Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Max Weber 1864-1920., Appunti di Sociologia

TEORIA DELL’AZIONE SOCIALE Le azioni significative degli uomini sono il vero oggetto della sociologia. La sociologia per Weber è la scienza dell’azione sociale. Per Weber la società si dissolve nella pluralità di interazioni dove gli aspetti politici, culturali si intrecciano e sovrappongono tra di loro. Le azioni significative degli uomini sono il vero oggetto della sociologia.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 07/05/2024

Eli.gin
Eli.gin 🇮🇹

4.3

(8)

42 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Max Weber 1864-1920. e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Lezione 16 TEORIA DELL’AZIONE SOCIALE Le azioni significative degli uomini sono il vero oggetto della sociologia. La sociologia per Weber è la scienza dell’azione sociale. Per Weber la società si dissolve nella pluralità di interazioni dove gli aspetti politici, culturali si intrecciano e sovrappongono tra di loro. Le azioni significative degli uomini sono il vero oggetto della sociologia. L’agire dell’individuo è sempre orientato in base all’atteggiamento dell’altro. Per Weber le azioni significative sono il vero oggetto della sociologia. La teoria dell’azione viene discussa nell’opera che si chiama “Economia e società” che è un’opera postuma. In Weber l’azione è tale solo quando è dotata di senso, cioè ha una motivazione individuale. Si ha azione sociale quando questa motivazione è diretta cioè orientata verso altri soggetti. In poche parole, ogni azione è dotata di senso, ma questo senso è sempre riferito e orientato agli altri, cioè quello che si prevede che gli altri attribuiranno all’azione. Dopo questa definizione, Weber elabora delle tipologie dell’azione sociale (sono anch’esse tipi ideali); Le azioni degli individui possono essere: 1. azione razionale rispetto allo scopo → chi agisce si preoccupa dell’efficacia degli strumenti che ha a disposizione per raggiungere un determinato scopo o obbiettivo voluto dall’individuo. L’attore sociale che agisce ha chiaro nella sua mente lo scopo o il fine che vuole raggiungere e quindi predispone i suoi mezzi nel modo più ottimale per perseguire il suo obiettivo. 2. azione razionale rispetto al valore → l’agire dell’individuo (cioè il soggetto) è orientato da un valore che egli accetta in maniera incondizionata. Chi agisce non vuole perseguire un fine o un obbiettivo, ma vuole riaffermare un valore, al quale si crede incondizionatamente. Qui l’obbiettivo fondamentale è quello di rimanere fedeli a una determinata idea. Ad esempio il capitano che si lascia affondare con la propria nave. Il capitano di può salvare per primo con ad esempio il martire, che non cerca di salvarsi rinnegando la propria idea, ma riconferma il valore in cui crede. 3. azioni tradizionali → solo le azioni in cui si subisce la forza della tradizione. La tradizione è la forza dell’eterno ieri. L’individuo agisce così, perché così è sempre stato, e così ha sempre fatto. L’attore non si pone un fine specifico, perché fa ciò che ha sempre fatto. La tradizione è la forza dell’eterno ieri. 4. azioni affettive o emotive → sono quelle azioni che hanno meno contenuto razionale, dettate dallo stato d’animo del soggetto, dettate dall’umore che il soggetto ha in determinate circostanze. Sono più reazioni che azioni. Per esempio per Weber è un’azione affettiva o emotiva il pugno che viene sferrato in preda ai nervi. Attraverso l’analisi dei primi due tipi di azione, (azione razionale rispetto allo scopo e azione razionale rispetto al valore) Weber analizza l’evoluzione della società industriale capitalistica, riuscendo a verificarne i limiti. Questa società (industriale capitalistica) si fonda sull’espansione progressiva del primo tipo di azione cioè dell’azione razionale rispetto allo scopo, cioè una razionalità che arriva a coinvolgere e ad espandersi in ogni aspetto della vita. Questo per Weber è l’elemento che caratterizza il capitalismo occidentale moderno. Il capitalismo occidentale moderno è caratterizzato dall’espansione del primo tipo di azione cioè dell’azione razionale rispetto allo scopo. Questa situazione particolare ha prodotto degli effetti enormi sull’essere umano. Questo tipo di azione spinge l’uomo verso una condotta che è dominata da azioni razionali rispetto allo scopo. Piano piano si sta eliminando dai normali comportamenti dell’essere umano tutte quelle azioni razionali che erano orientate da un valore che poteva essere etico, estetico, religioso, questo viene piano piano eliminato a vantaggio di una razionalizzazione. Weber dice che il mondo moderno è stato abbandonato dagli dei e l’uomo li aveva cacciati, li aveva razionalizzato e reso calcolabile ogni aspetto dell’esistenza. Aveva reso calcolabile e prevedibile tutto quello che precedentemente era governato dal caso, dalla passione, dal sentimento, dall’impegno, dalle inclinazioni personali, dalla fedeltà personale dei singoli individui. Questo processo viene definito da Weber come disincantamento del mondo. La realtà viene spiegata solamente attraverso la ragione, il mondo non è più abitato da forze magiche, misteriose e irrazionali, tutto diventa razionale. La sfera della razionalità rispetto allo scopo si sta espandendosi e sta eliminando tutto ciò che precedentemente era governato dal caso, dalla passione, dai sentimenti. L’uomo crede di rendere tutto ormai razionale e calcolato. Poi questo aspetto lo ritroveremo anche nei teorici della scuola di Francoforte. L’uomo vuole rendere tutto prevedibile, calcolabile e tutto sottoposto alla ragione. Questo modo di agire cioè questa razionalizzazione si diffonde in tutta la società per esempio nell’economia, ad esempio le aziende perseguono solo un fine razionale quindi si elimina ogni rapporto che è regolato dall’etica. Accanto all’industria si sviluppa la burocrazia che per Weber è il frutto di una razionalità formale. La burocratizzazione si estende all’interno della società e quindi la modernità si caratterizzerà da rapporti sempre più burocratizzati e quindi questo produce la spersonalizzazione di tutti i rapporti umani. Il crescere di queste tenenze, razionalizzazione, burocratizzazione rappresentano per Weber il destino inevitabile del capitalismo occidentale e quindi la società assume la vera e propria forma di una gabbia d’acciaio, nella quale l’individuo viene inserito senza nessuna possibilità di cambiamento. I rapporti umani sono orientati al calcolo, dalla razionalità e quindi si crea una gabbia d’acciaio in cui l’individuo è inserito senza nessuna possibilità di mutamento e cambiamento. Weber aveva già estrema attenzione all’origine razionale del capitalismo e lo aveva fatto in un ‘opera importantissima chiamata “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”. “L’ETICA PROTESTANTE E LO SPIRITO DEL CAPITALISMO” Dal 1898 al 1902 inizia a elaborare questa opera. È un ‘opera importante perché attraverso l’analisi dell’etica protestante e in particolare dell’etica calvinista Weber vuole dimostrare che il capitalismo ha radici fondamentalmente religiose e non economiche. Weber attraverso quest’opera cerca i presupposti culturali senza i quali il capitalismo occidentale non si sarebbe potuto sviluppare. In riferimento all’etica protestante e allo spirito del capitalismo, Weber viene definito il Marx della borghesia. La ragione di questa definizione sarebbe nell’opposta imputazione casuale sull’ordine del capitalismo. La radice del capitalismo per Marx è economica. La definizione di Marx della borghesia è nella opposta radice che i due autori Marx e Weber individuano sull’origine del capitalismo. Per Marx l’origine del capitalismo è solamente e precisamente economica cioè lo sviluppo del capitalismo è da ricercarsi nello sviluppo economico e quindi nell’economia. Per Weber l’origine è culturale e più precisamente religiosa. Weber non si vuole contrapporre a Marx, vuole solo ridimensionare l’unilateralità della prospettiva di Marx e della prospettiva economicistica. Weber vuole capire che tipo di relazione esiste tra una certa etica (protestante) e la condotta che questa etica genera e quindi i comportamenti e lo spirito del capitalismo. Weber in questa opera individua la relazione esistente tra strutture economiche e strutture religiose. L’interesse che spinge Weber in questa opera è quello di cercare che tipo di relazione c’è tra una certa etica (etica protestante) e la condotta di vita che questa etica genera, produce, e lo spirito del capitalismo. Per Weber una determinata condotta di vita può favorire lo sviluppo dello spirito del capitalismo. Per comprendere ciò Weber costruisce un tipo ideale del capitalismo e un tipo ideale di etica protestante cioè applica la metodologia. Il capitalismo con queste caratteristiche si presenta solo in occidente anche se forme di capitalismo si sono avute anche in altre parti del mondo, poi nella costruzione di tipo ideale del capitalismo individua altre due formazioni storiche fondamentali per lo sviluppo del capitalismo e cioè: burocrazia e scienza che sono aspetti centrali del processo di razionalizzazione di cui il capitalismo può facilmente affermarsi. Poi passa a costruire il tipo ideale dell’etica protestante. Weber ricava questo tipo ideale dell’etica protestante analizzando almeno 4 movimenti religiosi che si sono affermati in Europa e in America, prende in considerazione il Calvinismo e altri elementi. Una volta definiti questi elementi Weber definisce l’essenza comune a questi movimenti religiosi come protestantesimo ascetico. Dall’analisi di questi movimenti religiosi si dice che hanno degli elementi in comune, e questi elementi in comune vengono definiti come protestantesimo ascetico e ne descrive i contenuti. Secondo il protestantesimo ascetico vi è solo un dio trascendente che ha costituito e governa questo mondo; questo dio sa dall’origine chi è destinato alla salvezza e chi alla dannazione, senza che noi con le nostre opere possiamo modificare questa situazione e la destinazione che dio ci ha dato. L’uomo ha il tra leader e seguaci, Weber dice che non importa dal punto di vista sociale chi siano questi leader. I leader carismatici possono essere profeti ed eroi, ma anche stregoni e demagoghi, medici e ciarlatani, quindi essi dominano in virtù del loro carisma, ma non importa chi sono. Weber ci dice che per essere un leader carismatico non è necessario essere un individuo ammirevole, tutto si fonda sul tipo particolare di legame che si viene a creare tra capo carismatico e i seguaci. Il leader non deve essere necessariamente un individuo ammirevole, l’importante che abbia il riconoscimento dei seguaci. 4. Il carisma è un potere irrazionale. Il potere carismatico è un potere irrazionale nel senso che manca assolutamente di regole. In quanto le regole ostacolerebbero la spontanea azione del carisma. Infatti il potere carismatico si caratterizza per essere un potere instabile e soprattutto per essere un potere non organizzato. La struttura carismatica non conosce una forma o un procedimento, non ha regole, o ruoli specifici, non prevede procedimenti di carriera, avanzamento oppure uno stipendio o una preparazione disciplinata specifica o specialistica per svolgere il ruolo di capo carismatico perché le regole ostacolerebbero l’azione spontanea del carisma, annullerebbero la genuinità del capo carismatico, per questo il potere carismatico è irrazionale e manca di regole perché le regole possono ridurre, cambiare, limitare la genuinità, la potenza l’azione spontanea del carisma del capo carismatico. Il capo carismatico si pone contro qualsiasi tipo di regola perché è lui la regola. Il capo carismatico rifiuta ogni tipo di ordinamento, ogni tipo di regola perché il capo carismatico si fa lui stesso portatore di un nuovo ordine che è diverso da quello esistente e non può sottostare alle regole di quest’ultimo. Il capo carismatico non riconosce nemmeno alcuna autorità. Il carisma è un tipo di potere che nella sua forma pura si oppone alle altre forme di potere che Weber aveva individuato, quindi si oppone al potere tradizionale, si oppone al potere legale. La prova da conferma dal riconoscimento dei dominati e attraverso la prova si afferma la straordinarietà. Il potere carismatico è estraneo a ogni regola, a ogni tradizione perché il capo carismatico è chiamato a svolgere una determinata missione. Weber dice che il capo carismatico è una forza oscura che è in grado di trascinare le persone e per questo il capo carismatico presenta le caratteristiche fondamentali: è irrazionale, non rispetta le regole, si fonda sulla forza della prova, non accetta nessun tipo di ordinamento, ha una missione da compiere, è una forza oscura capace di trascinare le persone e quindi Weber dice che il capo carismatico non agisce per denaro anzi si caratterizza per essere una forza anti economica. Il capo carismatico puro è specificatamente estraneo all’economia, dove compare esso costituisce una vocazione cioè il capo carismatico ha un compito interiore ed è considerato dal punto di vista di un’economia razionale, quindi il capo carismatico è una tipica potenza anti economica perché rifiuta ogni visione della vita quotidiana, quindi è un potere straordinario. Il capo carismatico svolge per i seguaci che ne riconoscono le caratteristiche un ruolo fondamentale cioè il capo carismatico è colui che irrompe nella storia e ne cambia completamente il corso. Il capo carismatico è l’unica vera forza rivoluzionaria. Il capo carismatico quando si impone è in grado di mutare i valori, le convinzioni dei seguaci che seguono il leader. Il capo spezza l’ordine antico e crea il nuovo ordine. Il capo carismatico distrugge la regola e la tradizione quindi è una potenza rivoluzionaria che però è creatrice della nuova storia. Questo può accadere in situazioni di emergenza, di crisi cioè quando la legittimità delle regole e delle leggi vengono meno ed entrano in crisi è questo in momento in cui il leader riesce ad affermarsi e si fa portatore di un nuovo ordine usando a suo vantaggio anche le masse. Weber era preoccupato del fatto che anche le società sviluppate potessero affermare una figura irrazionale come quella rappresentata dal leader carismatico. In queste situazioni particolari di messa in discussione dell’ordine costituito il carisma può affermarsi nella sua forma pura. Questi elementi fanno si che il carisma sia una relazione di potere molto provvisoria e fragile. Da un lato estremamente potente che punta sulla sua qualità straordinaria, dall’altra se non riesce più a dare prova il carisma decade. È una condizione di potere fragile che nella migliore dell’ipotesi può durare quanto la vita del capo. Se muore il capo carismatico il potere carismatico viene meno ma questo potere carismatico può anche scomparire nel momento in cui il capo carismatico non riesce più a dare prova di essere carismatico. Se il leader muore il carisma deve trasformarsi: da pratica straordinaria che era diventa pratica ordinaria, da carattere personale può diventare impersonale e nel corso di questa trasformazione il carisma perde tutte le caratteristiche, perde tutti gli elementi genuini che lo caratterizzavano. La trasformazione del potere carismatico viene affrontata da Weber con particolare attenzione e si chiede cosa succede se dalla forma pura che si manifesta nel suo sorgere deve ritornare alla normalità. Weber dice che questa trasformazione investe completamente il capo carismatico e quindi lo porta a perdere le sue qualità straordinarie e a rientrare in un sistema istituzionale. Il potere carismatico rischia di mescolarsi: o scompare del tutto o si trasforma nelle altre forme di potere, può diventare un potere legale, oppure può diventare un potere tradizionale. Questa eccezionalità perde la sua forza e si mescola alla normalità della vita quotidiana e può scomparire del tutto oppure può mescolarsi con le altre forme di potere (potere razionale legale, o potere tradizionale). La forza rivoluzionaria che era appartenuta al capo carismatico si trasforma in una forza conservatrice. Un problema che Weber analizza, riguarda la successione del detentore del carisma. Weber elenca diverse modalità con cui può avvenire la successione del carisma. 1. La prima è una situazione di attesa cioè c’è l’attesa in una nuova manifestazione cioè questo carisma si incarna in un nuovo soggetto. Questo soggetto deve essere riconosciuto, acclamato come capo carismatico. Weber dice che questa modalità è tipica di situazioni carismatiche di tipo religioso. 2. Anche questa modalità si preoccupa di conservare una dimensione carismatica della successione cioè questa è quella della designazione del successore da parte del detentore del carisma. Il detentore del carisma nomina un suo successore, qui assistiamo a una situazione particolare perché si passa dalla forza personale del carisma a una legittimità che poggia e si fonda sull’autorità della fonte. Qui il detentore del carisma nomina lui un successore, qui c’è un cambiamento perché passiamo dalla forza personale del carisma a una legittimità che si fonda sull’autorità della fonte cioè il capo carismatico precedente (quello vecchio) da la legittimità. 3. Quando non c’è la manifestazione del carisma, non abbiamo individuato un nuovo capo carismatico, non c’è nessuno che ha quelle qualità, quando manca la designazione del successore da parte del capo carismatico Weber dice che i dominati sono propensi a credere che i compartecipi al suo potere cioè sono propensi a credere che i discepoli e i seguaci nel capo carismatico siano chiamati a riconoscere colui che è qualificato a tale scopo. Weber ci dice che se non c’è la manifestazione del carisma e se manca la designazione del successore i dominati credono che i seguaci cioè coloro che sono più vicini al capo carismatico, loro siano in grado alla luce del carisma di riconoscere, di individuare chi è qualificato a tale scopo cioè chi può incarnare il capo carismatico. Una volta designato il successore dai suoi seguaci più prossimi è chiaro che si chiede l’acclamazione dei dominati, i dominati danno il loro riconoscimento e quindi si afferma un nuovo capo carismatico. Weber poi affronta il tema dell’oggettivazione del carisma. Oggettivazione del carisma il carisma si trasferisce dal potere di una persona (dono personale) diventa una formazione istituzionale, non è più legata ad un individuo ma è legata ad un’istituzione, un ufficio senza considerazioni della persona. Il carisma si trasforma in una formazione permanente e quindi subisce una mutazione della sua essenza e del suo modo di agire. Il caso più comune di oggettivazione del carisma è dato dalla sua trasmissibilità mediante il vincolo di sangue. Il carisma da dono personale si trasforma e diventa il potere delle istituzioni. La monarchia è l’esempio di oggettivazione del potere in quanto dalla persona il potere passa ad una istituzione. La storia dice Weber è governata dal carisma dei grandi uomini e dalla routine burocratica. In ogni fase storica, specialmente in situazioni di crisi può sorgere il carisma e dovrà poi trasformarsi in pratica quotidiana. La politica tende sempre di più a specializzarsi però non impedisce l’emergere del carisma. Weber muore nel 20 e anticipa delle dinamiche che da lì a poco avrebbero caratterizzato la storia.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved