Scarica Manzoni, Leopardi e Verga a confronto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! MANZONI LEOPARDI VERGA PESSIMISMO Il pessimismo di Manzoni scaturisce dalla sua visione della storia come successione interminabile di eventi negativi, soprusi e violenze, egli ritiene che per tutta la vita l'uomo porti con sé il peso del peccato originale. Il suo pessimismo è di natura morale piuttosto che filosofica e coinvolge la responsabilità individuale dell'uomo nelle azioni della storia. Tuttavia tale pessimismo manzoniano rappresenta solo una fase del suo percorso intellettuale, evidente soprattutto nelle tragedie, che verrà poi progressivamente superata da una concezione cristiana della vita. Sebbene non sia corretto definire Leopardi poeta pessimista, in quanto per tutta la vita non ha fatto altro che tendere al raggiungimento della felicità, gli studiosi hanno per comodità parlato della sua concezione della condizione umana, dividendola secondo tre diverse fasi di pessimismo: 1° FASE: Leopardi si rende conto che l'uomo non potrà mai raggiungere il piacere in senso assoluto in una prospettiva terrena. Da qui nasce l'infelicità dell'uomo. Interviene però la natura che, madre benevola, ha attribuito all'uomo la capacità di illudersi e di immaginare. La colpa dell'infelicità in questa fase è dunque attribuita all'uomo stesso che, con il passare del tempo si è allontanato sempre di più dalla via offerta dalla natura (pessimismo storico). 2° FASE: La Natura ha dato all'uomo un infinito desiderio di felicità senza però dargli i mezzi per poterla realizzare. Preso coscienza di ciò, Leopardi comincia a dubitare della concezione benigna della Natura, ma tuttavia attribuisce ad un fato maligno la ragione della sofferenza umana. 3° FASE: L'autore approda al pessimismo cosmico: tutti gli uomini e gli esseri viventi sono allo stesso modo caratterizzate dall'infelicità. La colpa però non è più Verga ha una visione pessimistica soprattutto nei confronti del progresso: egli ha una posizione di rifiuto, è convinto che, non solo nel mondo naturale ma anche in quello sociale, si in atto una vera e propria lotta per la sopravvivenza (Darwinismo sociale). Verga è profondamente convinto di ciò e s ritiene che si verifichi indistintamente in tutte le classi sociali. Per questo motivo egli ritiene che l'autore, quando scrive, non debba esprimere alcun giudizio, questo infatti si può verificare solo se c'è n'alternativa vera , che apra la strada ad un vero progresso. attribuita al fato ma alla Natura stessa, che, totalmente indifferente alle sorti delle sue creature, ha come unico scopo la conservazione delle specie, in una concezione materialistica e meccanicistica. PROGRESSO Atteggiamento ottimista nei confronti del progresso, ha sempre seguito con particolare interesse ed entusiasmo agli eventi politici, pur senza parteciparvi attivamente (es. le cinque giornate di Milano). In diverse occasioni Leopardi si oppone al mito del progresso, imperante all'epoca. Egli è fermamente convinto, al contrario di quanto affermassero i suoi contemporanei, che il progresso tecnologico non porterà mai al raggiungimento della felicità. Per questo motivo se la prende soprattutto con gli intellettuali della sua epoca che, pur avendo i mezzi per comprenderlo, continuano a vedere nel progresso la soluzione a tutti i mali del mondo. Il progresso non è altro che il frutto della continua lotta per la sopravvivenza che affligge la dimensione umana. Il mondo va avanti solo perché coloro che hanno più spiccate capacità di adattamento, si impegnano sempre il più possibile in modo tale da “scavalcare” gli altri e così sopravvivere in un mondo dominato dalla logica utilitaristica. RUOLO DELL' INTELLETTUALE All'epoca di Manzoni l'unificazione dell'Italia non si è ancora verificata, dunque l'intellettuale ha ancora un ruolo centrale nella creazione di uno spirito nazionale. Egli si interessa soprattutto alle masse (tutti coloro che sanno leggere) e cerca di realizzare “l'utile per iscopo”. La sua produzione ha quindi principalmente un fine educativo, in particolare egli si fa portavoce della visione cristiana. Nell'ultima fase della sua produzione Leopardi sostiene che l'intellettuale abbia il ruolo di portare gli altri alla consapevolezza della propria condizione. Il livello di consapevolezza deve però variare da persona a persona, in quanto alcuni individui rischierebbero di soccombere sotto il peso della verità. Secondo Verga l'intellettuale non ha un vero e proprio ruolo all'interno della società in quanto egli è profondamente convinto che non si possa operare alcun miglioramento all'interno di essa. L'unica cosa che può fare è descrivere la realtà con occhio lucido e totalmente distaccato, astenendosi da qualunque giudizio. Nel fare questo si serve dunque dell'impersonalità e della regressione al livello dei personaggi.