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Medioevo ed Età comunale, Appunti di Italiano

Il contesto storico, sociale, culturale e la visione del tempo del Medioevo latino e dell'età comunale. Si parla del feudalesimo, della struttura sociale gerarchizzata, della religione cristiana e della visione teocentrica del mondo. Il documento spiega come la civiltà comunale abbia portato alla nascita delle prime città-stato in Italia e alla crescita della borghesia. Si parla anche della concezione del tempo-denaro e della diffusione dei valori cristiani nella società occidentale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 30/04/2022

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Scarica Medioevo ed Età comunale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IL MEDIOEVO LATINO E L’ETÀ COMUNALE IL CONTESTO STORICO: Il Medioevo, periodo storico fortemente caratterizzato dall’inarrestabile declino dell’intera civiltà classica, rappresenta un’età particolarmente complessa e disomogenea, nella quale, tuttavia, è possibile osservare la reale origine dell’Occidente attuale. A seguito del crollo dell’Impero Romano d’Occidente, durante l’epoca medievale, l’intera Europa fu deva- stata dalle invasioni dei popoli barbari e da gravi crisi economiche e demografiche, causate dalle numerose carestie ed epidemie che nel tempo imperversarono e che profondamente alterarono non soltanto i costumi e i modi di vivere ma, in primo luogo, i metodi di produzione agricola e i sistemi di comunicazione e di commercio, determinando pertanto lo spopolamento delle città e la crisi dei mercati. In un tale tragico sce- nario storico, Carlo Magno, appartenente alla dinastia dei Carolingi, tentò di realizzare il desiderio della re- novatio imperii ( la rifondazione dell’autorità dell’antico Impero romano, plasmata ora nel credo cristiano ) e in breve fu in grado di esercitare la propria podestà sui territori del Nord e Centro Europa. Si costituì, per- tanto, un particolare ordinamento politico, sociale ed economico, fattore caratterizzante del Medioevo: il feudalesimo, un sistema fondato sul vincolo di fedeltà assoluta al potere centrale del vassallo, a cui in cam- bio era donato un feudo da amministrare e proteggere. Verso il 1100, attraverso la ripresa dei traffici e dei commerci e il nuovo sviluppo dell’urbanizzazione, la situazione tramutò: Con la Reconquista e le Crociate l’Islam retrocesse, il Sacro Romano Impero si disgregò, i Normanni giunsero al potere del Mezzogiorno, in Europa sorsero i primi regni nazionali e, al contempo, nel Centro-Nord d’Italia nacquero i Comuni che, con l’obiettivo di ottenere un’autonomia politica dal potere centrale, divennero vere e proprie città stato che estesero il proprio dominio politico ed economico sul territorio circostante. Il progressivo affermarsi della civiltà comunale coincise con una ripresa della vita nelle città e con una crescita impetuosa della loro popo- lazione. Si creò poi un sistema economico unitario città-campagna e comparve nella società una classe dedita al commercio, ai traffici e all'artigianato cittadino: la borghesia, che col tempo acquisì sempre mag- gior potere e rilevanza politica. In conclusione, contemporaneamente alla disgregazione universale dell’Im- pero, anche il Papato mostrò le parvenze di un certo decadimento, il cui culmine si verificò con il trasferi- mento della sede pontificia ad Avignone nel 1309. IL CONTESTO SOCIALE: La struttura sociale, fortemente gerarchizzata, era considerata immutabile poiché corrispondente al disegno provvidenziale di Dio, la cui volontà aveva creato tre ordini che riflettevano il concetto di Trinità: • Il Clero (Oratores): Complesso degli ecclesiastici che oltre ad esercitare funzioni religiose si occupavano della conservazione e della trasmissione del patrimonio culturale, rappresentando conseguentemente anche il ceto intellettuale della società dell’Alto Medioevo; • L’Aristocrazia feudale (Bellatores): Casta di origine guerriera, dedita all’esercizio delle armi da cui ricavava prestigio, composta dai cavalieri che esercitavano funzioni politiche e giudiziarie all’interno dell’ordina- mento feudale, occupandosi della difesa e riscuotendo i tributi • I Contadini (Laboratores): Individui di condizione servile, legati alla terra e privi di qualunque libertà e dirit- to personale, che si preoccupavano della produzione dei beni materiali necessari al sostentamento. LA VISIONE DEL TEMPO: L’immobilità era dunque la caratteristica della società feudale dell’Alto Medioevo che si contraddistinse per la particolare visione statica e religiosa della realtà e del Mondo. Il tempo apparteneva alla Chiesa ed esso era scandito nelle ore canoniche dal suono delle campane secondo le esigenze della liturgia e non della produzione economica. La storia non era interpretata come un percorso evolutivo e fu dunque assente il principio della differenza fra il passato e il presente, mentre il futuro coincideva con la fine del mondo, giudi- cata prossima. In definitiva, non esisteva l’idea lineare e rettilinea del tempo che era propria della modernità. Durante il Basso Medioevo, tuttavia, in concomitanza con il ritorno alla vita urbana e con l’affermarsi della figura sociale del mercante, divenne necessario che il tempo fosse misurabile e quantificabile, che fosse proprietà dell’uomo. Nacque la concezione del tempo-denaro. 1 Carminelli Luca IL CONTESTO CULTURALE: La religione cristiana possedeva il suo fondamento storico nella figura di Cristo, che testimoniava, nella sua parabola di vita, morte e resurrezione e che agli uomini rivelava l’amore di Dio, la cui verità era la salvezza. Soltanto colui che credeva in Cristo, difatti, era salvo ed era in grado di desiderare la vita eterna. Dovere del credente era dunque imitare Cristo nell’amore verso Dio e il prossimo, privilegiare l’animo agendo secondo determinate virtù, quali la castità, l’umiltà, la povertà e l’astinenza, e subordinare il corpo alla funzione di strumento. I valori cristiani in breve si diffusero nelle coscienze degli individui e influenzarono la cultura, il diritto, il comportamento morale e l’arte della società occidentale, che diventò nel suo complesso cristiana. Il concetto medioevale del reale era dunque essenzialmente religioso e soggiaceva all'idealismo teocentri- co, secondo cui Dio è principio e centro della manifestazione e dell'opera umana. La visione del mondo, dunque, si fondò sull'ordine divino dell'universo, complessivamente interpretato attraverso la religione e da opposizioni imprescindibili, il cui punto focale, Dio, non si identificava col mondo terreno, ma si collocava oltre, in una dimensione trascendente. Da essa scaturì l’interpretazione simbolica della natura e della storia, al cui interno l’enciclopedismo medioevale posizionò ogni elemento dello scibile. Se, da un lato, la realtà era soggetta all’interpretazione simbolica, in cui era facilmente percepibile il trascendente della natura, dall’al- tro, i testi antichi e le Sacre Scritture erano decodificati attraverso l’allegoria, che necessitava dell’impegno intellettuale affinché fosse compreso totalmente il significato profondo e non apparente del testo. Proprio nella difficoltà dell’interpretazione risiedeva la differenza sostanziale tra simbolo ed allegoria: Mentre il primo era pressoché di immediata comprensione, di evidenza intuitiva; il secondo implicava la necessità della mediazione della ragione, esaltando, in tal modo, le capacità dell’intelletto umano. Conseguì, come sosten- ne Dante nel Convivio, la possibilità di decodificare uno stesso testo secondo differenti chiavi di lettura: • Livello letterale, che interessa il significato superficiale e immediatamente percepibile; • Livello allegorico, in cui la parola è connessa a un altro significato, associato al significato letterale da un rapporto di analogia; • Livello morale, intento a ricavare dal significato dei fatti narrati un modello di comportamento, volto a indi- care un’idea del bene e della virtù; • Livello anagogico, relativo ai misteri della religione e della fede, che giustifica i significati del testo alla luce della verità divina. L’allegoria interessò anche la storia: comprendere il passato corrispondeva a fornirne un’interpretazione figurale, interpretazione che avveniva alla luce della salvezza eterna annunciata dalle Sacre Scritture, consi- derando ogni evento e vicissitudine come l’anticipazione o il compimento della volontà divina. L’interpreta- zione figurale era dunque un procedimento in base al quale tra due fatti storici si stabiliva una relazione d’interdipendenza in cui il primo prefigurava il secondo e quest’ultimo realizzava il primo. Dalla visione reli- giosa della realtà conseguì l’applicazione di un’ideale ascetico, che percepiva l’esistenza terrena come effi- mera e fragile, l’uomo come abominevole e inutile ed esaltava la vita ultraterrena attraverso la meditazione solitaria e il dominio delle pulsioni e degli istinti materiali. La religione pagana era avversa ai valori cristiani e, per tal ragione, essa fu immediatamente ripudiata ed allontanata dai Padri della Chiesa. Eccezione fu Sant’Agostino che si oppose alla condanna e riconsiderò e rivalutò gli autori appartenenti al mondo antico che, pur essendo vissuti prima della rivelazione, condivisero i valori morali propri della religione cristiana. Fu il primo passo verso la contaminazione tra la tradizione classica e cristiana, non gradita dal rigorismo degli ordini monastici. La cultura monastica, che esaltava la superiorità della fede sulla ragione, il rifiuto del mondo e il valore della vita contemplativa, fu successiva- mente combattuta nel Duecento dalla filosofia scolastica che, ispirandosi agli insegnamenti di Aristotele, rivalutò il metodo razionale. In particolare, il domenicano san Tommaso d’Aquino tentò la sintesi tra la dot- trina cristiana e il razionalismo di Aristotele. Il tomismo era fondato sui principi gerarchici ed enciclopedici della cultura medioevale e conciliò la fede con la ragione, rivalutando in tal mondo l’interpretazione della razionalità umana in confronto al principio immobile d’autorità. ( È importante osservare che tale aspetto del pensiero filosofico di san Tommaso d’Aquino influenzò successivamente il sistema concettuale della Com- media dantesca ). Dall’impiego della ragione e della logica della Scolastica conseguirono due conseguenze sul piano della mentalità e della storia delle idee e del costume: • Si verificò la desacralizzazione del libro che divenne uno strumento imprescindibile dell’indagine culturale; • L’intellettuale, disposto ora a compromettersi, assunse le responsabilità del proprio impegno culturale. Nell’Alto Medioevo l’unica forza organizzativa della cultura era la Chiesa e la figura dell’intellettuale coinci- deva pressoché con i chierici, gli esponenti del clero. Nei monasteri ferveva poi l’attività degli amanuensi che negli scrittoria trascrivevano e tramandavano gli scritti dell’antichità latina e della cristianità. Per la sua capacità di formazione culturale e di organizzazione economica e civile del territorio, il monastero offrì un 2 Carminelli Luca
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