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Maria Teresa d'Asburgo cap. 3, Sintesi del corso di Storia Moderna

riassunti maria teresa d'asburgo cap. 3

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 10/01/2021

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Scarica Maria Teresa d'Asburgo cap. 3 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAPITOLO 3: GUERRE E RIFORME Fidati collaboratori: Maria Teresa accede al potere alla fine del 1740 con una scarsissima preparazione politica e con una situazione finanziaria disastrosa. Dunque la sovrana confermò i fidati collaboratori paterni: Starhemberg e il primo cancelliere di corte Philipp Sinzendorf. Ma anche i due fratelli Aloysius e Joseph von Harrach che si occupano rispettivamente degli affari interni e del Consiglio di Guerra. Ma soprattutto Johann Christoph Bartenstein, figura centrale nei primi anni del regno, giurista protestante che si era convertito al cattolicesimo; non di nobili origini, cosa che lo favorì agli occhi della sovrana. Maria Teresa aggiunge poi altre due figure ovvero: Philipp Kinsky che presiede la cancelleria boema e il duca di Silva-Tarouca che era a capo del Consiglio dei Paesi Bassi austriaci. Nonostante la Prammatica Sanzione salvasse la corona dei territori ereditari asburgici il trono imperiale però non poteva spettare ad una figura femminile e quindi si aprirono gli scontri tra i vari candidati. La prima guerra di Slesia 1740-42: Carlo Alberto di Baviera si propone come candidato per la corona imperiale poiché ricorda che i Wittelsbach non hanno firmato la Prammatica Sanzione ma non mette in campo i diritti della moglie, Maria Amalia figlia del vecchio imperatore Giuseppe I, che aveva rinunciato al trono dopo essersi sposata. Carlo Alberto però rispolvera il vecchio testamento di Ferdinando I (fratello di Carlo V) che a parere suo prevedrebbe la sua entrata in campo in quanto una volta finita la discendenza maschile lui era l’erede al trono poiché discendente della figlia maggiore di Ferdinando I. E con questo a lui spetterebbe anche la corona di Boemia e Ungheria che Ferdinando aveva ereditato. Il documento a cui Carlo Alberto si riferisce è il “patto di mutua successione” del 1546. Carlo Alberto sa inoltre di avere dalla sua parte la Francia di Luigi XV. Altro protagonista è il re di Prussia Federico II che aveva iniziato un percorso di rafforzamento militare. Dall’inizio del Settecento la dinastia si era convertita al calvinismo e si era così formata una sorta di Chiesa di Stato calvinista strettamente legata al potere del sovrano. Sotto il profilo sociale la nobiltà in Prussia si trovava divisa tra i signori dei territori occidentali che gestivano aziende proto-capitalistiche e gli Junker dei possedimenti al di là dell’Elba con poteri feudali costantemente rafforzati nel tempo. Quando Federico II sale al trono nel 1740 si trova uno Stato che ha raddoppiato la sua popolazione rispetto a un secolo prima ma comunque rimaneva sempre meno delle altre potenze. Ciò che lo caratterizzava era l’esercito più addestrato e competitivo di Europa. Federico II saprà anche mutare la politica nei confronti degli Junker concedendo loro dei privilegi e non solo con imposizioni e sottrazioni di potere. Federico II non aspira al titolo imperiale ma essendo con il suo Brandeburgo uno dei principi elettori può condizionare le elezioni e fa capire che potrebbe garantire l’elezione a Francesco Stefano ma in cambio richiede il territorio della Slesia, regione a forte presenza tedesca. Però la Slesia per i suoi giacimenti minerali e per la sua classe imprenditoriale intraprendente è tra i territori più ricchi della monarchia asburgica e tra i maggiori sostenitori del bilancio della medesima, bilancio che in quel periodo stava soffrendo molto. Nel 1740 Federico II invade la Slesia con un esercito di circa 80.000 uomini e la monarchia asburgica essendo in un periodo di crisi e impegnata nella successione al trono di Maria Teresa si trova a reclutare la metà degli uomini dell’esercito prussiano. Gli Asburgo vengono sconfitti a Mollwitz nell’aprile del 1741. Maria Teresa in un primo momento cerca di sfruttare la carta della parentela e contatta Maria Amalia (vedova dello zio Giuseppe I) suocera di Carlo Alberto di Baviera e tenta di convincerla a non alleare la Baviera con la Francia e la Spagna poiché una tale alleanza sarebbe risultata fatale. Purtroppo la coalizione anti-austriaca si era già formata con Francia, Spagna, Baviera, Regno di Sardegna, Sassonia e Prussia. Il momento di svolta avviene quando la sovrana decide di presentarsi alla Dieta ungherese per richiedere l’aiuto militare attraverso l’attivazione dell’estensione della insurrectio che avrebbe garantito l’immediato invio di numerose truppe. Si mostrò vestita di nero con la corona ungherese in capo e in braccio il figlio Giuseppe. Questa sua rappresentazione di Vergine richiedente aiuto colpì fortemente l’immaginario collettivo. Per la verità Maria Teresa aveva saputo conquistarsi le simpatie dei nobili magiari già qualche mese prima per la cerimonia dell’incoronazione a Bratislava dove indossò abiti tradizionali ungheresi e promise di difendere il Paese dai nemici esterni. I nobili magiari promettono aiuti ma in cambio richiedono esenzioni fiscali, il diritto a che la trattazione degli affari ungheresi sia riservata solo a nobili locali, un freno all’acquisto di proprietà terriere da parte di stranieri e la riconferma alla indipendenza delle istituzioni ungheresi come la Cancelleria. Poco dopo di un mese dopo la riunione della Dieta ungherese Federico II decide di concludere l’armistizio di Klein-Schnellendorf. A questo punto la Francia interviene a favore delle rivendicazioni imperiali di Carlo Alberto di Baviera e poco dopo giunge anche il voltafaccia di Federico II. Gli alleati franco-bavaresi penetrano nell’Alta Austria e Maria Teresa si rende conto di non potersi fidare dei suoi sudditi in quanto la maggior parte ha giurato fedeltà a Carlo Alberto. I francesi riescono però a convincere il principe bavarese a non dirigersi su Vienna ma su Praga dove l’incoronazione a re di Boemia gli avrebbe consentito un voto in più nella Dieta imperiale ma Carlo Alberto non riesce ad accedere all’incoronazione a re di Boemia perché Carlo VI aveva spostato la corona a Vienna e quindi lui dovette accontentarsi solo del giuramento di fedeltà dei suoi sudditi. L’esito finale di questa prima fase della guerra di successione austriaca giunge il 24 gennaio 1742 quando Carlo Alberto viene eletto imperatore a Francoforte e a questo punto lui perde il suo territorio e gli Asburgo ne approfittano per occuparlo ma la Prussia contrattacca sconfiggendoli nuovamente. A questo punto interviene l’Inghilterra a mediare tra le parti e viene siglato il trattato di Breslavia in cui gli Asburgo perdono definitivamente la Slesia. Con la pace di Berlino si conclude quella che viene chiamata “prima guerra di Slesia”. La ripresa di controllo definitivo sulla Boemia culmina qualche mese più tardi con il viaggio di Maria Teresa a Praga per l’incoronazione del marito. La seconda guerra di Slesia e la fine della guerra di successione austriaca, 1744-48: Federico II invade la Boemia e Praga nel 1744 e come obiettivo ha il mantenimento della Slesia che aveva già occupato. La controffensiva austriaca venne guidata da Carlo di Lorena e in un primo momento sembrò avere successo ma nuovamente le truppe di Federico II vinceranno. Va però preso in considerazione il contesto generale che porterà poi al nuovo assetto sancito dalla Pace di Aquisgrana nel 1748. La diplomazia austriaca capisce due assunti fondamentali:  Gli alleati tradizionali ovvero l’Inghilterra di Giorgio II sono inaffidabili.  La vera contrapposizione in Europa è tra Francia e Inghilterra. Infatti gli scontri tra i due Paesi si allargheranno anche nelle colonie come nella guerra dei sette anni. La vera novità di questi mesi è la morte dell’imperatore Carlo VII (Carlo Aberto di Baviera) nel 1745 a cui succedette il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano con il titolo di Francesco I. In realtà lui venne eletto senza il voto dell’elettore prussiano ma sarà la pace di Dresda a portare al riconoscimento da parte della Prussia dell’elezione del Lorena a imperatore e in cambio a Federico II venne riconosciuto il primato sulla Slesia ponendo fine alla Seconda guerra di Slesia. L’ultimo biennio della guerra di successione austriaca vede entrare in campo una nuova potenza: la Russia di Elisabetta I. La Russia si affermò sul continente europeo grazie alla Grande Guerra del Nord. Elisabetta I era alleata con la Casa d’Asburgo. Infatti Elisabetta I era preoccupata  Viene fondato il Direttorio Universale del Commercio per semplificare i sistemi doganali e incentivare le manifatture.  Viene stimolata la produzione nazionale con l’innalzamento dei dazi sui prodotti di importazione, soprattutto sugli articoli di lusso. Le potenze europee reagiscono innescando vere e proprie guerre doganali.  A Vienna e in Boemia vengono impiantate manifatture di porcellana e aiuti per chi vuole impegnarsi nella produzione tessile. Un ostacolo però era rappresentato dalle corporazioni che frenavano l’iniziativa imprenditoriale.  Viene consentito il lavoro femminile e minorile e ci si avvia verso l’abbattimento delle dogane interne anche se poi questo avverrà nel 1766.  Nel 1748 viene istituito un servizio pubblico di trasporto.  Per far fronte al disordine monetario (alcune regioni avevano i fiorini e altre il tallero) nel 1750 si procede all’unificazione delle monete dando vita al “tallero teresiano” che costituirà l’unico mezzo di pagamento tra gli Stati ereditari e la Baviera. Il regno di Boemia: il “forziere” della monarchia: La “corona di San Venceslao” composta da Boemia, Moravia e Slesia era la parte più economicamente ricca dell’impero asburgico: estrazione di oro, argento, rame, manifatture tessili, produzione di birra, produzione cerealicola e allevamento di pesci di stagno. In particolar modo la Slesia era composta da una forte presenza tedesca e luterana; inoltre a questo si aggiungono anche le importanti manifatture tessili e si capisce come mai Federico II abbia voluto impossessarsi di questo territorio. L’identificazione nobiltà-nazione ha significato una lotta per la tutela dei privilegi aristocratici portata avanti dalle Diete ma da questo fenomeno ne erano ovviamente escluse le masse contadine. Oltre ai nobili, ai cavalieri, ai borghesi c’era anche il clero: il cattolicesimo era l’unica religione consentita quindi molte famiglie protestanti si trasferirono in Slesia o in Europa orientale. Fu l’elettore di Sassonia nel 1648 a garantire uno statuto particolare alla Slesia per la sua variegata composizione etnica: la lingua tedesca venne messa sullo stesso piano di quella ceca nell’amministrazione pubblica tanto che ebbe inizio un processo di sovrapposizione delle due lingue. La crisi del ‘600 aveva colpito anche il settore agricolo boemo e soprattutto la condizione dei contadini: il funzionamento dello Stato e dell’esercito rischiava di bloccarsi per cui si ricorreva a prestiti dalle banche e alla vendita dei beni della corona. Inoltre i signori continueranno ad aumentare le corvées e gli abusi sui contadini. Scoppiano rivolte contadine tra il 1679-80 riprese poi nel 1735 dove scoppia la grande rivolta. Solo negli anni ’70 la situazione comincia a mutare grazie alle correnti filosofiche illuministiche che iniziano a dominare l’Europa. In Boemia il punto di rottura avviene in seguito a delle catastrofi naturali nel 1766-69 che mettono a dura prova la classe rurale. Inoltre le rivolte si spostano anche nella Slesia rimasta austriaca e Maria Teresa capisce che si deve rendere più tollerabile il sistema servile dato che è impossibile abolirlo. Quando la cancelleria boema-austriaca provò a promulgare nel 1774 un’ordinanza che imponeva un tetto massimo alle corvées, gli aristocratici si ribellarono sostenendo che la crisi era dovuta all’eccessiva fiscalità pubblica. Si giunse ad un’insurrezione generale boema nel 1775 dove i capi famiglia dei villaggi si coalizzarono e incendiarono l’interno del Paese fermandosi solo di fronte all’esercito fatto scendere in campo da Maria Teresa. I successivi scioperi proclamati dai contadini fanno capire che lo Stato deve imporsi sui signori e la sovrana rende più tollerabile il sistema delle corvées. I contadini vengono suddivisi in classi che vedono diminuiti i giorni obbligatori di lavoro. Viene previsto che i proprietari debbano pagare le prestazioni di lavoro e inoltre si giungerà a mettere in atto la trasformazione delle corvées in un contributo di denaro che Maria Teresa imporrà a tutti i feudi della corona boema.
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