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metodi e didattica delle attività motorie, Sintesi del corso di Scienze Motorie

scienze formazione primaria

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 14/10/2016

RUBINOROSINA
RUBINOROSINA 🇮🇹

4.8

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Scarica metodi e didattica delle attività motorie e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! PERIODO NEO-NATALE (NASCITA-15g DAL PARTO) • Movimento Riflesso - Fase Assimilativa • movimenti innati (respirazione, pianto, suzione, deglutizione), • movimenti massivi incontrollati(primi 3 mesi interessano più parti del corpo) • movimenti atetotici (realizzati in forma segmentaria e in condizione di rilassamento e calma) • Grasping o riflesso di prensione PERIODO NIPIOLOGICO (15 giorno-1°anno di vita) • 1° fase pre-dentaria (aumento di massa e di adipe) • 2° fase erudizione (tentativi di socializzazione) • 2° e il 3° mese il bambino impara a controllare i muscoli oculo-motori • sviluppo delle capacità di estensione degli arti superiori (sollevamento del tronco e mantenimento della posizione seduta) • 6° mese: prime forme di controllo volontario dei movimenti • 7°-8° mese inizia il controllo dei movimenti coordinati determinati da una precisa intenzionalità del bambino e diretti quindi ad uno scopo • A 8-9 mesi, se aiutato o se gli viene offerta la possibilità di aggrapparsi, può reggersi in piedi anche per lunghi periodi. • Inizia l’esplorazione dell’ambiente strisciando e muovendosi carponi. PERIODO TURGOR PRIMUS (1°-3° ANNO) prima infanzia • crescita ponderale (principalmente adiposa), coordinazione oculo-manuale, motricità fine, deambulazione autonoma, coordinazione dei movimenti • A 14/I5 mesi il bambino comincia a giocare • Nella prima infanzia (18 mesi-3 anni) lo sviluppo psicologico e intellettivo ha riflessi diretti sulle capacità motorie che permetteranno giochi sempre più complessi • Si sviluppa anche l’aspetto comunicativo e il bambino comincia ad entrare in rapporto con gli altri utilizzando soprattutto il linguaggio, i disegni, il mimo, gli atteggiamenti corporei. PERIODO PROCERITAS PRIMA (3-7 ANNI) detto anche primo allungamento (sviluppo in altezza) • capacità motorie globali, capacità posturali, organizzazione spazio-temporale • Nella seconda infanzia (dai 3 ai 5 anni) avviene il • consolidamento e il perfezionamento della motricità • La prima fase della fanciullezza incomincia a partire dai 6-7 anni ed è caratterizzata da significativo aumento staturale (ipotonia e scarso controllo staturale) PERIODO TURGOR SECUNDUS (7-10 ANNI), età del secondo riempimento • Trofismo muscolare (stato di nutrizione di un organo o di un muscolo), Coordinazione dei movimenti globale e segmentari, Capacità motorie globali/fini • La seconda parte della fanciullezza, dagli 8 agli 11 anni, è chiamato “periodo d’oro della motricità” e “età della ragione”. • Recupero del tono muscolare • La coordinazione neuro-motoria dopo i 9 anni subisce una fase di affinamento grazie ad una migliore disinvoltura nel movimento ed una buona capacità senso-motoria PERIODO PROCERITAS SECONDA (FASE PREPUBERE) Accrescimento lineare del corpo, Gli arti inferiori appaiono disarmonici, Compaiono i primi segni della pubertà •Cefalo-caudale :I bambini sono in grado di controllare prima la parte superiore e dopo la parte inferiore del corpo. •Prossimo-distale :Lo sviluppo procede dal centro alle parti estreme; perciò la maturazione riguarda prima l’articolazione braccio-spalla ed avambraccio-braccio e poi i movimenti fini delle mani e delle dita •Ulno-radiale :l’oggetto inizialmente viene afferrato con un approccio tipo rastrello, tra il mignolo e il bordo esteriore della mano e senza l’utilizzo del pollice; lentamente il bambino comincia ad usare anche l’anulare e il medio con il palmo; infine, tramite un approccio diretto, l'oggetto viene afferrato prima con la pinza inferiore e poi con la pinza superiore, Vie motorie trasmettono l’info in senso contrario dai centri nervosi alla periferia. Quelle principali sono:Via cortico-spinale, controllo volontario della muscolatura scheletrica, ha 3 paia di fasci:Fascio cortico-bulbare, controllo volontario muscoli oculari, mimici e masticatori;Fascio cortico- spinale laterale, Fascio cortico- spinale anteriore. Via tetto-spinale, controllo e modulazione degli stimoli motoriVia mediale e laterale, controllo e modulazione degli stimoli motori, possono dirigere e modificare l’attività motoria attivando o inibendo i motoneuroni inferiori, per mantenere la postura e l’equilibrio. Controllano il tono muscolare e movimenti grossolani del tronco, collo e arti 1. In base alle modalità di organizzazione del compito, possiamo individuare: Abilità discreta Inizio e fine distinti Abilità seriale Azioni discrete collegate fra loro Abilità continua Senza un inizio ed una fine definiti Lanciare una freccia Piantare un chiodo con un martello Correre Alzarsi in piedi da seduto Esercizio di ginnastica Nuotare Afferrare una palla Servizio nella pratica del tennis Pattinare 2. L’importanza relativa di elementi motori e cognitivi nell’esecuzione di un compito, vi troviamo: ABILITA’ MOTORIA ABILITA’ COGNITIVA Presa di decisione minima controllo motorio massimo Qualche presa di decisione un certo controllo motorio Presa di decisione massima controllo motorio minimo Salto in alto Giocare nel ruolo di portiere Giocare a scacchi Sollevamento pesi Guidare una macchina da corsa Allenare uno sport Cambiare una ruota Camminare in una stazione affollata Cuocere una pietanza 3. Considerare grado di stabilità e livello di prevedibilità dell’ambiente dove viene eseguita l’abilità, quindi: CLOSED SKILL OPEN Ambiente Prevedibile Ambiente Semi-prevedibile Ambiente Imprevedibile Giocare a golf, bowling, ginnastica Camminare su una trave Giocare a calcio, pallacanestro Battere a macchina Guidare una macchina Disputare un incontro di lotta Tritare verdure Attraversare la strada Catturare un coniglio Le CAPACITÀ sono considerate “ Caratteristiche individuali che rappresentano una potenzialità della persona per eccellere in un determinato compito, sono il fondamento di molte abilità. Si ritiene che le capacità siano determinate geneticamente e essenzialmente non modificate dalla pratica o dall’esperienza.” Capacità Abilità • Sono tratti duraturi e stabili • Si sviluppa come risultato di esercizi e permettono che sostengono diversi tipi di abilità, una realizzazione con la massima sicurezza, • vengono ereditati, minimo dispendio di energia e tempo. • sono stabili e duraturi, • Si acquisiscono, sviluppano e modificano con l’esercizio. • poco numerosi • Dipendono da diversi sottogruppi di capacità. • sottendono l’esecuzione di molte abilità. • CAPACITA’ CONDIZIONALI: basate sull’efficienza dei meccanismi energetici e sui valori di misurazione dell’esecuzione. Le capacità condizionali rappresentano i presupposti energetici e strutturali della prestazione. Dipendono dai grandi sistemi organici (cardio-respiratorio, muscolare) e (con eccezione della velocità) presentano una forte accelerazione del loro sviluppo nel periodo pre-puberale e puberale (per effetto ormonale). Comprendono la: - FORZA: La capacità di opporsi ad ogni tipo di resistenza è quella che hanno i muscoli nel sviluppare tensioni attraverso la contrazione muscolare si esprime in: • FORZA VELOCE: capacità di produrre una intensità massima nel più breve tempo possibile, mantenendo una esecuzione efficace del movimento. (allenamento dei fattori nervosi) • FORZA MASSIMA: capacità di selezionare il massimo numero di fibre muscolari per opporsi ad una resistenza e dipende dalle caratteristiche personali ma può essere sviluppata con metodologie di allenamento per lo sviluppo dei fattori strutturali e allenamento dei fattori nervosi • FORZA RESISTENTE: intesa come capacità di prolungare nel tempo l’azione muscolare. (allenamento delle componenti metaboliche) - VELOCITA’ IN CAMPO MOTORIO è la capacità di compiere azioni motorie nel minor tempo possibile. Essa si esprime nelle seguenti capacità: • CAPACITA’ DI REAZIONE: che consiste nel dare una risposta motoria ad uno stimolo nel minor tempo possibile; • CAPACITA’ DI ESECUZIONE RAPIDA: che consiste nell’eseguire un’azione motoria nel minor tempo possibile; enti quali: Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (ENEF), l’Opera Nazionale Balilla (ONB) e la Gioventù Italiana del Littorio (GIL). L’EVOLUZIONE EDUCATIVA NEL 2° DOPOGUERRA: Nei programmi del 1945 l’educazione fisica viene intesa come una disciplina inglobata nell’educazione civile e morale. I nuovi Programmi del 1946 si focalizzano sugli aspetti metodologici, dell’insegnamento, sul gioco, sulle finalità preventive formative, sulla ginnastica tra i banchi. Nel 1947 l’educazione rientra a pieno titolo nella scuola. Con i Programmi didattici per la scuola primaria del 1955 la scuola elementare ottiene un documento programmatico in cui si invita a valorizzare le attività manuali da svolgersi attraverso le attività corporee. DAGLI ANNI ’70 ALLE INDICAZIONI NAZIONALI: Tra il 1958 e il 1962 si assiste ad una significativa trasformazione del sistema scolastico italiano con i Provvedimenti per l’educazione fisica, per l’istituzione della scuola media unica e la conseguente riformulazione del primo programma di educazione fisica nel contesto degli orari e programmi d’insegnamento della scuola media statale. Inoltre vengono stabiliti i programmi, gli orari di insegnamento e le prove di esame per la scuola media, in cui l’educazione fisica rientra nel concerto dell’azione educativa, fornendo contributo alla formazione dell’uomo e del cittadino. I PROGRAMMI DEL 1985: Il primo concreto mutamento metodologico-didattico dell’ambito motorio con cui sono state introdotte essenziali novità, l’educazione motoria si distacca dall’educazione civile per diventare disciplina autonoma definita come educazione motoria, collocando in una posizione di centralità l’esperienza motoria nella formazione del bambino ed evidenziando che le funzioni motorie, cognitive ed affettive suscitino nel fanciullo l’impegno dinamico. Tale documento propone una concezione del pensiero inteso come interiorizzazione di schemi appresi attraverso la motricità. Nel 2002 le Raccomandazioni per l’attuazione delle Indicazioni Nazionali per I Piani di Studio Personalizzati, la Legge quadro per l’assistenza delineano un approccio centrato sulla soggettività dell’apprendimento, sull’individualizzazione dei processi cognitivi, sulla pluralità degli approcci alla conoscenza. LE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 2004 Con il Decreto Legislativo n.59, Assume valore fondamentale la corporeità come valore, data la consapevolezza che ogni dimensione simbolica che anima il fanciullo è inscindibile dalla sua corporeità, ciò comporta un avvaloramento di tutte le dimensioni della persona. LE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 2007 novità nel campo educativo-motorio e sportivo sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria. C’è un richiamo alla dimensione corporeo- motoria e la connotazione dell’esperienza motoria come “vissuto positivo” e viene messa in risalto la capacità di fare dell’alunno, rendendolo protagonista e consapevole delle competenze motorie via via acquisite. LE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 2012 è presente il ritorno all’educazione fisica, quale disciplina autonoma e non più semplice area di interesse dalle forti potenzialità. È presente una forte connessione tra l’educazione al movimento e gli stili di vita, poiché la prima deve consolidare stili di vita corretti e salutari; l’educazione motoria è intesa come occasione di promozione di esperienze cognitive, sociali, culturali e affettive. Nei Traguardi per lo sviluppo di competenze al termine della scuola primaria compare il termine esperienze coreutiche intese come esperienze che insieme a quelle di drammatizzazione e ritmico-musicali permettono al bambino di comunicare ed esprimere i propri stati d’animo utilizzando il linguaggio corporeo e motorio. Nei documenti ministeriali del 2012 nella scuola dell’infanzia le attività educative sono poste come occasioni di crescita educativa Spetta ai docenti l’azione di mediazione e facilitazione attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con i soggetti, la natura, l’arte, il territorio in una dimensione ludica. I campi di esperienza permettono al bambino di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti. Lo scopo di creare i presupposti di crescita emotiva e cognitiva e far evolvere le potenzialità di tutti queste sono basate sulla centralità della persona chiedono fin dalla scuola dell’infanzia di: • Accogliere le diversità; • Promuovere le potenzialità di tutti i bambini; • Promuovere lo stare bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi; il campo di esperienza “il corpo e il movimento” si configura come strumento di conoscenza di sé nel mondo, permettendo al bambino di sperimentare le potenzialità espressive e comunicative. La didattica del movimento è tesa a favorire: • la capacità del bambino di acquisire il dominio delle principali funzioni del proprio corpo, • percepire la completezza del proprio sé, consolidando autonomia e sicurezza emotiva. • la capacità di imparare a finalizzare le azioni per raggiungere uno scopo, realizzando un’educazione ai comportamenti soggettivi e collettivi socialmente utili L’affermarsi di una nuova consapevolezza scientifica a proposito delle attività corporeo chinestesiche ha aperto la strada ad una didattica basata sul fare e l’agire, evidenziando l’importanza di fare riferimento ad una varietà di strategie, occasioni, metodi, attività per la realizzazione di efficaci interventi educativi ai quali sono funzionali la ricchezza e varietà di configurazioni esperienziali. Le indicazioni si rifanno alle teorie di Piaget, Vygotskjj e Bruner, ispirano la costruzione di ambienti di apprendimento stimolanti, dominati da un clima collaborativo, in cui si evidenzia l’incidenza favorevole che il fare e l’agire hanno nel progressivo sviluppo dell’intelligenza che si costruisce tramite l’esperienza vissuta in uno specifico contesto culturale nel rapporto costante con l’altro. CAP 11 L’EVOLUZIONE DELLA FORMAZIONE DOCENTE IN AMBITO MOTORIO In Italia la formazione dei docenti ha seguito l’emancipazione concettuale che si è gradualmente evoluta dal “dualismo assiologico corpo-mente” alla visione embodied che riconosce alla dimensione corporea un ruolo centrale nella costruzione della conoscenza. Vanno valorizzati l’esperienza diretta, l’operatività concreta e il dinamismo corporeo nella costruzione delle conoscenze. LA FORMAZIONE DOCENTE AI TEMPI DEGLI ISTITUTI MAGISTRALI In Italia fino al 1998, anno di istituzione del corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria con il D.P.R. n. 25 del 27/01/1998, la formazione dei docenti di attività motorie nelle scuole primarie è stato appannaggio prima delle Scuole Normali e poi degli Istituti Magistrali. Successivamente alla Legge Casati vengono introdotte le Scuole Normali alle che prevedono dei corsi biennali e triennali rispettivamente per l’insegnamento inferiore e quello superiore. Il R.D. 10/10/1867 n. 1942 consente alle province e ai comuni di istituire “scuole magistrali” per la formazione dei maestri, questi corsi restano in vigore fino alla Riforma Gentile del 1923. LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA DEI DOCENTI La legge n. 341 del 19/11/1990 si configura per la prima volta si stabilisce l’obbligo di una formazione a carattere universitario dei docenti della scuola di base. Con il D.P.R. n. 471 viene definito l’ordinamento didattico del corso di laurea in SFP articolato in due indirizzi, uno per la materna, l’altro per l’elementare. Con il D.M. 26/05/1998 l’educazione fisica viene riconosciuta come una delle materie per le quali ai docenti della scuola primaria è richiesto di avere le competenze necessarie per l’insegnamento. Il corso quadriennale SFP è stato abolito e sostituito da un corso quinquennale SFP (LM 85bis) con decreto n. 249 del 10/09/2010. In numerosi Paesi europei, come Belgio, Grecia, Spagna è consentito insegnare educazione fisica solo ai docenti specializzati in tale disciplina. I Paesi che seguono un modello come quello italiano, in cui i docenti sono abilitati all’insegnamento di tutte le discipline, sono Polonia e Portogallo. Nel 2010 in Italia è stata avviata una sperimentazione nazionale, il Progetto Primaria, che prevede la collaborazione sinergica tra CONI e MIUR, con le finalità di raggiungere i traguardi delle competenze prefissati dalle Indicazioni Nazionali, prevede che i docenti di scuola primaria siano affiancati da docenti esperti laureati in Scienze motorie o diplomati ISEF. IL FUTURO DELLA FORMAZIONE DOCENTE IN AMBITO MOTORIO: l’evoluzione legislativa riguardo la formazione dei docenti permette di individuare tre fasi: • Fase abilitativa della ginnastica concentrata sul corpo per una preparazione fisica ed atletica, senza identità educativa e formativa; • Fase pedagogica dell’educazione fisica approccio olistico dell’educazione della persona ma permea ancora la dicotomia corpo-mente; • Fase della pedagogia dell’educazione motoria, fisica e sportiva che ha riconosciuto le attività motorie come uno spazio di ricerca che diventa l’ambiente nel quale e grazie al quale si realizzano i processi di formazione delle persone. si fondano su dati per la risposta motoria e lo sviluppo forniti dalle percezioni corporee e ambientali. Lo sviluppo motorio si caratterizza per abilità in cui il movimento è prevalente e cominciano ad evidenziarsi processi che richiedono la maturazione di competenze linguistiche che rendano possibile la rappresentazione in forme sempre più simboliche della realtà, cioè quel processo di decentramento cognitivo e socio-affettivo che è alla base dell’autonomia personale e sociale. Dai Programmi dell’85 fino alle recenti Indicazioni Nazionali sono previste la presenza e lo sviluppo delle attività motorie, fisiche ed espressive per almeno 2 ore settimanali, da molto tempo si sostiene la proposta di portarle a 3 ore. Per quanto riguarda la formazione universitaria è previsto l’insegnamento delle Scienze motorie e sportive nel percorso di studio sin dalla fine degli anni ’90. UNA NUOVA CULTURA MOTORIA E SPORTIVA Il corpo è espressione totale della persona, va assunto in un’accezione olistica della persona, il movimento è strumento privilegiato di maturazione dell’autonomia personale e concorre al processo di formazione integrale, lo sport e il gioco sono la forma privilegiata di mediazione didattica. Nella scuola dell’Infanzia è previsto un campo di esperienza “Corpo e movimento” per un’alfabetizzazione motoria funzionale e culturale, nello sviluppo in forma ludica delle prime conoscenze ed abilità morfo- funzionali, degli schemi posturali e motori verso una progressiva coordinazione motoria. Nella scuola primaria già nei Programmi dell’85 si assumeva l’educazione motoria come nucleo del curricolo scolastico in ragione delle sue caratteristiche di specificità e trasversalità rispetto allo sviluppo dei processi cognitivi e socio-affettivi. Il modello della simulazione incarnata rappresenta un quadro unitario per dare una spiegazione funzionale alla molteplicità dei meccanismi di rispecchiamento e risonanza che si identificano nel sistema cervello-corpo, attraverso la rilevanza funzionale dei neuroni-specchio. Il soggetto va sviluppando la propria azione in forma non solo adattiva ma anche creativa e costruttiva di sé “nel”, “con il”, e “del” mondo; ciò avviene sin dalla nascita grazie alle interazioni. Il processo di umanizzazione avviene e diviene attraverso e oltre il corpo, nell’incontro con l’altro. Esiste una conoscenza implicita che si esprime attraverso il corpo senza renderci conto, la coscienza e il disvelamento dell’essenza prende forma a partire dal mondo. L’intelligenza prende corpo nelle azioni, è originaria, preesistente e persistente; l’uomo diventa se stesso attraverso la conoscenza ed il controllo-autocontrollo del corpo, nelle interazioni con gli altri e il mondo, attraverso l’azione, il movimento, la comunicazione e la gestualità, mettendo alla prova le proprie potenzialità trasformandole in capacità e competenze motorie, sociali e pro- sociali, che si realizzano attraverso un linguaggio con struttura e regole proprie. UNA CONCEZIONE OLISTICA DELLA PERSONA La persona è l’espressione dell’endiadi io e corpo, Merleau-Ponty ha evidenziato la duplice natura del corpo, in situazione e in movimento, ed è a questo che bisogna pensare nella nuova pratica didattica perché la scuola tradizionale disconosce i secondi. La corporeità è l’espressione piena del farsi divenire essere della persona che attraverso il movimento, inteso nella sua poliedricità, produce azioni, cognizioni, relazioni, sentimenti e consapevolezze di sé in relazione al mondo. Il movimento si intreccia con l’organizzazione di segni gestuali, favorisce lo sviluppo delle abilità senso-motorie e ideomotorie, le operazioni logiche, la costruzione dei sistemi simbolici e culturali attraverso la produzione di segni ed immagini. L’espressione “corpo in movimento” sottolinea la valenza cognitiva del corpo che attraverso il movimento permette di sperimentare la propria fisicità, il movimento è essenziale per lo sviluppo conoscitivo come il linguaggio per lo sviluppo del pensiero. Secondo Berthoz il movimento è come un sesto senso, i concetti si formano attraverso l’esperienza corporea, nella loro costruzione si fa riferimento alle categorie mentali primitive che costituiscono le basi del pensiero e non possono essere insegnate o apprese attraverso l’uso del solo linguaggio, ma richiedono di essere agite. La conoscenza è frutto di azioni e si struttura attraverso l’attività corporea, è movimento e atteggiamenti guidati da schemi d’azione, principi, riflessioni, costrutti espressivi e linguistici. PIAGET: il processo di conoscenza e metaconoscenza è frutto di interazioni continue tra il Soggetto e l’Oggetto, in una dinamica tra assimilazione e accomodamento, basilare per lo sviluppo di quel decentramento cognitivo che dà concrezione all’autonomia personale. La complessità derivante da tale modello vede il Soggetto sia come produttore di linguaggi, nell’espressione di sé e della sua relazione con il mondo, sia come Oggetto di conoscenza e costruttore di oggetti culturali attraverso cui esplorare ed esprimere se stesso in relazione al mondo. Si può considerare il corpo come: • Oggetto nel suo funzionamento; • Linguaggio, forma e mezzo espressivo del soggetto; • Movimento nel suo valore intrinseco di interazioni con l’ambiente. Corpo e attività motorie sono fattori di mediazione ed integrazione tra Soggetto(sul cui versante mediano saperi di tipo scientifico-esplorativo, sociale e relazionale) ed Oggetto(sul cui versante si dà luogo ai linguaggi espressivi e alla comunicazione nelle sue forme diverse). Anche le interazioni sono frutto di azioni tra il soggetto e l’oggetto, azioni che: • A livello tecnico producono artefatti (strumenti, tecnologie); • A livello matematico colgono le relazioni tra le cos del mondo e danno loro un ordine; • A livello sociale danno nome a luogo a norme e artefatti organizzativi giochi e sport. ARNOLD: sviluppa un’importante teoria capace di dare spazio alla complessità curricolare dell’attività motoria quale espressione del Movimento. • ABOUT circa il Movimento, inteso come oggetto di studio; • IN dentro il Movimento nella sua valenza attiva e soggettiva; • THROUGHattraverso il Movimento come luogo ed espressione di interazioni, verso le altre discipline. Il movimento, in quanto azione motoria intenzionalmente educativa, assume una triplice valenza: • Sapere suo proprio e specifico che ha valore in sé; • Oggetto di studio e analisi; • Forma e modalità trasversale di costruzione e sviluppo di altri saperi e conoscenze, anche nella dimensione sociale ed etica. PARLEBAS: ha teorizzato i concetti di: • Interazione motoria cioè quando il comportamento motorio di uno influenza in modo osservabile il comportamento motorio di uno o più partecipanti; • Comotricità cioè campo e natura delle situazioni motorie in cui più individui attivi possono vedersi ed influenzarsi senza la necessità di interagire. L’attività motoria ed espressiva, i giochi e gli sport hanno notevoli implicazioni per lo sviluppo di consapevolezze relative all’educazione personale, alla convivenza civile e alla cittadinanza responsabile. La cognitività è la capacità di produrre e controllare processi cognitivi, cioè di organizzare e controllare il pensiero in tutte le sue manifestazioni senso-motorie, coordinative, rappresentative, formali e mnestiche (che riguardano la memoria). UNA CULTURA INCLUSIVA La promozione di una vera cultura inclusiva chiama in causa la pedagogia, quale scienza delle relazioni educative, e la didattica, quale scienza della formazione, che assume la complessa relazione insegnamento- apprendimento nella mediazione continua tra soggetti, oggetti e contesti co particolare attenzione rivolta ai mediatori. La drammatizzazione e il gioco sono forme e strumenti che aiutano tutti i ragazzi, compresi quelli in situazione di disabilità, a trovare canali di comunicazione e di espressione di sé diversi da quelli formali, facilitando la relazione con gli altri e la strutturazione di positivi processi identitari. L’attività teatrale mette in gioco il controllo dei movimenti corporei e dei linguaggi in funzione espressiva, stimola la fantasia e favorisce la conoscenza e la crescita personale attraverso il decentramento cognitivo-affettivo e la padronanza dei propri sentimenti e delle proprie azioni. Il laboratorio teatrale rappresenta un’occasione preziosa per lo sviluppo dei processi di integrazione e la concretizzazione dei contesti inclusivi, poiché si riesce a superare quelle barriere che sono il segno di paure e pregiudizio. È importante incoraggiare i ragazzi al piacere del movimento, gli spazi ideali sono i giardini, le spiagge, i parchi, insieme a quelli istituzionalizzati e formali come le palestre ed i campi attrezzati, i quali dovrebbero divenire contesti relazionali ed esperienziali significativi. Lo sport e il movimento sono tra i valori che dovrebbero appartenere a tutti, si parla di sport integrato poiché si fa leva sulla capacità di modificare e affinare i propri comportamenti per consentire all’altro di apportare il suo contributo, ciò comporta tattiche e strategie di gioco per valorizzare l’altro nelle sue potenzialità e possibilità. Bisogna coinvolgere l’allievo con disabilità, favorire l’accoglienza e la tolleranza, stimolare la collaborazione con la famiglia, curare la presenza di attività motorie e sportive integrate anche nell’extrascuola. Favorire il benessere e promuovere una cultura orientata al ben-essere vuol dire promuovere esperienze significative rispetto ai bisogni e agli interessi dei bambini secondo “curricoli distribuiti” che moltiplichino spazi, ambienti ed opportunità.
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