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Metodi e didattica delle attività motorie, Dispense di Didattica Pedagogica

Il gioco è la principale attività del bambino nella sua prima infanzia. Esso non ha finalità utilitaristiche ed è un fenomeno spontaneo. Il gioco rappresenta per il bambino non solo ciò che nell’uomo è l’attività cosciente, bensì anche una gamma estesa di manifestazioni della vita infantile quali, la curiosità, la combattività, l’imitazione.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 28/12/2020

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fabio-silverj 🇮🇹

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Scarica Metodi e didattica delle attività motorie e più Dispense in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! Università di Foggia Portale dei Servizi E-Learning  Metodi e didattiche delle attività motorie Prof. Francesco Fasciano A cura del Gruppo 5 Il gioco è la principale attività del bambino nella sua prima infanzia. Esso non ha finalità utilitaristiche ed è un fenomeno spontaneo. Il gioco rappresenta per il bambino non solo ciò che nell’uomo è l’attività cosciente, bensì anche una gamma estesa di manifestazioni della vita infantile quali, la curiosità, la combattività, l’imitazione. Il gioco, quindi, è un fenomeno essenzialmente umano che si manifesta con attività originate da un bisogno naturale di operare, di cimentarsi, di affrontare difficoltà, di riuscire a compiere determinate imprese, di contrapporsi al proprio simile, di superare con la tenacia o con l’astuzia o con qualità motorie ostacoli o quant’altro possa costituire un obiettivo ambito o piacevole o difficile o fantasioso. Sotto il profilo motorio, il gioco rappresenta un mezzo di ginnastica spontanea, libera da schemi precisati, con un forte potenziale educativo. LA PIRAMIDE DELL'ATTIVITÀ MOTORIA A) OGNI GIORNO Andare a scuola in bici o a piedi, passeggiare, salire le scale a piedi, ordinare i giochi Le definizioni di disabilità e di persona con disabilità sono l’espressione dei principi f o n d a m e n t a l i s u c u i s i b a s a la Convenzione ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) e, quindi, che le persone vanno messe nella condizione di vivere, scegliere, partecipare, rimuovendo gli ostacoli che impediscono loro di farlo e promuovendo soluzioni […] http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/ disabilita-e-non-autosufficienza/focus-on/Convenzione-ONU/Pagine/Convenzione%20Onu.aspx Ci siamo chiesti in che modo, oltre all’influenza che la dimensione emotiva ha nei propri processi di apprendimento, questa potesse essere fondamentale per l’instaurarsi di climi positivi volti alla valorizzazione della diversità e, di conseguenza, facilitatrice o barriera di inclusione. Si potrebbe dire che, grazie al grande lavoro di Daniel Goleman, che per primo introduce il  concetto di intelligenza emotiva, e grazie al filone di studi che lo ha seguito, al giorno d’oggi sia diventata una “moda” parlare di emozioni in educazione. Non a caso, la gestione delle emozioni è uno degli argomenti principali di test ed esami inerenti a concorsi scolastici. Tuttavia, nella realtà scolastica non sembra esserci una prassi consolidata che lavori sulla tematica della gestione delle emozioni. Parlare di intelligenza emotiva a scuola è fondamentale, e soprattutto prevedere delle programmazioni che vadano a lavorare sulla gestione e sul controllo delle emozioni. Ormai è provato che le proprie capacità emotive possano migliorare a fronte di lavori che mettano l’attenzione su di esse. Lavorare sulle emozioni porta a lavorare sulla promozione di climi inclusivi.  Questo inevitabilmente ha un riscontro non solo in ambito scolastico, ma anche nel tessuto sociale nel quale gli studenti e le studentesse si trovano a vivere. Attraverso le attività sportive ludiche, prendendo in considerazione giochi educativ i , di squadra e sport individuali garantiamo ai bambini lo sviluppo di maggiore consapevolezza di sé, del proprio corpo e del loro prossimo. La percezione del sé c o r p o r e o c h e g a r a n t i s c e l a maturaz ione d i una maggiore autonomia di muoversi nello spazio, nella società. Considerare dunque il mov imento a l par i degl i a l t r i linguaggi. Praticare educazione fisica p e r f a v o r i r e i l p r o c e s s o d i m a t u r a z i o n e d e l l ’ a u t o n o m i a personale. Attraverso le attività ludico-motorie proposte dall’insegnante, il bambino ha la possibilità di sperimentare il tirocinio sociale. Scegliere, essere scelto, far parte del gruppo, compiere azioni mimiche, far parte attiva dei giochi di squadra. Il bambino si esprime attraverso una struttura motoria che racchiude l’aspetto comunicativo, affettivo, cognitivo e relazionale. Attraverso l’educazione al “fair-play”, il rispetto delle regole, della lealtà, della sportività, matura nell’alunno una sana competenza socio-relazionale che valorizza quell’intelligenza emotiva che è già di suo è un concetto molto vasto e complesso. L’empatia è una delle dimensioni dell’intelligenza emotiva, che assume un valore aggiunto mediante l’educazione al “fair play” ed è la  capacità di immedesimarsi negli stati d’animo di altre persone, comprenderne i segnali emozionali, assumere la loro prospettiva pur rimanendo coscienti della propria. L’incapacità di comprendere gli stati d’animo altrui e regolare il proprio intervento genera incomprensioni, divenendo quindi anche facilitatore di situazioni di esclusione sociale. Ogni persona, sviluppando la capacità di stare in relazioni basate sullo scambio e sull’empatia, ha più possibilità di instaurare buoni rapporti sociali e sviluppare buone capacità relazionali. In certi casi, l’incompetenza emotiva può anche essere associata oppure attribuita ad altre tipologie di disturbo, come ad esempio accade nei DDAI (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), nei DC (Disturbi del comportamento) e nei DOP (Disturbi Oppositivo-Provocatorio o in alcune tipologie di disabilità). Quale che sia la causa di una bassa capacità nella gestione emotiva le conseguenze che abbiamo possono portare a una mancanza di condizioni ottimali per il proprio stato di benessere a delle disfunzioni che potremmo andare a leggere anche sulla base dell’ICF, la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute redatta dall’OMS. Più ricerche indicano che esiste una relazione tra la comprensione delle emozioni da parte del bambino e la qualità dei suoi comportamenti prosociali nei confronti dei compagni e degli insegnanti. Questa affermazione ci introduce ad un ulteriore passaggio che rinforza l’idea della reale importanza di lavorare sull’intelligenza emotiva nel contesto scolastico anche mediante l’educazione fisica. L'importanza del gioco Il gioco è lo strumento principe attraverso il quale il bambino esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze, anche le più complesse. […] In altre parole, deve essere una scuola realmente accogliente, capace di mettere al centro della propria attenzione il bambino intero. 
 
 
 
 Si ringrazia per la cooperazione Gruppo 5 Coordinatore: Silverj Fabio Antenucci Filomena Cacciacarro Fortunata Colapietra Floriana Pia Foschini Fiorella Pipoli Filomena Riglietti Elena Sacco Eleonore
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