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Maria Teresa d'Asburgo cap. 2, Sintesi del corso di Storia Moderna

riassunti cap. 2 di Maria Teresa D'Asburgo

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 03/01/2021

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Scarica Maria Teresa d'Asburgo cap. 2 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAPITOLO 2: VATER UND TOCHTER Questioni di eredità: Nel 1888 Vienna dedica un monumento alla donna più importante della sua storia, Maria Teresa d’Asburgo. Il monumento viene posto sulla Ringstrasse davanti all’attuale Kunsthistoriches Museum. L’antenata è raffigurata con ai piedi i suoi più stretti collaboratori e non tiene in mano uno scettro ma la “Prammatica Sanzione” ovvero il documento grazie alla quale la principessa riuscì ad ottenere il potere anche se con molti problemi. Il padre di Maria Teresa ovvero Carlo VI emanò la Prammatica Sanzione il 19 aprile del 1713, qualche anno prima della nascita di lei. È quindi sbagliato sostenere che questo documento fosse stato emanato per garantire alla principessa una successione al trono. Nel 1711 l’imperatore Giuseppe I morì prematuramente e Carlo che a quel tempo era ancora arciduca venne individuato come possibile rivale del nipote di Luigi XIV di Francia, Filippo d’Angiò, per la successione al trono spagnolo. Proprio quando erano in corso le trattative di pace per porre termine alla prima delle guerre settecentesche, Carlo VI, che nel frattempo era diventato imperatore, ribadisce la necessità di trasmettere in maniera ereditaria e indivisibile i suoi Stati all’interno della sua stessa famiglia. Dobbiamo sottolineare che solo nel 1713 la casa d’Asburgo abbraccia definitivamente, con questo documento, il principio di primogenitura mentre fino ad allora la regola dominante era stata quella della Gesamthand, o “eredità indivisa”, o “infeudamento complessivo”. La Prammatica Sanzione salvava il trono da una possibile discendenza femminile che poi alla fine si verificò. È stato scritto che la Prammatica Sanzione fu dettata dalla necessità di rendere pubblici dei patti di famiglia siglati anni prima quando Leopoldo I e il figlio Giuseppe avevano ceduto a Carlo i diritti successori sul trono spagnolo. Il patto era chiamato di “mutua successione” e prevedeva in caso di morte di Carlo che Giuseppe riprendesse i territori ma successe la cosa opposta; Giuseppe morì prima di Carlo e questo avrebbe certamente favorito i diritti carolini sui territori ereditari rispetto a quelli delle figlie di Giuseppe ovvero Maria Josefa e Maria Amalia. Era tradizione che un’arciduchessa andata in sposa a un principe straniero rinunciasse formalmente ai suoi diritti di successione al fine di evitare futuri smembramenti dei territori della monarchia. Quando Maria Josefa sposa Federico Augusto II di Sassonia lo zio Carlo le impone di rispettare la tradizione. L’accettazione della Prammatica Sanzione richiederà a Carlo VI anche sacrifici di territori. Prima di tutto, si tratta di farla accogliere all’interno dei domini della monarchia e questo richiese almeno un decennio. La più restia era la Dieta ungherese che solo dopo aver ottenuto un riconoscimento dei privilegi nobiliari firmerà il documento e l’ultima a firmare sarà la Lombardia. L’accettazione da parte della Dieta imperiale richiederà alcuni anni e verrà ottenuta nel 1732. Ma più onerose risultano le richieste da parte degli altri Paesi:  La regina di Spagna Elisabetta Farnese ottiene il riconoscimento dei diritti dei figli sul Ducato di Parma e Piacenza e sul granducato di Toscana.  L’Inghilterra richiede la chiusura della Compagnia di Ostenda che intratteneva relazioni commerciali con le Indie. I sacrifici maggiori in termini di cessioni di territori Carlo li dovette affrontare nel corso degli anni ’30 del ‘700: alla fine della guerra di successione polacca nel 1738 Vienna venne costretta a rinunciare allo Stato dei Presidi e il Regno di Napoli a favore dei Borbone; i territori del Milanese passarono ai Savoia; nello scontro con l’Impero Ottomano perde la Serbia, Belgrado, la Valacchia e la Romania Occidentale. L a piccola Resel: Maria Teresa non fu la primogenita della coppia imperiale. Circa un anno prima venne alla luce Leopoldo Giovanni che però morì dopo pochi mesi. Maria Teresa Walburga Amalia Cristina venne battezzata nella cattedrale di Santo Stefano con cinque gocce dell’acqua del fiume Giordano, secondo una tradizione che vuole ribadire il diritto divino della monarchia asburgica a regnare sul mondo. Dopo un anno ecco un’altra femmina, Maria Anna e poi Maria Amalia (deceduta a 6 anni). Le salvaguardie poste in atto dalla Prammatica Sanzione risultano a questo più che opportune per la continuazione della dinastia. A Maria Teresa venne affidato il soprannome di Resel e la sua educazione si basava su: danza, musica, disegno, etichetta e portamento, matematica, scienze e ovviamente le lingue. Mancano però le discipline insegnate ad un futuro regnante: l’arte della guerra, finanza e geografia. A poco più di 10 anni le viene affiancata Maria Karolina Fuchs che diventerà una sorta di seconda madre. Gli anni di formazione della principessa sono caratterizzati dall’influenza di varie formazioni spirituali che poi lei stessa esprimerà successivamente anche nella scelta del confessore, il padre Ignaz Müller che non aveva niente a che fare con la Compagnia di Gesù ma che era legato agli ambienti giansenisti e i suoi futuri consiglieri spirituali. La conoscenza delle lingue rappresenta un altro interessante aspetto della formazione teresiana. La monarchia asburgica non può avere una lingua ufficiale, data l’eterogeneità dei suoi territori. Ogni area della monarchia aveva una sua lingua ufficiale e a volte non coincideva con quella parlata dalla maggior parte della popolazione locale. Non si pretendeva che il sovrano conoscesse in maniera approfondita tutte le lingue ma che ne ricevesse almeno una infarinatura:  La lingua francese era quella con cui si intraprendevano le relazioni tra gli Stati e Maria Teresa ne ebbe un’approfondita conoscenza.  Il latino continuava ad essere la lingua della Chiesa cattolica e della cultura; era anche la lingua ufficiale dei suoi possedimenti ungheresi, la lingua cioè nella quale i ceti dirigenti magiari intrattenevano le loro relazioni con l’esterno.  L’italiano non era solo la lingua della musica, del teatro e della letteratura ma sarà fondamentale anche nel momento in cui dopo la guerra di successione spagnola Vienna si affaccia sullo scenario italico.  Lo spagnolo era la lingua del cerimoniale di corte. Maria Teresa si impegna molto nello studio delle lingue romanze tralasciando il tedesco di cui non ha una conoscenza approfondita. Sponsali complicati: Il matrimonio di Maria Teresa diventa subito un tema di politica internazionale e gli Stati europei presentano fin da subito vari pretendenti. A metà degli anni ’20 Elisabetta Farnese interviene a favore del figlio don Carlos ma non verrà accettato. Il prossimo pretendente sarà un Borbone da sempre nemici degli Asburgo che puntano al seggio imperiale. Al fine di favorire tale esito il re di Spagna Filippo V sollecitato dalla moglie giunge a sottoscrivere un trattato con Vienna. Ma c’è una potenza in Europa che non può consentire il rafforzamento di qualsiasi dinastia in Europa ovvero gli Hannover in Inghilterra con Giorgio I ma soprattutto con Giorgio II. Nel giro di pochi anni Londra riesce a separare Madrid e Vienna. Il principe Eugenio di Savoia opera invece per un progetto tutto germanico e almeno inizialmente tutto cattolico: propone Massimiliano Giuseppe di Baviera. Eugenio che era un abile politico guardava lontano: sapeva che una discendenza femminile non avrebbe messo in forse il mantenimento dei territori della Erzhaus ma avrebbe sicuramente interrotto l’accesso della dinastia al trono imperiale e inoltre i Wittelsbach aspiravano da lungo tempo a quel ruolo. Inoltre sapeva che questa alleanza si sarebbe svolta anche in funzione anti- francese. L’elezione imperiale di un Wittelsbach avrebbe consentito alla dinastia di non interrompere quella continuità e l’annessione dei territori della Baviera li avrebbe strappati definitivamente dalle ricorrenti tentazioni di allearsi con il nemico francese. C’era anche da tenere conto che tale alleanza matrimoniale avrebbe rafforzato la parte cattolica del Sacro Romano
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