Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Mezzo-Immagine-Corpo - Hans Belting - Antropologia delle immagini, Sintesi del corso di Estetica

Riassunto del secondo capitolo di Antropologia delle Immagini de Hans Belting

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 29/08/2015

.8524
.8524 🇮🇹

4

(28)

4 documenti

1 / 8

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Mezzo-Immagine-Corpo - Hans Belting - Antropologia delle immagini e più Sintesi del corso in PDF di Estetica solo su Docsity! ANTROPOLOGIA DELLE IMMAGINI 2. Mezzo-Immagine-Corpo Attraverso la doppia significazione di immagine interiore ed esteriore appare una fondazione strutturale antropologica. Un’immagine è più di un prodotto della percezione, nasce come il risultato di una simbolizzazione personale o collettiva. Uomo come luogo delle immagini che ne occupano il corpo. Non è certo se nel caso dell’immagine, relativamente al contenuto o al tema, si possa disporre in assoluto del cosa. Il come è la comunicazione genuina, la vera forma linguistica dell’immagine. Il concetto mediale si arricchisce solo se si parla dell’immagine e del mezzo come due facce di una stessa medaglia. Non si può ridurre l’immagine alla forma che assume un mezzo quando la trasmette. Noi animiamo le immagini, la percezione dell’immagine come atto dell’animazione è un’azione simbolica che nelle diverse culture o nelle odierne tecniche figurative viene appresa in maniera totalmente differente. La distinzione tra immagine e mezzo ci suggerisce la coscienza corporea. Le immagini del ricordo e della fantasia stanno in un unico corpo come un naturale mezzo trasmissivo. MEMORIA: archivio corporeo di immagini RICORDO: creazione corporea di immagini Mezzi figurativi > doppia relazione col corpo. 1. L’analogia con il corpo > corpi simbolici o virtuali nelle immagini 2. i mezzi raggiungono la nostra percezione corporea e la modificano: essi regolano la nostra esperienza corporea attraverso l’atto dell’osservazione nella misura in cui esercitiamo sulla sua falsariga l’autopercezione. tanto più di buon grado accogliamo le immagini nelle quali riscontriamo un’analogia. Il corpo virtualizzato o globalizzato realizza comunque questa estensione della propria percezione grazie ai suoi soli organi interni. La teoria del SEGNO ha separato il mondo del degno dal mondo del corpo in base all’idea che i segni si fondano su un accordo e trovano il loro habitat in un sistema sociale, le stesse immagini si riducono così a segni iconici. GOMBRICH: le immagini trasmettono informazioni che non potrebbero essere comprese in nessun altro modo. Un punto di vista antropologico restituisce all’uomo quello spazio che egli si conquista medialmente e nel quale agisce. L’estetica filosofica se è allontanata dall’artefatto favorendo un’astrazione del concetto di immagine, mentre la psicologia nella teoria figurativa ha studiato l’immagine come costruzione dell’osservatore. MITCHELL: individua un metodo che punta a separare le immagini dai testi (iconologia critica) CASSIRER: filosofia delle forme simboliche, il termine linguistico si differenzia dall’immagine concettuale sensibile, non gravata da nessuna specifica materia sensibile, esprimendo una gerarchia del mondo simbolico. rimprovera le immagini di deviare con troppa facilità dallo sguardo dello spirito anziché farsi utilizzare soltanto come mezzo cognitivo SCHOPENAUER: mette sullo stesso piano immagine e opera d’arte così da poter affermare che l’idea è più vicina alla realtà, su questo principio si basa un’autentica esperienza estetica. bambole realistiche che nella forma di sculture in pietra o bronzo si sottraggono all’indubbia distinzione tra corpo e immagine. cil che nel mondo del corpo e delle cose raparesenta la sua materia, nel mondo delle immagini è il suo mezzo. l’antitesi tra forma e materia è radicata nella differenza tra immagine e mezzo. arte XIX secolo distante dalla fotografia, distanza tra studio dell’arte e dell’immagine. ODIERNA POLEMICA SULLE IMMAGINI FOUCAULT crisi della rappresentazione, immagine è responsabile. BAUDRILLARD immagine assassina del reale. le immagini falliscono solamente dove noi non vi scorgiamo più nessuna analogia col reale. per B. ogni immagine in cui non gli sia possibile leggere alcuna dimostrazione della realtà è uguale a un simulacro, come come ravvisa una simulazione dove gli viene sottratta l pretesa equivalenza tra segno e significato. Film e video, DERRIDA immagine vivente della vita. produzione di mondi virtuali oltre il vincolo dell’analogia (col reale) che potevano esistere soltanto nell’immagine. cil che sfoggia solo effetti perde presto il nostro rispetto che nell’interazione è comunemente disponibile. immagini perdono la propria autorità simbolica tanto più presentano finzioni che falsificano il nostro bisogno di utopie. se attribuimmo lo svuotamento di senso delle immagini ai nostri prodotti non abbiamo ben chiaro il concetto di cosa sia un’immagine e di cosa le immagini siano diventate attraverso di noi ed attraverso il potere economico politico dei loro produttori. (AUGè) una tale indeterminatezza oggi ci spinge li dove scompaiono le linee divisorie tra le immagini ed i loro mezzi. DERRIDA la tecnologia delle immagini riguarda la superficie sulla quale le immagini appaiono. la questione deve essere indirizzata verso una fondazione antropologica dell’immagine nello sguardo e nell’artefatto tecnico. PRODUZIONE FIGURATIVA FISICA E MENTALE la medialità delle immagini ha attratto tanta attenzione che non è più riconoscibile come ponte tra immagine e corpo ma appare piuttosto come autoespressione del mezzo. nelle scienze naturali non si è ancora riusciti a rappresentare la produzione dell’immaginario collettivo assieme alla produzione figurativa fisica così che la loro reciproca dipendenza i venga rappresentabile in senso culturale e tecnico mediale. in una storia mediale dell’immagine il corpo rimane l’anello di congiunzione tra tecnica e coscienza, mezzo e immagine. LA DIFFERENZA TRA IMMAGINE E MEZZO il defunto scambiava il proprio corpo con un’immagine attraverso la quale rimanere accanto ai vivi. il corpo non rappresentava un mezzo tra immagine e osservatore, bensì tra morte e vita. l’esperienza mediale che facciamo con le immagini è fondata sulla consapevolezza che noi usiamo i nostri corpi come mezzi per generare immagini interiori o ricevere immagini esterne. trasportiamo l’evidenza che possiedono i corpi sull’evidenza che le immagini acquistano attraverso il loro mezzo e le giudichiamo espressioni di presenza così come colleghiamo l’invisibiltà all’assenza. immagine > caratteristica mentale - mezzo > materiale. per noi si unisce nell’impressione sensoriale dell’unità. da DELEUZE non è il reale che va confrontato con il virtuale, ma l’attuale in nome di un reale al quale partecipano le immagini. non si può ridurre il significato delle immagini al loro significato attuale perché le mettiamo a confronto con le questioni fondamentali dell’antropologia.la fascinazione delle immagini estranee che discendono da un altro tempo o cultura è comprensibile solo attraverso questa esperienza della nostra immaginazione. la sovrapproduzione stimola i nostri organi tanto quanto li blocca o li immunizza. le immagini alle quali nella nostra memoria simbolica applichiamo un significato sono altre rispetto a quelle che consumiamo e dimentichiamo. quando si rmproverava ai mezzi di essere superfici cieche i movimenti iconoclastici denunciavano i mezzi figurativi come materiali inerti che falsificavano o uccidevano le immagini. se invece erano gufati da interessi politici accusavo glia vversari di utilizzare immagini per i propri scopi o di diffondere immagini false. la questione mediale entrava in gioco in relazione con le immagini. solo in campo artistico l’ambivalenza tra immagine e mezzo esercita uno stimolo forte sulla nostra percezione (estetica) assaporiamo l’ambivalenza tra finzione e fattualità, tra spazio rappresentato e tela dipinta come un alto stimolo estetico. MCLUHAN voleva affidare le immagini ai mass media con i quali l’arte aveva il compito di produrre la sua specifica immagine. così il pittore doveva fare del mezzo artistico il proprio tema. il concetto figurativo non può derivare in blocco dall’art. la questione è come si sono trasformate le immagini entrando nel contesto dell’arte. L’IMMAGINE SUL CORPO. LA MASCHERA. Corpo non solo luogo dell’immagine ma anche trasmittente figurativo. la maschera è una pars pro toto della trasformazione del nostro corpo in immagine. il corpo è trasmittente figurativo, un mezzo trasmissivo di cui la maschera fornisce l’idea più concreta. nasconde il corpo dietro l’immagine che produce, trasforma il corpo in un immagine nella quale l’invisibile (il corpo trasmittente) e il visibile (il corpo fenomenico) diventano unità mediale. LEROI-GOURHAN associava le prime figurazione umane al linguaggio - doppia predisposizione all’atto corporeo (paralre) e all’atto sociale (comunicazione tra i corpi) il linguaggio è corporale e sistemico, parlare e disegnare sono atti analoghi a una dichiarazione mediale. scrittura come immagine del linguaggio. l’ornamento ha funto da linguaggio ante litteram mentre lo fissava e lo trasmetteva in un codice sociale. il volto autentico non è quello nascosto dalla maschera, ma quello prodotto da essa. l’immagine sul corpo costringe anche il corpo vivo a comportarsi come un’immagine. il visibile non è il volto che abbiamo ma quello che facciamo, quindi un’immagine come tale deve essere letta in maniera simbolica. repressione della mimica facciale in favore della staticità della maschera. ogni mimica libera l’immagine, mentre la maschera fissa il volto su un unica autorevole immagine. è possibile leggere il ritratto moderno come maschera della memoria e dell’identità sociale. decorazione corporea e maschera facciale offrono una chiave di lettura per il rapporto visuale tra noi e l’immagine. uno scambio di sguardi unilaterale era un vero scambio in cui l’immagine era generata tra la maschera vivente o dal volto dipinto. LACAN lo stadio dello specchio causa nel soggetto una trasformazione che viene attivata dall’accettazione di un immagine. in questo atto il soggetto si apprende no soltanto come un altro, ma diventa soggetto attraverso il controllo esteriore che può esercitare su se stesso. nello scambio di sguardi con la maschera si trattava di un rituale in grado di fornire un’identità sociale all’osservatore. un concetto antropologico dell’immagine non può quindi essere decifrato da uno sguardo riflesso. IMMAGINE DIGITALE Nel legame di un mezzo divenuto incorporeo sfugge poi quel legame fisico tra mezzo e immagine che adesso è nascosto dalla differenza tra pc e monitor. dati, li dove appaiono riguardano una matrice che non è più un immagine, la loro medialità è contemporaneamente ampliata e discontinua. se il concetto mediale viene messo in discussione altrettanto si fa con quello figurativo. possiamo parlare dell’immagine? possiamo parlare di un soggetto che nell’immagine esprime la sua relazione col mondo? sembra trattarsi si un conflitto tra corpo e mezzo, già vinto dall’ipermezzo digitale. LEV MANOVICH l’immagine in senso tradizionale non esiste più > questo senso tradizionale è sempre stato soggetto a una dinamica storica in grado di trasformarlo. di regola fissiamo sempre una superficie rettangolare che nello spazio del nostro corpo si apre come una finestra. non c’era mai stata tanta analogia tra immagine e mondo come nella fotografia moderna. BELLOUR analogia: grandezza variabile nella quale viene prodotto il potenziale di similitudine e rappresentazione. cil che era analizzabile, cioè riproducibile, e ciò che vi era connesso sottostanno a una dinamica storica. anche l’immagine sintetica rimane sempre legata a ciò che raparesenta il quale a sua volta è legato all’utente ed ai sui desideri figurativi. non esiste un’immagine generale, la nostra immagine mentale è sempre un riflusso, una remanence delle immagini fornite dai mezzi attuali. le immagini digitali programmate producono in noi altre immagini mentali antecedenti. dalla parte dell’osservatore non c’è solo la fede nel reale dell’immagine, ma anche una crescione analitica dei mezzi e delle loro tecnologie, una coscienza intuitiva della tecnica che influenza nuovamente il concetto di immagine. la nuova tecnologia da il via all’epoca di una nuova percezione figurativa analitica. la decontrazione dell’immagine e la sua verità mimetica non vengono inaugurate unicamente dalla tecnologia digitale, poiché queste hanno avuto un ruolo importante in tutte le avanguardie. non è più possibile isolare dagli altri media l’immagine digitale, considerata a livello intermediale. IMMAGINI TECNICHE IN AMBITO ANTROPOLOGICO ricerca di procedure anonime in funzione di immagini autentiche, senza intervento umano connotato da imprecisioni di uno sguardo. le immagini tecniche fanno parte di una tradizione antica. nuovi interrogativi a partire dalla prospettiva. MANOVICH ha scelto il dipinto come punto di partenza della sua archeologia del montior odierno. finestra virtuale attraversa la quale si da l’illusione di dominare il mondo. prospettiva modificava il mondo in un mondo dell’apparenza > sguardo standardizzato che il corpo dell’osservatore indirizzava sul mondo. il dipinto negava la propria superficie per simulare un dietro, un campo visivo che si collocasse nella proiezione dell’osservatore al posto dell’esperienza. esigeva un atto di astrazione da parte dell’osservatore che esercitasse attraverso questo mezzo il proprio sguardo sul mondo. mezzo incorporeo che trasmetto il mondo corporeo in un’immagine.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved