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MIGLIORAMENTO O PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEGLI OPERAI NELL'800?, Dispense di Storia

Breve relazione sulle condizioni degli operai dell'Ottocento, in relazione allo stato dei lavoratori nel periodo precedente.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 22/02/2020

Lollo545454
Lollo545454 🇮🇹

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Scarica MIGLIORAMENTO O PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEGLI OPERAI NELL'800? e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! RELAZIONE: MIGLIORAMENTO O PEGGIORAMENTO DELLA VITA DEI LAVORATORI? Per duecento anni gli storici, gli economisti, gli statistici e i filosofi si sono scontrati su una questione, tutt’ora aperta, che risulta essere molto delicata: la prima Rivoluzione Industriale portò ad un miglioramento o ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori? Per rispondere al meglio, è necessario comprendere quali fossero le condizioni dei lavoratori nel periodo precedente al processo rivoluzionario. Fino al XVIII secolo una grande fetta della popolazione europea era rappresentata dai contadini che vivevano di un’agricoltura di sussistenza, destinata cioè alla sopravvivenza della famiglia che era, in molti casi, costituita da un gran numero di membri da sfamare. La sopravvivenza di tali famiglie dipendeva molto dalla natura: un anno di eccessive o, al contrario, di scarse piogge avrebbe provocato ingenti danni ai raccolti, condannando la vita di questi contadini alla miseria e alla fame. In questo contesto lavoravano anche donne e bambini, che sin da piccoli aiutavano i propri genitori nel duro lavoro dei campi: a tal proposito vi sono molte testimonianze, come le tavole dell’Enciclopedia del 1763 di Diderot e D’Alembert raffiguranti paesaggi rurali in cui compaiono donne e bambini chinati a raccogliere i frutti dei loro campi. Inoltre è stato statisticamente provato che il 28% della popolazione, alla fine del XVIII secolo, non aveva una casa e un’occupazione fissa, ed era di conseguenza molto povera. Il dilagante pauperismo era già presente prima della Rivoluzione Industriale, perciò non deve stupire che durante tale processo molte persone rimasero povere. Marx, in particolare, condanna la classe borghese imprenditoriale, accusandola di essere responsabile di un simile impoverimento (materiale e culturale). Certo, è evidente che le condizioni di molti operai fossero pessime; ma da ciò non si può affermare che, rispetto al passato, tali condizioni fossero peggiorate. Molti sono i fattori positivi che contribuirono ad un calo della percentuale di povertà durante il 1800: uno fra tutti il salario fisso, che garantiva sempre la sopravvivenza della famiglia dell’operaio senza il rischio che potesse morire di fame a causa di un’improvvisa carestia. Inoltre, non bisogna dimenticare il ruolo delle donne e dei bambini: se in un primo momento svolgevano lavori pesanti, in pochissimi anni furono emanate delle leggi che vietavano loro il lavoro all’interno delle miniere; rispetto al duro lavoro dei campi, dunque, è inevitabile riconoscere che donne e bambini furono avvantaggiati. In generale, in pochissimo tempo vennero formulate diverse leggi che garantivano sicurezza sul lavoro, assistenza sanitaria, limiti di orari e diverse forme di libertà che contribuirono a rendere più agevole la vita di un operaio, sempre più tutelato. La maggiore stabilità economica e il sentirsi più protetti dalle istituzioni, permisero ai lavoratori di migliorare la qualità della propria vita: occorre ricordare che la borghesia, tradizionalmente considerata il ‘ceto attivo’ e da sempre cosciente della propria importanza rispetto alla nobiltà e al clero, era consapevole del ruolo chiave dei lavoratori salariati e di conseguenza avrebbe provato ad evitare possibili rivolte contro la classe imprenditoriale stessa. Non c’è dubbio, quindi, che la classe borghese fece il possibile pur di garantire agli operai uno stipendio sufficiente al mantenimento degli stessi e delle loro famiglie: sarebbe stato controproducente disseminare il malcontento fra i proletari, vera e propria forza lavoro. Dunque, come sostenuto da Ashton, la povertà ancora diffusa non affonderebbe le sue ragioni nella superiorità soverchiante dei borghesi, bensì in altre motivazioni. Per concludere, l’avvento della prima Rivoluzione Industriale portò in generale dei miglioramenti, seppur di poco spessore, alla vita dei lavoratori che ottennero relativa stabilità e sicurezza di uno stipendio fisso; con il passare degli anni, nuove norme tutelarono sempre più l’operaio, vero perno del complesso sistema industriale destinato ad evolversi nel corso del tempo. Monti Lorenzo, 4D
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