Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Marx - Riassunto sulla filosofia marxista, Sintesi del corso di Filosofia

Riassunto su Marx : Manoscritti socio-economici del '44, La critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico, approfondimento del rapporto tra Marx e Hegel, Manifesto del partito comunista, concezione marxista del mondo, Il Capitale, Le fasi della futura società comunista, Dialettica storico-materialistica ( confronto con Hegel).

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 19/05/2021

amelia-de-falco
amelia-de-falco 🇮🇹

4.6

(31)

20 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Marx - Riassunto sulla filosofia marxista e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! Due opere fondamentali del filosofo di Treviri Prima opera, la critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico: sostanzialmente Marx scaglia contro Hegel due accuse principali. Prima accusa: Hegel subordina la società civile allo stato e su questa base giustifica il potere del sovrano, il potere del governo e il potere della legislatura. Per Marx,invece è l’uomo, il popolo che fanno lo stato e non viceversa. Seconda accusa : Hegel rovescia i rapporti reali e fa dell’idea il soggetto e dell’uomo (con i suoi bisogni, le sue attività) il predicato; in tal modo, i fatti empirici e gli istituti storici (ad esempio lo stato prussiano) diventano momenti ideali e necessari dello sviluppo dell’idea. Per Marx , invece i fatti empirici e gli istituti storici, lungi dall’essere divini, sono prodotti fallibili di uomini altrettanto fallibili. In altre parole, quando Hegel crede di descrivere l’essenza dello stato moderno, in realtà descrive e legittima quella realtà esistente (e molto discutibile) che è lo stato prussiano. Seconda importantissima opera: Manoscritti economico-filosofici del 44 I temi principalmente trattati sono: - la critica degli economisti classici da Smith e Ricardo: costoro pretendono di far credere eterne le leggi economiche da loro enunciate, mentre in realtà si tratta soltanto di leggi contingenti proprio dell’Economia capitalistica e destinate ad essere superate col mutare dei rapporti di produzione. - l’analisi della liberazione del proletariato: l’operaio, nel mondo capitalistico, non possiede più ne la propria forza lavoro (venduta al capitalista) né il prodotto del proprio lavoro (ancora proprietà del capitalista) né la stessa sua vita (vive solo per produrre oggetti non suoi). È un processo irreversibile per cui l’operaio giunge ad estraniarsi totalmente da sé stesso, identificandosi con gli oggetti prodotti dal suo lavoro fino a diventarne lo strumento passivo. - l'avvento del comunismo: per superare questa alienazione e per consentire al lavoratore di tornare in possesso del proprio lavoro, e quindi della propria vita, è necessario troncare il male alle radici ed eliminare la proprietà privata. Solo attraverso il comunismo infatti, scomparso quel feticcio alienante che è la proprietà privata, il proletario potrà ridiventare soggetto della propria vita e riacquistare la sua vera essenza di uomo libero (in tedesco essenza=vezen). Approfondimento riguardante il rapporto di Marx con Hegel. Marx riprende da Hegel la concezione dialettica della storia ed afferma che il divenire costante del mondo è regolato dal principio di contraddizione inteso come una forza intrinseca di ogni sviluppo. Di Hegel rifiuta però l’interpretazione idealistica e nega che la dialettica sia l’autorealizzazione dello spirito assoluto, nel quale scompaiono annullandosi tutti gli esseri. Infatti, nella filosofia hegeliana, ogni singolo individuo e ogni cosa particolare diventano semplice manifestazione della razionalità e la storia dell’umanità si presenta come la storia di questo spirito astratto che oltrepassa l’uomo reale. Nella dottrina di Hegel reale è l’idea, i fatti empirici sono fenomeni, esplicazioni accidentali e non essenziali dell’idea; a parere di Marx siamo di fronte ad una specie di misticismo logico di carattere panteistico. L’idea è la realtà, ciò che è razionale è reale ed il mondo empirico è razionalizzato e giustificato per quello che è, ciò che è reale è razionale. I fatti la realtà empirica, il mondo umano ridotti a manifestazione dell'idea e sollevati all'essenza dello spirito, perdono la propria natura e non possono perciò essere compresi nel loro processo oggettivo che è determinato invece da forze materiali, quali la scelta, l'arbitrio, le circostanze e tutti quei fattori che scaturiscono dai bisogni terreni e dallo sforzo che l'uomo compie per soddisfarli. Marx capovolge così la tesi di Hegel e propone di salire dalla terra al cielo, cioè dalla realtà concreta all'idea (o spirito) anziché scendere dal cielo sulla terra, affermando che la coscienza con le sue rappresentazioni, le sue idee è il risultato delle attività dei comportamenti e delle relazioni degli uomini vivi ed operanti e non viceversa. In altre parole, secondo Marx è la vita che determina la coscienza e non è essa a produrre i pensieri, le convinzioni e le aspirazioni umane, ossia a specificare la vita. In tal modo, la storia non è una raccolta di fatti morti (come avviene dell’empirismo) o un’attività immaginaria di soggetti semplicemente pensati ( come accade nell’idealismo) ma si anima, si concretizza, diventa vita attiva e reale. Manifesto del partito comunista, efficace sintesi della concezione marxista del mondo. il manifesto comincia con le famose parole:” uno spettro si aggira per l'Europa, lo spettro del comunismo”, successivamente passa in rapida rassegna le varie epoche storiche già analizzate nell’ideologia tedesca: la comunità primitiva o tribale, l’economia schiavistica l’economia feudale e sistema capitalistico. La storia è da sempre storia di lotta di classi, ed ogni classe ha nutrito in se dialetticamente l’elemento contraddittorio che doveva poi segnare la sconfitta di fronte alla nuova classe emergente. Così la borghesia a suo tempo è stata la contraddizione interna del feudalesimo e d’ora il proletariato e la contraddizione interna della borghesia. la borghesia infatti per svilupparsi, ha bisogno di alimentare in se stessa il proletariato e di generare quindi gli uomini che le porteranno la morte. in altre parole la borghesia produce i suoi seppellitori. D’altro canto Marx non esita riconoscere i meriti della borghesia: ha abbattuto le barriere del feudalesimo, ha prodotto una scienza ed una tecnica capace di dominare la natura, con la sua struttura socio-economica ha creato nuova ricchezza anche se pro Domo sua, per la sua casa, e sta ad indicare questa espressione quei politici o funzionari che pensano solo ai loro affari piuttosto che al benessere dei cittadini. Ma ancora questa borghesia ha imposto un rapido sviluppo al processo produttivo, ma proprio attraverso questo processo non più controllato è la storia dell'Apprendista stregone, l'espressione che indica chi per inesperienza e imprudenza suscita avvenimenti che poi non è in grado di controllare. Quindi attraverso questo processo dicevamo non più controllato,la borghesia è condannata a rafforzare quel proletariato che ne decreterà la fine. naturalmente anche il proletariato avrà un iter tormentoso prima di arrivare alla lucida coscienza del proprio compito rivoluzionario. Marx ed engels deprecano i primi tentativi operai di opporsi al progresso attraverso la distruzione delle macchine: è la fase del luddismo, Il plusvalore, cioè il lavoro non pagato, è in relazione solo con il capitale variabile; per determinare il profitto del capitalista, ossia l'effettivo guadagno, dobbiamo sottrarre in percentuale dal guadagno derivante dal lavoro non pagato gli operai (che è il plusvalore), le spese sostenute per macchine, materie prime e ciò che serve per far funzionare l’industria. Poiché il capitalismo si regge sul ciclo DMD incrementale, il Suo fine strutturale è la maggior quantità possibile di plusvalore valore, cioè del lavoro non pagato. Ciò fa sì che il capitalismo insegue tutte le vie possibili per raggiungere tale scopo, caratterizzandosi come un tipo di società retto dalla logica del profitto privato anziché dalla logica dell'interesse collettivo. Tratteggiando la descrizione del capitalismo a sfondo tragico, Marx esamina le varie strade da esso imboccate in vista del proprio auto accrescimento. In un primo momento il capitalista cerca di accrescere il plusvalore aumentando la giornata lavorativa dei propri operai (portandolo a 15 ore), ma questa dilatazione d’orario presenta Alcuni limiti invalicabili poiché oltre un certo numero di ore, la forza lavoro dell'operaio cessa di essere produttiva. Più che sul prolungamento della giornata lavorativa, che Marx chiama plusvalore assoluto, il capitalismo punta dunque sulla riduzione di quella parte di giornata lavorativa necessaria a reintegrare il salario, che Marx chiama plusvalore relativo. In altre parole, se l'operaio anziché impiegare sei ore per guadagnare il proprio salario ne impiega quattro, il plusvalore intascato dal capitalista sarà evidentemente maggiore; ovviamente tutto ciò si può ottenere solo pervenendo a una maggiore produttività e da ciò discende la necessità strutturale per il capitalismo di introdurre in continuazione nuovi e più efficienti metodi e strumenti di lavoro. Tuttavia, proprio l'aumento di produttività conseguito con l'uso delle macchine genera il fenomeno ciclico della crisi di sovrapproduzione. Mentre nei secoli precedenti le crisi erano provocate dalla scarsità dei beni (a sua volta causate da carestie, epidemie e guerre), nella Società capitalistica dipendono da una super abbondanza di merci; paradossalmente nel capitalismo c'è crisi non perché ci sia poca merce in circolazione, ma perché ne esiste troppa. Questo è dovuto alla cosiddetta anarchia della produzione, per cui i capitalisti si precipitano alla cieca nei settori dove il profitto è più alto, facendo sì che a un certo punto si verifichi un eccesso di produzione rispetto alle esigenze di mercato. Tutto ciò genera la crisi, che ha come effetto concomitanti sia la distruzione capitalistica dei beni (spesso proprio quelli di cui avrebbero più bisogno le classi povere, la frutta, il caffè) sia la disoccupazione. La necessità per il capitalismo di un continuo rinnovamento tecnologico genere anche un altro inconveniente strutturale: la caduta tendenziale del saggio di profitto. Con questa espressione, Marx indica quella legge per cui accrescendosi smisuratamente il capitale costante, costituito come stiamo dicendo dalle macchine e dalle materie prime, rispetto al capitale variabile, diminuisce per forza il saggio di profitto. Accrescendosi a dismisura il capitale costante e diminuendo il peso del capitale variabile ( gli operai occupati ) si ottiene la diminuzione del plusvalore e proporzionalmente del saggio di profitto; infatti ciò che forma la ricchezza aggiuntiva del capitale dipende non dalle macchine, ma dal lavoro vivo degli operai. Si ottiene in tal modo una riduzione dell'occupazione operaia e dunque una riduzione del plusvalore e del saggio di profitto. Per esplicitare ancora meglio sulla caduta tendenziale del saggio di profitto, possiamo argomentare in questo modo: accrescendosi il capitale costante (cioè macchine materie prime) diminuisce il peso del capitale variabile, in quanto con la meccanizzazione si richiede un numero inferiore di operai; l'effetto è il calo del plusvalore che dipende dal plus lavoro dell'operaio e dunque del profitto del capitalista, riduzione del saggio o tasso di profitto. La crescente disoccupazione connessa all'impiego sempre più massiccio delle macchine nell'industria comporta maggiore povertà dei consumatori, i quali vedono diminuire il loro potere di acquisto delle merci; contraddizione fatale Per il sistema. Lo sviluppo tecnologico crea la possibilità di incrementare la produzione delle merci, le quali però rischiano di restare invendute a causa della Minore disponibilità monetaria delle persone. Le contraddizioni della società borghese rappresentano la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, il quale impadronendosi del potere politico dà avvio alla trasformazione globale della vecchia società, attuando il passaggio dal capitalismo al comunismo; di conseguenza il proletariato appare investito nella prospettiva di Marx di una specifica missione storico-universale. Per quanto riguarda i metodi per accedere al potere, Marx ammette una gamma di possibilità; sebbene sia propenso a ritenere che la rivoluzione (come insegna la storia) implichi sempre forme violente, negli ultimi anni appare disposto ad ammettere anche la possibilità di una via pacifica al socialismo: nel gennaio del 1867, ad esempio, in un discorso commemorativo all'insurrezione polacca, afferma : “è possibile che la lotta tra lavoratori e capitalisti sia meno terribile e meno sanguinosa della lotta tra signori feudali e borghesia in Inghilterra e in Francia, speriamo” e nel discorso di Amsterdam, che chiudeva il congresso dell'internazionale, dice “l'operaio un giorno dovrà prendere il potere politico, noi non abbiamo affetto preteso che per arrivare a questo scopo i mezzi fossero dappertutto identici, sappiamo quale importanza abbiano l'istituzione, i costumi e le tradizioni dei vari paesi e non neghiamo che esistano dei paesi come l'America, l'Inghilterra e l’Olanda, in cui i lavoratori possono raggiungere il loro scopo con mezzi pacifici; violenta o pacifica che sia, la rivoluzione proletaria ( su questo le idee di Marx rimangono ferme ) deve mirare come primo traguardo all'abbattimento dello stato borghese e delle sue forme istituzionali” Lo Stato per Marx, lungi dal rappresentare il bene comune, è l'espressione dei privilegi e degli interessi delle classi più forti; i cittadini sono uguali di diritto e disuguali di fatto. I testi del filosofo parlano in modo duro e chiaro: il compito del proletariato non è quello di impadronirsi della macchina statale borghese manovrandola per i propri scopi, ma quello di spezzarne o distruggerne i meccanismi istituzionali di fondo, da ciò le affermazioni della ideologia tedesca, scritta nel 1846, secondo cui lo Stato e la forma in cui gli individui di una classe dominante fanno valere i loro interessi comuni o del manifesto (di cui ci siamo già occupati) del 1848 in cui si afferma che il potere politico è il potere di una classe organizzata per opprimerne un'altra. L'ideologia tedesca è l’opera di critica in cui prende forma uno dei nuclei teorici fondamentali del marxismo, il materialismo storico. Le fasi della futura società comunista fin dai manoscritti economico-filosofici del 44 , Marx aveva visto nel comunismo la strada da percorrere per realizzare una vera emancipazione umana; se infatti la società capitalistica fin per negare l'autentica essenza dell'essere umano allora l'essere umano,per riappropriarsi della sua essenza, non potrà che negare a sua volta questa negazione. Benché il comunismo sia l'orizzonte entro cui si inscrivono tutte le analisi di Marx, egli non si spinge mai a descrivere in dettaglio Quali debbano essere le sue caratteristiche, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista istituzionale. del resto una descrizione troppo puntuale farebbe del comunismo una Utopia. al contrario per Marx il comunismo non è un ideale a cui la realtà debba conformarsi, ma un evento storico prevedibile poiché discende necessariamente dalle caratteristiche del sistema capitalistico e comporta necessariamente una rivoluzione e un sovvertimento dell'ordine sociale esistente. La dottrina di Marx dunque bel lontana dal mettere capa un prototipo ideale dettagliato della futura società comunista, si limita ad accennare a essa in modo piuttosto frammentario. per avere un quadro illustrativo della visione di Marx su questo futuro assetto della società comunista, sono utili soprattutto una sezione Dei manoscritti del 44 e la critica del programma di gotha. nei manoscritti Marx distingue tra un comunismo rozzo ed un comunismo superiore ed autentico. Nel primo tipo di comunismo la proprietà anziché venire talmente soppressa, Viene trasformata in proprietà di tutti ovvero nazionalizzata cioè attribuita alla comunità mentre tutto gli uomini sono ridotti a operai con un medesimo salario. La comunità viene così ad assumere il ruolo di un grande capitalista che, anziché abolire, universalizzar la condizione dell'operaio nella società borghese. la rozzezza di questa società post capitalistica , ma ancora pre comunista, è chiaramente svelata secondo marx dalla connessa proposta della comunione delle donne. al matrimonio borghese ,visto come forma esclusiva di proprietà privata, questo comunismo Volgare non sa infatti oppure altro che una situazione in cui la donna appare la preda e la serva del piacere della comunità: è così scritto di manoscritti. LA comunanza delle donne rappresenta dunque l'analogo in campo sessuale della generalizzazione della proprietà in campo economico. l'ideale egualitario del Comunismo rozzo è ancora dominato secondo Marx, dalla mentalità proprietaria e dalla categoria dell'avere e getta le sue radici psicologiche dell'invidia in una Grossolana brama di livellamento. invece il comunismo autentico cioè l'effettiva soppressione della proprietà privata, si realizza quando l'uomo, superato completamente l'orizzonte sociale e antropologico della proprietà, cessa di intrattenere con il mondo rapporti di puro possesso e consumo. all'uomo della civiltà proprietaria all'homo economicus, ossessionato dall'avere, Marx contrappone un uomo nuovo considerato come un essere ognilaterale e totale, che esercita in modo creativo l'insieme delle sue potenzialità Intrattenendo un rapporto poliedrico con la realtà e con gli altri uomini. nella critica del programma di gotha, Marx distingue invece due fasi della futura società: nella prima fase abbiamo a che fare con una società comunista appena emersa dalla società capitalista E che dunque porta ancora sotto ogni aspetto economico, morale e spirituale le macchie della vecchia società dal cui seno è uscito. In questa fase l'avvenuta socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, fa della società l'unico datore di lavoro e trasforma tutto in salariati che ricevono una quantità di beni equivalente al lavoro prestato. questa è la prima fase della società futura ancora imperfetta. A ciascuno secondo il suo lavoro cioè ciascuno guadagna in rapporto al lavoro prestato. questo principio Apparentemente egualitario tuttavia secondo Marx non è ancora la condizione ottimale di sviluppo della società poiché non tiene conto delle differenze individuali E delle diverse possibilità di ciascuno. non tutti hanno le stesse capacità fisiche o intellettuali, non tutti hanno le stesse esigenze familiari, alcuni sono sposati altri No alcuni hanno figli altri no, non tutti hanno la stessa disponibilità economica di partenza e così via. in questo quadro si inserisce la necessità di passare alla seconda ed ultima fase nel processo di realizzazione della società comunista. questa è definita dalla famosa affermazione ‘Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni’ l'avvento dell'autentico Comunismo cioè di una società davvero egualitaria , implica che non si tenga conto unicamente delle capacità di ciascuno ma anche delle sue necessità. Soltanto in questo tipo di società si potrà realizzare lo sviluppo ogni laterale di tutti gli individui, la loro piena e gratificante espressione sotto Ogni punto di vista. questo Passo della critica del programma di gotha rappresenta il documento più
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved