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L'istruzione delle donne nella storia: limiti e cambiamenti, Appunti di Storia Moderna

Storia della donnaStoria SocialeStoria della cultura

Sulla difficoltà e le resistenze incontrate nelle donne nell'apprendere a leggere e scrivere durante il '600 e il '700, distingue il mondo urbano dal campagnolo e analizza come le opere scritte da uomini influenzassero la visione della donna. Viene inoltre esplorato il ruolo delle donne nella Chiesa del basso Medioevo e il loro ruolo nella società.

Cosa imparerai

  • Come le donne furono inibite dall'istruzione durante il '600 e il '700?
  • Come le differenze tra il mondo urbano e quello campagnolo influenzarono l'istruzione delle donne?
  • Quali ruoli ricoprirono le donne nella Chiesa del basso Medioevo?
  • Come le donne contribuirono alla società durante il basso Medioevo?
  • Come le opere scritte da uomini influenzarono la visione della donna?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/05/2022

S.Colabene
S.Colabene 🇮🇹

4.7

(7)

12 documenti

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Scarica L'istruzione delle donne nella storia: limiti e cambiamenti e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAPITOLO 4: ISTRUZIONE E CULTURA Nel XIX e XX secolo iniziarono ad emergere i movimenti femminili che avevano l’obiettivo di preservare e affermare i DIRITTI DELLE DONNE, tra questi diritti sicuramente il più acclamato era il DIRITTO ALL’ISTRUZIONE. Questa richiesta era già presente da qualche secolo, infatti all’alba dell’età moderna questa questione era già viva. Innanzitutto è importante specificare cosa voleva dire istruirsi in età moderna: - conoscere le lingue classiche (greco e latino), la filosofia, la teologia, la storia e la scienza. Inoltre, se l’istruzione rappresentava per gli uomini un avanzamento di carriera, per le donne l’istruzione implicava una formazione della propria personalità o un mezzo per diventare una cristiana migliore —> l’ISTRUZIONE per le donne era un qualcosa di privato, perché serviva ad accrescere la propria personalità, mentre per gli uomini era un qualcosa che avrebbe influenzato anche la loro carriera e quindi avrebbe permesso agli uomini di accedere al mondo del lavoro e di crescere professionalmente, infatti proprio per questo gli uomini potevano frequentare le scuole pubbliche, invece le donne venivano istruite ma in maniera diversa: in quanto dovevano accontentarsi di maestri privati o di scuole apposite per loro. Quindi c’era: - chi sosteneva il diritto delle donne all’istruzione; - chi ostacolava questo diritto, sia perché NON capiva il motivo per cui le donne dovessero istruirsi dato che l’istruzione non aveva una valenza pratica ma una valenza astratta e volta al completamento della propria persona, quindi alla donna nella pratica non serviva a nulla istruirsi se non a migliorare se stessa e la propria personalità. Sempre coloro che ostacolavano l’istruzione delle donne si chiedevano se istruirsi potesse cambiare la vita della donna e quindi il fatto che la donna avrebbe potuto sacrificare i doveri domestici, la cura della famiglia e il timore più grande era che la donna avrebbe potuto cambiare il proprio ordine sociale e quindi anche lei giungere nel mondo del lavoro e avanzare la propria scalata sociale. Alfabetizzazione: Con la Riforma Protestante molti istituti protestanti e cattolici finanziarono l’istruzione femminile, in particolare l’abilità della lettura da parte delle donne, infatti furono aperte molte scuole primarie per bambine che non potevano permettersi di studiare privatamente. Questo ha fatto si che molti storici affermassero per un lungo periodo di tempo erroneamente che la Riforma Protestante abbia sostenuto l’istruzione femminile e quindi in generale le donne nella loro scalata sociale —> IN REALTÀ NON È COSÌ —> perché questa istruzione, questa possibilità di imparare a leggere che veniva data alle donne era un’istruzione limitata alla loro persona ed era finalizzata a far diventare queste donne devote, degne di lode e quindi delle perfette cittadine, non era destinata alla loro scalata sociale e professionale. Infatti, alle donne veniva insegnato a leggere i salmi, parti di Vangelo, parti di Bibbia e venivano insegnate anche abilità pratiche, come: il cucito, la cucina e tutte le altre attività domestiche che venivano impartite dalle insegnanti donne. Un altro aspetto importante, se pensiamo alla capacità di leggere in età moderna da parte delle donne, bisogna distinguere il mondo della campagna dal mondo urbano: - infatti, nel mondo urbano la possibilità di istruirsi era molto più alta (sia per gli uomini che per le donne) rispetto alla campagna, e per questo motivo c’era una differenza abissale tra l’istruzione femminile e l’istruzione maschile che era nettamente superiore; - Nelle campagne, siccome non era data un’importanza centrale all’istruzione c’era meno differenza di genere all’interno di un istituto scolastico tra uomini e donne proprio perché erano pochi i ragazzi che imparavano a leggere e a scrivere. Questa poca differenza nel mondo della campagna tra l’istruzione femminile e quella maschile è data dal fatto che nella campagna non veniva data importanza alla scuola e quindi all’istruzione. Un altro elemento importante da considerare riguardo all’istruzione in età moderna è quello degli ordini monastici che promossero diverse iniziative per istruire le giovani donne; pensiamo, ad esempio, agli ordini religiosi come le orsoline che insegnavano alle giovani donne accolte in questi ordini religiosi, non materie tradizionali ma valori morali e religiosi che venivano imparati a memoria. Nonostante ciò, gli ordini religiosi di questo tipo non erano numerosi al punto tale da accogliere tutte le donne della zona che quindi non avrebbero potuto imparare a leggere a scrivere. Anche quando le donne avevano disponibilità economica e venivano accolte in un istituto scolastico, queste imparavano SOLO A LEGGERE e non a scrivere per due motivi: - la prima ragione è di ordine economico: le famiglie più ricche preferivano finanziare lo studio dei maschi e quindi i maschi continuavano il loro percorso scolastico mentre le donne si fermavano prima perché era dispendioso frequentare una scuola e quindi le famiglie davano alle donne la possibilità di imparare a leggere, però poi per una questione economica le donne non imparavano più a scrivere e lasciavano la scuola; - La seconda ragione è di ordine morale: bisogna pensare al ruolo che hanno scrittura e lettura, in quanto: mentre la lettura presuppone un apprendimento passivo perché l’individuo legge qualcosa scritto da un altro e quindi da un uomo e quindi la lettura non era considerata pericolosa per la donna, la scrittura era invece considerata come un pericolo per l’uomo, perché se la donna avesse imparato a scrivere avrebbe potuto esprimere liberamente le proprie opinioni e quindi avrebbe potuto causare un cambiamento di ordine sociale e quindi alle donne veniva precluso l’apprendimento della scrittura. È importate, inoltre, fare una differenza tra Europa nord-occidentale ed Europa sud-orientale: - mentre nel nord-ovest il grado di alfabetizzazione sia maschile che femminile era più alto; - nel sud-est il grado di alfabetizzazione sia maschile che femminile era più basso, perché il mondo rurale dominava maggiormente rispetto al mondo cittadino che invece dominava maggiormente al nord. Le donne e la lettura: Come sappiamo, alle donne veniva insegnata la LETTURA e raramente la scrittura per motivi di ordine economica e morale. Quali erano i testi che le donne potevano leggere? • Le donne ricoprivano anche incarichi amministrativi quando si era in guerra, sostituendo temporaneamente gli uomini, infatti ci furono delle correnti di pensiero sostenute da critici che affermavano l’importanza di una serie istruzione femminile che non fosse improntata solo sul ruolo di moglie e di madre della donna, ma che fosse completa: quindi era importante impartire alla donna lezioni di latino, lezioni di classici che non invogliassero la donna a coltivare interessi frivoli, ma che alimentassero la sua cultura e che quindi potessero permettere di creare una donna degna di curare i propri figli, il marito ed occuparsi dei doveri domestici. Quindi, secondo questi critici il ruolo della donna non cambiava e il modo in cui la donna influenzava la società non cambiava MA doveva cambiare la sua istruzione —> perché, secondo loro, fino a quel momento era stato sottovalutato il suo ruolo e quindi doveva essere educata e istruita come gli uomini. Per questo motivo, i sostenitori di questa educazione più ferrea delle donne scrissero delle opere in descrissero la vita e le vicende di donne illustri, tra queste ricordiamo: - Anna Maria Van Schurman, considerata la donna più colta del suo tempo, infatti per lei le donne dovevano essere istruite, anche se restringeva il campo alle nubili della media e alta borghesia che intendevano mettere al servizio di Dio il proprio patrimonio culturale. Secondo lei il sapere e l’istruzione non portavano le donne a contraddire l’ordine costituito politico e sociale, anzi a conservarlo e a renderlo migliore, a preservarlo. Però, la posizione di questa donna sull’educazione femminile era molto conservatrice e quindi rinnegò i suoli studi coltivati in precedenza individuando nella lettura delle Scritture, se guidata dallo Spirito Santo, l’unica fonte di conoscenza necessaria ai cristiani di entrambi i sessi. Ma, nonostante lei stessa abbia smentito le sue argomentazioni passate a favore dell’istruzione femminile, queste furono poi riprese da altri intellettuali che sostennero questo principio: cioè il fatto che le donne dovessero essere istruite. ↓ Infatti, per questo motivo ci furono diverse proposte concrete per la costituzione di accademie femminili e le donne iniziarono ad istruirsi: • la prima donna a conseguire un diploma universitario in Europa fu una cattolica italiana nel 1678 —> Elena Cornarono Piscopia che discusse una tesi di laurea in filosofia all’Università di Padova di fronte ad una folla di ventimila persone, anche se l’anno successivo l’università pribìdi nuovo l’accesso alle donne. Quindi le donne pian piano furono inserite nell’ambito dell’istruzione, anche se in modo molto discontinuo. • Via via le cose migliorarono, infatti nel XVIII secolo l’Università di Bologna aprì le porte a molte donne italiane che diventarono membri delle accademie scientifiche italiane come Luisa Bassi Veratti. Corti e salotti: Nell’Europa della prima età moderna, il numero di donne che ricevevano un’istruzione universitaria era molto basso, solo le scuole femminili impartivano: - principi dell’istruzione di base; - nozioni di galateo. ↓ Nacquero le CORTI e i SALOTTI, che in un periodo come quello tra la Riforma e la Rivoluzione Francese rappresentarono non soltanto le sedi del potere politico ed economico ma anche centri culturali; infatti furono considerati più utili delle scuole per la formazione culturale delle gentildonne, ma anche luoghi in cui esse poterono esercitare una certa influenza nel campo del sapere. • Nel ‘500 in Francia, Spagna e Portogallo e in seguito anche nell’Europa centrale e orientale, i sovrani iniziarono ad accentrare il potere nelle proprie mani istituendo monarchie assolute. Infatti, i nobili che da secoli godevano di autonomia dovettero sottostare ai voleri i capricci del re ed essere più rispettosi se volevano ottenere e conservare cariche politiche e privilegi economici. Dovevano quindi assumere un nuovo ruolo che era quello del cortigiano. La guida migliore era “Il libro del Cortegiano” di Baldesar Castiglione, questo libro consigliava agli uomini di adottare il comportamento che ci si aspettava dalle donne: - badare all’apparenza; - non parlare con arroganza; - non ostentare le proprie competenze ma dimostrare interesse per tutto ciò che riguarda chi detiene il potere; - essere sempre discreti; - serbare intatta la reputazione. Nelle corti rinascimentali si prestava grande attenzione alle cerimonie, ai rituali e bisogni fisici e psicologici del re. Le incombenze più prestigiose erano quelle connesse alle esigenze fisiche del sovrano: quindi portargli la colazione e porgergli il tovagliolo, buttare il vaso da notte. Compiti che possono apparire avvilenti e disgustosi ma che fornivano l’opportunità di entrare in stretto contatto con il monarca. Infatti, la gentildonna che assolveva in modo appropriato i suoi obblighi, che era cortese e amabile, paziente e premurosa poteva conquistare un vitalizio vantaggioso, posizioni di rilievo per il padre e i fratelli, un marito influente. Sebbene Castiglione sottolineasse con enfasi che le damigelle fossero caste e avessero fama di costumatezza, molte giovani capivano ben presto che DIVENTANDO LE AMANTI DEL RE si potevano ricavare notevoli privilegi. N. Questo ruolo veniva accettato senza discussione presso la maggior parte delle corti, Infatti molti sovrani francesi come Luigi XIV Avevano la favorita di turno a rango di amante ufficiale. La più influente fu Madame de Pompadour che oltre ad essere l’amante ufficiale di Luigi XIV passo alla storia per essere lettrice vorace protettrice di scrittori compositori e architetti. Inoltre ella realizzò l’obiettivo umanista di utilizzare il sapere per scopi politici in uno dei pochi modi possibili per una donna di quel tempo. • Accanto agli amanti dei potenti, c’erano altre donne che potevano esibire in pubblico la propria cultura e le proprie abitudini senza essere criticate: le regine. Infatti in età moderna l’Europa vide un gran numero di sovrane e di donne con responsabilità di governo dalle regnanti come Maria ed Elisabetta Tudor e Cristina di Svezia alle consigliere di figli minori o incapaci come Caterina dei medici alle reggenti come Margherita di Parma un Asburgo che fu governatrice dei Paesi Bassi. Fortunatamente quasi tutte: - Avevano ricevuto un’educazione che non si limitava al completamento, ma avevano studiato anche il o latino e le lingue moderne che consentivano di comunicare senza problemi con ambasciatori, cortigiani e altri sovrani; - avevano studiato le scienze naturali e la storia che fornivano gli strumenti per ponderare le decisioni in campo militare ed economico; - avevano una preparazione politica che sosteneva in diplomazia e nella scelta oculata dei consiglieri. • Nella metà del ‘600, alcune parigine diedero vita ad un’istituzione che consentì loro di accedere al mondo della cultura e delle lettere: il salotto. Il primo e vero salotto è considerato quello di Madame de Rambouillet, il cui esempio fu seguito da molte altre donne parigine nel corso del secolo. ↓ • Le donne che organizzavano i frequentavano i salotti del te 600 e dei primi anni del settecento erano quasi tutte di nobili natali, infatti nei salotti si riunivano membri della nobiltà più antica, di quella più recente e dell’alta borghesia. • Le donne di solito imparavano come gestire un salotto frequentando per anni il salotto di una donna più anziana ed esperta, per le donne colte si trattava di una sorta di carriera con un periodo di apprendistato fino alla piena titolarità ma non comportava retribuzioni in denaro. • I salotti appartenevano a quella che gli storici definivano sfera pubblica che comprendeva le associazioni scientifiche e letterarie, i giornali, le riviste e i circoli che richiedevano una quota di iscrizione e le caffetterie e creavano quella che oggi definiamo l’opinione pubblica, che si esprimeva su innumerevoli argomenti di interesse comune. • Nel XVIII secolo queste nuove istituzioni, compresi i salotti, contribuirono alla diffusione e all’elaborazione delle idee politiche e filosofiche dell’Illuminismo. Infatti, anche in Italia alcune donne diffondevano le idee dell’Illuminismo e sostenevano l’istruzione femminile sia sui giornali che nei salotti. Elisabetta Caminer Turra, per esempio, era la responsabile di una casa editrice e fondò numerose riviste. Inoltre, così come avevano già fatto altre donne colte di epoche precedenti, la Turra consigliava alle donne di prestare più attenzione alla mente e meno all’abbigliamento. Patronato: Durante la prima età moderna le dame di corte non usarono il proprio ascendente soltanto per favorire la carriera degli uomini della loro famiglia ma anche per proteggere scrittori, compositori e pittori: infatti, in quel tempo, era difficile ottenere successo in campo letterario artistico senza l’aiuto di una persona influente. Molti mecenati erano assai esigenti, imponevano il soggetto, lo stile, ordinavano lavori ben precisi e spesso pretendevano che venissero modificati in corso d’opera. CAPITOLO 5: DONNE E PRODUZIONE ARTISTICA  Nel Medioevo, la CULTURA era monopolio quasi ESCLUSIVO DELLA CHIESA. Infatti: 1. quasi tutta la produzione artistica, musicale, teatrale trattava soggetti d’ispirazione religiosa e veniva esposta o rappresentata nelle chiese 2. i testi letterari erano scritti o copiati dei chierici e affrontavano anch’essi temi sacri. MA  Durante il Rinascimento si diffuse anche l’interesse per tematiche e finalità laiche.  Con il Rinascimento prese piede anche un nuovo atteggiamento nei confronti degli artisti e del mondo della cultura: In epoca medievale: pittori, scrittori, compositori erano considerati artigiani al livello dei ciabattini e dei fornai, infatti, le loro opere erano il prodotto di una bottega e non della fantasia del singolo; Nel Rinascimento: ci fu una nuova visione dell’artista, gli autori incominciarono a firmare le loro composizioni e a certe arti come la pittura, la scultura e l’architettura fu attribuita un’importanza maggiore rispetto ad altre. Questa distinzione si accentuò intorno alla metà del ‘500, per effetto del pensiero di Giorgio Vasari, da molti ritenuto il PRIMO STORICO DELL’ARTE.  Un’altra distinzione importante da fare è la seguente: Pittura, scultura, architettura furono considerate le arti maggiori, e tutte le altre minori o decorative. Lo stesso avvenne per le opere scritte: infatti determinati generi, come la poesia, il poema storico ed epico vennero definiti “letteratura” a differenza di altri, come le lettere e i diari.  Le donne erano escluse da quasi tutte le scuole e le accademie per regolamento o consuetudine, i loro scritti raramente venivano accettati dalle riviste di letteratura. Si pensava che le arti maggiori scaturissero da prerogative tipicamente maschili: fermezza, vigore, energia, logica e determinazione. MENTRE La produzione artistica o scientifica di una donna era considerata frutto non d’ingegno ma di manualità, operosità, capacità di osservare e di mettere in pratica gli insegnamenti di un maestro, in altri termini, «artigianato», non «arte» né «scienza». Artiste figurative  I PREGIUDIZI DI GENERE legati alle arti nel Rinascimento fecero sì che:  le NUOVE FORME ESPRESSIVE create dalle donne non furono mai considerate ARTI MAGGIORI  le arti predilette dalla donne persero di importanza.   L’esempio più eclatante di ARTE CHE PERSE il suo VALORE è il RICAMO. Il ricamo durante il Medioevo era: – praticato da donne e uomini spesso organizzati in corporazioni dirette da uomini – e retribuito al pari della pittura. Durante l’età moderna il ricamo venne identificato come un lavoro femminile. – Era considerato un COMPLETAMENTO piuttosto che arte, soprattutto quando veniva svolto in casa per uso domestico. – Divenne sinonimo di benessere, perché era un’attività svolta dalle giovani borghesi e nobili = favoriva lo sviluppo delle qualità più apprezzate nella donna (sottomissione, castità, cura del dettaglio, attaccamento alla famiglia…) – Ebbe molti aspetti in comune con la pittura, infatti, le due arti si influenzavano a vicenda:  C’era prospettiva  Si badava alle proporzioni  Era importante la gradazione dei colori  Si riprendevano i temi dell’antichità MA – L’arte del ricamo differiva dalla pittura, essendo considerata un’attività prettamente femminile. – Quali erano le caratteristiche dei ricami?  Le donne, siccome non consideravano i ricami come frutto di creatività, non firmavano le opere.  I soggetti ritratti riflettevano la posizione sociale della donna e i suoi cambiamenti.  La Madonna e le sante erano rappresentate giovani e graziose per sottolineare la loro dipendenza dal Dio Padre.  Nelle regioni protestanti venivano ritratte coppie bibliche sposate accompagnate da versetti che rammentavano la sottomissione della moglie rispetto al marito.  Dal ‘700 alla rappresentazione delle eroine si sostituirono scene ambientate tra le pareti domestiche o nell’aia.  La PITTURA era tra le arti destinate ai maschi, MA c’erano molte donne che non accettavano che i pittori professionisti dovessero essere solo uomini! – Emergevano soprattutto figlie d’arte (come Caterina Van Hemessen)  infatti le giovani che si dedicavano alla pittura erano:  o la maggiore tra tutte le figlie  o non avevano fratelli maschi: questo permetteva al padre di occuparsi della sua carriera. – Le pittrici provenivano da famiglie aristocratiche mentre i pittori avevano il padre artigiano – Alle donne era proibito lo studio del nudo maschile per questo di solito realizzavano solo RITRATTI, QUADRETTI CON POCHI PERSONAGGI, NATURE MORTE, SCENE DI INTERNI ed evitavano figure intere di grande formato. – Alle donne era anche proibita la tecnica dell’affresco perché questa tecnica imponeva di lavorare in pubblico = inadatto per una donna! – Per raggiungere la celebrità la donna doveva seguire un percorso tortuoso e limitante, infatti: 1. era importante l’apprendistato 2. erano in difficoltà poiché non potevano viaggiare quindi non avevano la possibilità di avere contatto con committenti privati e farsi pubblicità. – Ci si è chiesto quanto l’APPARTENENZA AL SESSO FEMMINILE ABBIA INFLUENZATO LE DONNE NEL LORO MODO DI PRESENTARE I SOGGETTI E NELLE TECNICHE ADOTTATE. Due donne emblematiche sono Artemisia Gentileschi e Judith Leyster, perché la loro opera è stata giudicata fastidiosamente “maschile”/forte/esuberante (Leyster) e violenta/drammatica (Gentileschi): 1) ARTEMISIA GENTILESCHI = è stata violentata da uno dei suoi maestri e questo ha attirato l’attenzione per secoli, più della sua arte. Nei suoi dipinti emerge la forza espressiva di Caravaggio (impartita dal padre). Ritrae spesso figure di donne, eroine bibliche e mitologiche (particolarmente amate dal pubblico) come Giuditta che tagliò la testa al tiranno Oloferne (antico testamento) 2) JUDITH LEYSTER = famosa è l’opera “La proposta” in cui protagonista è una donna intenta nel cucito a cui un uomo offre una manciata di monete. Musiciste, compositrici e attrici I pregiudizi di genere interessarono anche la musica.  Nel ‘500 i moralisti mettevano gli uomini in guardia contro le donne che si servivano di musica per AMMALIARLI.  MA dal ‘600 saper CANTARE E SUONARE divenne sinonimo di perfetta educazione per le fanciulle di media e alta borghesia.  Anche se alla maggior parte di loro non era consentito esibirsi in pubblico, ma solo IN FAMIGLIA. Infatti molte fanciulle abbandonavano la musica dopo il matrimonio nonostante fosse considerata il SIMBOLO della felicità e armonia coniugale.  Quale fu il RUOLO delle donne nella produzione e creazione di canzoni, ballate e altre forme di musica popolare? Buona parte di questa produzione: – NON FU MAI TRASCRITTA né PUBBLICATA – oppure venne STAMPATA E PUBBLICATA MOLTO TEMPO DOPO ESSERE STATA COMPOSTA (anonima o attribuita ad altri autori, la cui paternità era mitica). Nonostante ciò, si può ipotizzare che molte di queste canzoni popolari siano state scritte da donne, perché:  molte melodie accompagnavano lavori tradizionalmente femminili  c’era focus sulla personalità del personaggio femminile, più che sul suo aspetto fisico  reciprocità tra i sessi  le gioie e i dolori della relazione madre/figlio  venivano cantate solo da donne  Le donne potevano anche essere interpreti di ogni tipo di brano musicale, che veniva adattato alle loro esigenze: 1. aggiungendo VERSI 2. modificando il TEMA 3. ritoccando il MOTIVO della tradizione di Petrarca della poesia amorosa che modificarono in modo da presentare la donna in veste di soggetto attivo e non oggetto del desiderio maschile.  Le donne si dedicavano anche alla scrittura di testi teatrali: 1. c'erano monache (come BEATRICE DEL SERA) componevano drammi destinati alla presentazione nei conventi, interpretati da suore: il messaggio era spirituale ma la vicenda affrontava anche temi profani 2. Un ruolo importante lo ebbe l’autrice Aphra Behn che visse con il suo lavoro letterario e tra le sue opere ci sono delle commedie, che sembra siano state rappresentate più volte, in cui trattavano soggetti comici e osceni che piacevano agli inglesi del tempo, ma che non la risparmiarono dalle critiche. Una particolarità delle commedie scritte da donne era che i personaggi femminili erano più numerosi e ricoprivano ruoli importanti.  Per quanto riguarda il romanzo, Madelaine de Scudéry scrisse un’opera che siglò il dominio femminile nel campo del romanzo, solitamente ambientato in tempi e luoghi remoti e sempre connotato da intenti morali.  Importanti sono le raccolte di novelle di Maria de Zayas y Sotomayor in cui lei criticò il matrimonio con vicende in cui i mariti tenevano rinchiuse le mogli, le picchiavano e le affamavano; per cui molte donne sceglievano di entrare in convento. Le scrittrici diedero vita a personaggi femminili dotati di qualità straordinarie, infatti, le loro eroine erano poco trasgressive e incarnavano le doti che venivano comunemente apprezzate nelle donne come: perseveranza, modestia, pazienza e purezza.  Le donne furono inclini anche a scrivere opere di letteratura precettistica  A questo tipo di letteratura appartengono: – molti libri che le madri indirizzavano ai figli quando erano IN PUNTO DI MORTE o TEMEVANO DI MORIRE – in Germania erano scritti da nobili regnanti che davano ai figli consigli sul BUON GOVERNO  Un altro genere importante è l’autobiografia e il libro di memorie che erano: 1. un MEZZO PER TRASMETTERE PRECETTI MORALI = opere introspettive 2. scritte da carcerate che volevano scrivere la propria storia sperando di scagionarsi rendendo pubblica la propria versione dei fatti e guadagnare abbastanza da mantenersi in prigione = no introspettive 3. scritte da nobildonne di fine ‘600, come Madame de Lafayette, che volevano stabilire la verità e quindi raccontavano la loro vita a corte per DIFENDERSI DAI PETTEGOLEZZI E DALLE CHIACCHIERE, fornendo un’interpretazione SOGGETTIVA DELLE LORO AZIONI: volevano salvaguardare la loro reputazione.  I libri di memorie delle donne sono considerati PRECURSORI DEL ROMANZO perché le donne rispetto agli uomini erano più ATTENTE ALLE RELAZIONI INTERPERSONALI, senza limitarsi alle vicende individuali.  Importanti, infine, sono gli scritti politici femminili in cui non c’erano resoconti della vita di corte, ma veniva esposto qualcos’altro che prescindeva dal mero racconto del proprio vissuto, infatti c’erano: – predicazione politica – petizioni presentate al parlamento da parte di gruppi di donne – pamphlet in difesa di qualche posizione Scienziate  In Europa sorsero gruppi spontanei che discutevano di scienza e raccoglievano un vasto pubblico, per questo bisognava avere nella propria biblioteca alcune opere di argomento scientifico e questo fu reso possibile grazie al fatto che nel 600 il prezzo dei libri diminuì.  qual era la posizione delle donne in questo scenario?  Le donne leggevano testi scientifici perché:  compaiono nelle loro biblioteche personali  gli elenchi degli abbonati alle case editrici contengono nomi femminili.  L’Athenian Society è una Accademia inglese che emulava la Royal Society e dichiarava che il suo obiettivo era far conoscere la scienza a tutti di uomini e donne.  Nel 1704 in Inghilterra uscì il primo periodico femminile che conteneva articoli scientifici, infatti le donne non facevano parte solo della platea a cui la scienza si rivolgeva ma erano parte attiva e quindi traducevano testi scientifici, dai più facili ai più complessi.   Alcune scienziate di origine nobile celebri furono: 1. Madame du Chatelet  apparteneva alla nobiltà  si era formata grazie ai rapporti personali, infatti tenne un salotto scientifico in casa sua che le permise di entrare in contatto con gli intellettuali dell'epoca:  ha tradotto dal latino i Principia di Newton in francese  ha scritto un saggio che aveva l'intento di avvicinare il pubblico francese alle teorie di Newton e Leibniz. 2. Anne Finch ha ispirato il pensiero di Leibniz.  Non tutte ebbero origine nobile, alcune italiane erano figlie di cattedratici e riuscirono a laurearsi e quasi nessuna ebbe la possibilità di accedere a istituzioni pubbliche.  Alcune donne francesi e tedesche avevano avuto come maestro il padre e diventarono famose per le loro illustrazioni botaniche e anatomiche oppure come cartografe.  L’astronomia fu una disciplina in cui operarono anche le donne, perché, soprattutto in Germania, nel 600 la maggior parte degli osservatori faceva i suoi studi nel proprio appartamento privato e questo consentiva alle figlie e alle mogli degli astronomi di studiare e scrutare al telescopio. Un aspetto importante è che il ruolo di queste donne non era di semplici assistenti, infatti, effettuavano ricerche autonomamente e pubblicavano i risultati della loro indagine.  Le scienze sperimentali all'alba dell'età moderna erano considerate di pertinenza femminile, anche se coloro che avevano poca fiducia nelle capacità delle donne credevano che gli esperimenti di laboratorio non fossero diversi dall’arte della cucina e pensavano che l'osservazione del mondo naturale rafforzasse il sentimento religioso. Perché le scienze sperimentali erano di pertinenza femminile? Perché gli studi classici erano riservati agli uomini (solo il loro intelletto era capace di apprendere, secondo la mentalità dell'epoca, il latino e il greco) e questo portò a credere che le donne potessero condurre una ricerca più oggettiva in quanto non erano condizionate dagli studi classici e quindi da teorie ormai superate. Le donne potevano quindi interessarsi alla scienza a patto che non la rendessero una professione.   A causa di queste idee molti scienziati inglesi e altri come Francesco Bacone consideravano effeminati i loro colleghi che frequentavano salotti femminili, poiché auspicavano una scienza più mascolina. INFATTI La Royal Society di Londra voleva coltivare una filosofia maschile e quindi una scienza destinata solo agli uomini, infatti, la prima donna entrò nella Royal Society solo nel 1945.  Questa esclusione delle donne in quanto tali non era presente in nessuno statuto, ma avveniva nella concretezza, perché le richieste di ammissione di scienziate e filosofe venivano respinte con riferimento al loro sesso in modo esplicito. Questa esclusione riguardo anche l'anatomia e l'astronomia e dunque tutta la scienza. - Le religiose dovevano isolarsi dal mondo, chiudersi in clausura, istituto sancito mediante la bolla papale Periculoso, promulgata nel 1298 da Bonifacio VIII. ↓ Queste iniziative ridussero il potere delle badesse e la loro visibilità nella comunità circostante, proprio mentre le università, chiuse alle donne, si sostituivano ai monasteri nel ruolo di principali centri della cultura europea. • Nel basso Medioevo, le MONACHE: - Smisero di dispensare consigli politici; - Smisero di comporre opere destinate alla rappresentazione; - Dedicarono la scrittura e la dimensione spirituale alla vita interiore e alla meditazione. ↓ • Nel Quattrocento alcuni ecclesiastici e le monache sostenevano che molte case avevano perso l’ardore spirituale di un tempo; infatti tante giovani non prendevano i voti per propria scelta ma per volontà dei genitori che, non potendo garantire la dote necessaria per maritarle a un uomo di pari condizione sociale, optavano per il convento che solitamente richiedeva una dote più bassa. Queste donne spesso conducevano un’esistenza simile a quella che avrebbero condotto fuori (ricevevano visite, mangiavano cibi raffinati, tenevano domestiche al proprio servizio). In molte regioni, i responsabili degli ordini religiosi cui i conventi erano affiliati e le badesse convinte della necessità di cambiare le cose tentarono di porre un freno a questa condotta e di imporre regole più rigide. Per le suore le misure adottate ebbero conseguenze sia negative che positive: - negative perché spesso ponevano il monastero sotto più stretta sorveglianza da parte del vescovo, limitando l’autonomia della badessa e le possibilità di contatto con il mondo esterno, cosa che riduceva anche le opportunità di ricevere donazioni; - positive perché in certi casi favorivano nel gruppo una forte coesione e una maggior consapevolezza del valore spirituale della propria esistenza, soprattutto quando lo stimolo al rinnovamento proveniva dalla madre superiora. • Nelle terre in cui predominava la religione ortodossa, come l’Europa orientale e la Russia: - c’erano pochissimi conventi di clausura; - le suore non mettevano i beni in comune e ciascuna aveva entrate, abbigliamento e cibo personali; - Le vedove erano molto più numerose che nell’area cattolica: per tutelare il proprio decoro sociale e i propri interessi economici preferivano prendere i voti e donare i beni mobili o il patrimonio fondiario di cui disponevano al convento piuttosto che condurre battaglie legali contro gli altri eredi; - Le superiore delle abbazie più importanti, che venivano elette dalle suore, spesso erano assai potenti, ospitavano alti funzionari civili ed ecclesiastici ed erano in contatto con lo zar. ↓ A differenza di quanto avveniva in Occidente: - da queste donne non si pretendeva una profonda vocazione, MA soltanto che conducessero un’esistenza rispettabile. In Europa orientale: • i conventi femminili fino a tutto il Settecento continuarono a funzionare esattamente come nei secoli precedenti; • Nel basso Medioevo c’erano anche donne che vivevano in comunità meno organizzate dei monasteri. Quelle che NON DISPONEVANO DI UNA DOTE PER SPOSARSI o ENTRARE IN CONVENTO spesso aderivano a confraternite semireligiose e si mantenevano con lavori di tessitura, cucito o prestando assistenza ai malati. ↓ Fra queste c’erano le cosiddette beghine, che la Chiesa ignorò fino al Trecento quando incominciarono ad apparire sospette poichéé non erano sottoposte all’autorità di un uomo né avevano pronunciato voti solenni. Per tutti questi motivi si fece di tutto per impedire alle donne di scegliere forme di vita collettiva che si discostavano da quella rigidamente claustrale. Talvolta tali tentativi ebbero successo, ma continuarono a esistere gruppi di nubili e vedove che sceglievano la coabitazione per il semplice fatto che essa rappresentava per loro l’unica possibilità di sopravvivenza. • Durante l’alto Medioevo la santit à era una condizione riservata alle vergini, ma nei secoli successivi comparvero anche sante sposate e madri di famiglia: - alcune riuscivano a convincere i mariti a vivere in castità; - altre li abbandonavano; - altre ancora continuavano ad avere rapporti sessuali e a mettere al mondo figli. ↓ Dal momento che la Chiesa attribuiva immenso valore alla verginità, la maternità turbava le donne particolarmente devote, che talvolta trovavano consolazione pensando a Maria, la madre di Cristo. • Nel cristianesimo del basso Medioevo, la stragrande maggioranza delle donne non era costituita da suore ma da laiche – cioè figlie, mogli e madri che vivevano in famiglia o donne nubili e vedove che abitavano per conto proprio. Il cristianesimo del basso Medioevo offriva ai credenti laici diverse possibilità per avvicinarsi al Regno dei Cieli o rivolgersi a Dio per risolvere i problemi qui in terra. Uomini e donne: - andavano in pellegrinaggio; - facevano offerte per celebrare messe in memoria o preghiere speciali; - accendevano ceri; - fondavano confraternite laiche dedicate a santi particolari o a pratiche devozionali specifiche come il rosario; Le loro vite erano scandite da cerimonie con significato religioso (battesimi, matrimoni, funerali) e tutto il calendario era strutturato in base all’anno ecclesiastico, con feste e fasti celebrati con la famiglia e cerimonie collettive. • Oltre a Cristo, uomini e donne veneravano: - la Vergine Maria che era un’immagine assai popolare, ritratta così sovente che molti pensavano fosse una figura della Trinità; - I santi che nel mondo cristiano medievale avevano la stessa funzione che le divinità minori avevano avuto per greci e romani, di protettori di determinate attività e di figure cui rivolgersi in caso di bisogno. • Nel XV secolo, la madre di Maria, Anna, un personaggio non biblico la cui vita fu messa in discussione per la prima volta in documenti scritti del II secolo, diventò un personaggio sempre più importante della pietà popolare. Le furono dedicati chiese, santuari e altari e molte famiglie battezzavano le figlie con il suo nome. La storia della vita di Anna fu abbellita con episodi e leggende sulla vita di sua madre, Emerenzia, sui suoi tre matrimoni e sugli altri figli oltre a Maria. • Donne sposate e nubili formavano associazioni parrocchiali che: - raccoglievano fondi; - decoravano le chiese; - organizzavano attività e celebravano insieme i vari riti; - partecipavano a riti religiosi esclusivamente femminili, come la purificazione e la benedizione delle puerpere dopo il parto. • Siccome la lingua adottata in tutte le funzioni era il latino, la stragrande maggioranza delle persone non capiva ciò che veniva detto, ma si limitava a guardare e ad ascoltare la musica e i canti. • Certe incisioni del basso Medioevo mostrano donne, più spesso che uomini, le quali durante una cerimonia in chiesa compiono pratiche devote per conto proprio, ad esempio recitano il rosario o leggono un libro di preghiere. La Riforma protestante: La Riforma protestante nacque dall’acquisto delle indulgenze, una delle tante opportunità che sul finire del Medioevo la Chiesa offrí ai credenti per garantirsi la salvezza eterna. cristiana, esempi viventi dei principi propugnati dai mariti. Per i ministri del culto riformato avere una famiglia rispettabile era importante quanto insegnare e predicare la giusta dottrina. • Le donne che si trovarono nella situazione più delicata: furono le mogli dei vescovi inglesi, nemmeno riconosciute sotto il regno di Elisabetta I. Dai vescovi si pretendeva una condotta pari a quella dei nobili e li si trattava con grande riguardo in tutte le occasioni solenni, ma le loro consorti non godevano di alcuna considerazione sociale. In tutte le regioni europee le mogli dei pastori erano da tempo circondate di rispetto, quelle dei vescovi inglesi non avevano neppure ottenuto riconoscimento legale, malgrado tutti i loro sforzi per mantenere viva la devozione della famiglia. La vocazione al ruolo di madre e moglie non era sufficiente per alcune donne, il cui fervore era talmente intenso da indurle a lasciare il marito e a darsi alla predicazione, anche a costo della vita. - Una delle più famose fu un’inglese, Anne Askew, che nel 1546 fu torturata e condannata a morte per le sue convinzioni religiose, lei come tante altre rispondevano che ogni cristiano aveva il diritto di leggere di interpretare la Bibbia per conto proprio. Askew fu una delle poche martiri che provenivano dalla gentry o dalla borghesia. La maggior parte delle persone condannate a morte sotto il regno di Maria, che per un quinto erano donne, era di bassa estrazione sociale. I ricchi che osteggiavano la regina fuggirono sul continente. ↓ Molte donne giustiziate per motivi religiosi in età moderna appartenevano al movimento radicale degli anabattisti, perseguitati tanto dai cattolici quanto dai luterani. Vivevano in piccole comunità, organizzate secondo principi diversi. ↓ Nel 1534 conquistarono la città di Münster (Germania settentrionale), dove cercarono di realizzare la comunità ideale, che fra l’altro prevedeva la poligamia e costringeva tutte le donne a maritarsi. • Non dobbiamo però dimenticare che la dottrina protestante disapprovava molte attività che facevano parte della dimensione religiosa femminile: - L’abolizione del celibato ecclesiastico colpí soprattutto le religiose, sia le suore di clausura sia quelle che appartenevano a congregazioni semireligiose. - Uno dei primi atti dei protestanti fu di chiudere tutti i conventi: talvolta confiscavano direttamente gli edifici e il patrimonio fondiario, talaltra proibivano l’entrata alle novizie e autorizzavano le monache a vivere in comunità fino alla fine dei loro giorni, ma con meno mezzi a disposizione. In Inghilterra e Irlanda, dove tutti gli istituti ecclesiastici passarono sotto il controllo della Corona, la maggior parte delle monache ricevette miseri sussidi. In numerose città della repubblica olandese i conventi furono chiusi, i loro beni liquidati e alle suore fu restituita la dote e corrisposta una pensione. • Dal momento che le cerimonie e tutte le istituzioni cattoliche erano bandite, è difficile trovare documenti sulla vita religiosa di queste donne. Molte potenti famiglie, pur abbracciando la nuova confessione, continuarono a sostenere i monasteri per consuetudine di vecchia data. Il vincolo che legava le case religiose femminili alla nobiltà era ancora più forte nelle terre del Sacro Romano Impero, dove spesso erano state fondate dalle signorie territoriali oppure dalle mogli o dalle figlie degli imperatori. Molte erano state coinvolte dal movimento riformatore del XV secolo, quando l’ininterrotta tradizione di potere, autonomia e prestigio si combinò con una rinnovata spiritualità che fece di questi istituti i più autorevoli e risoluti oppositori del protestantesimo. La determinazione delle suore non aveva radici soltanto religiose ma anche sociali e politiche, poichéé in quanto donne non avrebbero ricoperto alcun incarico nelle confessioni protestanti; il ruolo di moglie di un pastore era un’incredibile perdita di status per una donna di nobili natali. Alcuni conventi riuscirono a restare in vita accettando la nuova teologia in tutto tranne che nel rifiuto della vita monastica. È molto difficile stabilire quanti conventi, cattolici o protestanti, riuscirono a sopravvivere nei territori dell’impero, poichéé per certi versi la loro esistenza infastidiva le autorità civili ed ecclesiastiche impegnate a imporre l’uniformità religiosa. Il conflitto fra protestanti e cattolici, che è così importante per comprendere la storia religiosa e culturale del Cinquecento, non fu altrettanto rilevante per le monache e le semireligiose, per le quali più che la differenza di fede contava la differenza fra il loro modo di vita e quello della maggioranza delle laiche. Dalle fonti risulta che nei conventi di Brunswick e Augusta protestanti e cattoliche condussero un’esistenza comune e tranquilla per decenni, al riparo dei muri del chiostro che le proteggevano dalle guerre di religione. Molte olandesi e inglesi, dopo essere state cacciate dai conventi continuarono a vivere insieme dando vita a un’esperienza di affiliazione formale che suscitò la curiosità degli studiosi di allora. La riforma cattolica  La REAZIONE del cattolicesimo alla riforma protestante si articola in 2 movimenti indipendenti: 1. La Controriforma = soffocare il protestantesimo 2. La Riforma cattolica = correggere gli eccessi e i problemi del cristianesimo.  La Controriforma ebbe una natura MASCHILE e questo si manifestò con l’imposizione della CLAUSURA alle donne religiose.  Fino a quel momento Tutti i movimenti di rinnovamento avevano manifestato la necessità di: – controllare la sessualità femminile – impedire che le suore entrassero in contatto con il mondo laico  Lo strumento usato per questi fini fu proprio la CLAUSURA:  nel ‘300 per combattere il beghinaggio  nel ‘400 per imporre una disciplina ferrea nei conventi  Ma Dopo la riforma protestante molte donne si sentirono chiamate da Dio a combattere in modo ATTIVO il protestantesimo attraverso l’apostolato, istruzione dei più giovani, assistenza dei malati e seguirono l’esempio degli ordini maschili come i gesuiti. Esempi: – Angela Merici a Brescia ha fondato la Compagnia di Sant’Orsola composta da vergini e vedove che assistevano malati, orfani, vittime di guerra… e si sostenevano economicamente con l’insegnamento e la tessitura. Nel 1535 questo movimento fu approvato dal pontefice. – Isabel Roser era seguace di Ignacio Loyla che aveva fondato la Compagnia di Gesù a Barcellona; Isabel decise nel 1541 di fondare una comunità femminile che si isolasse dal mondo, ma si dedicasse anche all’assistenza dei più deboli, favorendo così il ritorno al cattolicesimo da parte di questi. Ma Isabel fu frenata dallo stesso Loyla e da papa Paolo III che negò il benestare. Comunque il suo movimento ebbe molte adesioni a Roma e nei Paesi Bassi, dove divulgò la dottrina di Loyla.  Il concilio di Trento (1545 – 1563) riaffermò la vita monastica per tutte le suore ma le nuove regole tardarono ad essere applicate.  perché? 1° ragione = alcune donne si opposero alla clausura e spesso provenivano dal patriziato cittadino che era in grado di influenzare le gerarchie ecclesiastiche. 2° ragione = la Chiesa riconosceva il valore dell’attività svolta da tali congregazioni, soprattutto nell’ambito dell’istruzione alle giovani e dell’assistenza ai malati. Anni dopo il concilio di Trento, CARLO BORROMEO, arcivescovo di Milano e animatore della Riforma cattolica, introdusse nella propria diocesi la Compagnia di Sant’Orsola prescrivendole la vita comunitaria e non la clausura.  Da Milano l’ordine si estese in tutta Italia e in Francia e si dedicò esclusivamente all’insegnamento, raccogliendo il favore delle famiglie aristocratiche che lo scelsero per l’educazione delle figlie, molte delle quali decisero anche di entrare nella Compagnia.  MA una delle conseguenze del successo delle orsoline fu l’imposizione della monacazione forzata, come di altri decreti intesi a regolamentare la vita delle religiose. Perché ci furono queste imposizioni? I ricchi erano scontenti poiché, non pronunciando le orsoline i voti, le loro figlie potevano lasciare la Compagnia in qualsiasi momento e avanzare pretese sul patrimonio di famiglia. QUINDI - Alle case che erano sorte in Francia e in Italia fu gradualmente imposta la vita claustrale. - Potevano ancora occuparsi dell’educazione delle giovani, ma solo entro le mura del convento. Come reagirono le donne? - Alcune si batterono con tutte le loro forze contro tali ingiunzioni. - Altre accettarono la clausura poiché avevano interiorizzato il precetto della clausura.  Circostanze straordinarie inducevano la gerarchia ecclesiastica ad allentare i limiti imposti.  Esempi: – Molti cattolici si adeguarono formalmente all’ingiunzione – Altri non l’accettarono diventando ricusanti . Tra costoro c’erano molte donne, che costituivano un grave problema, poiché:  potevano venir punite le nubili e le vedove  ma non le coniugate, a cui secondo le norme non era riconosciuto il diritto di proprietà e imprigionarle avrebbe significato distruggere la famiglia + danneggiare il consorte, che magari non era cattolico. – Alcuni uomini spesso fingevano di adeguarsi assistevano alle funzioni, concedendo alle mogli di organizzare messe in privato o di proteggere di nascosto i missionari cattolici. Per questi motivi, dopo il Concilio di Trento in Inghilterra e Irlanda il cattolicesimo si diede una struttura sempre più privata, mentre nel continente c’era l’organizzazione delle parrocchie. La Chiesa ortodossa: La Chiesa ortodossa nell’Europa dell’Est, pur non avendo vissuto la frattura che attraversò il mondo cristiano occidentale nel Cinquecento, fu percorsa nel secolo successivo da un vento di rinnovamento. I riformatori, ispirandosi alla dottrina protestante e a quella cattolica, intendevano: - rafforzare il ruolo del clero nell’organizzazione parrocchiale; - liberare il credo popolare dagli aspetti che, ai loro occhi, erano in contraddizione con la vera fede. QUINDI - Fu conferita maggior sacralità alla cerimonia nuziale, rendendo obbligatoria la confessione e la penitenza; affinché il matrimonio fosse valido fu ritenuto indispensabile il consenso degli sposi e dei loro genitori; - il divorzio venne ammesso nei casi di incompatibilità di carattere, alcolismo, violenza e adulterio, ma non era comunque ben visto, come pure le seconde nozze. ↓ Alcuni membri della gerarchia ecclesiastica ispirandosi al cristianesimo occidentale proposero altre piccole modifiche alla liturgia, alle preghiere e ai rituali, ma si scontrarono con la ferma opposizione di coloro che volevano restar fedeli alla tradizione, i quali erano convinti che qualsiasi riforma fosse opera dell’Anticristo e che l’Apocalisse fosse imminente. ↓ Di conseguenza, il matrimonio e la procreazione avevano per loro poca importanza. ↓ ACCUSAVANO lo zar e il governo di essere l’incarnazione dello «spirito dell’Anticristo» e non ne riconoscevano l’autorità, per questo furono perseguitati, spesso senza pietà. Alcuni scelsero la strada del martirio, spesso dandosi essi stessi la morte, altri fuggirono nelle regioni più remote dell’ Impero russo. • La moderata occidentalizzazione che aveva tanto spaventato i vecchi credenti non era nulla in confronto a quella voluta alla fine del XVII secolo dallo zar Pietro I (governò dal 1682 al 1725) e passò alla storia come Pietro il Grande. ↓ - Egli intendeva modernizzare la Russia per farne uno Stato più esteso e potente; - A questo scopo intraprese numerose guerre e si adoperò per favorire lo sviluppo demografico; - Era convinto che dalle unioni infelici nascessero pochi figli, perciò nel 1722 uní la sua voce a quella della Chiesa nel contrastare i matrimoni combinati in tutti gli strati sociali; - Proibí ai proprietari terrieri di costringere i servi a sposarsi contro il proprio volere e autorizzò le donne delle classi superiori a comparire in pubblico e a esprimere la propria opinione rispetto alla scelta del futuro sposo; - Lo Stato aprí ospizi per trovatelli e incoraggiò le madri in difficoltà a lasciarvi i neonati, invece di abbandonarli o sopprimerli, l’infanticidio fu perseguito a norma di legge; - Lo zar preferiva i matrimoni fra persone dello stesso ceto MA non necessariamente della stessa confessione: malgrado l’opposizione della Chiesa, consentiva la formazione di famiglie di religione diversa purché i figli venissero battezzati secondo il rito ortodosso; - proibí a uomini e donne in età riproduttiva di prendere i voti, dal momento che riteneva la vita monastica uno spreco di risorse umane. ↓ Ma il rinnovamento religioso e civile promosso da Pietro il Grande si scontrò con i modi di vita e le abitudini consolidate. ↓ I genitori continuarono a decidere sui matrimoni dei figli e i provvedimenti che limitavano la monacazione furono attenuati, cosa di cui approfittarono soprattutto le donne di mezza età con poche risorse. Come nel Medioevo, i conventi ortodossi continuarono ad accogliere un gran numero di donne, e le badesse continuarono ad avere molto potere. Le donne protestanti nel Seicento e nei primi anni del Settecento: Sappiamo molto sulle IDEE RELIGIOSE delle donne dell’Europa occidentale (secoli XVII e XVIII) a differenza dell’Europa orientale. A partire dalla fine del XVI secolo, in molti Stati europei i capi politici e religiosi si alleavano per creare Chiese statali, potenti istituzioni con sistemi teologici rigidi e compless i . Nel XVII secolo, tuttavia, si diffuse la convinzione che le Chiese istituzionalizzate, sia protestanti che cattoliche, avessero perso il vigore spirituale. Anna Owen Hoyer (1584-1655), in molti dei suoi scritti accusava il clero della Chiesa di Stato di: - orgoglio; - avidità; - vuoto formalismo. ↓ Inoltre, si appellava ai laici perché sviluppassero pratiche in grado di soddisfare i loro bisogni meglio di quanto facessero le Chiese di Stato. ↓ Molti erano d’accordo e si affiliarono a gruppi che prediligevano: - la conversione personale; - la comunicazione diretta con Dio; - la rigenerazione morale. ↓ Molti gruppi, per determinare gli eletti di Dio, consideravano la devozione religiosa personale più importante della formazione teologica o della detenzione di una posizione ecclesiastica ufficiale, e quindi le donne ebbero ruoli più importanti rispetto a quelli che ricoprivano all’interno delle Chiese di Stato ufficiali. Anche se pochi di questi gruppi ruppero esplicitamente con le tradizioni cristiane che privilegiavano gli uomini, le seguaci femminili a volte utilizzavano il linguaggio dei testi religiosi e gli esempi delle pie donne che le avevano precedute per mettere in discussione o sfidare esplicitamente le direttive maschili. Alcuni di questi gruppi furono ispirati da donne o persino fondati da esse. Molte donne, e i gruppi a cui erano associate, si spostavano da un luogo all’altro alla ricerca di autorità politiche più tolleranti, l’Olanda era il paese d’Europa più tollerante, dove era possibile la pubblicazione delle opere di queste donne e di altri pensatori religiosi radicali. • I disaccordi con la Chiesa di Stato furono tra i tanti fattori che provocarono la guerra civile inglese (1640-60), durante la quale: - il sovrano venne deposto e giustiziato; - fu stabilito un governo ad interim; - la monarchia venne restaurata. L’Inghilterra era diventata protestante nel XVI secolo, ma molti erano sempre più insoddisfatti della Chiesa anglicana e volevano «purificarla» dal cattolicesimo romano. ↓ Questi «puritani», il nome con cui erano conosciuti, erano un’importante forza di opposizione al re. Con la restaurazione della monarchia e il ritorno della Chiesa anglicana nel 1660, molti puritani inglesi migrarono, portando nell’Europa continentale e poi nell’America del Nord. Sebbene i puritani condividessero l’opinione degli anglicani e degli altri protestanti che alle donne andassero imposte l’obbedienza e la subalternità, determinati aspetti della loro dottrina e della loro pratica consentirono alle compagne di fede un ruolo assai attivo. • Una conversione eccezionale poteva conferire molto potere, soprattutto se provocava la guarigione da una malattia. I racconti della conversione delle donne spesso hanno una forte connotazione soggettiva e fisica: maschio che femmina, quindi la seconda apparizione di Cristo sarebbe avvenuta in un corpo femminile. Ann Lee e i suoi adepti furono duramente perseguitati e nel 1774 la donna emigrò e condusse sei dei suoi seguaci nelle colonie americane; la persecuzione continuò e Lee morí in seguito alle percosse subite. Malgrado la loro difesa del celibato gli shakers continuarono ad avere seguaci; nel momento culminante, verso il 1830, gli shakers americani contavano più di seimila adepti. Gli shakers non erano l’unico gruppo radicale o pietista a elaborare idee inusuali sulla sessualità o sui diversi sistemi matrimoniali. Questi gruppi non consideravano il matrimonio un sacramento ma sottolineavano la sua natura spirituale, come facevano i luterani o i calvinisti. Il matrimonio era un patto tra un uomo e una donna basato sulla loro appartenenza al corpus dei credenti e quindi collegato alla redenzione. Le idee di questo tipo erano viste con raccapriccio dalla maggioranza delle autorità protestanti (e cattoliche, del resto), che consideravano strutture istituite da Dio le famiglie rette da un capofamiglia in cui i padri controllavano le mogli, i bambini e i servitori, e credevano che la Chiesa e lo Stato dovessero collaborare per rafforzare l’ordine e la moralità. Donne cattoliche nel XVII e XVIII secolo: • Nel XVII e XVIII secolo le donne cattoliche, come pure quelle protestanti, erano molto attive e i loro contributi venivano criticati, derisi o minimizzati. La clausura era applicata sempre più spesso nelle comunità religiose delle donne. • Dalla fine del XVII secolo tuttavia, in alcune parti d’Europa le donne laiche furono in grado di creare ciò che era stato proibito alle religiose, cioè: una comunità di donne con una missione attiva nel mondo. ↓ La congregazione più importante fu quella delle Figlie della Carità (o Sorelle della Carità), fondata nel 1633 da Vincenzo de’ Paoli (Vincent de Paul) e da Louise de Marillac. Le Figlie della Carità: - non prendevano pubblicamente i voti; - non indossavano l’abito religioso; - precisavano che avrebbero lavorato solo se invitate da un vescovo o da un sacerdote. ↓ Questo ribaltamento delle regole ebbe successo, perché le Figlie della Carità ottennero l’approvazione papale e servirono come modello ad altre comunità di donne. ↓ - Verso il 1700, furono fondate in tutt’Europa numerose «congregazioni» caritatevoli e preposte all’insegnamento che prendevano a modello la Vergine Maria. Le Figlie della Carità e altre congregazioni erano spesso sostenute da più ampie confraternite religiose di donne, in cui le nobildonne dell’élite supportavano finanziariamente la congregazione o si attivavano in opere caritatevoli. Le congregazioni e le confraternite suggerivano alle donne pratiche devozionali e di solidarietà e uno sbocco per le loro energie al di fuori del focolare domestico. - Nel XVII e XVIII secolo moltissime donne vi presero parte, il che contribuì innegabilmente alla maggiore devozione delle donne in un periodo di crescente secolarismo. - Durante la Rivoluzione francese, le donne nascondevano i preti che rifiutavano di firmare i giuramenti di fedeltà al governo, partecipavano a culti considerati illegali e a volte organizzavano incontri di preghiera e processioni. - Molte donne cattoliche si unirono alle confraternite o s’impegnarono in attività caritatevoli, ma alcune sostenevano la necessità di una forma di devozione più interiorizzata. Louise- Françoise de La Vallière (1644-1710) era la favorita di Luigi XIV durante gli anni Sessanta del Seicento ed ebbe da lui quattro figli. Dopo essere stata sostituita nelle grazie del sovrano e avere sfiorato la morte per malattia, attraversò un momento di intensa conversione spirituale e abbandonò Parigi per un convento carmelitano poco lontano. ↓ • La donna mistica più conosciuta di questo periodo fu Jeanne-Marie Bouvier de La Motte-Guyon (1648-1717). Madame Guyon pensava che si dovesse abbandonare la propria anima individuale unendosi a Dio, raggiungendo la pace interiore con la preghiera e l’amore disinteressato per Dio, un concetto che viene generalmente definito «quietismo». • All’inizio del XVII secolo, Angélique Arnauld (1591-1661), la madre badessa del convento di Port- Royal, diede avvio a un programma di riforme che metteva in risalto la santità personale e il rinnovamento spirituale. Il convento diventò in Francia il centro spirituale del giansenismo, un movimento basato sulle idee del teologo olandese Cornelius Jansen (Giansenio), che prevedeva: - una maggiore santità personale; - la lettura laica e la meditazione sulle Scritture; - la partecipazione laica ai culti religiosi; - l’attenzione scrupolosa alla morale; - un più disciplinato accostamento alla comunione tra i fedeli. • Le suore di Port-Royal avevano imparato come servirsi a loro vantaggio degli stereotipi sulla debolezza delle donne e sul loro dovere di obbedienza a partire dagli scritti di Teresa d’Ávila, che Arnauld ammirava in modo particolare e che era stata proclamata santa nel 1622. L’arcivescovo di Parigi interrogò le donne, ne esiliò alcune in altri conventi e ne mise altre agli arresti. Una tregua con il papato mise a tacere il dibattito per diversi decenni, ma, nel 1705, fu ordinato alle suore di Port-Royal di accettare un’altra bolla papale antigiansenista. Rifiutarono nuovamente e, nel 1709, Luigi XIV fece demolire il convento e mandò in esilio le suore in altre istituzioni. Vita religiosa delle donne ebree e musulmane: Donne ebree: Durante la prima età moderna l’ebraismo non sperimentò la stessa frattura del cristianesimo occidentale, ma fu represso, ostacolato; questa situazione indusse gli ebrei a concentrarsi nelle città meno ostili, come quelle dell’Italia e dei Paesi Bassi. ↓ Nel 1492 Ferdinando e Isabella di Spagna imposero agli ebrei di lasciare il paese o convertirsi. Donne e uomini furono sottoposti a interrogatori, torture, punizioni corporali e talvolta condannati a morte, tanto che gli israeliti che vivevano in altri paesi fecero di tutto per aiutare le donne di ascendenza ebraica ad abbandonare la Spagna e il Portogallo. La comunità portoghese di Amsterdam, ad esempio, nel 1615 istituí un fondo per procurare la dote alle donne e alle fanciulle senza mezzi che volevano trasferirsi dalla penisola iberica nella loro città. Gracia Nasi (1510-69), che dopo essere scappata dal Portogallo: - amministrò gli affari di famiglia da Anversa, Venezia, Ferrara e Costantinopoli; - contribuí alla creazione di una via sotterranea per aiutare gli ebrei portoghesi e spagnoli a fuggire; - organizzò il boicottaggio nei confronti della città di Ancona che perseguitava i suoi compagni di fede; - protesse rabbini e studiosi; - promosse la pubblicazione di libri —> molti dotti ebrei del Cinquecento le dedicarono le loro opere. Le autorità spagnole sospettavano soprattutto delle donne perché erano responsabili dei rituali che si svolgevano fra le mura domestiche e che avevano a che fare con il corpo. • Le ebree, come le cristiane, non partecipavano alla vita religiosa collettiva; poche conoscevano l’ebraico, il corpus della legge ebraica (halakhah), la dottrina religiosa (Torah e Talmud); erano escluse dai tribunali rabbinici. • Avevano però tre incombenze rituali ben precise: - tenere da parte una porzione di pasta quando facevano il pane e bruciarla nel forno a ricordo della decima dovuta ai sacerdoti; - accendere le candele dello Shabbat; - astenersi dai rapporti sessuali con il marito durante il periodo mestruale e per i sette giorni successivi. • La donna doveva sapere quando le veniva il ciclo, contare sette giorni «puliti» dopo l’ultima perdita di sangue e, se possibile, fare il bagno nella vasca rituale (mikvah), prima di riprendere l’attività sessuale. Le regole relative alla donna impura derivavano dal concetto di impurità rituale che originariamente le imponeva di evitare tutta una serie di contatti, che poi, a partire dal Medioevo e dalla prima età moderna, si limitarono ai rapporti intimi con il marito. Si erano anche diffuse credenze popolari che attribuivano una valenza positiva a tali regole, in ↓ • Questa «femminizzazione della religione», come è stata definita, continuò nel XIX secolo, quando la religione veniva considerata, con la famiglia, un aspetto sempre più importante della sfera femminile. CAPITOLO 7. STREGONERIA  Nel XVI e XVII secolo gli europei davano la CACCIA ALLE “STREGHE”.  Furono processate tra 100.000 e 200.000 persone e ne furono giustiziate tra 40.000 e 60.000.  In realtà per molti secoli prima dell’età moderna gli europei avevano creduto nell’esistenza delle streghe Tuttavia SOLO NEL CORSO DI QUESTI DUE SECOLI CI FURONO LE PERSECUZIONI. Perché? Probabilmente gli studiosi accreditati dell’epoca hanno suggerito che il fiorire della stregoneria fosse il segno della fine del mondo, perché il diavolo cercava di reclutare un numero di persone sempre maggiore in vista dell’Apocalisse imminente. Evidentemente la caccia alle streghe è l’esempio più estremo della natura errata e irrazionale della religione (Chiesa cattolica e Inquisizione).  Gli storici del: – XIX secolo studiando l’età moderna solitamente ignoravano il fenomeno della caccia alle streghe, perché credevano che la credenza nella stregoneria facesse parte di un passato “medievale” che nulla aveva a che fare con l’evoluzione associata all’età moderna. – XX secolo misero in luce una assenza di oggettività nelle idee sopra esposte e nella seconda metà del secolo furono fatti studi approfonditi sulla caccia alle streghe. – Questo interesse non sembra essere diminuito nel XXI secolo.   Studiando i documenti pervenuti, gli studiosi sono giunti alla conclusione che molte teorie sulla caccia alle streghe sono SBAGLIATE. INFATTI grazie a questi studi si è scoperto che: – il periodo più intenso della caccia alle streghe NON FU IL MEDIOEVO ma la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII secolo = età moderna! – All’interno dell’Inquisizione ci furono pochi processi di stregoneria e pochissime esecuzioni. – I cambiamenti economici (capitalismo) ebbero il loro influsso in tali persecuzioni. – I governanti (impegnati a consolidare il loro Stato) fomentavano la caccia alle streghe, pensiamo a Giacomo I che scrisse un trattato di demonologia. – La caccia alle streghe non era un evento marginale che coinvolgeva paesani incolti e preti fanatici, ma costituiva un aspetto centrale in questo periodo. – Circa l’80% delle persone indagate processate e giustiziate per stregoneria in Europa all'alba dell'età moderna era costituito da donne = squilibrio tra i generi. Fattori intellettuali e culturali  Durante il BASSO MEDIOEVO furono definite le caratteristiche di una STREGA:  Fino a quel momento le streghe erano coloro che usavano la magia per compiere atti malvagi (maleficia) = si era una strega per ciò che si faceva, provocando DANNI E OFFESE a persone e animali.  Successivamente questa idea di stregoneria fu arricchita da una dimensione demonologica.  Si iniziò ad associare la stregoneria a un patto con il DIAVOLO = le streghe non erano solo persone in grado di compiere atti malvagi con la magia, ma persone utilizzate dal diavolo per fare quello che voleva lui. Da questo momento la stregoneria non era definita più per quello che si faceva, ma per QUELLO CHE SI ERA e quindi l'accusa non doveva più dimostrare che la donna accusata di essere una strega aveva compiuto delle maledizioni. Progressivamente questa idea fu affinata, infatti si credeva che: 1. le streghe facessero orge con il diavolo 2. fuggissero nella notte per partecipare a incontri chiamati SABBA (parodie della messa) 3. rapissero neonati non battezzati 4. rubassero ostie della comunione, ecc. 5. appartenessero a una cospirazione internazionale per scalzare il cristianesimo.  Le streghe diventarono NEMICHE DI DIO e quindi ERETICHE.  Studiando il fenomeno della stregoneria gli storici del XIX e del XX secolo erano convinti che la credenza della stregoneria fosse un’ABERRAZIONE, infatti, secondo loro non era possibile che gli europei avessero accettato l'idea che migliaia di individui patteggiassero con il diavolo, da cui ad esempio ottenevano il potere di nuocere ai loro vicini.  Più recentemente, tuttavia, gli storici si sono focalizzati sulle connessioni tra la stregoneria e altre idee elaborate dagli intellettuali dell'epoca  hanno analizzato la demonologia come un sistema intellettuale senza sottolineare la contraddizione tra la credenza nella stregoneria e una realtà oggettiva soggiacente.  Questi studi fanno parte della “svolta linguistico-culturale”.  In cui si è prestato una maggiore attenzione ai testi, al linguaggio e alle immagini visive = ciò che in genere viene chiamato: “discorso” gradualmente hanno influenzato il sapere popolare sul significato della parola strega.  I processi per stregoneria erano segreti, ma le esecuzioni avvenivano in piazza e partecipavano folle imponenti che ascoltavano anche la lista delle accuse rivolte alla presunta strega prima della esecuzione.  La diffusione delle pratiche demoniache riguardanti la stregoneria provocò una maggiore femminilizzazione della stregoneria, perché le streghe erano strumenti di un diavolo maschio, quindi, queste idee si adattavano alla concezione dei ruoli di genere, evidentemente le donne occupavano una posizione dipendente rispetto al maschio: anche nell'ambito della demonologia le streghe non potevano infrangere le norme maschili.  Nelle zone d’Europa in cui la stregoneria non fu associata al diavolo (Finlandia, Estonia…) la stregoneria non fu associata alle donne esclusivamente: le persecuzioni avvenivano su larga scala. I mutamenti demografici = nei corso del ‘500 l’età del matrimonio subì un RITARDO e AUMENTARONO LE PERSONE CHE NON SI SPOSAVANO. QUINDI crebbe il numero di donne che non erano soggette all’autorità maritale e quindi erano SOSPETTE agli occhi dei vicini. 5° CAUSA Campo medico = le streghe venivano spesso accusate di preparare pozioni magiche (con segale cornuta o belladonna) che potevano provocare fenomeni allucinogeni (e indurle a credere di volare); si credeva che questi intrugli non fossero ingeriti ma sparsi sulla scopa o sul forcone con cui si credeva che le streghe andassero al sabba. Lo stereotipo  Nell’Europa centrale e occidentale si credeva che le streghe fossero DONNE, perché la loro inferiorità fisica e giuridica poteva portare a favorire la pratica della magia.  Un’altra caratteristica della strega è la VECCHIAIA, infatti l’imputata per antonomasia era DONNA, VECCHIA E POVERA.  Anche lo stato VEDOVILE era associato alle streghe e questo era più diffuso tra le donne rispetto che tra gli uomini, perché le donne si sposavano giovani e vivevano più a lungo.  L'imputata tipica di molti processi era donna, vecchia e povera con un aspetto e un comportamento codificato: – era mossa da motivazioni come l’invidia – accusata di recarsi in volo a un sabba – avere rapporti sessuali con il diavolo  I vicini spesso denunciavano la donna ma altrettanto spesso la aiutavano in cambio delle sue prestazioni magiche che venivano attribuite loro, infatti, gli uomini dell'età moderna erano convinti che le streghe potevano usare la magia e i poteri soprannaturali.  La grande caccia alle streghe fu il risultato dell'interpretazione che la cultura alta e ufficiale dava della stregoneria ed erano soprattutto gli uomini colti a sostenere che la strega non potesse essere che donna.  Per l'élite intellettuale il rapporto tra donna e stregoneria traeva origine dalla filosofia di Aristotele e dei primi pensatori cristiani: - secondo la concezione aristotelica le donne erano più deboli e più facili da cedere in tentazione - gli autori cristiani come Girolamo, Agostino e Tertulliano erano molto sospettosi nei confronti delle donne e le consideravano seduttrici prive di razionalità.  Importante per la definizione della strega è il Malleus Malleficarum = il martello delle streghe (1486): è un'opera (trattato latino con lo scopo di reprimere in Germania il paganesimo, eresie, stregoneria) attribuita a due monaci domenicani (KRAMER e SPRENGER) ed è la manifestazione classica delle idee sulle streghe, ad esempio si credeva che:  Disturbassero l'ordine naturale dei quattro elementi e dei quattro umori del corpo provocando sconvolgimenti e malattie  Infrangessero l'ordine patriarcale rendendo impotenti di uomini con incantesimi. Il Papa Innocenzo VIII autorizzo Kramer e Sprenger a dare la caccia alle streghe in numerose regioni della Germania meridionale: Kramer sovrintese il processo e l'esecuzione di diversi gruppi costituiti da donne, ma le autorità locali obiettarono sul ricorso alla tortura e sulle idee estremiste allontanandolo.  Un importante elemento che emerge anche nel Malleus è il legame sessuale tra streghe e diavolo. Si credeva che la libidine femminile crescesse nel corso della vita e dopo la menopausa la donna fosse più soggetta alle tentazioni sessuali del Maligno perché: – se era vedova o nubile non aveva avuto la possibilità di appagare i piaceri della carne – se era sposata il rapporto sessuale con il marito era considerato illegittimo in quanto non più finalizzato alla procreazione, infatti si credeva che l'attività sessuale troppo intensa potesse avere degli effetti negativi per gli uomini di una certa età; si credeva che la materia cerebrale, il midollo osseo e liquido seminale fossero la stessa cosa e durante l'accoppiamento la materia cerebrale scendesse lungo la spina dorsale fino al pene mettendo in pericolo la salute fisica e mentale dell'uomo. Quindi siccome la donna non poteva soddisfare il suo desiderio sessuale con il marito, veniva tentata sessualmente dal diavolo. Secondo la lettura demonologica il sesso con il diavolo non procurava piacere perché il suo pene era freddo e duro e per questo le streghe si accoppiavano con altri demoni. I rapporti orgiastici lasciavano tracce sul corpo e per questo motivo durante gli interrogatori i giudici e gli inquisitori erano meticolosi nel sondare i rapporti sessuali che la strega aveva intrattenuto con il demonio.  La strega era anche vista come l'opposto della buona madre e di donna virtuosa.  Infatti rappresentava gli aspetti negativi della femminilità: era polemica, testarda, ribelle, aggressiva, incline al piacere sessuale E NON ERA: casta, pia, silenziosa, obbediente e sposata.  I modelli positivi e negativi del comportamento femminile erano definiti dagli uomini ma condivisi anche dalle donne, per questo si ha ipotizzato che loro stesse guidavano la persecuzione delle streghe. Infatti le donne conquistavano sicurezza economica e sociale adeguandosi al canone della buona moglie/madre e distinguendosi da quelle che non lo accettavano: la caccia alle streghe non era solo diretta contro le donne, ma soprattutto contro un tipo particolare di donna!  La caccia alle streghe coinvolse anche i nativi del nuovo mondo, si pensava infatti che in America le donne fossero particolarmente soggette a suggestioni diaboliche e questo confermava l'idea della cospirazione mondiale contro il cristianesimo delle streghe. I dati della persecuzione  La storiografia contemporanea tende a distinguere 2 tipi di persecuzioni: 1. quella ISOLATA o che coinvolse 1 o poche persone 2. quella provocata da MANIFESTAZIONI DI ISTERISMO COLLETTIVO  In entrambi i casi il processo prendeva le mosse da una DENUNCIA per maleficia contro individui che corrispondevano allo stereotipo della STREGA: donna, vecchia, vedova o nubile, povera, viveva ai margini della società ed era sospetta perché non era sotto il controllo dell’uomo. - Il MOTIVO per cui si denunciava corrispondeva spesso a contrasti famigliari, questioni di proprietà, problemi con i figliastri… - Le accuse maturavano in un ambiente tipicamente femminile, quindi le testimoni e le accusatrici erano numerose.  Il processo aveva una procedura che variava da Paese a Paese:  In Spagna, Portogallo, Italia i casi di stregoneria erano sottoposti al tribunale dell’Inquisizione, che distingueva tra: - azioni di tipo magico - azioni causate dall’intervento di forze demoniache Se non era possibile DIMOSTRARE che la donna fosse stata strumento del diavolo o fatto ricorso a simboli cristiani per i propri maleficia, il caso era ARCHIVIATO. Se fosse stata colpevole, si preferiva UMILIARLA piuttosto che condannarla al rogo. Il motivo per cui si era così permessivi possiamo trovarlo nelle dichiarazioni dei giudici dell’inquisizione, che consideravano le persone accusate di stregoneria come delle vittime del diavolo che le induceva a credere di avere poteri. Erano quindi in disaccordo con il Malleus (a differenza dei giudici dell’Europa centrale), al contrario condividevano le idee di pochi commentatori nordeuropei che si opponevano alla caccia alle streghe.  In Europa del Nord cioè in Inghilterra, Olanda del Nord e Scandinavia non ci furono stermini di massa. Non si credeva che le streghe si organizzassero in cospirazioni mondiali e ci fu meno ricorso alla tortura. Inoltre all’interrogatorio della sospettata, soprattutto se torturata, seguiva quello alle persone coinvolte intorno a lei e questo poteva provocare una persecuzione di dimensioni ridotte. Si ipotizza che in queste zone il fenomeno non abbia avuto una vasta portata perché le autorità erano occupate da altri problemi e non erano in grado di avviare il meccanismo necessario per una caccia alle streghe di vasta portata; un’altra ipotesi è che la comunità stessa si accorse che un allargamento del numero dei sospettati avrebbe causato un pericolo più grande di qualsiasi azione praticata dalle streghe.  In altre zone come Sacro Romano Impero, Svizzera, parte della Francia il fenomeno della caccia alle streghe assunse una portata più ampia e le denunce furono più numerose. Perché? Si trattava di REGIONI: - DIVISE IN SIGNORIE TERRITORIALI IN CONFLITTO TRA LORO - dopo la Riforma erano di CONFESSIONE DIVERSA - avevano GOVERNI INSTABILI rispetto alle monarchie dell’Europa Occidentale La questione su cui si dibatteva era quella che oggi chiamiamo costruzione sociale del genere e ci si chiedeva: il fatto di appartenere a una famiglia reale autorizzava una donna a superare i limiti del proprio sesso?   Coloro che si OPPOSERO furono i PROTESTANTI che andarono in esilio durante il regno di Maria Tudor.  Altri pensatori, invece, sostenevano una sorta di scissione di identità che Aylmer ha descritto come i due corpi della sovrana: IL RUOLO E LA PERSONA della regina.  Una donna di Stato poteva conservare il CORPO FEMMINILE MA Doveva esibire PREROGATIVE MASCHILI tipiche della sua carica. DUNQUE Si faceva una distinzione tra SESSO & GENERE, infatti si riteneva opportuno che la regina nella carica politica avesse un ruolo androgino (genere maschile)  La stessa Elisabetta I Tudor usò con astuzia e a proprio vantaggio gli stereotipi di genere femminile e maschile.  Jean Bodin in “Sei libri della Repubblica” contestò la presenza femminile nei luoghi di comando sia ricorrendo alle Sacre Scritture e alla legge di natura, sia accostando lo Stato alla famiglia per cui il marito – padre aveva autorità e potere su tutti gli altri, così lo Stato doveva essere sempre governato da un UOMO.  Filmer esasperò questo concetto nel Patriarcha affermando che i sovrani derivavano l’autorità legale dal potere paterno di Adamo. QUINDI I re ricorrevano all’immagine del MARITO e del PADRE per giustificare il proprio potere (PARENS PATRIAE). L’autorità maritale L’analogia fra l’autorità del sovrano e quella del padre poteva anche funzionare in senso inverso, per accrescere il potere del capofamiglia .  Come i sudditi non avevano diritto di ribellarsi al sovrano, così le donne e figli non potevano mettere in discussione l’autorità del marito-padre, che, come quella del re, derivava da Dio. La famiglia non era uno spazio privato, ma un microcosmo politico e quindi faceva parte della sfera pubblica.  La Riforma protestante e i puritani inglesi accentuarono l’autorità paterna poiché attribuirono al capofamiglia una funzione di controllo della sfera religiosa maggiore di quanto non facessero i cattolici. Infatti, i pastori protestanti erano quasi tutti sposati e questo significava che essi potevano ricorrere all’autorità ecclesiastica per affermare quella paterna e maritale. Anche la madre aveva un ruolo nella vita religiosa e morale della famiglia, ma sempre subordinato a quello del padre.  La scissione che la Riforma protestante creò nel mondo cristiano accrebbe il dominio politico maschile anche in altri ambiti. INFATTI durante il ‘500 sia nel mondo PROTESTANTE che in quello CATTOLICO fu imposto l’obbligo di giurare fedeltà alla religione del Paese di residenza, tale obbligo però non riguardò mai la popolazione femminile. Questo giuramento approfondì il divario tra cittadine e cittadini, ma anche tra cristiane e cristiani. Infatti: - per gli UOMINI la fede era un IMPEGNO CIVICO RITUALIZZATO - per le donne non era così e questo portò ad ambiguità nei confronti dello stato civile di alcune donne.   Nelle città protestanti una delle principali conseguenze della Riforma fu l’INTEGRAZIONE DEL CLERO MASCHILE nelle comunità: per gli uomini si annullò la distinzione tra condizione ecclesiastica e condizione laica. Quasi tutti i pastori si sposavano, ma il matrimonio non era indispensabile affinché venisse loro concessa la cittadinanza. Lo era per le SUORE che potevano ottenere la cittadinanza solo se prendevano marito, cosa che significava deporre il velo. Quindi un PRETE poteva essere sia cittadino che prete, mentre una MONACA non poteva esercitare entrambi i ruoli. Evidentemente la comunità politica quanto quella religiosa erano riservate agli uomini.  L’incarico di pastore o di responsabile della comunità poteva essere assegnato soltanto a un uomo anche nei gruppi in cui le donne avevano diritto di voto. Alcune protestanti sostenevano che siccome era opinione comune che la famiglia facesse parte della sfera pubblica, le donne di fatto svolgevano una funzione pubblica, anche se non prestavano giuramento solenne; se quindi esprimevano la loro opinione su questioni politiche o religiose, ciò era semplicemente un’estensione del ruolo pubblico che già ricoprivano in quanto madri e mogli. Questa argomentazione fu quasi sempre contraddetta in età moderna.  I contrasti religiosi non furono l’unica circostanza che accrebbe l’autorità di molti uomini. I sovrani impegnati a rafforzare e centralizzare il proprio potere promossero cambiamenti giuridici e istituzionali che allargarono il dominio maschile anche in seno alla famiglia: – In Francia tra il 1556 e il 1789 furono promulgate leggi che aumentarono il controllo del padre e dello Stato sul matrimonio. Per sposarsi era necessaria l’autorizzazione dei genitori, i minori che non rispettavano tale disposizione erano soggetti a sanzioni severe, che prevedevano anche la pena capitale. L’unione coniugale senza consenso parentale era definita rapt (rapimento) anche se non c’era stata violenza carnale (in tal caso era considerata rapt de séduction). Sebbene in realtà non fossero condannati a morte, i figli che non rispettavano il volere dei genitori potevano venir incarcerati in base alle cosiddette lettres de cachet, documenti rilasciati dai funzionari regi in base ai quali la famiglia poteva far incarcerare senza processo un suo membro che le avesse procurato disonore. In Francia gli uomini usavano le lettres de cachet anche per dirimere le liti coniugali e convincevano i funzionari che per difendere l’onore della famiglia era necessario che le mogli venissero incarcerate; in Italia e in Spagna una moglie «disobbediente» poteva venir rinchiusa in convento o in una casa di riabilitazione per prostitute. – L’adulterio era considerato molto più grave della violenza domestica poiché metteva in discussione il legame fra matrimonio e procreazione, l’onore maschile e l’autorità maritale. Molti codici antichi e medievali lo definivano come rapporto sessuale fra una donna sposata e un uomo che non era suo marito; nel Cinquecento invece era considerato adulterio anche l’inverso, ma poiché in tal caso non metteva a repentaglio la famiglia né la discendenza, la severità della pena restò condizionata dal genere. Secondo una legge emanata a Ginevra nel 1566, l’adultero e la sua amante erano condannati a dodici giorni di prigione, l’adultera era condannata a morte; per l’Adultery Act promulgato in Inghilterra nel 1650, la donna maritata e il suo amante erano passibili di pena capitale, l’uomo sposato era punito con tre mesi di carcere. Azioni politiche e proteste Nell’Europa moderna la subordinazione al marito era anche una buona ragione per non dare ascolto alle poche donne che si impegnarono in campo politico.   L’esempio più significativo sono le petizioni presentate al parlamento durante la guerra civile inglese, quando diversi gruppi di donne chiesero interventi a favore del commercio. Il parlamento dichiarò che le donne non avevano diritto ad avanzare richieste.  Nel 1649 fecero una petizione contro la legge marziale.  Le petitioners rispondevano ai loro detrattori a voce e di propria volontà.  Venivano definite “mezzane” o “prostitute”, perché le donne che parlavano in pubblico erano considerate di dubbia reputazione.  Per tutta l’età moderna le uniche petizioni presentate da donne che ottennero ascolto furono quelle di carattere economico.  E’ probabile che la dipendenza giuridica delle donne sia stata uno dei fattori che favorirono il loro intervento in certi ambiti politici, in particolare nelle rivolte e nelle proteste popolari.  In quasi tutti i paesi europei il marito era responsabile della maggior parte delle azioni della moglie; perciò, si pensava che le donne non potessero essere perseguitate se partecipavano a sollevazioni in piazza.  quindi – fomentavano rivolte nei periodi di carestia, parteciparono a movimenti iconoclastici… – parteciparono a sollevazioni politiche: di solito erano donne mature, che godevano di grande rispetto per la loro determinazione ed esercitavano un notevole ascendente sulle vicine e sulle compagne di lavoro. Avevano potere ma nessun tipo di autorità. - La Fortuna era rappresentata come una dea, e il consiglio di Machiavelli ai governanti su come cercare di controllare la fortuna sono espressi con concetti improntati al genere: “la fortuna è donna ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla”.   La violenza era un aspetto importante della mascolinità anche per i gruppi sociali che non erano al governo.  esempio:  Gli artigiani che non riuscivano a diventare capomastri formavano organizzazioni tra uomini, fortemente escludenti le donne, e tentavano di raggiungere i loro obiettivi anche attraverso sommosse e scioperi, ottenevano uno statuto all’interno delle corporazioni con dimostrazioni di forza fisica. Fra gli artigiani i concetti di mascolinità comprendevano anche altre qualità.  – Dal momento che dovevano viaggiare per recarsi da un capomastro all’altro, difficilmente si sposavano. – Per loro, un vero uomo doveva essere leale nei confronti dei compagni, libero da doveri politici e familiari, avere pochi contatti con le donne. – Bevevano, combattevano e offrivano da bere ai compagni.  L’ideale di mascolinità degli artigiani li separava dalle donne, ma anche da altri gruppi di uomini.  Per i capomastri, i mercanti e altri membri della classi medie, le qualità di uomo ideale si basavano sempre sul ruolo del capofamiglia.  Nel XVIII secolo, la ragione fu aggiunta alla lista delle qualità che ci si aspettava da un uomo nella sua egemonica mascolinità.  Poiché le virtù secolari diventavano sempre più importanti per gli uomini, le virtù religiose come la devozione e la carità furono sempre più di competenza femminile.  In realtà c’erano altri modelli di mascolinità, soprattutto nelle città più grandi: 1. ladri e criminali avevano le loro idee su quel che costituiva un vero uomo 2. gli omosessuali presentavano una variante ancora diversa 3. idem le minoranza religiose ed etniche.  La critica sulla corte da parte dei parlamentari spesso era espressa in termini di generi sessuali, con riferimenti frequenti, velati o espliciti, alla debolezza degli aristocratici e alla loro incapacità di controllare le passioni.  Uomini di altri paesi, come anche altre classi sociali, spesso erano considerati scarsamente virili.  Nel XVIII secolo, gli uomini in Inghilterra si preoccupavano dell’effetto della cultura francese sulla mascolinità, in particolare tra i gentiluomini benestanti.  Crearono una versione inglese di gentiluomo, che adottava un abbigliamento poco appariscente, raramente mostrava le proprie emozioni e parlava poco. La costruzione di una mascolinità di tipo nazionale era accompagnata da una svalutazione della mascolinità di altri paesi.  Gli uomini europei portarono con sé queste idee quando crearono gli imperi coloniali, perché la critica della mascolinità di uomini di altri parti del mondo è un aspetto comune del processo coloniale. Genere e ordine sociale  Il rispetto dei rapporti di potere fra uomini e donne era il fondamento:  del sistema politico  del funzionamento della società nel suo insieme.  La relazione fra sessi forniva il modello per tutte le connessioni dicotomizzate che coinvolgevano autorità e subordinazione, come quelle tra sovrano e suddito.  Le donne non rientravano nell’ordine sociale perché non facevano parte di categorie chiaramente demarcate come gli uomini.  A meno che non appartenessero ad associazioni religiose e corporative, non avevano un’identità collettiva.  Eppure alcune scrittrici femministe non deplorava il fatto che le donne fossero meno soggette degli uomini alle divisioni di classe e di lavoro, anzi lo ritenevano positivo.  Nei loro scritti le veneziane Moderata Fonte e Lucrezia Marinelli elaborarono modelli sociali basati sulla cooperazione e sull’egualitarismo, che consideravano l’essenza del rapporto fra donne, sostenendo che una società femminilizzata non avrebbe visto distinzioni di classe e sarebbe stata infinitamente preferibile a quella gerarchica che prevaleva fra gli uomini. Ma l’assenza di gerarchie spaventava la maggior parte dei pensatori.  Nei primi anni del Seicento, a Londra, un gruppetto di donne adottò abbigliamento che poteva in qualche modo apparire maschile. I pamphlet non esprimevano preoccupazione per i costumi sessuali di queste donne, ma temevano che il loro modo di vestirsi potesse mettere in discussione la differenza sociale e di genere, dal momento che una donna in abiti maschili non mostrava la classe di appartenenza.  Il disordine della gerarchia di genere era connesso ad altri tentativi di modificare l’assetto sociale.  - C’erano anche gruppi che, pur non alterando la parità sessuale, venivano incolpati di distruggere la corretta struttura di genere, poiché praticavano la poligamia, ad esempio gli anabattisti di Munster dovevano essere puniti senza pietà. - Nelle carnevalate popolari spesso apparivano mogli prepotenti che indossavano calzoni e mariti bistrattati che lavavano pannolini. - Simili figure ricorrevano nelle incisioni sul legno e nelle riproduzioni a stampa. - Shakespeare e altri grandi autori usavano l’inversione di genere, come espediente per ottenere sia effetti seri che comici, ma alla fine della commedia le donne rientravano nel loro ruolo, di solito felicemente sposate, e l’ordine sociale era ristabilito. - L’inversione di genere era l’evento che più di ogni altro poteva sovvertire il mondo. - I padri diseredavano più spesso le figlie disobbedienti che i figli. - Il fatto che l’autorità di una donna adulta derivasse dalla sua condizione di moglie o vedova del capofamiglia veniva enfatizzato definendola “moglie” piuttosto che “madre”.  Il genere era considerato il più “naturale” e perciò quello che andava difeso più di tutti.  Mentre gli europei organizzavano le loro colonie, le gerarchie di genere cominciarono ad intrecciarsi in modo sempre più netto con le gerarchie di razza come a quelle di classe, di occupazione, di età e di livello di istruzione.
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