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Metodi di realizzazione di impianti pneumatici, Slide di Sistemi automatici

Metodi di realizzazione di impianti pneumatici con sw di simulazione FluidSIM

Tipologia: Slide

2020/2021

Caricato il 16/11/2021

myxomatosis14
myxomatosis14 🇮🇹

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Scarica Metodi di realizzazione di impianti pneumatici e più Slide in PDF di Sistemi automatici solo su Docsity! CAPITOLO 8 Metodi di realizzazione degli impianti pneumatici 8.1 - Metodo diretto Gli impianti pneumatici sono sistemi a logica cablata. Essi si realizzano colle- gando i vari componenti pneumatici con appositi tubi di plastica secondo sche- mi che consentono l'esecuzione di determinate sequenze. Per modificare le sequenze va modificato lo schema di montaggio. Per realizzare una sequenza occorre collegare i componenti in modo conforme alla tabella dei pilotaggi scaturita dal grafico del moto; ciò definisce il metodo diretto di realizzazione di uno schema pneumatico. Il metodo diretto è possibile utilizzarlo quando la sequenza non presenta segnali bloccanti. Negli impianti realizzati con codesta metodologia tutti i finecorsa, organi che realizzano la logica del circuito, ricevono l’aria compressa direttamente dalla fonte di energia, escluso il 1° finecorsa che dà inizio alla sequenza e che riceve l’abilitazione all’attivazione dal pulsante di marcia. Lo schema che segue consente la realizzazione degli impianti col metodo di- retto. In esso è indicata la posizione fisica che i diversi componenti devono tenere nel- l'ambito di uno schema pneumatico. È evidente che non si è obbligati a porre in ogni caso tutti i componenti riportati nello schema, ma solo quelli che necessi- tano al fine di realizzare la sequenza desiderata. Schema di posizionamento dei componenti nel metodo diretto: * Attuatore * Regolatore di velocità * Valvola distributrice o di potenza * Temporizzatore * Finecorsa Funzioni OR, AND, NOR, ecc. e Gruppo di start «| qsti di start e stop * Gruppo FRL Emergenza * Erogatore di aria compressa Funzioni di memoria 155) 8.2 - Utilizzo dello schema Supponiamo di voler realizzare le seguenti condizioni di lavoro: — comando di un cilindro a d.e. con finecorsa ac e a1, per le fasi A+ /A-. Grafico del moto e dei pilotaggi: A+ A- a do do ai Pm I componenti utili alla realizzazione dell'impianto si possono ricavare dallo schema di posizionamento. Difatti: Attuatore 4 Regolatore di velocità Valvola di potenza Y Temporizzatore Finecorsa / Gruppo di start Y Gruppo FRLY/ Fonte di energia Y Si evidenzia come restino esclusi i regolatori di velocità e i temporizzatori. Seguendo lo schema si può comporre il listato dei componenti utili alla realiz- zazione dell’impianto, cioè: — attuatore a d.e.; — valvola distributrice 5/2; — finecorsa av per la fase A+, finecorsa a1 per la fase A—; — tasto di marcia; — gruppo FRL; — generatore di energia. Sostituendo i simboli pneumatici al listato si ha: 154 Listato dei componenti: — n°3 attuatori a d.e.; — n°383 valvole distributrici 5/2; -— n° 6 finecorsa; — n° 1pulsante di marcia; -— n° 1gruppo FRL; — n° 1 generatore di energia. Sostituendo: DB (_Bo-e Tasto PM LIZ} Gruppo FAL O Fig. 84 Generatore A riposo l’attuatore B deve avere lo stelo fuori. Ciò è consentito dal collegamen- to di questo componente con la valvola distributrice. Difatti dovendo collegare, convenzionalmente, la posizione destra delle valvole agli attuatori, s'invertono le vie di carico e scarico dell’aria. Ne consegue che i segni + e — cambiano di lato. Dalla rappresentazione schematica degli attuatori si può evincere l’attivazione a riposo dei finecorsa ao, bi e co, mentre i restanti a1, bo e ci, sono disattivi e saranno collegati nella loro posizione destra. Lo schema definitivo è: n I L ' ' ! ' ' bO bi Lu 0 ci L__u Éo Fig. 8.5 157 I tubi di collegamento fra B e la valvola distributrice nella rappresentazione grafica risultano accavallati, ovvero si incrociano, ma l’aria segue il percorso senza possibilità di cambiare direzione. Quando due tubi si accavallano nello schema grafico il punto d’incrocio è realiz- zato con un arco. Funzionamento. * A riposo - L’aria dal generatore di energia attraverso il gruppo FRL si ramifi- ca raggiungendo il pulsante di marcia e tutte le valvole che presentano il sim- bolo del generatore. L’aria che giunge a Pm non può proseguire in quanto risulta collegata la via chiusa; la stessa cosa dicasi per le vie dei finecorsa ci, al e bo. Per quanto concerne i finecorsa ao e bi, essi sono attivi a riposo e quindi con- sentono il passaggio dell’aria compressa che raggiunge i due lati negativi delle valvole di potenza degli attuatori B e C, obbligando il primo fuori ed il secondo dentro. L'obbligo alle posizioni di riposo degli attuatori è dato dall’aria che giunge agli ingressi delle rispettive valvole distributrici: la valvola di A carica la camera di scarico e scarica la camera di carico; la valvola di B carica la camera di carico e scarica la camera di scarico; infine quella di C si comporta come quella di A. * Attivando Pm - Attivando il pulsante di marcia la valvola commuta da destra a sinistra consentendo il passaggio dell’aria verso la via aperta di co che coman- da il pilota della fase A+. L’attuatore A esce e, a fondo corsa, tocca e fa commu- tare il finecorsa ai, mentre si disattiva il finecorsa a0; a questo punto la via di carico di a1 comanda il pilota + di B, ma poiché le vie sono invertite, l’attuatore compie B—. A fondo corsa B tocca be che a sua volta commuta e comanda la fase C+ che tocca il finecorsa ci. Il finecorsa ci può comandare la fase A- poiché co è disattivo dopo C+, quindi A tocca ao che a sua volta comanda il pilota — di B, il quale avendo la valvola distributrice a vie invertite provoca B+. L’attuatore B tocca bi che fa commutare la valvola distributrice imponendo l’ultima fase della sequenza C-. Esercizio. Condizioni di lavoro: — attuatori d.e. A, B e C; — sequenza A+ B- C+/A- B+ C-; — uso di 6 finecorsa; — ciclo automatico; — emergenza. Listato componenti: — attuatori = n° 3 cilindri d.e. — valvole di potenza = n° 3 valvole distributrici 5/2 — finecorsa = n° 6 valvole 3/2 N.C. comando a rullo 158 — gruppo di start n° 2 valvole 3/2 N.C. comando a pulsante n° 1 valvola 3/2 N.C. bistabile n° 2 valvole 3/2 N.C. comando a pulsante n° 1 valvola 3/2 N.A. bistabile — gruppo di emergenza — gruppo FRL — generatore di energia pneumatica. A+ | B- | C+ | A- | B+ | C- Il grafico del moto al e dei pilotaggi è: A N a0 bo ci bi Pm Lo schema d’impianto risultante è: Fig. 8.6 159 Lo schema d’impianto ottenuto col metodo diretto risulta così modificato: Fig. 8.8 Si consideri la sequenza A+ B+ C+ / A- (B- C-); il grafico del moto e di verità dei finecorsa nelle fasi è: ci | a0 o0|0 o0|0 o0|0 La tabella di verità indica la fun- A-| 0| 0 0 zione AND fra: co e a1, bre ci. B- o|ojo|o]|ti Cc 162 Col metodo dei collegamenti l’impianto è: A B toa toa L_ a0 al L bO bi cNll I I + _ ps + sE] «Ci oc Sg IZ} bo PI Pm gi FRL Fig. 8.9 8.4- Metodo dei collegamenti per lo sblocco di segnali bloccanti Il metodo dei collegamenti può essere utilizzato per consentire l'esecuzione di sequenze che presentano segnali che ne bloccano il regolare funzionamento, detti segnali bloccanti. Segnali bloccanti. I segnali bloccanti sono presenti in sequenze disordinate o che presentano segnali ripetuti. Le sequenze disordinate sono quelle in cui l’ordine di rientro degli attuatori non coincide con l’ordine di uscita. Es.: (A+ B+ ) C-/B- C+ A- oppure A- B+ C+/C-A+A-. A+ B+| B- A- al Si consideri la sequenza A+ B+/B-A-; il grafico del moto è: a0 bi bo a0 ||al|{ bl bO Pm 163 Col metodo diretto l'impianto è: A B - i [ A e, co, PEIZI drtyy CI IL “LT O O O gu i dI FRL Fig. 8.10 Funzionamento: l’aria giunge ad ao che tenta di provocare A+ ma, poiché bo è tenuto attivo dal suo attuatore, ciò non può avvenire; di conseguenza bo è bloc- cante per A+ e si indica con Supponiamo di attivare il finecorsa ai manualmente; esso provoca B+ e a fondo corsa attiva bi. Il finecorsa bi comanda la fase B- che sarà possibile solo se si rilascia ai; ciò significa che al è bloccante per B- e si indica con Quanto appena descritto consente di rilevare attraverso il funzionamento del- l'impianto la presenza di segnali bloccanti. Possiamo, però, accertarci del- la presenza di questi inconve- A- | B+ | A+ | C- | B- nienti utilizzando il grafico del moto e dei pilotaggi. Supponiamo di voler considera- re la sequenza A- B+ A+ C- B- C+ ; il grafico del moto e dei pilotaggi è: 164 Si consideri la sequenza A+ B+ B- C+ C- A; La tabella della verità il grafico del moto e dei pilotaggi è: dei finecorsa nelle fasi è: A+ | B+ | B- | C+ | C-| A- ci A+|1|0 1|O]|1 B+|0[|1|O0|O{O]|t1 B-|0|1 1 o|o0|1 C+|0|1{|0|1]|O{[0 Cc-|0|1{0|1|1{[0 A-|0[|0|O0|1{O]|1 Come si può osservare dalla tabella della verità, nella fase A+ è impossibile trovare un finecorsa utile a sbloccare bo e co: difatti l’unico attivo è ao che comanda la prima fase e non è attivo in quella precedente A- perciò non ali- mentato in precedenza. Il finecorsa ai nella fase B+ trova attivo solo co, altro segnale bloccante, che resta attivo anche nella fase successiva B-. Lo stesso discorso vale per co nella fase A- riferito a bo. Per risolvere codesti segnali si utilizzano valvole distributrici collegate in modo particolare definito in cascata. Cascata ad 1 distributore Cascata a 2 distributori Fig. 8.12 167 Cascata a 3 distributori U2 Ul U3 U4 Dove: ZA — P _(1,2,3,4...) P2| sono i pilotaggi dei finecorsa; — U(1,2,3,4...) I] sono le vie delle valvole distribu- n trici collegate ad altrettanti con- P3 | dotti a cui sono connessi con nodi sia ingressi di finecorsa che pilo- ti di valvole distributrici. n Funzionamento: per determinare P4| pa eda l’utilizzo della cascata ad 1, 2,3 o più valvole distributrici, si segue la seguente relazione: N= P-1 Fig. 8.14 Dove: — Nnumero di distributori da utilizzare; — P numero di gruppi in cui si suddivide la sequenza; — 1numero fisso. Suddivisione in gruppi di una sequenza. La suddivisioni in gruppi di una sequenza avviene tenendo presente che in ogni gruppo non devono essere presenti due movimenti dello stesso attuatore; più banalmente in ogni gruppo non è mai ripetuta la stessa lettera. Es.: sequenza A+ C- B+ C+ B- A- I° gruppo A+ C- B+ II° gruppo C+ B- A- Es.: sequenza A- A+ B+ C+ C- B- I° gruppo A- II° gruppo A+ B+ C+ III° gruppo C- B- Applicazione del sistema a cascata. Si vuol realizzare la sequenza A+ B+ C+/ C- A- B-, in ciclo singolo. Si realizza il grafico del moto e dei pilotaggi, il quale è: 168 1° GRUPPO A+ 2° GRUPPO C- | A- | B- B+ | C+ al a0 =P- bi n 1 N=2-1=1 ci bo Per realizzare lo schema d’im- 0 pianto che attua questa sequenza occorrerà utilizzare una valvola distributrice ausi- liaria. bO | al Pm Fasi di montaggio dello schema pneumatico. P2 PI Fig. 8.15 1- Si rappresentano gli attuatori, le relative valvole distributrici, il distribu- tore ausiliario e i condotti a cui sono collegate le uscite U1 e U2. Nella pratica i condotti Ul e U2 sono realizzati da blocchi di nodi agli ingressi dei quali giungono le uscite delle valvole in cascata. 2 - AI pilota P1 va collegata l'uscita del primo finecorsa che comanda la prima fase del I° gruppo - bo -; questi a sua volta ha l'ingresso collegato al pulsante di marcia. Il pilota P2 è collegato col I° finecorsa del secondo gruppo - ci -, il quale riceve aria da U1: quindi l'impianto segue come in figura 8.16. I segnali di comando emessi da bo e cl partono dall'uscita del gruppo di appar- tenenza per collegarsi al pilota della valvola distributrice che realizza la fase: perciò il segnale di bo parte da Ul e va a collegarsi al pilota della valvola per A+, mentre il segnale di ci parte da U2 e va a collegarsi al pilota della valvola distributrice dell’attuatore C per C-. 169 8.6 - Metodo della cascata in una sequenza con segnali ripetuti Nell’analizzare il grafico del moto e dei pilotaggi si può riscontrare la presenza di segnali ripetuti; ciò accade quando un finecorsa è attivato più di una volta nel corso di una sequenza singola. Si consideri la sequenza: A+ B+ B-B+ A- B- Il grafico del moto e dei pilotaggi è: Considerazioni: — il finecorsa a1 è segnale bloc- A+ | B+ | B- | B+ | A- | B- . + al cante per B—; — bo e bi sono segnali ripetuti poiché emettono comandi più 204 volte nello stesso ciclo: bo comanda A+ e B+ bo bi comanda B- e A- — l’attuatore B compie due volte + bO | al | b1 | bO | b1| a0 la stessa fase comandato da due finecorsa diversi: la fase Pm B+ comandata da ai e bo e la fase B- comandata da bi e ao. Criteri di scelta del metodo di realizzazione dello schema pneumatico. La presenza del segnale bloccante - a1 - suggerisce o il metodo dei collegamenti o la cascata. Il metodo dei collegamenti è da escludere poiché i finecorsa che possono essere presi in considerazione sono bo e bi; ma osservando il grafico del moto, bo si disattiva quando ai si attiva, e bi si attiva successivamente: si può concludere scegliendo il metodo della cascata. Divisione in gruppi: U2 Ul U3 U4 gruppi 1° 2° 3° 4° ] fasi A#B# Bo B+A- Ber SIIZE- finecorsa bo a bi bo bi a P2) L Scelta del numero di distributori ausiliari: DA ra P=N-1=4-1=3 8] equivalente a: ET 172 Dalla divisione in gruppi si osserva che: bo comanda A+ nel 1° gruppo e B+ nel 8°. Ne consegue che bo deve ricevere due consensi diversi e precisamente: — consenso da U4 per la fase A+; — consenso da U2 per la fase B+. Il linguaggio deve suggerire la funzione AND dove l’uscita di bo è l’ingresso della valvola a due pressioni, mentre U4 è l’altro ingresso e l’uscita della AND comanda la fase A+. L’uscita del finecorsa bo, poi, deve essere l’ingresso di una AND di cui l’altro ingresso è dato da U2 per comandare la fase B+. Quanto detto si può rappresentare con lo schema: v2 L I B+ I A+ |u4 Il finecorsa bo prende aria dal pul- b0 sante di marcia in quanto dà il segnale d’inizio alla sequenza. Il pi Î finecorsa bi realizza lo stesso tipo T di schema per comandare le fasi B— e A-, ma in tal caso esso prende pm «IL aria dalla rete. Fig. 8.19 Nelle osservazioni si è notato che la stessa fase dell’attuatore B è comandata da due finecorsa diversi; ciò vuol dire che il pilota della valvola distributrice che attiva l’attuatore può ricevere un segnale da due punti diversi. Questa è la caratteristica di una funzione OR, i cui ingressi sono le uscite dei finecorsa che emettono il segnale in tempi diversi. Nel nostro caso B è comandato ad uscire nella 2° fase da a1 e nella 4° da bo. Lo schema che rappresenta questa funzione OR è: B In questo schema gli ingressi dei finecorsa per comodità sono collegati [ alla fonte di energia: poi- ché si utilizza il metodo {O \| IVA= della cascata, tali ingressi I Ò devono essere collegati È alle uscite dei gruppi di NZ appartenenza; allora bo è bO al collegato a U3 e a1 a Ul. Î I oi Ot 3 n o do Sì (On 173 Montaggio schema pneumatico. 1- si dispongono gli attuatori, le uscite ausiliarie e le valvole ausiliarie della cascata; A B toa toa a0 al bO bi sie Ut U2 U3 U4 Fig. 8.21 2- s’introduce il gruppo AND di bo, e con esso il pulsante di marcia, il gruppo FRLe la fonte di energia; Fig. 8.22 174 8.7 - Metodo del contatore Tale metodo viene impiegato per risolvere i circuiti che presentano dei segnali ripetuti. Nella figura 8.25 è rappresentato lo schema di collegamento su cui esso si basa. x Y Fig. 8.25 - Schema contatore. Come si può dedurre da tale schema, ad inizio ciclo, se abbiamo solamente il segnale x, in uscita sarà presente U1 che ha il compito di commutare anche il secondo distributore D2 (1). Di conseguenza quando si manifesta y, e x non è più presente, si ottiene il segnale di uscita U2 che va a commutare il primo distributore DI (2). Allorché si presenta per la seconda volta x si determinerà l’uscita U3 che va a commutare il distributore D2 (3); quando sarà presente y si avrà l'uscita U4 (4). Sappiamo che per avere a disposizione n uscite si devono impiegare n-2 valvole distributrici; quindi si impiegherà un distributore ausiliario in meno rispetto a quelli usati con il metodo a cascata. 8.8 - Sequenziatore Il sequenziatore rappresenta una modifica strutturale dell’impianto rispetto alla gestione in cascata. Entrambe le tecniche affrontano problemi di segnali bloccan- ti e segnali ripetuti, ma quando l’impianto comporta un numero elevato di com- ponenti la pressione di esercizio potrebbe non essere sufficiente alla movimenta- 177 zione dell'impianto realizzato con tecnica in cascata. Viceversa, a parità di nume- ro di fasi risulta minore lo sforzo di movimentazione dei moduli da cui è costitui- to il sequenziatore. Ogni modulo costituente il sequenziatore comanda una fase, diventando una memoria di fase. Il modulo di questo componente è costituito da una memoria, un elemento pneu- mologico AND ed una OR (fig. 8.26B) ed ha l'equivalente pneumatico in una val- vola 5/2 bistabile, una valvola AND e una OR (fig. 8.26A). La fig. 8.26 BC rappresenta la schematizzazione simbolica del sequenziatore. Fig. 8.26 - Sequenziatore Pneumatico: (A) Elementi pneumatici - (B) Elementi pneumologi- ci - (C) Simbolo. 1) Azzeramento della memoria precedente - 2) Segnale predisposizione modulo successivo - 3) Segnali di predisposizione - 4) Consenso fine corsa - 5) Possibile segnale emergenza: A1 = riposizionamento, A2 = alimentazione delle memorie, U = uscita. Il primo modulo viene attivato da una AND che giunge da un finecorsa, com- mutato dall’attuatore della fase precedente, e dal segnale di start. L'uscita della AND provoca la commutazione della valvola di potenza che quin- di consente alla potenza di giungere alla camera di carico dell’attuatore. 178 La presenza dell'elemento OR è giustificata dal fatto che in questo modo è pos- sibile rresettarre il modulo con un comando di emergenza Esempio n. 1. Facciamo riferimento al ciclo pneumatico A+/A-/ B+/B-/ con possibilità di Singolo/continuo (Fig. 8.28). Sequenziatore con elementi pneumatici normali, moduli composti da una val- vola 3/2 di memoria, una AND e un elemento OR. Nella posizione di riposo avremo: — il livello logico di tutte le memorie di fase è 0 - sul blocco di uscita è presente un segnale di fine ciclo. Analizziamo passo passo l’evolversi del ciclo facendo alcune analisi seguendo le fig. 8.27 I, 8.27 II e 8.27 III, 8.27 IV. e Si ha un pulsante di inizio ciclo ed un segnale in uscita da una memoria (U1); tale segnale funge da attivatore della corsa A+ I (uscita dello stesso). È IC Fig. 827.1. sE dI i A A+ I Il segnale di ritorno rl è pre- T T disposto da un elemento AND, [ J attivato da U1, ed implemen- I I I Î tato al termine della fase A+. Fig. 8.27.II. 179 Realizzazione e Funzionamento. ® Determinazione del numero delle memorie di sequenza: il ciclo è composto di 4 fasi per cui occorrono 4 blocchi; ® la progressione delle uscite deve seguire la successione delle corse: Ul = A+; U2 = A-; U3 = B+; U4 = B- previste dalla sequenza; ® il primo segnale rl è quello azionato alla fine della prima corsa, gli altri seguono la successione: rl = a1; r2 = ao; r3 = bi; r4 = bo; ® i finecorsa devono sempre essere collegati alla rete e vanno rappresentati nella successione di azionamento. Anche se per il funzionamento è previsto il ciclo continuo, è indispensabile la presenza della valvola a pulsante IC poi- ché, ad ogni messa in funzione del ciclo, la memoria del primo blocco è in posizione di riposo e quindi va azionata. Nel funzionamento continuo, il segnale r4 comanda la suddetta memoria. Passando attraverso la SE (valvo- la per ciclo singolo/continuo) con il selettore azionato, è chiaro che con questa valvola in posizione di riposo si possono avere dei cicli singoli, intervenendo ogni volta su IC. Con il circuito in ciclo singolo o continuo gli elementi OR non sono attivi; solo quando si interrompe un ciclo essi vengono attivati dal- l’intervento del segnale di azzeramento, il quale riporta le memorie, non ancora riposizionate, alla posizione iniziale di partenza. Facendo ancora riferimento alla fig. 8.28 possiamo osservare che in aggiunta agli elementi citati in precedenza, si trovano degli elementi OR che (come già accennato) espletano la funzione di selezionare i segnali di riposizionamento di ciascuna memoria nelle seguenti situazioni di lavoro: a) funzionamento normale: il segnale che dà l’azzeramento proviene dall’uscita della memoria successiva; b) interruzione durante il compimento del ciclo: il segnale di azzeramento che viene dall’esterno (unico per tutti) esegue il reset totale, cioè ripristina la posizione di partenza dell’intero ciclo. Occorre eseguire delle operazioni, uguali per ogni sequenza: ® collegamento delle vie R estreme, per consentire che con l’alimentazione della prima memoria si ottenga il riposizionamento dell’ultima; ® chiusura delle connessioni M e A sull’ultimo blocco; ® collegamento delle connessioni estreme P, in modo che l’ultima uscita del blocco dia il consenso alla ripresa del ciclo tramite il gruppo comando. Esempio n. 2. Si realizzi la sequenza A+/ B+/ A-/ B-/ B+/ B-, partendo con pulsante di Start P1. Realizzazione dello schema logico con sequenziatore ed elementi pneu- mologici. 182 Studio ciclo TABELLA FASE 1[2[|s[|4a[s|6 MOTO A+ | B+ | A-| B-| B+ | B- bo | at |bt | a0| bo |bi SEGNALE Pi ATTUATORI DIAGRAMMA FASI » A. 20 È bi Bo bo bO e bi segnali ripetuti a0 bloccante 3) Comandi delle valvole distributrici: A+=U1 B+=U2 A-=U3 B-=U4 1) Numero memorie di fase necessarie: nel nostro ciclo abbiamo 6 fasi, quindi occorrono 6 memorie (1 per ogni fase) più un blocco testa e coda per i vari collegamenti. 2) Segnali: rl = è quello azionato alla fine della prima corsa rl = a1, gli altri seguono in successio- ne r2 = b1;r3 = ao; r4 = bo; r5 = bi; r6 = bo + P1 B+=U5 B-=U6 Si può notare che alcune uscite U comandano fasi uguali: U5 e U2 la fase B+, U4 e U6 la fase B-, quindi si possono assimilare tali uscite in elementi OR: B+ = U2+U5, B- = U4+U6. Possiamo a questo punto eseguire lo schema logico del ciclo (fig. 8.29), a fianco si riporta il relativo Grafcet. A A A AAA Br B- ia] bi =f [> 1 At + at IL, 2 B+ Ui[ U2 U3, U4, U5] UG + bi Li Di I NINININININ >] + 20 ri r2. 13, r4| 15) 16 4 Bo L + bo al bi a0 bO & 1 = | | } T° 6 B- bo Fig. 8.29 - Schema simbolico semplificato di sequen- ziatore a sei moduli per ciclo A+ B+ A- B- B+ B-. Fig. 8.30 - Diagramma Grafcet. 183 Vantaggi e impieghi dei sequenziatori. Vantaggi: grazie alla loro tecnologia costruttiva permettono di eseguire cicli di notevole complessità senza dover ricorrere a troppi elementi costruttivi di comando, come capita con il metodo della cascata; quindi riducono di molto i tempi di studio e di realizzazione dei comandi e naturalmente il costo. L'ingombro di tali moduli è anche estremamente limitato; essi consentono inoltre il passaggio dal diagramma delle fasi alla sua realizzazione in modo rapido, senza dover preoccuparsi di mettere delle sicurezze per evitare delle partenze errate con conseguenti fasi invertite che potrebbero causare danni rilevanti ai componenti ed alle lavorazioni. Essendo di semplice costruzione non presentano difficoltà nella ricerca di eventuali anomalie e anche la manutenzione risulta molto limitata. In caso di erronee progettazioni, non presenta come nella tecnica di cablaggio normale, il problema di smontare parte o tutto il circuito: basta agire sul reset per riposizionare, modificare e ripetere la sequenza errata. Impieghi: il sequenziatore può essere impiegato in innumerevoli tipi costruttivi di circuiti pneumatici di automazione. 1) Cicli ad una linea tt t0 0 Î Bel nn? 8 2]0 2 2] 7 pel/{/:|z:|z{|{z{|z}|% alzi |/ {622 | | | lb A Tffiiîff 2) Cicli a più linee parallele Db A PP Frei q È D TTTTà tti0t0i i Bh 1 1 B RI| 721 ,22 ,23 ,24 ,25 ,26 Ple[/ I Vl L Vl I » ATTI TT 184
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