Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Matisse, analisi "La danza", analisi "L'urlo", Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

vita di Matisse, analisi complete opere

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 29/04/2017

francescabertellotti
francescabertellotti 🇮🇹

4.1

(65)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Matisse, analisi "La danza", analisi "L'urlo" e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! 3-La vita di matisse “Occorre guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino” La vita Il pittore e scultore francese Henri Matisse nasce a Le Cateau-Cambrésis (Francia) il 31 dicembre 1869.Era il primogenito della famiglia. Nel 1887 si trasferì a Parigi per studiare legge, lavorando come impiegato statale, dopo aver ottenuto la qualifica. Cominciò a dipingere nel 1889,[3] durante la convalescenza seguente ad un attacco di appendicite. Scoprì così "una specie di Paradiso", come disse in seguito. Visse durante uno dei periodi più densi di eventi tragici della nostra storia. Eppure, nella sua opera, non vi è traccia dell'alienazione, della sofferenza, delle contraddizioni della nostra era: i suoi dipinti sono un mondo a parte, in cui si trova sollievo, pace, rifugio, calma, serenità, colore e luce. Le prime esperienze di studio Dal 1895 al 1899 Matisse frequenta lo studio di Gustave Moreau, studiando i lavori di Manet e di Cezanne e, risentendo delle esperienze dell'impressionismo, nel 1897 crea "La deserte". Dopo alcuni soggiorni in Inghilterra, in Corsica e nella regione di Tolosa, nel 1902 presenzia in alcune mostre presso la galleria di B.Weil a Parigi, esponendo, tra le altre opere, anche "Veduta di Notre Dame nel tardo pomeriggio" del 1902. La pittura dei Fauves In questi anni, dal suo studio approfondito dell'arte neo-impressionista e dalla scoperta dell'arte africana e asiatica, nasce la "pittura pura dei fauves", nuova corrente di cui Henri Matisse è massimo interprete. Nel 1941, in concomitanza con lo scoppio della seconda guerra mondiale, dipinge la famosa tela "Natura morta con magnolia". Nel 1943 si stabilisce a Vence, dove si dedica, negli anni dal 1949 al 1951, alla realizzazione della cappella dei Dominicani della Madonna del Rosario. I lavori e le opere Tra le sue opere più importanti si ricordano il "Nudo blu" del 1907, "La danza" del 1908 e "La danza e la musica" e del 1910. Della sua produzione negli anni '20 è famosa la serie delle "Odalische". Negli stessi anni l'artista si cimenta anche nel campo della scenografia, del disegno e dell'incisione; negli anni '30 produce inoltre arazzi. Numerose sono anche le sue opere di scultura in bronzo. La morte Henri Matisse muore a Nizza il 3 novembre 1954. Tecnica Matisse usava partire dalla raffigurazione della realtà, trasformandola poi in forme semplificate e appiattite attraverso l’accostamento di colori primari e secondari puri, accesi, luminosi, privi ormai di riferimento alla descrizione naturale.La sua attività pittorica si svolse per decenni, nel suo quieto ambiente familiare, lontano dai clamori della vita mondana. Svolse la sua ricerca portando il suo stile ad un affinamento progressivo che toccò le soglie dell’astrattismo, senza l'intenzione di volerle oltrepassare. Si avvicinò all'astrazione soprattutto con la tecnica del collage su carta, con figure semplificate, dalle campiture omogenee, che producevano effetti dinamici e un vivace contrasto con lo sfondo. La sua serie di Nudi Blu rappresenta il principale esempio della tecnica denominata "dipingere con le forbici"; erano composizioni figurative a collage, a uno o più colori, per i quali usava cartoncini leggeri, sia per lo sfondo sia per il disegno. Tracciava prima a matita l’intero disegno sul foglio e poi preparava le figure colorate da incollare. Semplificava le figure e le riavvicinava lasciando piccoli margini bianchi. La luce del sud gli aveva insegnato ad apprezzare la forza del colore e ad usarla in funzione espressiva. I gialli venivano accostati al violetto, il rosso al verde, il blu all’arancio; la ricerca di Matisse riguardava l'accostamento tra i colori, il loro accordo o contrasto, non il colore in sé. Il colore era distribuito con veemenza sulla tela e con un’immediatezza tale da non coprirla totalmente. Ai colori primari accostava i colori complementari con l’evidente intento di rafforzarne il contrasto timbrico. Ne risultava un insieme molto vivace con un evidente gusto per la decoratività. L'intervista Creare è proprio dell’artista; dove non c’è creazione, l’arte non esiste. Ma sbaglieremmo se attribuissimo questa capacità creativa a un dono innato. Nel campo dell’arte, il creatore autentico non è solo un essere particolarmente dotato, è un uomo che ha saputo ordinare in vista del loro fine un insieme di attività, delle quali l’opera d’arte è il risultato finale. Così, per un artista la creazione comincia dalla visione. Vedere è già di per sé un atto creativo, che esige uno sforzo. Tutto ciò che noi vediamo, nella vita di ogni giorno, subisce in maggiore o minore misura una deformazione dovuta alle abitudini acquisite, e ciò è tanto più percepibile in un’epoca come la nostra, nella quale il cinema, la televisione, la pubblicità, le riviste ci impongono 4-Analisi dell'opera-La Danza “Tutta la disposizione della mia pittura è espressiva. Il posto occupato dalle figure o dagli oggetti, gli spazi vuoti intorno a essi, le proporzioni, tutto ha una parte da sostenere.” La Danza (La danse) è il nome di due dipinti di Henri Matisse. La prima versione, risalente al 1909(259.7x390.1 cm, olio su tela), è conservata al Museum of Modern Art di New York, mentre l'altra, del 1910(260x391 cm, olio su tela), è situata al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo. La seconda versione del dipinto è considerata, insieme al contemporaneo La musica, la prima grande opera di Matisse a dare esclusivamente rilievo alle relazioni fra i suoi elementi (colori, ritmo delle figure ecc...) rispetto al soggetto trattato. Il risultato dei suoi lavori è una leggerezza da mostrare al mondo, ma una leggerezza non intesa come debolezza ma come espressione di tranquillità e serenità dell'animo . « il mio obiettivo è rappresentare un'arte equilibrata e pura, un'arte che non inquieti né turbi. Desidero che l'uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità. » Questo quadro di Matisse, tra i più famosi della sua produzione, sintetizza in maniera esemplare la sua poetica e il suo stile. Il quadro trasmette una suggestione immediata. Il senso della danza, che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi tratti e con appena tre colori. Ne risulta una immagine quasi simbolica che può essere suscettibile di più letture ed interpretazioni. Il verde che occupa la parte inferiore del quadro simboleggia la Terra. Segue la curvatura del nostro mondo e sembra fatto di materiale elastico: il piede di uno dei danzatori imprime alla curvatura una deformazione dovuta al suo peso. Il blu nella parte superiore è ovviamente il cielo. Ma si tratta di un blu così denso e carico che non rappresenta la nostra atmosfera terrestre bensì uno spazio siderale più ampio e vasto da contenere tutto l’universo. E sul confine tra terra e cielo, o tra mondo ed universo, stanno compiendo la loro danza le cinque figure. Le loro braccia sono tese nello slancio di tenere chiuso un cerchio che sta per aprirsi tra le due figure poste in basso a sinistra. Una delle figure è infatti tutta protesa in avanti per afferrare la mano dell’uomo, mentre quest’ultimo ha una torsione del busto per allungare la propria mano alla donna. La loro danza può essere vista come allegoria della vita umana, fatta di un movimento continuo in cui la tensione è sempre tesa all’unione con gli altri. E tutto ciò avviene sul confine del mondo, in quello spazio precario tra l’essere e il non essere. Il vortice circolare in cui sono trascinati ha sia i caratteri gioiosi della vita in movimento, sia il senso angoscioso della necessità di dovere per forza danzare senza sosta. In questo quadro Matisse giunge ad una sintesi totale tra contenuto e forma, riuscendo ad esprimere alcune delle profonde verità che regolano, non solo la vita dell’uomo, ma dell’intero universo.“ “Il nostro solo ideale è l’insieme, i dettagli diminuiscono la purezza delle idee, nuocciono all'intensità emotiva; li rifiutiamo.” Matisse e Derain amano giocare con i colori complementari, dando vita a dipinti molto luminosi e vivaci che non hanno alcuna corrispondenza con la realtà. Il viso può essere colorato indifferentemente di arancione e di verde, i capelli e gli alberi di giallo e di blu, mentre il mare e il cielo abbagliano con colori variopinti dall’effetto mosso e cangiante. Matisse dichiara che bisogna “esaltare tutti i colori insieme, senza sacrificarne nessuno” e che ogni dipinto deve dare la sensazione di riportare sulla superficie della tela lo spettro solare. I colori utilizzati e il loro significato Lo psicologo, psichiatra e filosofo svizzero Max Luscher ha steso, nel 1949, un interessante "test dei colori", basato sul fatto che una particolare attrazione o repulsione nei confronti di un determinato colore siano riconducibili aparticolari stati psicofisici ed emozionali che ogni colore ed ogni combinazione cromatica generano nell'osservatore tenendo conto anche che la preferenza mostrata verso ciascun colore e le reazioni che provoca nel soggetto cambiano a seconda degli individui e dei vari momenti nello stesso individuo: in breve, i colori parlano di noi, dando precise informazioni su bisogni, desideri, rifiuti, paure, basta saper decifrare il messaggio.Il test di Luscher si avvale di otto colori, 4 colori base (rosso, giallo, verde e blu) e 4 colori ausiliari (viola, marrone, grigio e nero), che concorrono a descrivere diversi sentimenti di sé: - il rosso denota un senso di forza e di sicurezza, per cui la scelta orientata al rosso corrisponde ad uno stato di attivazione nella direzione di una conquista, ad un desiderio espansivo: esprime fiducia e sicurezza di sé; - il blu è la calma, la soddisfazione, la pace interiore, la quiete, l'armonia; - il verde esprime stabilità, forza, tenacia, costanza, perseveranza, equilibrio psicologico, autostima, riferimento saldo a valori forti; - il giallo, caldo, irradiante, luminoso suggerisce espansione e movimento, libertà e autonomia, è colore del cambiamento e della ricerca del nuovo; - il viola, ottenuto mescolando rosso e blu, è il colore della trasformazione, della metamorfosi, del passaggio da uno stato ad un altro; - il marrone è un colore solido, corporeo, materiale, corrisponde alla sensazione della propria fisicità; - il grigio è il colore neutro di chi prende le distanze dai sentimenti e dalla vita, optando per il non coinvolgimento; - il nero è il 'non colore', la negazione, l'opposizione dietro la quale può nascondersi un desiderio di rivendicazione di potere. Basta guardare questa lista e confrontarla con i colori usati da Matisse per renderci conto di COSA il pittore ha voluto rappresentare grazie alla forza del colore, che sostituisce un'immagine dettagliata e precisa 5-Analisi dell'opera-L'urlo Questo è senz’altro il quadro più celebre di Munch ed, in assoluto, uno dei più famosi dell’espressionismo nordico. In esso è condensato tutto il rapporto angoscioso che l’artista avverte nei confronti della vita. Lo spunto del quadro lo troviamo descritto nel suo diario: Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. Lo spunto è quindi decisamente autobiografico. L’uomo in primo piano che urla è l’artista stesso. Tuttavia, al di là della sua relativa occasionalità, il quadro ha una indubbia capacità di trasmettere sensazioni universali. E ciò soprattutto per il suo crudo stile pittorico. Il quadro presenta, in primo piano, l’uomo che urla. Lo taglia in diagonale il parapetto del ponte visto in fuga verso sinistra. Sulla destra vi è invece un innaturale paesaggio, desolato e poco accogliente. In alto il cielo è striato di un rosso molto drammatico. L’uomo è rappresentato in maniera molto visionaria. Ha un aspetto sinuoso e molle. Più che ad un corpo, fa pensare ad uno spirito. La testa è completamente calva come un teschio ricoperto da una pelle mummificata. Gli occhi hanno uno sguardo allucinato e terrorizzato. Il naso è quasi assente, mentre la bocca si apre in uno spasmo innaturale. L’ovale della bocca è il vero centro compositivo del quadro. Da esso le onde sonore del grido mettono in movimento tutto il quadro: agitano sia il corpo dell’uomo sia le onde che definiscono il paesaggio e il cielo. Restano diritti solo il ponte e le sagome dei due uomini sullo sfondo. Sono sordi ed impassibili all’urlo che proviene dall’anima dell’uomo. Sono gli amici del pittore, incuranti della sua angoscia, a testimonianza della falsità dei rapporti umani.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved