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Michael Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento, Sintesi del corso di Storia dell'Arte Moderna

Riassunto di Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento di Michael Baxandall

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 12/05/2024

giodb00
giodb00 🇮🇹

4.4

(9)

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Scarica Michael Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Nel XV sec la miglior pittura, intesa in termini di qualità, era effettuata su commissione: c'era chi eseguiva il quadro (l'artista) e chi lo commissionava (il cliente). Quest’ultimo ovviamente pagava e forniva tutte le informazioni necessarie per la sua realizzazione, stipulando un contratto legale. Ciò che veniva maggiormente richiesto erano le pale d'altare e gli affreschi. Le opere già pronte, dipinte da artisti meno richiesti, tendevano a rappresentare Madonne e cassoni nuziali. Il cliente pagava il lavoro, ma i criteri che si adottavano per stabilire i prezzi avevano una profonda incidenza sullo stile dei dipinti. Alla base del dipinto c'è un rapporto commerciale; infatti, l'artista è il committente stipulavano un contratto legale dove si definiva come l'artista avrebbe dovuto realizzare l'opera. I motivi delle commissioni erano vari: piacere del possesso, una devozione attiva, desiderio di lasciare un ricordo di sé. Alcuni contratti erano redatti da un vero e proprio notaio e contenevano obblighi da entrambe le parti. I contratti non avevano una forma fissa ma dovevano contenere 3 punti principali: - specificare, se necessario anche con un disegno, ciò che il pittore doveva eseguire; - specificare modi e tempi di pagamento, e il termine entro cui consegnare l’opera; - Insistere sul fatto che il pittore dovesse utilizzare colori di buona qualità, come oro e azzurro oltremarino (ottenuto dalla macinazione di lapislazzuli orientali); questo perché erano colori rari e costosi, ed esistendo sul mercato simili, più economici e meno brillanti, i committenti non volevano avere delusioni. Non tutti però lavoravano con contratti di questo tipo, alcuni ricevevano uno stipendio dai principi, come Mantegna che lavorò per i Gonzaga. Nel corso del secolo ci furono cambiamenti entro i contratti: mentre prima i colori preziosi avevano il ruolo principale, adesso ciò che conta è l'abilità pittorica; inoltre, i grandi artisti venivano pagati di più rispetto agli assistenti. L'uomo del 400 si impegnava a fondo nel guardare un dipinto, ed era convinto che dare un giudizio fosse compito del fruitore colto. Dare un'interpretazione dipende da molte cose, in particolare dal contesto in cui si trova un'immagine. Il fruitore deve utilizzare nella lettura di un dipinto le capacità visive di cui dispone. La maggior parte dei dipinti del XV sec sono religiosi e questi dipinti avevano un triplice scopo: il mistero dell'incarnazione e dei santi, istruire gli incolti, e accrescere il sentimento di devozione. Le immagini sono stimoli che conducono l'uomo alla meditazione sulla Bibbia e sulle vite dei santi; al contrario, è come se il dipinto debba raccontare la storia in modo chiaro per renderlo indimenticabile. L'idolatria rappresentava una preoccupazione per la teologia, in quanto la gente poteva facilmente confondere le immagini delle divinità e adorarle. La chiesa si rendeva conto che c'erano degli errori che andavano contro la teologia: soggetti con implicazioni
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