Scarica Medioevo fine dei poteri universali - Riassunto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! LA FINE DEI POTERI UNIVERSALI
Bonifacio VIII, temendo una
revoca dell'abdicazione
(=dimissioni), fa rinchiudere
Celestino a Castel Fumone
(Lazio).
perché tassare gli ecclesiastici?
> perché Filippo IV il Bello
aveva bisogno di denaro)
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Attraverso l'emanazione, nel 1302,
della bolla Unam Sanctum
la bolla Unam Sanctum ribadiva la supremazia del potere religioso su quello civile.
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Filippo il Bello, si oppose al provvedimento di Bonifacio VIII convocando, nel 1302, gli
Stati generali, un'assemblea di cui facevano parte i rappresentanti del clero, della nobiltà
e della borghesia cittadina. Gli Stati generali espressero il consenso dell'intera nazione al
sovrano
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Contemporaneamente, molti giuristi al servizio di Filippo affermarono l'autonomia
dell'autorità monarchica rispetto a quella pontificia; uno di questi, Pietro di Dubois,
organizzò una violenta campagna contro Bonifacio e lo accusò di eresia per aver
tentato di attribuirsi il potere temporale (potere esercitato sulla terra > il governo
degli uomini)
Bonifacio VIII reagì duramente, ma nel 1303 Filippo IV lo fece arrestare ad Anagni
: l'episodio passò alla storia come "schiaffo di Anagni" perché sembra che il
pontefice fosse stato colpito al volto da Sciarra Colonna.
Bonifacio fu liberato da una sommossa della borghesia, ma, a causa dell'aggravarsi
delle sue condizioni fisiche, morì il mese successivo.
Per tentare un superamento della crisi, alcuni prelati delle due parti convocarono
a Pisa nel 1409 un concilio che elesse nuovo papa, Alessandro V, ma i pontefici
di Roma e di Avignone rifiutarono di abdicare.
Così la Chiesa convocò un concilio ecumenico, dove riunì tutti i vescovi cristiani
per eleggere un pontefice al di sopra dei due schieramenti.
Il concilio fu convocato da Sigismondo da Lussemburgo (re di Germania) a Costanza
nel 1414, L'azione del concilio si realizzò nell'emanazione dei decreti Haec Sancta
e Frequens, in cui si affermava che il concilio, in quanto rappresentante della
Chiesa universale, traeva il suo potere direttamente da Cristo ed esercitava la sua
autorità su tutti i cristiani
I papi pisano e romano abdicarono nel 1415, mentre quello avignonese fu
abbandonato dai sostenitori e deposto nel 1417.
L'11 novembre 1417 l'assemblea elesse pontefice della Chiesa universale Oddone
Colonna col nome di Martino V.
Egli non contestò mai la superiorità del concilio sul pontefice, ma il successore,
Eugenio IV, subito dopo la sua elezione sciolse il consiglio riunito a Basilea.
Il concilio reagì attraverso:
e La limitazione dell'intervento del papa nell'assegnazione dei benefici e del
prelievo fiscale;
e la creazione di un apparato di governo della Chiesa parallelo a quello
pontificio, sotto il controllo del concilio stesso.
Il concilio inoltre processò e dichiarò deposto (=dimettere, privato dell'autorità)
Eugenio IV nominando al suo posto Felice V e aprendo così un nuovo scisma
(=separazione, frattura).
Gradualmente, però, il movimento conciliarista perse il sostegno delle autorità
laiche e si sciolse nel 1449.
Niccolò V, succeduto a Eugenio IV ottenne l'abdicazione di Felice V dandogli in
cambio il titolo di cardinale.
LE CHIESE NAZIONALI
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Entrò la metà del XV secolo ci fu il ridimensionamento del ruolo del pontefice.
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Il concilio di Costanza aveva sancito ufficialmente il frazionamento della
cristianità in Chiese nazionali, spesso ostili fra loro. I pontefici dovettero, quindi,
negoziare con le Chiese nazionali o meglio con i principi nazionali tramite la
stipula di concordati ( > trattato fra la Chiesa e le singole potenze sovrane che
serviva a regolare i rapporti tra autorità civile e autorità ecclesiastica, in materia
di assegnazione di benefici e di fiscalità e giurisdizione ecclesiastiche), inoltre i
benefici ecclesiastici furono concessi ai principi italiani e ai sovrani spagnoli,
nonché a quelli di Polonia, Ungheria e Danimarca.
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Nel frattempo in Inghilterra, Francia e Germania le autorità laiche Leticiatizzavano
le aspirazioni di autonomia delle proprie Chiese Nazionali. In Inghilterra, nella
seconda metà del Trecento, il palamento emanò un provvedimento che bloccava il
prelievo fiscale della Camera apostolica nei confronti del clero nazionale.
In Francia, durante lo scisma, si era affermata una corrente di pensiero che sosteneva
l'autonomia della Chiesa francese nei confronti del papa (gallicanesimo).
Carlo VII, con la prammatica sanzione del 1438 (costituzione imperiale per
provvedimenti eccezionali) tolse al papa il ruolo di eleggere vescovi e abati, ridusse
le imposizioni del fisco pontificio sul clero e affidò a tribunali civili il controllo
delle questioni ecclesiastiche.
In Germania, l'Instrumentum acceptationis votato nel 1439 dalla dieta di Magonza
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ribadì i provvedimenti della prammatica sanzione francese.
Il Papato, dominato dalla volontà di controllare direttamente le cariche
ecclesiastiche, trascurò l'amministrazione delle proprie terre in Italia centrale; così,
agli inizi del XIV secolo, molte istituzioni politiche di Lazio, Umbria, Marche e
Romagna divennero autonome, inoltre, nella città di Roma, le lotte tra le famiglie
aristocratiche provocarono continui disordini.
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Svizzera
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Nel 1347 scoppiò un insurrezione popolare guidata da Cola di Rienzo, che si intitolò
"tribuno della pace, della libertà e della giustizia" impadronendosi della sede del
potere politico romano, il Campidoglio.
tradizione evangelica. Alcuni di essi furono tenacemente contrastati dall'autorità
pontificia
Nonostante le repressioni, la dissidenza francescana si allargò. Alcuni intellettuali
francescani, tra cui l'inglese Guglielmo di Ockham, si misero al servizio
dell'imperatore Ludovico il Bavaro e contribuirono alla redazione del documento
con cui l'imperatore stesso dichiarò deposto (=dimesso) il pontefice. Ancora in pieno
Quattrocento, i fraticelli continuarono a condannare la gerarchia ecclesiastica e la
mondanizzazione della Chiesa
I LOLLARDI E GLI HUSSITI
Nella seconda metà del Trecento John Wycliffe, teologo e professore a Oxford,
riportò nelle sue trentatré tesi il tema della povertà di Cristo per sostenere la
propria critica alla Chiesa mondana. Egli predicò il ritorno alla parola di Cristo
contenuta nei Vangeli e fece tradurre la Bibbia dal latino in lingua inglese. Un
altro punto di rottura con la chiesa si ebbe a causa delle sue teorie sulla
ransustanziazione») in aperto contrasto con la pratica della celebrazione
eucaristica. Il pensiero di Wycliffe fu considerato pericoloso per l'ordine sociale,
soprattutto quando si diffuse grazie alla predicazione dei lollardi; i seguaci di
Wycliffe vennero perseguitati ed egli stesso subì varie condanne, tra cui quella
successiva alla morte stabilita nel 1415 dal concilio di Costanza.
transustanzione + Termine che indica la totale conversione della sostanza del
pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo in forza delle
parole della consacrazione pronunziate dpl sacerdote nella Messa
Il messaggio di Wycliffe venne ripreso dal boemo Jan Hus che anch'egli condannava
la mondanizzazione e la corruzione della Chiesa.
Poiché nella slava Boemia l'alto clero era di origine tedesca, il messaggio di Hus assunse
sfumature nazionalistiche diffondendosi non solo trai poveri ma anche tra nobili e
borghesi.
Egli fu invitato a Costanza per discolparsi dalle accuse di eresia che aveva ricevuto;
qui fu catturato e bruciato sul rogo nel 1415.
In Boemia la sua morte causò una violentissima reazione, in chiave anti-imperiale e
anti-tedesca,
Nel 1419 Praga insorse contro l'imperatore Sigismondo e i boemi ottennero vittorie
contro gli imperiali.
Presto il movimento hussista si divise in due:
- Ala dei taboriti: contadini, artigiani e basso clero che volevano limitare
l'oppressione dell'aristocrazia terriers
- Ala dei moderati: borghesi e nobili che temevano la ribellione dei taboriti
I taboriti vennero sconfitti nel 1434 e ciò indeboli il movimento e la sua capacità
di opporre resistenza ai sovrani tedeschi.
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LA DIFFUSIONE DEL MISTICISMO
Nel Trecento si diffusero alcuni orientamenti mistici che invitavano a una religiosità
più intima e individuale, quindi a un rapporto diretto con la divinità senza la
mediazione del sacerdote.
In Germania fu un teologo domenicano noto come maestro Eckhart a promuovere il
misticismo; in Italia fu importante Caterina da Siena che criticò la corruzione degli
ecclesiastici, rischiando di essere condannata come eretica.
Nella seconda metà del XIV secolo comparvero movimenti che predicavano
l'imitazione dell'umanità di Cristo nella vita quotidiana e, nonostante le accuse di
eresia da parte del clero, la Santa sede approvò alcuni di questi movimenti, come
quello dei Fratelli della Vita comune che non avevano preso i veti, ma vivevano
insieme sperando di raggiungere una certa perfezione spirituale imitando Gesù.
L'ESIGENZA DI UNA RIFORMA
Nel corso del Quattrocento le crescenti manifestazioni di religiosità e devozione,
alimentarono l'esigenza di una riforma dall'interno della Chiesa, in particolare
quelli mendicanti e il clero secolare, tuttavia, a prescindere da iniziative
individuali o di gruppi minoritari, l'aspirazione alla riforma della Chiesa nella
sua globalità rimase sostanzialmente delusa. Nell'alto clero persisteva ancora un
tenore di vita corrotto: concubinaggio, nepotismo (=clientelismo) e così via.
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In Italia si limitò a legittimare il potere di Gian Galeazzo Visconti, nominandolo
duca di Milano (1395), conte di Pavia (1396) e duca di Lombardia (1397).
Pochi anni dopo, nel 1400, lo scontento dei principi elettori e le lotte interne
alla casata dei Lussemburgo causarono la perdita al titolo di imperatore; egli rimase,
tuttavia, re di Boemia fino alla sua morte.
Dopo di lui fu re di Germania Roberto che governò dal 1400 al 1410.
Alla sua morte i principi elettori scelsero il figlio di Carlo IV, Sigismondo di
Lussemburgo, già re di Ungheria, figlio di Carlo IV e fratellastro di Venceslao.
Egli cercò di ridare autorità alla figura dell'imperatore e di riunificare la Chiesa
(lacerata dallo scisma) convocando il concilio di Costanza.
Si propose anche come mediatore tra Francia e Inghilterra, coinvolte nella guerra
dei Cent'anni.
Ebbe molti riconoscimenti in Italia, dove scese nel 1414 e ricevette ingenti somme
da parte dei signori che volevano legittimare il loro potere: Amedeo VIII, conte di
Savoio e futuro antipapa, pagò nel 1416 una grossa somma per l'ambito tiolo ducale.
Nel 1433 Sigismondo tornò in Italia, dove fu incoronato da papa Eugenio IV.
L'AVVENTO DI ASBURGO
Sigismondo diede in sposa l'unica figlia ad Alberto II d'Asburgo. Dopo la morte
di Sigismondo Alberto II d'Asburgo divenne re di Germania e uni le corone di
Boemia e Ungheria ai suoi domini dinastici.
Egli diede inizio all'Egemonia degli Asburgo sul Sacro Romano Impero che, in
seguito, venne definito Sacro Romano impero della nazione tedesca.
Data l'enorme estensione, l'Impero non fu dotato di una sovranità unitaria.
L'autorità fu esercitata regolarmente solo in alcune regioni corrispondenti perlopiù
ai territori in possesso della casata regnante.
Nel 1440 fu eletto re di Germania Federico III d'Asburgo che si occupò ben poco
delle vicende esterne ai territori tedeschi. Dato che Federico III non era l'erede
diretto di Alberto, perse le corone di Boemia e di Ungheria anche se riuscì a dare
in moglie la figlia del duca di Borgogna a suo figlio Massimiliano. cosa ha permesso
questo? > ha dato la possibilità al figlio Massimiliano di ereditare gli estesi
territori borgognoni.
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Come già i Lussemburgo, anche gli Asburgo si concentrarono sulla politica
matrimoniale, che consentì loro di estendere i propri domini dinastici e di
diventare una forza di primo piano in Europa.
Negli ultimi dieci anni di vita Federico III regnò insieme al figlio Massimiliano,
preparandone la successione alla corona imperiale, da allora in poi trasmessa di
fatto in linea dinastica.
LE SIGNORIE TERRITORIALI E I PRINCIPATI
A partire dal XIV secolo il sovrano tedesco, nel deliberare su questioni generali
inerenti all'Impero, venne affiancato con sempre maggiore regolarità da
un'assemblea rappresentativa, il Reichstag, che riuniva principi, signori
territoriali e rappresentanti delle città.
Nel quadro di frammentazione presentato dall'Impero, infatti, i singoli Lander
(territori) divennero i nuclei della riorganizzazione del potere. I Lànder erano
retti da un unico signore territoriale, seguivano un comune diritto consuetudinario,
e comprendevano al proprio interno città, signorie e comunità rurali.
Alcuni signori territoriali si sono fatti attribuire il titolo di principe. Tra costoro
i più potenti furono i principi elettori che, oltre a eleggere il sovrano,
detenevano una serie di privilegi particolari:
l'indivisibilità dei loro principati
il diritto di emettere moneta
il diritto di riscuotere le tasse sulle miniere e sul sale
PUN
la giurisdizione di ultima istanza che escludeva l'appello ai tribunali
imperiali.
Nei principati e nelle maggiori signorie territoriali si svilupparono apparati
burocratici e amministrativi per migliorare il prelievo fiscale e l'amministrazione
della giustizia.
Sin dal Trecento il principe o il signore territoriale fu affiancati, per le
questioni di natura fiscale, da un'assemblea, il Langdtag che riuniva la nobiltà. il
clero, le città e talvolta anche le comunità rurali della regione. Queste assemblee
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degli stati chiamate anche diete offrirono l'opportunità a diversi ceti di
difendere i propri privilegi.
ORDINE
pecca TEUTONICO
Amburgo
%,
Brema
POLONIA
UNGHERIA
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Domini delle casate imperiali
i Asburgo
Gi Lussemburgo
ii Wittelsbach
— Confini dell'Impero
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LE CITTA E LE LEGHE
Sebbene alcune regioni ( come la Renania, l’area meridionale e le coste baltiche)
fossero densamente urbanizzate, poche erano le città tedesche che godevano di
un'autonomia politica pressoché completa e di una rappresentanza del Reichstag.
La maggior parte infatti rimaneva soggetta all'influenza dei principi e dei
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