu determinata dalla convergenza delle pressioni dei principi territoriali e la convenienza dei signori più piccoli a legarsi con i più potenti -> in questo modo si creò una rete di relazioni feudali. • XII-XIII secolo -> giuristi e consiglieri del re elaborarono lo schema ideologico di una struttura piramidale del potere, discendente da un unico centro, ovvero il sovrano -> a lui facevano capo vassallaticamente i principi territoriali, che a loro volta avevano come vassalli i signori locali, i quali avevano come vassalli i cavalieri -> tuttavia essa non corrispondeva a una realtà di fatto, era solo un modo per descrivere la gerarchia dei poteri. • I cavalieri non vanno confusi con i vassalli, essi potevano diventarlo ma non lo erano in quanto tali. • Il rapporto tra signore e vassallo era un rapporto tra pari, lo indicava anche il rito attraverso cui esso si stabiliva sin dall’età carolingia -> entrambi stavano in piedi mentre il senior prendeva fra le sue mani quelle del vassus, questi gli giurava fedeltà, frequente era anche lo scambio di un bacio. • L’addobbamento cavalleresco non era un rapporto tra pari, era una promozione sociale che un membro della nobiltà compiva a vantaggio di un uomo di sua fiducia -> rito: il futuro cavaliere stava genuflesso davanti al signore che gli consegnava la spada e il cinturone, inferendogli simbolicamente un colpo con il palmo della mano o con la spada stessa. Dal XIII secolo il cerimoniale dell’addobbamento divenne sempre più complesso e fastoso. 2. AUTORITÀ UNIVERSALI E LEGAMI FEUDALI • Il papato utilizzò i legami vassallatici per le sue aspirazioni universalistiche, cioè per porsi come vertice assoluto della cristianità e non solo come capo della chiesa cattolica. • La consacrazione papale rafforzava l’autorità dei regnanti -> • 1059 -> primo importante omaggio di feudalità al pontefice -> prestato dal normanno Roberto il Guiscardo a Niccolò II, che gli infeudò i ducati di Puglia e Calabria. • Gregorio VII ottenne l’omaggio vassallatico dai re di Inghilterra, Ungheria, Croazia e sovrani iberici. • in questo modo il papato poteva porsi al vertice della società cristiana. • XII-XIII secolo -> la dinastia degli Hohenstaufen (sovrani tedeschi) soprattutto cercò di consolidare la propria autorità con le relazioni feudali -> in particolare Federico I intervenne nell’organizzazione dei territori tedeschi smembrando o creando principati e signorie territoriali -> in questo modo creò un sistema di fondi soggetto all’autorità imperiale (i sovrani non potevano incorporare nel loro patrimonio i feudi che tornavano alla corona per estinzione dei vassalli o per fellonia, essi dovevano essere concessi a un nuovo feudatario). • 1086 -> venne completato il Domesday book -> censimento che registrava a fini fiscali tutte le proprietà fondiarie, i nomi dei vassalli e il numero dei capifamiglia del regno. • Dopo la morte di Guglielmo e di Enrico I ci furono una serie di interregni incerti -> favorirono delle guerre interne scatenate dai baroni -> la guerra si risolse solo con l’ascesa al trono di Enrico II -> • Cercò di recuperare i diritti regi sul demanio (beni fondiari di autorità pubblica del re); • Pose limitazioni nell’amministrazione della giustizia e nella riscossione delle tasse; • Introdotta un’imposta che esentava i baroni dal servizio militare -> così venne ridotto il peso militare dell’aristocrazia. • 1164 -> assise (assemblea di signori e vassalli dove erano prese anche decisioni legislative) di Clarendon -> emanò delle disposizioni che rivendicavano alla corona il pieno esercizio dell’attività giudiziaria, cioè affermavano il principio che chiunque potesse ricorrere alla giustizia del re; si posero le basi per il common law -> • Enrico II cercò di sottomettere alla giustizia regia anche il clero, ledendo il suo privilegio di immunità garantito dal diritto canonico -> si aprì un conflitto durissimo (che riguardava anche l’elezione di vescovi e abati) contro il papa Alessandro III e contro il clero inglese guidato dall’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, prima costretto all’esilio in Francia e poi assassinato in circostanze non chiarite nel 1170 -> per il clamore del delitto il re fu costretto a fare alcune concessioni alla chiesa ma la giurisdizione regia fu rafforzata nel complesso. • Ci fu un regresso del prestigio della monarchia con i suoi successori -> • Riccardo cuor di leone -> fu a lungo assente dall’Inghilterra, impegnata nella crociata e nelle guerre in Francia; • Giovanni senza terra -> • venne deposto dal papa per contrasti con l’arcivescovo di Canterbury; • nel 1214 fu sconfitto a Bouvines -> perse i possessi in Francia; • per i sacrifici per finanziare le guerre in Francia fu costretto a concedere nel 1215 la Magna Charta Libertatum (Grande carta della libertà) -> ridefiniva i rapporti tra sovrano e sudditi -> il sovrano era richiamato a rispettare le antiche consuetudini, doveva riconoscere le prerogative dei nobili, clero e comunità mercantili; nel caso di nuove imposte era richiesta la loro approvazione; fu formato un consiglio, detto magna curia, di 25 baroni, che avrebbe dovuto assistere il re nel governo. 4. IL REGNO NORMANNO NELL’ITALIA MERIDIONALE • X-XI secolo -> Italia meridionale caratterizzata dalla frammentazione politica -> • Nel ducato longobardo di Benevento si erano sviluppate due entità autonome. • Il dominio bizantino di limitava a Puglia e Calabria. • Le maggiori città sulle coste campane, come Napoli e Amalfi, si erano rese autonome. • La Sicilia, occupata da più di un secolo dagli arabi, era luogo di lotte di fazione. • -> in un contesto così frammentato -> XI secolo arrivarono cavalieri dal ducato di Normandia chiamati da principi longobardi e bizantini in lotta tra loro -> i normanni riuscirono a costituire piccoli domini come ricompensa per i servizi militari prestati -> i mercenari normanni si trasformarono quindi in signori territoriali -> i capi normanni prestarono omaggio all’imperatore e nel 1059 strinsero con Niccolò II un accordo a Menfi che conferiva, in cambio della sottomissione feudale al papato, a Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo (l’Astuto), il titolo di duca di Puglia e Calabria (intorno a lui si erano coagulati gli interessi dei normanni), cioè di terre ancora in parte da conquistare, e gli concedeva la conquista della Sicilia musulmana -> Con l’accordo di Melfi -> • Il papa otteneva un importante alleato; • Roberto il Guiscardo, come vassallo del papa, otteneva una importante legittimazione. • Con lui i normanni occuparono quasi tutta l’Italia meridionale -> conquistò Puglia, Calabria, Amalfi e Salerno -> mise fine alla presenza longobarda e bizantina in Italia. Tentò una spedizione contro la Grecia bizantina dove rimase ucciso -> • Il fratello Ruggero iniziò la conquista della Sicilia -> concesse in feudo piccoli domini ai suoi sostenitori e alla sua famiglia lasciò il controllo della maggior parte dei territori. • Quando i normanni conquistarono l’Inghilterra si ritrovarono un regno già organizzato, nel caso dell’Italia meridionale invece costruirono una nuova monarchia -> il figlio Ruggero II riunificò i diversi principati normanni. • Una volta che si aprì lo scisma tra Innocenzo II e Anacleto II , Ruggero II si schierò dalla parte dell’antipapa, dal quale ottenne nel 1130 il titolo di re di Sicilia. • Ruggero II governò con saggezza, valorizzando le diversità culturali dei popoli del regno. • Organizzazione del regno con Ruggero II -> • Il regno si fondava su una organizzazione feudale, introdotta dai normanni; • Rafforzò gli uffici centrali, utilizzò ufficiali periferici e al vertice istituì una curia feudale. • Fece stilare il catalogo dei baroni -> elenco dei benefici e dei diritti dei baroni del regno. • Ruggero II proseguì una politica espansionistica in Africa e Grecia. • Dopo la morte di Ruggero II esplosero le tensioni in rivolte da parte dei baroni -> il successore Guglielmo I le fronteggiò con repressioni e parziali concessioni -> • Morte di Guglielmo II -> non c’erano eredi maschi -> la corona passò a Costanza, figlia di Ruggero II -> Costanza aveva sposato l’erede al trono imperiale Enrico degli Hohenstaufen, quindi portò in dote il regno di Sicilia -> i baroni avevano eletto re di Sicilia Tancredi d’Altavilla -> alla sua morte Enrico VI si impadronì del regno (1195), eliminando il gruppo dirigente normanno, ma morì due anni dopo. CAPITOLO 15 – L’ESPANSIONE ARMATA DELLA CRISTIANITÀ 1. LA RECONQUISTA E I REGNI IBERICI • Nella penisola iberica l’affermazione della monarchia si svolse in relazione con il movimento della reconquista, la rioccupazione da parte dei cristiani dei territori conquistati dai musulmani -> la reconquista fu influenzata dalla lotta per la cristianizzazione delle regioni islamizzate, quindi fu appoggiata dal papa. Essa fu il frutto dell’iniziativa delle dinastie locali e diede vita non a un regno unitario, ma a una pluralità di organismi. • Nuclei di partenza furono i piccoli regni del nord -> • 1035 -> il regno di Navarra si separò dalla Castiglia, la quale assunse autorità sul regno di Leon. • Nacque il regno di Aragona, dall’unione di alcuni principato franchi, che più tardi (XIII secolo) si unì alla contea di Barcellona. • Dal regno di Leon e Castiglia si separò la contea di Oporto (XII secolo), nucleo del successivo regno di Portogallo. • Alla base della reconquista c’era la crisi generale del mondo arabo -> come la Sicilia, anche il califfato dell’Andalusia si era frammentato in una serie di signorie territoriali. • Fasi della reconquista -> • XI secolo -> continua avanzata degli eserciti cristiani verso sud fino alla conquista di Toledo nel 1085 da parte di Alfonso VI, re di Castiglia e Leon, che vi trasferì la capitale. • 1086 -> califfato conquistato dalla dinastia degli Almoravidi -> frenano l’avanzata cristiana. • XII secolo -> dinastia degli Almohadi -> sono la successiva dinastia; anch’essi frenano l’avanzata dei cristiani; costruirono un vasto dominio dalla Libia al Marocco all’Andalusia. • Fine XII secolo -> seconda fase della reconquista -> seguì tre direttrici principali corrispondenti all’espansione dei regni di Portogallo, Castiglia e Aragona. • 1212 -> decisiva vittoria degli eserciti cristiani uniti a Las Navas de Tolosa, presso Cordova -> aprì la strada alla conquista delle principali città e delle isole Baleari. • Organizzazione dei regni -> i regni cristiano iberici dovettero affrontare gli stessi problemi delle coeve monarchie europee, cioè i rapporti tra il potere del re in via di affermazione e la potente aristocrazia. • Alfonso VI nel regno di Castiglia e Leon utilizzò la sacralizzazione del potere monarchico per affermare la sua autorità, egli si proclamò imperatore di tutta la Spagna e venne riconosciuto come tale dal re di Aragona. • Soprattutto nel regno di Aragona il luogo della mediazione politica fu rappresentato dalle assemblee (cortes) che riunivano periodicamente i rappresentanti dei baroni, del clero e delle città mercantili. 2. L’AREA IMPERIALE E L’ESPANSIONE VERSO EST • XII-XIII secolo -> area imperiale era caratterizzata dalla frantumazione dei poteri locali, l’impero non riusciva a porsi, con la stessa capacità delle altre monarchie, come struttura di inquadramento del territorio -> cause -> • Forza delle signorie, dei principati, delle città. • Il fatto che il titolo regio, a cui era connessa la dignità imperiale, fosse elettivo, non ereditario -> la nomina dell’imperatore era soggetta all’approvazione dell’assemblea dei principi. • Dopo la morte di Enrico V nel 1125 ci fu la lotta per la corona tra i duchi di Svevia e quelli di Baviera -> si risolse il dissidio con l’elezione di Federico I di Svevia, discendente per parte di madre alla casata bavarese -> • Fu imperatore dal 1155 al 1190. • Incrementò i domini della casata degli Hohenstaufen nelle regioni sud-occidentali della Germania -> da essi trasse le risorse necessarie per le campagne imperiali in Italia e nel mediterraneo. • Utilizzò i legami feudali per consolidare il potere monarchico ma dovette fare una serie di concessioni di terre e titoli alla nobiltà per l’impossibilità di incamerare nel patrimonio della corona i feudi vacanti; inoltre a causa delle frequenti assenze degli imperatori, essi dovettero frequentemente concedere la piena sovranità territoriale all’aristocrazia. • Ci fu un movimento di espansione territoriale verso l’Europa orientale, abitata da popolazioni ancora pagane -> • Dall’XI secolo -> promosse dai vescovi le paci di dio -> assemblee durante le quali i cavalieri giuravano di astenersi da violenze ingiustificate e di non usare le armi in certi periodi dell’anno. • Si diffuse l’immagine del cavaliere difensore dei deboli -> diffusa da epica cavalleresca e da romanzi. • Si diffuse l’immagine tripartita della società -> inizialmente venne elaborata da alcuni intellettuali ecclesiastici dell’XI secolo, Adalberone di Laon e Gerardo di Cambrai -> distingueva nella società tre ordini -> coloro che pregano per la salvezza dell’anima di tutti (oratores), coloro che combattono per la difesa di tutti (bellatores) e coloro che lavoravano per tutti (laboratores). CAPITOLO 16 – LA RICCHEZZA ECONOMICA 1. IL BOOM DEMOGRAFICO • L’incremento della popolazione si era avviato dal IX-X secolo, divenne impetuoso nel XIII secolo, raggiungendo il culmine tra XIII e XIV secolo. • Cause della crescita demografica -> assenza di gravi malattie, miglioramento del sistema alimentare, espansione dei coltivi e progressi nell’agricoltura -> consentivano una riduzione della mortalità infantile e una durata media della vita più lunga. • Indicatore della crescita demografica fu l’incremento della popolazione urbana -> • Le città furono caratterizzate da uno slancio edilizio -> allargamento delle cinte murarie a comprendere nuovi spazi, costruzione in altezza delle abitazioni a cominciare dalle torri. • Milano e Parigi erano le più grandi città dell’epoca, con 150 mila abitanti. • Nonostante il fenomeno di inurbamento che spinse molte persone dalle campagne alle città, la maggior parte della popolazione europea rimase insediata nelle campagne. • La crescita della popolazione urbana portò a un calo della manodopera rurale e alla crescita del fabbisogno alimentare delle città (i proprietari fondiari misero a cultura nuove terre meno fertili) -> si ruppe l’equilibrio tra numero di abitanti e risorse a disposizione -> fine XIII – inizio XIV secolo la popolazione, che era in crescita progressiva, smise di crescere e in alcune regioni cominciò a diminuire -> preludio della crisi gravissima che sarebbe scoppiata a metà Trecento. 2. IL CICLO ECONOMICO ESPANSIVO • La tendenza economica espansiva iniziata nel Mille proseguì nel XIII secolo. • Tra le manifatture ebbe grande sviluppo quella tessile, in particolare quella della lana; i cui più importanti produttori operavano nelle città delle Fiandre. Anche le città italiane producevano panni. L’impiego di nuovi macchinari consentì di produrre tessuti più robusti e in minor tempo. • I tessuti erano il principale prodotto di scambio con seta e cotone grezzi, tinture, spezie e prodotti pregiati provenienti dall’Oriente e con legname, pellicce e pesce provenienti dall’Europa scandinava. • Ci fu una ripresa del commercio a lungo raggio nel XIII secolo, favorita dalla maggiore sicurezza delle vie di comunicazione. • Le aree in cui si concentrarono i mercati furono -> • Le fiere di Champagne -> che cominciarono però a perdere l’importanza che avevano; • Le Fiandre; • L’area del mar Baltico -> in forte sviluppo. • Soprattutto i mercanti italiani dominarono il commercio internazionale (seconda metà del Duecento fondamentale il ruolo dei fiorentini) -> dal XII secolo i mercanti italiani avevano il monopolio del commercio nel Mediterraneo -> • Successivamente ebbero ruolo di primo piano Venezia e Genova, che si scontrarono per la supremazia -> • Con il saccheggio di Costantinopoli nel 1204, i veneziani ottennero grandi bottini, il controllo del Bosforo e l’estromissione di genovesi e pisani dal territorio bizantino -> • Con la restaurazione dell’impero bizantino a opera di Michele Paleologo nel 1261, i genovesi tornarono attivi e vennero compensati per l’appoggio militare e finanziario con concessioni per commerciare con Costantinopoli. • Nel mar Tirreno scontro tra genovesi e pisani per il controllo di Sardegna, Corsiva e rotte siciliane -> la battaglia decisiva fu quella della Meloria nel 1284, che inflisse durissime perdite per Pisa e segnò la supremazia di Genova. • Con l’espansione dei traffici fu necessaria una migliore organizzazione delle attività mercantili -> • Si sostituì alla figura del singolo mercante forme di impresa più evolute. • Nell’ambito del commercio marittimo -> si diffuse un contratto, detto commenda -> cioè un mercante raccoglieva finanziamenti necessari a un viaggio da vari creditori, al ritorno restituiva a loro i prestiti e una percentuale dei guadagni. • Nell’ambito del commercio terrestre -> si formarono compagnie mercantili -> cioè associazioni di capitali che non si esaurivano in un’unica operazione ma duravano nel tempo; inizialmente le compagnie sorsero tra i membri di una stessa famiglia, poi si aprirono alla partecipazione finanziaria di esterni. • Con l’espansione degli scambi furono necessari nuovi strumenti finanziari e monetari -> • XII-XIII secolo molte zecche coniarono nuove monete d’argento, di maggiore valore rispetto alle circolanti; dal XIII alcune autorità ricominciarono a battere monete d’oro, che in occidente non erano più presenti dall’età carolingia, come il fiorino a Firenze. • Con la circolazione di monete diverse furono necessari nuovi servizi finanziari, di cui si occuparono operatori specializzati, i cambiatori o banchieri, che si occupavano del cambio delle monete e del prestito -> essi diffusero nuovi strumenti di pagamento come le lettere di cambio, che consentivano di trasferire denaro da un banco all’altro senza il rischio di spostarlo materialmente. • L’attività economica principale rimase comunque l’agricoltura -> XIII secolo raggiunse limiti di sviluppo insuperabili per la tecnologia del tempo, la produttività rimase quindi limitata -> per il crescente fabbisogno alimentare della popolazione in crescita fu creata una rete di commerci, in genere organizzata dalle autorità cittadine -> prevedeva l’invio regolare di merci dalle aree di produzione verso le aree più urbanizzate. • Nei paesi mediterranei venne incrementata la coltivazione di vite e olivo; in molte città si diffusero orti. 3. RICCHEZZE E DIFFERENZIAZIONI SOCIALI • Lo sviluppo demografico ed economico che ebbe il suo culmine nel XII-XIII secolo comportò profonde trasformazioni nella società -> • La popolazione non era più raccolta intorno alle grandi proprietà fondiarie, era distribuita in una serie di villaggi e città. • La popolazione si spostava in cerca di migliori condizioni di vita. • Lo sviluppo dell’economia comportò -> • Nuove opportunità di arricchimento; • Maggiore differenziazioni sociale -> • Nelle campagne accanto all’elite di contadini agiati c’erano molti coltivatori che dovettero accettare contratti poco favorevoli di affitto della terra a breve scadenza con canoni che li portarono a indebitarsi. • Grande differenziazione sociale nelle città -> connessa alla -> • Specializzazione del lavoro -> con la concentrazione di molti abitanti nelle città, crebbe la domanda di prodotti diversi -> da qui la moltiplicazione di tipologie diverse di artigiani. Poi per una società sempre più articolata occorrevano anche avvocati, notai, medici etc. Ai notai, soprattutto quelli italiani, fu riconosciuta dal XII secolo la capacità giuridica di redigere atti autentici apponendovi marchi professionali. La figura che più di tutte rappresentò le trasformazioni del periodo fu quella del mercante, che venne professionalizzandosi con lo sviluppo dei commerci. Poi c’erano gli uomini d’affari, che diventarono membri dei gruppi dirigenti. • Problematica fu la questione del prestito a interesse -> venne condannato moralmente dalla chiesa come usura -> molti mercanti in punto di morte usavano donare parte dei patrimoni accumulati ai poveri o alle chiese per liberare l’anima dal peccato di usura -> non a caso cominciò ad affermarsi nel XII-XIII secolo la credenza di un luogo intermedio nell’aldilà, il purgatorio, dove i peccatori pentiti avrebbero scontato una pena emendatrice. CAPITOLO 17 – PAPATO, IMPERO E REGNI 1. LE AUTORITÀ UNIVERSALI • XII-XIII secolo -> rinnovamento dei progetti di supremazia di papato e impero (l’elezione di Federico I nel 1155 restaurò l’autorità imperiale dopo l’eclissi) -> entrambi dovettero affrontare forze crescentemente ostili alla loro pretesa di guida egemonica -> • Gli imperatori dovettero occuparsi dell’autonomia rivendicata dai principi territoriali tedeschi e dalle città italiane. • I papi entrarono in conflitto con i monarchi per il controllo delle immunità e delle cariche ecclesiastiche nei regni. • Per ragioni diverse i due poteri universali entrarono in crisi nella seconda metà del XIII secolo - > la sovranità (potere politico supremo esercitato nei confronti di tutti coloro che risiedono in un determinato territorio, che non riconosce autorità superiore) dei regni e di altre formazioni politiche, come le città italiane, non poté più essere messa in discussione. • Il modello di universalismo laico -> alla base dell’ideale di supremazia imperiale di Federico I c’era l’affermazione che il potere imperiale fosse conferito direttamente da dio attraverso l’unzione e non era mediato dall’incoronazione del pontefice, la volontà divina si manifestava nell’elezione da parte dei principi elettori. Probabilmente durante il suo cominciò a essere utilizzata l’espressione di “sacro impero” -> • Da qui la determinazione a non riconoscere la supremazia papale e l’appoggio nell’elezione dell’antipapa Vittore IV nel 1159 -> aprì uno scisma che venne ricomposto nel 1176 con il riconoscimento di Alessandro III. Ci fu un duro conflitto tra Federico II e i pontefici, fino alla sua deposizione, che scioglieva i sudditi dal giuramento di fedeltà, sancita da Innocenzo IV nel 1245. • Il progetto di Federico I era di pacificare la Germania e riaffermare il potere imperiale in Italia -> • Era molto religioso, venne definito “il Santo”. • Dal punto di vista amministrativo -> istituì le inchieste per raccogliere le denunce sugli abusi dei suoi ufficiali; rafforzò gli uffici centrali. • Filippo IV il Bello -> • Entrò in conflitto con papa Bonifacio VIII perché limitò l’autonomia del clero. • Convocò per la prima volta gli Stati Generali (1302) per ottenere il sostegno dei sudditi. • Il regno di Inghilterra -> • Il prestigio dei re inglesi era stato indebolito dalla concessione della Magna Charta e dalla perdita dei territori francesi. • Enrico III -> ci fu la ribellione della nobiltà a causa del suo favoritismo nei confronti dei parenti francesi della moglie -> la nobiltà ottenne l’espulsione degli stranieri e migliori condizioni fiscali -> queste vennero poi annullate così scoppiò la guerra dei baroni, che convocarono per la prima volta il parlamento inglese -> sconfitti. • Edoardo I -> conquistò il Galles e per poco la Scozia. Fece espellere gli ebrei dal regno. • Il regno di Sicilia -> • Federico II rafforzò il potere regio -> • Rivendicò i diritti usurpati dai baroni con campagne militari e distruzioni di castelli. • Rafforzamento dell’apparato amministrativo. • Raccolse la sua legislazione del Liber Augustalis. • Corrado subentrò alla morte di Federico II. • 1254 -> morte di Corrado, gli subentrò il figlio Corradino -> • 1258 -> Corradino usurpato da Manfredi, suo zio e figlio di Federico II. • Papa Urbano IV , signore feudale dei re di Sicilia, affidò la corona a Carlo d’Angiò, fratello di Luigi IX (a causa delle lotte di successione) -> sconfisse Manfredi nel 1266. • I regni di Castiglia e Aragona -> • Con la sconfitta dei musulmani nel 1212 i regni iberici acquisirono nuovi territori. • Nel regno di Castiglia ci fu spesso un conflitto tra sovrano e nobiltà, che si opponeva all’accentramento, in particolare durante il regno di Alfonso X, che trasformò la corte imperiale in un centro di cultura. • Il regno di Aragona si basava sul patto tra sovrano e componenti del regno di rispettare le leggi consuetudinarie; fondamentale il commercio, grazie ai mercanti catalani. I re aragonesi si insediarono in Sicilia (XIII secolo) e avviarono la conquista della Sardegna (XIV). • In entrambi i regni le cortes, le istituzioni rappresentative, furono i luoghi di mediazione tra sovrano i componenti del regno. • Lo stato pontificio -> • Anche il papa rafforzò i poteri temporali. • Il nucleo iniziale era stato il patrimonio di san Pietro, cioè l’area tra Umbria e Lazio, poi si erano aggiunti territori dalle donazioni fatte dai sovrani longobardi e carolingi nell’VIII secolo. • Innocenzo III fece espandere il territorio -> si fece giurare fedeltà da nobili e città nel Lazio, Umbria, Marche e poi Romagna. • Concesse larghe autonomie a signori e rappresentanti delle città. • Sviluppo di un apparato burocratico che doveva riscuotere tributi da tutto la cristianità, che faceva capo alla tesoreria di curia, ovvero la camera apostolica. 3. L’EUROPA ORIENTALE • XI-XII secolo -> formazione di regni in Europa orientale e slava -> grande estensione territoriale ma debole coesione politica (potenti nobiltà) -> • L’impero tedesco estese la propria superiorità territoriale su alcuni regni. • Regno di Polonia -> costituito nell’XI secolo; rivolte popolari -> si frazionò in diversi principati. • Regno di Boemia -> divenne autonomo nel XII secolo. • Regno di Ungheria -> si consolidò nell’XI secolo. • Regno di Bulgaria -> riacquistò indipendenza da Bisanzio nel XII secolo. • Le origini della Russia -> • IX secolo -> si insediarono nell’attuale Ucraina gli slavi e rus (gruppi provenienti dalla Scandinavia, chiamati così dalle popolazioni slave. • 882 -> Oleg, un capo dei rus, unificò il principato settentrionale di Novgorod con quello meridionale di Kiev, dando vita al principato di Kiev o rus -> • Il regno era a maggioranza slava e adottò la lingua slava, si convertì al cristianesimo nel X secolo sotto Vladimir I, che sposò la sorella dell’imperatore di Bisanzio Basilio II. • Con Iaroslav il Saggio il principato raggiunse il massimo della potenza. • XI secolo -> divisione tra i principati -> declino. • Impero dei mongoli -> • Inizio XIII secolo -> si formò una vastissima dominazione dalle steppe asiatiche a opera di tribù nomadi originarie della Mongolia. • I mongoli erano guidati da Temujin, detto Gengis khan, cioè signore universale. • Conquistarono rapidamente la Cina settentrionale, l’Asia centrale e la Russia orientale, grazie a truppe di arcieri a cavallo. • I successori giunsero in Egitto e a saccheggiare Baghdad. • In Europa, dove vennero chiamati tartari , compirono razzie, fino alla Polonia e Ungheria, arrivando a minacciare Vienna. • Metà XIII secolo -> iniziarono a ripiegare per le rivalità fra i capi. • L’impero, che si estendeva dalla Corea alla Persia alla Polonia, si divise in khanati. • 1240 -> dalla distruzione di Kiev, per circa due secoli, i principati slavi furono tributari del khanato dell’Orda d’oro. CAPITOLO 18 – IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA 1. PROTAGONISTI LAICI • La crescita economica che iniziò nell’XI secolo ebbe conseguenze anche sul piano culturale -> • Si allargò il numero di persone in grado di leggere e scrivere, comprendendo anche laici -> causa dell’aumento dell’alfabetizzazione fu anche la crescita del commercio, che richiese la redazione per iscritto di accordi e transazioni. • Aumento di produzione e conservazione di documenti, redatti da notai e mercanti. • Sorsero nelle città le scuole (prima erano monastiche e vescovili), prima private e poi organizzate dalle autorità pubbliche e le scuole di apprendistato organizzate dalle corporazioni di mestieri. • Si può parlare di laicizzazione della cultura -> per la diffusione del sapere al di fuori degli ambienti ecclesiastici. • XI-XII secolo -> messa per iscritto di testi in volgare (prima lo scritto era quasi solo in latino) -> • Diffusione della letteratura epica che narrava le gesta dei guerrieri (si diffuse nel nord della Francia, la Chanson de Roland è il testo più rilevante) e della poesia d’amore (si diffuse nell’ambiente di corte, veniva diffusa dai trovatori). • Nelle regioni meno romanizzate i testi in volgare comparvero prima, per es. tra VIII e X secolo venne composto il poema eroico del Beowulf (regno d’Inghilterra). • X-XII secolo -> diffusione dello stile romanico dall’Italia settentrionale e Catalogna -> • Trionfo della pietra. • Pietra impiegata nelle coperture (prima realizzate in legno) con volte a crociera o a botte. • Rilievi scultorei su capitelli e facciate. • Le città si dotarono di molte cattedrali, simbolo della crescita. • Forme del romanico furono varie, a seconda delle regioni, es. nelle aree di confine con i musulmani fu influenzato dallo stile arabo 2. UNIVERSITÀ E NUOVI CAMPI DEL SAPERE • XII secolo -> innovazione nei metodi, nei contenuti e nell’organizzazione scolastica del sapere -> • Recupero di testi di autori greci, come Platone, Aristotele ed Euclide, fino ad allora poco conosciuti in occidente. Favorì la circolazione del pensiero greco soprattutto la Spagna musulmana con personaggi come Averroè e Maimonide. • Fondazione di università (studi), nuovi luoghi di formazione del sapere, situate nelle città -> • Prima università sorse a Bologna (fine XI secolo), per iniziative di associazioni di studenti. • Università di Parigi (fine XII secolo). • Università di Oxford -> sorse a seguito di trasferimento di studenti e maestri da Parigi. • Università di Padova -> sorse a seguito di trasferimento di studenti e maestri da Bologna. • Università di Napoli -> fondata da Federico II per formare funzionari da impiegare nel regno. • Organizzazione degli studi -> variava in ogni università, ma in generale -> • Primo ciclo -> facoltà delle arti del Trivio e del Quadrivio. • Poi si poteva accedere alle facoltà maggiori di diritto civile, diritto canonico, medicina e teologia. • Al termine degli studi era rilasciato il titolo di dottore, ce permetteva di insegnare ovunque. corrispondeva a quello su cui i centri urbani in età romana esercitavano una funzione di coordinamento. La conquista del contado si ha dal XII secolo (anche con armi e accordi) -> essa permetteva approvvigionamenti alimentari e permetteva la diffusione della proprietà fondiaria tra i cittadini. Alcune città liberarono i contadini dalle dipendenze dei signori -> questo anche per portare manodopera alle manifatture. • Anche comunità rurali svilupparono forme di autogoverno (non tutti i comuni furono città) -> inizialmente i signori concessero privilegi ai propri contadini, con carte di franchigia o di libertà - > i contadini potevano trasferirsi altrove, venivano ridotti i prelievi fiscali etc. I comuni rurali furono promossi dalle elite emerse dalla trasformazione della società rurale. (*) quando si parla di libertà si intende un privilegio, uno statuto giuridico personale. La libertà delle città era autonomia, non indipendenza, infatti esse continuarono a riconoscere formalmente la superiorità di altri poteri, es. imperiali. 2. L’ITALIA COMUNALE E SIGNORILE • Dopo la morte di Federico II nel 1250 lo spazio politico nelle città non riacquistò l’assetto precedente -> prima era occupato dalle istituzioni del comune podestarile, ora fu condiviso da più soggetti, come popolo, corporazioni di mestiere, parti e poteri personali e signorili. • Col tempo il sistema divenne sempre più complesso e ci furono sempre più conflitti, in particolare per l’accesso al governo e ai consigli cittadini. • Seconda metà del Duecento aumentò il fenomeno delle esclusioni politiche -> protagoniste erano le parti, formate dai fautori della pars imperii e quelli della pars ecclesiae, nel contesto del conflitto che vedeva contrapposti pontefici e sovrani svevi. Gli schieramenti cercarono di egemonizzare lo spazio politico e assunsero i nomi, nella seconda metà del Duecento, di guelfi e ghibellini. Quando si affermava violentemente una parte, l’altra veniva esclusa dalla città, spogliata dei beni e privata della cittadinanza. Fondamentale era la cultura della vendetta -> coloro che erano stati banditi si rifugiavano nei castelli del contado o nelle città amiche, congiurando per rientrare militarmente nella città d’origine; costituivano costantemente una minaccia. • La magnatizzazione della nobiltà -> ci fu un’accelerazione dei conflitti tra popolo e aristocrazia urbana. In molte città i governi di popolo esclusero dalle cariche politiche molte famiglie dell’aristocrazia militare -> essi vennero indicati con il termine di magnati dalla legislazione e venivano accusati di praticare uno stile di vita violento. • Seconda metà del Duecento -> emerse l’inadeguatezza delle istituzioni comunali per l’evoluzione delle città (crescita demografica, ascesa di nuovi gruppi sociali e declino di nuovi) -> quindi in questo periodo ci fu quasi ovunque il superamento dei governi comunali in diverse soluzioni (es. governi di parte, di popolo); si ricercava un quadro istituzionale più stabile -> questa stabilità si ritrovò nella restrizione dello spazio pubblico cittadino. • Quindi i sistemi politici cittadini potevano assumere una varietà di configurazioni (l’alternanza tra forme di governo era ricorrente) e si può vedere nel caso di Firenze -> tra Duecento e Trecento ci furono governi di popolo, esclusioni magnatizie, esili di parte e chiusure oligarchiche. • Per 26 anni la città si diede in signoria ai sovrani angioini. • Fu istituito un governo popolare delle arti. • Fu inserita una legislazione antimagnatizia. • Ci furono lotte di fazione (faida tra famiglie dei Cerchi e dei Donati) -> portarono nel 1302 al bando dalla città di centinaia di persone filoghibelline, tra cui Dante. • Si affermarono anche le signorie -> a metà Duecento ci fu l’affermazione di forme di potere personale e signorile contemporaneamente a governi di popolo -> in molte città consigli municipali iniziarono a conferire a un solo cittadino eminente, che spesso aveva cariche come quelle di podestà o di capitano del popolo, un potere incondizionato (per un tempo definito o a vita), come a Martino Della Torre a Milano. • Fino all’inizio del Trecento le forme di governo a comune, a popolo e a signore venivano considerate forme di governo reversibili. • Prime esperienze signorili -> l’affermazione di poteri signorili avvenne prima nelle città padane che in quelle dell’Italia centrale -> erano dovute alla capacità di grandi signori di costituire dominazioni su città e territori rurali, sfruttando i conflitti fra le fazioni e fra le città -> queste costruzioni si estinsero presto per la fragilità di questi domini ramificati, non radicati in alcuna città. • Le signorie che si svilupparono all’interno di singole città furono più durature -> venne fatto per iniziativa di famiglie influenti, il cui profilo sociale poteva essere differente, es. i Della Torre a Milano avevano origini comitali (dal 1259), i Della Scala a Verona erano una famiglia cittadina (non milites) e i Visconti erano aristocratici (si sostituirono ai Della Torre nell’esercizio del potere signorile a Milano nel 1277). • Talvolta alcune signorie riuscirono a introdurre il principio ereditario -> in questo modo venero fondate delle dinastie signorili, come quelle dei Visconti, dei Della Scala, dei Malatesta a Rimini, dei Gonzaga a Mantova. • Nel Trecento i signori trasformarono il sistema di governo -> crearono organi ristretti, cancellerie a loro direttamente dipendenti e abolirono molti uffici comunali. Intorno alle dinastie signorili si formarono anche le corti con stili di vita cavallereschi. • I governi signorili costituirono l’evoluzione e il superamento del sistema politico cittadino e non cancellarono i suoi tratti fondamentali -> la partecipazione politica assunse una funzione prevalentemente consultiva ma molte istituzioni comunali continuarono ad esistere, gli statuti vennero modificati ma non eliminati. • Alla metà del Trecento si erano affermati governi signorili in quasi tutte le città comunali; nelle poche in cui erano sopravvissuti governi a comune, essi si svilupparono in senso oligarchico, come Siena, Venezia e Genova. CAPITOLO 20 – DEPRESSIONE DEMOGRAFICA E RISTRUTTURAZIONI ECONOMICHE 1. LA CRISI DEMOGRAFICA • XIV secolo -> drammatico calo della popolazione europea -> alla fine del XIII secolo la crescita della popolazione che durava da secoli si fermò, probabilmente per lo squilibrio tra eccessiva popolazione e risorse -> così nel XIV secolo la popolazione cominciò a diminuire. • XIV secolo -> varie crisi di sussistenza (livello minimo di consumi necessari al sostentamento) sempre più gravi; si era estesa la coltivazione a terre sempre più marginali per la pressione demografica, esse fornivano scarsi raccolti e i terreni divenivano sterili per l’eccessivo sfruttamento; ci furono una serie di cattivi raccolti dovuti al maltempo. • Varie carestie colpirono l’Europa, dopo molto tempo si ricominciò a morire di fame. Molti si spostarono dalle campagne alle città in cerca di fortuna, ma le autorità urbane cercarono di ostacolarne l’ingresso perché la popolazione cittadina viveva in precarie condizioni alimentari. Aumentarono i prezzi dei cereali. A causa della sottoalimentazione aumentò la mortalità per l’indebolimento delle difese immunitarie -> gli uomini furono più esposti alle malattie -> • Dal 1347 si abbatté un’epidemia di peste bubbonica o nera, proveniente dall’Asia, su una popolazione già provata da anni di difficoltà -> essa veniva trasmessa dalla puntura delle pulci parassite del ratto nero e poi via aerea. Il suo dilagare fu favorito dalle precarie condizioni igieniche e dalla malnutrizione, infatti colpiva in primo luogo gli strati più bassi della popolazione. Dal VII secolo l’Europa occidentale non aveva più visto epidemie di questo genere. • La peste si diffuse dal Kazakistan per vie commerciali (per le vie carovaniere) fino al mar Nero -> da qui venne trasportata da topi annidati nelle stive delle navi di mercanti genovesi -> la peste arrivò prima a Costantinopoli e poi a Messina -> dalla Sicilia si diffuse nel continente risparmiando poche aree e causando un gran numero di morti (prima ondata di peste falcidiò circa un terzo della popolazione europea, con forti differenze tra le varie regioni e tra città e campagna, dove la sua incidenza fu minore). • La peste rimase endemica fino al XVIII secolo, per circa un secolo furono ricorrenti le ondate di contagio. La popolazione subì un calo graduale -> punto più basso nei primi decenni del Quattrocento. • Ebbe un peso sul calo demografico anche la guerra, es. nelle Fiandre e in Francia durante la guerra dei cent’anni tra francesi e inglesi -> gli eserciti compivano saccheggi, razzie, violenze sulle donne, contribuivano a diffondere le epidemie per le pessime condizioni in cui vivevano, inoltre con le loro razzie spingevano la gente a muoversi dalle campagne alle città. Quasi sempre le crisi demografiche sono state determinate da guerre, carestie ed epidemie. • Il calo demografico nelle campagne comportò un cambiamento nell’habitat -> diffuso abbandono dei villaggi, scomparvero molti piccoli insediamenti e la popolazione tese a concentrarsi in altri più consistenti. 2. LE TRASFORMAZIONI DELL’ECONOMIA • Oggetto di discussione tra gli storici è se al calo della popolazione corrispose una crisi dell’economia -> • Alcuni affermano che il declino demografico abbia comportato una diminuzione della domanda dei beni, riducendo quindi la produzione mondiale -> i salari sarebbero diminuiti e i prezzi sarebbero calati. • Altri sostengono che il declino demografico avrebbe portato vantaggi ai sopravvissuti -> aumento della ricchezza avrebbe comportato un aumento dei beni. • Con il calo della popolazione i proprietari fondiari e gli imprenditori avevano a disposizione un numero minore di lavoratori -> dovettero quindi aumentare i salari -> l’aumento dei salari portò a un aumento dei costi di produzione. Poi ci fu una domanda minore di beni -> i prezzi diminuirono. • Tutto ciò portò a una riduzione dei margini di profitto di proprietari e imprenditori. • Quindi nelle campagne ci fu un calo della manodopera e un aumento dei salari dei lavoratori -> a questo i proprietari reagirono in due modi -> • Alcuni investirono per produrre una maggiore quantità di raccolto. • Altri si accontentarono di ciò che offriva da sola la terra. • Ci fu un calo generale della produzione agraria, furono abbandonate le terre marginali di bassa reddittività, che tornarono a ricoprirsi di boschi, furono abbandonate le bonifiche e i contenimenti di acque che portò a impaludamenti e desertificazioni. • Dopo la caduta dei prezzi dei cereali molti proprietari diversificarono la produzione verso colture specializzate e prodotti più pregiati e redditizi, come vino, olio, riso e canna da zucchero. • Le terre incolte furono trasformate in pascoli -> si ebbe quindi uno sviluppo dell’allevamento; intere regioni si dedicarono alla pastorizia, organizzarono la transumanza, ovvero lo spostamento stagionale delle greggi dalle montagne alle pianure. • Il calo dei prezzi e l’aumento dei salari permisero un miglioramento dell’alimentazione, anche la carne tornò sulle tavole di contadini e salariati. • Jacquerie francese (1358) -> fu la rivolta dei contadini che scoppiò nella Francia del nord. Cause: guerra che si combatteva da anni e pressione fiscale. La rivolta si manifestò contro i nobili, ritenuti responsabili dai contadini delle sconfitte subite contro gli inglesi e a causa del loro sfruttamento. I contadini assaltarono e saccheggiarono castelli; i nobili soffocarono rapidamente la ribellione incendiando villaggi e con stermini. • Rivolta inglese del 1381 -> cause della rivolta dei contadini del Kent e dell’Essex: oppressione signorile, statuto dei lavoratori (legge del 1351 che fissava un massimo dei salari) e nuova tassa per finanziare la guerra. I contadini inglesi, a differenza dei francesi, avanzarono precise rivendicazioni: abolizione della servitù, eliminazione dello statuto del 1351 e ripristino degli usi sulle terre comuni. I rivoltosi saccheggiarono dei palazzi nobiliari a Londra e ottennero la concessione di alcuni privilegi dal re. • Ci furono sommosse antinobiliari rurali anche in altre regioni, ma nelle campagne dei contadi cittadini italiani non ci furono rivolte su vasta scala -> questo non perché le condizioni dei contadini fossero migliori. • Nelle città le condizioni dei lavoratori divennero più precarie. Le corporazioni erano sorte per tutelare gli interessi comuni nei diversi settori, infatti regolamentavano gli orari di lavoro, la qualità dei prodotti. Tuttavia ne facevano parte i proprietari, i capi delle botteghe e a volte gli apprendisti, ma n’erano esclusi i salariati; essi non potevano nemmeno costituire le proprie corporazioni. Quando gli imprenditori fissarono i massimi dei salari iniziarono delle sommosse. • Rivolte urbane -> gli artigiani e i salariati in rivolta non contestavano la legittimità dei governi urbani, essi volevano: migliori condizioni di lavoro, costituirsi in corporazioni e partecipazione politica. Quasi ovunque le corporazioni riuscirono a ridimensionare il potere dei vecchi gruppi dirigenti. • Tumulto dei Ciompi, Firenze, 1378 -> in Italia scoppiarono tumulti in varie città, soprattutto nei centri dove era forte la produzione tessile. Quello più noto fu quello dei Ciompi, chiamato così perché era sorto per iniziativa degli operai della lana, chiamati “Ciompi” dispregiativamente per la loro sporcizia. Richieste: partecipazione al governo e aumento dei salari. Gli insorti furono migliaia e inizialmente ottennero un terzo delle cariche di governo per i propri rappresentanti, ma poi furono repressi dalla reazione degli imprenditori. • Povertà e assistenza -> precarie erano le condizioni dei salariati e dei contadini, facilmente scivolavano nell’indigenza. Molti si davano alla mendicità, alcuni alla piccola delinquenza. Il fenomeno divenne massiccio e i vagabondi iniziarono a essere visti come pericolosi -> nel Quattrocento in Inghilterra e in Francia furono adottate le prime misure repressive contro di loro. Per combattere la povertà molti governi adottarono politiche di assistenza, fondando enti caritativi, distribuendo elemosine, alimenti e vestiti, etc. 3. LA RIPRESA DEL QUATTTROCENTO • Dalla metà del Quattrocento ci furono i primi segnali di ripresa che divenne una fase di crescita, lenta, ma costante, non ci furono battute di arresto sino al Seicento -> miglioramento dell’alimentazione portò alla maggiore resistenza alle malattie e alle avversità climatiche, le epidemie iniziarono a mietere meno vittime. • Recupero demografico più precoce in Spagna e Italia, più tardivo in Francia e Inghilterra. Con la ripresa ci fu anche una redistribuzione della popolazione -> es. in Italia le città del meridione divennero le più popolose del continente. • Ripresa economica maggiore in alcune regioni che in altre -> es. Olanda, Lombardia e Inghilterra svilupparono un sistema integrato di colture e allevamento progredito per l’epoca -> base era un sistema idraulico che permetteva l’irrigazione di prati e la coltivazione di foraggi, per nutrire bestiame allevato in stalle e che forniva concime e prodotti (come carne, latte e formaggio). Mentre nelle regioni dove si praticava la transumanza di ovini (che, a differenza dei bovini, si nutrono anche delle radici) si impoverirono i terreni. • XV secolo -> trasformazione delle attività mercantili -> trasformazione del mercante da figura impegnata in prima persona nei commerci a lunga distanza a figura sedentaria a capo di grandi compagnie che operano nel traffico delle merci, nella produzione manifatturiera e negli investimenti fondiari. Es. banchieri tedeschi Fugger cominciarono la loro attività come commercianti di tessuti e poi diventarono mercanti e banchieri su scala europea e maggiori proprietari di miniere di argento e rame. • La lunga fase di crisi attraversata nell’occidente europeo coincise con il Rinascimento, periodo di fioritura artistica, letteraria e architettonica -> contraddizione apparente -> ma l’acquisto in opere artistiche era un investimento in un’economia fiorente; con la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi benestanti essi alimentavano una forte domanda di beni di lusso, come arredamenti e prodotti di gusto che erano necessari per chiese, palazzi e cappelle. CAPITOLO 22 – IL PAPATO E LA SOCIETÀ CRISTIANA 1. ELABORAZIONI IDEOLOGICHE • Fine XIII – inizio XIV secolo -> declino concezioni universalistiche di papato e impero. • Ideologia pontificia -> Bonifacio VIII, in occasione del conflitto con il re di Francia Filippo IV su chi avesse diritto di imporre le tasse sui beni della chiesa francese, portò all’estremo gli ideali teocratici; nella bolla Unam sanctam (1302) riaffermò che il potere civile doveva essere subordinato al potere temporale -> ma ora l’antagonista del papa non era più l’imperatore ma un re, che aveva un legame forte con i suoi sudditi -> ora gli ideali teocratici vennero contestati non solo dai sostenitori imperiali ma anche da quelli monarchici. • Ideologia imperiale -> nonostante la crisi seguita all’interregno e il debole governo di Rodolfo I d’Asburgo, si continuò ad affermare la necessità di una autorità civile superiore. L’ideale imperiale non venne spento neanche dopo il fallimento della discesa in Italia di Enrico VII all’inizio del Trecento, per restaurare l’autorità imperiale nella penisola. • L’ideale imperiale venne affermato da Guglielmo di Ockham e da Marsiglio da Padova, consiglieri dell’imperatore Ludovico di Baviera -> • Guglielmo affermava che la chiesa era una società spirituale, quindi era negato al papa ogni intervento nel dominio politico. • Marsiglio affermava che il potere politico derivava da dio e si poggiava sul consenso del popolo, quindi non c’era bisogno di legittimazione dal papa (Ludovico fu incoronato da un laico che rappresentava il popolo di Roma). • Filippo IV il Bello re di Francia fu il primo sovrano che comprese che la crisi dei poteri universali poteva essere un’opportunità di legittimazione di quelli monarchici -> nel conflitto contro Bonifacio VIII egli ricorse agli stati generali, per avere il sostegno delle diverse componenti del regno, e si circondò di giuristi che teorizzavano l’autonomia del potere regio da quello pontificio, tra questi -> • Pietro Dubois -> accusò Bonifacio VIII di eresia per essersi attribuito il potere temporale. • Guglielmo di Nogaret -> affermava che i re non riconoscono nessun superiore a loro, nemmeno l’imperatore. 2. IL PAPATO AD AVIGNONE E LO SCISMA • Al culmine dello scontro tra Bonifacio VIII e Filippo IV il re fu scomunicato dal papa. • 1303 -> una spedizione guidata da Guglielmo di Nogaret raggiunse Bonifacio VIII ad Anagni, in quel momento sede della curia (governo della chiesa), dove fu coperto di insulti e arrestato. Il papa morì pochi giorni dopo. • 1305 -> il re riuscì a far eleggere papa il suo candidato, il vescovo di Bordeaux, che prese il nome di Clemente V -> temendo un’accoglienza ostile da parte dei romani -> • 1309 -> Clemente V trasferì la curia pontificia ad Avignone, dove sarebbe rimasta fino al 1377. • Con la permanenza della curia pontificia ad Avignone si rafforzarono i rapporti tra papato e regno di Francia. I sette pontefici del periodo furono tutti francesi e anche la maggior parte dei vescovi da loro nominati. • Lontana dai conflitti delle famiglie romane, la curia sviluppò un efficiente apparato amministrativo, che permise ai pontefici di rafforzare il loro potere monarchico, riducendo l’autonomia delle istituzioni ecclesiastiche locali. • Apparato burocratico -> • La cancelleria, l’organo che produceva e conservava i documenti della chiesa, fu riordinata e ampliata. • I tribunali della curia si occuparono di molte cause, che prima erano delegate ai tribunali vescovili. • Le spese del papato aumentarono di molto -> per questo la camera apostolica divenne l’ufficio di curia più importante. • Le entrate di cui i papi avignonesi potevano disporre ne fecero la quarta potenza finanziaria d’Europa (primo posto Francia). • La residenza ad Avignone fu caratterizzata dalla corruzione, in particolare dalla vendita delle indulgenze, cioè della remissione delle pene inflitte ai peccatori -> precedentemente erano state concesse a compimento di preghiere, di pellegrinaggi (come nel caso del giubileo indetto da Bonifacio VIII) e della partecipazione alle crociate, mentre dal Trecento fu sempre più facile ottenerle, bastava una elargizione di denaro -> • Queste pratiche, insieme alla percezione diffusa che la curia vivesse nel privilegio, contribuirono alla perdita di autorità morale del papato -> essa venne infatti sempre più accusata di moralità e d mondanizzazione, cioè della prevalenza degli interessi temporali su quelli spirituali -> furono espresse accuse da uomini colti, come Dante Alighieri che affermava che la corte di Avignone era un luogo di corruzione, parlò di “cattività avignonese”, cioè di una prigionia del papato da parte della corona francese. Ci furono sempre più sollecitazioni affinché la curia tornasse a Roma, anche da parte di prestigiose figure del mondo cristiano, come Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena -> papa Gregorio XI riportò la curia a Roma nel 1377. • 1378 -> morte improvvisa di papa Gregorio XI -> aprì un conflitto all’interno del collegio dei cardinali, che si divise per l’elezione del nuovo pontefice tra prelati francesi e italiani. Durante il conclave ci furono tumulti popolari. I cardinali italiani elessero papa Urbano VI, mentre i francesi, qualche mese dopo, elessero Clemente VII, che si trasferì nuovamente ad Avignone -> si aprì così unno scisma all’interno della chiesa d’occidente -> i papi diedero vita a due collegi cardinalizi e a due curie, una a Roma e l’altra ad Avignone, ed entrambi ebbero dei successori. La divisione fu alimentata dallo schierarsi, da parte dei sovrani europei, con un papa o con l’altro. 3. NUOVI FERMENTI RELIGIOSI • La mondanizzazione della chiesa e il rafforzamento monarchico del papato aumentarono il disagio di chi voleva che il pontefice fosse solo una guida spirituale -> 5. LA RITROVATA AUTORITÀ PONTIFICIA • Con lo scioglimento del concilio (1449) si affermò la prevalenza dell’autorità del papa all’interno della chiesa, si era mostrata l’incapacità del concilio di essere un governo autorevole, anche teologi che inizialmente avevano sostenuto il movimento conciliarista tornarono ad appoggiare il governo unitario della chiesa. • Metà Quattrocento -> rafforzamento del potere pontificio. Vennero fatti accordi con i sovrani che riconoscevano loro ampie prerogative di controllo locale in cambio del riconoscimento della superiore autorità pontificia. • Nel collegio e nella curia prevalsero nuovamente i membri di origine italiana; il papato tornò a integrarsi nella politica italiana, restaurando il proprio dominio sullo stato pontificio. • Quattrocento -> si rinnovarono gli interessi mondani della chiesa -> cardinali e vescovi, che quasi sempre facevano parte delle famiglie regnanti o principesche, si occuparono sempre di più di politica e diplomazia, spesso trascurando la cura delle anime -> divenne prassi abituale il cumulo dei benefici ecclesiastici (carica ecclesiastica che garantisce al suo titolare possessi e proventi) -> spesso un prelato era titolare anche di più episcopati -> crebbe di conseguenza la pratica della non residenza -> i prelati consumavano le rendite spesso senza risiedere in sede. • Il fenomeno del nepotismo -> dal XII secolo i pontefici avevano sempre di più affidato cariche e benefici ecclesiastici a membri della propria famiglia, in primo luogo per avere presone fidate nell’amministrazione della curia e nel governo della chiesa. Il fenomeno del nepotismo si sviluppò con forza nella seconda metà del Quattrocento -> si crearono così delle dinastie i prelati con grandi patrimoni. • Dalla metà del Quattrocento la curia pontificia tornò a essere un luogo fastoso e ricco, dove si raccoglievano da tutta Europa artisti, architetti e uomini di lettere. • Roma fu oggetto di rinnovamenti urbanistici, con restauro di chiese, costruzione di nuovi ponti ed edifici. • Il Vaticano divenne la residenza stabile dei papi. • Vennero costruiti grandi palazzi privati come dimore di vescovi e prelati. • Con la restaurazione del potere pontificio, però, rimasero insoddisfatte le esigenze di riforma religiosa -> i fedeli, con la loro devozione, si organizzarono con nuove forme -> • Si rafforzarono le esperienze di beghinaggio -> gruppi di laici, soprattutto femminili, che vivevano in comune su ispirazione evangelica. Non si diedero una regola e non costituirono un ordine religioso -> per questo furono oggetto di sospetti e perseguitate come ereticali. • I laici si organizzarono in confraternite -> associazioni di laici, affiancati da membri del clero e riconosciute dalle autorità ecclesiastiche, si dedicavano a opere di carità e pietà. • Si diffusero i terzi ordini laici, che si impegnavano in esercizi di devozione ed erano collegati con un ordine religioso. • Sorsero congregazioni di osservanti -> formate da coloro che avevano l’esigenza di tornare alla piena osservanza delle regole iniziali all’interno di ordini -> tra gli osservanti ci furono figure di grande rilievo, come Bernardino da Siena e Giovanni da Capestrano, che promossero attività assistenziali in molte città italiane. CAPITOLO 23 – GLI IMPERI 1. L’IMPERO TEDESCO • Il potere dell’impero era stato ridimensionato dall’interregno (che aveva seguito la morte di Federico II) e dalla debolezza dei suoi successori, come Rodolfo I d’Asburgo, che non si fece incoronare in Italia. • Enrico VII di Lussemburgo e Ludovico di Baviera tentarono di ridare potere all’impero con le campagne in Italia, ma fallirono e l’influenza degli imperatori si ridusse al solo territorio tedesco. • Tuttavia l’autorità dell’imperatore era debole anche in area tedesca, cause: perché distratta dalle aspirazioni universalistiche, per i lunghi periodi trascorsi in Italia, per il fatto che l’imperatore venisse eletto e perché il patrimonio imperiale si era disperso per le elargizioni fatte dai sovrani. • Nel Trecento si affermò il ruolo dei grandi elettori, che dovevano eleggere l’imperatore, essi erano quattro laici, ovvero gli elettori di Boemia, Brandeburgo, Sassonia e del Palatinato, e tre ecclesiastici, ovvero gli arcivescovi di Colonia, Treviri e Magonza -> • 1338 -> dieta (assemblea dell’impero) di Rhens -> con Ludovico di Baviera i principi elettori stabilirono che la corona regia e quella imperiale sarebbero state automaticamente associate a partire dal successivo sovrano, senza bisogno di legittimazione da parte del papa. • Carlo IV di Lussemburgo -> scese comunque in Italia per legittimare la sua autorità. Poi, per rendere meno incerte le procedure -> • 1356 -> Carlo IV emanò una bolla d’oro -> venne fissato il collegio dei sette principi che avrebbero dovuto eleggere l’imperatore e venne confermato che non sarebbe stato più necessaria la consacrazione pontificia e la corona d’Italia -> conferma che il titolo imperiale ora aveva natura solo tedesca. • Tra Trecento e Quattrocento -> il titolo imperiale fu conteso tra le casate, che si alternarono al trono, dei Wittelsbach, insediati in Baviera, dei Lussemburgo, insediati in Boemia, e degli Asburgo, insediata tra la Svizzera orientale, il Tirolo e la Carinzia. • I Lussemburgo ebbero la corona imperiale per circa un secolo ma non riuscirono a renderla ereditaria; l’ultimo sovrano della casata fu Sigismondo -> egli era stato eletto anche re di Ungheria e fece sposare sua figlia con Alberto II d’Asburgo -> in questo modo si ebbe la convergenza delle corone di Ungheria, Boemia e Austria nelle mani degli Asburgo e, con l’elezione imperiale di Alberto II, ottennero anche il titolo imperiale, che venne confermato per tutta l’età moderna -> quindi la carica di imperatore era formalmente elettiva ma di fatto dinastica. • Anche per la sua enorme estensione l’impero non ebbe mai una sovranità uniforme -> • L’autorità imperiale era esercitata con regolarità solo in alcune regioni, in genere quelle appartenenti alla casata regnante. • Non si riuscì mai a ottenere un accentramento del potere regio come nelle monarchie dell’Europa occidentale. • Le città e i principati erano diventati sempre più autonomi per la concessione di privilegi. • L’imperatore esercitò la sua autorità soprattutto tramite il Reichstag, ovvero il parlamento imperiale. • I principati territoriali -> i Lander erano i territori in cui era esercitata una vera autorità di tipo statale, erano retti da un signore, erano accumunati da un unico diritto consuetudinario e spesso da patti di pace territoriale, sottoscritti dai diversi organismi esistenti al suo interno come i signori minori e le città. Nei Lander i signori crearono strutture amministrative come quelle degli stati sovrani, con eserciti, tribunali d’appello, funzionari centrali e periferici etc. • Le città -> le maggiori città tedesche erano quelle della Germania meridionale, delle coste del mar Baltico e della Renania; esse erano governate da una borghesia mercantile. Con il rafforzamento dei principati territoriali, le città iniziarono a riunirsi in leghe (anche se le alleanze erano state vietate dalla bolla d’oro). Per un certo periodo in Germania ci fu uno stato di guerra continuo tra principi e città -> inizialmente ci furono dei successi delle città, in seguito subirono una serie di sconfitte e furono costrette a sciogliersi dopo una pace generale nel 1399. • L’Hansa -> le città dell’area del Baltico e della Renania nel XII secolo avevano creato una serie di unioni di mercanti chiamate “Hansa”, che ottennero la supremazia economica della regione -> 1364 tutte queste unioni si fusero in una sola -> la Hansa divenne una potenza economica e militare per tutto il Quattrocento -> essa tutelava i traffici che si svolgevano nei suoi empori (i manufatti dell’Europa occidentale erano scambiati con le materie prima dell’Europa orientale). • Il regno di Boemia -> nel Trecento si estinse la dinastia a capo della Boemia e Giovanni di Lussemburgo, figlio di Enrico VII, la integrò nell’impero e iniziò in Boemia la presenza della sua casata, che raggiunse il suo apogeo con Carlo IV, egli: • Pose la sua residenza a Praga. • Fondò a Praga la prima università dell’Europa centrale. • Estese il regno integrando il Brandeburgo. • Un principato territoriale particolare fu quello costituito dall’ordine religioso militare dei Cavalieri teutonici nelle regioni orientali -> essi conquistarono territori nelle regioni baltiche come la Pomerania e la Prussia. Dopo la sconfitta subita a Tannenberg (1410) da parte dell’esercito lituano- polacco ci fu un periodo di rivolte che indebolì il principato -> alla fine esso fu costretto a cedere la Prussia orientale al regno di Polonia e si fermò l’espansione tedesca verso est. 2. IL TRAMONTO DI BISANZIO • 1204 -> saccheggio di Costantinopoli -> dopodiché i crociati si spartirono il territorio bizantino in principati, dando vita a un “impero latino d’Oriente -> di questo impero i veneziani monopolizzarono gli empori commerciali. • Venne organizzata la riconquista di Bisanzio a Nicea, sulle coste dell’Asia Minore -> • 1261 -> Michele Paleologo, alleatosi con i mercanti genovesi, riprese Costantinopoli e restaurò la sovranità imperiale -> l’impero si ridusse sempre di più a una realtà regionale (non più romano ma greco). • Le debolezze interne -> • Già colpito dalle forze occidentali, l’impero fu attaccato anche dagli stati slavi nei Balcani e dai Turchi. • Con la dinastia dei Paleologi la concessione di terre in beneficio divenne ereditaria e la scelta dei burocrati si basava su legami famigliari. • Il commercio e la finanza rimanevano nelle mani di veneziani e genovesi. • Era difficile trovare il denaro per pagare gli eserciti, che erano composti da soli mercenari. • Continua svalutazione della moneta. • 1282 -> morte di Michele Paleologo -> guerre dinastiche per alcuni decenni. • Si sviluppò una vita culturale, che ebbe il suo centro nella città di Mistrà nel Peloponneso -> esso rivendicò l’antico primato della civiltà greca. • Unica autorità che rimase forte fu quella del patriarca di Costantinopoli. • Nella chiesa ortodossa c’erano due orientamenti -> • Ruolo del re -> a causa della forza dei poteri locali (corpi politici) i sovrani cercarono un dialogo con essi, stringendo accordi -> i sovrani si posero come referenti tra le varie componenti del regno, garantendo ordine interno e difesa contro i nemici esterni (anche la propaganda monarchica li rappresentava come garanti dell’ordine e difensori del regno) -> questa era la base per legittimare il diritto del sovrano di imporre tasse, amministrare la giustizia etc. • Governo centrale e istituzioni periferiche -> l’apparato amministrativo dei regni ebbe continuità, infatti venne mantenuta l’articolazione in organismi centrali e periferici. • Si differenziarono uffici specializzati. • Si ebbe un numero crescente di ufficiali con funzioni sempre più definite. • Il sovrano continuò a ricorrere a persone legate a lui da rapporti di fedeltà e parentela -> in questo modo la nobiltà si occupò sempre di più dell’esercizio degli uffici (se ne occupò in particolare la gentry). • Ceto degli ufficiali -> si affermò l’idea che l’ufficiale non fosse al servizio diretto del re, ma che svolgesse le sue funzioni per il regno, che svolgesse il suo ruolo non per un legame di fedeltà ma perché stipendiato, quindi si iniziò a formare una burocrazia reclutata non in base al suo status sociale ma alle competenze. Gli ufficiali venivano formati nelle università che venivano fondate con sempre maggiore frequenza. I funzionari vennero impiegati nelle cancellerie, nei tribunali, negli uffici finanziari etc. Con il tempo gli ufficiali divennero un vero e proprio ceto. • Accresciute esigenze finanziarie -> maggiore esigenze di finanze per il sovrano a causa della crescita degli apparati amministrativi, degli stipendi da pagare per le crescenti assunzioni di funzionari e per il mantenimento degli eserciti. Da sempre la maggior parte delle entrate proveniva dalle rendite dei territori, che però non erano più sufficienti -> per le esigenze finanziarie -> • Fu fatto ampio ricorso al prestito dei banchieri, soprattutto italiani, talora però i sovrani non furono in grado di pagare i loro debiti e provocarono clamorosi fallimenti delle compagnie finanziarie. • Con un controllo più stretto delle zecche, i sovrani svalutarono e rivalutarono le monete. • Risorse fiscali -> la maggior parte delle entrate provenivano dalle tasse -> • Maggior parte del denaro proveniva dalle imposte indirette, ovvero quelle gravanti sui consumi. • Vennero imposti dazi sulle merci in transito, esportate e importate. • Vennero imposte gabelle, imposta indiretta che poteva essere prelevata da qualsiasi tipo di merce. • Ci fu un crescente ricorso alle imposte dirette, ovvero quelle gravanti sul reddito -> possibile grazie a una rete periferica di esattori fiscali -> alcune tasse, come la poll tax in Inghilterra (riscossa sulle singole persone) scatenarono rivolte al momento della loro introduzione. • Amministrazione della giustizia -> l’autorevolezza dei sovrani si fondava sulla loro capacità di mantenere la pace interna e di garantire giustizia ai sudditi -> • L’ordine pubblico fu garantito da milizie stanziate nel territorio. • Giudici itineranti di nomina regia nelle province controllavano periodicamente l’attività dei tribunali locali. • Istituiti tribunali affidati a giudici della corona, ai quali i sudditi potevano appellarsi, in Francia vennero chiamati parlamenti. • Istituiti presso le corti tribunali supremi. • Eserciti permanenti -> alle mal addestrate truppe inviate dalle città e alle milizie feudali i sovrani sostituirono eserciti professionali formati da mercenari -> anche i mercenari potevano essere poco fedeli e compiere saccheggi nel caso in cui fossero rimasti privi di paga -> vennero così creati eserciti permanenti, essi erano -> • Corpi stabili. • Reclutati prevalentemente tra i sudditi. • Venivano mantenuti anche in tempo di pace. • Si trasformò il mestiere delle armi in carriera militare. • Accettazione delle componenti del regno di stipendiare un esercito permanente posto alla tutela del regno. • Diplomazia residente -> creazioni di funzionari stabili che si dovevano occupare delle relazioni diplomatiche con i governi stranieri. In precedenza i rapporti con i governi stranieri erano regolati da ambascerie temporanee, ma con la crisi delle istituzioni universali e l’affermazione dei regni monarchici si erano formate situazioni più complesse che richiedevano l’esistenza di figure che si occupassero permanentemente delle relazioni diplomatiche -> quindi nel Quattrocento si affermò la prassi di delegare i rapporti con i singoli stati ad ambasciatori che risiedessero stabilmente presso le corti straniere e che fossero in costante rapporto con la madrepatria grazie a una quotidiana corrispondenza con cui informavano sulle vicende politiche e militari e sugli affari interni dei vari stati. 2. CARATTERISTICHE COMUNI • Nonostante il rafforzamento dei poteri dei sovrani, gli stati rimasero caratterizzati dalla presenza di una molteplicità di corpi politici, come le città, i principati territoriali, la nobiltà etc., che esercitavano poteri con ampie autonomie. • I sovrani non ebbero mai la forza di imporre la propria autorità nel regno in forma diretta e assoluta, il loro potere fu sempre limitato da una pluralità di organismi politici minori -> gli stati costituirono delle realtà composite . • L’affermazione monarchica fu dunque contrastata e rallentata soprattutto da questi corpi politici minori, oltre che dalle crisi dinastiche e dalle sconfitte militari -> infatti ci furono una serie di rivolte di nobili, contadini e città tra Trecento e Quattrocento, come la rivolta dei contadini inglesi del 1381 scatenata dall’imposizione della poll tax. • A causa di questi contrasti e conflitti tra corpi politici sovrani, i sovrani ricercarono modi di legittimazione che derivassero da accordi -> si affermò quindi la gestione pattizia del potere -> i poteri locali riconoscevano la sovranità del re, quindi si sottomettevano all’autorità dei sovrani, e in cambio questi gli riconoscevano diritti e autonomia, ovvero delegarono loro una parte del governo degli stati. I sovrani si posero come mediatori tra i vari corpi politici, ne tutelavano le autonomie, garantivano la pace e l’unità del regno -> furono soprattutto questi patti, più che il consolidamento dei poteri monarchici, a rendere più stabili gli stati tra Trecento e Quattrocento. • Le assemblee rappresentative che si svilupparono in molti stati tra Trecento e Quattrocento furono espressione del patto tra sovrani e corpi locali, come gli stati generali in Francia, le cortes in Spagna, i parlamenti in Inghilterra e le diete in Germania -> esse erano costituite da rappresentanti dell’aristocrazia, della piccola nobiltà, dei mercanti delle città e qualche volta dai contadini. Il sovrano era tenuto a convocarle quando voleva emanare una legge o introdurre una tassa che poteva lederne i privilegi. Le assemblee divennero il luogo del dialogo e della mediazione tra gli interessi della corona e dei gruppi più importanti del regno. • Sentimento nazionale -> le assemblee rafforzarono la coesione tra gli stati. Infatti in alcuni stati si era iniziata a sviluppare una consapevolezza dell’esistenza di interessi comuni tra tutti gli abitanti di un territorio e dell’appartenenza a un’unica comunità politica -> in alcuni stati questa coscienza di appartenere a un’unica comunità politica, con caratteri propri anche dal punto di vista linguistico e culturale, formò un comune sentimento di appartenenza nazionale -> venne dato un segnale dal concilio di Costanza, dove i partecipanti decisero di non votare individualmente ma per nazione. Anche lo sviluppo di chiese nazionale ebbe origine da questo comune sentire. • Poteri informali -> molto contarono nell’affermazione dei poteri statali anche gli aspetti informali del potere -> • La natura sacrale del potere -> con l’unzione del re al momento dell’incoronazione che sanciva la volontà divina. • Sviluppo di rituali e cerimoniali di corte che ammantarono di prestigio le loro figure. • Le concessioni di grazia ai condannati, nell’esercizio della giustizia. • Nel governo ricorsero alla fedeltà di amici e parenti, ricompensando le proprie clientele con l’assegnazione di uffici, rendite e benefici ecclesiastici. CAPITOLO 25 – VERSO GLI STATI NAZIONALI 1. LA GUERRA DEI CENT’ANNI • La prima fase: la prevalenza degli inglesi -> la guerra dei Cent’anni è la serie di conflitti che in Francia contrappose la corona inglese a quella francese tra 1337 e 1453. • Da secoli i sovrani inglesi possedevano territori e titoli in Francia, di cui erano vassalli. • 1328 -> Carlo IV morì senza eredi -> il re di Inghilterra Edoardo III, che era il nipote, rivendicò il diritto a succedergli -> • Divenne invece re Filippo VI di Valois, che confiscò i feudi francesi di Edoardo III e lo indusse a muovere guerra nel 1337. Quindi le cause della guerra dei Cent’anni furono la successione al trono francese, la confisca dei feudi francesi di Edoardo III e la conquista francese delle Fiandre, una regione strategica per il commercio delle lane inglesi. • Inizialmente l’esercito inglese sbaragliò più volte quello francese, conquistando i territori nel sud ovest -> la Francia precipitò nel caos -> 1358 rivolte dei contadini contro la nobiltà e rivolta dei mercanti a Parigi. • 1360 -> pace di Brétigny -> sancì la sovranità inglese su circa 1/3 del territorio francese. • La conclusione: la vittoria dei francesi -> • Scoppiarono rivolte anche in Inghilterra a causa di inasprimenti fiscali -> ciò consentì ai francesi di riconquistare tutti i domini inglesi sul continente, tranne pochi avamposti costieri. • Enrico V d’Inghilterra si alleò con il duca di Borgogna -> 1415 vittoria ad Azincourt -> conquistò quasi tutta la Francia settentrionale -> ottenne la reggenza di Francia (1420). • Iniziò a questo punto una reazione antinglese per iniziativa delle popolazioni contadine, che trovò un simbolo in Giovanna d’Arco, una giovane lorenese che sosteneva di sentire voci dal cielo che le dicevano di aiutare il nuovo re di Francia Carlo VII -> ella guidò le milizie regie alla liberazione di Orleans nel 1429 ridando morale alle truppe francesi -> • Il duca di Borgogna si riconciliò con Carlo VII in cambio dell’indipendenza -> una serie di vittorie francesi -> • Dal 1453 agli inglesi rimase in territorio francese solo il porto di Calais. • Le conseguenze: il rafforzamento degli stati ->
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