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Maus - Analisi per la scuola secondaria I e II grado, Sintesi del corso di Scienze Umane

Analisi romanzo a fumetti Maus di Art Spiegelman

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
In offerta
30 Punti
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Caricato il 08/01/2019

carolina-crespi
carolina-crespi 🇮🇹

4.5

(24)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Maus - Analisi per la scuola secondaria I e II grado e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! 1 MAUS Art Spiegelman Maus è un romanzo a fumetti, in cui un fumettista si confronta con la tragedia dell’Olocausto e con la figura del padre, un sopravvissuto di Auschwitz, cercando nello stesso tempo di custodire la memoria e di costruire un’opera narrativa di grande impatto. Maus racconta le terribili peripezie vissute da Vladek, il padre di Art, durante la Seconda Guerra Mondiale: dalla vita agiata e tranquilla degli anni ‘30 a quella squallida del ghetto dopo l’invasione della Polonia, dal periodo della fuga e della clandestinità all’orrore del lager. La vicenda è ricostruita con molta accuratezza storica, ma l’attenzione dell’autore è soprattutto rivolta all’aspetto umano dei personaggi: l’acume e l’intraprendenza di Vladek, la fragilità e la sensibilità della giovane moglie Anja, futura madre di Art. L’autore ha lavorato per oltre dieci anni a Maus, stendendo da capo la sceneggiatura per ben tre volte, compiendo alcuni viaggi in Europa per documentarsi e riempiendo decine di taccuini di schizzi per riuscire a trovare lo stile di disegno adatto alla storia che voleva raccontare. I terribili racconti dei genitori e la personalità forte e un po’ ingombrante del padre avevano fatto sì che Art sviluppasse un profondo coinvolgimento interiore con la tragedia della Shoah. IL TEMPO DEL RACCONTO 1. È possibile trasmettere ai lettori tutta la complessità di questo rapporto personale? 2. È possibile parlare di Olocausto conservando contemporaneamente esattezza storica e umanità narrativa? 3. È possibile descrivere l’orrore senza scadere nello scabroso? 4. E, soprattutto, è possibile fare tutto questo in un fumetto? Sono queste le domande a cui prova a rispondere ogni pagina di Maus, attraverso un’accurata ricerca storica e una sincera ricerca interiore. Per rendere più evidente questo complesso processo di creazione, che è fondamentale per capire tutta l’opera, Spiegelman ha avuto l’idea geniale di rendere Maus un’opera dotata di una certa consapevolezza del suo essere un fumetto. Ha dunque trasformato il vero nucleo narrativo del libro, gli episodi di guerra, in una serie di lunghi flash-back, e ha collocato il “presente” del racconto negli incontri che lui stesso aveva col vecchio padre proprio per procurarsi dai suoi racconti il materiale per scrivere il libro. PERCHÉ TOPI? Il primo impatto con il libro è sconcertante proprio perché i personaggi sono tutti animali: gli Ebrei sono topi, i Polacchi sono maiali, i Tedeschi sono gatti, i Francesi sono rane. Gli animali sono evidentemente umanizzati ma mantengono sempre le loro 2 caratteristiche: talvolta dai pantaloni fa persino capolino la coda, che in genere è la prima cosa a sparire quando si sceglie di umanizzare un animale. Questa stranezza assume un carattere decisamente inquietante quando ci si accorge di quanto sia serio l’argomento di questo fumetto, di quanto sia diverso dalle storie con animali protagonisti che siamo abituati a leggere: disturba che un argomento così terribile sia trattato in questo modo, dato che sembra quasi irrispettoso mostrare le vittime della barbarie nazista come dei topi. Spiegelman punta proprio su questo, vuole spiazzare ed interessare il lettore, ma non è assolutamente sua intenzione umiliare o irridere suo padre e i sopravvissuti. In realtà dietro a questa scelta folle e geniale c’è una raffinatissima serie di rimandi che soltanto chi sia in possesso di una solida cultura fumettistica e letteraria può capire appieno. Spiegelman intende rifarsi al linguaggio del Nazismo stesso e costruire sui simboli di cui esso si serviva una graffiante base per la sua opera. In un'intervista l'autore afferma: “I simboli che uso per le diverse nazionalità in questo libro non sono i miei. Li ho presi in prestito dai Tedeschi (…) Il vero soggetto del libro è l’uguaglianza tra gli esseri umani. È una follia separare nettamente le cose con demarcazioni di carattere nazionale o razziale”. Uno degli obiettivi principali dell’autore è mostrare in modo immediato e violento tutta l’assurdità del razzismo hitleriano, che ha portato ogni gruppo nazionale o etnico a comportarsi come una specie a se stante. In termini concreti, aveva fatto sì che ogni Tedesco si sentisse in dovere di dare la caccia, torturare ed uccidere gli Ebrei, esattamente come un gatto fa con un topo per istinto. L’assurdità di queste teorie ha dunque spinto gli uomini, vittime e carnefici, sul fondo di ogni degradazione, li ha resi davvero bestie. Un secondo riferimento di Spiegelman è ai fumetti popolari metropolitani, di cui l’autore è esperto e studioso. L’eterno duello fra l’astuto topo e il prepotente gatto era una delle scene ricorrenti di questo filone di letteratura disegnata. Questo continuo riferimento ad un fumetto “più consueto e più noto” vuole ricordare al ricevente che sta leggendo appunto solo un fumetto, e che quello che ha tra le mani è solo una pallida rappresentazione cartacea dell’orrore vero, quello che uomini veri (e non topi da fumetto) hanno vissuto sulla loro pelle. Infine, un riferimento deriva da un’acuta riflessione sulla figura del topo nell’immaginario collettivo. Il topo visto da solo è Mickey Mouse: un animaletto simpatico, carino, furbetto e in grado di cavarsela in qualunque situazione; l’astuto e intraprendente Vladek è forse una specie di versione tragica di Topolino. Se osservati nella loro esistenza massificata invece i topi diventano un’orda orrenda, da film horror, in cui non è possibile scorgere alcuna individualità. Ed è forse in quest’ottica che si può leggere la denuncia più forte del libro: contro i carnefici, che pensavano di sterminare gli Ebrei come una massa di non-uomini, ma forse anche contro le vittime, incapaci di difendere la propria libertà e la propria dignità di esseri umani.
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