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Maria Teresa d'Asburgo, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Maria Teresa d'Asburgo e il suo regno dal 1740 al 1780

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 17/01/2019

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Scarica Maria Teresa d'Asburgo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Maria Teresa d’Asburgo 1740-1780 Gli Asburgo detengono ininterrottamente la carica imperiale dal 1438 al 1740. Ciò che distingue gli Asburgo dalle altre casate europee è la doppia formazione dello stato: quello imperiale e quello principesco. Castello di Habichtsburg (nel cantone svizzero dell’Argovia): fulcro della proprietà allodiale della casata. Nucleo dei territori ereditari: Austria, Stiria, Carinzia, Carnia, la Marca slavica, Eger e Pordenone. La Moravia e la Boemia restano fuori e vengono prese nel 1526 con la battaglia di Mohacs, con la morte di Luigi II e l’estinzione della dinastia degli Jagelloni e il matrimonio tra la sorella di Luigi e Ferdinando I, fratello di Carlo V. Nel secondo ‘300 gli Asburgo raccolgono l’eredità dei duchi di Banberg e l’asse si sposta verso l’Austria. Bolla d’oro (1356): Carlo IV costituisce il collegio dei principi elettori formato dagli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia, dal re di Boemia, dal duca di Sassonia, dal magravio del Brandeburgo e dal conte del Palatinato; stabiliva che l'elezione dell'Imperatore fosse demandata ad un'assemblea di sette membri, quattro laici e tre ecclesiastici, senza alcuna interferenza papale. Precedentemente era il papa a scegliere l’imperatore secondo la tradizione. Pace di Westfalia (1648): legittimità di un ottavo elettorato, quello di Baviera nelle mani della famiglia dei Wittelsbach. 1692: il nono elettorato è attribuito al duca di Hannover, Ernesto Augusto di Brunswick- Luneburg, che ha aiutato Leopoldo I nella guerra di successione del Palatinato. Questa aggiunta significherà che nel 1714 i sovrani inglesi avranno voce in capitolo nell’elezione dell’imperatore, in quanto il primogenito di Ernesto, Giorgio, diventerà re d’Inghilterra. Riforme avvenute con Massimiliano (fine ‘400 – inizio ‘500), figlio di Federico III (impero in mano agli Asburgo, 1438): creazione dei dieci circoli in cui viene ripartito l’impero, creazione del Tribunale Camerale (intermediazione interesse dell’imperatore e interesse dei ceti) e creazione del Tribunale Aulico, contrapposto a quello camerale. Stati Asburgici quando sale al potere Maria Teresa: -Alta Austria; -Bassa Austria; -Stiria; -Carinzia; -Carniola; -Carnia; -Tirolo; -Voralberg; -Gorizia e Gradisca; -Area germanica centro-meridionale; -Regno di Boemia (permette agli Asburgo di avere voce in capitolo nell’elezione imperiale); 1 -Territori acquisiti al termine della guerra di successione spagnola (Paesi Bassi spagnoli, Napoli); -Granducato di Toscana (nel 1737 grazie al consorte di Maria Teresa, Francesco Stefano); -Lombardia (1770); -Parte dell’Ungheria; -Moravia; -Slesia (poi va a Federico). Il potere degli Asburgo non è assoluto, perché il ceto aristocratico è in grado di condizionare il potere monarchico a più livelli; altra difficoltà che devono affrontare gli Asburgo è l’assolutismo occidentale che influenza i principi tedeschi, i quali sono allettati dalla possibilità di acquisire il titolo regio. I Wettin di Sassonia acquisiscono nel 1697 la nomina di re di Polonia e nel 1701 gli Hohenzollern si dichiarano re di Prussia. Tra il 1713 e il 1714 nasce la monarchia dei Savoia con la guerra di successione spagnola. La Cancelleria imperiale si occupa delle relazioni con gli altri stati, mentre i territori ereditari hanno le loro cancellerie separate, sue per l’Austria e una per la Boemia. Sotto il regno di Giuseppe I il potere politico è diviso in due consigli, uno per la politica estera e uno per la politica interna. Le finanze sono gestite dalla Camera Aulica dei conti. Le situazioni di conflitto armato sono gestite dal Consiglio Aulico della guerra. La Prammatica Sanzione (1713) è emanata da Carlo VI, introduce la primogenitura, stabilisce l’immutabilità e l’indivisibilità della successione nella monarchia asburgica e prevede un solo ordine di successione. Nel 1703, prima di morire, Leopoldo I (ampliamento della corte e, grazie a ciò, un rimodernamento della città di Vienna) lascia il patrimonio asburgico al figlio Giuseppe I. In caso di decesso, la successione sarebbe spettata a Carlo. Nel 1707 muore l’ultimo Asburgo di Spagna, Carlo II, e il regno passa in mano a Filippo d’Angiò (Filippo V), nipote di Luigi XIV di Francia (fine della guerra di successione spagnola). Filippo V ottiene anche il controllo del ducato di Parma e del granducato di Toscana in cambio dell’accettazione della Prammatica Sanzione. L’accettazione della Prammatica Sanzione richiede a Carlo sacrifici di vari territori: è costretto a rinunciare a fette consistenti del suolo italico: lo Stato dei presidi, il regno di Napoli con la Sicilia e i territori del Milanese (riottenuti con la guerra di successione spagnola). Poi è costretto dalla zarina Anna a portare avanti una guerra contro gli ottomani, che gli costa la perdita della Serbia e della Romania Occidentale. Pretendenti di Maria Teresa: -Don Carlos, figlio di Filippo V → l’alleanza tra Vienna e Madrid viene però scompaginata dai sovrani inglesi; - Carlo di Wittelsbach, figlio elettore di Baviera → proposto da Eugenio di Savoia per garantire la continuità della dinastia asburgica sul trono imperiale e rinsaldare la forza antifrancese → l’Inghilterra interviene nuovamente modificando la Prammatica Sanzione e limitando la scelta del consorte di Maria Teresa agli appartenenti a casate di secondo rango, in modo da non alterare gli ordini dell’Europa continentale; -Francesco Stefano, figlio del duca di Lorena → con la scomparsa nel 1733 di Augusto II di Polonia (principe elettore di Sassonia) si apre il confronto tra il figlio, Augusto III, sostenuto da Austria e Russia, e il polacco Leszczynki (candidato naturale della Francia) (guerra di successione polacca) → nel 1738, con la pace di Vienna, Augusto III diventa re, Carlo di Borbone acquisisce Napoli e Sicilia, Parma e Piacenza vanno in mano agli Asburgo, Novara e Tortona in mano a Carlo Emanuele III e Leszczynki acquisisce la 2 trono imperiale. La carica imperiale è elettiva e gli Asburgo sono riusciti a mantenerla comprandola e grazie ad accordi. Questa carica, però, non può finire in mano ad una donna. Maria Teresa → arciduchessa d’Austria, ma non imperatrice Stato Prussiano: • Centro politico-amministrativo del Brandeburgo elettorale; • Tolleranza religiosa → presenza sempre più forte di ugonotti provenienti dalla Francia dopo la revoca dell’editto di Nantes (editto di Fontainebleau del 1685); • Aziende agricole modello neolandese vs junker; • Centralismo economico, finanziario, amministrativo e militare → il sovrano è l’unica figura che riesce a mantenere la pace nello stato e a sedare i contrasti tra le varie classi sociali, dovuti allo strapotere nobiliare → le diete territoriali continuano ad avere la loro voce in capitolo nell’ambito finanziario ed amministrativo, ma il re riesce a ottenere il finanziamento necessario per mantenere l’esercito attraverso degli accordi con gli junker; • Esercito potente formato da circa ottomila unità → leva coatta interna su sistema cantonale; • Assolutismo di corte, di matrice paternalistica. La prima fase della guerra di successione austriaca si apre alla morte di Carlo VI nel 1740. Carlo Alberto di Baviera presenta la sua candidatura per diventare imperatore e rivendica i propri diritti, non attraverso la moglie, figlia di Giuseppe I, la quale ha già rinunciato al trono imperiale, ma ritrovando un vecchio documento firmato da Ferdinando I. Questo documento è simile a quello lasciato da Leopoldo I e prevede l’entrata in campo di Carlo Alberto in qualità di legittimo erede, essendosi estinta la linea maschile degli Asburgo ed essendo discendente della figlia maggiore di Ferdinando. Nel frattempo, Federico II di Prussia vuole utilizzare il suo voto per tentare di ottenere dagli Asburgo la Slesia, regione ricca di giacimenti minerari e di popolazione prevalentemente tedesca. Nel novembre del 1740 Federico invade la Slesia e pretende dagli Asburgo questa terra in cambio del suo voto a favore di Francesco Stefano nella dieta imperiale. Gli Asburgo vengono sconfitti per la prima volta a Mollowitz il 10 Aprile 1741. Si è formata una lega anti-austriaca formata dai Borbone di Spagna e di Francia, dal regno di Sardegna, dalla Sassonia, dalla Prussia e dalla Baviera. Maria Teresa cerca, allora, l’appoggio dell’esercito ungherese che rimane profondamente colpito dalla sovrana, la quale ha sempre dimostrato di avere una grande considerazione per i suoi sudditi magiari. Gli ungheresi promettono l’aiuto in cambio però del diritto di riservare le trattazioni interne solo ai nobili locali, dell’esenzione fiscale dei nobili, di un freno all’acquisto delle terre da parte di stranieri ed infine della riconferma dell’indipendenza delle istituzioni ungheresi. Gli Asburgo hanno, per un momento, la meglio sulla lega. A questo punto i franco-bavaresi riescono a convincere Carlo Alberto a penetrare in Austria e, in seguito, a puntare a Praga, ottenendo così la corona di Boemia e un voto in più nella dieta. La nobiltà locale di Boemia e dell’Austria accolgono trionfanti Carlo Alberto e la lega, in quanto in precedenza gli Asburgo avevano sottratto ai nobili locali le terre per darle a fidati alleati cattolici. Il 27 Gennaio 1742 Carlo Albero viene eletto imperatore. Questa prima fase della guerra si conclude con il coinvolgimento dell’Inghilterra che riesce a porre pace tra i due contendenti (pace di Berlino): Maria Teresa perde la Slesia (trattato di Breslau) ed è costretta ad accettare Carlo come imperatore. Praga però viene ripresa dagli Asburgo e, dopo una violenta lotta, anche l’intera Boemia. Seconda guerra di Slesia (1744-1745) 5 Nel biennio 1744-1745 prosegue la guerra con gli stessi obiettivi della prima fase. Gli Asburgo invadono la Slesia e Federico II la Boemia per riconquistarla. All’inizio hanno la meglio gli Asburgo, ma il genio militare di Federico, alla lunga, ha la meglio sul cognato di Maria Teresa, Carlo di Lorena. Nel corso di questi due anni gli Asburgo si rendono conto di due importanti novità: in primo luogo che non c’è da fidarsi dell’Inghilterra e che la vera contrapposizione non è più tra Asburgo e Valois-Borbone, ma tra Francia e Inghilterra, e in secondo luogo che i fronti si sono spostati fino a coinvolgere non solo l’Europa ma anche le colonie americane. L’Inghilterra riesce a convincere Maria Teresa a firmare un accordo con la Sardegna e riesce così a distrarre Francia e Spagna dai loro domini nelle colonie. Nel 1745 muore Carlo VII. Il 13 Settembre 1745 Francesco Stefano diventa imperatore e, a Dicembre, la pace di Dresda sancisce l’acquisizione da parte della Prussia della Slesia e il riconoscimento effettivo di Francesco Stefano come imperatore da parte di tutti i membri della dieta imperiale. Nel 1746 viene stretta un’alleanza preventiva tra Elisabetta I, seconda figlia di Pietro il Grande e zarina di Russia, e Maria Teresa. Negli ultimi tempi la Russia si è rafforzata non solo dal punto di vista amministrativo ma anche economico e governativo e teme la strapotenza prussiana. Nell’Ottobre del 1748 viene firmata la pace di Aquisgrana, che riconosce alla Prussia la Slesia, a Maria Teresa e Francesco Stefano il titolo di imperatori e la restituzione dei Paesi Bassi meridionali e ridimensiona i possedimenti asburgici in Italia dando più potere ai Borbone: gli Asburgo perdono Parma e Piacenza che passano in mano a Filippo Borbone. Primo periodo di riforme, basate su scelte pragmatiche piuttosto che ideologiche (1740-1750) Protagonista Haugwitz (appoggiato da Maria Teresa) Riforme istituzionali e costituzionali • Cancelleria d’Austria per affari esteri → cancelleria di casa, corte e stato; • Cancelleria degli affari interni → cancelleria d’Austria • Avvicinamento al sistema amministrativo della Prussia e alle teorie cameraliste; • Gli Stati votano le tasse che però vengono riscosse da un organismo unico e centralizzato e viene imposta la validità decennale di quanto deliberato → questa riforma non è attuata allo stesso modo in tutti i territori, e Ungheria, Paesi Bassi e Lombardia non vengono neanche coinvolti; • Creazione del Directorium in publicis et cameralibus che si occupa di amministrazione e finanze; • Creazione della Corte suprema di giustizia (separazione di giustizia e amministrazione); • Svilimento del potere e dell’autonomia della cancelleria boema → fusione con la cancelleria austriaca; • Creazione di una burocrazia di funzionari pubblici direttamente gestiti dal monarca e dalla sua cerchia stretta di funzionari; • Revisione circoscrizioni che iniziano a essere controllate da funzionari scelti tra i membri del directiorium; • Fondazione Collegium Theresianum per la formazione di funzionari pubblici; • Rinnovamento degli insegnamenti scientifici e in particolare di quelli medici; • Rinnovamento degli studi giuridici con inserimento del modello protestante- prussiano. Riforme economiche (servono per attuare le riforme istituzionali e costituzionali) 6 • Agricoltura come prima fonte di drenaggio fiscale → necessaria mappatura delle terre → revisione del catasto → tentativo di imporre le tasse non solo alla parte coloniale dei terreni ma anche alla parte signorile → ricognizione sui territori effettuate da commissari → creazione del catasto exaequatio dominicalis (1750) (entra in vigore dieci anni dopo) → le condizioni dei contadini continuano a non migliorare, perché sono ancora sottoposti a corvées e ad abusi (parte dominicale = parte signorile; parte rusticale = parte colonica); • Creazione del direttorio universale del commercio (1746) con a capo Chotek → tentativo di applicare la teoria mercantilistica → impulso alle manifatture e semplificazione dei sistemi doganali interni → Austria e Ungheria come unica zona doganale (1775); • Manifatture → porcellane in Boemia, produzione di aghi da cucito, da maglia e di spilloni per capelli nel territorio ceco → riparare alla perdita della Slesia; • Semplificazione del sistema delle corporazioni; • Ammodernamenti nelle miniere di rame e di metalli preziosi; • Creazione di un servizio pubblico di trasporto (1748) a Trieste, inoltre esenzione doganale e rafforzamento del porto franco come fondamentale sbocco della monarchia; • Unificazione del valore delle monete negli stati ereditari (1750) e in seguito accordo con la Baviera che porta alla creazione del “tallero teresiano”. Secondo periodo di riforme (ammodernamento) (1753) Riforme militari, finanziarie, amministrative, economiche e rovesciamento delle alleanze Protagonista Kaunitz (prima ambasciatore, poi presidente della dieta morava, acquisisce dalla madre alcuni possedimenti in Westfalia e sposa la nipote di Starhemberg garantendosi l’ingresso a corte, ministro degli esteri della monarchia asburgica negli anni 1753-1792, ambasciatore a Torino) • Trasformazione dell’esercito in un’entità moderna ed equipaggiata → addestramento e mantenimento dell’esercito vengono centralizzati e non più delegati a ceti signorili, introduzione della coscrizione obbligatoria (eccezion fatta per l’Ungheria) → Joseph Daun riforma il corpo degli ufficiali e fonda una scuola per il servizio militare, mentre Maria Teresa si avvicina al corpo militare effettuando visite e concedendo il titolo nobiliare a colore che hanno prestato almeno 40 anni di servizio; • Alleanza con la Francia di Luigi XV → voluta da Kaunitz, che crede che gli Asburgo debbano accettare la trasformazione da potenza dinastica imperiale a monarchia statale austriaca → inizialmente il re francese non è a favore di questa alleanza, ma prediligi le alleanze tradizionali con Svezia, Prussia, Polonia e impero ottomano, mentre Ferdinando VI resta neutrale, ostacolato ad allearsi con i Borbone di Francia dalla moglie, nipote di Leopoldo I → Kaunitz non riesce subito a stringere alleanza con la Francia, ma nel suo viaggio a Parigi crea dei forti legami con persone di corte in grado di influenzare le decisioni del re → nel 1754 Maria Teresa decide di non intervenire in difesa dei Paesi Bassi e non aiuta l’Inghilterra nelle lotta contro la Francia che voleva unire Canada e Louisiana → Kaunitz propone come sigillo dell’alleanza il trasferimento dei Borbone di Parma a Lussemburgo in cambio della restituzione agli Asburgo di Parma, Piacenza e Guastalla → 16 Gennaio 1756, trattato di Westminster tra Inghilterra e Prussia: salvaguardia dell’Hannover da un attacco prussiano e promessa di neutralizzazione di qualsiasi tentativo russo di 7 Nel frattempo è morto anche Francesco Stefano e Maria Teresa decide di non abdicare, lasciando al figlio il ruolo di correggente, mentre la sovrana assume ben presto il titolo di imperatrice-madre. La Lombardia Il ducato di Milano entra a far parte della monarchia alla fine della guerra di successione spagnola con la pace di Rastaat del 1714. Il territorio lombardo viene smembrato con questa pace: Lomellina, Valenza, Alessandria e Valslesia entrano a far parte dei domini sabaudi, il resto agli Asburgo. Con la guerra di successione polacca anche Novara e Tortona passano in mano ai Savoia e, quindi, la Lombardia austriaca si riduce a Milano, Parma, Piacenza e Mantova. Il principato ecclesiastico di Trento e il litorale con Trieste e Gorizia e Gradisca, pur facendo parte dei territori della monarchia, non sono considerati territori italiani. La Lombardia si configura subito come una fonte di guadagno per la monarchia, soprattutto dal punto di vista agricolo (il settore agricolo è sviluppato grazie alle innovazioni introdotte tra fine ‘600 e inizio ‘700). Dal punto di vista istituzionale, è difficile cancellare le tracce del regime spagnolo che, sin dai tempi di Carlo V, ha operato in queste zone. Solo nel 1736 il consiglio spagnolo viene sostituito con il consiglio supremo d’Italia con a capo Silva-Tauroca. Le riforme vengono applicate in queste zone, ma Maria Teresa deve comunque scendere a patti con i poteri locali e per ciò si parla di centralizzazione imperfetta (per esempio vengono conservati il senato e i benefici ecclesiastici più importanti). Si può periodizzare il periodo teresiano in Lombardia in tre fasi, grazie alla presenza di tre personalità emergenti: Gian Luca Pallavicini, Carlo di Firmian e, infine, Giuseppe II. Pallavicini propone delle riforme a tutto campo, ma viene ostacolato sia dai funzionari viennesi che dai funzionari locali. L’obiettivo di Pallavicini corrisponde all’operato di Haugwitz a Vienna: entrambi vogliono risollevare la finanza e per farlo avviano anche una riforma amministrativa che permette di tagliare le spese e di ridurre il potere degli organi locali, in particolar modo del senato. Pallavicini risana il settore finanziario creando il banco di Maria Teresa, il quale permette la restituzione dei capitali ricevuti dai privati ed estingue gradualmente il debito pubblico. Pallavicini, però, affida a Greppi un contratto di appalto generale e permette a lui e al suo gruppo di riscuotere le tasse su sale e tabacco, commettendo l’errore di dare troppo potere a un gruppo ristretto di persone. Nel 1759 inizia ad operare a Milano Firmian, in concomitanza con il lavoro di Kaunitz a Vienna. In questi anni, il consiglio d’Italia viene ridotto a dipartimento. Successivamente, sempre a Milano, sul concludersi della guerra dei sette anni si cerca di creare un catasto e opera in questo campo la brillante personalità di Neri (a servizio di Firmian e lavora presso la giunta del censimento). Il catasto ufficiale entra in vigore solo nel 1760, ma costituisce una grande novità, in quanto non si basa più sulle dichiarazioni dei proprietari, ma sulle perizie dei funzionari pubblici e sulla rappresentazione particellare dei terreni. Tra gli anni ’60 e ’70 le riforme più radicali avvengono nel settore ecclesiastico (1765, giunta economale degli affari ecclesiastici → 1769, nasce a Vienna un organo simile) e nell’istruzione. Per quanto riguarda il primo, si cerca di creare una sorta di Chiesa nazionale che sia indipendente da quella di Roma e soprattutto dotata di meno privilegi e di funzioni prettamente religiose (viene emanato un editto sulle manimorte, viene aperta un’inchiesta sui beni ecclesiastici, scompare il diritto d’asilo nei luoghi di culto). Riguardo l’istruzione, essa viene affidata alla Giunta degli studi nel 1765 e vengono quindi tolti i controlli da parte della Chiesa e del senato milanese. Sempre nel 1765, viene creato un supremo consiglio di economia e in questi anni Pietro Verri riesce ad arginare il potere di Greppi. 10 È importante sottolineare come non siano stati solo i Lumi lombardi a contribuire all’applicazione delle riforme, ma una classe eterogenea di persone esattamente come negli altri territori asburgici. Da una parte questo fatto favorisce un processo di razionalizzazione al passo coi tempi, dall’altra parte queste riforme, pur risolvendo determinati problemi, ne creano altrettanti. Infatti i troppi organismi creati possiedono ciascuno un raggio d’azione limitato e ben presto si creano contrasti tra un’istituzione e l’altra. È per questo che durante il regno di Giuseppe II si cerca di ritagliare meglio i confini tra le differenti istituzioni. Il settore economico viene unificato a quello finanziario con la creazione di un nuovo organo. Nel 1773 viene abolita la Compagnia di Gesù. L’istruzione lombarda non risente in maniera così negativa di questo fatto, in quanto, sin dagli inizi dell’età moderna, anche il laicato ha contribuito a migliorare questo settore e a fornire un’educazione adeguata sia ai maschi che alle femmine. Il 3 Novembre 1773 si dà vita al Magistrato degli studi. Questo magistrato si occupa principalmente di redistribuire in maniera adeguata le materie scolastiche, cerca di garantire agli istituti laici i libri di testo necessari e mira a separare gli edifici scolastici laici dai centri di formazione per il clero. Trovano accoglienza in questo clima alcune delle istanze illuministiche che dominano questi anni, anche se l’influsso della Compagnia di Gesù continuerà ancora per un po’ a risuonare in vari settori della cultura. Con Giuseppe II avviene anche l’abolizione del senato, che viene sostituito con un sistema giudiziario a triplice grado che deve possedere una codificazione univoca che si distingua dal vecchio pluralismo giuridico. Il regno di Ungheria e altre regioni orientali Corona di Santo Stefano che comprende Ungheria, Croazia con Slavonia e Dalmazia, una parte della Slovacchia e, infine, la Transilvania. Anche sotto il regno di Maria Teresa i cavalieri ungheresi si dimostrano la forza degli eserciti asburgici e sono molto apprezzati dalla sovrana che riesce a ingraziarseli grazie a riconoscimenti e visite assidue. I Magiari provengono dagli Ungari, che vengono sconfitti da Ottone I nel 955 e, in seguito, si convertono al cattolicesimo con Stefano I. All’interno di questi territori le etnie si mescolano a livello addirittura familiare e, di fatto, a rappresentare un discrimine non è né la lingua, né l’etnia, quanto piuttosto le funzioni esercitate, il rango e la posizione nella scala sociale. Fino alla fine del ‘600 questi territori basano la loro economia sull’allevamento e sull’estrazione di metalli preziosi, come la vicina Boemia. Nel ‘500 gli ungheresi, come i boemi, decidono di affidarsi agli Jagelloni per tentare di contrastare l’avanzata turca, ma Luigi II viene ucciso nella battaglia di Mohacs. Il regno viene allora diviso in tre parti: la parte più consistente finisce nelle mani dei turchi, la Slovacchia e parte della Croazia in mano a Ferdinando I (dal momento che ha sposato la sorella di Luigi II) e, infine, la Transilvania viene trasformata in uno stato vassallo dell’impero ottomano. Di fatto il regno di Ungheria non esisterà fino al 1867, ma gli Asburgo continuano a chiamare così i territori di loro pertinenza. Dal punto di vista religioso, il regno di Ungheria continua a essere un crogiolo di religioni e dominato dalla tolleranza (non per i motivi dei Lumi, ma perché la religione costituisce una di quelle libertà che la popolazione magiara, in particolare i nobili, rivendicano contro il potere degli Asburgo). L’Ungheria, col passare del tempo, riesce a conservare le sue istituzioni rappresentative e la sua dieta riesce a conservare l’aspetto bicamerale (una camera alta dei lord e degli 11 ecclesiastici e una camera bassa per i rappresentanti delle città che hanno ottenuto il diritto di partecipare alla dieta, dal momento che possiedono parte della proprietà terriera). I comitati sono guidati dall’alispan, il governatore eletto, e dal foispan, il rappresentante del re. Esiste poi il palatino, o viceré, che è portavoce della nazione ungherese, e infine c’è il gran giudice che amministra la giustizia. Tutti questi organi sottolineano la peculiarità magiara, che riesce a mantenersi sempre autonoma e indipendente rispetto agli altri territori sotto il controllo asburgico. Nel 1687 il nonno di Maria Teresa, Leopoldo I, riesce a strappare all’aristocrazia ungherese la successione ereditaria. Leopoldo I riesce anche a riconquistare territori perduti in precedenza dagli Asburgo, come, ad esempio, Belgrado, che viene ripresa nel 1717. La compagnia di Leopoldo è vista come una crociata, anche se vengono comunque riconosciute delle libertà religiose ai signori locali e, ancora una volta, viene ribadita la peculiarità di questi territori. Gli Asburgo continuano comunque a favorire le famiglie a loro fedeli e inaspriscono, così, i rapporti con la piccola nobiltà. In seguito optano per mantenere separate le antiche terre di Santo Stefano, in modo da impedire ai nemici di coalizzarsi: la parte storica rimane sotto il controllo ungherese, la parte del Banato viene trasformata in una provincia separata e la Transilvania viene confermata nei suoi diritti costituzionali (ma è comunque sotto il controllo degli Asburgo. Il regno resta dominato fino all’inizio del ‘700 da un forte contrasto tra le famiglie cattoliche che vedono di buon occhio gli Asburgo e le famiglie di fede diversa e contrarie all’occupazione asburgica. È soprattutto la piccola nobiltà calvinista a ribellarsi, e sotto la guida di Rakoczy riescono a cacciare gli Asburgo dalla Transilvania e ad avere per circa dieci anni il controllo diretto su questa zona. Solo sotto il regno di Carlo VI Rakoczy viene cacciato, e il padre di Maria Teresa inizia a riavvicinarsi alla popolazione ungherese abbellendo addirittura Buda e progettando di trasferire la capitale da Presburgo a Buda. La borghesia non costituisce una grande componente all’interno della società ungherese e la si trova nei territori più vicini all’occidente, mentre la nobiltà presenta quasi gli stessi numeri della nobiltà spagnola e polacca. Sotto il regno teresiano le condizioni dei contadini continuano ad essere pessime e l’Ungheria viene esclusa dalle riforme e abbandonata, così, al suo declino. L’Ungheria, seppure non esistano più le distinzioni tra stato vassallo dei turchi e Ungheria reale, continua a sentirsi come semplice associata alla monarchia asburgica. Maria Teresa cerca di applicare alcune riforme in maniera parziale attraverso degli escamotages, per esempio cercando di limitare gli abusi signorili senza intaccare del tutto il sistema signorile o migliorando le condizioni dei contadini, attraverso delle clausole che possono passare senza aver bisogno dell’approvazione della dieta. Successivamente, Maria Teresa decide di dotare l’ateneo di Buda di una facoltà medica e tenta di portare avanti una riforma sanitaria che miri a costruire lazzaretti e centri sanitari in rado di contrastare l’arrivo di epidemie da oriente. Viene attuata anche una riforma scolastica come negli altri territori asburgici, ma anche se ci si vuole distaccare dagli ordini religiosi, questi ultimi continuano ad avere un ruolo preponderante all’interno degli edifici di educazione. Vengono creati anche degli istituti per la formazione professionale. Maria Teresa è sempre ben accolta dai magiari, dal momento che tenta di rinnovare il tessuto culturale e commerciale di questi territori senza danneggiare le usanze e i privilegi dei signori locali. Inoltre, la sovrana ha compreso che il regno può essere uno snodo per gli scambi con l’Oriente, in particolare con gli ottomani che ormai non costituiscono più una grande minaccia. Il regno di Boemia Corona di San Venceslao del regno di Boemia, Moravia e Slesia. 12
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