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Maria Teresa d'Asburgo di Maurizio Sangalli, Sintesi del corso di Storia Moderna

Sintesi dettagliata di ogni capitolo del libro

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 29/11/2019

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Scarica Maria Teresa d'Asburgo di Maurizio Sangalli e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Maria Teresa d’Asburgo di Maurizio Sangalli Capitolo 1 La dinas.a degli Asburgo cos.tuisce forse un unicum nella storia tardo-medievale e moderna dell’Europa. La dinas.a è fortemente radicata nei territori cosidde> “ereditari” (Erbländer), ma allo stesso tempo è legata alla carica imperiale in maniera con.nua.va per circa tre secoli, dal 1438 al 1740. Heinz Schilling ha potuto parlare di “doppia formazione dello Stato”, in relazione all’asburgico: quello imperiale da un lato e quello principesco dall’altro. Andrew WheatcroQ ha e.cheRato la dinas.a asburgica come “incarnazione dell’Impero”, insistendo sul modo insolito se non unico di u.lizzo di arte, architeRura, stampa e cerimonie pubbliche per servire alla costruzione del mito della famiglia. Dinas.a viene intesa come Casa, quella che diventerà la Haus Österreich o Erzhaus. Fu Rodolfo IV a rivendicare per sé, nel secondo Trecento, il .tolo di Erzherzog, o archiducx, basandosi sull’inves.tura feudale di uno dei territori acquista. dalla dinas.a, il ducato di Carinzia, comprovante che il .tolo ducale non dipendeva da alcun potere superiore. Come tuRe le casate aristocra.che, anche quella asburgica è un sodalizio tenuto insieme dalla tradizione. Una comunità cementata dai vincoli di sangue, che conferiscono un forte senso di appartenenza e un’alta coscienza di sé: onore, fama, accrescimento patrimoniale, auspicata perpetuità ne cos.tuiscono i pilastri fondamentali. La tradizione della casata asburgica affonda le sue radici nell’alto Medioevo. Al di la del più o meno vero capos.pite - quel fellone di Guntram il Ricco al quale il non ancora imperatore ORone I soRrasse i possedimen. dell’Alsazia seRentrionale nel 952, salvo poi perdonarlo successivamente - la tradizione è incarnata in quella Rocca dello Sparviero, o Habichtsburg, che alla famiglia ha dato il nome. La Rocca è il fulcro dello Eigen, cioè della proprietà allodiale della casata e pare sia stata ereRa intorno al 1020. Trovandosi questo territorio all’epoca all’interno del regno di Borgogna, riuscì probabilmente a soRrarsi alla confisca oRoniana. Fu Rodolfo I nel 1273, dopo il ventennio di torbidi segui. alla morte di Federico II Hohenstaufen, il primo della famiglia ad essere eleRo imperatore. Altra cosa sono le origini mi.che della dinas.a. Al pieno Medioevo risale il mito franco- troiano, che rimanda da una parte a Enea, aRraverso i Merovingi-Carolingi; dall’altra alla gens Julia e quindi a Giulio Cesare, aRraverso la famiglia dei Colonna. Nel XIII secolo ecco affiancarvisi il riferimento a una discendenza dai romani Anicii, aRraverso la famiglia Pierleoni, rapidamente abbandonato qualche secolo più tardi quando a quest’ul.ma cominciarono a essere aRribuite ascendenza ebraiche. Nel momento in cui, nel primo SeRecento, i Lorena si uniranno agli Asburgo, ecco spuntare una terza tesi, quella del comune richiamo ad un E.cone alemanno, duca di Alsazia e Svevia. Il vero fondatore della dinas.a è comunque Rodolfo I: è dallo scontro con il re boemo ORocaro II che o>ene quell’insieme di possedimen. che cos.tuiranno il nucleo dei cosidde> territori “ereditari”: Austria, S.ria, Carinzia, Carnia, la Marca slavica, Eger e Pordenone. Con la baRaglia di Dürnkrut nel 1278, la supremazia della casata comincia a fornirsi di solide basi. Moravia e Boemia restano fuori e saranno acquisite dagli Asburgo solo secoli 1 dopo, nel 1526, con l’es.nzione della dinas.a degli Jagelloni a seguito della morte di Luigi II nella baRaglia di Mohacs contro i Turchi. Il rafforzamento della coesione tra alcuni cantoni svizzeri a fine Duecento e l’acquisizione del Tirolo nel secondo Trecento indeboliscono da un lato la posizione della casata nel cuore dell’Europa, ma dall’altro ne rafforzano il des.no austriaco, dove avevano raccolto l’eredità degli es.n. duchi di Babenberg. Non è a caso che sia proprio con un altro Rodolfo, quarto della dinas.a, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del XIV secolo che si confezioni uno dei mi. fonda.vi della casata, vale a dire la falsificazione delle le7ere d’indipendenza dei territori ereditari austriaci, al fine di elevare il loro signore al di sopra degli altri feudatari dell’Impero, in par.colare dei principi eleRori, del cui Collegio gli Asburgo, quali arciduchi d’Austria, non fecero mai parte. La ricostruzione della caRedrale di Santo Stefano a Vienna e la fondazione della locale università aiutarono a chiudere il cerchio. Seguono a streRo giro la conquista di parte del Friuli e di Trento, ma anche dei Grigioni, Feltre e Belluno; l’acquisizione di parte dell’Istria, della ciRà di Friburgo in Brisgovia, della conta di Feldkirch nel Voralberg e di Trieste. L’accesso al trono imperiale di Federico III, nel 1440, suggella per secoli il pres.gio familiare e dinas.co. Federico è individuato da principi eleRori come colui che può aiutare a risolvere i disastri provoca. dalla rivolta hussita in Boemia, e che può validamente cos.tuire un baluardo nei confron. dei Turchi. Quando gli Asburgo tornano ad oRenere la corona imperiale, già da un secolo si è stabilizzata la procedura di elezione dell’imperatore. La Bolla d’Oro emanata da Carlo IV nel 1356 aveva cos.tuito il Collegio dei principi eleRori: tre ecclesias.ci (gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia) e quaRro laici (il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio del Brandeburgo e il conte del Pala.nato). Le paci di Wesralia nel 1648 sancirono la legi>mità di un oRavo eleRorato, quello di Baviera, nelle mani della famiglia caRolica dei WiRelsbach, che lo oRenne nel 1623, dopo che Federico V del Pala.nato era stato soRoposto al bando imperiale da parte di Federico II per il suo sostengo alla rivolta boema. Solo nel 1648, i principi del Pala.nato potranno riprendere possesso del loro seggio nel consiglio eleRorale, che salirà ad oRo componen.. Lo squilibrio provocato all’interno del Collegio tra presenze caRoliche e protestan. porterà poi nel 1692 alla creazione di un nono eleRorato, aRribuito al protestante duca di Hannover col consenso di Leopoldo I. Questa aggiunta significherà di lì a pochi anni, quando nel 1714 il primogenito di Ernesto Augusto, Giorgio, diventerà re d’Inghilterra, che i sovrani inglesi avranno da quel momento in poi voce in capitolo nell’elezione dell’imperatore. L’ascesa al soglio imperiale di Federico III nel 1440 e il suo lunghissimo regno rappresentano il suggello della defini.va affermazione della dinas.a. Di più, il fortunato colpo messo a segno nel 1477 dal figlio di Federico, Massimiliano, nell’acquisire la Borgogna con lo sposalizio dell’erede di Carlo il Temerario, Maria, non farà che rafforzare la posizione della famiglia all’interno dell’Impero. Tanto da far giungere lo stesso Massimiliano ad accarezzare ad un certo punto l’inedita ambizione di farsi eleggere papa, essendo vedovo in quel momento, unificando così sul suo capo le corone delle due autorità universalis.che che avevano agitato la storia europea nel pieno e tardo medioevo. 2 interne di quelle regioni che imperiali non erano, come l’Ungheria, ma che pure si trovavano soRo il dominio asburgico. Le ques.oni di stato erano competenza della Cancelleria imperiale. Tradizionalmente l’arcicancelliere veniva scelto tra uno dei tre principi eleRori ecclesias.ci. La Cancelleria si occupava di tuRo quanto riguardasse le ques.oni ineren. al Sacro Romano Impero, mentre i territori ereditari avevano le loro Cancellerie separate, due per l’Austria e una per la Boemia, non essendo formalmente questo regno soRoposto all’arciducato. Il potere poli.co ruotava intorno al Consiglio o Conferenza segreta o privata. Solo all’inizio del SeRecento, soRo il regno di Giuseppe I, tale organismo aveva subito una riforma, dividendosi in un Consiglio più ristreRo che si occupava dei problemi di poli.ca estera e in uno più partecipato competente per gli affari interni. Quest’ul.mo era affidato alla presidenza del maggiordomo di corte. Si traRava in ogni caso di un’is.tuzione des.nata a cozzare contro i limi. impos. dalle autonomie dei singoli territori e dei privilegi rivendica. dai ce.. Le situazioni di confliRo armato erano invece ges.te dal Consiglio Aulico di Guerra. Le finanze della monarchia erano nelle mani della Camera Aulica dei Con? (Ho<ammer), che si occupava di controllare le riscossione dei diri> regi, le cosiddeRe regalie e di ges.re i contribu. provenien. dalle singole Diete. Vienna è dunque capitale dell’arciducato e contemporaneamente dell’Impero dal 1617. Ma è nel secondo Seicento che la nuova poli.ca di Leopoldo I, orientata al potenziamento dei territori ereditari, si rende conto che la dinas.a deve avere una capitale e una corte, come tuRe le altre potenze europee. Leopoldo predispone innanzituRo lavori di ampliamento e di ammodernamento della sede del suo potere, il complesso della Ho=urg, in par.colare con la costruzione di quella che viene chiamata l’Ala leopoldina, e che cos.tuirà soRo Maria Teresa, la parte di abitazione privata della coppia reale. Carlo VI alternerà al soggiorno alla Ho=urg quello in altre residenze fuori ciRà: la dimora regia di Laxenburg e il castello della Favorita. I decenni a cavallo tra Seicento e SeRecento vedono, più in generale, un rinnovamento urbanis.co ed architeRonico della capitale, spinto dalla volontà regia e delle élites di rinnovare il volto nel solco dell’esaltazione delle glorie e dei fas.gi domes.ci, ma anche dall’incremento demografico. Incremento che si farà tumultuoso ne decenni centrali del nuovo secolo: la popolazione aumenta di una volta e mezzo nel corso del regno teresiano. Il Graben, cuore del centro storico medievale ciRadino, si arricchisce di nuove e rinnovate dimore patrizie. Leopoldo, e con maggiore decisione i suoi successori, vogliono però che la dinas.a goda di regge, ma anche di luoghi sacri. Fin dalle origini sveve, gli Asburgo, ma come loro molte altre dinas.e nobiliari, avevano legato l’esaltazione familiare alla fondazione o all’arricchimento di monasteri. E’ a Schönbrunn che, con una sfumatura temporale di qualche decennio, la dinas.a decide di costruire la sua Versailles. Nel 1637, Eleonora Gonzaga, vedova di Ferdinando II, l’aveva individuato come opportuno per la costruzione di una villa di campagna. I lavori vennero però interro> nel 1711 perché si erano esaurite le risorse finanziarie des.nate alla costruzione. Sarà proprio Maria Teresa a riprenderli nel 1743, abbandonando sostanzialmente la Favorita come residenza predileRa della famiglia reale. Alla stregua del padre con la Favorita, Maria Teresa e famiglia individueranno il nuovo palazzo come residenza durante i mesi della tarda primavera, dell’estate e di inizio autunno. 5 Buona parte del rinnovamento architeRonico e umanis.co di Vienna ruota intorno alla corte. I.nerante come da tradizione, la corte riesce a stabilizzarsi a Vienna solo con il fratello di Carlo V, Ferdinando, tra gli anni ven. e trenta del Cinquecento. E’ anche il periodo in cui si fa forte l’influsso del modello borgognone, coniugato con quello spagnolo. Ecco quindi affermarsi la preminenza del maggiordomo maggiore sul gran maresciallo, in qualità di responsabile della mensa regia, e di tu> i compi. connessivi. Le figure del gran ciambellano, con mansioni di controllo sugli appartamen. reali; dello stesso gran maresciallo, disciplinante la vita cor.giana e gli accessi alla corte; così come del gran scudiere tes.moniano una prima suddivisione in sezioni dell’apparato cor.giano che si deve proprio ai regolamen. fernandinei e all’influsso ispano-borgognone. Quella asburgica sarà, per lungo tempo, un’aristocrazia che manterrà un forte radicamento con i territori di provenienza: la difesa del nemico turco e l’ortodossia caRolica si affermano progressivamente, tra Cinquecento e Seicento, come poli intorno ai quali aggregare ques. nobili rioRosi nei confron. della dinas.a. La doppia natura della dinas.a, divisa tra i due rami degli Austrias madrileni e degli Asburgo austriaci, favorisce la commis?one tra le differen? aristocrazie, aprendo maggiormente quelle centro-europee agli influssi provenien. da Occidente, e creando così un’élite sovranazionale forse unica, poco usale in Europa. E’ noto che l’avvento al trono del rame cadeRo degli Asburgo di S.ria, nella persona di Ferdinando II, è all’origine del rafforzamento dell’iden.ficazione della dinas.a come portabandiera dell’ortodossia caRolica in Europa. Ferdinando II punta sull’accentuazione della pietas del sovrano; è con lui, e sopratuRo il figlio Ferdinando III, che si impone il modello del sovrano borghese, modello che verrà ripreso anche nel secolo seguente e si evidenzierà in Maria Teresa. Dal Seicento la monarchia punta sempre di più sulle cerimonie religiose e sui ri. lega. alla dinas.a e sui funerali dei reali come momento d’iden.ficazione cin la religione caRolica. Capitolo 2 Non bisogna dimen.care che la Pramma.ca sanzione venne emanata da Carlo VI il 19 aprile 1713, qualche anno prima della nascita della figlia Maria Teresa. C’era da dirimere le beghe tra le vedove di Leopoldo I e Giuseppe I e le rispe>ve figlie. L’imperatore Giuseppe I, succeduto al padre Leopoldo nel 1705, è prematuramente morto due anni prima, nel 1711. All’inizio del secolo Carlo, ancora arciduca, era stato individuato dalle logiche familiari come rivale del nipote di Luigi XIV di Francia, Filippo d’Angiò, per la successione al trono spagnolo, alla morte dell’ul.mo Asburgo di Spagna, Carlo II nel 1700. Proprio mentre sono in corso le traRa.ve di pace per porre termine alla prima delle guerre di successione del SeRecento, Carlo, ora imperatore, avverte la necessità di ribadire con forza la trasmissione ereditaria e indivisibile dei suoi sta. all’interno della medesima famiglia. Negli stessi mesi ad Utrecht l’Inghilterra di Anna e la Repubblica delle SeRe province unite, tradizionali alleate della Casa d’Austria, si dichiaravano contro il diriRo di Carlo a succedere al trono spagnolo. Con ancora più urgenza dunque si imponeva la necessità di meRere al sicuro gli Sta. ereditari da qualsiasi ingerenza straniera. Solo nel 1713 la casa d’Asburgo abbraccia defini.vamente il principio di primogenitura. La salvaguardia viene intesa nei confron. della discendenza maschile, mentre in subordine si difendono i diri> di un’eventuale discendenza femminile. Del res. si traRava nel 1713 di una pura eventualità. 6 A fronte di due soli eredi maschi, che nel 1711, si erano rido> a uno, era necessario prevedere anche la salvaguardia della discendenza femminile, tanto più nel 1713 quando Carlo non poteva ancora garan.re una sua discendenza alla famiglia. Ecco dunque che la Pramma.ca Sanzione, lungi dal diseredare le due principesse giuseppine, ne conferma i diri>. Carlo giunge addiriRura a favorire alle sue sorelle ancora in vita. L’acceRazione della Pramma.ca Sanzione arriverà a richiedere a Carlo anche sacrifici territoriali. Si traRa di farla accogliere all’interno dei domini della monarchia. La più recalcitrante sarà la Dieta ungherese, che soRoscriverà solo dopo aver oRenuto un ulteriore nuovo riconoscimento dei suoi privilegi nobiliari. Ul.ma giungerà la Lombardia. L’acceRazione da parte della Dieta imperiale richiederà ancora alcuni anni e verrà oRenuta solo nel 1732. La regina di Spagna ElisabeRa Farnese o>ene il riconoscimento dei diri> dei figli sul ducato di Parma e Piacenza e sul Granducato di Toscana. L’Inghilterra impone invece la chiusura di quella Compagnia di Ostenda, creata da Carlo nel 1722. Alla fine della guerra di successione polacca, nel 1738, Vienna fu costreRa a rinunciare a consisten. feRe del territorio italico, lo Stato dei Presidi, il Regno di Napoli con la Sicilia a favore di Carlo di Borbone. I territori occidentali del milanese passano ai Savoia. Poco prima di morire, Carlo codice una sciagurata guerra contro l’impero oRomano, voluta dalla Russia di Anna (nipote di Pietro il Grande); il confliRo gli costerà la perdita della Serbia, di Belgrado e della piccola Valacchia (che aveva acquisito con la pace di Passarowitz nel 1718). Maria Teresa non fu la primogenita della coppia imperiale, circa un anno prima venne alla luce il tanto sospirato maschio, Leopoldo Giovanni, che però morì dopo pochi mesi. Un anno dopo nacque un’altra femmina, Maria Anna, e nel 1724, Maria Amalia, deceduta all’età di sei anni. Le salvaguardie poste in aRo grazie alla Pramma.ca risultano a questo punto più che opportune per la con.nuazione della dinas.a. A poco più di dieci anni, a Maria Teresa viene affiancata Maria Carolina Fuchs, che diventerà una sorta di seconda madre, oltre che preceRrice. Gli anni di formazione della principessa sono anche quelli durante i quali al dominio della Compagnia di Gesù, in ambito educa.vo ma non solo, si affiancano altri influssi (giurisdizionalismo e episcopalismo). La conoscenza delle lingue rappresenta un altro interessante aspeRo della formazione teresiana. La monarchia asburgica non può avere una lingua ufficiale. Ogni area della monarchia aveva una sua lingua ufficiale, che a volte non coincideva con quella parlata dalla maggior parte della popolazione locale. La lingua cos.tuiva un elemento iden.tario. La lingua franca all’epoca, e quella nella quale si intraRenevano le relazioni tra gli Sta., era il francese, e Maria Teresa ne ebbe approfondita conoscenza. Il la.no era la lingua della Chiesa caRolica, della cultura e la lingua ufficiale dei possedimen. ungheresi, la lingua cioè nella quale i ce. dirigen. magiari intraRenevano le loro relazioni con l’estero. Data l’importanza che assumerà il rapporto di Maria Teresa e i suddi. ungheresi, la sovrana si sforzerà di imparare anche qualche parola nella lingua del popolo. L’italiano era la lingua della musica, del teatro e della leReratura. Veniva parlato all’interno della corte. Lo spagnolo era la lingua del cerimoniale di corte. Maria Teresa si impegna dunque sostanzialmente nello studio delle lingue romanze, e questo avviene a discapito del tedesco. 7 Nel 1747 viene emanata un legge, che molto deve e Pompeo Neri, grazie al quale vengono introdoRo limitazioni all’is.tuzione di fedecommessi. Nel 1751 si passa alla riduzione delle giurisdizioni feudali, in par.colare in campo giudiziario; al controllo pubblico quanto a esazione delle imposte, ma senza minare le basi dei diri> possessori dei feudatari, che non si vuole alienare dalla fedeltà alla dinas.a. C’è inoltre un’invadenza dell’ecclesias.co nel pubblico che non si vuole più ulterilemtne tollerare: il Tribunale dell’Inquisizione e i suoi abusi, l’uso di portare armi da parte dei religiosi; la competenza mista di foro ecclesias.co e laicale dei tribunali vescovili; la censura ecclesias.ca sconfinante ben oltre i limi. della materia di fede. Francesco Stefano è par.colarmente interessato a risollevare anche il seRore manifaRuriero: non più la lana fioren.na, che ormai ha faRo il suo tempo, ma la seta. Il percorso p molto simile a quello che verrà seguito nei territori teresiani: liberalizzazione del commercio interno e protezionismo nei confron. dei manufa> stranieri. Sono eguali anche i freni a questo sviluppo: al. cos. del lavoro; limitazioni dovute alla rigidità delle corporazioni; numero eccessivo delle dogane interne. Quello che il nuovo granduca può pra.care efficacemente è rela.vo al potenziamento del porto franco di Livorno. La concorrenza inglese e olandese impedisce un rilancio vero e propio del porto livornese. E’ certo che una delle più pesan. zavorre dei passato granducale, se non addiriRura comunale, è rappresentata dalla miriade di legislazioni differen. e differenziate originatesi da territori mai completamente resi omogenei tra loro. Neanche soRo la reggenza si riuscirà a s.lare un codice unico e rinnovato di leggi per tuRo lo Stato. Nel primo decennio del regno, la sovrana è ovviamente obbligata a recarsi dapprima a Bra.slava nel 1741 e poi a Praga due anni più tardi per ricevere le Corone di Santo Stefano e San Venceslao. Nel 1745 sarà invece a Francoforte per l’incoronazione imperiale del marito. Tra gli anni cinquanta e sessanta si reca due volte a Bra.slava per assistere ai lavori della Dieta ungherese. Forse l’ul.mo viaggio ufficiale sarà quello a Innsbruck, per le nozze del figlio Leopoldo con Maria Ludovica di Borbone-Spagna. La coppia reale, tra il 1737 e il 1756, avrà 16 figli, tredici dei quali superano l’infanzia e addiriRura dieci la sopravvivono. - nel 1737 nasce Maria ElisabeRa, che muore all’età di un anno; - nel 1738 nasce Maria Anna, che vive da zitella a corte fino alla morte della madre, finendo poi priora del Capitolo delle Dame Nobili di Praga; - nel 1740 nasce Maria Carolina, che muore di vaiolo all’età di un anno; - nel 1741 arriva il tanto sospirato maschio Giuseppe, l’erede al trono; - nel 1742 nasce Maria Cris.na, che sposerà il Duca Alberto di Sassonia; - nel 1743 nasce Maria ElisabeRa, che sfigurata dal vaiolo, subirà le sor. della sorella Maria Anna, finendo i suoi giorni come badessa in un monastero; - nel 1745 nasce Carlo Giuseppe, che muore di vaiolo a soli sedici anni; - nel 1746 nasce Maria Amalia, che sposerà il Duca Ferdinando di Parma; - nel 1747 nasce Leopoldo, il futuro granduca di Toscana, che sposa Maria Luisa di Borbone; - nel 1748 nasce CarloRa Carolina, che muore subito dopo la nascita; - nel 1750 e 1751 nascono Giovanna Gabriella e Maria Giuseppina, stroncate entrambe dal vaiolo; - nel 1752 nasce Maria Carolina, che sposerà Ferdinando IV di Napoli; 10 - nel 1754 nasce Ferdinando, che sposerà Maria Beatrice Ricciarda d’Este; - nel 1755 nasce Maria AntonieRa, che si sposerà con il delfino di Francia, il futuro Luigi XVI; - nel 1756 nasce Massimiliano Francesco, che diventerà arcivescovo eleRore di Colonia. Capitolo 3 Maria Teresa accede al potere, alla fine del 1740, con una scarsissima preparazione poli.ca e con una situazione finanziaria vicina al collasso. La novella sovrana riconferma nei loro ruoli i collaboratori paterni: Starnhemberg come ministro delle finanze; Sinzendorf primo cancelliere di corte; i fratelli Von Harrach che si occupano degli affari interni e del Consiglio di Guerra; il preferito della sovrana Bartenstein; Kinsky che presiede la Cancelleria boema e e conte Tarouca, che il padre aveva nominato a capo del Consiglio dei Paesi Bassi austriaci. La prima guerra di Slesia, 1740-42 Carlo Alberto di Baviera muove i primi passi per consolidare la sua candidatura. Prima di tuRo giova ricordare che i WiRelsbach non hanno soRoscriRo la Pramma.ca sanzione. Carlo Alberto non meRe in campo i diri> della moglie, Maria Amalia, figlia del precedente imperatore Giuseppe I, bensì fa rispolverare il cinquecentesco testamento dell’imperatore Ferdinando I, che a suo parere prevederebbe una sua entrata in campo in qualità di legi>mo erede, essendosi es.nta la linea maschile della dinas.a austriaca ed essendo lui discendente della figlia maggiore di Ferdinando. Boemia e Ungheria speRerebbero quindi ai WiRelsbach. E con la Boemia un ulteriore voto all’interno dei nove grandi eleRori dell’imperatore germanico. Il documento a cui Carlo Alberto si riferisce è il pa7o di mutua successione del 1546. Carlo Alberto sa inoltre di avere dalla sua parte la Francia. Infa>, Luigi XV e i suoi ministri sono consapevoli che in questo modo si contrasterebbe l’Inghilterra. A questo punto entra in gioco l’altro protagonista, Federico II di Prussia, che è diventato re a Berlino nello stesso anno in cui si è insediata la nuova sovrana a Vienna. Cos.tuita da territori eterogenei e non con.gui territorialmente, la Prussia aveva iniziato un percorso di rafforzamento, in par.colare soRo il profilo militare, sin dal Seicento, soRo il grande eleRore Federico Guglielmo. Quest’ul.mo aveva pure favorito una migrazione di maestranze olandesi, così come di minoranze protestan. e ugonoRe. Dall’inizio del SeRecento, poi, la dinas.a si era sostanzialmente conver.ta al calvinismo, a fronte di uno Stato dove con.nuava a prevalere il luteranesimo. Si era così formato una sorta di Chiesa di Stato calvinista, streRamente legata al potere sovrano. SoRo il profilo sociale, la nobiltà locale si trovava differenziata tra i signori dei territori occidentali e gli Junker dei possedimen. al di là dell’Elba, con poteri feudali costantemente rafforzatasi nel tempo a scapito dei contadini. Il rafforzamento del potere regio, unico argine allo strapotere nobiliare, passava aRraverso un progressivo svuotamento delle autonomie signorili. Autonomia voleva dire infa> Diete territoriali. Quando Federico II sale al trono nel 1740 si trova a ges.re uno Stato che ha raddoppiato la sua popolazione rispeRo ad un secolo prima. L’esercito è tra i meglio addestra. e compe..vi d’Europa. Federico saprà anche mutare la poli.ca dei predecessori nei confron. degli Junker: non più solo soRrazioni di potere, ma anche concessione di privilegi e onori militari in primis. 11 La nobiltà si installa così stabilmente nei gangli del potere centrale e le viene consen.to di ges.re l’amministrazione locale, legando così gli Junker ancora più streRamente alle sor. dello Stato. Le riforme che vedremo per i possedimen. teresiani in Prussia videro la luce con l’an.cipo di qualche decennio. L’esercito prussiano è una struRura moderna alle direRe dipendenze della corona: viene raddoppiato il numero dei suoi effe>vi; conferma della leva coaRa imposta già dal padre Federico Guglielmo I; sistema di reclutamento cantonale, per cui i solda. venivano recluta. sulla base della regione di appartenenza. Federico non aspira al .tolo imperiale, ma essendo con il suo Brandeburgo uno dei grandi eleRori, comprende che può condizionare la par.ta per la nuova elezione. Fa capire chiaramente che potrebbe garan.re il suo voto a Francesco Stefano in cambio dell’acquisizione della Slesia. Sta di faRo però che la Slesia, per i suoi giacimen. minerari e per la sua classe imprenditoriale intraprendente, è pure tra i territori più ricchi della monarchia asburgica. La Slesia entra a far parte stabilmente della corona boema nei primi decenni del Trecento. A metà novembre del 1740 Federico avanza ufficialmente la sua proposta: la Slesia in cambio di due milioni di fiorini e il suo voto al Lorena per garan.rne l’elezione a imperatore. Il 17 dicembre 1740 invade la Slesia. La disfaRa austriaca a Mollwitz il 10 aprile 1741 diventa paradigma.ca per il prevalere della fanteria prussiana. Maria Teresa cerca di correre ai ripari dapprima sfruRando la carta parentale-diploma.ca. Maria Amalia, la vedova dello zio Giuseppe I, ri.ratasi in un convento viennese, è anche suocera di Carlo Alberto di Baviera. Ed è aRraverso di lei che la sovrana cerca di evitare il saldarsi di un’alleanza tra la Baviera e le potenze borboniche, Francia e Spagna. Maria Teresa pare disposta ad offrire di tuRo, ma è inu.le. La coalizione an.-asburgica si è ormai cos.tuita e la guerra si sta estendendo. La coalizione raggiunge il suo momento i coagulo nel traRato di Nymphemberg del 28 maggio 1741: a Francia, Spagna, Baviera e regno di Sardegna si aggiungono la Sassonia e la Prussia. Gli even. si susseguono calzan., ma il momento di svolta giunge nel seRembre dello stesso anno, quando la sovrana decide di presentarsi personalmente di fronte alla Dieta ungherese. L’obie>vo è quello di oRenere l’estensione del cosiddeRo inurrecCo, vale a dire l’a>vazione di un aiuto militare, dalla sola Ungheria a tu> gli Sta. della monarchia. Maria Teresa aveva saputo conquistare le simpa.e dei nobili magiari già qualche mese prima, quando in giugno si era recata a Bra.slava per la cerimonia d’incoronazione, seguendo il solito cerimoniale, ma anche vestendosi con gli abi. tradizionali ungheresi. Alla Dieta dell’11 seRembre i nobili magiari promeRono sì aiu., ma chiedono prima una contropar.ta. La solita ra.fica delle libertà patrie; il diriRo che la traRazione degli affari ungheresi sia riservata solo ai nobili locali; la tradizionale esenzione fiscale per la nobiltà; un freno all’acquisto di proprietà terriere da parte di stranieri; la riconferma della sostanziale indipendenza delle is.tuzioni ungheresi. Maria Teresa concede tuRo, tranne la creazione di un Consiglio d’Ungheria. O>ene il riconoscimento del marito Francesco Stefano come coreggente. Dall’Ungheria giunge la metà delle truppe richieste. Tanto da poter sostenere che furono i territori austriaci e boemi a contribuire maggiormente in termini di uomini. Poco meno di un mese dopo la riunione della Dieta ungherese, il 9 oRobre 1741, Federico II decide di concludere l’armis.zio Klein-Schnellendorf. 12 Dopo la perdita della Slesia, Maria Teresa lo invia a ges.re quei pochi territori che nella regione sono rimas. ancora soRo il dominio asburgico. I consiglieri della sovrana non sono autoctoni, ma provenien. al di fuori di aree della monarchia, quindi difficilmente influenzabili; di recente nobilitazione o addiriRura di origini non nobiliari, a maggior garanzia della loro fedeltà allo Stato e alla sovrana. Già prima dell’avvento di Haugwitz alcune riforme avevano faRo intuire che un nuovo cammino stava per essere tracciato. Nel 1742, la morte del cancelliere Sinzendorf permeRe di trasformare la Cancelleria d’Austria per gli Affari Esteri in Cancelleria di Casa, Corte e Stato, con a capo il conte Uhlfeld. La sezione della vecchia Cancelleria che si occupava degli affari interni si rende autonoma, mantenendo il nome di Cancelleria d’Austria, ma acquisendo una sorta di preminenza su quelle degli altri territori della monarchia. A Vienna si inizia, nel 1745 a creare una corte di gius.zia come suprema istanza in materia processuale, prefigurazione della Corte Superiore di Gius.zia dello Haugwitz. Viene is.tuita una commissione di corte che si occupa di ges.re amministrazione e finanze nei territori di più recente acquisizione, quali il Banato, la Slavonia e la Transilvania. Dopo la parentesi slesiana, Haugwitz viene inviato nel 1747 in Carniola e Carinzia in qualità di controllore dei funzionari locali. Il passo successivo è rappresentato dal suo ingresso all’interno del Consiglio privato. L’obie>vo primario del programma di Haugwitz sarà quello di unificare amministrazione e finanze in un’unica is.tuzione che le ges.sca con maggiore efficacia. Ma c’è un grosso ostacolo da superare: la diffidenza e l’aperta os.lità delle Diete. Haugwitz si serve delle teorie cameralis.che (una visione rivisitata e aggiornata del mercan.lismo). Non si azzarda a svuotare completamente le Diete delle loro preroga.ve, ma intese piegarle ai superiori interessi della compagine statuale nel suo complesso. Si traRa di rendere completamente autonomo e ges.to e controllato dal centro, il lato amministra.vo del prelievo fiscale. Il bilancio statuale era allora in buona parte assorbito dalle spese militari. L’intento è quello di meRere in aRo una riforma dell’apparato militare, ed è chiaro che bisogna prima garan.rsi le risorse finanziarie per portarla a termine. Riforma che vuol dire concentrare il mantenimento delle truppe nelle mani delle autorità pubbliche, soRraendole al controllo dei potenta. locali, ma anche ponendo fine all’odiata imposizione dell’acquar.eramento dei solda. alle popolazioni civili. Maria Teresa ispeziona spesso le sue truppe, premia e punisce i solda., nel 1751 crea l’Accademia militare di Wiener Neustadt. L’intento di Haugwitz è che gli Sta. con.nuino a votare le imposte, ma che queste vengano poi riscosse da un organismo unico e centralizzato. Secondo obie>vo, la necessità di evitare di presentarsi ogni anno dinanzi alle Diete per contraRare i contribu., donde la validità decennale di quanto deliberato. A suo fiero oppositore si erge però il cancelliere di Boemia von Harrach, che ri.ene che per contrastare l’accentramento di potere nella mani della monarchia è necessario potenziare le responsabilità dei ce. dei differen. territori della monarchia. La tesa riunione del Consiglio privato del 29 gennaio 1748 rappresenta in un certo senso un altro passaggio cruciale nella storia del regno teresiano. Maria Teresa opta per la messa alla prova delle capacità di Haugwitz e della bontà delle sue proposte. Viene inviato in Boemia e Moravia per esporre i suoi proge> dinnanzi alle Diete, ma appunto in qualità di proge>. Il successo gli arride con la Dieta morava, meno con quella boema. Ma alla fine anche i signori boemi si assoggeRano ad offrire alla tassazione anche terre dominicali, quelle cioè di loro esclusiva per.nenza. Egli ha pure modo di rendersi conto che in Boemia i ce. ges.vano la cosa pubblica in maniera più virtuosa che in altre par. della monarchia. 15 Altrove Maria Teresa opta per una linea più dura: alla Carniola, una regione meno importante per le finanze statali, il contributo viene imposto; Carinzia e S.ria oRengono la riduzione da dieci a tre anni della durata del contributo; il Tirolo man.ene il privilegio della votazione anno per anno. Ungheria e Paesi Bassi non vengono neppure sfiora. da questa riforma. Il tenta.vo di centralizzazione dell’amministrazione, il depotenziamento delle preroga.ve dei ce., la creazione di un corpo di funzionari pubblici, il controllo sulla riscossione delle imposte rappresentano solo un primo aspeRo del programma di riforme. Due sono gli organismi di maggiore importanza che vengono crea. nel 1749: - il Directorium in publicis et cameralibus, presieduto da Haugwitz —> la neonata is.tuzione si occupa di amministrazione e finanze. E’ grazie a questo nuovo organo che Boemia, Moravia ed Erbländer si unificano soRo la denominazione di “paesi ereditari tedeschi”. La conseguenza immediata dell’unificazione è cos.tuita dalla fusione in un unico Collegio delle Cancellerie di Austria e Boemia; rimangono fuori Ungheria, Lombardia e Paesi Bassi. Decade anche la vecchia Ho<ammer, limitata alla ges.one delle finanze ungheresi e di quelle della famiglia arciducale. - la Corte Suprema, con alla testa in cancelliere Seilern II. L’intento è quello di soRrarre alle due cancelliere voce in capitolo nel campo dell’amministrazione della gius.zia. Le cancellerie austriache e boeme vengono deprivate delle loro preroga.ve finanziarie e giudiziarie. L’innovazione determinerà un diffuso risen.mento tra la popolazione ceca contro la loro sovrana. Lo Stato nuovo può nascere perchè, dal 1749, si sono poste le basi per una creazione di una vera e propria burocrazia al suo servizio. Il Directorium ha necessità di un corpo di dipenden. sempre più struRurato, dipenden. che lega a se tramite l’erogazione di uno s.pendio. Un grave limite è cos.tuito dal faRo che ques. servitori dello Stato sono concentra. sopratuRo a Vienna, e nelle maggiori ciRà della monarchia, mentre sarebbe stato opportuno disporre di collaboratori distribui. in maniera più capillare. Il castello della Favorita viene individuato come sede del Collegium Theresianum, des.nato a diventare il centro di formazione dei futuri servitori dello Stato. Le riforme economiche: catas., manifaRure, commerci Il primo seRore su cui incidere è naturalmente quello primario, perché di agricoltura viveva la stragrande maggioranza dei suddi.. Quello agricolo era un mondo bloccato dall’arroccamento dei signori sulla conservazione dei loro privilegi, quando non distorto dai loro abusi. La sovrana cerca di limitare gli abusi e di migliorare le condizioni di vita dei contadini. L’evidenza di ques. abusi è cos.tuita delle odiate corvées, cioè da quei giorni lavora.vi che i contadini devono spendere gratuitamente nelle terre del signore. All’interno dei territori della monarchia, solo nel Tirolo i contadini godevano di veri e propri diri> poli.ci, essendo rappresenta. nella Dieta. Terra vuol dire però sopraRuto imposizione fiscale e per migliorare l’efficenza urge avere una mappatura il più possibile precisa delle proprietà terriere. In Boemia il catasto sta per giungere a compimento in ques. anni, mentre in altri territori della monarchia, vedi la Lombardia, ci sarà bisogno di più tempo. E’ la Boemia dunque a cos.tuire un caso che può fare da modello anche per il resto delle terre asburgiche. 16 Le terre feudali erano divise tra una parte dominicale, di per.nenza signorile, e una parte colonica, lavorata autonomamente dai contadini. La parte signorile sfuggiva all’imposizione fiscale. Le esigenze della corona potevano essere soddisfaRe grazie ai proven. delle imposte indireRe, derivan. dai dazi doganali, dai pedaggi, dallo sfruRamento di miniere e saline. Dopo il catasto voluto da Carlo V, i signori avevano cercato di incamerare sempre più terre coloniche all’interno di quelle dominicali, soRraendo così ulteriore base imponibile al fisco regio. A metà Seicento si era cercato di ovviare a queste storture, ordinando che le terre coloniche incorporate non avrebbero potuto godere del regime di esenzione fiscale. Un primo tenta.vo di mappatura era stato imposto nel corso degli anni cinquanta del XVII secolo, limitato solo alla superficie aratoria, e sopraRuRo basato sulle dichiarazioni dei dire> interessa., che ovviamente tendevano a falsarle. Le fila di ques. primi tenta.vi vengono riprese nel 1704 da Giuseppe I, che dà il via ad un’operazione catastale vera e propria. Oltre alla maggiore accuratezza posta nella redazione di questo nuovo catasto, risultò dirimente sopratuRo la decisione di effeRuare ricognizioni direRe sui terreni. In Boemia l’inchiesta viene condoRa in ciascuno dei 6 circoli nei quali era diviso il regno, effeRuando sopralluoghi o controlli in ogni singola signoria. Per unità fiscale si intende un potere in grado di sfamare un nucleo familiare, con variazioni però legate alla differente produ>vità dei terreni. La nuova fron.era dunque è quella di estendere il catasto anche alle terre dominicali. Questo catasto prende il via nel 1750. Ciò che non viene intaccato è rappresentato da una parte delle corvées e dall’altra dagli abusi signorili. I contadini vivevano costantemente al limite della sussistenza. Nel 1746 viene creato un nuovo organismo, il Dire7orio Universale del Commercio. Le priorità della sua azione si rivolgono verso una semplificazione e razionalizzazione dei differen. sistemi doganali interni ai territori asburgici, e verso incen.vi alle manifaRure. La direzione del nuovo DireRorio viene assunta dal conte boemo Chotek. Per proteggere e s.molare la produzione nazionale vengono immediatamente innalza. i dazi sui prodo> di importazione, e in par.colare sugli ar.coli di lusso. A Vienna e nel regno di Boemia vengono impiantate manifaRure di porcellane. Un ostacolo alla produzione manifaRuriera era rappresentato in ambito urbano dalle corporazioni. Le autorità pubbliche cercano di contenere lo strapotere, eliminando le limitazioni imposte al numero delle officine e alla quan.tà di personale impiegatovi. Viene pure consen.to il lavoro femminile e minorile e liberalizzato il lavoro a domicilio. I territori danubiani e balcanici erano anche ricchi di a>vità estra>ve e minerarie: in Slovacchia vengono finanzia. gli ammodernamen. nelle miniere di rame e di metalli preziosi; e lo stesso si fa in S.ria, nel Banato e in Transilvania per l’estrazione di materiale ferroso. I commerci hanno però bisogno di assenza di barriere interne e di buone vie di comunicazione. Per l’abba>mento delle dogane interne bisognerà aRendere il 1775, perché Austria e Boemia si uniscano in un’unica area doganale. Da questo processo l’Ungheria di defila. Nel 1748 viene is.tuito un servizio pubblico di trasporto; a Triste viene concessa l’esenzione doganale, e nel 1750 viene creata la Compagnia del Levante. Commercio vuol dire circolazione di moneta, e anche in questo ambito il caos regalava sovrano. Nel 1750 viene deciso di unificare il valore delle monete perlomeno negli Sta. ereditari e tre anni più tardi si conclude un accorso con la Baviera che dà vita al tallero teresiano. 17 Il defini.vo riconoscimento giunge con la sua nomina a membro della Conferenza segreta, l’anno successivo. Da allora in avan., Kaunitz condizionerà pesantemente la poli.ca estera asburgica per tuRo il successivo trentennio del regno teresiano. Kaunitz fa il suo ingresso nella Conferenza segreta con idee chiare circa quello che verrà chiamato il rovesciamento delle alleanze. Il principe moravo geRa sul piaRo della bilancia un avvicinamento alla Francia, proponendo a Carlo Emanuele III la cessione della Savoia a don Filippo di Borbone, che la acquisirebbe in cambio di Parma, e l’accorpamento al regno di Sardegna nientemeno che del Milanese. Oppure con il trasferimento del Borbone da Parma in Lussemburgo. L’alleanza con la Francia di Luigi XV, e la conseguente roRura dell’asse Parigi-Berlino, viene ritenuta da Kaunitz l’unica possibilità per il sospirato riacquisto della Slesia. Kaunitz gode dell’appoggio più autorevole di tu>, ovvero quello di Maria Teresa. Viene inviato nel 1750 a Parigi in qualità di ambasciatore. La diplomazia francese si mostra diffidente, convita che l’Austria sia una pedina nelle mani dell’Inghilterra e della Russia. La natura socievole raffinata di Kaunitz gli permeRono di far breccia nel bel mondo parigino e di allacciare amicizie femminili. Il colpo più importante che meRe a segno è senz’altro la frequentazione della potente amante di Luigi XV, la marchesa di Pompadour. Kaunitz rientra a Vienna all’inizio del 1753 formalmente con nulla di faRo, ma con legami importan. alle spalle. Il 13 maggio 1753 Maria Teresa lo sos.tuisce al conte di Uhlfeld a capo della Cancelleria di Stato. Per i successivi quarant’anni, sino al 1792, Kaunitz sarà quello che oggi chiameremo ministro degli esteri della monarchia asburgica. La nuova sede della Cancelleria verrà individuata di fronte alla Ho|urg, la casa reale. Decide di assumere la direzione dell’Accademia Orientale. Rivoluziona infine l’apparato burocra.co della Cancelleria, con una predilezione per funzionari proveniente dalla Ranania e dalla Svevia. La situazione di stallo comincia a sbloccarsi quando nel 1754, più aspra inizia a farsi la rivalità commerciale atlan.ca tra Francia e Inghilterra. Il punto di incontro e di scontro è rappresentato dai Paesi Bassi, dove ci sono i possedimen. asburgici, direRamente confinan. con il regno di Francia. La diplomazia inglese si aspeRa che Maria Teresa mandi aiu. per difendere quel territorio strategico e per bloccare la pressione dei francesi sulle guarnigioni locali. Ma la sovrana rifiuta, seguono mesi di braccio di ferro tra Austria e Inghilterra. Gli incontri strategici tra Austria e Francia si susseguono tra il 1755 e il 1756. Il colpo di scena avviene il 16 gennaio 1756, quando viene firmato il TraRato di Westminster, che salvaguarda l’Hannover da un possibile aRacco prussiano, mentre promeRe di neutralizzare qualsiasi tenta.vo russo di aRaccare la Prussia. Il primo maggio viene firmato il primo tra7ato di Versailles. Si traRa innanzituRo di un paRo di neutralità tra Francia e Austria. Guerra dei SeRe Anni o terza guerra di Slesia? , 1756-63 Gli inchiostri dei due traRa. si sono appena asciuga. che Federico II decide di giocare d’an.cipo e di aRaccare: obie>vo la Sassonia, e aRraverso di essa, la Boemia. La Guerra dei SeRe anni non inizia nel 1756 perché già da due anni francesi e inglesi hanno cominciato a contrapporsi frontalmente nelle loro rispe>ve colonie americane. Federico II non accarezza mire espansionis.che solo per desiderio di gloria e potenza. Il suo regno ha un’intrinseca debolezza: è frammentato. Ha necessità dunque di rafforzare le sue posizioni e i suoi confini. L’unico punto di coagulo è rappresentato dalla figura del sovrano. La Francia ha il problema di riallacciare i rappor. con la Russia, interro> da un decennio. 20 La zarina ElisabeRa I non solo considera decaduta l’alleanza con l’Inghilterra e quindi vedrebbe di buon occhio una sos.tuzione con la Francia, ma giunge a proporre a Maria Teresa di unire tuRe le forze dell’Europa seRentrionale e orientale, Sassonia, Svezia, Polonia, per aggredire il nemico prussiano, annientarlo e spar.rsi i suoi territori. E’ questa la prospe>va più temibile per Federico II, che proprio per evitarla an.cipando gli avversari decide di dare baRaglia. L’offensiva prussiana ha come risultato quasi immediato quello di velocizzare il saldarsi del fronte nemico. Luigi XV decide di rinsaldare ulteriormente l’alleanza con Maria Teresa giungendo a soRoscrivere un secondo tra7ato di Versailles, esaRamente un anno dopo il primo, nel maggio 1757. La Francia offre uomini e denaro in cambio di ciRà nei Paesi Bassi, mentre per il resto viene riconfermato l’accordo che prevede lo scambio di una parte delle Fiandre con il Ducato di Parma e Piacenza per Filippo di Borbone. Il tuRo subordinato all’agognato recupero della Slesia. La Russia ha già aderito alla coalizione all’inizio dell’anno, meRendo a disposizione truppe e navi. Federico è abituato a vincere nemici uno alla volta, non potrebbe reggere ad aRacchi congiun. su più fron.. Eppure, nonostante questo, il 1757 è un anno di grandi successi militari per Federico II. Maria Teresa ricommeRe di nuovo lo stesso errore, ovvero affida di nuovo il comando generale delle sue truppe al cognato Carlo di Lorena. Quest’ul.mo si asserraglia a Praga e riceve aiuto dal maresciallo Daun. La viRoria austriaca a Kolin galvanizza Maria Teresa e il suo esercito, è infa> la prima volta che Federico II viene sconfiRo. Nei mesi successi le truppe austriache riconquistano la Slesia e occupano addiriRura Berlino. Carlo di Lorena conduce nuovamente i suoi al disastro nella baRaglia di Leuthen. In ogni caso Federico II, sconfiRo a Kolin, con la capitale occupata dai nemici per alcune se>mane, a rischio perdita di tuRo lo Stato, invaso a oriente anche dai Russi, alla fine del 1757 vede riconquistate tuRe le posizioni, compreso il recupero della Slesia. Forte del sostengo inglese, Federico II rilancia nei primi mesi del 1758 la sua offensiva, giungendo a minacciare Vienna, ma il maresciallo Daun lo blocca. Anche l’anno 1758 si conclude senza un vero e proprio vincitore. Il 1759 è dominato dalle traRa.ve per il rinnovo dell’alleanza austriaca con la Francia. Luigi XV è poco incline a con.nuare ad impegnarsi nell’area germanica, mentre è fortemente preoccupato dai rovesci francesi nelle colonie americane. Ma il protagonista di quello che sarà il terzo traRato di Versailles è il nuovo ministro degli esteri, de Choiseul. A marzo il traRato è concluso a condizioni ampiamente favorevoli per il suo paese: sostengo finanziario dimezzato e ridimensionamento delle truppe impegnate nell’area tedesca, niente più acquisizioni nei Paesi Bassi e niente più sovranità per Filippo di Borbone. In questo modo Luigi XV si garan.sce maggiore libertà di azione nel momento in cui ritenesse di dover staccare la spina e arrivare a siglare una pace separata con i nemici anglo- prussiani. Maria Teresa può con.nuare la guerra e l’accordo prevede le nozze del primogenito Giuseppe e Isabella di Parma, nipote del re di Francia. Austriaci e russi riescono finalmente ad avanzare contemporaneamente da sud e da est. Federico II però può nuovamente avvantaggiarsi dell’ine>tudine dei nemici. Allo stesso modo, nel 1760, gli allea. meRono a segno un’importante viRoria, a Liegnitz, il 15 agosto, riescono persino ad occupare Berlino per pochi giorni; chiudono l’anno con la pesante sconfiRa di Torgau, il 3 novembre, baRaglia durante la quale Daun viene ferito. Per Maria 21 Teresa è un chiaro segnale che Federico è invincibile, che la Slesia non potrà più ritornare alla monarchia asburgica. Il vero e defini.vo colpo di fortuna per Federico II è rappresentato dalla morte della zarina ElisabeRa I, il 5 gennaio 1762. Infa> sale al trono Pietro III, fervente ammiratore di Federico II: Pietro non solo conclude rapidamente una pace con Federico II, ma giunge a res.tuirgli tu> i territori prussiani occupa. e gli meRe addiriRura a disposizione delle truppe. Pietro viene assassinato da una congiura di palazzo, che pone al trono la moglie Caterina. Ma tanto è bastato a Federico II per sconfiggere gli austriaci e riacquistare tuRe le posizioni perdute. Le vicende russe preparano la conclusione del confliRo. Caterina II non è interessata a riprendere il confliRo con la Prussia. Le traRa.ve di pace si concludono presso il castello di Hubertsburg, in Sassonia, il 15 febbraio 1763. Maria Teresa è costreRa a cedere su tu> i fron.: niente più Slesia, persa defini.vamente anche la contea di Glatz. In cambio Federico II promeRe il suo voto a favore dell’arciduca Giuseppe per l’elezione a imperatore. Una nuova stagione di riforme La conclusione della Guerra dei SeRe Anni ha consen.to a Maria Teresa di impostare una rinnovata stagione riformis.ca. Protagonista indiscusso di questa fase sarà il cancelliere di Stato Wenzel Anton Kaunitz. Con sguardo retrospe>vo, il cancelliere ri.ene insoddisfacen. i risulta. delle riforme messe in opera da Haugwitz. Suo obie>vo è quello di concentrare il potere in un consiglio composto da poche persone. Il nuovo organismo prende già corpo nell’autunno del 1760, quando i rovesci militari rendono pressan. decisioni rapide per il rientro del debito pubblico e per il ridimensionamento dell’esercito, da ridurre, a deRa di Kaunitz, di circa la metà. Le risorse provenien. dal regno di Boemia con.nuano a rimpolpare il bilancio statale, come da tradizione. La novità è piuRosto cos.tuita da un forte incremento delle entrate dei duca. austriaci: la Bassa Austria si è vista raddoppiare il carico fiscale; Carinzia e Carniola addiriRura quadruplicare. Il feldmaresciallo Daun viene nominato presidente del Consiglio di Guerra all’inizio del 1762, Consiglio che viene riorganizzato in una sezione specificatamente militare, una di gius.zia e una amministra.va. Al fine di poter meRere in aRo il modello prussiano di suddivisione del territorio in circoscrizioni, dalle quali far affluire un quan.ta.vo di reclute commisurato alle possibilità delle popolazioni locali, viene indeRo un censimento. Il nuovo organismo, il Consiglio di Stato, deve rappresentare la punta di diamante del nuovo corso riformis.co; la Geheime Konferenz viene soppressa. L’obie>vo immediatamente successivo è quello di colpire in maniera defini.va il Directorium, che verrà soppresso dodici anni dopo la sua is.tuzione. Le competenze amministra.ve vengono trasferite ad una Cancelleria unita di Boemia e d’Austria, con a capo il conte boemo Chotek. Una Cancelleria unificata che si occupa solo di ques.oni amministra.ve. Chotek lavora per un riequilibrio dei poteri tra centro e periferia, ma si deve scontrare sia con Haugwitz che Kaunitz. Vengono dunque create amministrazioni per le varie province della monarchia, con la denominazione di Gubernia. La Ho2ammer recupera la sua centralità proprio a causa dell’inefficienza del Directorium soRo il profilo della ges.one delle risorse. L’organismo ha il compito di soprintendere a tuRe le entrate della monarchia. I flussi di cassa vengono poi affida. a una CreditsdeputaCon, che unifica le entrate e si occupa di ges.re le uscite. 22 Il matrimonio è des.nato a durare poco, funestato dalla morte precoce della prole e da quella della consorte. La coppia asburgica ha una prima figlia nel 1762, chiamata Maria Teresa in onore della nonna. La seconda, Maria Cris.na, muore poco dopo la nascita, nel novembre 1763. Ma il colpo di grazia giunge il 27 novembre 1763, quando muore Isabella. La madre costringe Giuseppe a sposare nel gennaio 1765 Maria Giuseppa di Baviera, figlia dell’imperatore Carlo VII. La nuova consorte muore però il 28 maggio 1767 di vaiolo, e la stessa sovrana lo contrae mentre era al suo capezzale. All’inizio del 1770 Giuseppe perde anche la figlia Maria Teresa e rifiuta categoricamente di risposarsi. Il 18 agosto 1765 l’imperatore Francesco Stefano muore stroncato da un infarto. Giuseppe, che alla morte del padre, in quanto già re dei Romani, è des.nato a succedergli in qualità di imperatore, si deve accontentare del ruolo di correggente, con delega per gli affari militari. Leopoldo era già stato assegnato alla corona del Granducato di Toscana, che sulla base degli accordi dinas.ci, era formalmente divisa da quella austriaca. Il Ducato di Milano è entrato a far parte defini.vamente dei domini asburgici alla fine della guerra di successione spagnola, benché già da quasi un decennio fosse stato occupato dalle truppe austriache. E’ in quel momento che si spezza una coesione territoriale durata per tuRo il dominio spagnolo: Valenza, Alessandria, la Lomellina e la Valsesia diventano sabaude. Novara e Tortona vengono smembrate, sempre a favore dei Savoia, alla fine della guerra di successione polacca. Con Lombardia austriaca si intende Milano, Parma, Piacenza e Mantova. E’ importante soRolineare che il principato ecclesias.co di Trento, il Litorale con Trieste, le contee di Gorizia e Gradisca non erano considera. facen. parte dei territori italiani. I domini italiani con.nuarono ad essere sogge> ad un organismo significa.vamente denominato Consejo de Espana. Solo nel 1736 gli viene sos.tuito un Consiglio Supremo d’Italia, presieduto da Silva-Tarouca, e uno delle Fiandre. Milano viene inves.ta dalla corrente riformatrice lungo tuRo l’arco del quarantennio teresiano. Ma sono riforme che devono necessariamente scendere a pa> con il potere locale. Il patriziato milanese conserva le sue roccafor.: il Senato e i due Magistra. delle entrate, ordinario e straordinario; la Congregazione dello Stato; la nomina del vicario di provvisione; la scelta dell’arcivescovo e i benefici ecclesias.ci più doviziosi. Periodizzazione del quarantennio teresiano per quanto riguarda le riforme: - Gian Luca Pallavicini, per gli anni a cavallo tra il 1740 e il 1750; - Carlo di Firmian, per gli anni sessanta; - il correggente Giuseppe per l’ul.mo decennio, anche se rappresentato in loco dal fratello Ferdinando in qualità di governatore dal 1771. Dal principio degli anni trenta Pallavicini era entrato nell’orbita asburgica e durante la guerra di successione aveva faRo una favorevole impressione su Maria Teresa, tanto da indurla a nominarlo suo delegato per la Lombardia nel 1744 e ministro plenipotenziario subito l’anno successivo. RiceveRe anche la carica di governatore della Lombardia dal 1750 al 1753. L’emergenza è quella di risollevare velocemente la provincia lombarda dai disastri di due decenni di guerre e risollevare le esauste finanze pubbliche. Il 30 aprile 1749, in concomitanza con le riforme viennesi, viene emanata la cosiddeRa nuova pianta milanese degli uffici e delle magistrature. 25 Un obie>vo primario è quello di limitare i poteri del Senato e delle altre is.tuzioni controllate dal patriziato locale: ecco che il numero delle piazze, cioè il numero dei senatori, viene ridoRo da 17 a 10; ecco che il Magistrato straordinario viene addiriRura soppresso. L’amministrazione finanziaria perde i due terzi degli adde>. Si pone fine alla venalità delle cariche; si obbligano i funzionari a lavorare di persona e non tramite sos.tu.; si aRribuisce loro uno s.pendio adeguato. Nel luglio del 1749 si insedia la Giunta del Censimento, che da dicembre verrà presieduta da Pompeo Neri. La sua aspirazione sarebbe quella di creare un’unica imposta fondiaria, proporzionale al valore di terreni ed edifici. A questa si affiancheranno una tassa sul commercio, pur se di lieve en.tà; una personale sui contadini e una sulle case rurali di seconda abitazione. Il catasto potrà entrare in vigore solo il 1 gennaio 1760. Il nuovo sistema si basa sulle perizie dei funzionari pubblici e sulla rappresentazione par.cellare dei terreni. Ora sono i cancellieri e i tribunali del censo a controllare la riscossione delle imposte a livello periferico. Le storture, gli abusi e i privilegi vengono ricompos. con l’abolizione della dis.nzione tra es.mo civile ed es.mo rurale, soRoposto quest’ul.mo fino ad allora ad una tassazione eccessiva. Nel 1753 il governatore is.tuisce il Banco di Santa Teresa, che è indirizzato verso la graduale es.nzione del debito pubblico, con la res.tuzione dei capitali ricevu. dai priva.. Inoltre, uno degli annosi problemi da risolvere era cos.tuito dagli appal. delle tasse, dissemina. tra vari finanziatori. Pallavicini individua nella società presieduta da Antonio Greppi l’unica depositaria di un contraRo deRo di “ferma” o di “appalto generale”, che dal 1751 in avan. riscuoterà le tasse su sale e tabacco e i dazi sulla mercanzia. Solo nel 1770 Giuseppe II deciderà di soRrarre la “ferma” al Greppi e ai suoi soci e di far assumere direRamente alle struRure statuali l’onere della riscossione delle imposte. Firmian dà il via alla seconda fase del processo riformis.co lombardo. Si ricorderà che Kaunitz aveva voluto la soppressione del Consiglio d’Italia, declassandolo a rango di Dipar.mento. A capo del Dipar.mento d’Italia porrà, dapprima il veneziano Luigi Gius., e successivamente, il .rolese Joseph Spergers, costan. pun. di riferimento di Firmian presso il governo locale. Nel 1765 nasce la Giunta Economale per gli Affari Ecclesias?ci, con il preciso obie>vo di arginare lo strapotere del patriziato milanese, arroccato nel Senato, meRendo ordine nel clero regolare, avviando un’inchiesta sui beni ecclesias.ci. A dimostrazione del faRo che la Lombardia fu davvero un laboratorio di riforme poi estese anche ad altri territori, solo nel 1769, la creazione a Vienna del Consessus in publico- ecclesiasCcs, una commissione con mansioni assimilabili alla Giunta milanese. L’obie>vo è quello di separare le funzioni della Chiesa da quelle dello Stato: non più censura ecclesias.ca; non più Tribunale dell’Inquisizione; non più carceri in conven. e monasteri; non più diriRo d’asilo all’interno degli edifici di culto; non più eccessive fes.vità religiose. Corollario ulteriore la creazione di una Chiesa nazionale, il più possibile staccata dalla dipendenza alla Santa Sede. Anche il controllo sull’istruzione viene ora assunto dalla Deputazione o Giunta agli Studi, pure creata nel 1765. Ci si serve del milanese Pietro Verri, per cos.tuire una commissione che argini lo strapotere della ferma generale greppiana e che avochi allo Stato tu> i proven. derivan. dalle regalie. 26 In realtà, un così tumultuoso processo di riforme, se alcuni problemi li risolve, altri ne crea. Troppe le persone con incarichi plurimi, troppi i nuovi organismi, con competenze non sempre ben definite e delimitate. Ecco che l’ul.mo decennio del regno di Maria Teresa viene impiegato in Lombardia, sopraRuRo soRo la regia del figlio Giuseppe, per ritagliare meglio i confini tra le differen. is.tuzioni. Via quindi il vecchio magistrato ordinario e il nuovo supremo consiglio di Economia: il seRore economico-finanziario viene ora concentrato nelle mani del Regio Ducal Magistrato Camerale e della Camera dei Con. come ente di controllo. Ecco gli affari giudiziari riserva. solo al Senato milanese. L’area lombarda aveva goduto di una par.colare aRenzione all’ambito educa.vo sin dalla prima età moderna, con eccezionali inves.men. sopraRuto da parte degli ambien. ecclesias.ci, ma con altreRanto rilevan. contribu. da parte del laicato. Artefice della riforma del seRore primario sarà l’abate Giovanni Bovara, che s.la un progeRo basato su alcuni assun. fondamentali: una scuola gratuita per ogni borgo; scuole ciRadine di disegno, di meccanica, di aritme.ca; esami di abilitazione per gli insegna.. L’obie>vo di Giuseppe II è quello di legare più streRamente non solo Milano, ma anche tu> gli altri territori della monarchia, al centro viennese. Il cammino delle riforme teresina si conclude con l’abolizione del Senato. La fine della guerra di successione spagnola ha inserito all’interno dei possedimen. asburgici uno dei territori più ricchi e più densamente popola. d’Europa: i Paesi Bassi meridionali. E’ l’Inghilterra ad essere par.colarmente interessata a questa acquisizione da parte degli Asburgo: li pone infa> a sen.nella dei Francesi, e sopraRuto evita che quel territorio strategico possa cadere in mani os.li. Con il terzo traRato della Barriera, deRo anche di Anversa, nel 1715, si fa in modo che i fidi allea. olandesi possano tenere delle guarigioni in alcune ciRà strategiche di confine, in modo da consolidare il filo spinato des.nato ad arginare eventuali ambizioni francesi. Saranno sempre i capitali fiamminghi e finanziare l’avvio della Compagnia di Fiume, altro porto franco fondato nel 1719, potenziato da Maria Teresa congiuntamente a Trieste. La guerra di successione austriaca riporta guerra e devastazione nel paese, occupato dalle truppe di Luigi XV nel 1745 e res.tuito formalmente a Maria Teresa solo al termine del confliRo. La sovrana controlla a metà del SeRecento uno dei territori più fiRamente popola. d’Europa. Le divisione religiose tra caRolici e protestan. dei secoli passa. sono ormai un ricordo lontano, il paese è infa> quasi totalmente riguadagnato dalla Chiesa di Roma. Il confronto è semmai tuRo interno al caRolicesimo (qui Giansenio aveva composto i suoi traRa.). A inizio SeRecento il giansenismo cambia pelle e i suoi pun. fondamentali sono l’indipendenza dei vescovi dalla Santa Sede e nascita di Chiese nazionali. Il porto di Ostenda viene potenziato; si migliorano le vie di comunicazione terres. e fluviali; si impiantano nuove fabbriche di prodo> di lusso; migliorie delle tecniche agricole. Maria Teresa inizialmente non fu molto interessata a questo territorio, anzi lo considerava merce di scambio. Agricoltura in pieno sviluppo, fabbriche produ>ve, popolazione in costante aumento significano però un sempre consistente afflusso di denaro nelle casse. Maria Teresa si fa promotrice di inizia.ve volte a sostenere lo sviluppo della regione. L’ul.mo quindicennio di regno di Maria Teresa è dominato da una parte dai sempre più accesi contras. con l’impaziente correggente. 27
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