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Metodologia e tecniche della ricerca sociale_P. Corbetta + approfondimento con schemi, Sintesi del corso di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale

Parte 1 di 3: riassunto con approfondimenti, schemi ed esemplificazioni. Scienze sociali. Nascita del metodo scientifico. Positivismo. Durkheim, Weber. Popper. 5 livelli ricerca empirica. Ricerca quantitativa e qualitativa. Concetti, asserti, nessi tra asserti. Unità, caso. Proprietà e variabili: definizione operativa, indicatori. Costruzione variabili: classificazione, ordinamento, conteggio, misurazione, derivazione, scaling. Matrice dei dati. Qualità dei dati: validità, attendibilità.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 29/07/2021

MichelleAlpina
MichelleAlpina 🇮🇹

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Scarica Metodologia e tecniche della ricerca sociale_P. Corbetta + approfondimento con schemi e più Sintesi del corso in PDF di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale solo su Docsity! TEORIE E TECNICHE DELLA RICERCA SOCIALE Le scienze sociali tra senso comune e scienze fisico-naturali - Il processo della ricerca scientifica OBIETTIVO: Introdurre i fondamenti del metodo e tecnici della ricerca sociale. Verranno esposti CONCETTI TEORICI. Tutti i CONCETTI ruotano intorno 1 schema che mostra 5 livelli sui quali si forma la ricerca empirica nelle scienze soc. Aspe cerca quantitativa > tutto ciò che ha a che vedere coi sondaggi, uso analisi dei dati attraverso statistica... Percorso >legato în particolare alla ricerca di tipo quantitativo. TESTI DI RIFERIMENTO: Manuale di Corbetta - Metodologia e tecnica della ricerca sociale _ Mulino Bologna SCIENZE SOCIALI che stanno TRA scienze fisico-naturale e senso comune. Quando pox attribuire alle 2 l'etichetta di SCIENTIFICITA'?! Dobbiamo basarci su 2 principi portanti: 1. Uso diun linguaggio altamente formalizzato 2. Controllo degli asserti mediante l’esperimento Il nuovo linguaggio e il # modo di osservare crea + rottura con il mondo del senso comune. Fino al secolo scorso il modello di riferimento x la pratica SCIENTIFICA era il 3 Modello POSITIVISTA. ‘> Esso concepisce il metodo scientifico attraverso una sequenza di passaggi in forma lineare: ® Da RVAZIONE] > si producono | I| > si passa ad |ESPERIMENTO] > si arriva a formulazione di una x dare una SPIEGAZIONE previsionale dei fenomeni naturali. q L Modello poi criticato sulla base del fatto che > NO POX fondare LI NUM. FINITO di OSSERVAZIONI SPERIMENTALI. Soppiantato poi dal FALSIFICAZIONISMO di POPPER o CONTROLLO DEDUTTIVO DELLE TEORIE. Cosa comporta qst nuova visione scientifica? Viene confutata la pox di verificare le LEGGI SCIENTIFICHE a favore di 1+ ( ql |E che devono reggere ai tentativi di FALSIFICAZIONE. Restano in vigore finchè non abbiamo nuove scoperte che mettono in discussione quanto avevamo assunto nelle teorie precedenti. Quindi l'accettazione è provvisoria. perché le teorie devono reggere i tentativi di FALSIFICAZIONE. Sia l'approccio POSITIVISTA che RAZIONALISMO CRITICO di Popper sono stati riferimento di + metodologie e tecniche di ricerca sociali. Facendo un passo indietro, il nascere delle discipline storico-sociali è stato influenzato profondamente da 2. filoni di pensiero: 1. Sirifà alla tradizione UMANISTICA OCCIDENTALE - PARADIGMA/FILONE ERMENEUTICO, UMANISTICO, ARISTOTELICO, COMPRENDETE 2. Deriva dalla tradizione SCIENTIFICA - SPERIMENTALISMO GALINEIANO e EMPIRISMO INGLESE - entra nelle scienze sociali come POSITIVISMO POSITIVISTI > lo studio dei fatti sociali doveva puntare ad accettare la presenza delle LEGGI COSTANTI. Dunque si muoveva sul modello della FISICA. AI di sotto dei fatti reali essi ricercavano le leggi costanti quindi questi fatti erano solo apparentemente accidentali, occasionali, perché al di sotto bisogna andare a riconoscere quali erano le leggi costanti che li producevano. » ottica di studio DETERMINISTICA. Quindi, spiegazione del PERCHÈ i fatti avvengono, andrebbe ricercata negli eventi precedenti cioè le CAUSE. - Antesignani nel filone POSITIVISTA sono: Spencer, Comte, Mill. Filone COMPRENDENTE > vede come matrice dei fatti sociali: LIBERO ARBITRIO. Fatti sociali sono quindi determinati da infiniti fattori tra i quali assumono particolare imp. le SCELTE e AZIONI che vengono compiute dagli individui x perseguire dei FINI. Fatti sociali quindi spiegati attraverso l’INTERPRETAZIONE e COMPRENSIONE dei SIGNIFICATI che gli attori conferiscono alle PROPRIE AZIONI. Quindi fenomeni visti come: risultato dell’agire finalizzato degli individui anzichè come prodotto di fattori causali. Spiegazione dei fatti sociali è quindi FINALISTICA. - Questi principi COMPRENDENTI li ritroviamo nello 9 di fine secolo. - WINDELBAND sulle orme di Kant sostiene + IDEOGRAFICHE. tra scienze NOMOTETICHE e scienze o scienze NOMOTETICHE > sono equiparabili all’interpretazione precedente con nome: POSITIVISMO. Cercano le LEGGI COSTANTI. o scienze IDEOGRAFICHE + sono quelle scienze precedentemente individuate come filone COMPRENDENTE. Scienze che cercano l’INDIVIDUALITÀ -le spiegazioni attribuite dagli attori in azione x raggiungere det. fini. - DILTHEY + filone metodi che cercavano SPIEGAZIONI, NESSI CAUSALI tra fatti sociali > scienze della NATURA. - Altri, incentrati invece sulla COMPRENSIONE > scienze UMANE. 1 2 filoni si sviluppano con grande ATTENZIONE alle METODOLOGIE. - (dibattiti fine 800) - Ad essi si rifanno: DURKHEIM > studioso di matrice POSITIVISTA. -2 imp lavori: sul Metodo, sul suicidio. > L'aspetto + IMP che queste prospettive hanno in comune è il rovesciamento del Ruolo dello scienziato sociale. ‘ | fenomeni sociali sono visibili e interpretabili solo dagli attori in situazione, che stanno svolgendo questi atti, quindi dobbiamo andare a studiare quali sono i significati, il senso che gli attori danno alle proprie azioni. Categoria fondamentale FENOMENOLOGIA > attore stesso, unico legittimato ad estrarre il senso delle proprie azioni. Per capire, compr A', il ricercatore deve partire dagli attori cercando di cogliere le COSTRUZIONI ORIGINALI di senso e significato che questi attribuiscono alla loro. azione. Comprendere un fatto sociale -x sti studiosi- significa 3 sfruttare le affinità che collegano gli esseri umani, che sono comuni sia al ricercatore che agli attori osservati. Il principio è dell’ EMPATIA > cioè la pox di stabilire un legame psico-affettivo con l’attore su cui si sta ricercando. Gli studiosi di qst filone ritengono che lai COMPRENSIONE rappresenti lo La COMPRENSIONE è possibile x cla c comune partecipazione delle persone ai comuni mondi della vita quotidiana. Noi stessi siamo gli osservatori, ma abbiamo questo rapporto che ci lega agli osservati coi quali condividiamo questi “”. Ulteriore elem. che connota l'approccio è l’IMP. del LINGUAGGIO > elemento apparente che ci consente di cogliere il senso del comunicare. -(/ da significato) senso: legame tra enunciato parlato e qnt sta prima/dp la parola, rilevanza situazionale. PROSPETTIVE METODOLOGICHE + attuali sono di varia natura > dibattito iniziato con Popper che ha messo in discussione gli ideali di certezza che caratterizzavano la produzione delle TEORIE SCIENTIFICHE. 2° questa sua interpretazione è IMPOX verificare TEORIE una volta x tutte perché + possono subentrare nuove conoscenze nell'evoluzione della scienza che mettono in discussione anche le teorie + accreditate. Ideale metodologico d impi logici era quindi di 1 accettazione provvisoria. Altra IMP considerazione riguardo > le pratiche cognitive di senso comune sulle operazioni compiute da ricercatori. La tradiz sociologica - come visto - ha preso le distanze dalle pratiche cognitive della vita quotidiana, MA non ha mantenuto sta tendenza perché sia i sociologi che gli storici della scienza hanno messo in luce come gli aspetti della cultura hanno un influsso enorme sulla creazione e valutazione delle TEORIE. > SCIENZA risulta essere una COSTRUZIONE SOCIALE sulla quale influiscono fattori sociali, politici, di contesto, individ. IMP tener conto del contesto storico-sociale e dei processi cognitivi che si attivano nella VITA QUOTIDIANA. L'influenza delle pratiche cognitive di senso comune è stata messa in luce in particolare dalla tradizione QUALITATIVA della ricerca soc. Seguendo la strategia di ricerca QUALITATIVA il ricercatore mira ad assumere il pdv dell'attore sociale. Nelle SCIENZE SOCIALI coesistono 2 logiche dell'INDAGINE: 1. Logica della SCOPERTA - TROVARE 1 RISP alla domanda che ci facciamo (creare e generare conoscenza). Prevale il contenuto di CONOSCENZA. 2. Logica del CONTROLLO - CONTROLLARE la RISP trovata. (nella ricerca sociale riguardo gli interrog. sulla vita sociale). - Analizziamo il grado di AFFIDABILITA' della risp. Ogni processo di CONOSCENZA dei fenomeni sociali può essere scomposto così. - Nel processo della ricerca sociale ritroviamo ENTRAMBE le 2 logiche. - Sulla base di questa duplice distinzione, vediamo che esistono anche ricerche in cui prevale 1 SOLA logica: # Ricerche di tipo ESPLORATIVO - andiamo ad esplorare, non a controllare teorie. è CONFERMATIVE - controllo delle congetture. - Alcentro di molte INDAGINI qualitative c'è l'indagine della SCOPERTA. - Perquanto riguarda le quantitative è + presente la logica del CONTROLLO. RICERCA EMPIRICA nelle SCIENZE SOCIALI Si distingue da altri tipi di indagine perché cerca di TROVARE RISP. ad interrogativi sulla vita sociale. Produce un SAPERE CONTROLLABILE che è costituito da una serie di proposizioni e nessi tra loro che vengono giustificati da una base EMPIRICA. Le operazioni EMPIRICHE e CONCETTUALI tipiche di ogni ricerca sociale prevendono: I. Raccolta delle INFO Il... Trasformazione di esse in CONOSCENZA > Queste operazioni di ricerca vengono suddivise in gruppi organizzati 2° una sequenza logica. SCOPO della RICERCA SCIENTIFICA 3 aumentare grado di conoscenza della realtà. X i sociologi è la realtà sociale. La CONOSCENZA SCIENTIFICA si compone a sua volta di 2 filoni: ‘1. SPECULAZIONE TEORICA 2. RICERCA EMPIRICA La CONOSCENZA SCIENTIFICA può essere raggiunta con # metodi. La metodologia della ricerca sociale si occupa dei PROBLEMI legati all’individuazione dei metodi + adeguati da utilizzare in relazione ad 1 particolare PROBLEMA CONOSCITIVO che vogliamo risolvere. -A sua volta il METODO si avvale di # TECNICHE. -Es. metodo: inchiesta. Osservazione - tecnica: questionario. Os.Partecipante. METODO + insieme delle mosse procedurali. “Strada che decidiamo di intraprendere” . TECNICHE > Fanno riferimento agli strumenti che utilizziamo x raggiungere specifici obiettivi; quindi variano in relazione agli obiettivi e al problema di indagine. “Gli strumenti che mettiamo in campo x percorrere la strada”. Per DISTINGUERE - SCIENZA da altri tipi di CONOSCENZA - chiarire 2 punti chiave: 1. Problema della FALSIFICAZIONE - la scienza muove da delle congetture, da ipotesi che dobbiamo tentare di confutare. Compito dello scienziato soc > mettere alla prova qst congetture che formalizzate in proposizioni hanno una validità generale quindi le definiamo TEORIE. Quindi l’atti icerca volta alla confutazione di queste congetture può essere definita come + tentativo di falsificazione di una teoria. Una TEORIA non può essere verificata, falsificata una volta x tutte perché possono emergere fatti che mettono a repentaglio la sua validità anche se ben affermata. Non c’è mai certezza assoluta. Quando i risultati diventano troppo contradditori: si verifica una RIVOLUZIONE SCIENTIFICA che porta a sostituire il paradigma precedente. PARADIGMA > modello, schema di riferimento articolato, coerente di teorie, metodi e procedimenti che caratterizza una fase di evoluzione di una det scienza. -Tratto distintivo della scienza è che prevede la pox della sua FALSIFICAZIONE. 2. Problema della DELIMITAZIONE - requisiti affinchè 1 attività di ricerca possa esser considerata Scientifica: EMPIRICA > oggetto della conoscenza scientifica è il mondo sensibile cioè che cade sotto i nostri sensi. DECIDIBILE > l’enunciato deve essere falsificabile. PUBBLICA > vanno rese pubbliche le ragioni e le procedure che hanno portato lo scienziato a formulare qst enunciati scientifici. RIPETIBILE > qst enunciati consentono la ripetibilità dei risultati. (difficile realizzazione nelle scienze sociali). Quali sono le MOTIVAZIONI di fondo che muovono la RICERCA SCIENTIFICA?! 1. Capacità di MIGLIORARE la pox di descrivere i fenomeni sociali 2. SPIEGAZIONE - Spiegare i fenomeni sociali 3. PREVISIONE - prevedere i fenomeni sociali Come si sviluppa il processo di ricerca, COME possiamo ARTICOLARLA. METODO SCIENTIFICO definizione + una procedura, una strategia generale che ci indica una serie di stadi che lo scienziato deve eseguire x raggiungere lo SCOPO della ricerca. Ci rimanda ad una serie di regole, norme, raccomandazioni x ogni mossa in cui si articola questa procedura. SCHEMA DI WALLACE - Come si esplicita il processo di ricerca scientifica. È un processo CIRCOLARE - può essere percorso + volte nella stessa ricerca. Partiamo dalle TEORIE > esse sono un 1° approccio all'oggetto di studio. Dalle TEORIE attraverso un processo di deduzione logica ricaviamo alcune IPOTESI. Sulla base di esse costruiamo un DISEGNO DI RICERCA, si tratta di ritagliare un aspetto finito della realtà dalle teorie e formulare ipotesi che andiamo a sottoporre alla VALIDAZIONE (individuiamo un disegno di ricerca che ci serve x validare queste ipotesi) attraverso la rilevazione empirica dei dati. - Livello di organizzazione meno rigido: SCHEMA DI SCOMPOSIZIONE DEI TESTI da cui estrapoliamo parole chiave e costruiamo schemi interpretativi. 4° livello ANALISI DEI DATI > è l'insieme di procedure formali e informali attraverso le quali i dati indipendentemente dal grado di organizzazione vengono analizzati x stabilire delle proposizioni, asserti, collegamenti tra queste proposizioni ossia quel tipo di proposizioni che costituiscono l'ossatura del discorso con cui daremo conto della ricerca. Non tutte le procedure di analisi dei dati sono automatiche impersonali. Non tutte le procedure formalizzate utilizzano la statistica ANALISI DEI DATI prevede > nel caso della ricerca QUANTITATIVA > l’analisi della MATRICE DEI DATI che è questa struttura in cui inseriamo le info raccolte attraverso un sondaggio. ANALISI DEI DATI nel caso di interviste QUALITATIVE > passerà attraverso l’analisi del testo. 5°livello ESPOSIZIONE DEI RISULTATI + è l’ultimo livello, l’ultima fase della ricerca empirica. Ha 3 compiti: 1. Rendere + trasparente possibile l'itinerario della ricerca. Dar conto di quello che abbiamo fatto nel percorso di ricerca. Il percorso metodologico. Dar conto di tutti i passaggi, compresi gli errori. 2. Comunicare i risultati + IMP ottenuti in sede di analisi. 3. Stabilire un raccordo con la letteratura precedente ed eventualmente suggerire delle nuove linee di ricerca. >La successione tra le 3 operazioni centrali non è fissa. | 3 livelli corrispondenti possono venire attraversati + di 1 volta nella stessa ricerca. Nello schema vediamo che DISEGNO DELLA RICERCA e ESPOSIZIONE DEI RSULTATI sono i 2 estremi che non hanno interazione con i livelli centrali. Mentre le frecce mettono in evidenza il fatto che possiamo tornare indietro in alcuni casi; in fase di analisi dei dati ci accorgiamo es. di un codice strano che è stato inserito senza capirne il motivo, es. decidiamo codice 1maschio, codice 2femmina, ma ci ritroviamo poi un 3, dobbiamo individuare l'errore che ci fa ritrovare in sede di analisi col 3, dobbiamo riprendere il questionario e capire per quale ragione è stato inserito il 3. Si tratta in questo percorso (dal disegno all'esposizione) di una sequenza CONVENZIONALE > una sequenza che troviamo nei manuali, ma che nessuna ricerca segue in modo letterale. DIFFERENZIAZIONE: QUANTITÀ E QUALITÀ 1 5 livelli che strutturano una ricerca sono comuni a qualsiasi ricerca empirica ben condotta. Quindi 1 modo x distinguere tra i tipi di ricerca, ovvero tra approcci e disegni di ricerca metodologicamente # è dato dall'alternativa tra ricerca quantitativa e qualitativa. IL Nella ricerca QUANTITATIVA > si fa riferimento alla maggior parte delle ricerche che si basano su 1 ampio ricorso alla statistica. Es. sondaggi, disegni sperimentali. Il Nella ricerca QUALITATIVA > facciamo rientrare le principali forme di ricerca sul campo che + o - tutte dipendono dall’osservazione partecipante. Es. indagini etnografiche, analisi dei piccoli gruppi. Rappresentante del 1° filone è la ricerca Survey. Rappresentante tipico del 2° è la ricerca etnografica. Le ricerche della famiglia QUANTITATIVA si qualificano di norme x almeno 3 caratteri: 1. IMPIEGO DELLA MATRICE DEI DATI. 2. LA PRESENZA DELLA DEFINIZIONE DELLA MODI DELLA MATRICE DEI DATI - che x lo + è una matrice che si chiama casi x variabili. 3. IMPIEGO DELLA STATISTICA O DELL'ANALISI DEI DATI. Ricerche appartenenti alla famiglia QUALITATIVA si qualificano x: 1. ASSENZA DELLA MATRICE DEI DATI 2. NONISPEZIONALITÀ DELLA BASE EMPIRICA © 3. CARATTERE INFORMALE DELLE PROCEDURE DEI DATI. (schema ricerca sociale) Vediamo che i punti 1. rimandano all’ORGANIZZAZIONE DEI DATI (al livello 3). I punti 2. rimandano al livello 2 ovvero alla costruzione della base empirica. I punti 3. rimandano al livello 4 cioè alle procedure di analisi dei dati. > Possiamo dire che nel processo di ricerca sono proprio questi 3 livelli centrali a fare la differenza. > L'opposizione tra ricerca quantitativa e qualitativa nasce dal fatto che esse compiono delle scelte differenti su ciascuno di questi 3 piani. © Cosa significa NON ISPEZIONABILITÀ DELLA BASE EMPIRICA > è 1 caratteristica intrinseca alla RICERCA SUL CAMPO. RICERCA SUL CAMPO > il realizzare un particolare mix tra OSSERVAZIONE e PARTECIPAZIONE cioè trovare un punto di equilibrio tra questi 2 poli. Osservare partecipando significa che la raccolta di queste info che formano la base empirica non è delegabile. > L'autore deve prendere parte in 1a persona a questa interazione sociale che lui vuole capire. Questo rende il rapporto con gli oggetti meno verticale rispetto al tipo di rapporto che si instaura nel caso del sondaggio che non presenta interazione significativa. Nel caso della ricerca di tipo qualitativo, osservazione partecipata, c'è un osservatore che guarda perché deve entrare in relazione con questa comunità. Lui è quindi il [DEPOSITARIO della CONOSCENZA. L'unico DEPOSITARIO PIENO DELLA BASE EMPIRICA su cui fonderà le sue analisi e trarrà le sue conclusioni. La base della sua ricerca è invisibile ai destinatari della ricerca # dagli osservati, gli studiosi devono in qualche modo fidarsi. > Per questo nella ricerca qualitativa si tende a invocare con insistenza il criterio quindi a sottolineare l’IMP di un ritorno di info e risultati alle fonti della ricerca ossia le popolazioni studiate. Il fatto di dire che queste interpretazioni sono adeguate può avvenire solamente quando i sogg che son stati studiati RICONOSCONO come valide queste osservazioni, quindi sono loro i giudici x cui questa base empirica è ispezionabile altrettanto di quanto lo sia x l'autore della ricerca. Solo in questo senso si dice che la BASE EMPIRICA NON è ISPEZIONABILE. DICOTOMIA TRA QUALITÀ E QUANTITÀ > sul piano logico esprime forme mentali, abitudini e stili cognitivi profondamente radicati e alternativi. Per capire cosa divide questi 2 modi di fare ricerca dobbiamo andare alle origini delle scienze sociali e ai 2 grandi dibattiti sul METODO. Il dibattito rispondeva al bisogno d'identità delle scienze sociali. Esse nascono col complesso di inferiorità nel confronto delle scienze naturali. Le scienze dell’uomo e della società hanno dovuto fin dall'inizio scegliere tra 2 modi opposti di reggere alla sfida, di reggere il confronto con le altre scienze. > Scegliere i 2 modi fondamentali attraverso i quali gli attori sociali costruiscono la loro identità: 1. IDENTIFICAZIONE da un alto 2. INDIVIDUAZIONE dall'altro -Seguire IDENTIFICAZIONE > significava cercare di imitare scienze dure, importandone metodi, accettandone i criteri di validità. -Seguire la via dell'INDIVIDUAZIONE > significava marcare al max la propria differenza, sottolineare la propria specificità riguardo all'oggetto, i propri compiti, criteri di validità. ® Davanti questo bivio le scienze sociali imboccarono entrambe le vie. X sorreggere le proprie scelte dunque elaborarono 2 mini fondativi: 1. MITO DELL’OGGETTIVITÀ > scelto dai sostenitori scienze dure. 2. MITO DELL’ADEGUATEZZA > scelto da chi marcava l'autonomia delle scienze sociali. X. i fare scienza significava soprattutto neutralizzare gli interventi arbitrari del ricercatore e garantire la pox di controllare i risultati ottenuti dalla comunità scientifica. PROBLEMA centrale > SPIEGARE nel senso di produrre resoconti pubblici, controllabili. Xi 2i significava sopp saper tener conto della complessità degli oggetti delle scienze sociali e garantire la non arbitrarietà dell'interpretazioni dell'osservatore quindi garantire il pdv degli osservati. PROBLEMA centrale > COMPRENDERE, saper entrare con successo nelle forme di vita che si osservavano. # DICOTOMIA QUALITÀ - QUANTITÀ nasce da questa frattura originaria e tende a perpetuarla. Si riproduce la competizione originaria tra i miti fondativi oggettività - adeguatezza, rigore - profondità, tecnica - intuizione. Entrambi i miti sono buoni, capirne le ragioni, in un disegno della ricerca possono coesistere. CONCETTI CONCETTO DI CONCETTO. Cos'è? La capacità di formare e comunicare concetti è una condizione necessaria anche della capacità che ha l’uomo di condurre le sue attività nella vita quotidiana. Grazie alla capacità che abbiamo di formare concetti abbiamo la pox di raccogliere e rapp in categorie ciò che si perderebbe nell'esperienza, nella molteplicità dell’esperienza. Come possiamo definirlo? -È un ritaglio operato in un flusso di esperienze infinite. Un ritaglio che operiamo sia in estensione che in profondità. Infinitamente mutevole. Questo ritaglio si opera considerando globalmente un certo ambito di queste esperienze. Es. unificando alcune esperienze visibili e tattiche del concetto di tavolo. Es. alcuni stati d'animo nel concetto rabbia. Quali CONCETTI possono essere attribuiti come proprietà agli OGGETTI dipende dal tipo di oggetti di cui si tratta. Se l’unità è l’uomo possibili proprietà saranno tutti gli attributi che riguardano l'individuo: religione a cui aderisce, partito x cui ha votato, nazionalità... Se l’unità è il comune le proprietà potranno essere: superficie, tipo di giunta che lo regge, proporzione di analfabeti sui residenti... Noi possiamo immaginare x ogni unità infinite possibili proprietà. In base a quale criterio il ricercatore sceglie le proprietà che diventeranno oggetto della ricerca? Ci sono 2 criteri metodologici che ogni proprietà deve soddisfare x essere oggetto di ricerca: 1. ICASI OGGETTO DELLA NOSTRA RICERCA DEVONO POTER ASSUMERE ALMENO 2 STATI DIFFERENTI DELLA PROPRIETÀ IN QUESTIONE. > se i casi sono gli individui e la proprietà il genere. Se come unità abbiamo la casalinga e l'ambito la città di Milano nel 2020, il genere e il comune di residenza sono 2 proprietà costanti perché le abbiamo già date x acquisite selezionando come unità “la casalinga” e “la città di Milano”. Nel questionario quindi non andremo a chiedere l’attività della persona intervistata e così x la città. L'ASSENZA O LA PRESENZA COSTITUISCONO 2 STATI DIVERSI DI UNA PROPRIETÀ - gli stati diversi possono essere ben + di 2. Se una proprietà può assumere stati diversi da un caso ad un altro si dice che può VARIARE > nel linguaggio scientifico significa assumere stati diversi da caso a caso nello stesso momento. La capacità di VARIARE però non è sufficiente perché una proprietà possa essere definita una variabile ed essere oggetto di una ricerca scientifica. LA PROPRIETÀ deve avere la possibilità di assumere almeno 2 stati x poter dire che essa varia e quindi diventare una VARIABILE. MINIMO 2 STATI. 2. IL RICERCATORE STABILISCA IN CHE MODO QUESTI STATI DIFFERENTI DEVONO ESSERE RILEVATI E REGISTRATI + parliamo di definizione operativa della proprietà. - la definizione operativa è il passaggio essenziale x trasformare la proprietà in una variabile. X definizione operativa proprietà X intendiamo il complesso di regole che guidano tutte le operazioni con cui lo stato di ogni caso sulla proprietà X viene rilevato, assegnato a una delle categorie stabilite in precedenza e registrato nel modo necessario a permettere le successive analisi con le tecniche che andiamo ad usare. Dalla proprietà X dobbiamo definire come verranno assegnati i casi sui diversi stati che quella proprietà può assumere. Es. del titolo di studio: possiamo scegliere x rilevarlo 5 categorie su cui i casi vanno a posizionarsi (elementare, medie, superiore, laurea, post-laurea) il ricercatore lo stabilisce in base gli obiettivi della ricerca. Da 5 potremmo aggiungerne altre “mancanza di titolo, dottorato..” in relazione all'obiettivo della ricerca. > Questo rientra nella DEFINIZIONE OPERATIVA DELLA PROPRIETÀ. Come ogni caso verrà rilevato su quella proprietà, come lo assegnano ad una di quelle categorie, come lo registriamo nel modo necessario che ci consente la successiva analisi. Ulteriore distinzione tra UNITÀ DI RACCOLTA E UNITÀ DI ANALISI UNITÀ DI RACCOLTA o di rilevamento dei dati e UNITÀ DI ANALISI o di riferimento. Se le info sono raccolte a un livello inferiore di quello a cui sono state riferite alcuni autori parlano di proprietà analitiche. Al termine ANALITICHE è preferibile il termine AGGREGATE > dato che queste proprietà vengono poste in essere aggregando info che noi raccogliamo su un'unità di tipo diverso da quelle a cui vengono riferite. Per chigrire meglio Es. Unità della ricerca è il Comune Desumiamo tutte le info riguardanti il Comune come ad es. il num. di abitazioni sfornite di servizi, num. di aule scolastiche,.. da varie fonti come pubblicazioni ufficiali, annuari statisti che presentano queste info, quindi le info sono state raccolte da unità di tipo diverso dal Comune, gli istituti scolastici, le famiglie,.. e poi sono state aggregate a livello Comunale. L'unità di analisi è il Comune, l’unità di raccolta sono le famiglie, gli istituti scolastici, gli annuari,... Il processo di aggregazione resta determinante dal pdv logico, anche se è seguito da altre operazioni matematiche. Sono proprietà aggregate del Comune: il reddito medio dei suoi abitanti che è a sua volta il quoziente di altre 2 proprietà aggregate: il reddito totale e la popolazione totale. CARATTERISTICA DELLE PROPRIETÀ AGGREGATE > è quella di essere rilevate sulle parti e riferite Se parte è l'individuo, l'intero possono essere di volta in volta la famiglia, il gruppo professionale e così via... È possibile inversamente che una proprietà che viene rilevata sull’intero sia riferita ad una parte. Ades. a un Comune può essere attribuito come proprietà l'indice dei prezzi o della qualità della vita, calcolato x la provincia cui appartiene > in questo caso parliamo di PROPRIETÀ CONTESTUALI. Quando l’unità è l'individuo nelle scienze sociali non ci sono proprietà aggregate. Non sono pensabili unità di rilevamento che siano parti rispetto l'individuo inteso come intero. Sono molto IMP nei casi degli individui le cosiddette PARTI CONTESTUALI > num. membri della sua famiglia, dimensioni Comune in cui risiede, prestigio della sua professione... Altrettanto IMP: le PROPRIETÀ RILEVATE A LIVELLO INDIVIDUALE, ma su individui # da quello che è il caso di quella ricerca. Es.: il partito preferito dal padre, il grado di religiosità della madre, il titolo di studio dei genitori,.. > iInuna ricerca l’unità di analisi o di riferimento deve essere sempre la stessa. Le proprietà di tutti i tipi fin ora descritti possono essere rilevate in un ordine che noi stabiliamo e diventare variabili in un ordine che noi decidiamo (il ricercatore). In. mancanza di indicazioni contrarie: tutte le variabili di una matrice si ritengono rilevate allo stesso tempo, cioè tutte le variabili di una stessa ricerca si intendono rilevate allo stesso tempo. > Se noi abbiamo deciso che la somministrazione dei questionari deve avvenire in un lasso di tempo da gennaio a marzo 2020 supponiamo che questi questionari, queste info siano rilevate in questo preciso tempo, allo stesso tempo. Possiamo però rilevare le stesse proprietà e altre proprietà degli stessi casi in tempi successivi. Es.: sottoponiamo a un gruppo di sogg. individuati o casi selezionati attraverso la tecnica dell'intervista 1 questionario su 1 det. argomento: se riproponiamo la medesima rilevazione utilizzando la stessa tecnica dell'intervista, a distanza di tempo, si dice che questi casi costituiscono un pannel (termine inglese che designa una giuria, ogni gruppo con una composizione stabile). MATRICE DEI DATI Quando intraprendiamo una ricerca scientifica scegliamo come visto, un insieme di oggetti dello stesso tipo, i casi. E dobbiamo registrare il loro stato su alcune proprietà che abbiamo trasformato in variabili attraverso la definizione operativa. IMP RICORDARE: cosa si intende x proprietà in riferimento ai casi quindi che a loro volta vengono selezionati da un universo, una popolazione di riferimento. Una volta scelte le proprietà, l'età, sesso, titolo di studio, confessione religiosa, se parliamo di individuo, le dobbiamo trasformare in variabili, cioè proprietà che variano, sulle quali andiamo a rilevare gli stati dei casi -Come trasformiamo le proprietà in variabili? regole di come variano, di come a loro volta i casi si vanno a posizionare nelle categorie scelte che vanno a rappresentare gli stati di quella proprietà, e infine dobbiamo anche decidere come li andiamo a registrare (vedi livelli della ricerca). C'è sempre la necessità di organizzare i dati, perché se non facciamo questo passaggio non abbiamo poi la possibilità di analizzare questi dati. C'è un PRINCIPIO molto IMP di organizzazione che ci consente di inserire in uno schema di interpretazione le info raccolte. Se la registrazione è sistematica (cerchiamo di registrare lo stato di tutti i casi su tutte le proprietà previste) è conveniente organizzare le info così raccolte in una [MATRICE DEI DATI, IMATRICE DEI DATI > immaginare come un foglio Excel dove nelle righe troveremo i casi (in senso orizzontale le righe sono le posizioni che occupano i vari casi della nostra ricerca) mentre nelle colonne avremo le variabili (x ognuna delle colone troveremo una variabile). Ci sono tante righe quanti sono i casi. Se abbiamo ad es. fatto un sondaggio i casi sono gli individui, avremo tante righe quanti sono i casi della ricerca e tante colonne quante sono le variabili studiate, da V1 a VN°. Nell’intersezione tra la riga e la colonna troveremo il DATO. DATO > il valore assegnato a un certo caso su una certa proprietà. Es.: il cas Si is iabil ” che è la colonna che scende e lo va ad intersecare Leggendo la tabella Excel lungo le righe rispetto alla 1a variabile che è il “genere” troveremo una serie di numeri che vanno da (1) a @ a 2a della posizione che quei casi selezionati assumono rispetto alla variabile di “genere”. > Questo x ognuna delle colonne della MATRICE DEI DATI quindi rispetto al titolo di studio (ad @ corrisponderà es licenza elementare, @ licenza media, @ superiore,...),... (tutte le variabili scelte). ® Abbiamo quindi assegnato agli stati della proprietà dei codici numerici che li rappresentano (nel caso del “genere” abbiamo assegnato © Femmina e @ Maschio), quindi nel caso della MATRICE non troveremo altro che la rappresentazione dello stato del caso su quella proprietà. Ad ognuno di quei num. che ritroviamo nell’intersezione tra il caso e la variabile che stiamo studiando, corrisponde un valore di tipo QUALITATIVO anche se lo troviamo in forma numerica, perché il DATO è sintetizzato attraverso un codice numerico I ‘0 ® dato che i valori sono abitualmente costituiti da etichette numeriche > la MATRICE appare come una distesa di cifre. Per capire il significato di una singola cifra dobbiamo risalire alla variabile cui si riferisce la colonna su cui si trova quella cifra e poi al significato attribuito a quella cifra nel codice relativo a quella variabile. La MATRICE è un potente concentratore di info. Contiene solo dei simboli numerici. Dobbiamo quindi fare riferimento a 2 documenti esterni: - Il TRACCIATO SCHEDA > dice la posizione di ogni variabile nella MATRICE. VALIDITA’ DELL'INDICATORE > Un INDICATORE è valido se la sua estensione semantica cade interamente all’interno di quella del concetto di riferimento. Non è valido se cade completamente al di fuori di quella del concetto di riferimento. Es.: concetto di “libertà di stampa” - indi ido: assenza della censura preventiva (perché l'assenza è uno dei suoi aspetti), un indicatore non valido è es la produzione di carta (perché carta è un prerequisito x poss à di stampare, la sua produzione e distribuzione potrebbero essere libere o in mano al potere politico che ne decide l'utilizzo). Spesso però > situazione INTERMEDIA > l'estensione semantica dell’indicatore - x una parte: PARTE INDICANTE > si sovrappone a quella del concetto di riferimento. - Exuna parte: ESTRANEA > rimane esterno. Quanto + la ‘parte indicante è ampia rispetto quella ‘estranea - tanto + l'indicatore è valido. Quanto + prevale la parte estranea - tanto - l'indicatore è valido. Come si fa a stabilire quanto è estesa la parte indicante rispetto all'estensione del concetto? (Dobbiamo saperlo x stabilire quanto è valido l'indicatore) Difficoltà a det. nella realtà l'ampiezza della PARTE INDICANTE + IMP x questo usare una pluralità di INDICATORI x ognuno dei CONCETTI + IMP contenuti nelle ipotesi sottoposte a verifica empirica. > L'utilizzo di + INDICATORI dovrebbe minimizzare l'eventualità di mancare completamente il bersaglio, perché è probabile che ognuno di essi contenga una parte indicante + o - ampia. Dagli INDICATORI alle VARIABILI Vediamo attraverso l’es. applicato al CONCETTO “qualità della vita” la 2° fase del passaggio dall’astrattezza dei concetti ai concreti referenti empirici, dagli INDICATORI alle VARIABILI. Partiamo dal concetto “consumo culturale” - nel concetto ci sta ad es. la “frequentazione di cinema”, ma è ancora un livello di astrazione elevato, dobbiamo andare a scomporlo ulteriormente attraverso una definizione operativa x arrivare alle VARIABILI cioè a proprietà che possiamo rilevare concretamente nella realtà. Quando diciamo “frequentazione di cinema” ci riferiamo al n° di spettatori che frequentano le sale di normale programmazione? Ci riferiamo a coloro che frequentano i cine-club,..? facciamo riferimento anche a chi utilizza delle reti che trasmettono film (netflix,..)? Una volta deciso questo, dobbiamo decidere, x poter confrontare i dati tra città dimensionalmente molto diverse, se rapportare il dato complessivo sul consumo di cinema alla “popolazione residente” o a “quella maggiorenne”. Tutte le info di cui abbiamo bisogno costituiscono la definizione operativa x la variabile “consumo di cinema”. L'operazione deve essere ripetuta x tutte le variabili in cui traduciamo ognuno degli indicatori. Una volta raccolti tutti i dati, ossia tutte le info raccolte x ognuna delle variabili, si pone il problema di sintetizzare le info in un INDICE. TEORIE E TECNICHE DELLA RICERCA SOCIALE Le scienze sociali tra senso comune e scienze fisico-naturali - Il processo della ricerca scientifica OBIETTIVO: Introdurre i fondamenti del metodo e tecnici della ricerca sociale. Verranno esposti CONCETTI TEORICI. Tutti i CONCETTI ruotano intorno 1 schema che mostra 5 livelli sui quali si forma la ricerca empirica nelle scienze soc. Aspe cerca quantitativa > tutto ciò che ha a che vedere coi sondaggi, uso analisi dei dati attraverso statistica... Percorso >legato în particolare alla ricerca di tipo quantitativo. TESTI DI RIFERIMENTO: Manuale di Corbetta - Metodologia e tecnica della ricerca sociale _ Mulino Bologna SCIENZE SOCIALI che stanno TRA scienze fisico-naturale e senso comune. Quando pox attribuire alle 2 l'etichetta di SCIENTIFICITA'?! Dobbiamo basarci su 2 principi portanti: 1. Uso diun linguaggio altamente formalizzato 2. Controllo degli asserti mediante l’esperimento Il nuovo linguaggio e il # modo di osservare crea + rottura con il mondo del senso comune. Fino al secolo scorso il modello di riferimento x la pratica SCIENTIFICA era il 3 Modello POSITIVISTA. ‘> Esso concepisce il metodo scientifico attraverso una sequenza di passaggi in forma lineare: ® Da RVAZIONE] > si producono | I| > si passa ad |ESPERIMENTO] > si arriva a formulazione di una x dare una SPIEGAZIONE previsionale dei fenomeni naturali. q L Modello poi criticato sulla base del fatto che > NO POX fondare LI NUM. FINITO di OSSERVAZIONI SPERIMENTALI. Soppiantato poi dal FALSIFICAZIONISMO di POPPER o CONTROLLO DEDUTTIVO DELLE TEORIE. Cosa comporta qst nuova visione scientifica? Viene confutata la pox di verificare le LEGGI SCIENTIFICHE a favore di 1+ ( ql |E che devono reggere ai tentativi di FALSIFICAZIONE. Restano in vigore finchè non abbiamo nuove scoperte che mettono in discussione quanto avevamo assunto nelle teorie precedenti. Quindi l'accettazione è provvisoria. perché le teorie devono reggere i tentativi di FALSIFICAZIONE. Sia l'approccio POSITIVISTA che RAZIONALISMO CRITICO di Popper sono stati riferimento di + metodologie e tecniche di ricerca sociali. Facendo un passo indietro, il nascere delle discipline storico-sociali è stato influenzato profondamente da 2. filoni di pensiero: 1. Sirifà alla tradizione UMANISTICA OCCIDENTALE - PARADIGMA/FILONE ERMENEUTICO, UMANISTICO, ARISTOTELICO, COMPRENDETE 2. Deriva dalla tradizione SCIENTIFICA - SPERIMENTALISMO GALINEIANO e EMPIRISMO INGLESE - entra nelle scienze sociali come POSITIVISMO POSITIVISTI > lo studio dei fatti sociali doveva puntare ad accettare la presenza delle LEGGI COSTANTI. Dunque si muoveva sul modello della FISICA. AI di sotto dei fatti reali essi ricercavano le leggi costanti quindi questi fatti erano solo apparentemente accidentali, occasionali, perché al di sotto bisogna andare a riconoscere quali erano le leggi costanti che li producevano. » ottica di studio DETERMINISTICA. Quindi, spiegazione del PERCHÈ i fatti avvengono, andrebbe ricercata negli eventi precedenti cioè le CAUSE. - Antesignani nel filone POSITIVISTA sono: Spencer, Comte, Mill. Filone COMPRENDENTE > vede come matrice dei fatti sociali: LIBERO ARBITRIO. Fatti sociali sono quindi determinati da infiniti fattori tra i quali assumono particolare imp. le SCELTE e AZIONI che vengono compiute dagli individui x perseguire dei FINI. Fatti sociali quindi spiegati attraverso l’INTERPRETAZIONE e COMPRENSIONE dei SIGNIFICATI che gli attori conferiscono alle PROPRIE AZIONI. Quindi fenomeni visti come: risultato dell’agire finalizzato degli individui anzichè come prodotto di fattori causali. Spiegazione dei fatti sociali è quindi FINALISTICA. - Questi principi COMPRENDENTI li ritroviamo nello 9 di fine secolo. - WINDELBAND sulle orme di Kant sostiene + IDEOGRAFICHE. tra scienze NOMOTETICHE e scienze o scienze NOMOTETICHE > sono equiparabili all’interpretazione precedente con nome: POSITIVISMO. Cercano le LEGGI COSTANTI. o scienze IDEOGRAFICHE + sono quelle scienze precedentemente individuate come filone COMPRENDENTE. Scienze che cercano l’INDIVIDUALITÀ -le spiegazioni attribuite dagli attori in azione x raggiungere det. fini. - DILTHEY + filone metodi che cercavano SPIEGAZIONI, NESSI CAUSALI tra fatti sociali > scienze della NATURA. - Altri, incentrati invece sulla COMPRENSIONE > scienze UMANE. 1 2 filoni si sviluppano con grande ATTENZIONE alle METODOLOGIE. - (dibattiti fine 800) - Ad essi si rifanno: DURKHEIM > studioso di matrice POSITIVISTA. -2 imp lavori: sul Metodo, sul suicidio. > L'aspetto + IMP che queste prospettive hanno in comune è il rovesciamento del Ruolo dello scienziato sociale. ‘ | fenomeni sociali sono visibili e interpretabili solo dagli attori in situazione, che stanno svolgendo questi atti, quindi dobbiamo andare a studiare quali sono i significati, il senso che gli attori danno alle proprie azioni. Categoria fondamentale FENOMENOLOGIA > attore stesso, unico legittimato ad estrarre il senso delle proprie azioni. Per capire, compr A', il ricercatore deve partire dagli attori cercando di cogliere le COSTRUZIONI ORIGINALI di senso e significato che questi attribuiscono alla loro. azione. Comprendere un fatto sociale -x sti studiosi- significa 3 sfruttare le affinità che collegano gli esseri umani, che sono comuni sia al ricercatore che agli attori osservati. Il principio è dell’ EMPATIA > cioè la pox di stabilire un legame psico-affettivo con l’attore su cui si sta ricercando. Gli studiosi di qst filone ritengono che lai COMPRENSIONE rappresenti lo La COMPRENSIONE è possibile x cla c comune partecipazione delle persone ai comuni mondi della vita quotidiana. Noi stessi siamo gli osservatori, ma abbiamo questo rapporto che ci lega agli osservati coi quali condividiamo questi “”. Ulteriore elem. che connota l'approccio è l’IMP. del LINGUAGGIO > elemento apparente che ci consente di cogliere il senso del comunicare. -(/ da significato) senso: legame tra enunciato parlato e qnt sta prima/dp la parola, rilevanza situazionale. PROSPETTIVE METODOLOGICHE + attuali sono di varia natura > dibattito iniziato con Popper che ha messo in discussione gli ideali di certezza che caratterizzavano la produzione delle TEORIE SCIENTIFICHE. 2° questa sua interpretazione è IMPOX verificare TEORIE una volta x tutte perché + possono subentrare nuove conoscenze nell'evoluzione della scienza che mettono in discussione anche le teorie + accreditate. Ideale metodologico d impi logici era quindi di 1 accettazione provvisoria. Altra IMP considerazione riguardo > le pratiche cognitive di senso comune sulle operazioni compiute da ricercatori. La tradiz sociologica - come visto - ha preso le distanze dalle pratiche cognitive della vita quotidiana, MA non ha mantenuto sta tendenza perché sia i sociologi che gli storici della scienza hanno messo in luce come gli aspetti della cultura hanno un influsso enorme sulla creazione e valutazione delle TEORIE. > SCIENZA risulta essere una COSTRUZIONE SOCIALE sulla quale influiscono fattori sociali, politici, di contesto, individ. IMP tener conto del contesto storico-sociale e dei processi cognitivi che si attivano nella VITA QUOTIDIANA. L'influenza delle pratiche cognitive di senso comune è stata messa in luce in particolare dalla tradizione QUALITATIVA della ricerca soc. Seguendo la strategia di ricerca QUALITATIVA il ricercatore mira ad assumere il pdv dell'attore sociale. Nelle SCIENZE SOCIALI coesistono 2 logiche dell'INDAGINE: 1. Logica della SCOPERTA - TROVARE 1 RISP alla domanda che ci facciamo (creare e generare conoscenza). Prevale il contenuto di CONOSCENZA. 2. Logica del CONTROLLO - CONTROLLARE la RISP trovata. (nella ricerca sociale riguardo gli interrog. sulla vita sociale). - Analizziamo il grado di AFFIDABILITA' della risp. Ogni processo di CONOSCENZA dei fenomeni sociali può essere scomposto così. - Nel processo della ricerca sociale ritroviamo ENTRAMBE le 2 logiche. - Sulla base di questa duplice distinzione, vediamo che esistono anche ricerche in cui prevale 1 SOLA logica: # Ricerche di tipo ESPLORATIVO - andiamo ad esplorare, non a controllare teorie. è CONFERMATIVE - controllo delle congetture. - Alcentro di molte INDAGINI qualitative c'è l'indagine della SCOPERTA. - Perquanto riguarda le quantitative è + presente la logica del CONTROLLO. RICERCA EMPIRICA nelle SCIENZE SOCIALI Si distingue da altri tipi di indagine perché cerca di TROVARE RISP. ad interrogativi sulla vita sociale. Produce un SAPERE CONTROLLABILE che è costituito da una serie di proposizioni e nessi tra loro che vengono giustificati da una base EMPIRICA. Le operazioni EMPIRICHE e CONCETTUALI tipiche di ogni ricerca sociale prevendono: I. Raccolta delle INFO Il... Trasformazione di esse in CONOSCENZA > Queste operazioni di ricerca vengono suddivise in gruppi organizzati 2° una sequenza logica. SCOPO della RICERCA SCIENTIFICA 3 aumentare grado di conoscenza della realtà. X i sociologi è la realtà sociale. La CONOSCENZA SCIENTIFICA si compone a sua volta di 2 filoni: ‘1. SPECULAZIONE TEORICA 2. RICERCA EMPIRICA La CONOSCENZA SCIENTIFICA può essere raggiunta con # metodi. La metodologia della ricerca sociale si occupa dei PROBLEMI legati all’individuazione dei metodi + adeguati da utilizzare in relazione ad 1 particolare PROBLEMA CONOSCITIVO che vogliamo risolvere. -A sua volta il METODO si avvale di # TECNICHE. -Es. metodo: inchiesta. Osservazione - tecnica: questionario. Os.Partecipante. METODO + insieme delle mosse procedurali. “Strada che decidiamo di intraprendere” . TECNICHE > Fanno riferimento agli strumenti che utilizziamo x raggiungere specifici obiettivi; quindi variano in relazione agli obiettivi e al problema di indagine. “Gli strumenti che mettiamo in campo x percorrere la strada”. Per DISTINGUERE - SCIENZA da altri tipi di CONOSCENZA - chiarire 2 punti chiave: 1. Problema della FALSIFICAZIONE - la scienza muove da delle congetture, da ipotesi che dobbiamo tentare di confutare. Compito dello scienziato soc > mettere alla prova qst congetture che formalizzate in proposizioni hanno una validità generale quindi le definiamo TEORIE. Quindi l’atti icerca volta alla confutazione di queste congetture può essere definita come + tentativo di falsificazione di una teoria. Una TEORIA non può essere verificata, falsificata una volta x tutte perché possono emergere fatti che mettono a repentaglio la sua validità anche se ben affermata. Non c’è mai certezza assoluta. Quando i risultati diventano troppo contradditori: si verifica una RIVOLUZIONE SCIENTIFICA che porta a sostituire il paradigma precedente. PARADIGMA > modello, schema di riferimento articolato, coerente di teorie, metodi e procedimenti che caratterizza una fase di evoluzione di una det scienza. -Tratto distintivo della scienza è che prevede la pox della sua FALSIFICAZIONE. 2. Problema della DELIMITAZIONE - requisiti affinchè 1 attività di ricerca possa esser considerata Scientifica: EMPIRICA > oggetto della conoscenza scientifica è il mondo sensibile cioè che cade sotto i nostri sensi. DECIDIBILE > l’enunciato deve essere falsificabile. PUBBLICA > vanno rese pubbliche le ragioni e le procedure che hanno portato lo scienziato a formulare qst enunciati scientifici. RIPETIBILE > qst enunciati consentono la ripetibilità dei risultati. (difficile realizzazione nelle scienze sociali). Quali sono le MOTIVAZIONI di fondo che muovono la RICERCA SCIENTIFICA?! 1. Capacità di MIGLIORARE la pox di descrivere i fenomeni sociali 2. SPIEGAZIONE - Spiegare i fenomeni sociali 3. PREVISIONE - prevedere i fenomeni sociali Come si sviluppa il processo di ricerca, COME possiamo ARTICOLARLA. METODO SCIENTIFICO definizione + una procedura, una strategia generale che ci indica una serie di stadi che lo scienziato deve eseguire x raggiungere lo SCOPO della ricerca. Ci rimanda ad una serie di regole, norme, raccomandazioni x ogni mossa in cui si articola questa procedura. SCHEMA DI WALLACE - Come si esplicita il processo di ricerca scientifica. È un processo CIRCOLARE - può essere percorso + volte nella stessa ricerca. Partiamo dalle TEORIE > esse sono un 1° approccio all'oggetto di studio. Dalle TEORIE attraverso un processo di deduzione logica ricaviamo alcune IPOTESI. Sulla base di esse costruiamo un DISEGNO DI RICERCA, si tratta di ritagliare un aspetto finito della realtà dalle teorie e formulare ipotesi che andiamo a sottoporre alla VALIDAZIONE (individuiamo un disegno di ricerca che ci serve x validare queste ipotesi) attraverso la rilevazione empirica dei dati. - Livello di organizzazione meno rigido: SCHEMA DI SCOMPOSIZIONE DEI TESTI da cui estrapoliamo parole chiave e costruiamo schemi interpretativi. 4° livello ANALISI DEI DATI > è l'insieme di procedure formali e informali attraverso le quali i dati indipendentemente dal grado di organizzazione vengono analizzati x stabilire delle proposizioni, asserti, collegamenti tra queste proposizioni ossia quel tipo di proposizioni che costituiscono l'ossatura del discorso con cui daremo conto della ricerca. Non tutte le procedure di analisi dei dati sono automatiche impersonali. Non tutte le procedure formalizzate utilizzano la statistica ANALISI DEI DATI prevede > nel caso della ricerca QUANTITATIVA > l’analisi della MATRICE DEI DATI che è questa struttura in cui inseriamo le info raccolte attraverso un sondaggio. ANALISI DEI DATI nel caso di interviste QUALITATIVE > passerà attraverso l’analisi del testo. 5°livello ESPOSIZIONE DEI RISULTATI + è l’ultimo livello, l’ultima fase della ricerca empirica. Ha 3 compiti: 1. Rendere + trasparente possibile l'itinerario della ricerca. Dar conto di quello che abbiamo fatto nel percorso di ricerca. Il percorso metodologico. Dar conto di tutti i passaggi, compresi gli errori. 2. Comunicare i risultati + IMP ottenuti in sede di analisi. 3. Stabilire un raccordo con la letteratura precedente ed eventualmente suggerire delle nuove linee di ricerca. >La successione tra le 3 operazioni centrali non è fissa. | 3 livelli corrispondenti possono venire attraversati + di 1 volta nella stessa ricerca. Nello schema vediamo che DISEGNO DELLA RICERCA e ESPOSIZIONE DEI RSULTATI sono i 2 estremi che non hanno interazione con i livelli centrali. Mentre le frecce mettono in evidenza il fatto che possiamo tornare indietro in alcuni casi; in fase di analisi dei dati ci accorgiamo es. di un codice strano che è stato inserito senza capirne il motivo, es. decidiamo codice 1maschio, codice 2femmina, ma ci ritroviamo poi un 3, dobbiamo individuare l'errore che ci fa ritrovare in sede di analisi col 3, dobbiamo riprendere il questionario e capire per quale ragione è stato inserito il 3. Si tratta in questo percorso (dal disegno all'esposizione) di una sequenza CONVENZIONALE > una sequenza che troviamo nei manuali, ma che nessuna ricerca segue in modo letterale. DIFFERENZIAZIONE: QUANTITÀ E QUALITÀ 1 5 livelli che strutturano una ricerca sono comuni a qualsiasi ricerca empirica ben condotta. Quindi 1 modo x distinguere tra i tipi di ricerca, ovvero tra approcci e disegni di ricerca metodologicamente # è dato dall'alternativa tra ricerca quantitativa e qualitativa. IL Nella ricerca QUANTITATIVA > si fa riferimento alla maggior parte delle ricerche che si basano su 1 ampio ricorso alla statistica. Es. sondaggi, disegni sperimentali. Il Nella ricerca QUALITATIVA > facciamo rientrare le principali forme di ricerca sul campo che + o - tutte dipendono dall’osservazione partecipante. Es. indagini etnografiche, analisi dei piccoli gruppi. Rappresentante del 1° filone è la ricerca Survey. Rappresentante tipico del 2° è la ricerca etnografica. Le ricerche della famiglia QUANTITATIVA si qualificano di norme x almeno 3 caratteri: 1. IMPIEGO DELLA MATRICE DEI DATI. 2. LA PRESENZA DELLA DEFINIZIONE DELLA MODI DELLA MATRICE DEI DATI - che x lo + è una matrice che si chiama casi x variabili. 3. IMPIEGO DELLA STATISTICA O DELL'ANALISI DEI DATI. Ricerche appartenenti alla famiglia QUALITATIVA si qualificano x: 1. ASSENZA DELLA MATRICE DEI DATI 2. NONISPEZIONALITÀ DELLA BASE EMPIRICA © 3. CARATTERE INFORMALE DELLE PROCEDURE DEI DATI. (schema ricerca sociale) Vediamo che i punti 1. rimandano all’ORGANIZZAZIONE DEI DATI (al livello 3). I punti 2. rimandano al livello 2 ovvero alla costruzione della base empirica. I punti 3. rimandano al livello 4 cioè alle procedure di analisi dei dati. > Possiamo dire che nel processo di ricerca sono proprio questi 3 livelli centrali a fare la differenza. > L'opposizione tra ricerca quantitativa e qualitativa nasce dal fatto che esse compiono delle scelte differenti su ciascuno di questi 3 piani. © Cosa significa NON ISPEZIONABILITÀ DELLA BASE EMPIRICA > è 1 caratteristica intrinseca alla RICERCA SUL CAMPO. RICERCA SUL CAMPO > il realizzare un particolare mix tra OSSERVAZIONE e PARTECIPAZIONE cioè trovare un punto di equilibrio tra questi 2 poli. Osservare partecipando significa che la raccolta di queste info che formano la base empirica non è delegabile. > L'autore deve prendere parte in 1a persona a questa interazione sociale che lui vuole capire. Questo rende il rapporto con gli oggetti meno verticale rispetto al tipo di rapporto che si instaura nel caso del sondaggio che non presenta interazione significativa. Nel caso della ricerca di tipo qualitativo, osservazione partecipata, c'è un osservatore che guarda perché deve entrare in relazione con questa comunità. Lui è quindi il [DEPOSITARIO della CONOSCENZA. L'unico DEPOSITARIO PIENO DELLA BASE EMPIRICA su cui fonderà le sue analisi e trarrà le sue conclusioni. La base della sua ricerca è invisibile ai destinatari della ricerca # dagli osservati, gli studiosi devono in qualche modo fidarsi. > Per questo nella ricerca qualitativa si tende a invocare con insistenza il criterio quindi a sottolineare l’IMP di un ritorno di info e risultati alle fonti della ricerca ossia le popolazioni studiate. Il fatto di dire che queste interpretazioni sono adeguate può avvenire solamente quando i sogg che son stati studiati RICONOSCONO come valide queste osservazioni, quindi sono loro i giudici x cui questa base empirica è ispezionabile altrettanto di quanto lo sia x l'autore della ricerca. Solo in questo senso si dice che la BASE EMPIRICA NON è ISPEZIONABILE. DICOTOMIA TRA QUALITÀ E QUANTITÀ > sul piano logico esprime forme mentali, abitudini e stili cognitivi profondamente radicati e alternativi. Per capire cosa divide questi 2 modi di fare ricerca dobbiamo andare alle origini delle scienze sociali e ai 2 grandi dibattiti sul METODO. Il dibattito rispondeva al bisogno d'identità delle scienze sociali. Esse nascono col complesso di inferiorità nel confronto delle scienze naturali. Le scienze dell’uomo e della società hanno dovuto fin dall'inizio scegliere tra 2 modi opposti di reggere alla sfida, di reggere il confronto con le altre scienze. > Scegliere i 2 modi fondamentali attraverso i quali gli attori sociali costruiscono la loro identità: 1. IDENTIFICAZIONE da un alto 2. INDIVIDUAZIONE dall'altro -Seguire IDENTIFICAZIONE > significava cercare di imitare scienze dure, importandone metodi, accettandone i criteri di validità. -Seguire la via dell'INDIVIDUAZIONE > significava marcare al max la propria differenza, sottolineare la propria specificità riguardo all'oggetto, i propri compiti, criteri di validità. ® Davanti questo bivio le scienze sociali imboccarono entrambe le vie. X sorreggere le proprie scelte dunque elaborarono 2 mini fondativi: 1. MITO DELL’OGGETTIVITÀ > scelto dai sostenitori scienze dure. 2. MITO DELL’ADEGUATEZZA > scelto da chi marcava l'autonomia delle scienze sociali. X. i fare scienza significava soprattutto neutralizzare gli interventi arbitrari del ricercatore e garantire la pox di controllare i risultati ottenuti dalla comunità scientifica. PROBLEMA centrale > SPIEGARE nel senso di produrre resoconti pubblici, controllabili. Xi 2i significava sopp saper tener conto della complessità degli oggetti delle scienze sociali e garantire la non arbitrarietà dell'interpretazioni dell'osservatore quindi garantire il pdv degli osservati. PROBLEMA centrale > COMPRENDERE, saper entrare con successo nelle forme di vita che si osservavano. # DICOTOMIA QUALITÀ - QUANTITÀ nasce da questa frattura originaria e tende a perpetuarla. Si riproduce la competizione originaria tra i miti fondativi oggettività - adeguatezza, rigore - profondità, tecnica - intuizione. Entrambi i miti sono buoni, capirne le ragioni, in un disegno della ricerca possono coesistere. CONCETTI CONCETTO DI CONCETTO. Cos'è? La capacità di formare e comunicare concetti è una condizione necessaria anche della capacità che ha l’uomo di condurre le sue attività nella vita quotidiana. Grazie alla capacità che abbiamo di formare concetti abbiamo la pox di raccogliere e rapp in categorie ciò che si perderebbe nell'esperienza, nella molteplicità dell’esperienza. Come possiamo definirlo? -È un ritaglio operato in un flusso di esperienze infinite. Un ritaglio che operiamo sia in estensione che in profondità. Infinitamente mutevole. Questo ritaglio si opera considerando globalmente un certo ambito di queste esperienze. Es. unificando alcune esperienze visibili e tattiche del concetto di tavolo. Es. alcuni stati d'animo nel concetto rabbia. Quali CONCETTI possono essere attribuiti come proprietà agli OGGETTI dipende dal tipo di oggetti di cui si tratta. Se l’unità è l’uomo possibili proprietà saranno tutti gli attributi che riguardano l'individuo: religione a cui aderisce, partito x cui ha votato, nazionalità... Se l’unità è il comune le proprietà potranno essere: superficie, tipo di giunta che lo regge, proporzione di analfabeti sui residenti... Noi possiamo immaginare x ogni unità infinite possibili proprietà. In base a quale criterio il ricercatore sceglie le proprietà che diventeranno oggetto della ricerca? Ci sono 2 criteri metodologici che ogni proprietà deve soddisfare x essere oggetto di ricerca: 1. ICASI OGGETTO DELLA NOSTRA RICERCA DEVONO POTER ASSUMERE ALMENO 2 STATI DIFFERENTI DELLA PROPRIETÀ IN QUESTIONE. > se i casi sono gli individui e la proprietà il genere. Se come unità abbiamo la casalinga e l'ambito la città di Milano nel 2020, il genere e il comune di residenza sono 2 proprietà costanti perché le abbiamo già date x acquisite selezionando come unità “la casalinga” e “la città di Milano”. Nel questionario quindi non andremo a chiedere l’attività della persona intervistata e così x la città. L'ASSENZA O LA PRESENZA COSTITUISCONO 2 STATI DIVERSI DI UNA PROPRIETÀ - gli stati diversi possono essere ben + di 2. Se una proprietà può assumere stati diversi da un caso ad un altro si dice che può VARIARE > nel linguaggio scientifico significa assumere stati diversi da caso a caso nello stesso momento. La capacità di VARIARE però non è sufficiente perché una proprietà possa essere definita una variabile ed essere oggetto di una ricerca scientifica. LA PROPRIETÀ deve avere la possibilità di assumere almeno 2 stati x poter dire che essa varia e quindi diventare una VARIABILE. MINIMO 2 STATI. 2. IL RICERCATORE STABILISCA IN CHE MODO QUESTI STATI DIFFERENTI DEVONO ESSERE RILEVATI E REGISTRATI + parliamo di definizione operativa della proprietà. - la definizione operativa è il passaggio essenziale x trasformare la proprietà in una variabile. X definizione operativa proprietà X intendiamo il complesso di regole che guidano tutte le operazioni con cui lo stato di ogni caso sulla proprietà X viene rilevato, assegnato a una delle categorie stabilite in precedenza e registrato nel modo necessario a permettere le successive analisi con le tecniche che andiamo ad usare. Dalla proprietà X dobbiamo definire come verranno assegnati i casi sui diversi stati che quella proprietà può assumere. Es. del titolo di studio: possiamo scegliere x rilevarlo 5 categorie su cui i casi vanno a posizionarsi (elementare, medie, superiore, laurea, post-laurea) il ricercatore lo stabilisce in base gli obiettivi della ricerca. Da 5 potremmo aggiungerne altre “mancanza di titolo, dottorato..” in relazione all'obiettivo della ricerca. > Questo rientra nella DEFINIZIONE OPERATIVA DELLA PROPRIETÀ. Come ogni caso verrà rilevato su quella proprietà, come lo assegnano ad una di quelle categorie, come lo registriamo nel modo necessario che ci consente la successiva analisi. Ulteriore distinzione tra UNITÀ DI RACCOLTA E UNITÀ DI ANALISI UNITÀ DI RACCOLTA o di rilevamento dei dati e UNITÀ DI ANALISI o di riferimento. Se le info sono raccolte a un livello inferiore di quello a cui sono state riferite alcuni autori parlano di proprietà analitiche. Al termine ANALITICHE è preferibile il termine AGGREGATE > dato che queste proprietà vengono poste in essere aggregando info che noi raccogliamo su un'unità di tipo diverso da quelle a cui vengono riferite. Per chigrire meglio Es. Unità della ricerca è il Comune Desumiamo tutte le info riguardanti il Comune come ad es. il num. di abitazioni sfornite di servizi, num. di aule scolastiche,.. da varie fonti come pubblicazioni ufficiali, annuari statisti che presentano queste info, quindi le info sono state raccolte da unità di tipo diverso dal Comune, gli istituti scolastici, le famiglie,.. e poi sono state aggregate a livello Comunale. L'unità di analisi è il Comune, l’unità di raccolta sono le famiglie, gli istituti scolastici, gli annuari,... Il processo di aggregazione resta determinante dal pdv logico, anche se è seguito da altre operazioni matematiche. Sono proprietà aggregate del Comune: il reddito medio dei suoi abitanti che è a sua volta il quoziente di altre 2 proprietà aggregate: il reddito totale e la popolazione totale. CARATTERISTICA DELLE PROPRIETÀ AGGREGATE > è quella di essere rilevate sulle parti e riferite Se parte è l'individuo, l'intero possono essere di volta in volta la famiglia, il gruppo professionale e così via... È possibile inversamente che una proprietà che viene rilevata sull’intero sia riferita ad una parte. Ades. a un Comune può essere attribuito come proprietà l'indice dei prezzi o della qualità della vita, calcolato x la provincia cui appartiene > in questo caso parliamo di PROPRIETÀ CONTESTUALI. Quando l’unità è l'individuo nelle scienze sociali non ci sono proprietà aggregate. Non sono pensabili unità di rilevamento che siano parti rispetto l'individuo inteso come intero. Sono molto IMP nei casi degli individui le cosiddette PARTI CONTESTUALI > num. membri della sua famiglia, dimensioni Comune in cui risiede, prestigio della sua professione... Altrettanto IMP: le PROPRIETÀ RILEVATE A LIVELLO INDIVIDUALE, ma su individui # da quello che è il caso di quella ricerca. Es.: il partito preferito dal padre, il grado di religiosità della madre, il titolo di studio dei genitori,.. > iInuna ricerca l’unità di analisi o di riferimento deve essere sempre la stessa. Le proprietà di tutti i tipi fin ora descritti possono essere rilevate in un ordine che noi stabiliamo e diventare variabili in un ordine che noi decidiamo (il ricercatore). In. mancanza di indicazioni contrarie: tutte le variabili di una matrice si ritengono rilevate allo stesso tempo, cioè tutte le variabili di una stessa ricerca si intendono rilevate allo stesso tempo. > Se noi abbiamo deciso che la somministrazione dei questionari deve avvenire in un lasso di tempo da gennaio a marzo 2020 supponiamo che questi questionari, queste info siano rilevate in questo preciso tempo, allo stesso tempo. Possiamo però rilevare le stesse proprietà e altre proprietà degli stessi casi in tempi successivi. Es.: sottoponiamo a un gruppo di sogg. individuati o casi selezionati attraverso la tecnica dell'intervista 1 questionario su 1 det. argomento: se riproponiamo la medesima rilevazione utilizzando la stessa tecnica dell'intervista, a distanza di tempo, si dice che questi casi costituiscono un pannel (termine inglese che designa una giuria, ogni gruppo con una composizione stabile). MATRICE DEI DATI Quando intraprendiamo una ricerca scientifica scegliamo come visto, un insieme di oggetti dello stesso tipo, i casi. E dobbiamo registrare il loro stato su alcune proprietà che abbiamo trasformato in variabili attraverso la definizione operativa. IMP RICORDARE: cosa si intende x proprietà in riferimento ai casi quindi che a loro volta vengono selezionati da un universo, una popolazione di riferimento. Una volta scelte le proprietà, l'età, sesso, titolo di studio, confessione religiosa, se parliamo di individuo, le dobbiamo trasformare in variabili, cioè proprietà che variano, sulle quali andiamo a rilevare gli stati dei casi -Come trasformiamo le proprietà in variabili? regole di come variano, di come a loro volta i casi si vanno a posizionare nelle categorie scelte che vanno a rappresentare gli stati di quella proprietà, e infine dobbiamo anche decidere come li andiamo a registrare (vedi livelli della ricerca). C'è sempre la necessità di organizzare i dati, perché se non facciamo questo passaggio non abbiamo poi la possibilità di analizzare questi dati. C'è un PRINCIPIO molto IMP di organizzazione che ci consente di inserire in uno schema di interpretazione le info raccolte. Se la registrazione è sistematica (cerchiamo di registrare lo stato di tutti i casi su tutte le proprietà previste) è conveniente organizzare le info così raccolte in una [MATRICE DEI DATI, IMATRICE DEI DATI > immaginare come un foglio Excel dove nelle righe troveremo i casi (in senso orizzontale le righe sono le posizioni che occupano i vari casi della nostra ricerca) mentre nelle colonne avremo le variabili (x ognuna delle colone troveremo una variabile). Ci sono tante righe quanti sono i casi. Se abbiamo ad es. fatto un sondaggio i casi sono gli individui, avremo tante righe quanti sono i casi della ricerca e tante colonne quante sono le variabili studiate, da V1 a VN°. Nell’intersezione tra la riga e la colonna troveremo il DATO. DATO > il valore assegnato a un certo caso su una certa proprietà. Es.: il cas Si is iabil ” che è la colonna che scende e lo va ad intersecare Leggendo la tabella Excel lungo le righe rispetto alla 1a variabile che è il “genere” troveremo una serie di numeri che vanno da (1) a @ a 2a della posizione che quei casi selezionati assumono rispetto alla variabile di “genere”. > Questo x ognuna delle colonne della MATRICE DEI DATI quindi rispetto al titolo di studio (ad @ corrisponderà es licenza elementare, @ licenza media, @ superiore,...),... (tutte le variabili scelte). ® Abbiamo quindi assegnato agli stati della proprietà dei codici numerici che li rappresentano (nel caso del “genere” abbiamo assegnato © Femmina e @ Maschio), quindi nel caso della MATRICE non troveremo altro che la rappresentazione dello stato del caso su quella proprietà. Ad ognuno di quei num. che ritroviamo nell’intersezione tra il caso e la variabile che stiamo studiando, corrisponde un valore di tipo QUALITATIVO anche se lo troviamo in forma numerica, perché il DATO è sintetizzato attraverso un codice numerico I ‘0 ® dato che i valori sono abitualmente costituiti da etichette numeriche > la MATRICE appare come una distesa di cifre. Per capire il significato di una singola cifra dobbiamo risalire alla variabile cui si riferisce la colonna su cui si trova quella cifra e poi al significato attribuito a quella cifra nel codice relativo a quella variabile. La MATRICE è un potente concentratore di info. Contiene solo dei simboli numerici. Dobbiamo quindi fare riferimento a 2 documenti esterni: - Il TRACCIATO SCHEDA > dice la posizione di ogni variabile nella MATRICE. VALIDITA’ DELL'INDICATORE > Un INDICATORE è valido se la sua estensione semantica cade interamente all’interno di quella del concetto di riferimento. Non è valido se cade completamente al di fuori di quella del concetto di riferimento. Es.: concetto di “libertà di stampa” - indi ido: assenza della censura preventiva (perché l'assenza è uno dei suoi aspetti), un indicatore non valido è es la produzione di carta (perché carta è un prerequisito x poss à di stampare, la sua produzione e distribuzione potrebbero essere libere o in mano al potere politico che ne decide l'utilizzo). Spesso però > situazione INTERMEDIA > l'estensione semantica dell’indicatore - x una parte: PARTE INDICANTE > si sovrappone a quella del concetto di riferimento. - Exuna parte: ESTRANEA > rimane esterno. Quanto + la ‘parte indicante è ampia rispetto quella ‘estranea - tanto + l'indicatore è valido. Quanto + prevale la parte estranea - tanto - l'indicatore è valido. Come si fa a stabilire quanto è estesa la parte indicante rispetto all'estensione del concetto? (Dobbiamo saperlo x stabilire quanto è valido l'indicatore) Difficoltà a det. nella realtà l'ampiezza della PARTE INDICANTE + IMP x questo usare una pluralità di INDICATORI x ognuno dei CONCETTI + IMP contenuti nelle ipotesi sottoposte a verifica empirica. > L'utilizzo di + INDICATORI dovrebbe minimizzare l'eventualità di mancare completamente il bersaglio, perché è probabile che ognuno di essi contenga una parte indicante + o - ampia. Dagli INDICATORI alle VARIABILI Vediamo attraverso l’es. applicato al CONCETTO “qualità della vita” la 2° fase del passaggio dall’astrattezza dei concetti ai concreti referenti empirici, dagli INDICATORI alle VARIABILI. Partiamo dal concetto “consumo culturale” - nel concetto ci sta ad es. la “frequentazione di cinema”, ma è ancora un livello di astrazione elevato, dobbiamo andare a scomporlo ulteriormente attraverso una definizione operativa x arrivare alle VARIABILI cioè a proprietà che possiamo rilevare concretamente nella realtà. Quando diciamo “frequentazione di cinema” ci riferiamo al n° di spettatori che frequentano le sale di normale programmazione? Ci riferiamo a coloro che frequentano i cine-club,..? facciamo riferimento anche a chi utilizza delle reti che trasmettono film (netflix,..)? Una volta deciso questo, dobbiamo decidere, x poter confrontare i dati tra città dimensionalmente molto diverse, se rapportare il dato complessivo sul consumo di cinema alla “popolazione residente” o a “quella maggiorenne”. Tutte le info di cui abbiamo bisogno costituiscono la definizione operativa x la variabile “consumo di cinema”. L'operazione deve essere ripetuta x tutte le variabili in cui traduciamo ognuno degli indicatori. Una volta raccolti tutti i dati, ossia tutte le info raccolte x ognuna delle variabili, si pone il problema di sintetizzare le info in un INDICE. Un INDICE che porterà come risultato finale alla graduatoria tra le città di provincia nell’es. della rilevazione della “qualità della vita”. Infine parliamo dell’ATTENDIBILITA’ (strettamente connesso al problema della VALIDITA') o AFFIDABILITA' è una proprietà del rapporto tra il concetto che ha suggerito la definizione operativa e gli esiti effettivi delle operazioni che tale definizione prevede. L'ATTENDIBILITA'/AFFIDABILITA' > è tanto + alta quanto + fedelmente, attraverso la definizione operativa, si riescono a registrare gli stati effettivi degli oggetti della proprietà che si studia. CLASSIFICAZIONE, MISURAZIONE, CONTEGGIO A 2° della natura della proprietà, la definizione operativa ha 3 modi alternativi x assegnare un valore allo stato di un oggetto sulla proprietà: 1 Le proprietà che CONSISTONO NEL POSSESSO DI o NELLA RELAZIONE CON UN CERTO N° DI OGGETTI - “un individuo ha n° figli”, “uno Stato ha n° Province”. > x queste proprietà chiamate PROPRIETA’ DISCRETE la definizione operativa ordinerà di contare direttamente o indirettamente gli oggetti POSSEDUTI DA o RELATIVI A ogni caso e di registrare il risultato del conteggio come valore di questo caso sulla relativa variabile. Es.: “n° figli di 1 individuo” si registra @ come stato di questo caso “individuo” in relazione al “n° figli”. Altre proprietà possono essere pensate come un CONTINUUM sul quale OGNI CASO OCCUPA UNA DATA POSIZIONE CHE CORRISPONDE AD UN N° REALE + PROPRIETA’ CONTINUE - altezza, durata della vita,... con n° reale intendiamo un termine con cui i matematici designano i numeri con infinite cifre. Non potendo registrare infinite cifre nella MATRICE DEI DATI, la definizione operativa dovrà dividere il continuum in categori te e assegnare a ciascun caso sulla variabile, che corrisponde alla proprietà in questione, il valore che corrisponde alla categoria in cui chi compie le operazioni concrete giudica che il caso andrà a cadere. Es.: x la proprietà “altezza” possiamo creare delle CLASSI: sotto il 1.60m, 1.61m - 1.75m e da 1.76m e oltre. A queste CLASSI possiamo assegnare un CODICE, (©) classe sotto 1.60m, poi @ e @. Un individuo si andrà a posizionare su una di queste 3 classi e gli verrà attribuito il valore di questa - OOO Per tutte le altre proprietà: PROPRIETA’ CATEGORIALI - la definizione operativa dovrà dividere l'estensione del relativo concetto in categorie. L'estensione del concetto “tipo di occupazione” in un certo n° di “occupazioni” e assegnare a ciascun caso il valore che corrisponde alla categoria alla quale chi compie le operazioni concrete giudica che il caso appartenga. Possiamo avere: PROPRIETA’ CATEGORIALI ORDINATE (es. “titolo di studio” abbiamo: assenza di titolo, elementare, media,.. - C'è un ordinamento crescente in questo caso dei titoli di studio conseguiti) o PROPRIETA’ CATEGORIALI NON ORDINATE (es. la religione/credo, il genere, la posizione professionale - non c'è una categoria che sta prima e una dopo, sono sullo stesso piano, non è possibile fare un ordinamento). > Il modo 1. può essere denominato CONTEGGIO > Il modo 2. nato dalla misurazione, chiamato MISURAZIONE in quanto fa riferimento alle proprietà continue pensate su questo continuum, es. altezza, qualità della vita, esistono delle unità di misura già prestabilite che noi possiamo utilizzare (cm, giorni, minuti,..) > Il modo 3. chiamato CLASSIFICAZIONE - si rivolge alle proprietà categoriali ordinate o non ordinate. CLASSIFICAZIONE Termine viene usato x designare numerosi concetti. Di cui 3 sono significati principali: I. La CLASSIFICAZIONE può essere definita come l'operazione intellettuale con cui l'estensione di un concetto è divisa rispettando alcune regole in un certo n° di classi e categorie. IL È anche l'elenco delle classi che abbiamo costruito, cioè il risultato della CLASSIFICAZIONE. Ill. È il procedimento con cui ogni singolo oggetto di un insieme viene assegnato ad una delle classi della CLASSIFICAZIONE. Sia il processo di costruzione delle categorie (es. “titolo di studio”: il creare le varie categorie che scompongono il concetto di “titolo di studio” è un atto di classificazione), una volta costituito l'elenco dei “titoli di studio” (licenza elem., media,..) anche questa è una classificazione, ancora il procedimento con cui ogni signolo oggeto di un insieme viene assegnato ad una di queste classi, categorie che abbiamo costruito è una classificazione. REGOLE, REQUISITI X ESEGUIRE UNA CLASSIFICAZIONE Le regole sono 3: 1. ESAUSTIVITA’ DELL'INSIEME DELLE CATEGORIE > ogni caso deve essere attribuito ad una classe. (esaustività: tutti devono poter trovare la loro collocazione nella classificazione, dobbiamo costruire una classificazione in cui tutti i casi possono collocarsi). 2. MUTUA ESCLUSIVITA' DELLE CATEGORIE + nessun caso deve essere attribuito a + di 1 classe. Es. “classi di età” tra 18 a 60, vogliamo suddividere in 3 classi di età, faremo 18-30, 31-45, 46-65. 3. UNICITÀ DEL CRITERIO DI SUDDIVISIONE > l'attribuzione deve basarsi su un unico criterio. Una volta fatta la classificazione è da adottare un unico criterio. Es. “selvaticità o domesticità del gatto” è selvatico o domestico, non può essere contemporaneamente a pelo rosso, grigio, nero,... il criterio deve essere unico in quella classificazione, non possono starcene 2, in questo caso “colore pelo” e “stato in natura”. Nessun caso deve essere attribuito a + di 1 classe. In una ricerca è la definizione operativa che garantisce la MUTUA ESCLUSIVITA’ DELLE CATEGORIE, vietando l'attribuzione a un caso di + di un valore sulla stessa variabile. Essa fissa anche dei criteri x la scelta del valore da assegnare in ogni situazione. CATEGORIE RESIDUALI come l’inclassificabile o altro, sono voci legittime di una classificazione, altrettanto legittime sono le categorie che garantiscono l'ESAUSTIVITÀ (completezza dell’info) anche quando non è rilevabile alcun stato del caso sulla proprietà in questione. + O perché manca il dato (le info nella fonte) o perché il soggetto non sa, non risponde - rende la categoria ESAUSTIVA. Se i dati mancanti però sono troppi 3 qualche segmento della definizione operativa è difettoso (es. qlc domanda è stata mal posta) o la proprietà che stiamo registrando è estranea a molti soggetti (es. opinione su un problema). Se chi esegue la CLASSIFICAZIONE deve assegnare una proporzione troppo alta di casi alla CATEGORIA RESIDUALE (es. nelle domande in cui è previsto “altro, specificare”) non c’è da fare altro che da concludere che la classificazione è stata operata in base ad una conoscenza insufficiente della realtà - perché si osserva che i Es. variabile IMP x l’analisi è il “reddito”: suddivideremo l'universo in sottogruppi (strati), x fasce di reddito, poi estrarre casualmente porzioni del campione separatamente da ciascuno di questi strati. Otteniamo così > controllare.la variabilità che è introdotta dalle variabili principali che si intendono are. Es. -se dovessimo analizzare “operatori sociali Fvg” procurarsi un loro elenco e estrarre i nomi casualmente, se ritenessimo che il tipo di professione potrebbe influire molto sulle risp. al questionario, potremmo suddividere l'universo x fig. professionali (psicologi, ass.soc., educatori,..) e estrarre da ciascun gruppo separatamente una porzione del campione. -Se si dovesse studiare il “Burnout”: opportuna una doppia stratificazione - x professione e x età - siccome + burnout al crescere dell'età. L'operazione di stratificazione è util ff diffi li . 3. CAMPIONE A STADI E A GRAPPOLI - prerogativa di qst campioni è di alleggerire i problemi creati da una difficile accessibilità a delle liste che contengono i nominativi dell'universo. Si ricorre quindi a campioni a diversi stadi. 3 Si costruiscono delle gerarchie di universi, ognuno con unità statistiche diverse fino ad arrivare al tipo di unità che è di interesse della ricerca. Es. dobbiamo operare un campionamento di giovani ITA: dobbiamo campionare a stadi. Costruiamo un 1° stadio composto dall'universo dei Comuni ITA, x farlo: fare un'estrazione casuale semplice o stratificata di un campione di Comuni, campionati i Comuni, 2° stadio: individuiamo i giovani andando a fare un'estrazione casuale nelle liste anagrafiche di questi Comuni. > x costruire il campione su cui fare le osservazioni che riguardano l'indagine. CAMPIONI NON PROBABILISTICI 1° tipo di campione > CAMPIONE RAGIONATO > forma di campionamento che ricorre in indagini di tipo esplorativo (indagini dove non abbiamo 1 liv. di conoscenza o ipotesi da verificare, fase di esplorazione, poca conoscenza della com. scientifica) o in indagini nelle quali si ha una scarsità di risorse. Denominazione RAGIONATO > dal fatto che la scelta del campione viene decisa dal ricercatore (non lasciata al caso). Non esistono regole fisse. La costruzione di questi campioni risulta essere molto utile a livello esplorativo. Ma se stiamo facendo una Survey abbiamo dei campioni di tipo NON PROBABILISTICO che risultano molto utili, alcuni molto conosciuti, questi campioni pur non facendo parte dei probabilistici, sono spesso utilizzati come surrogati. & Il+conosciuto è quello chiamato QUOTA SAMPLING > molto usato nei sondaggi di opinione, viene scelto con criteri non probabilistici dagli intervistatori. > innanzitutto stabilire qual è la dimensione del campione. Abbiamo ad es. degli intervistatori che collochiamo in # città, quartieri, ai quali distribuiamo mediante una serie di criteri un certo n° di casi. Es. si chiede a ciascuno di intervistare un certo n° di studenti al 2° anno dei corsi di laurea umanistici, l’intervistato poi si curerà lui di reperire attraverso le sue conoscenze, una serie di persone che rispondano ai criteri stabiliti dal ricercatore o dall’equipe di ricerca fino ad arrivare al n° a lui assegnato. Quindi diamo solamente i criteri che ci interessa siano rispettati e il n° di interviste che devono essere condotte. Questa pratica consente di risparmiare molto tempo rispetto le strategie casuali e in un certo senso sono rappresentativi perché il piano di assegnazione che viene fatto a riguardo di ciascun intervistatore avviene 2° dei criteri estremamente rigorosi in termini di strati e di stadi in modo da rispettare una certa rappresentatività. & Untipo ulteriore di CAMPIONE NON PROBABILISTICO > AVALANGA o SNOWBALL > qui la scelta delle unità non è lasciata alla regola della casualità statistica e invece di essere lasciata all’intervistatore, viene lasciata agli intervistati. Il 1° passo sta all'intervistatore, trovare la persona che corrisponde alle caratteristiche richieste dalla ricerca. Fatta l'intervista a sua volta si chiede alla persona intervistata altri nominativi di persone che rispecchino le caratteristiche richieste, le quali intervistate, indicheranno a loro volta altre persone con queste caratteristiche. + Idea dell’avalanga che si va ad ingrandire utilizzando le info degli intervistati. Questo tipo di campionamento SNOWBALL si possono usare sia in forma diretta, face to face, ma anche in un questionario postale dove gli si domanda di indicare ad es. in caso di ricerca su associazioni di volontariato, altre associazioni che operino nello stesso campo dell'associazione interpellata e che quindi allarga in continuazione il campione attraverso questo meccanismo di valanga. 7 lezione SCALE DI ATTEGGIAMENTO (vedi schema tipo di proprietà, variabili 5lez) A 2° della tipologia della proprietà vi sono delle 0, Si parla poi di PROPRIETA’ CONTINUE NON MISURABILI > x le quali non esiste in natura un'unità di misura. (cm...) Ad esse si applica la TECNICA DI SCALING x arrivare a comporre delle proprietà cardinali + sulle quali significa che si possono applicare tutte le proprietà che si usano con i numeri reali. ATTEGGIAMENTO > costituisce un concetto che è in bilico tra la sociologia e la psicologia sociale. Il dibattito teorico ha dato luogo a visioni molto # di cosa sia un ATTEGGIAMENTO. Per gli autori di estrazione sociologica (Thomas, Znaniecki) 3 gli atteggiamenti costituiscono i modi attraverso cui gli individui introiettano i valori sociali da cui verrebbero ispirati poi i modi di agire delle persone. ATTEGGIAMENTI > rapp la propensione ad agire rivolta a un valore, quindi ispira i modi di comportarsi delle persone. ATTEGGIAMENTI possono essere visti quindi come insieme di valutazioni e credenze che vengono date dagli individui su oggetti, fatti, personaggi. Come la propensione ad agire positivamente o negativamente nei confronti di oggetti, fatti, personaggi (con cui l'individuo entra in relazione). La propensione ad agire si riferisce al legame esistente tra atteggiamenti e pox futuri comportamenti. In questo senso si spiega l'interesse riscosso da questo tipo di studi in vari campi (da marketing a prevenzione). i degli atteggiamen ti è stata oggetto di molte ricerche anche in ambito ITA, i cui argomenti vanno dall'analisi dei valori e degli stili di vita, alla qualità della vita, alle problematiche giovanili, agli atteggiamenti sul lavoro. SCALE DI ATTEGGIAMENTO > strumenti che misurano gli ATTEGGIAMENTI. Diversi tipi di SCALE DI ATTEGGIAMENTO. | principi di queste scale ottemperano una serie di caratteristiche: 1. UTILIZZARE FRASI STIMOLO “ITEM” - descrivono sensazioni, opinioni. Questi ITEM rapp gli indicatori che hanno il compito di scomporre lo spazio semantico di un certo atteggiamento. Sono frasi stimolo che si presentano in sequenza e le sequenze alle volte sono molto lunghe > sequenze di frasi. Esse vengono rivolte a individui ai quali non è sempre trasparente il significato ultimo di queste frasi ovvero qual è il concetto dal quale siamo partiti x creare queste frasi stimolo che rapp gli indicatori del concetto. Chiediamo a queste persone di dare una valutazione, il loro accordo o meno su quanto viene inserito in queste frasi. Es.: “la guerra dovrebbe essere abolita?” “d'accordo o non d'accordo”. 2. Queste opinioni dovrebbero essere RIFERITE TUTTE AD UNO STESSO ATTEGGIAMENTO 3. Il PUNTEGGIO COMPLESSIVO che forniscono ci consente di COLLOCARE I SOGG che rispondono su 1 CONTINUUM IDEALE che va da un min a un max. Es.: “misuriamo il grado di autoritarismo”, “di predisposizione a comprare un dato prodotto”, “di interesse x la propria salute”, etc. 4. Siprescrive che le SCALE siano VALIDE E ATTENDIBILI e che siano sufficientemente AGEVOLI da usare - non devono essere troppo lunghe x poter essere inserite in un questionario. Le frasi stimolo al max devono essere 7 - 8 a scomporre un det atteggiamento. Le strategie di scomposizione delle scale sono varie e vengono tutt'ora denominate col nome degli autori che le hanno create: SCALA DI THURSTONE SCALA DI LIKERT SCALA DI GUTTMAN SCALA DI BOGARDUS SCALA DI OSGOOD FPEEE Le SCALE DI ATTEGGIAMENTO ci consentono di raccogliere info su atteggiamenti, opinioni, credenze, pregiudizi, propensioni, orientamenti di valore, rappresentazioni sociali, stili di vita. Si tratta di rilevare aspetti QUALITATIVI del sogg che non sono direttamente rilevabili (credenze,..) quindi dobbiamo trasformare in DATI QUALITATI Il delle SCALE DI ATTEGGIAMENTO è quello della MISURAZIONE GRADUATA > dell’assegnazione a ciascun atteggiamento dichiarato di un valore posto su una scala. Diamo un punteggio. Mediante le SCALE DI ATTEGGIAMENTO si arriva a discriminare non solo tra polarità di segno opposto (attegiam. di tolleranza, intolleranza), ma anche tra i livelli intermedi che stanno su questo continuum ideale dai giudici a quella affermazione. Il calcolo di questi valori ci permette di considerare la validità di ciascun item in relazione all'atteg. da misurare. Selezioniamo così le 20-30 affermazioni con un maggior grado d'accordo tra i giudici sul peso attribuito agli item. Vengono eliminati tutti quelli su cui c'è disaccordo. Gli item selezionati devono coprire tutta la gamma dei pox atteg. riguardo all'oggetto dell'indagine. La scala così ripulita viene inserita in un questionario e arriviamo ad un’altra fase 3 alla somministrazione In questa 1a fase (ancora non bersagliamo popolazione x rilevazione, ma a una piccola parte presa dal campione che ci interessa x valutare accordo o disaccordo) prevediamo x ogni domanda la pox di risp dicotomica “lei è d'accordo/disaccordo”, senza sfumature intermedie. La RISP verrà codificata con 1 d'accordo, 0 disaccordo. Raccolti i dati x ogni item verrà assegnato ad ogni sogg il peso costruito nelle fasi precedenti, 1 in caso di risp positiva e O in caso sia negativa. Il punteggio complessivo di ogni sogg viene ottenuto sommando tutti i punteggi ponderati conseguiti nei singoli item. > Limiti, + grosso è i giudici non sono in grado di valutare a prescindere dalle loro opinioni, credenze. Ne consegue che l'assegnazione dei punteggi ai vari item dipende dai soggetti, questo introduce elem. di distorsione. Nella redazione del questionario da sottoporre al campione dell'indagine si provvederà anche a non disporre gli item in ordine rispetto alla scala di intensità x non influenzare le risposte, non ci deve essere una graduazione dal max disaccordo al min disaccordo in relazione alle risp. > Scala macchinosa, non viene usata molto spesso. 2. SCALALIKERT - molto utilizzata. La troviamo solitamente nei questionari. Lanciò una proposta nella quale ad ogni individuo veniva attribuito un punteggio derivato dalla somma non ponderata dei risultati ottenuti agli item. Alla base c'è l’idea che l'atteggiamento sia un continuum sul quale i sogg possono collocarsi a 2° delle risp che vengono date alle affermazioni selezionate dal ricercatore. Come procediamo alla costi e della scgla: 1. Raccogliamo delle info molto coincise e semplici che esprimono un atteggiamento favorevole o sfavorevole rispetto l'oggetto considerato. 2. La categorizzazione delle affermazioni favorevoli o sfavorevoli spetta al ricercatore. 3. Le affermazioni devono fare riferimento a sentimenti, valutazioni, credenze, non a fatti. Persone con atteggiamenti # possono concordare su un fatto nonostante i giudizi opposti. X costruire gli item: utilizzare fonti documentarie, varie (ricerche fatte in precedenza x ispirarsi), raccogliere opinioni x la costruzione delle frasi stimolo. 4. Una volta scelte le affermazioni, vengono sottoposte a un campione di sogg che viene estratto dalla popolazione studiata, ad essi si chiede di esprimere il proprio accordo o disaccordo sulle affermazioni utilizzando una scala che va da 1 a 5 0 7 punti compreso il punto intermedio. Costruita la scala, sottoponiamo all’intervistato una batteria di affermazioni (di item) attinenti all’atteggiamento da indagare che si suppone riferito a un'unica area semantica (ad 1 unico concetto) che viene però specificato in numerose sotto-dimensioni. -siccome abbiamo 1 unico concetto che è oggetto della scala si tratta di 1 scala uni-dimensionale- Gli item devono essere chiari e sintetici, devono esaurire tutte le sotto-dimensioni dell’area semantica che si vuole misurare, possono/devono essere inseriti nella scala in modo casuale. La formulazione degli item e l’organizzazione del questionario richiede ATTENZIONE, evitare le distorsioni da parte dell’intervistato dovute alle risp meccaniche: distorsione chiamata RESPONSET > risposta in serie, tendenza che si acuisce quando si ha uno schema di risp che viene facilmente decodificato dall’intervistatore, ci sarà la tendenza a ripetere, dare la stessa risposta (es. sempre abbastanza d'accordo). Risp tutte affermative o tutte negative > distorsione YES SEIN o NO SEIN - si manifesta quando l’intervistato vuole enfatizzare la sua accondiscendenza o fastidio - saranno sempre risp “si” o “no”. Risp parziali > riferite solo a una parte della frase, è una distorsione che può accadere quando si sottopone all'intervistato delle frasi molto complesse. Le scale vanno ad un max di disaccordo a cui diamo il valore 1 o max accordo es. 5, passando x le posizioni intermedie. A ciascuno dei livelli vengono attribuiti dei numeri (da 1 a 5) su cui il sogg sceglie la propria posizione. Avremo es: “molto d'accordo” 5, “abbastanza d'accordo” 4, “incerto” 3, “abbastanza contrario” 2, “molto contrario” 1. 5. Una volta fatta la somministrazione, i punti ottenuti dai singoli sogg nei # item vengono sommati, si costruisce poi la somma di tutti i punteggi ottenuti da ciascuno dei sogg. Questa somma rapp la posizione provvisoria di ciascun sogg riguardo all’atteggiamento complessivamente esaminato. 6. A questo punto hanno luogo delle operazioni caratteristiche che servono x selezionare gli item della scala definitiva > l’ANALISI DEGLI ITEM - solo le affermazioni che superano la fase di analisi verranno considerate indicatori dell’atteg. che ci interessa. -Non abbiamo ancora ottenuto le frasi che ci interessano Il punteggio conclusivo si ottiene sommando i punteggi attribuiti dai sogg agli item rimasti. Problema della CURVILINEARITA’ + evitare item che vengono disapprovati x ragioni completamente #. Es. “completamente in disaccordo” x ragioni completam diverse. Es.: “a vostro parere è giusto garantire alle donne il 50% delle candidature alle elezioni politiche”, le persone solitam. risp con parere negativo, possiamo però raccogliere pareri negativi con opinioni diametralmente opposti - uno dice che è troppo liberare, l’altro il contrario, che questa scelta è potenzialmente limitante, dobbiamo quindi ovviare a qst tipo di problemi scegliendo affermazioni talmente radicali da distinguere nettamente tra favorevoli e contrari. 3. SCALOGRAMMA DI GUTTMAN > nelle 2 scale precedenti - punteggio attraverso le combinazioni delle risp alle domande - Ottenuto il punteggio complessivo, non siamo + in grado di risalire alle risp date da un individuo sui diversi item. 2 individui possono ottenere lo stesso punteggio risp nello stesso modo ma a domande #. > Nella scala di Guttman questo requisito è essenziale. Gli item vengono formulati così che chi rispondesse positivamente a un item che descrive un elevata intensità dell’atteg. dovrebbe automaticamente risp positivamente a tutti quelli di intensità inferiore. C'è una sorta di gradualità (di accordo/disaccordo) dell’attegg. nei confronti dell'oggetto. + costruzione chiamata COMULATIVITA’ DELLE CATEGORIE > item vengono concepiti come scalini di una scala di difficoltà, si scende gradualmente nell’intensità dell’attegg nei confronti dell'oggetto. Se es. volessimo analizzare l’attegg “conservatorismo” - essere d'accordo con un'affermazione di livello elevato come “instaurare la pena di morte”, in una scala uni-dimensionale dovrebbe comportare l'accordo anche su affermazioni che rivelano un contenuto + morbido come es. “aumentare la carcerazione preventiva” e “aumentare il n° poliziotti x abitante”,.. . La scala funzi ci » sui 2 una volta applicata questa X costruire la scala il ricercatore seleziona un gruppo di affermazioni che 2° un criterio di “ si riferiscono al concetto che vuole misurare, quindi esprimono un certo attegg. a vari livelli di intensit C'è una gradualità dell'intensità dell’attegg. - così facendo il 2° passaggio è ordinare gli item gerarchicamente a 2a della # gradazione di intensità. Poi si sceglie un tipo di codifica delle risp. -Es. “1 risp positiva”, “0 risp negativa”. Tipo di scala usato x ANALISI che NON riguardano strettamente ATTEGG. - questo tipo di gradualità nella scala basata sull’intensità dell’attegg, usata es. x analizzare comportamenti. Una di queste scale è la cosiddetta SCALA DI SINDACALIZZAZIONE FORMALE > 1° item: “è iscritto a organizzazioni sindacali” risp: “si, no”,... 2° item: “legge stampa sindacale”. 3° item: “partecipa alle assemblee sindacali?”. 4° “fa interventi alle assemblee”. 5° “ricopre o ha coperto cariche sindacali?” > il livello di coinvolgimento, dell'intensità della sindacalizzazione, cresce man mano si va verso l’item 5. La gerarchia dei / item è chiara in questo tipo di scala. 4. SCALA DI DISTANZA SOCIALE DI BOGARDUS > Un'altra scala annoverata tra le strategie di misura degli attegg. Egli misurò le distanze tra le varie componenti etniche degli Stati Uniti utilizzando delle domande caratteristiche a intensità crescente. La frase stimolo è “accetterebbe un ITA, Svedese,..” - 1° item: “come concittadino”, 2° item: “come compagno di lavoro”, 3° “come vicino di casa”, 4° “socio del club personale”, 5° “parente tramite matrimonio” - si vede come cresce la vicinanza o distanza sociale. È una scala graduata con il crescente attegg. nei confronti della diversità etnica. 5. DIFFERENZIALE SEMANTICO DI OSGOOD, SUCI, TANNENBAUM - 1957 - è una scala pluri- dimensionale. Le varie coppie di aggettivi utilizzate misurano aspetti diversi dell'oggetto o dell’attegg verso l'oggetto. Il differenziale semantico è uno strumento di carattere psico-metrico, ma spesso usato nelle Survey (sondaggi). Cc la scala: consiste in una serie di coppie di aggettivi rispetto ai quali si chiede agli interpellati di valutare un oggetto o un concetto. Serie di coppie di aggettivi contrapposti come “brutto, bello, “bassa, alta”, “buono, cattivo”... - In ogni coppia un aggettivo viene opposto al suo contrario. Sono conosciute nella valutazione ad es. dell’inabilità nell’handicap, nei trattamenti clinici o in ambito geriatrico. Nel campo del S.S. possono essere usate sia a livello diagnostico, sia x operare degli screening su popolazioni in modo da mettere in evidenza i problemi + rilevanti e i potenziali bisogni di assistenza. Utili anche x gestire liste di attesa -precedenza ricoveri casa di riposo. Nella gestione delle liste d'attesa vengono attribuiti dei punteggi, acquisiti da chi fa domanda, in modo da stabilire dei livelli differenziati di urgenza. Applicati al prima e dopo intervento invece consentono di valutare l'andamento di un progetto sulle persone singole, gruppi di utenti o popolazioni. Si distinguono scale di carattere oggettivo e soggettivo + se sono di carattere soggettivo si indaga l’auto- percezione degli individui sul proprio stato di salute, benessere, autonomia, o vengono costruite attraverso osservazioni oggettive. Le scale x la DETERMINAZIONE E VALUTAZIONE dell’AUTONOMIA > comparse da molto tempo nel panorama ITA in particolare nel campo geriatrico. Suddivise in 2 tipi: 1. Chesi avvalgono dell’AUTO-PERCEZIONE DEL SINGOLO - sulla propria capacità funzionale 2. Della PERCEZIONE DI TERZI - operatori, personale di assistenza, familiari > Queste scale delineano una serie di condizioni di svantaggio che vanno dalla inabilità fisica, incapacità di svolgere autonomamente le fondamentali attività di carattere quotidiano, isolamento, solitudine, salute mentale, condizioni economiche e abitative, la presenza di reti di sostegno. Queste scale proposte dagli anni ‘70 manifestano delle specializzazioni in 1 0 + di queste aree. Sono state progettate in modo # a 2a del tipo di pazienti o anziani a cui si rivolgono. 1. Tipo di funzioni indagate - scale che vengono applicate ad anziani ricoverati in casa di riposo o anziani nella propria abitazione 2. Modalità di somministrazione - alcune auto-percettive (si basano su dichiarazione dell'anziano), altre vengono applicate mediante l'osservazione di terzi (chi assiste l'anziano) Prendiamo come esempio 2 scale: - SCALA ADL - activities of daily living > scala di indipendenza. Si basa sulla valutazione della capacità di svolgere 6 tipi di attivi IL FARE IL BAGNO I. VESTIRSI Ill ANDARE ALLA TOILETTE IV. TRASFERIMENTI V. CONTINENZA VI. MANGIARE È costruita in modo da fornire delle valutazioni dicotomiche (a 2 polarità): dipendenza, indipendenza - in ciascuna classe di attività. Le risposte vengono date da osservatori esterni. Il punteggio complessivo da segnare alla persona viene dato su una ‘scala ordinale a 6 livel i 1° livello: indipendente in tutte le funzioni. 2° indipendente in tutte le funzioni meno una. 3° indipendente in tutte le funzioni meno nel farsi il bagno e in un'altra. 4° indipendente in tutte le funzioni meno nel farsi il bagno, vestirsi e in un'altra. 5° indipendente in tutte le funzioni meno nel farsi il bagno, vestirsi, nei trasferimenti e in un'altra. 6° dipendenza in tutte le attività. Questa scala è stata progettata prevalentemente x individuare le categorie di assistenza in casa di riposo. Tra svantaggi: drasticità eccessiva nell’assegnazione dei punteggi. La scala dicotomica non permette di rilevare le differenze marginali che possono essere molto utili nel caso si vogliano operare valutazioni sulla permanenza o miglioramento di certe funzioni. SCALA DI TOWNSEND > indice di incapacità di accudire sé stessi. 1962. Una delle scale + conosciute. Comprende capacità che includono l'indipendenza delle funzioni domestiche (a differenza della adl). Presenti anche domande su capacità comunicativa e facoltà mentali. Non fornisce un punteggio complessivo, ma un profilo, individuo inabilità separatamente x le 4 categorie individuate. Ha un sistema di punteggi a 3 modalità parzialmente ponderato x enfatizzare le inabilità imp. e x sottodimensionare le incapacità meno rilevanti nella determinazione degli elementi del profilo. Anche questa scala viene amministrata attraverso > osservazione. VALIDITA’ > data dalla corrispondenza dell'intera batteria di item con l'oggetto o oggetti che si vogliono misurare. È ricercata non solo x la batteria, ma va ricercata anche x ciascuno degli item proposti, x la frase stimolo, che rappresentano le sotto-dimensioni dell'oggetto dal quale siamo partiti. Se viene eseguita in modo rigoroso la validità è garantita. (?)4° caratteristica: qualora la procedura di costruzione non preveda l'eliminazione progressiva degli item non validi + bisogna eseguire il PRE-TEST o si fa una selezione degli item su un’ampia scelta di item, valutando quelli da inserire nella scala che non devono essere + di 6 - 7. Poi eseguiamo comunque un pre-test x vedere la tenuta degli item. ATTENDIBILITA' delle scale + data dall’accuratezza con cui le scale di attegg vengono compilate. Sono poco attendibili le scale: - troppo lunghe - riferite ad oggetti di cui si perde la memoria - composte da + enunciati all'interno della stessa frase stimolo (troppi concetti) - presenza dell’intervistatore durante la compilazione della scala. - da un lato può aumentare l'attendibilità, MA può anche provocare risp socialmente accettabili. (slides es.1 scala Likert, 2 auto-ancorante a poli opposti, 3 anche, 4 riprende scala di distanza sociale con dei referenti che la persona non vuole avere come vicini di casa, 5 scala auto-ancorante, 6 rielaborazione scala di sindacalizzazione) Adattato con aggiunte da L. Ricolfi (La ricerca empirica nelle scienze sociali. Una tassonomia, «Rassegna Italiana di Sociologia», 3, 1995, pp. 389-418.) 2.1.2 LA DEFINIZIONE OPERATIVA Nella ricerca sociale con uso del questionario e della matrice dei dati si osservano degli oggetti rilevando quali siano i loro stati relativamente a certe proprietà stati distinti (x maschio femmina: Sì / no). So in questo caso. ie. promo parare di variabile Per raccogliere informazioni al fine di condurre una ricerca, però, sarà necessario dare una sistematicamente DEFINIZIONE OPERATIVA della proprietà d'interesse, e cioè stabilire Tramite la definizione operativa, quindi, si attua il passaggio dalla proprietà degli oggetti (nel mondo), operativa alla (riduzione descrittiva della precedente) ene enerieie cietinca operative cale proprietà suezo. ‘all'intervistato: L'intervistatore domanderà "LEI È DI SESSO (MASCHILE O FEMMINILE)?" specificando, in qualsiasi caso dubbio, che è richiesto il sesso all'atto della nascita. Non si terrà conto Îigg.i fini della presente ricerca degli orientamenti sessuali del soggetto. Nei solo caso in cui il soggetto abbia subito un intervento chirurgico per il cambiamento di sesso, ed esso sia +e si rileverà il sesso attuale. + li sesso verrà registrato dall'intervistatore secondo l'una 0 l'altra di due modalità: MASCHIO 1 FEMMINA 2 Alla variabile “sesso” è dedicata la colonna n. 05 della matrice dei dati. L'intervistatore ricordi di controltare che dopo la codifica la colonna n. 05 della matrice contenga soltanto degli 1 e dei 2. 3 CONSIDERAZIONI CRITICHE: e cre e e. CI FACCIA DAVVERO COGLIERE LA PROPRIETÀ DI CERTE SUE PARTI POSSONO COMUNQUE INTRODURRE DISTORSIONI; NULLA RIPARA LA RICERCA DAI POSSIBILI ERRORI DEL RILEVATORE. enza: 2.1.3 LA MATRICE DEI DATI Lo strumento che utilizziamo nella ricerca scieritifica che applica tecniche statistiche d'analisi è la MATRICE DEI DATI. Si tratta di una griglia. In intestazione di riga, si trovano i casi della ricerca. In intestazione di colonna, le variabili, e cioè le proprietà operativizzate a fini di rilevazione. Nella cella, intersezione di una colonna e di una riga, si trova un dato. Un dato è un valore convenzionale che assegniamo a quel caso rispetto a quella proprietà, dopo averlo classificato come rientrante nell'una o nell'altra modalità della variabile. Esempio: proprietà altezza stati di P= {2,0} (infiniti stati possibili) ta! DEFINIZIONE OPERATIVA ct meno di 1,51 1 1,51 e 1,80 * più di 1,80 3 Se il caso 3 è alto 1,74, lo si registrerà così Mi va V3 V4 VS V6 VW .. Wn LL EE) La scala di Townsend Con modesta Categorie Atina i io Non in grado Peteonale 3 da Ciaoo e feno. o o î personale a , si lava le 2 mani e il viso 2b. Non è costretio a letto 0 1 2 2c. Cammina in casa o n 2 3. Sale e scende le scale 0 1 2 4. Si lava 0 1 1 5. Si veste o 1 1 6 Si fa il bagno o 1 1 Cura delia casa 7. Si prepara i pasti 0 o 1 8. Pulisce i pavimenti 0 0 1 9. Controlla le proprie facoltà o 1 2 mentali nello svolgere i compiti Comunicazione 10. Vede 0 1 2 11. Sente 0 0 1 12. Parla 0 1 ®: 13. Organizza i pensieri in lin- o ' 2 guaggio lucido Problemi 14. Si siede, si muove senza Li 1 particolari cadute : ni { 2 La scala Api Atfrvatà Fare il {doccia o vasca) Veslirsi Andare alla toilette Traslerimenti Continenza
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