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Maria Teresa D’Asburgo, Sintesi del corso di Storia Moderna

Capitoli uno e due Maria Teresa

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 01/01/2019

giuliamanetti23
giuliamanetti23 🇮🇹

3.5

(2)

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Scarica Maria Teresa D’Asburgo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAP 1 Asburgo casa legata alla carica imperiale in modo continuativo dal 1438 al 1740. La tradizione della casata asburgica affonda le sue radici nell’ Alto medioevo: risale al 952 la Rocca dello Sparviero, proprietà del casato, la cui felice collocazione consoliderà le basi della fotuna della famiglia, in quanto posta a sentinella dei passi alpini. I imperatore Rodolfo I (1273), egli ottiene i possedimenti che costituiranno il nucleo dei territori ereditari: Austria, Stiria, Carinzia, Carnia, Marca slavica, Eger, Pordenone, vi si aggiungeranno Boemia, Moravia nel 1526, e parte del Friuli e di Trento, dei Grigioni, Feltre e Belluno, parte dell’Istria, di Friburgo e di Trieste nella seconda metà del XII secolo. L’accesso al trono imperiale di Federico III nel 1440 conferirà per secoli prestigio alla dinastia, in quanto viene individuato dai principi elettori come colui che può risolvere da una parte la questione della rivolta in Boemia, dall’altra quella contro i turchi. Il Collegio dei Principi Elettori era stato istituito da Carlo IV nel 1356 ed era formato da: 3 ecclesiastici (Arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia) e 4 laici (Re di Boemia, duca di Sassonia, margravio del Brandeburgo, conte del Palatinato). La pace di Westfalia nel 1648 aggiungerà l’elettore di Baviera (Wittelsbach, cattolici) e nel 1692, in seguito agli squilibri tra cattolici e protestanti, si aggiungerà un nono elettore, il duca di Hannover. Tra regno e terre ereditarie 1477 il matrimonio tra Massimiliano, figlio di Federico e Maria, erede di Carlo il temerario permetterà agli Asburgo di acquisire la Borgogna e quindi di rafforzare la posizione della famiglia dell’Impero. Nel 400 assumeforma definitiva la dieta Imperiale o Reichstag, costituita da: Collegio dei principi elettori, collegio che riuniva cenyinaia di principi laici e d ecclesiastici, Collegio dei rappresentanti di una cinquantina di città imperiale; il diritto di posto e voto nella diete erano garantiti dal fatto di essere signori di un territorio. Nel 1512 l’Impero assume la denominazione di Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca. 1648 Trattati di Westfalia sanciscono la sostanziale parità per molti aspetti tra ceti imperiali e imperatore, infatti tra ‘5-600 i signori territoriali avevano costituito nei loro territori istituzioni politiche e giuridiche sulla falsa riga di quelle imperiali, dando così vita a  Cancelleria imperiale  Due cancellerie per l’Austria  Una cancelleria per la Boemia Questioni politiche gestite dal Consiglio segreto con Giuseppe I si era diviso un consiglio più ristretto che si occupava di politica estera e uno più numeroso per gli affari interni, affidato ad un maggiordomo di corte. Conflitti armati gestiti dal Consiglio Aulico di Guerra. Finanze affidate alla Camera Aulica dei Conti (le entrate della monarchia erano costantemente in sofferenza, quindi l’unica soluzione per fronteggiare le spese era ricorrere ai prestiti provenienti soprattutto dia banchieri genovesi e olandesi). A corte Dopo il 1648 Leopoldo I si rende conto che la dinastia ha bisogno di una capitale e di una corte che possano essere alla pari di quelle di altre potenze europee, predispone quindi lavori di ampliamento, ammodernamento della hoffburg, sede del suo potere. Tra 6-700 viene attuato un rinnovamento urbanistico e archittetonico della capitale, sia per rinnovarne il volto, ma soprattutto per l’incremento demografico, che sarà esponenziale nei decenni centrali del Settcento. Oltre alle regge vengono incrementati anche i luoghi sacri, ma gran parte del rinnovamento architettonico e urbanistico di Vienna ruota intorno alla corte, luogo dove si esercita e si rappresenta il potere della dinastia: essa è il lupgo di elaborazione della politica, di incontro e confronto tra sovrano e ceti dirigenti, di celebrazione della sacralità del sovrano; di fatto corte e stato sono due realtà complementari. Con una tradizione itinerante la corte riesce a stabilizzarsi a Vienna con Ferdinando all’inisio del Cinquecento. Le cariche cortigiane sono affidate soprattutto ad austriaci e tedeschi, ma è presente anche una componente spagnola, mentre durante lo spostamento della corte da Vienna a Praga le cariche aumenteranno e con loro le nazionalità che le ricoprono. Ferdinando punta molto sull’accentuazione della pietas del sovrano, infatti dalla seconda metà del Seicento la monarchia punterà sempre di più su cerimonie religiose e riti legati alla dinastia:è forte l’influenza dei religiosi a corte , la croce diventa il simbolo indiscusso del casato così come il culto eucaristico e quello mariano in funzione antiprotestante. L’apice della magnificenza di corte, dell’attenzione al cerimoniale si raggiuge con Carlo VI, ma sarò con la figlia Maria Teresa che Vienna assurge definitivamente a ruolo di capitale al pari delle altre capitali europee. Cap 2 Questioni di eredità La prammatica sanzione viene emanata da Carlo VI nel 1713, qualche anno prima della nascita della figlia Maria Teresa, fatto che esclude l’ipotesi che essa sia stata predisposta per garantire una tranquilla successione alla figlia M. Teresa. Si tratta invece di anni di effettiva turbolenza e preoccupazione per la dinastia asburgica, infatti sia l’Inghilterra (di Anna Stuart) sia la repubblica delle Sette province unite, tradizionali alleate della casa d’Austria, si dichiarano ora contrarie alla successione di Carlo al trono spagnolo (nipote del re di Francia). Era dunque urgente mettere al sicuro anche gli stati ereditari da qualsiasi ingerenza straniera. È infatti solo con questo documento che gli Asburgo adottano il principio di successione per primogenitura, mentre prima veniva portata avanti mediante quello dell’eredità indivisa, che permetteva di mantenere l’unione dei territori dando legittimità di successione sui possedimenti all’intera famiglia. Di fronte alla presenza di soli due eredi maschi, che nel 1711 si erano ridotti a uno, era necessario prevedere la salvaguardia della discendenza femminile visto che ancora nel 1713 Carlo, pur essendosi sposato, non aveva dato una discendenza alla sua famiglia. Carlo occupò i successivi 30 anni di regno a convincere le cancellerie degli altri paesi europei a sottoscrivere il documento, la cui definitiva accettazione da parte della Dieta imperiale avverrà solo nel 1732. In generale la sudditi, ma bastava che ne ricevesse almeno un’infarinatura. La lingua costituiva un elemento identitario nei territori multietnici dell’Impero, oltre all’appartenenza ad un determinato ceto e principato o signoria. La lingua franca dell’epoca era il francese, mentre il latino era la lingua della Chiesa cattolica e della cultura, per gli Asburgo era una lingua particolarmente importante anche perché lingua ufficiale dei suoi possedimenti ungheresi. Anche l’italiano era una lingua conosciuta in ambito musicale, teatrale e letterario ed era stato e sarà a lungo parlato all’interno della corte, soprattutto dopo la guerra di successione spagnola; mentre lo spagnolo era la lingua del cerimoniale di corte. È pur vero che tra gli anni quaranta e cinquanta del Settecento si assiste a corte al progressivo estendersi dell’influsso germanico su quello italiano e iberico, nonostante ciò Maria Teresa non imparerà il tedesco in modo approfondito, ma sarà in grado di parlare solo la variante locale viennese. Sponsali complicati Il matrimonio di Maria Teresa diventa velocemente un tema di politica internazionale. I primi pretendenti appartengono alla famiglia spagnola dei Borbone, ma ogni pretesa viene stroncata dall’intervento dell’Inghilterra, che teme il rafforzamento delle dinastie continentali. È durante la guerra di successione polacca che emerge la figura di Francesco Stefano di Lorena, che poi risulterà la scelta definitiva. I duchi di Lorena erano una famiglia aristocratica lega per vari aspetti agli Asburgo; infatti Carlo V, nonno di Francesco Stefano, aveva contribuito a liberare Vienna dall’assedio turco nel 1683; suo figlio Leopoldo (padre di Francesco Stefano) era cresciuto a Vienna, quindi poteva risultare naturale che se si fosse stati costretti a scegliere una dinastia non di primo rango, l’opzione sarebbe potuta cadere su quella dei Lorena. Inizialmente la preferenza ricade sul primogenito Leopoldo Clemente che però muore precocemente di vaiolo, e allora è il secondo genito Francesco Stefano che viene mandato a Vienna per completare la sua formazione proprio come aveva fatto il padre. Intorno agli anni ’30 egli tuttavia deve tornare in patria per succedere al padre deceduto nel 1729, consapevole del fatto che il suo territorio è fortemente voluto dalla Francia di Luigi XIV, che si è già impossessato dell’Alsazia. L’alleanza matrimoniale con gli Asburgo potrebbe costituire un rafforzamento del suo territorio in funzione antifrancese, inoltre Francesco era allettato da questa anche per la vicinanza dell’Austria all’Inghilterra. Carlo VI adotta Francesco Stefano, indicandolo di fatto come il futuro sposo della figlia, tuttavia gli affida mansioni per tenerlo lontano da Vienna nel caso la strategia matrimoniale fallisse. Tra l’altro il carteggio tra Maria T. e F.S. risalente a questo periodo testimonia che tra i due si era creato un legame affettivo per nulla scontato al tempo. La situazione si avvia verso una soluzione definitiva quando a Stanislao L. candidato al trono di Polonia viene offerta la Lorena come compenso per la rinuncia al trono polacco a favore di Augusto III, a sua volta a Francesco Stefano sarebbe andato il granducato di Toscana nel 1737. La Francia riesce a convincere il duca di Lorena a rinunciare alla sua terra servendosi della Prammatica sanzione: la Francia si sarebbe rifiutata di firmarla qualora Francesco non avesse accettato e di fatto Carlo sarebbe rimasto senza erede, è così che Carlo spinge Francesco a firmare la rinuncia con cedendogli la mano della figlia. 1736: matrimonio F.S. fu un abile uomo di affari, anche carente dal punto di vista militare seppe muoversi bene dal punto di ista delle relazioni politico-diplomatiche ed ebbe un ruolo di rilievo nel rinnovamento culturale di Vienna. Granduchi di Toscana Maria Teresa e Francesco si insediano a Firenze nel gennaio del 1739, in quanto il duca era prima impegnato nella guerra turco-austro-russa, ma i coniugi si tratterranno a Firenze per un periodo veramente breve visto che nell’aprile dello stesso anno sono già rientrati a Vienna e saranno costretti a rimanerci a causa della ci riuscì per via della concorrenza sia straniera (Olandese, inglese) sia interna alla penisola (Genova, Napoli, Ancona). Un altro tentativo è quello di uniformare il settore giudiziario caratterizzato da una miriade di legislazioni differenti: vi fu un accenno di riforme, ma che dovette scontrarsi con l’arretratezza e la resistenza del ceto dirigente locale. Una prole numerosa La coppia ebbe una prole numerosa, 16 figli in meno di 20 anni, forse anche per scongiurare la mancanza di continuità dinastica. Nonostante l’altissima mortalità infantile del tempo ben 10 dei 16 figli sopravviveranno a M T. Da notare che per i matrimoni dei figli la sovrana preferisce unioni di sicura fede cattolica, quindi i Wittelsbach di baviera e i Wettin di Sassonia all’interno dell’area germanica e un po’ tutte le casate principesche dell’Europa sud-occidentale. 1741: primogenito maschio Giuseppe. 1742: nascita di Maria Cristina che rinsalderà l’alleanza con la casata di Sassonia sposando nel 1765 il duca Alberto. 1747: nascita di Leopoldo, futuro granduca di Toscana. 1754: Ferdinando sposa una d’Este acquisendo così il ducato di Massa e di Carrara. 1755: Maria Antonietta sposerà nel 1770 Luigi XVI. L’ultimo genito Massimiliano Francesco è l’unico dei figli a seguire la carriera ecclesiastica: diventerà arcivescovo elettore di Colonia, fatto che permetterà agli Asburgo di avere un voto in più nel Consiglio dei Principi elettori.
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