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Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura di Giuliano Scabia

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Scarica Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! Iniziatore del progetto/ direttore dell'ospedale Psichiatrico San Giovanni di Trieste: Franco Basaglia Artista a cui viene commissionato il progetto: Vittorio Basaglia; pitture, scultore, incisore, artista teso alla manifestazione visiva dei grandi miti ed eventi, l'avventura esistenziale dell’uomo nella sua condizione di drammatico disagio. Cronista: Giuliano Scabia; uno dei pochi, forse unico scrittore mitico in circolazione, protagonista di alcune tra e esperienze più vive e visionarie degli ultimi tempi. Ha segnato una svolta radicale nel modo di praticare il teatro e la scritta nel tessuto della collettività. 1972, è nata l’idea di fare un lavoro collettivo nell'ospedale psichiatrico di Trieste. Coloro che accolsero il progetto erano tutti artisti e all’inizio non sapevano se e come il loro mestiere avrebbe potuto contribuire alla causa. Non erano retribuiti. La definizione di “artisti” era stata scelta proprio per l'ambiguità che conteneva e ci avrebbe consentito di essere riconosciuti dei malati come persone estranee alla cura, alla custodia: estranee al manicomio. La stesura della cronaca di Marco cavallo è un itinerario: l’itinerario è l’esperienza del laboratorio. Il curatore della cronaca fu Giuliano Scabia, col procedere della narrazione Giuliano ha sentito l'esigenza di una verifica da parte dei suoi collaboratori: verifica che d'altra parte era un'esigenza di tutti i compagni. La cronaca è stata rivista, rimaneggiata sia da collaboratori più vicini che da semplici persone di passaggio. Divenne così una scrittura collettiva. Manicomio aperto | fautori del progetto si presentano a Trieste con delle bozze di laboratorio, nulla di troppo preciso. Tra le quali compare: progetto numero 3: l'attivazione rappresentazione permanente: si tratterà di animare | grammi oggetti, usandoli come pretesti e stimoli, facendo nascere intorno ad essi una gran quantità di avvenimenti, immaginandoli e discutendoli collettivamente (gestione collettiva dell'immaginazione di tutti), secondo i modi già sperimentati altre con ragazzi e con gli adulti secondo altri nuovi modi da inventare. Propongono un tipo di lavoro a partecipazione di cui possiamo intravedere le linee generali ma non lo svolgimento, e quindi bisognerà parlarne mentre lo facciamo. Qualche giorno più tardi hanno presentato lo schema di lavoro: 1. Costruzione di un grande oggetto 2. Informazione permanente, a tutti, su ciò che sta avvenendo, attraverso vari canali: il giro dei reparti, il volantino, il giornale murale, il teatro vagante. Stabilirono iltempo: 2 mesi. Primo giorno Uno spazio da inventare Si descrive lo stazione del reparto P, problemi da affrontare, si fa il volantino n.1, la paura di non saper fare. - Mariagrazia, una giovane sociologa rileva un pericolo: che tutto venga vissuto come un gioco, che allontani ancora di più i malati con l’esterno “a fare queste cose si viene presi per matti”. - Franca Basaglia introduce il problema del “rifiuto a fare” frequente nel ricoverato in manicomio: che può essere paura del non saper fare e desiderio di evitare ulteriori scacchi. Secondo giorno Appare il manicomio Comincia a venire gente, malati e no; primi incontri e prime difficoltà; prime invenzioni, primo giro per i reparti: giornale murale n.1; troviamo un carrettino e lo facciamo diventare teatro vagante; si fa il volantino n.2. - appendono ai muri fogli bianchi in cui tracciare il proprio profilo per poi riempirlo. - Trovano il carrettino di legno verde e rosso, ecco il teatro vagante. Gli servirà per portare i pupazzi, i giornali murali, i manifesti in giro per l’opp. - Incontro con Gianni paziente autolesionista e Ljubo ex paziente ora ospite Terzo giorno Un grande oggetto che sia un cavallo Storia del cavallo che portava la biancheria; comincia la collaborazione attiva con i malati, medici e infermieri, la mediazione dei medici; arte e mestiere. = Arrivano i primi partecipanti tra cui inferimeri, pazienti. = Angelica una paziente, disegna un grosso cavallo geometrico, dice che vorrebbe far entrare nel suo ventre degli oggetti ma non ci riesce. - Si scopre che prima nell’opp c’era un cavallo che trasportava la biancheria, vecchio e stanco e salvato da una petizione venne venduto. Si chiama Marco Caval, la sua storia viene raccontata a pezzi un pò da tutti. - Gli artisti capiscono che forse si ritroveranno a dover costruire un cavallo, non una casa come loro avevano pensato, ma non è ancora sicuro bisogna coinvolgere ancora tanta gente. Quarto giorno Dietro al cavallo appare il diavolo Viene molta gente; si dipinge e si discute; ritorna continuamente il tema della casa; dialogo del cavallo, del padre e del diavolo; qualcuno ritrova percezioni perdute; paura del propri corpo e malattia come difesa; cerchiamo di capire e siamo anche travolti; a momenti; da questi attimi di liberazione. - sui fogli compaiono nuovi disegni tar cui case e paesaggi, non più solo profili. Si rendono conto che tenere in mano un pennello davanti a un foglio bianco mette molta ansia. Regina Z una paziente rimane per 30 min fissa davanti al foglio bianco. Punzo disegna la testa di un cavallo e se ne va al suo ritorno Regina ha completato il cavallo. Compare la figura del demonio (come tentazione) tutti scritto un NO intorno a quella figura. Regina Z ora è serena disegna il suo profilo in azzurrino e la figura della madre, se ne va serena. Quinto giorno Una grande casa Si fanno vari disegni e giornali murali sull’idea della casa; si fanno le teste dei primi burattini. - Inizia la realizzazione dei burattini con la vinavil e la carta da pacchi marroni, fanno 4 teste, i pazienti non si avvicinano la paura di sporcarsi è fortissima. Sono disposti a prendere le teste in mano appena finite, chi ha una testa viene invitato a far parlare i burattini “il burattino può essere la proiezione del suo io o forse perchè consente di non esporsi direttamente”. - Vittorio ha progettato tecnicamente il cavallo - Ormai di giornali murali ne vengono fatti una decina al giorno Sesto giorno Esibizione dei burattini I burattini si animano e cominciano a vivere; burattini e disegni fatti a quattro mani; la partecipazione e il “tramite”; si comincia a cantare; assemblea coi medici. il P ha assunto delle sembianze diverse dagli altri reparti, non ha più un aspetto manicomiale. - Cristina una paziente, crea un burattino e gli dà le sembianze di suo figlio Guido, recita la storia di Guido nel teatrino ed ottiene molto successo. - Gli artisti capiscono che i momenti di canto e di canto libero possono diventare uno dei momenti espressivi più fecondi. - In vista sono venute molte persone da fuori anche studenti, l’interesse per ciò che viene fatto dentro strabocca fuori. - Problema: i disegni dei malati, danno vita a delle storie, ora sono tante: come faranno gli artisti a mantenerle tutte? Settimo giorno Prima canzone di Marco Cavallo che comincia a crescere in altezza, e primo libro Si fa il libro di Cappuccetto Rosso; una canzone su Marco Cavallo; si comincia a sentire il bisogno di una pedana; Marco Cavallo cresce in altezza. - comparsa di Cucù un paziente - Rosina, una paziente donna, ben vestita e molto curata disegna sempre ciliegie rosse e una casa, oggi racconta la storia di Cappuccetto rosso. = Arriva un uomo paziente, che tiene un laboratorio di ceramica, con una fisarmonica al collo, vedo di mal occhio questo laboratorio essendo che “gli porta via il lavoro”. Gli vene proposto di suonare e scrivere la canzone di Marco Cavallo, modificando un altra canzone, lui accetta. Nasce da qui il bisogno di avere una pedana, un qualcosa di rialzato. - Bisogna creare le scenografie per i burattini, mettere i cappelli ai burattini.. _ è nato il pupazzo appena abbozzato dell'amica di marco cavallo _ C’è un burattino nuovo a forma di cavallo, sarà utile nelle improvvisazioni. Non è ancora nato un manichino medico o infermiere, perché?! Quindicesimo giorno Marco cavallo ha perso la coperta Atmosfera musicale La logia del burattino Uccio; si mette in scena cenerentola; si cantata la quarta strofa di marco cavallo. _ costruzione della biografia del burattino Uccio con regina. _ Creazione della quarta strofa della canzone di Marco Cavallo: racconta l’episodio della coperta. _ Improvvisazione della fiaba di Cenerentola: grossa delusione, affidano delle parti importanti a dei malati che non sanno improvvisare,chi invece è capace si stanca. È un errore da cui imparare. _ Un medico e due pittrici sono venuti a nome del comitato di quartiere San vito per proporre una festa con i malati, da valutare. Sedicesimo giorno L’amica di Marco cavallo porta tutti a casa sua Comincia una storia di burattini; la fatica di inventare; l'amica di Marco Cavallo fa da tramite di comunicazione. - Comincia una storia di burattini. - Molte persone si sono messe in relazione attraverso i burattini. Storia e burattini costituiscono un polo d'attenzione per tutti. - Da giorni non si trovava più il carretto o teatro vagante, è stato ritrovato nella “montagna”, l’hanno riportato in alto forse per paura che venga maltrattato. - E un giorno cupo per colpa delle nuvole, il morale è basso, molti partecipano al laboratorio ma mancano i pilastri portanti come Rosina e Pietro B. Riescono comunque a inventare un pezzo di storia. - Nel giro per i reparti trovano scritte ostili, nella riunione della sera c’è assolutamente bisogno di ragionare verso quale direzione intendono andare. - Viene l’idea di riempire la pancia di Marco Cavallo con oggetti, sogni e desideri. Diciassettesimo giorno Cosa mettiamo nella pancia del cavallo Recitiamo coi burattini sotto la pancia di Marco Cavallo; si fanno i bigliettini dei desideri da mettere nella pancia di Marco; viene il figlio di una malata e si fa gran teatro; s finisce contando, con vari cori sparsi per il P. - recitano con il burattino del cavallo sotto la pancia di Marco Cavallo. - Al pomeriggio iniziano le prove della canzone. - Si fa collettivamente un nuovo pezzo di storia. - La questione del riempire la pancia viene a galla: si parla di desideri, buon cibo e che ci sia una canzone. - Gli artisti discutono la giornata tra loro. - Oggi hanno cominciato a stendere la cartapesta sulla struttura di Marco Cavallo, sul volantino n.14 viene inserito anche questo. Diciottesimo giorno Si fa la pedana Disegnamo una storia e poi la recitiamo; arriva la pedana e si comincia a usarla; gran teatro del matrimonio; a Tinta hanno rubato l’orologio. - leri è venuta Paulina a recitare, oggi gli vengono fatti vari ritratti, l’ultimo lo fa lui. - Loredana una paziente giovanissima, muta, partecipa sempre di più alle attività. Disegna una farfalla, con la mimica le impersonano e attraversano il laboratorio così. Lucio anche lui parla poco, va a disegnare vicino a lui. - Rosina è arrabbiata perché non vorrebbe che gli stonai cantassero. Da qualche giorno ha preso in simpatia Federico, che le ha regalato un anello, si sta creando un vero affetto tra i due. - Rosina ha detto a Federico la propria storia. _ Montano la pedana, i sentiva davvero la mancanza di un posto deputato alla rappresentazione. _ Marco Cavallo ha tanto mangiato. L'amica gli da la purga. Nasce così un nuovo pezzo di storia. Questo pezzo di storia lo recitano subito. _ Le improvvisazioni sulla pedana e le “recite” continuano ad proporsi sempre più di frequente. La pedana inizia ad aiutare. - La maestra paziente del Q (quella che aveva chiesto dignità per i malati) è arrivata con il terzo capitolo della storia dei burattini: è il capitol della passeggiata. Questo capitolo è privo di dinamica teatrale, a differenza delle due precedenti nate collettivamente, la signora se ne rende conto. La scena viene comunque scritta sul grande foglio della storia dei burattini. _ A Tinta è stato rubato l'orologio, Bruno che non para quasi mai a capire chi è il ladro, non viene accusato in nessun modo, ma si cerca di fargli capire che può riportarlo dove l’ha trovato. L'orologio non riappare. Diciannovesimo giorno Coro generale Tinta ritrova l'orologio e recita la scena del ritrovamento; a uno a uno tutti lagoon sulla pedana a cantare; e si finisce con “Bella ciao”. _ Tinta recupera l’orologio nella pancia del cavallo. _ L'orologio assume il ruolo di “purga” nella pancia del cavallo. _ Arriva moltissima gente a turno salgono ulula pedana e cantano varie canzoni. _ Boshena l’assistente sociale polacca, canta una bellissima canzone nella sua lingua, lingue e culture si mescolano. _ Si rendono conto che dall’influenza delle singole biografie, una storia collettiva. _ La sera resta il gruppo degli artisti e si rendono conto di star facendo davvero qualcosa ce ha un senso per tutti. _ La pedana si sta rilevando un posto centrale per tutta la collettività del P Racchiude i se una forza estrema. _ Gli artisti preparano un cartello da appendere alla porta del laboratorio. _ Sorge una domanda: fino ad ora i malati hanno lavorato sempre singolarmente o insieme agli artisti, può incominciare il lavoro a gruppi dei ricovrati fra loro? Ventesimo giorno Portiamo i burattini; il problem del leader: se in comunità un leader è troppo forte, rischia di non far più parlare gli altri; Cucù inventa un capitolo della storia di Marco Cavallo; Ramona la burattino sanguinaria nei reparti. - Anche questa Olga la ripartenza dopo il weekend è lunga e faticosa. - Rosina continua a tendere ad occupare tutto lo spazio del canto. - Oggi il coro non funziona non si riesce ad inventare nessun pezzo di storia. - Cucù fa una scena. Con tutta l'assemblea si cerca di trascrivere la scena mimata. Nella scena compare “Marco Gatto” personaggio introdotto da una signora del reparto Q. - L’umore si rialza e si inizia a parlare attraverso i burattini, indossandoli nel bracco, il rapporto con tutti diventa visibilmente e ufficialmente teatro: e tutti entrano nel gioco del teatro. Ventunesimo giorno Si fanno i gruppi, si recita un nuovo matrimonio, si canta il libro di cucù e si fa un’operina Si comincia a lavorare in gruppi; si mostrano sulla pedana i lavori dei gruppi; si fa la prima operina. - viene l'orchestra. Provano a cantare la canzone di Marco Cavallo con l'orchestra ma non si riesce, è snervate, i ritmi della canzone non si addicono a delle linee costrette e ritmate. - Gli artisti formano dei gruppi, con al loro interno almeno uno di loro, el pomeriggio i gruppi s formano e modificano da soli d esempio cucù disegna dei cerchi e Franco li riempie di colore facendo attenzione a non bucare il foglio con la troppa tempera. Poi il gruppo si allarga e nasce una storia astratta in molti quadri. Il “gruppo” è una scoperta: la scoperta dell’inventare insieme, dell’uscire dalla solitudine individuale. - Scabia e Tinta trovano un ombrello e improvvisano una pioggia e un temporale, Fulvio si unisce alla scena. Dopo l’improvvisazione Fulvio e tinta dettano la storia. - Laura una paziente giovane del Q, porta una storia di un uomo con cervello di gallina e zampe di gatto. La storia viene recitata e poi cantata - Viene l’idea di recitare una nuova scena di matrimonio. _ Oggi è una giornata importante si sono fatte molte cose, e al centro di tutti c’è la forza comunicativa: capiscono che è necessario buttare fuori dall'ospedale, dall’istituzione ciò che avviene al P nei reparti, collegare tutto questo alla lotta per la liberazione di tutti. Ventiduesimo giorno Gran discussione su grandissimi problemi appare la testa di marco Cavallo Recitazione a vista; storia di Dora; storia di Arlecchino e Dio; gran discussione su Dio; medico e paziente; si comincia a costruire la seta di Marco Cavallo. _ dora una paziente anziana disegna e racconta la sua storia. _ Improvvisazione di burattini fuori dal teatrino, con finale sulla pedana. _ Conosciamo Betty una paziente che riceve dei ricoveri occasionali. _ Nasce da betty una storia che parte da arlecchino e arriva a Dio, soffermandosi un attimo sull’esistenza vera o presunta di esso. Su questo argomento nasce una vera e propria assemblea in cui si pongono domande grosse. _ Durante il giro serale avvengono delle assemblee: al D si discute sulle foto appese nei corridoi. _ Oggi inizia la costruzione della testa di Marco Cavallo. Salto di livello. _ È stato contemporaneamente posto il problema della ridefinizione del lavoro degli artisti, dagli stessi artisti, che ne discuteranno in un incontro a Venezia. _ Tema dei dettagli. Ventitreesimo giorno Il ritorno nelmondo Cucù canta il suo libro da solo; la storia di Giovanni Doz; la malattia è anche una forma di autoprotezione? - la giornata parte a rilento, ma improvvisamente arriva una folla di ente tra cui Cucù che canta da solo il suo libro, varie scene di burattini.. - Franco un paziente che frequenta l’ospedale a fasi alterne dichiara di sentirsi “protetto nella malattia” e che gli piace farsi proteggere. - Si fa la decima e ultima strofa di Marco Cavallo. Tenendo conto delle cose dette la mattina con franco: rapporto tra dentro e fuori. - Il gruppo conosce Giovanni Doz che dopo più di vent’anni di segregazione oggi h visto il suo paese di origine, racconta la sua storia sulla pedana con un filo di voce, tuti sono evidentemente commossi, il momento finisce cantando la canzone di Marco Cavallo per rompere l'emozione. - Si riaccendo il discorso dentro/fuori. | pazienti parlano della difficoltà insormontabili che si palesano all’uscita, il lavoro, la società la comunità. Uno degli argomenti di ridefinizione del lavoro del laboratorio del P potrebbe essere questo: il P vissuto come uno dei momenti di reinserimento nel mondo. - Il volantino di oggi non può non riportare la presenza di Doz. Verrà distribuito eccezionalmente il giorno dopo, sabato. Ventiquattresimo giorno Marco cavallo diventa simbolo Rappresentazione con sagome di cartone; astratto e concreto. - riprendono i discorsi di ieri e marco cavallo non può non diventare a questo punto simbolo della liberazione, dello scontro col muro che il mondo esterno oppone a chi esce. Marco Cavallo simbolo di liberazione perché è l'oggetto che i unisce, interno a cui la collettività del laboratorio e dell'ospedale ora vive. Venticinquesimo giorno Il muro dell’esclusione S., un ricoverato dell’accettazione uomini, viene al P e distringe alcuni disegni, per protesta contro quello che facciamo; tutti gli sono contro, ma resta il problema che anche fra noi si è verificata un’esclusione; passiamo tutta la giornata a discutere sul comportamento da tenere, per evitare che il muro dell’esclusione si riproduca fra di noi. - Si delinea nuove e vecchie strade da perseguire: 1. Lestorie a gruppi e le storie personali 2. Costruzione di nuovi oggetti giganti - Peppe Dell'Acqua dottore del Q, porta 600 volantini manifesti per pubblicizzare la festa di MC vengono tutti disegnati e dipinti, la pittura ha ripreso quota di colpo. - Si va avanti col Paradiso Terrestre. - La canzone del figlio di MC si è arenata dopo la strofa del viaggio in Siberia, perchè in effetti il figlio non esisteva. Adesso la storia di MC cammina per immagini concrete. - Scrivono un “Operina dei medici”: le arie cambiano da strofa a strofa a seconda dell'atmosfera. - Gli studenti di Bologna cantano una canzone composta da loro oggi al P, la canzone cerca di rispondere alla domanda “cos’è lo studente oggi?” Piace molto. - Nella riunione serale iniziano a organizzare i luoghi della festa: il lavoro si annuncia moltissimo. Trentaduesimo giorno Giorno dell'amica di Marco Cavallo nel Paradiso Terrestre La sala della festa; viene la televisione e le lampade ci servono anche per illuminare le operino; ninna nanna generale. - Vanno a visionare la sala della festa, per raggiungerla bisogna attraversare tutta la città, è già stata addobbata con degli addobbi tipici del carnevale, gli artisti toglieranno tutti per reinventarla seguendo lo stile del P. - La costruzione dei manifesti prosegue, finiti vengono portati fuori e appesi nelle strade. - C’è molta tensione, domenica si uscirà fuori. - Qualcosa si è abbattuto su uno del gruppo, non riesce neanche più a parlare, fa male, i problemi di uno si allargano su tutti. - Viene la televisione, la troupe di Radio Trieste, Scabia e Vittorio l'hanno voluta perché si parli di MC fuori, in tutta l’Italia. Non tutti sono d'accordo, questo crea delle discussioni nel gruppo. L’azione della troupe è rifatto discreta e divertente. - Nuova operina: Marco Cavallo nel Paradiso Terrestre, la cantano davanti alla troupe per farla riprendere. Il paradiso terrestre è fantastico quando appare, è la continuazione terrestre costruito nella sala dei burattini. Ed è nato dalla forza di questo lavoro collettivo, è la sua forma concreta. - Il Paradiso Terrestre lega tutti: si ritrovano a cantare, ballare tutti insieme e di colpo a fare un girotondo cantando una ninna nanna, così dentro un momento di crisi e tensione una nominazione li lega in una fraternità nuova “matti” e sani. - Scabia e Vittorio facendo il volantino discutono a lungo su arte ed espressione, convengono che forma suprema di espressione è forse sviluppare al massimo la propria capacità di ascolto. Il massimo d’ascolto per afferrare il minimo di espressione. Trentatreesimo giorno Giorno del vestito dell'amica di Marco Cavallo Si trova il vestito per l’Amica: ma ad alcuni piace ad altri no; bisogno rifarlo; troviamo insieme il tema della della festa; inno di Marco Cavallo. - vanno al Teatro Stabile alla ricerca di costumi, cercano sopratutto un vestito grande per l’Amica di MC, di cui ieri hanno cominciato a costruire la testa. - L’Amica ha finalmente volto e vita: costume e stoppa sulla testa. - Peppe Dell'Acqua viene a proporre che la festa di domenica non sia una festa e basta ma che abbia un significato. Con altri medici discutono su come agire: vengono fuori dei temi e ognuno propone una frase. Si vota all'unanimità: Marco Cavallo è tutti gli esclusi. - AI pomeriggio propongono la frase a tutti, non la capiscono, un infermiere propone “Marco Cavallo lotto per tutti gli esclusi”. = A Rosina e agli altri del pomeriggio non piace il vestito, sembra fatto di stracci dicono, in effetti lo è, decidono di cambiarlo ma prima ci scrivono una canzone che diventa L’inno di Marco Cavallo. - Durante l'assemblea organizzano gli spostamenti di domenica. Il corteo passerà per San Giusto si fermeranno per rappresentare la storia di MC. - Discutono sulla possibilità di portare MC allo sciopero generale di martedì, decidono di no, non gli sembra maturo e pensano che i malati non lo capirebbero. Trentaquattresimo giorno Giorno dei canti e delle bandiere Grandi preparativi per andare fuori; storia di un giovane escluso; vengono i giornalisti; conferenza stampa; ultimo giornale murale. - “Giorno dei canti e delle bandiere” oggi è il giorno del ripasso di tutte le canzoni e le operine. 10 - Ilcolore che ha vinto il sondaggio per MC è l’azzurro si procederà così. - Conferenza stampa, agli artisti preme che passi il messaggio per cui loro non sono andati li per fare arte. Il loro lavoro segue la linea del confronto, ed è proprio questo confronto continuo di ciò che tutti sapevano fare che ha fondato una parità sul piano espressivo e una continua sfida. - Adun assemblea alla quale gli artisti non sono stati inventati, sembra essere stato deciso che MC non potrà uscire dalla struttura. Il P è indignato. In realtà capiscono dopo che l'opposizione è contro il collegamento tra la festa e lo sciopero. Per gli oppositori far uscire MC significa chiamare tutti a una discussione dura. In fondo si parte da MC perchè esso può rappresentare sia l'aspetto bello sia l'aspetto contraddittorio di una realtà. Se MC non uscisse la decisione sarebbe non capita dalla maggior parte di quelli che hanno partecipato al P, inoltre sarebbe estremamente controproducente bloccarne l’uscita. Dopo lunghe discussioni concordano in un volantino l'uscita di MC: in cui si dà la giusta valutazione della festa di MC e sciopero e festa di lotta non sono contrapposti. Trentacinquesimo giorno Festa di Marco Cavallo e della sua amica (gran teatro urbano) Si finisce di dipingere d’azzurro MG; grande attesa; si sfondano le porte e si esce; grande attesa; si sfondando le porte e si esce; grande folla; attraversamento della città; discorsi; festa popolare a San Vito; ritorno in manicomio. - I malati sono già tutti eleganti per uscire, fuori dal P hanno steso un tappeto rosso e una drappo con intima il burattino di MC. A proposito di Marco Cavallo in festa Questa festa rappresenta un momento di lotta iniziata oltre un anno fa. MC vuole essere un simbolo di un processo di liberazione in atto per tutti quelli che soffrono una vita manicomiale. Manifestando la persistenza di problemi insuperabili, per tutti i pazienti, dottori, infermieri. La realtà attuale dell’ospedale è: 1. Le condizioni materiali sono ancora dominate dalla miseria e dalla mancanza di oggetti elementari. 2. Le condizioni di lavoro degli infermieri sono disagiate. 8. Manca qualsiasi prospettiva reale per la maggior parte dei degenti così condizionati dal dover restare per sempre assistiti. La risoluzione dei problemi non essere affidati agli operatori, scelgono così di scioperare, impegnandosi ad una attiva e cosciente partecipazione a queste importanti scadenze di lotta. - iniziano a vedersi legami di affetto e amicizia tra pazienti e artisti. Sfondiamo le porte MC è pronto ad uscire, vogliono che uscendo MC sia già al sole. Ma non ci passa, neanche togliendo la testa, il problema son le spalle: sfondano le porte. C'è un altro problema la rete: sfondano e tagliano anche quella. Alla fine lo fanno passare di sghembo. Corteo interno e ultimo giro nei reparti Si forma il corteo un tamburo si occupa di dettare l'andatura, il corteo sale per la “montagna” i reparti sono fuori, ma la salita di MC è solo simbolica. Sulla terrazza c’è Dante, chi ha deciso di non portarlo? Sono ancora in tempo per prenderlo? Cancello del manicomio MC sta per uscire ha la testa fuori e la pancia dentro, Scabia urla “Marco Cavallo sta per uscire e con lui tutto il manicomio” quasi ci volesse un annuncio. Attraversamento di Trieste Il corteo parta, MC viene trainato da un camion e dietro auto, bus, e persone che corrono sventolando le bandiere. La città è tappezzata dei loro manifesti, eppure la gente è stupita quasi come se “il muro del manicomio se lo portassero addosso”. Davanti alla cattedrale tirano fuori l'amica ma non raccontano la storia non c'è tempo e non ce ne neanche il bisogno. Ci ritroviamo (quasi) tutti Arrivati nel rione di San Vito una folla di gente li aspetta, ci sono quasi tutti i pazienti che hanno lavorato al P, infermieri, medici, persone della città, militari, bambini e anche un gruppo di pazienti 11 accompagnati dai loro medici provenienti da un altro manicomio. Quelli del quartiere hanno organizzato tutto molto bene. Festa popolare Un orchestrina suona musica folk, ma non tutti la sanno apprezzare o sana cantare. Inizia la storia di MC e della sua amica, i bambini vogliono recitare bisogna responsabilizzarli per farli partecipare attivamente. Presentano 3 o 4 operine. La festa continua sia dentro che fuori, si conclude la festa, ossia si oltrepassa il suo punto più alto, dopo il quale bisogna raccogliere ogni piega per fare in modo che tutto si fermi senza finire. E stata una festa popolare, partecipata, vissuta e piena di significato. 400 malati di due ospedali diversi hanno vissuto il loro incontro con la città senza incidenti. Ma il manicomio non è finito Sono le 7 di sera, la festa continua, L’inno di Marco Cavallo e Sull’albero del paradiso, sono la giusta conclusione. | pullman riportano in manicomio tutti. Gli artisti riflettono sulla bellezza della festa appena svolta, puntualizzando che non era necessaria ma era un bisogno della città e dei malati. [La giornata più lunga e intensa, la più emotiva, giornata in cui vengono a galla parecchi problemi). I modi del comunicare: modi attraverso cui abbiamo cominciato al laboratorio P, nell'ospedale, nella città. . 1. Laboratorio aperto: uno spazio in cui chiunque può entrare, inventare, comunicare. È importante che si possa: lavorare, recitare, cantare e discutere. 2. Lo schema vuoto (il progetto): o canovaccio, è una commedia di cui sono scritto soltanto i titoli delle scene o i momenti portanti. E un dramma didattico aperto che tende in certi momenti a diventare spettacolo attraverso l’improvvisazione, ma è prima di tutto coinvolgimento attraverso la ricerca, il lavoro, il gioco, improvvisazione. 8. Trasformazione dello spazio: ristrutturare lo spazio ovvero viverlo fisicamente in continua metamorfosi. La ristrutturazione è una forma fisica di comunicazione collettiva. 4. La storia principale: La storia di MC e della sua amica, sono la storia portante intorno alla quale sono nate tutte le altre. 5. Drammatizzazione della storia principale: se la recitazione delle scene veniva ripetuta, ciò avveniva in forme sempre differenti, per improvvisazione. 6. Giganti: possono essere uomo, animali, oggetti. Il gigante mette in moto immagini profonde che giacciono in ognuno, il gigante è uno scatenatore di miti, di ricordi, di fantasie collettive, di immagini di feste arcaiche. E un immagine unificante in cui si identifica l'inconscio collettivo. 7. Copro interno del gigante: la cavità del gigante può essere giocata (in quanto stimolo) come la caverna del tesoro. Anche la bocca del gigante è un luogo “magico” può riempirsi di segnali, messaggi, anche di suoni. 8. Giornale murale: quotidiani, molti colori, poche parole, è uno strumento di comunicazione importante. Può essere fatto individualmente o in gruppo. È valido sopratutto per cominciare all’esterno, sinteticamente. 9. Il quotidiano (volantino): si può fare con molte tecniche diverse. Importante è consegnarlo a man, far del momento di consegna un momento di comunicazione. 10. Le visite (ai reparti/di casa in casa/di porta in porta): si tratta di capovolgere l'aspetto introspettivo del teatro: andare dalla gente, stabilire un dialogo nel luogo in cui la gente abita. 11. Teatro vagante: un mezzo che serva per spostarsi da un paese all’altro, da una città all’altra da un reparto all’altro. E un immagine chiara e antica. 12. Drammatizzazione: un recitare improvvisando o anche ridurre una storia a forma dialogata. Il senso della drammatizzazione in questo caso resta, la comunicazione: e il rivivere delle situazioni “recitandole”. 18. | burattini: tutto può diventare burattino. L’im portante è che nasca velocemente, perchè appena formato è già un essere teatrale vivente. È importante metterlo subito in relazione con gli altri burattini. L'attività del plasmare e modellare, col relativo sporcarsi, offre una serie di stimoli e riflessioni sul piccolo alter ego burattino che va nascendo. 14. Biografie dei burattini: i burattini hanno nascita, vita e morte: un loro svolgimento a seconda di come vengono mossi, vissuti, posti in relazione. Si tenga conto che un burattino dopo un certo numero di improvvisazioni, esaurisce la possibilità di stimolazione fantastica. 12
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