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Microeconomia 6/ed -Robert H. Frank e Edward Cartwright RIASSUNTO, Appunti di Microeconomia

Riassunto detalliato di Microeconomia 6/ed- Robert H. Frank e Edward Cartwright 1-6 capitoli

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 13/07/2016

mimy_oberhofer
mimy_oberhofer 🇮🇹

4.1

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Scarica Microeconomia 6/ed -Robert H. Frank e Edward Cartwright RIASSUNTO e più Appunti in PDF di Microeconomia solo su Docsity! Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 1 My. O. 1. Capitolo: Pensare da economisti La microeconomia studia come gli individui scelgono in condizioni di scarsità. Quindi come si comportano i consumatori sul mercato. Tutte le scelte, sia monetario o non monetario, implicano una qualche forma di scarsità. 1.1 L´approccio costi-benefici alle decisioni La domanda che si deve chiedere è: Dovrei effettuare l´attività x? Se C(x) è il costo dell´attività x e B(x) è il relativo beneficio, allora: B(x) > C(x): Se il beneficio è maggiore che il costo dell’attività x, si può effettuare l´attività, se il costo pero è maggiore del beneficio, sarebbe meglio di non farlo. Prezzo di riserva di un ´attività x: -Prezzo massimo che l´individuo è disposto a pagare per ottenere il beneficio  B(1) -Prezzo minimo al quale l´individuo è disposto a sostenere il costo C(1) -Prezzo per cui l´individuo è indifferente fra scegliere x = 0 e x = 1 B(1)-C(1) 1.2 Una considerazione sul metodo della teoria economia Gli economisti sono stati spesso criticato che le loro ipotesi siano poco realistiche sul comportamento umano. L´economia supporre che facessero per ogni scelta un calcolo e che ci comportiamo secondo le regole della teoria della scelta razionale. Anche se i modelli dell’economia non sanno predire esattamente il comporto dei consumatori, pero è comunque utile per assumere decisioni più corrette e raggiungere in modo più efficiente ai fini che ci interessano. 1.3 Gli errori più comuni nel processo decisionale L´obbiettivo della microeconomia sia di sempre calcolare il valore dei beni. Quindi se il beneficio sarebbe più grande che il costo del bene. Pero per alcuni oggetti/beni non si può trovare esattamente un valore giusto. L´economia ci insegna a identificare i costi e i benefici che contano veramente, però in calcolando i costi, si fa spesso degli errori: 1.3.1 Errore n. 1: ignorare i costi opportunità Quando scegli a effettuare un’attività x, devi sempre tener conto il costo opportunità. Quindi la nuova domanda principale sarebbe: Devo effettuare l´attività x o y? Y sarebbe semplicemente la possibilità migliore dell’attività x. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 2 My. O. Praticamente se hai due scelte: andare a sciare o lavorare? Supponiamo che una giornata di sci costerebbe 40 Euro tutto incluso, ma il beneficio, quindi il prezzo che sareste a pagare per la giornata è di valida di 60 Euro. Invece se si andasse a lavorare si potrebbe guadagnare 45 Euro, pero si sareste anche disposti a farlo gratis. Quindi se si andasse allora a sciare invece di lavorare il costo non è soltanto di 40 Euro, ma anche dei costi opportunità del mancato guadagno (45Euro). Il totale è quindi 85 Euro, cioè più dei 60 Euro di beneficio. Cosi conviene più di andare a lavorare che a sciare. In ogni caso si deve però anche sempre mettere in gioco gli interessi del consumatore. In questo caso il lavoro vi piace a tal punto che siete disposti a farlo gratis. Però se non vi piace il lavoro e siete solo disposti a farlo almeno per 30 Euro (= costo psicologico, non siete disposti a fare qc. per meno di x Euro), quindi la scelta di andare a sciare comporta il beneficio indiretto di non dover lavorare: lo aggiungiamo al beneficio diretto (60) e otteniamo B(x)= 90 Euro. In questo esempio il C(x) della giornata sulle piste era di 40 Euro, allora aggiungiamo i 45 Euro del costo opportunità legato ai mancati guadagni, per un totale di 85 Euro. Quindi B(x) > C(x). Un altro modo di calcolare i nuovi costi sarebbe di sottrarre il costo psicologico 30 Euro ai 45 Euro di retribuzioni, la conclusione è che il costo opportunità sia 15 Euro. Lo aggiungiamo ai costi quindi 40 Euro e otteniamo C(x) di 55 Euro < B(x) 60 Euro. 1.3.2 Errore n. 2: non ignorare i costi non recuperabili I costi recuperabili, in inglese “sunk costs”, sono costi già sorti e non recuperabili (neanche in vendita). Questi costi non sono influenzabile né nel presente né nel futuro, esistono autonomi della scelta del consumatore. Per questo motivo si deve ignorare questi costi. P.e. Vi conviene andare a Napoli in auto o in pullman? Per poter far la scelta quale possibilità sarebbe la migliore, dovete fare un calcolo. Allora dovete coinvolgere solo i costi per la benzina e olio, per la manutenzione, magari multe, pero non l´assicurazione o gli interessi che insomma dovete anche pagare senza farci il viaggio. 1.3.3 Errore n. 3: misurare i costi e i benefici in termini percentuali piuttosto chein termini assoluti I costi e benefici devono essere misurati in termini assoluti invece che termini percentuali. Quello che conta è la cifra reale del risparmio, anche se fossi fatto solo un risparmio di 1 %. Però si deve anche sempre tenere in conto a qual prezzo di riserva il consumatore sia pronto per svolgere una certa attività. P.e. Potete usare un buono sconto che vi da una diminuzione sul uno dei due viaggi che volete fare nel prossimo mese. Potreste scontare 100 € dal prezzo normale del biglietto areo per Parigi, oppure 120 € dal prezzo normale di 2400 € del biglietto per l´Australia. Vi conviene di far diminuire il prezzo del biglietto per l´Australia. Anche se avrete una diminuzione di 50 % sul volo per Parigi, vi conviene di prendere 120 € che sarebbero solo 20 %, ma in effettivo avete fatto un risparmio di 120 € invece a solo 100 €. 1.3.4 Errore n. 4: non comprendere la distinzione medio-marginale Il costo di un´unità addizionale è chiamato il costo marginale dell´attività, mentre il beneficio di un ´unità addizionale è chiamato il suo beneficio marginale. La regola del calcolo costi-benefici ci dice di incrementare il livello di un´ attività finché il suo beneficio marginale eccede il suo costo marginale. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 5 My. O. La microeconomia studia il comportamento dei consumatori individuale sul mercato. La macroeconomia invece studia aggregazioni di mercati decisamente più vaste. Essa cerca, per esempio, di calcolare il tasso di disoccupazione, il livello generale die prezzi e il valore complessivo del reddito di una nazione. Domande di ripasso: -Qual è il costo opportunità dell’ipotetica decisione di dedicare la serata alla lettura di un romanzo? Il costo opportunità sarebbe di non poter fare un'altra cosa. P.e. non guardare la TV. -Illustrate la differenza tra l´accezione di razionalità secondo i fini e quella di razionalità secondo l´interesse individuale. Il modello di razionalità secondo l’interesse individuale ipotizza che le persone siano egoiste e non considerino gli effetti che le loro azioni hanno sugli altri. Il modello di razionalità secondo i fini è di portata meno ampia: semplicemente afferma che, dato un certo obiettivo, le persone cerchino di raggiungerlo nel modo più efficiente possibile. Il modello di razionalità secondo i fini permette di prendere in considerazione l’altruismo e altri tipi di comportamento che il modello dell’interesse individuale esclude esplicitamente. -Indicate tre esempi di attività che comportano costi e benefici esterni. Guidare un’automobile (che inquina l’atmosfera) obbliga gli altri a subire un costo esterno. Costruire una bella casa che gli altri possono ammirare comporta un beneficio esterno. Inventare qualcosa di nuovo e di utile, ma di non brevettabile, rappresenta un altro caso di beneficio esterno. -Perché i costi non recuperabili sono irrilevanti per prendere una decisione? Perché i costi sono già sorti e sorgono autonoma senza di tenere conto di una scelta. -In che modo il modello fondato sul principio dell´interesse individuale può spiegare il comportamento di chi non ragiona esplicitamente in termini di costi e benefici? Il consumatore sceglie quasi sempre in un certo modo se avesse fatto il calcolo costi-benefici seguendo le proprie interesse. P.e. il giocatore di biliardo che non ha bisogno di conoscere le leggi della fisica per mandare la palla nel buco. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 6 My. O. 2. Capitolo: La domanda e l´offerta 2.1 Presentazione del capitolo In teoria il mercato libero in concorrenza perfetta funziona benissimo, distribuisce i beni ai consumatori chi gli apprezzano. Ma il mercato libero non permette a tutti di vivere ad un livello equo, così qualche volta lo Stato si frappa all´allocazione dei beni. Come l´abbiamo visto nell´esempio delle pompe di rifornimento durante l´anno 1979 a New York, dove il sistema di allocazione degli stock e di controllo dei prezzi è stato messo in atto dal Governo. Però, come lo fanno sempre, questo programma ha prodotto confusione e conflitto. Le leggi della domanda e dell´offerta non possono essere abrogate dalla legislazione, ma l’intervento pubblico può modificare le forze che governano la forma e la posizione delle curve di domanda e di offerta. Nei prossimi paragrafi vediamo soluzioni più efficienze per distribuire i risorsi tra i consumatori. 2.2 Le curve della domanda e dell´offerta Lo strumento fondamentale che utilizziamo per studiare il funzionamento di un mercato è l´analisi della domanda e dell´offerta. Mercato: Un mercato è costituito dall´insieme dei compratori e dei venditori di un determinato bene o servizio. I mercati possono avere caratteristiche diverse: spazio, tempo, luogo. P.e. L´internet, Bazar, etc. Alcuni consumatori colgono e apprezzano anche le differenze più piccole tra i prodotti, per cui l´analisi della domanda e dell´offerta si è orientata verso una definizione particolarmente dettagliata dei mercati. Spesso due prodotti assolutamente identici vengono classificati separatamente, cioè si distinguono al base del luogo e al tempo in cui sono disponibili. P.e. un’ombrella utilizzato per proteggersi dai raggi di sole è un prodotto completamente diverso dal medesimo ombrello utilizzato sotto la pioggia. Quindi anche i mercati relativi sono diversi. La stessa ombrella viene venduta a 10 Euro nei giorni di pioggia e a 5 Euro quando c´è il sole. La curva di domanda è una semplice relazione matematica che ci dice quanti beni sono disposti i consumatori ad acquistare a un certo prezzo. P.e. Nella Figura 2.1 la curva DD (Demand Diagram) ci dice che al prezzo unitario di 40 Euro i consumatori sono disposti ad acquistare 400 aragoste. Invece al prezzo 100 Euro sono disposti ad acquistarne solo 100. Il prezzo reale si trova sull´asse verticale, cioè il prezzo del bene in relazione a quello di tutti gli altri beni e servizi. Interpretazione orizzontale viene chiamata la curva di domanda come una scheda che ci indica la quantità di prodotto che i consumatori sono disposti ad acquistare a vari livelli di prezzo. Al contrario, invece all´interpretazione verticale partiamo dalla quantità sull´asse orizzontale e quindi leggiamo il prezzo di riserva dell´acquirente. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 7 My. O. Legge della domanda: Quando il prezzo di un prodotto scende, ne viene richiesta una maggior quantità. Quindi la curva di domanda ha per forza una l´inclinazione negativa, ma non deve essere lineare. Questa pendenza negativa della curva di domanda riflette la nostra percezione intuitiva di come reagiscono i consumatori all´incremento dei prezzi per seguenti ragioni: Se il prezzo del bene aumenta il consumatore tende di optare per un prodotto sostituivo. I consumatori non possono acquistare le stesse quantità. La curva di domanda di mercato di un determinato bene è la risultante die vari calcoli costi- benefici dei consumatori a proposito di quel bene. La domanda che si pone è: “Mi conviene di acquistare questo bene?” (Cui segue in genere l´altra domanda: “Se si, quanto mi conviene di acquistare?” In questa analisi costi-benefici i costi rappresentano soltanto il prezzo e il beneficio la soddisfazione derivante. Allora la pendenza negativa ci dice anche, che quando il prezzo aumento, il numero dei consumatori soddisfatti diventa sempre più piccolo. Legge dell´offerta: Quando il prezzo di un prodotto sale, ne viene offerta una maggior quantità. Quindi la curva di offerta ha per forza una l´inclinazione positiva, ma non deve essere lineare. La pendenza positiva a seguenti causi: Il produttore sia solo disposto a vendere un determinato prodotto quando il prezzo è maggiore del costo di produzione. Quindi l´aumentare la produzione è solo profittevole se anche i prezzi aumentano. Se il prezzo di un bene aumenta, cresce anche la concorrenza nel questo settore, perché sia lucrativo. Come le curve di domande anche le curve di offerte possono essere interpretate sia in senso orizzontale sin in senso verticale. P. e. a un prezzo di 40 Euro i venditori saranno disposti a vendere 200 aragoste/giorno. Inoltre se i produttori stanno attualmente offrendo 500 aragoste, il costo opportunità dell´ultima aragosta offerta dal produttore marginale sarebbe pari a 100 Euro. Quindi la curva di offerta ci dice che il costo marginale della vendita dell´aragosta numero 500 è di 100 Euro. Se qualcuno potesse vendere l´aragosta numero 501 a meno di 100 Euro, avrebbe avuto un incentivo a farlo, nel qual caso la quantità giornaliera di aragoste offerte al prezzo di 100 Euro non sarebbe partita da 500 unita. Con un ragionamento analogo , possiamo dire che, quando la quantità di aragoste offerte è pari a 200, il costo marginale della vendita dell’ultima aragosta deve essere di 40 Euro. Un modo alternativo per descrivere la curva di offerta è fare riferimento all´insieme delle coppie prezzo- quantità in corrispondenza delle quali i produttori sono soddisfatti. Ognuno punto sul grafico rappresenta la quantità che i produttori sarebbero disposti a vendere, dato il prezzo di mercato. P. e. per un prezzo di 40 Euro i produttori sarebbero soddisfatti a vendere più o meno di 200 aragoste. La curva di domanda può essere descritta nello stesso modo. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 10 My. O. Prezzo minimo: Livello sotto il quale il prezzo di un bene non può scendere, stabilito per legge e sostenuto dalla politica governativa che si impegna ad acquistare i beni a quel prezzo. Invece di introdurre un prezzo massimo, per legge, il Governo ha introdotto un prezzo minimo per tenere il prezzo superiore dal prezzo di equilibrio. (Garantisce un reddito adeguato alle famiglie degli agricoltori) Quindi sorge un eccesso di offerta. Per mantenere il prezzo superiore, il Governo deve acquistare questo eccesso. È un metodo veramente costoso e inefficiente per perseguire questo scopo. Uno dei problemi che sorgono è il mancato utilizzo del surplus prodotto che viene acquistato ogni anno del Governo, specialmente nella agricoltura. Il secondo problema è il fatto che il surplus è prodotto in larga parte dalle grandi imprese agricole, i cui proprietari non hanno certo bisogno del sostegno pubblico. Per ogni euro in più che portano nelle tasche di una piccola famiglia di agricoltori in difficolta, le politiche di sostegno dei prezzi ne fanno entrare molti di più nelle floride casse delle grandi imprese agricole. Queste prezzi artificiosamente gonfiati fanno spesso lievitare i prezzi di altri beni, che non beneficiano di un sostegno diretto. 2.8 Le funzioni allocative dei prezzi I prezzi assolvono due funzioni importanti e distinte: Razionamento dell´offerta: I prezzi di equilibrio limitano il consumo eccesivo, distribuendo i beni scarsi ai consumatori che attribuiscono loro il maggior valore. Questa è la funzione allocativa dei prezzi rispetto ai beni. Segnale distributivo: La funzione dei prezzi è quella di un segnale per distribuire le risorse produttive nei diversi settori economici. Nei settori in cui si registra un eccesso di domanda, le imprese riescono a praticare prezzi superiori a quelli necessari. I profitti che derivano da questa situazione sono la “carota” che attira ulteriori risorse. L´aspetto negativo è che le perdite costituiscono il “bastone” che allontana le risorse dai settori dove si registra un eccesso di offerta. Questa è la funzione allocativa dei prezzi rispetto alle risorse. La politica di controllo sovverte entrambe le funzioni dei prezzi: La funzione allocativa rispetto ai beni viene eliminato dai meccanismi alternativi, che distribuiscono i beni senza tener conto del valore che gli consumatori attribuiscono loro. La funzione allocativa rispetto alle risorse viene eliminato dai prezzi artificiosamente bassi inviando un segnale distorto agli investitori circa la necessità dei beni. L´ironia è che spesso nei questi settori le risorse sono veramente necessarie. Quindi meglio dare maggiori redditi ai pover e lasciare agire le forze di mercato. 2.9 Le determinanti della domanda e dell´offerta L´analisi ci aiuta a prevedere come reagiranno i prezzi e le quantità di equilibrio a eventuali cambiamenti che dovessero intervenire nelle forze di mercato. Poiché l´intersezione delle curve di domanda e di offerta determina i prezzi e le quantità di equilibrio, tutto ciò che modifica queste curve tenderà ad alterare in maniera prevedibile i valori di equilibrio. 2.9.1 Determinanti della domanda Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 11 My. O. 1) Reddito: Il reddito determina la quantità dei beni e dei servizi acquistate a un certo livello di prezzo. Se il reddito viene aumentato anche la quantità aumenterà proporzionale, beni che hanno queste proprietà si chiamano beni normali. Il contrario vale per i beni inferiori, se il reddito aumenta la quantità diminuirà proporzionale, perché il consumatore preferisce un bene sostituivo qualitativamente migliore. 2) Gusto: Non tutti i consumatori hanno gli stessi gusti. I gusti dipendono anche dalla società. Nella Francia si preferisce un altro bene che nello Belgio. 3) Prezzi di beni sostituivi: L´incremento del prezzo di un bene A tende ad accrescere la domanda dal bene sostituivo B. P.e. Caffè e tè. 4) Prezzi di beni complementari: L´incremento nel prezzo di un bene A fa diminuire la domanda dell´altro bene complementare B. P.e. pancetta e uovo. 5) Aspettative: Le aspettative del consumatore cica il livello atteso dei prezzi e del loro reddito incidono sulle decisioni d´acquisto. P.e. chi prevede un forte incremento del proprio reddito tende a spendere di più oggi. 6) Fattori demografici: Quanto più grande è un mercato (in termini di numero di consumatori) quanto più grande è la quantità domandata di un verto bene o servizio per un dato livello di prezzo. 2.9.2 Determinanti dell´offerta 1) Tecnologia: La quantità di beni che ogni produttore è disposto a offrire a un determinato prezzo dipende soprattutto dai costi di produzione. Questi costi sono strettamente legati alla tecnologia. 2) Prezzi dei fattori produttivi: Un´altra determinante significativa dei costi di produzione è il prezzo dei fattori produttivi come capitale e lavoro. P. e. le barche o il salario 3) Numero dei produttori: Più alto è il numero di imprese, più alto sarà la quantità offerta. 4) Aspettative: I produttori tengono conto nelle loro decisioni di produzione le variazioni attese nei prezzi. P.e. se i consumatori tendono a rinunciare il carne, perché gira intorno un’epidemia, gli allevatori aspettano un momento favorevole a macellare le loro bestie. 5) Condizioni meteorologiche: Per alcuni prodotti, specie quelli agricoli, i fattori legati al clima hanno un ruolo determinante del definire la posizione della curva di offerta. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 12 My. O. 2.9.3 Variazioni della domanda rispetto a variazioni della quantità domandata Variazione della domanda: Il spostamento dell´intera curva di domanda. Variazione della quantità domandata: Il spostamento lungo la curva di domanda. 2.10 Prevedere e spiegare le variazioni nei prezzi e nelle quantità Per prevedere o per spiegare le variazioni che intervengono nei prezzi e nelle quantità di equilibrio, dobbiamo essere in grado di prevedere o di spiegare i movimenti delle curve di domanda e di offerta: D = Pe + Qe D = Pe + Qe O = Pe e Qe O = Pe e Qe 2.10 L´algebra delle curve di domanda e di offerta Come si calcolo il prezzo e la quantità di equilibrio algebricamente? Curva di offerta: P = 2 + 3QS Curva di domanda: P = 10 - QD In condizioni di equilibrio, sappiamo che QS = QD. Se chiamiamo questo valore Q*, possiamo uguagliare la parte destra delle Equazioni: 2 + 3Q* = 10 – Q* P = 2 + 3*2 4Q* = 8 P = 8 Q*= 2 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 15 My. O. il costo opportunità  ½, quindi se compri un metro di alloggio di più, puoi comprarti un mezzo kilo di cibo di meno Insieme di bilancio: Panieri che appartengono al vincolo di bilancio o che si trovano sotto di esso; panieri per i quali (dati i prezzi) la spesa è inferiore o uguale al reddito disponibile. Se A e C indicano, rispettivamente, le quantità di alloggio e di cibo, il vincolo di bilancio deve soddisfare la seguente equazione: PAA + PCC= M 3.2.1 Spostamenti del vincolo di bilancio dovuti a variazioni dei prezzi o del reddito ariazioni dei prezzi: La pendenza e la posizione del vincolo di bilancio sono determinate per intero dal reddito del consumatore e dai prezzi dei rispettivi beni. Cambiando uno qualsiasi di questi fattori, avremo un nuovo vincolo di bilancio. P.e. aumentare il prezzo di un bene fa ruotare la retta verso sinistra, all´interno. Invece abbassare il prezzo di un bene fa ruotare la retta verso destra, all´esterno. Cambiando il prezzo di un bene o di tutte e due proporzionalmente diverso, cambiamo anche la sua pendenza. Se invece modifichiamo il prezzo dei due beni proporzionalmente, la pendenza rimane la medesima. ariazioni del reddito: L´effetto di una variazione del reddito è molto simile al cambiamento dei prezzi. Solo a differenza che la retta si sposta sempre tutta verso l´interno (abbassamento del reddito) o verso l´esterno (rilevamento del reddito). Per logica quindi è sempre parallelo al vincolo originario, così la pendenza del vincolo di bilancio rimane la stessa. 3.2.2 Vincoli di bilancio relativi a più di due beni Finora abbiamo discusso esempi in cui il consumatore aveva solo due beni tra cui poteva scegliere. In realità però il consumatore non si trova quasi mai in situazioni dove ha solo due possibilità di scelta. Il problema dell´allocazione del reddito del consumatore tra diversi possibili acquisti può essere posto in termini di scelta non tra due beni, ma tra N possibili beni, dove N può essere un numero grande a piacere. Se sono disponibili solo due beni il grafico viene rappresentato con una retta stretta come l´abbiamo visto fin adesso. Se N= 3 viene rappresentato da un piano. Quando abbiamo più di tre beni, il vincolo di bilancio diventa ciò che i matematici chiamano iperpiano o piano multidimensionale. Per conclusione allora è molto difficile di rappresentarlo graficamente. Alfred Marshall, economista del 19°secolo, introduceva una soluzione semplice: consiste nel considerare quella che si pone al consumatore come la scelta tra un bene particolare, per esempio x, e un insieme di altri beni, indicato con y. Oggi questo insieme di beni viene chiamato bene composito: in sostanza, si tratta dell´ammontare di reddito che rimane disponibile per il consumatore dopo l´acquisto del bene x (lo si potrebbe definire specularmente come “la parte di reddito che spende il consumatore per acquistare tutti i beni diversi da “x”). 3.2.3 Vincoli di bilancio “a gomito” I vincoli di bilancia possono assumere una forma “a gomito” se p.e. ci sono sconti su una certa quantità, cioè il tariffo cambio dopo una certa quantità utilizzata. P.e. tutte le offerte del tipo “prendi uno, il secondo è gratis”, “consegna gratuita se spendi più di 50 €”, “20% di sconto con una spesa V V Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 16 My. O. superiore a 50 €”. Lo stesso accade nel caso di tariffe divise in due parti, prevista una somma forfettaria per accedere al servizio. P.e. palestre, reti telefoniche etc. 3.2.4 Se il vincolo di bilancia non cambia, la decisione non dovrebbe cambiare Il modello della scelta razionale chiarisce che le decisioni dovrebbero essere sempre le stesse se i vincoli di bilancio e le preferenze sono medesimi, ma a volte le persone scelgono in maniera diversa. P.e. Perché un furto di 20 € ti fa credere che un certo costo di un bene sia più alto che quando gli avresti “solo “persi? 3.3 Le preferenze del consumatore L´ ordinamento di preferenze consente al consumatore di classificare i diversi panieri, ma no di fare affermazioni più precise sulla loro desiderabilità relativa. È normale che l´ordinamento varia tra i consumatori, ma si può assumere, nonostante queste differenze, che quasi tutti gli ordinamenti di preferenza hanno in comune caratteristiche importanti che gli economisti riassumano in cinque assiomi: 1. Completezza: Per ognuno paniere A e B tra tutte le scelte disponibile, il consumatore è sempre in grado di esprimere che preferisce A o che preferisce B, o che è indifferente tra i panieri A e B. Quindi il consumatore è in grado di valutare e comparare i due beni. Ma l´ipotesi è quasi sempre falsa, perché ci sono molti beni di cui il consumatore sa troppo poco per poterli valutare in modo preciso. 2. Transitività: Se il consumatore preferisce A a B, e B a C allora preferisce per forza A a C. Ma l´ipotesi di transitività non vale per tutte le relazioni comparative. P.e. Se la squadra X batte la squadra Y non è detto che la squadra X batte anche la squadra Z. 3.3.1 Curve di indifferenza La curva di indifferenza mostra tutti le combinazioni dei panieri possibili, quale forniscono lo stesso livello di soddisfazione che il paniere originario. 3. “Non sazietà”(Monotonicità): La proprietà di “non sazietà” degli ordinamenti di preferenze consiste semplicemente nel fatto che è preferibile avere un quantitativo maggiore di un determinato bene che un quantitativo minore. Certo non è sempre bene di avere una quantità maggiore. P.e. di aver troppo mangiato. Però di un punto di vista economico una quantità maggiore non rende mai peggiore la situazione economica. 4. Continuità: Secondo questa proprietà, piccoli cambiamenti della quantità di un bene non dovrebbero causare un improvviso mutamento nelle preferenze. P.e. invece di 12 kg di avere solo 11,999 kg. Quindi vengono anche considerate i panieri che siano vicini e attraente quanto il paniere originario. L´ipotesi ci dice anche che quelli panieri che si trovano alto a sinistra, rispetto al paniere originario, sono tutti migliori, invece quelli in basso a destra sono tutti peggiori. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 17 My. O. 5. Convessità: Le combinazioni intermedie di beni sono preferibili a quelle estreme. Questa proprietà è basata sulla convinzione che nella scelta della combinazione di beni di consumo tendiamo a ricreare la varietà. 3.3.3 Meno è meglio: i punti di sazietà Le preferenze non devono per forza soddisfare le cinque proprietà che abbiamo ipotizzato fino a qui. Comunque, finché l´ordinamento delle preferenze soddisfa le proprietà di completezza, transitività e continuità è ancora possibile rappresentare le preferenze con una mappa di indifferenza, quanto al grafico. Per illustrare questo concetto vediamo l´esempio di Marianna:  quantità perfetta è 250 g di pesce e 250 g di patate  A  basso sinistro rispetto ad A la curva sembra “standard”, xk vuole di +  inclinazione negativa = è disposta a rinunciare la quantità delle patate  D= troppo pesce, secondo la non sazietà potrebbe metterlo a parte o disfarglielo (in questo caso non è possibile  l´inclinazione positiva in D  al questo punto lì Marianna non è più disposta a praticare uno scambio che comporta + pesce  E = troppo pesce e troppo patate  inclinazione negativa Infatti, avere un quantitativo minore è più vantaggioso, motivo per cui i panieri situati al di sotto della curva di indifferenza vengono preferiti a quelli che si trovano sulla linea stessa. Possiamo ripetere questo processo tutte le volte che lo desideriamo e il risultato finale sarà una curva di indifferenza, cioè un insieme di panieri che forniscono al consumatore lo stesso livello di soddisfazione rispetto al paniere originario A. La curva di indifferenza ci permette anche di confrontare la soddisfazione del consumatore per i panieri che appartengono alla curva stessa con la soddisfazione per i panieri che si trovano al di sopra, o al di sotto, di essa. In generale, i panieri che si trovano al di sopra di una curva di indifferenza sono preferiti a tutti i panieri che appartengono alla curva stessa. Analogamente, i panieri che appartengono alla curva di indifferenza sono preferiti a tutti i panieri collocati al di sotto di essa. Rappresentazione parziale di una mappa di indifferenza: L´insieme completo delle curve di indifferenza del consumatore viene detto “mappa di indifferenza”. I panieri che appartengono a una qualsiasi di tali curve sono preferiti a tutti i panieri che si trovano su quelli che giacciono su curve di indifferenza più alte. Possono essere N panieri rappresentati sulla mappa. L´indice di soddisfazione: è la numerazione da I1 a I4 delle curve di indifferenza chi indica contemporaneamente l´ordinamento di preferenze.  I1 > I2 > I3 > I4 Le proprietà delle curve di indifferenze de delle mappe indifferenza: 1. Le curve di indifferenza coprono tutti i panieri. Questa proprietà è assicurata dalla proprietà di completezza delle preferenze. 2. Le curve di indifferenza hanno una pendenza negativa. Altrimenti violerebbe la proprietà di “non sazietà” Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 20 My. O. bene rappresentato sull´asse orizzontale; nel caso opposto, la soluzione d´angolo implicherà il consumo del solo bene rappresentato lungo l´asse verticale. Il più delle volte, però, non avremo a che fare con soluzioni d´angolo ma con soluzioni interne, cioè con problemi in cui il miglior paniere ammissibile si trova in corrispondenza di un punto di tangenza fra la più alta curva di indifferenza e il vincolo di bilancio; in presenza di soluzione interna, quindi, il MRS è esattamente uguale alla pendenza del vincolo di bilancio. 3.4.2 Curve di indifferenza nel caso di più di due beni Se ci sono più di due beni, le curve di indifferenza vengono presentati con lo stesso metodo in precedenza per rappresentare i vincoli di bilancio nel caso della scelta di più beni. Quindi, semplicemente, la scelta del consumatore tra un bene particolare X e un insieme Y di altri beni, il bene composito. Qui la curva di indifferenza non indica il saggio a cui il consumatore è disposto a sostituire il bene Y con il bene X, ma il saggio a cui è disposto a scambiare il bene composito con X. Domande di ripasso -Se i prezzi di tutti i prodotti stanno crescendo del 20 % all´anno e, alla luce di questo, il vostro datore di lavoro decide di concedervi un incremento di stipendio del 20 %, rispetto all´anno precedente starete meglio, peggio o nello stesso modo? -Se si conosce l´inclinazione del vincolo di bilancio (relativo a due beni), si conoscono anche i prezzi dei due beni: vero o falso? -Costruite un esempio di ordinamento delle preferenze tra Coca-Cola, Diet Cola e Diet Pepsi che violi l´assunto della transitività. -Spiegate con parole vostre perché la pendenza di una curva di indifferenza fornisce informazioni circa le preferenze del consumatore per un determinato bene rispetto a una altro. -Perché le soluzioni d´angolo sono particolarmente probabili nel caso di beni sostituti perfetti? Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 21 My. O. 4. Capitolo: La domanda individuale e la domanda di mercato L´effetto complessivo di una variazione di prezzo si può scomporre in due effetti separati: 1. L´effetto di sostituzione, che misura la variazione della quantità domandata a causa del cambiamento di prezzo, il quale rende il prodotto più o meno conveniente rispetto a possibili beni sostitutivi. 2. L´effetto di reddito, che misura la variazione della quantità domandata a seguito del cambiamento del potere d´acquisto causato dalla variazione di prezzo. Le curve individuali della domanda si possano sommare per ottenere la curva di domanda relativa all´intero mercato. 4.2 Gli effetti delle variazioni di prezzo 4.2.1 La curva prezzo-consumo Curva prezzo-consumo (PCC/ Price-Consumption Curve): Mantenendo costanti il reddito e il prezzo di Y (bene composito), la curva prezzo-consumo per il bene X rappresenta, su una mappa di indifferenza, l´insieme dei panieri ottimali, al variare del prezzo di X. Come è illustrato nel grafico, la PCC passa sempre per ogni paniere ottimale relativo alla variazione del prezzo dell´abitazione. 4.2.2 La curva di domanda individuale Curva di domanda individuale: rappresenta la quantità domandata dal singolo consumatore ai diversi prezzi. Questa curva quindi è analoga alla curva di domanda di mercato: essa indica la quantità che acquisterà il consumatore ai diversi prezzi. Tutte le informazioni necessarie, per poter costruire la curva di domanda individuale, si trovano nella PCC: Si comincia a registrare la quantità di abitazione domandata dal consumatore in corrispondenza di ogni livello di prezzo dell´abitazione.  Tabella Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 22 My. O. Prezzo dell´abitazione (€/m2) Quantità di abitazione domandata (m2/sett.) 24 2,5 12 7 6 15 4 20 Il passo successivo consiste nel rappresentare i dati trovati in una curva di domanda individuale. Nel grafico indicato con DD. Si può osservare che, passando dalla PCC alla curva di domanda individuale, si sta spostando da un grafico in cui entrambi gli assi misurano delle quantità a un grafico in cui il prezzo di un bene viene messo in relazione con la quantità domandata di quel bene. 4.3 Gli effetti delle variazioni di reddito 4.3.1 La curva reddito- consumo La PCC e la curva di domanda individuale sono due modi diversi di illustrare come variano le decisioni di acquisto del consumatore in risposta a variazioni che intervengono nei prezzi. Curva reddito-consumo (ICC/Income-Consumption Curve): Mantenendo constanti i prezzi di X e Y, la curva reddito-consumo per il bene X rappresenta, su una mappa di indifferenza, l´insieme dei panieri ottimali al variare del reddito. Come si può vedere nel grafico, la ICC passa sempre per ogni paniere ottimale relativo alla variazione del reddito del consumatore. Nel questo caso la ICC è una retta, ma non è detto che sia sempre così. 4.3.2 Curva di Engel L´equivalente della curva di domanda individuale nel caso di variazioni del reddito è la curva di Engel individuale. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 25 My. O. 2. Esempio: l´abitazione, ha sostituiti e assorbe una quota consistente del reddito  Per questo esempio il punto è che ci sono numerose alternative tra cui scegliere, e che la scelta sarà influenzata in modo determinante dal reddito e dai prezzi relativi. 4.5 La domanda di mercato:l´aggregazione delle curve di domanda individuali Come si ottiene la curva di domanda di mercato attraverso il processo geometrico? P.e. il mercato è composto da solo due consumatori e ci sono date le sue curve di domanda: 1. Definire un prezzo e sommare le quantità domandate al questo livello di prezzo p.e. P= 4 €/m2 a questo prezzo i due consumatori sono disposti a acquistare 8 m2 2. Seguendo in questo modo… La procedura con la quale si fissa un certo livello di prezzo e si sommano le quantità individuali domandate a quel prezzo si chiama somma orizzontale. In tutti i mercati, sia grandi sia piccoli, la curva di domanda di mercato è la somma orizzontale delle curve di domanda individuali. Come si ottiene la curva di domanda di mercato algebricamente? Quando i consumatori presenti sul mercato sono assolutamente identici: o n consumatori abbiano una curva di domanda P=a-bQi Qi = nQi=n (a/b -1/b P)= na/b–(n/b) P  Q = na/b-(n/b)P  P= a – (b/n) Q Se n curve di domanda individuale identici P =a-bQi, allora la curva di domanda di mercato è P= a –(b/n)Q P.e. 10 consumatori  P = 10-5Qi  Qi=2- (1/5) P  Q= nQi=10Qi=10(2-(1/5) P)= 20-2P  Q=20-2P P =10 – ½ Q 4.6 L´elasticità della domanda rispetto al prezzo L´elasticità della domanda rispetto al prezzo è definita come la variazione percentuale della quantità domandata rispetto a una variazione di prezzo dell` 1 %. L´elasticità sarà sempre negativa (o pari a zero), perché la variazione del prezzo è sempre di segno opposto rispetto alla variazione della quantità domandata. Si dice: -D = elastica rispetto al prezzo, se la sua elasticità al prezzo < -1 -D = inelastica o rigida rispetto al prezzo, se la sua elasticità al prezzo > -1 4.16 S. 108 Ԑ= ΔQ/Q ΔP/P Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 26 My. O. -D = elasticità unitaria rispetto al prezzo, se la sua elasticità al prezzo = -1 4.6.1 Interpretazione geometrica dell´elasticità al prezzo La formula si può riscrivere anche in un altro modo: Ԑ = ΔQ x P ΔP Q L´elasticità della domanda al prezzo si può interpretare come il rapporto tra prezzo e quantità moltiplicato per il reciproco della pendenza della curva di domanda: Quando la curva di domanda è lineare emergono immediatamente diverse proprietà dell´elasticità al prezzo: o L´elasticità al prezzo è diversa in ogni punto della curva di domanda (rapporto tra prezzo e quantità che cambia) o È mai positiva (perché la pendenza non lo è neanche) o In ogni punto di una curva di domanda lineare, è la relazione inversa con la pendenza della curva di domanda stessa. (quanto più è inclinata la curva, tanto meno elastica è la domanda) È impossibile che una curva di domanda sia perfettamente inelastica in corrispondenza di tutti i livelli di prezzo. 4.6.2 Proprietà di indipendenza dell´elasticità dall´unità di misura La sensibilità della domanda alle variazioni di prezzo si può misurare anche ricorrendo alla pendenza della curva di domanda. Sappiamo che più inclinata sarà una curva di domanda di meno sensibile è alle variazioni di prezzo di quella meno inclinata. La pendenza è più facile da calcolare della sua elasticità, perché le pendenza della curva di domanda, a differenza dell´elasticità, risulta particolarmente sensibile alle unità impiegate per misurare prezzo e quantità. P.e. se si misura la benzina in €/litro la pendenza a un certo punto sarà -0,02, invece se si viene misurata in €/centilitro la pendenza allo stesso punto sarà però -0,0002. L´elasticità nei entrambi casi però rimarrà sempre -3. In linea generale, è molto più utile sapere che una riduzione di prezzo dell´1% determinerà un incremento del 3% nella quantità domandata, invece di sapere che la pendenze della curva di domanda è – 0,0002. Ԑ= P x 1 Q pendenza 4.21 S.112 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 27 My. O. 4.6.3 Alcune stime rappresentative dell´elasticità Alcuni beni sono più elastici che altri. Questo fatto può essere perché magari non hanno tanti beni sostituivi o perché il bene ha un altro gruppo destinatario (reddito). P.e. gli opere e i piselli 4.6.4 Elasticità e spesa complessiva Se l´obiettivo è di aumentare il ricavo totale, è necessario di conoscere l´elasticità al prezzo della domanda del bene, di che è a prendere la decisione di aumentare o diminuire il prezzo/quantità. Le domande allora sono: “Se cambia il prezzo del bene, come si modificherà la spesa totale?” “Si spenderà di più per l´acquisto di un determinato prodotto quando ne vendiamo un numero di unità maggiore a un prezzo inferiore, o un numero di unità minore a un prezzo superiore?” Le regole generale, per quanto riguarda piccole variazioni di prezzo, sono: o |Ԑ|> 1: una riduzione del prezzo aumenta la spesa totale; un incremento del prezzo la riduce o |Ԑ|= 1: la spesa totale tocca il suo valore massimo o |Ԑ|< 1: una riduzione del prezzo riduce la spesa totale; un aumento del prezzo la aumenta 4.7 Le determinanti dell´elasticità della domanda rispetto al prezzo Quali fattori determinano il valore dell´elasticità della domanda rispetto al prezzo di un determinato prodotto?  Possibilità di sostituzione: L´effetto di sostituzione causato da una variazione di prezzo è limitato per quei prodotti che non hanno stretti sostituiti. Quello non vale però per le varie marche. P.e. sale una marca di sale è uguale come una altra, quindi sono più o meno perfettamente sostituiti In linea generale, il valore assoluto dell´elasticità al prezzo aumenterà con la disponibilità di beni sostitutivi.  Quota della spesa totale: Maggiore è la quota della spesa totale assorbita dal prodotto, maggiore sarà l´effetto di reddito causato da una variazione di prezzo. Minore è la quota di spesa totale assorbita da un bene, minore è l´elasticità della domanda (in valore assoluto).  Direzione dell´effetto di reddito: Un fattore strettamente correlato(verwandt) alla quota della spesa totale è il segno, positivo o negativo, dell´effetto di reddito. Mentre la quota della spesa totale assorbita da un certo bene ci dice se l´effetto di reddito di una variazione die prezzo sarà consistente o limitato, il segno di tale effetto ci dice se tenderà a rafforzare o compensare l´effetto di sostituzione. P.e. un bene normale tenderà ad avere un´elasticità al prezzo più elevata rispetto a un bene inferiore. 4.24 S.117 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 30 My. O. Se ciascun individuo in un mercato ha un curva di domanda lineare per un determinato bene, allora la curva di domanda di mercato per tale bene deve essere anch’ essa lineare. Vero o falso? Spiegate. 5. capitolo: Le applicazioni delle teorie della scelta razionale e della domanda Applicazione 5.1 L´introduzione di un´imposta sui carburanti accompagnata dalla riduzione di altre imposte Un caso molto interessante è la proposta, avanzata dall´Amministrazione Carter negli Stati Uniti, di introdurre un´imposta(Steuer) sulla benzina per cercare di limitare i consumi di carburanti e quindi ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio dall´estero. Una delle prime obiezioni(Einwand)fu che il conseguente rincaro dei carburanti avrebbe danneggiato gli individui più poveri. Per quello l´Amministrazione Carter propose di ridurre il carico fiscale gravante(lastend) sui più poveri, usando il gettito(Steueraufkommen) dell´imposta sulla benzina per ridurre i contributi sociali che servono per finanziare i programmi di sicurezza sociale. L´opposizione del progetto replicarono immediatamente che restituendo i proventi dell´imposta non si sarebbe ottenuto il risultato desiderato: si i consumatori avessero ottenuto la restituzione dell´imposta sulla benzina attraverso stipendi più elevati, avrebbero continuato ad acquistare la stessa quantità di benzina. Ignoravano totalmente i principi base della teoria della scelta razionale. P.e. Supponete che il prezzo della benzina sia 25 centesimi/litro, e che venga introdotta una tassa di 12,5 centesimi/litro: il nuovo prezzo sarà quindi di 37,5 centesimi/litro. Supponete, inoltre, che a un consumatore rappresentativo venga concesso un rimborso fiscale forfettario esattamente uguale alla somma da lui pagata a titolo d´imposta sulla benzina (in questo caso il termine “forfettario” significa che il rimborso non varia al variare della quantità di benzina acquistata). Questa politica non avrà alcun effetto sulla quantità di benzina acquistata da questo consumatore: vero o falso? Naturalmente i critici della proposta Carter risponderebbero “vero”; ma se traduciamo gli effetti della proposta nello schema ormai familiare del modello della scelta razionale, vedremo che la risposta esatta è “falso”. Per analizzare la combinazione di imposta e rimborso, consideriamo un consumatore il cui reddito sia paria a 150 $/sett. Il suo vincolo di bilancio prima dell´introduzione dell´imposta è indicato con B1. Su questo vincolo di bilancio egli sceglie il paniere C. Il suo vincolo di bilancio con la benzina a 37,5 centesimi/litro e in assenza di rimborso sarebbe B2. Sceglierebbe il paniere A. Come si trova il vincolo di bilancio che corrisponde a un rimborso di entità(Ausmaß) pari alla somma da lui sborsata per l´imposta sulla benzina? 1. Osservare che, per ogni data quantità consumata, la distanza verticale tra i vincoli bilancio B1 e B2 corrisponde all´imposta totale pagata su quella quantità di benzina. Per 1 litro = 12,5 centesimi; per 2 litri = 25 centesimi, etc. S. 137 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 31 My. O. 2. Capire come varierà il consumo in funzione dell´entità del rimborso fiscale.  con la ICC (creare una curva ICC che passa per il punto A). La curva ICC mostra come il consumo di benzina e altri beni cresca al crescere graduale del rimborso fiscale. L´obiettivo è quello di continuare a incrementare il rimborso finché esso non copra l´imposta sulla benzina che il consumatore sceglie di acquistare. Qual è il rimborso richiesto? Osservate il paniere D, collocato nel punto in cui la curva ICC passante per A interseca il vincolo di bilancio originario B1. D è il paniere di equilibrio sul vincolo di bilancio B3, che tiene conto di un prezzo della benzina pari a 37,5 centesimi/litro e di un reddito del consumatore pari a (150 + R) $/sett. = 168 $/sett. Notate che il consumo di benzina in D è pari a 144 litri/sett. Ciò significa che, se il consumatore ricevesse un rimborso R= 18 $/sett, sceglierebbe il paniere D e pagherebbe esattamente 18 $/sett. Di imposte sulla benzina. (18 $ = la distanza verticale fra B1 e B2 quando Q= 144 litri/sett.) Il punto critico è che D giace abbondantemente a sinistra del paniere originario C: ciò significa che, nonostante il rimborso, il consumatore riduce sostanzialmente l´acquisto di benzina. Se la benzina è un bene normale, l´effetto del rimborso è quello di compensare parzialmente l´effetto di reddito determinato dall´incremento di prezzo. In altre parole, il rimborso non altera(alterare/verändern) in alcun modo l´effetto di sostituzione. Applicazione 5.2 I buoni scuola Per migliorare la qualità dell´istruzione primaria e secondaria degli Stati Uniti si è proposto di assegnare a ogni famiglia un buono da utilizzare per pagare le tasse scolastiche in qualsiasi istituto voglia iscrivere i figli. Però questa proposta è in contrasto con il sistema attualmente in vigore nella maggior parte dei distretti scolatici, negli Stati Uniti come in Italia, secondo il quale tutte le famiglie devono pagare le tasse scolastiche e possono poi fruire “gratuitamente” dei servizi offerti dalla scuola pubblica più vicina. In questo sistema, le famiglie che decidono di far frequentare ai propri figli scuole private non ricevano alcun rimborso delle tasse scolastiche versate. I critici di tale sistema sostengono che, poiché le scuole private devono imporre delle rette(Kostengeld) per finanziarsi, non sono in condizione di competere efficacemente con le scuole pubbliche gratuite; queste ultime quindi non hanno incentivi(Anreiz) a migliorare il loro servizio. Possiamo usare il modello della scelta razionale per esaminare le opzioni in tema di istruzione a cui si trova di fronte una famiglia rappresentativa. Supponete che la quantità di istruzione misurata in ore d´aula/anno sia fissa e che quando parliamo di maggior spesa per l´istruzione non intendiamo l´acquisto di più ore, ma di una migliore qualità del servizio. Supponete anche i l sistema fiscale imponga a ogni famiglia una tassa Pe per 1 unità di istruzione pubblica, indipendentemente dal fatto che la famiglia la consumi effettivamente; “1 unità” rappresenta un anno di istruzione scolastica della qualità offerta in una scuola pubblica. Se non manda il figlio in una scuola pubblica, la nostra famiglia rappresentativa ha la possibilità di acquistare 1 o più unità di istruzione presso una scuola privata, sempre al prezzo Pe per unità. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 32 My. O. P.e., acquistare 1,2 unita di istruzione da una scuola privata significherebbe acquistare servizi di qualità superiore del 20 % rispetto a quella fornita dalle scuole pubbliche. La legge impone alle famiglie di acquistare per i loro figli almeno 1 unita di istruzione, pubblica o privata che sia. Dati questi valori, possiamo determinare il vincolo di bilancio in assenza di buoni scuola, relativa all´istruzione e agli altri beni, per una famiglia il cui reddito lordo(Brutto) è Y. Se non ci fossero tasse, né scuole pubbliche, il vincolo di bilancio della famiglia sarebbe rappresentato dalla linea AD. Siccome ogni famiglia deve pagare Pe in tasse scolastiche, l´intercetta verticale del vincolo di bilancio non è Y, ma Y-Pe; poiché 1 unita di istruzione pubblica è “gratuita”, il vincolo di bilancio della famiglia è orizzontale fino a 1 unita. Se la famiglia vuole acquistare più di 1 unita di istruzione, in assenza di buoni scuola deve ritirare il figlio dalla scuola pubblica e iscriverlo in una scuola privata, al costo addizionale di Pe per unita. Ciò spiega perché il vincolo di bilancio scende verticalmente di Pe in corrispondenza di 1 unita di istruzione. Da quel punto in avanti la retta del vincolo di bilancio ha inclinazione negativa con una pendenza di Pe per unita. Dunque il vincolo di bilancio per una famiglia che sia valutando la quantità di istruzione da acquistare è dato dalla spezzata A´BCE. Notate che il vincolo di bilancio non lineare rende improbabile una soluzione di tangenza per una famiglia che presenti delle curve di indifferenza come quella mostrata. Ora tale famiglia, il paniere ottimale è costituito, infatti, da una soluzione d´angolo in cui sceglie esattamente 1 unita di istruzione pubblica. Confrontiamo ora questo risultato con quanto accadrebbe con l´introduzione dei buoni scuola. In questo caso, le famiglie pagherebbero ancora una tassa scolastica Pe poi pero riceverebbero un buono di pari valore, che potrebbero usare per l´acquisto di istruzione pubblica o privata. Con il sistema dei buoni, la legge impone ancora alle famiglie di acquistare almeno 1 unita di istruzione per i loro figli. Il vincolo di bilancio con il sistema dei buoni sarà dato perciò dalla spezzata A´BD. Confrontando le due grafici, potete notare che la differenza principale prodotta dal sistema dei buoni consiste nell´eliminare la discontinuità nel punto B delle tasse scolastiche versate, quando decidono di trasferire i figli dalla scuola pubblica alla scuola privata, e possono acquistare piccole quote aggiuntive di istruzione senza dover necessariamente “pagare due volte”. In effetti, la famiglia a cui si riferisce la Figura sopra reagisce al nuovo sistema scegliendo il paniere G, che contiene più di 1 unita di istruzione. La nostra analisi indica, pertanto, che un effetto dell´introduzione dei buoni scuola sarebbe l´aumento delle risorse spese per l´acquisto di servizi di istruzione. Nelle fasi di difficolta e di ristrettezze dei bilanci pubblici, saranno in molti a ritenere più opportuno rinunciare a qualunque politica che richieda risorse aggiuntive. A beneficio di costoro, bisogna aggiungere qualche avvertenza. Innanzitutto, la nostra analisi non ha considerato la possibilità che la concorrenza tra le scuole le renda più efficienti nella produzione dei servizi di istruzione. Quindi, mentre i genitori, data la disponibilità di buoni scolastici, potrebbero decidere di acquistare più unita di istruzione, la concorrenza potrebbe ridurre il costo di ciascuna unita rendendo assai difficile determinare l´effetto netto sulla spesa pubblica. In secondo luogo, le risorse aggiuntive dedicate all´istruzione come risultato del sistema dei buoni deriverebbero in larga misura direttamente dai privati, e non dai governi; e non è affatto scontato che le politiche pubbliche dovrebbero porsi l´obiettivo di evitare che i genitori spendano di più per l´ istruzione dei figli e di meno per l´acquisto di altri beni. Infine, un´analisi più completa dovrebbe considerare l´effetto di un livello di istruzione più elevato sulla produttività del sistema economico. Dopotutto, qualunque incremento di produttività che derivi da un livello di istruzione maggiore potrebbe essere usato per coprire il costo delle risorse utilizzate per fornirla. In sostanza, sebbene l´analisi svolta in questo esempio si concentri su una sola parte di un quadro molto più vasto, si tratta di una parte importante che non può essere trascurata quando si valutano scelte di politica economica. S. 139 S. 140 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 35 My. O. 5.5 I confronti di benessere globale Il concetto di surplus del consumatore ci aiuta a identificare i benefici (o i costi) delle variazioni che intervengono in singoli mercati. A volte, però, vorremmo capire se i consumatori stanno meglio o stanno peggio per effetto dei cambiamenti che si verificano su più mercati, anziché su uno solo. Anche in questo caso, il modello della scelta razionale ci permette di giungere ad alcune interessanti conclusioni. P.e. Gianni spende tutto il suo reddito per acquistare due soli beni: X e Y. I prezzi e il consumo dallo scorso anno sono: Px = 10, X = 50, Py = 20 e Y = 25. Quest´anno, sia il prezzo per entrambi pari a 10 e il reddito è di 750 €. I suoi gusti sono rimasti invariati. Gianni goda di un benessere maggiore quest´anno o l´anno scorso? La risposta è quest´anno. Anche se il suo reddito si è diminuito, quest´anno per la proprietà di “non sazietà” sceglie nonostante il paniere migliore rispetto allo scorso anno, dove non lo ha scelto e quindi non ha usato i suoi possibilità migliori. 5.5.1 I cambiamenti nella qualità dei beni: un´altra distorsione(Verzerrung) dell´IPC? L´accuratezza dei dati relativi ai prezzi, per quanto importante, non è sufficiente per stimare correttamente le variazioni che intervengono nel costo della vita. Dobbiamo tener conto anche dei cambiamenti che si verificano nella qualità di ciò che acquistiamo. E questo, purtroppo, si rivela un compito molto più complicato della semplice misurazione delle variazioni di prezzo. Calcolando l´IPC, si deve anche sempre considerare il miglioramento qualitativo del prodotto. P.e. l´automobile. La mancanza considerazione dei miglioramenti qualitativi ha lo stesso effetto della sottovalutazione delle possibilità di sostituzione tra i beni acquistati; in entrambi i casi, l´ indice ufficiale relativo al costo della vita tende a sopravvalutare l´effettivo aumento dei prezzi. L´indice generale dei prezzi al consumo ha implicazioni estremamente importanti per i bilanci pubblici, poiché in base a questo indice vengono aggiornati in molti Paesi i pagamenti delle prestazioni della sicurezza sociale (le pensioni) e di altri programmi di assistenza pubblica; anche una leggera distorsione verso l´alto dell´IPC può contribuire ad aumentare i disavanzi pubblici di cifre considerevoli. Applicazione 5.5 Una distorsione nell´indice dei prezzi al consumo L´indice dei prezzi al consumo (IPC /CPI Consumer Price Index) rileva le variazioni che intervengono nel “costo della vita”, cioè la somma che il consumatore deve spendere per mantenere un determinato tenore di vita. Negli Stati Uniti, questa misura viene pubblicata ogni mese dal Bureau of Labor Statistics, mentre in Italia dall´ISTAT. L´IPC viene calcolato determinando innanzitutto il costo di un paniere rappresentativo di beni e servizi in un periodo di riferimento (anno base) e poi dividendo quel costo di riferimento per il costo attuale del medesimo paniere. Così, per esempio, se nel periodo di riferimento per acquistare il paniere rappresentativo occorrevano 100 €, mantenerlo oggi ne servono 150 €, l´IPC sarebbe pari a 1,5. L´IPC non tiene conto della sostituzione, poiché tende anche a sopravvalutare gli incrementi del costo della vita. 5.6 Le applicazioni dell´elasticità della domanda rispetto al prezzo Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 36 My. O. Nell´ambito dell´analisi economica applicata, pochi strumenti sono più importanti dell´elasticità della domanda rispetto al prezzo. Supponete che il prezzo della metro di Londra fosse stato soggetto a un incremento del 10 %. A quanto sarebbero ammontate le entrate supplementari? Che pensereste se vi dicessimo che il numero di viaggi sulla metro è aumentato? Significa che i nostri calcoli erano sbagliati? Proprio per niente. Infatti, anno dopo anno, per varie ragioni, il numero di passeggeri della metro londinese continua a crescere e, senza l´aumento di prezzo, sarebbe certamente stato ancora più alto. Comunque, per calcolare l´effetto dell´aumento, continuiamo ad avere bisogno di sapere l´elasticità della domanda rispetto al prezzo. 5.7 Il modello di scelta intertemporale Come può influenzare una scelta presa nel presente le scelte in periodi futuri? Eppure simili effetti intertemporali rappresentano una caratteristica cruciale(ausschlaggebend,kritisch) di molte delle nostre decisioni più importanti. 5.7.1 Panieri di consumo intertemporali “Supponendo che il consumatore si comporti in modo razionale, come allocherà il suo consumo nel tempo?” Per semplificare l´analisi si ipotizza inizialmente l´esistenza di due soli periodi di tempo: 1. Corrente: è il modello standard /atemporale; tutte le scelte avveniva tra diversi beni da consumare tutti nel periodo corrente. Si dice consumo corrente, indicato con C1. 2. Futuro: Il modo in cui diversi beni entrano nel consumo futuro, indicato con C2. Nei due modelli di scelta atemporale o intertemporale, qualunque paniere di beni può essere rappresentato come un punto di un semplice grafico a due dimensioni. 5.7.2 Vincolo di bilancio intertemporale Immaginate di avere: MC1(corrente): 50 000 €  se lo lasciate in banca nel periodo futuro il capitale maggiorato di 20 % = 60 000 € MC2(futuro): 60 000 € 5.15 S.158 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 37 My. O. Analogamente, se volete prendere a prestito del denaro da restituire utilizzando parte del vostro reddito futuro, dovrete rimborsare 1,20 € nel periodo futuro per ogni euro preso a prestito nel periodo corrente. Per costruire il vostro vincolo di bilancio, dovete sempre considerare del fatto che potete spendere il vostro reddito in ciascun periodo.--> Coppia C1: 50 000 e C2: 60 000. Alternative: 1. Risparmiare tutti i 50 000 € del vostro reddito corrente e ricevendo così 1,2(50 000) =60 000€ che andranno a sommarsi al reddito nel periodo futuro. Cosi avrete C1 = 0 e C2 = 120 000€ 2. Prendere a prestito 60 000/1,2 = 50 000€, cioè prendere il valore attuale del reddito futuro, e sommandogli al reddito corrente. Cosi avrete C1 = 100 000 € e C2 = 0 L´equazione relativa al vostro vincolo di bilancio intertemporale è quindi: C2 = 120 000 – 1,2C1  1,2C1 + C2 = 120 000 € Supponete: -Reddito monetario M1 nel primo periodo -Reddito monetario M2 nel secondo periodo -Tasso d´interesse r (che potete offrire e prendere a prestito dei fondi) In questa situazione, qual è la somma massima che potete destinare al consumo nel periodo futuro? Quando il consumatore risparmia tutto il suo reddito corrente e riceve il tasso di interesse r per il suo capitale.  M2 = M1(1+ r) + M2 Qual è il massimo che potete destinare al consumo nel periodo corrente? Il reddito corrente più la somma massima che potete ottenere a prestito in base al vostro reddito futuro. La somma massima che potete prendere a prestito dato il vostro reddito futuro M2 si chiama valore attuale (PV, Present Value) di M2.  M1 = PV + M1 = (M2/ 1+ r) + M1 Il vincolo di bilancio intertemporale è un utile strumento per individuare i panieri di consumo che un individuo è in grado di acquistare, però non ci dice come sceglierà effettivamente i panieri. 5.7.3 Vincolo intertemporale in presenza di un tasso di interesse a credito differente rispetto al tasso di interesse a debito In alternativa a quanto ipotizzato nel precedente sotto paragrafo, si può assumere che ili tasso di interesse a credito rC sia differente rispetto a quello a debito rd pagato nel caso si chiede un prestito. Appare plausibile che il primo sia inferiore rispetto al secondo. P.e. le banche si basa proprio sulla differenza tra ciò che esse fanno pagare a chi chiede soldi a prestito e ciò che esse pagano sui depositi della clientela. In una circostanza come questa, il vincolo di bilancio intertemporale assume una forma “a gomito”. 5.16 S.159 5. 17 S.160 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 40 My. O. Valore atteso(EV, Expected Value): Somma di tutti I possibili risultati di una lotteria, ponderata in funzione delle rispettive probabilità di verificarsi. P.e. la probabilità di un lancio di una moneta dia come risultato testa è ½. Le tre esempi descritte sopra hanno, quindi, i seguenti valori attesi: EV1 = (½) 100 € + (½) (-0,50 €) = 49,75 € EV2 = (½) 200 € + (½) (-100 €) = 50 € EV3 = (½) 20 000 € + (½) (-10 000 €) = 5000 € dove la notazione EVi denota il valore atteso della lotteria i, con i= 1,2,3. Ma il valore atteso positivo non è sempre l´unico elemento per valutare ciascuno delle possibili scelte. Si deve anche considerare la probabilità della perdita, dove si deve considerare anche l´esito negativo (se sia grave o abbastanza modesto)  ½ di perdere 10 000 € o ½ di perdere 0,50 € 6.2.2 Il modello dell´unità attesa di von Neumann-Morgenstein La teoria formale della scelta in condizioni di incertezza è stata elaborata da John von Neumann Oskar Morgenstern. La loro permessa principale è che gli individui non scelgono l´alternativa che presenta il valore atteso più elevato, ma quella che presenta la più elevata utilità attesa (EU, Expected Utility). Questa teoria dalla massimizzazione dell´utilità attesa ipotizza una funzione di utilità U che assegna un valore numerico alla soddisfazione associata ai diversi eventi. U(Mx) = U(M+XVincita) /U(M+YPerdita) EUi = Probabilità U (M0 + XVincita) + Probabilità U (M0+YPerdita) Neumann-Morgenstern consigliano di accettare la lotteria se e soltanto se EUi è maggiore di U(M0), che rappresenta il capitale iniziale. Il punto cruciale della teoria è che i valori attesi dei risultati di un dato insieme di alternative non hanno necessariamente il medesimo ordinamento di preferenza delle utilità attese delle alternative. Spesso non è una funzione lineare, ma una funzione concava, illustrato nel grafico. Una funzione concava è se per ogni coppia di valor M1 e M2, la funzione giace al di sopra della corda che unisce i punti (M1, U(M1)) e (M2, U(M2)). La funzione di utilità U(M) = √𝑀 è una funzione concava rispetto a M è caratterizzata da un´utilità marginale decrescente della ricchezza. L´utilità marginale è semplicemente la pendenza della funzione di utilità, dunque una funzione caratterizzata da utilità marginale decrescente è una funzione di utilità la cui pendenza diminuisce al crescere di M. Un individuo la cui funzione di utilità è convoca rispetto alle ricchezza totale è detto avverso al rischio: ciò significa che egli rifiuterà sempre una lotteria il cui valore atteso sia pari a zero. Un gioco il cui valore atteso è pari a zero è detto gioco equo. La teoria dell´utilità attesa dice che, se U EUG > U(M0), bisognerebbe accettare il gioco, altrimenti bisognerebbe rifiutarlo. 6.1 S.177 Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 41 My. O. Propensione al rischio: Preferenze descritte da una funzione di utilità con utilità marginale crescente rispetto alla ricchezza. La sua funzione sarà simile a quella rappresentata nel grafico. Essa è convessa. Neutrale rispetto al rischio: L´individuo che è indifferente tra accettare o rifiutare un gioco equo. La retta sarà lineare. Equivalente certo: somma di denaro per la quale un individuo sarebbe indifferente tra accettare quella somma o partecipare al gioco. 6.3 Assicurarsi contro gli eventi sfavorevoli Quando i rischi che diversi soggetti si trovano ad affrontare sono indipendenti (cioè, la probabilità che un determinato consumatore subisca (erleiden) un evento sfavorevole è indipendente dalla probabilità che lo subisca un altro consumatore), è possibile raggiungere un risultato preferito da tutti, agendo collettivamente. 6.3.1 Aggregazione dei rischi Ritornando al esempio di prima dove si vince 20 000 € se da un lancio di una moneta vieni fuori testa, e si perde 10 000 € quando esce croce. Da soli non lo accettereste mai, ma se ipotizziamo che 10 000 persone hanno un accordo e giocate 10 000 €, partecipate? Vi conviene di partecipare perché il rischio è diviso tra voi e la probabilità dice che potete solo perdere se uscissi più di 2/3 croce, sapendo che la probabilità di un lancio di una moneta è di 1/2. Quindi se lanciate la moneta 10 000 volte vincete almeno 5000 volte.  ((20 000 x 5000) – (10 000 x 5000)) /10 000 = 5000 € per ognuno. La condivisione dei rischi, o “l´aggregazione” dei rischi (risk pooling) è possibile grazie a una proprietà statistica chiamata legge dei grandi numeri. Secondo tale proprietà, se la probabilità p che ha un vento di verificarsi è indipendente per ciascun membro di un gruppo numeroso di individui in un certo periodo di tempo, allora la frequenza empirica con la quale tale evento si manifesta in un qualunque periodo non si discosterà significativamente da p. La legge dei grandi numeri si applica anche al caso di N lanci di una moneta. La probabilità di ottenere testa con un singolo lancio è pari a 1/2, ma non è del tutto improbabile che questo eventi si verifichi 2/3 delle volte nel caso di soli 6 lanci (ottonerete almeno 4 teste in 6 lanci nel 34,4 % dei casi). Ma se effettuerete 10 000 lanci, la percentuale delle volte in cui uscirà testa sarà compresa tra 49 % e 51 % in più del 95 % dei casi. Molte forme di impresa ammesse dal moderno diritto commerciale (p.e. le società di capitali) hanno l´obiettivo di trasformare rischi inaccettabilmente grandi in rischi più piccoli e quindi molto più accettabili. 6.4 L´economia dell´informazione Come abbiamo visto non è possibile di aver alcun controllo su (in)certi casi. Gli economisti descrivono questi eventi dicendo che è la Natura a decidere. Però su qualche casi possiamo esercitare un certo controllo. P.e. un automobilista sceglie di chiudere la porta del veicolo quando lo parcheggia. U = U(M) Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 42 My. O. La capacità di controllare l´incertezza porta con sé il potenziale di un conflitto di interessi tra due parti di un accordo. P.e. la compagnia di assicurazione desidererebbe che un automobilista prendesse tutte le precauzioni possibili per evitare il furto del mezzo. Problema principale-agente: Un principale impiega un agente perché svolga una mansione per suo conto, ma non può essere certo dell´impegno effettivo dell´agente. Cioè che il principale desidera che l´agente si impegni al massimo, mentre l´agente, da parte sua, è incentivato a impegnarsi il minimo. P.e. i pazienti impiegano i medici per le diagnosi 6.4.1 Selezione avversa(feindlich) Selezione avversa: È il processo per cui si offrono di partecipare a una trattativa soltanto soggetti con caratteristiche meno desiderabili. Questo problema consiste perché l´agente al inizio disporre di più informazioni sugli beni e il principale deve per forza fidarsi. P.e. due marche diverse di un bene, il consumatore(principale) non sappia quale marca sia qualitativa più alta e non sappia neanche qual è il costo di un prodotto qualitativo alto. Il consumatore in teoria sarebbe disposto a spendere una somma più alta per un bene qualitativo alto e una somma meno alta per un bene qualitativo basso. Poiché il consumatore non sappia quale prodotto sia il qualitativo più alto è disposto a spendere di meno che il prodotto qualitativo più alto costerebbe. A quel prezzo, è talmente basso per il prodotto qualitativo più alto, che il venditore (agente) però nemmeno è disposto a venderlo. Per questo problema il prodotto qualitativo più alto non viene venduto/comprato anche se entrambi soggetti sarebbero disposto a pagare di più o venderlo di meno, e al posto il prodotto qualitativo più basso viene comprato/venduto. 6.4.2. Selezione avversa e assicurazioni Le compagnie di assicurazione deve trarre dalle polizze ricavi tali da permetterle di coprire tutte le proprie spese amministrative. Quindi, i premi devono rispecchiare da vicino le probabilità di richiesta di indennizzo, che tuttavia non sono uguali per tutti i potenziali clienti. Come visto prima la compagnia sarebbe il principale e i clienti l´agente. L´agenzia quindi non riuscirà a identificare gli utenti più a rischio, che per conseguenza deve implicare una livello di rischio medio delle polizze. Coloro che hanno un livello di rischio alto, lo accerteranno subito, ma quelli che hanno un livello di rischio più basso non lo accerteranno e rinunceranno a una autoassicurazione, nonostante sarebbero disposti a pagare la somma che dovrebbero pagare in caso di un incidente ma in questa volta siano più gli agenti ma i principali e per conclusione non sappiano se questa assicurazione sarebbe desiderabile. Per trovare un compromesso, quindi la “tariffa in due parti”, la polizza viene calcolato e personalizzato in base allo storico del cliente. 6.4.3 Discriminazione statistica Calcolando la polizza in base allo storico dei singoli clienti, viene anche considerato altri fattori. P.e. Due clienti hanno storie assicurative identiche, ma a loro vengono applicato due diversi tariffe. Forse l´esempio più rilevante è costituito dai premi eccezionalmente alti riservati ai maschi single sotto i 25 anni, gruppo in cui il tasso di incidente medio è decisamente superiore a qualsiasi altra categoria demografica. Ciò nonostante, molti maschi sotti i 25 sono davvero ottimi conducenti, la difficoltà è dovuta al fatto che le assicurazioni non riescono a identificarli a costi ragionevoli. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 45 My. O. 9. Capitolo: La produzione Produzione: È qualunque attività che crea un´utilità presente o futura. 9.2 La relazione input-output: la funzione di produzione La produzione si può anche descrivere come un processo di trasformazione degli input (fattori produttivi; la terra, il lavoro, il capitale, “attività imprenditoriale”, le conoscenze, la tecnologia, l´organizzazione e l´energia) in output (utilità presente o futura). Funzione di produzione: È la relazione secondo cui si combinano i fattori produttivi per generare l´output. La funzione di produzione può anche essere espresso con una equazione: SE K= capitale L= lavoro Q= quantità prodotta  Q= F(K,L) dove F è una funzione matematica che sintetizza il processo rappresentato. P.e. F(K,L)=2KL quindi se abbiamo per K=2 e L=3 la soluzione sarebbe F(K,L)= 2 (2) (3) = 12  Q= 12 9.2.1 Prodotti intermedi e valore aggiunto Il capitale (fornelli e padelle) e il lavoro (servizi professionali di uno chef) sono ovviamente insufficienti, da soli, a produrre un pasto. Occorrono anche gli ingredienti di base, che rappresentano prodotti intermedi. Questi vengono trasformati dal processo produttivo in beni di valore maggiore. Questo processo rivaluta semplicemente i beni con un valore x iniziale a un valore x1 maggiore, quindi x + il suo valore aggiunto = x1  50 + 100 = 150 9.2.2 Input fissi e variabili Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 46 My. O. Lungo periodo: Periodo di tempo minimo necessario a far variare le quantità di tutti gli input utilizzati nel processo produttivo. Un input la cui quantità può essere variata liberamente si dice fattore variabile. (ore di lavoro) Un input la cui quantità non può essere variata liberamente si dice fattore fisso. (affitto) Breve periodo: Periodo di tempo massimo entro il quale almeno uno degli input utilizzati nel processo produttivo non può variare. 9.2.3 Produzione nel breve periodo Nella produzione di breve periodo, se il K rimane constante e L è il solo fattore variabile, l´output diventa una funzione del solo input variabile.  F(K,L)=2KL K=3 L=? F(K,L)=6L Le funzioni di produzione di breve periodo non sono sempre linee rette. Così per alcune funzioni di produzione, il livello dell´output può addirittura diminuire quando le unità dell´input variabile superano un certo livello. Legge dei rendimenti decrescenti: È un fenomeno di breve periodo. Se vengono aggiunte uguali quantità di un fattore variabile e tutti gli altri fattori rimangono costanti, i conseguenti incrementi dell´output, a un certo punto, inizieranno a diminuire. 9.2.4 Prodotto totale, marginale e medio Curve del prodotto totale: Una relazione tra la quantità totale di output con la quantità di input variabile. Prodotto marginale: La variazione nel prodotto totale conseguente a una variazione unitaria dell´input variabile (quando tutti gli altri fattori rimangono costanti). Il valore del prodotto marginale del lavoro: SE ΔL = piccola variazione dell´input variabile ΔQ = conseguente variazione dell´output MPL (Marginal Product of Labour) : MPL = ΔQ ΔL Geometricamente, il prodotto marginale calcolato in un punto qualsiasi è dato semplicemente dalla pendenza della curva del prodotto totale in quel punto. Questo concetto ci aiuta a rispondere a domande di tipo: Dobbiamo installare un´altra fotocopiatrice? Occorre acquistare in leasing un altro furgone? Etc. Per rispondere a queste domande bisognerebbe trovare il massimo punto della curva di prodotto totale, MPL= 0. Prodotto medio (APL, Average Product): Rapporto tra il prodotto totale e la quantità del fattore impiegate. APL = Q L Quando l´input variabile è il lavoro, il prodotto medio si chiama anche produttività del lavoro. Microeconomia - Riassunto Frank; Cartwright 47 My. O. Geometricamente, il prodotto medio coincide con la pendenza della retta che unisce l´origine degli assi al punto corrispondente sulla curva del prodotto totale. 9.2.5 Relazioni tra le curve di prodotto totale, marginale e medio Quando la curva del prodotto marginale giace sopra la curva del prodotto medio, il prodotto medio è crescente; quando la curva del prodotto marginale giace sotto la curva del prodotto medio, il prodotto medio è decrescente. Le due curve si intersecano nel punto corrispondente al valore massimo della curva del prodotto medio. Quindi: Se l´aumento di output dovuto a un´unità aggiuntiva del fattore variabile supera il prodotto medio dei fattori variabili utilizzati finora, il prodotto medio deve aumentare. Sie tratta di un effetto ananlogo a quello che si verifica quando uno studente universitario che ha una media del 27 supera un nuovo esame ottenendo 30. Il nuovo voto fa aumentare la media dello studente. Viceversa, l´aggiunta di un input variabile, il cui prodotto marginale è minore del prodotto medio delle unità già impiegate, equivale a superare un nuovo esame con 22: l´effetto è quello di ridurre la media. 9.2.6 Il significato pratico della distinzione tra prodotto medio e marginale “Come deve essere allocata questa risorsa per massimizzare l´output totale?” La regola generale per allocare un fattore produttivo in modo efficiente, in questi casi, è assegnare ciascuna unità della risorsa all´attività in cui il suo prodotto marginale è massimo. Questa formulazione della regola si applica alle risorse che non sono perfettamente divisibili, e anche ai casi in cui il prodotto marginale di una risorsa è sempre più elevato in un´attività rispetto alle altre. Per una risorsa perfettamente divisibile, e per attività in cui il prodotto marginale della risorsa non è sempre più elevato in un´attività rispetto alle altre, la regola impone di allocare la risorsa in modo che il suo prodotto marginale sia lo stesso in ciascuna attività. P.e. le barche da pesca 9.3 La produzione nel lungo periodo Nel lungo periodo tutti i fattori produttivi sono variabili per definizione. Nel breve periodo, abbiamo potuto descrivere la funzione Q=F(K,L) su un semplice grafico a due dimensioni. Ma con K e L variabili, dobbiamo lavorare su un grafico a tre dimensioni: e quando vi sono più di due fattori variabili, serve un numero maggiore di dimensioni. Isoquanto: rappresenta tutte le possibili combinazioni di fattori produttivi variabili che consentono di ottenere un determinato livello di output. Così come la mappa delle curve di indifferenza che abbiamo visto nella teoria del consumatore, così la mappa degli isoquanti fornisce la rappresentazione sintetica di un processo produttivo. Quindi tutto che vale per la mappa delle curve di indifferenza vale anche per la mappa degli isoquanti. L´unico aspetto significativo sotto il quale l´analogia tra le mappe degli isoquanti e le mappe delle curve di indifferenza è incompleta riguarda il significato delle denominazioni attribuite alle due tipologie di Curve. Così sulle mappe di indifferenza viene indicato solo l´ordinamento relativo dei panieri e che a un isoquanto corrisponde, invece, il livello effettivo di output. 9.3.1 Saggio marginale di sostituzione tecnica 9.7 S.272
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