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Marcel Proust, A la Recherche du Temps perdu, Appunti di Letteratura Francese

Letteratura francese, Novecento: Marcel Proust, vita, Opere, e critiche.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 09/03/2021

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Scarica Marcel Proust, A la Recherche du Temps perdu e più Appunti in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! 1 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 Marcel Proust: Introduzione: Come già l’abbiamo sottolinea più volte, l’inizio del Novecento fu segnato dalla incapacità degli autori a proporre un rinnovamento nella letteratura. Alcuni temi vengono ripresi dal Simbolismo, corrente del secolo precedente al 1900. In questa atmosfera molto particolare, la voce di Proust viene accolta come una voce nuova. Infatti, dopo Zola, bisognerà aspettare Proust per poter parlare di Romanzo nuovo. Il Simbolismo dà molti spunti alla letteratura dell’epoca, ma occorre ricordare che i romanzi simbolisti sono pochissimi, l’unico che ricordiamo è, per esempio, il Romanzo à Rebours di Huysmans. Biografia: Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust è nato a Parigi il 10 luglio 1871 e vi morirà il 18 novembre 1922. È stato uno scrittore, saggista e critico letterario francese, la cui opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927. La sua vita si snoda nel periodo compreso tra la repressione del Comune di Parigi e gli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale; la trasformazione della società francese in quel periodo, con la crisi dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia durante la Terza Repubblica francese, trova nell'opera maggiore di Proust un'approfondita rappresentazione del mondo dell'epoca in questione. L'importanza di questo autore, considerato uno dei maggiori scrittori della letteratura francese, è legata alla potenza espressiva della sua scrittura e alle minuziose descrizioni dei processi interiori legati al ricordo e al sentimento umano; la Recherche, infatti, è un viaggio nel tempo e nella memoria che si snoda tra vizi e virtù. (fonte Wikipedia). Proust è scrittore della Belle époque, comincia a scrivere giornali molto semplici (giornali gossip e mondani) per le riviste della sua epoca. Nei suoi scritti parla di bella gente, e di quello che capita nei Salons. Quando Proust presenta per la prima volta il suo primo romanzo, il pubblico non gli diede tanto credito. All’inizio Proust non venne né ascoltato e compreso né tanto meno accettato, proprio perché gli editori non vollero dare alle stampe i suoi primi manoscritti. I critici, infatti, tra cui André Gide, lo lessero superficialmente ed espressero subito delle forti riserve nei suoi riguardi. André Gide è a quell’epoca il capofila di un’importante rivista francese, Le Nouvelle Revue française, rivista culturale e letteraria più importante del Novecento, legge il primo volume dell’opera di Proust e decide di non pubblicarlo. E questo spinse Proust a pubblicare la sua opera a spese proprie, decide di pagare per il suo primo volume del romanzo à la Recherche du temps Perdu, che venne pubblicato in un profondo clima di sfiducia. Caratteristiche dell’opera di Proust: L’opera di Proust racchiude una ampia varietà di caratteristiche tra cui per esempio il Flusso di Coscineza, che gli era stato ispirato da alcuni romanzi dell’epoca come quello di James Joice. Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 2 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 All’interno tutti i volumi delle Recherches, troviamo una nuova struttura narrativa. Vediamo per esempio che nei romanzi ottocenteschi vi è la presenza di una successione di eventi che sembrano seguire una linearità cronologica, ovvero la successione di azioni secondo una causalità; tecnica narrativa che era alla base del romanzo realista, ma anche di quello naturalista, e che verrà scardinato nell’opera di Proust. In effetti il flusso di coscienza, che sarà la caratteristica principale dell’opera proustiana, non permette di seguire tale linearità, poiché si basa essenzialmente sui allez-et-retour (andirivieni) tra passato, presente e futuro nella narrazione. Non abbiamo più un singolo flashback, come poteva capitare nella letteratura tradizionale e ottocentesca, ma tutta la narrazione segue i movimenti della memoria: ecco perché la memoria è fondamentale nell’opera di Proust. Il narratore recupera la memoria in maniera molto libera e più o meno volontariamente, riprendendo, e trattandole anche, le cose già successe, e anticipando anche alcuni eventi che succederanno. La grandissima particolarità della Recherche è la sua redazione: Proust non scrive i volumi di questo romanzo in modo successivo e lineare, scrive contemporaneamente le parti di tutti i suoi volumi, e questo avrà come effetto il dialogo e la comunicazione fra tutte le parti. I suoi manoscritti verranno chiamati Paperoles(reliquari), pagine che l’autore poteva spostare e incollare all’occorrenza in uno o nell’altro volume, a seconda dell’armonia che voleva dare al romanzo. Proust scrive contemporaneamente l’incipit del primo volume e la conclusione del secondo volume (“Le temps retrouvé” _ Il tempo ritrovato), e lo stesso Proust ci dice che le due parti, in conclusione, non fanno altro che soprapporsi, richiamarsi, fino a creare tra di loro una certa ciclicità. Importante ricordare che Les Recherches proustiane non fanno altro che narrare la vocazione di uno scrittore: il personaggio che si chiama Marcel ci racconta in che modo diviene scrittore. Ne “Le Temps retrouvé”, che è appunto l’ultimo volume, Marcel, dopo tantissime tematiche trattate e molto peripezie snodate… richiama il lettore, al quale dice che ciò che ha letto fino di leggere non altro che il romanzo che lui ha scritto. Quindi abbiamo una narrazione che riflette sulla sua stessa evoluzione, e di questo il lettore non se ne accorge affatto. Questo è chiaramente un intervento di Proust nel suo proprio romanzo, anche se non interviene negli ultimi tomi come lo fa nei primi, sicuramente a causa della morte nel 1922. (Leggere estratti di Proust DU COTE DE CHEZ SWANN ET LE TEMPS RETROUVE_ vedi PDF) Proust pubblica il primo volume del romanzo nel 1913 con il titolo, «Du côté de chez Swann». In questo volume vi sono molti riferimenti a quelle che sono le necessità che spingono Marcel a scrivere. In questo volume paragona lo scrittore al pittore, fino al punto che sembra desiderare quelle che sono le capacità artistiche del pittore. Tutto il reale che viene percepito e decritto, lo è attraverso la lente, il filtro dell’arte. Es. quando Proust ci descrive un personaggio, lo associa ad un personaggio di qualche quadro o di un dipinto famoso, quindi l’arte funziona veramente da filtro per la sua percezione del reale. Questo vale anche per il Romanzo “Un amour de Swann”, dove troveremo riferimenti ad opere musicali e pittoriche, che hanno un ruolo all’interno della narrazione, poiché condizionano la narrazione stessa. Proust e la sintassi imperfetta: La frase di Proust non è una frase sintatticamente perfetta: nel costruirla egli ricerca questa sorta di imperfezione, che richiederà un maggiore sforzo interpretativo da parte del lettore. Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 5 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 In questo processo interpretativo anche il lettore a volte si sbaglia, visto che noi ci affidiamo a Marcel, e visto che lui si sbaglia, allora induce in errore anche noi che leggiamo: a qualsiasi errore di Marcel corrisponde un errore del lettore, per quanto riguarda l’interpretazione dei fatti e dei personaggi. Il Tempo e analessi narrativa: Ritornando al nostro Je, conviene anticipare che tutta la Recherche proustiana, fatta eccezione di Un Amour de Swann, è un’immensa analessi, ovvero un flashback nel passato. Il Je dell’enunciazione è sia il protagonista della narrazione, sia colui che ha uno sguardo retrospettivo sui fatti dello stesso narratore: il narratore quando parla, ha già vissuto tutto, sa come andranno a finire gli eventi che enuncia. Il Je dell’enunciazione è attore e, al contempo, lo spettatore della narrazione. Quindi, in sostanza è come se avessimo due livelli temporali narrativi: il presente narrativo (tempo della scrittura) e il passato del ricordo (tempo della storia). Ecco perché il tempo è uno degli argomenti fondamentali della “Recherche du Temps perdu”: ma che cosa rappresenta veramente questo tempo perso?? Il tempo del racconto e il tempo della scrittura si sovrappongono senza mai coincidere, se non nell’ultimo tomo, nel “Temps retrouvé”, quando Marcel ci dice che il libro che abbiamo appena letto non è altro che la sua vocazione da scrittore. Questo sistema enunciativo, molto complesso, permette al narratore di esprimere le sue opinioni, perché già ha vissuto i fatti narrati, è già maturo: quando parla dell’infanzia, può darci la sua opinione, e mette in luce aspetti di cui il personaggio non aveva coscienza nel momento in cui li viveva, perché è una fase della sua vita che già ha attraversato, quindi dà una lettura ulteriore. Il narratore, grazie ai suoi commenti e osservazioni sulla narrazione, non fa altro che fornire al lettore una meta-riflessione, una metanalisi, metanarrazione, sugli eventi già passati (e/o in corso di narrazione), ovvero riflessioni su riflessioni già avvenute in precedenza. Alcune azioni del Marcel fanciullo, per esempio, fanno ridere al Marcel adulto, azioni che vengono descritti con una certa ironia. Prolessi narrative: Nonostante la complessità della Linea narrativa (tempo di narrazione, tempo della storia e il tempo del racconto) vengono ad aggiungersi alla narrazione la prolessi narrativa, ovvero delle anticipazioni: mentre leggiamo il primo volume, sebbene parli di cose già passate, Marcel ci anticipa anche qualcosa sulla storia che vivrà solo molto tempo dopo, nei volumi successivi. Questa anticipazione avrà come effetto la ripresa più volte di un medesimo evento, che verrà narrato secondo diversi punti di vista. Questa tecnica sarà applicata grazie al fatto che Proust scriva contemporaneamente tutte le parti dei diversi volumi: un evento che scrive di getto nel terzo volume, decide poi di anticiparlo al lettore già nel primo, modo per rendere complessa la sua redazione. Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 6 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 Personaggio: Nella Recherche proustiana, il primo incontro con i personaggi è fondamentale, è un po' il primo impatto che Marcel ha con il personaggio: che scopriamo nel momento in cui lo scopre anche Marcel. Non ci viene fornito nessun dettaglio sui personaggi, siamo come nella mente di Marcel: quando Marcel è bambino anche noi lo siamo, e i suoi incontri sono anche i nostri. La prima volta che incontra un personaggio, il narratore ci racconto lo shock che ha avuto nei confronti del personaggio, solo alla fine ci rivela l’identità del personaggio. La rivelazione dell’identità di un personaggio può prepararsi anche in più momenti della narrazione, il personaggio può comparire più volte prima che il lettore sappia veramente chi sia. L’identità (finale) di un personaggio è sempre in contraddizione con quella che era l’impressione o lo shock del primo incontro, un modo per richiamare sempre quella tecnica dell’essere dell’apparire. Perché A La Recherche du Temps perdu ?? Se la struttura della narrazione era così complessa che in realtà il titolo dell’opera non poteva essere una cosa semplice da comprendere. All’inizio la Recherche era pensata per essere due tomi: il primo doveva essere Du côté de chez Swann, e il secondo tomo Le côté de Guermantes. Proust scelse queste suddivisioni perché Swann e Guemantes sono due famiglie diverse, la prima appartenente alla borghesia e la seconda all’aristocrazia. Egli voleva dare un taglio sociologico e politico alla Recherche. Proprio nella casa della campagna di Combray, che ritroviamo nel primo tomo, vi erano due porte: una portava verso la casa di Swann, mentre l’altra portava verso la casa Guermantes. Anche simbolicamente Proust voleva riflettere sui rapporti che vi erano, nei primi Novecento, tra borghesia e aristocrazia, con un riferimento a queste due importanti famiglie. Quindi questi due titoli si volevano un affresco di queste due classi sociali. Nella Recherche proustiana abbiamo un’ampia descrizione di molte famiglie aristocratiche, Proust in effetti frequentava i Salons, conosceva bene quella realtà aristocratica, e quello che accadeva nei salotti. Alla fine, decide di non dividere la Recherche in soli due tomi, e pensa ad un altro titolo: intitola la sua opera, in primis, “Les intermittences du passé”. Con questo titolo, non era più l’aspetto sociale e culturale che intendeva metter in luce, ma diventava centrale qui il discorso sulla memoria. Voleva dividere “Les intermittences du passé” in due grandi sezioni: «Le Temps perdu» e «Le Temps Retrouvé». è ovviamente a partire da qui che nasce il titolo finale dell’opera, ovvero “A la Recherche du Temps Perdu”, titolo definitivo dell’opera. Memoria: Proust, all’interno del Romanzo utilizza due fenomeni legati alla memoria (volontaria e involontaria): Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 7 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 Memoria legata all’Illusione: Nell’incipit (che abbiamo letto sopra) compare un Je che cerca di addormentarsi, e comincia a recuperare una serie di immagini, inventate anche, che permettono a loro volta di recuperare un ricordo attraverso l’illusione. L’immaginario interviene quando ci fa la descrizione di questo stato di dormiveglia. Questa memoria illusoria ci viene descritta anche quando Marcel ci presenta, cercando di ricordarsene, tutte le stanze in cui ha dormito. In questa parte dei fenomeni della memoria, è importante sottolineare che è presente quella opposizione tra memoria volontaria, e memoria involontaria. Proust, per la descrizione di questi due tipi di memoria, si rifà agli studi di Henry Bergson, il quale riflette sul rapporto fra memoria e Tempo, fra memoria e Materia. Proust condivide con Bergson tutta una serie di principi, tra cui, soprattutto, l’interpretazione soggettiva del Tempo: secondo i due autori, la percezione del tempo non ha un valore oggettivo, ma soggettivo, ossia la durata o l’ampiezza del tempo, legato ad un evento in particolare, dipende dalla persona che vive quell’evento. Questo concetto di percezione soggettiva del tempo era già espresso in qualche modo dagli autori romantici dell’Ottocento, secondo i quali il tempo sembra trascorrere molto lentamente quando viviamo un’esperienza negativa, il quale tempo, viceversa, passa molto velocemente quando viviamo un’esperienza felice. Questo è sintomo del fatto che la percezione del tempo sia una cosa assolutamente soggettiva. Questa interpretazione soggettiva che rientra poi nella Recherche proustiana. La Memoria volontaria è, secondo Proust, quella memoria legata all’intelligenza del soggetto, è quando, pensando ad una cosa, una persona decide di recuperare i ricordi legati a quella determinata cosa: la giornata in cui è successa, l’ora, le persone che vi hanno assistito etc. Qui, interviene la ragione e soprattutto la volontà, ed è il soggetto coinvolto che decide quale ricordo recuperare e quale no. La Memoria involontaria: è, secondo Proust, quella memoria legata alla sensazione fisica, che può essere tattile, uditiva, olfattiva etc. sensazione che permette di creare analogia fra momento presente e momento passato. Nella Recherche proustiana fondamentale è questa memoria involontaria, che viene ricordata nell’episodio della Madelaine, un dolcetto morbido, che permette a Marcel di recuperare un ricordo, quando inzuppa questo dolcetto nel tè e lo morde. E attraverso quella sensazione gustativa che egli prova, o meglio recupera un ricordo di un momento passato, poiché il gusto del dolcetto inzuppato nel tè era simile alla sensazione provata in un momento x della sua vita passata. Il personaggio non ha immediatamente idea di quale sensazione il gusto faccia riferimento, è come invaso da questo sentimento di piacere e di dolcezza già vissuti in passato. È solo successivamente che il personaggio recupera, grazie all’analogia perfetta fra passato e presente, il ricordo esatto, senza che egli intervenga in tale recupero. Tutto questo lo troviamo all’interno della Recherche di Proust. Proust afferma che è attraverso questa memoria involontaria che l’io si conosce veramente, mentre la memoria volontaria non è sempre una memoria sincera e veritiera: chi usa la memoria volontaria, può scegliere di selezionare solo alcuni episodi di un dato evento e lasciarne altri, alterando così il ricordo. Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 10 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 Si avvicina anche ad Oscar Wild, il quale era appunto di passaggio a Parigi in quegli anni, e Proust scrive anche in quegli anni un romanzo autobiografico, che uscirà soltanto postumo, nel 1952, che s’intitola Jean Santeuil. Tra il 1897 e il 1898, Proust viene attaccato da un altro autore, il quale definisce Proust come «Uno di quei giovanottini del bel mondo che patisce di letteratura»: diede un giudizio su Proust che fu terrificante. Un’opera mondana che Proust scrive s’intitola «Les plaisirs et les jours», è un’opera mondana che riprende titolo di un poema di Esiodo, dove si fa riferimento al lavoro vero e proprio, al quale Proust sostituisce, in maniera provocatoria, il piacere. Questa opera ebbe una critica molto feroce, e fu al centro di un vero e proprioscontro armato fra due galantuomini del tempo, uno dei quali era Proust. Dinanzi al caso Dreyfus, Proust era tra i sostenitori dell’ufficiale ebreo Dreyfus, ricordiamoci anche che Proust ha origini ebraiche, e che di questa parte della sua vita/identità, nella sua scrittura, se ne parla molto poco. Visse la questione di Dreyfus con un particolare interesse e partecipazione, e questa vicenda gli permise di fare molte riflessioni di carattere storico politico. Viaggia tantissimo tra il 1900 e il 1904, ed è anche traduttore dall’inglese. Vivi molte esperienze all’interno delle quali matura le sue idee. Continua a scrivere nel giornale Le Figaro, e dall’altra si dedica al suo romanzo, ma anche ad importanti scritti teorici sulla letteratura, scritti che poi verranno riuniti postumi, nel 1954, con sottotitolo «Contre Sainte-Beuve», che è uno dei testi che andremo a leggere. Nel 1913, si annuncia la pubblicazione di “Du côté de chez Swann”: Proust pubblica questa opera a sue spese. Nel 1919 viene pubblicato al “Hombre d’une jeune fille en fleur”, romanzo che ottiene poi il Prix Goncourt. Dopodiché Proust dedica gli ultimi due anni della sua vita a scrivere gli altri volumi, nonostante il suo male e l’incombenza della morte. Proust muore nel 1922, in seguito ad una bronchite, legata, per l’appunto alla sua malattia di asma. Altra cosa fondamentale che ritroviamo nella nostra antologia del 900 è l’episodio della Madelaine, con il titolo “L’edifice immense du souvenir”, è un estratto del primo volume della Recherche, “Du côté de chez Swann”, all’interno del quale troviamo Combray, il primo Tomo, il quale contiene Un Amour de Swann, quest’ultimo testo da leggere interamente in francese… Nell’estratto della Madelaine, abbiamo una riflessione sul concetto di memoria involontaria. La sensazione che le briciole della Madelaine imbevuta nel tè, danno al narratore il ricordo di qualcosa che aveva già vissuto, ma cui non si ricorda affatto. La semplice sensazione però non gli permette di rintracciare l’epoca del ricordo in questione, quindi deve ricorrere alla sua intelligenza, alla quale spetta il ruolo di scuotere e sollecitare la sensazione per ricavare il ricordo. L’intervento dell’intelligenza viene fatto attraverso l’associazione della sensazione gustativa ad una sensazione visiva, cosa che favorisce il ritorno del ricordo, e che provocherà nel narratore uno stato di beatitudine. Questo stato di beatitudine entra in qualche modo in contrasto con la causa che l’ha generata, cioè la Madelaine. Lo scarto tra la causa, ovvero una Madelaine imbevuta nel tè_ cosa semplice e quasi insignificante, e l’effetto, ossia lo stato di beatitudine è quella cosa su sui si fonda la memoria involontaria in Proust. Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo 11 Lezione XII venerdì, 20 novembre 2020 Letteratura e cultura francese II Anno III Lingue e Letterature moderne_ Studi interculturali_ L11 Università degli Studi Palermo
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