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Mirra - Vittorio Alfieri, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Analisi dettagliata della tragedia Mirra di Vittorio Alfieri, con commento al saggio di Walter Binni

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 23/02/2023

doride_pilloni
doride_pilloni 🇮🇹

4.6

(76)

81 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Mirra - Vittorio Alfieri e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Vittorio Alfieri - Mirra VITTORIO ALFIERI - MIRRA Doride Pilloni MIRRA Sommario Saggio di Walter Binni ................................................................................................................................. 2 ATTO PRIMO ............................................................................................................................................... 3 SCENA PRIMA .......................................................................................................................................... 3 SCENA SECONDA ..................................................................................................................................... 5 SCENA TERZA ........................................................................................................................................... 5 ATTO SECONDO........................................................................................................................................... 6 SCENA PRIMA .......................................................................................................................................... 6 SCENA SECONDA ..................................................................................................................................... 6 ATTO QUARTO ............................................................................................................................................ 7 SCENA PRIMA .......................................................................................................................................... 7 SCENA SECONDA ..................................................................................................................................... 7 SCENA TERZA ........................................................................................................................................... 7 SCENA QUARTA ....................................................................................................................................... 7 SCENA QUINTA ........................................................................................................................................ 7 ATTO QUINTO ............................................................................................................................................. 8 SCENA PRIMA .......................................................................................................................................... 8 SCENA SECONDA ..................................................................................................................................... 8 SCENA TERZA ......................................................................................................................................... 10 SCENA QUARTA ..................................................................................................................................... 10 Vittorio Alfieri - Mirra VITTORIO ALFIERI - MIRRA Doride Pilloni La regina di Cipro, Cecri, accecata dalla bellezza e dalla virtù della figlia Mirra, ha osato insultare la dea Venere, reputando la bellezza della figlia maggiore di quella della dea. Venere decide quindi di vendicarsi nei confronti di Cecri maledicendo Mirra con un amore incestuoso verso il padre Ciniro. Mirra si rende conto dell’orrore di tale sentimento, ma non può controllarlo. Il padre Ciniro, pur avvertendo che qualcosa non va, ignora del tutto ciò che sta accadendo. Per sfuggire a questa situazione, Mirra decide di sposare Pereo, il principe dell’Epiro. Ottiene così dal padre il permesso di poter lasciare la casa paterna per andare a vivere nella patria dello sposo. Mirra vede nelle nozze l’unica possibilità di sfuggire alla sua situazione, oltre alla morte. Vista la sofferenza della ragazza, il padre, la madre e lo stesso sposo provano a dissuaderla invano. Si passa quindi alla cerimonia nuziale, interrotta da un grido di orrore di Mirra. A questo punto l’unica via di scampo è la morte, che possa arrivare prima che dalla sua bocca escano parole che possano far capire il suo sentimento incestuoso. Pereo, rotto dal dolore, si uccide. Il padre Ciniro, combattuto tra l’amore paterno e il desiderio di scoprire il segreto della figlia, convoca Mirra al suo cospetto e la ragazza, conscia che il suo segreto non ha altro fato che rivelarsi, si presenta al fine. Ciniro, per liberare la figlia dal dolore le dice che le concederà in sposo chiunque sia nei suoi desideri , anche se indegno e al rifiuto della figlia la minaccia di allontanarla per sempre dalla famiglia. Mirra rivela quindi il segreto d’amore per il padre e si trafigge con la spada del padre. Il suicidio però non le evita di sentire le parole del padre nel rivelare l’amore incestuoso alla madre. Alla fine dell’atto Mirra resta sola con sua madre in lacrime accanto a lei. Nel testo “Le Metamorfosi” di Ovidio, viene narrato il mito di Mirra, che non si uccide ma viene trasformata nell’albero della mirra, dal quale nascerà Adone, amato di Venere. Saggio di Walter Binni La Mirra rappresenta un momento essenziale di sintesi degli elementi particolari della vita sentimentale e poetica di Alfieri negli anni delle Rime, e del fondamentale motivo tragico che è al centro più profondo del suo animo e che ora vien condotto al suo significato più assoluto. La genesi della Mirra è originale e libera da ogni motivo di gara letterario-teatrale e di attenzione a precedenti testi drammatici. Quell’incontro di “orrendo” ed “innocente” nel cuore di Mirra era la traduzione di un estremo approfondimento del motivo tragico alfieriano portato alla sua espressione più dolorosa e desolata. Una fanciulla innocente, la creatura più nobile e pura che l’Alfieri abbia mai concepita, è invasa da una passione tremenda e invincibile. Il “limite” contro cui gli eroi alfieriani lottano disperatamente si è qui realizzato in una passione invincibile che potrà essere sradicata solo con la morte. Proprio nella lotta di Mirra risplende p la forza tenace con cui quello spirito nobile e puro, pur nella sua delicata fragilità femminile, si oppone alla rivelazione della sua passione. Si sforza di sfuggirle con la morte. Questa tragedia vive nello sviluppo del personaggio centrale e della sua azione, rispetto ai quali gli altri personaggi hanno una fondamentale funzione di collaborazione, completano la rappresentazione, ne suggeriscono e sottolineano gli atteggiamenti. Mirra si alimenta pure delle componenti più delicate e sensibili dell’animo alfieriano. Vittorio Alfieri - Mirra VITTORIO ALFIERI - MIRRA Doride Pilloni SCENA SECONDA (CECRI: Ma, che mai fia […] in lagrime di sangue). È passato quasi un anno dalla scelta del fidanzato, da cui è iniziato questo degrado patologico di Mirra. “isola sacra” (Cipro). Abbiamo la prima allusione ad una maledizione, evidentemente provocata da una divinità ignota. Tuttavia, gradualmente si precisa da questa allusione di Cecri che potrebbe esserci una vendetta di Venere suscitata dal fatto che in un’occasione, la madre innamorata della propria figlia ne avrebbe cantato la bellezza forse superiore a Venere. SCENA TERZA (CINIRO: Non pianger donna […] pentirsene). Si parla di ragion di stato, di conflitti tra ragioni private e ragion di stato ma l’orientamento è già chiaro. “padre mi fea natura, il caso, re” è un’affermazione forte, si tratta per il sovrano non solo di privilegiare le azioni d’affetto per la figlia , ma anche di prendere in considerazione situazioni piuttosto complicate dal punto della gestione dei rapporti e del potere, si parla proprio di ira possibile del re d’Epiro e del figlio se improvvisamente si rompesse quel patto nuziale. “ragion di stato” questa terminologia si sviluppa a partire da fine Cinquecento. Le nozze stanno per essere celebrate, mancano poche ore. “ben parli […] è in noi” Richiesta a volte diretta, a volte indiretta di conoscere la verità e far parlare la figlia. Vittorio Alfieri - Mirra VITTORIO ALFIERI - MIRRA Doride Pilloni ATTO SECONDO SCENA PRIMA Compare la figura di Pereo, che esordisce ricordando che a brevissimo potrà chiamare il sovrano di Cipro padre perché si compiranno le nozze. Nel dialogo tra i due si arriva a un'equiparazione tra il rango nobiliare, ma anche indole nobiliare e la qualità del discorso delle battute: è un dialogo tra nobili non solo di sangue ma anche di spirito e dal punto di vista della lingua il registro è quello consono. Inizia una descrizione di Mirra rispetto al promesso sposo, a ciò che dice e non dice Mirra e a ciò che invece dice il suo aspetto. “Ciro benché tu…”in questi endecasillabi vediamo come la prospettiva di Pereo converge arricchendo e integrando quanto già sappiamo con la visione anche di altri tre personaggi che ci hanno offerto finora di Mirra. “pur di nozze ella parla…” anche qui la volontà di voler confermare le nozze programmate in altri momenti . Nozze che sembrano essere detestate dalla stessa Mirra e continua il gioco tragico di richiesta di spiegazione: non solo Mirra non risponde sulle ragioni della sua tristezza ma è indotta a negarle. In questa situazione si getta nell'incertezza disperata lo stesso Pereo, anche lui assolutamente in sintonia con le figure dei sovrani. Con accenni quasi leopardiani troviamo questa chiusura del discorso di Pereo, il quale dovrebbe essere il primo referente in questa situazione, cioè quella dell'onore infranto a causa di questa fanciulla. La figura di Pereo è quella dell'amante disponibile a farsi da parte, purché Mirra ritrovi un minimo di fierezza di vita al di fuori di questa tristezza terribile che la attraversa. Anche per queste ultime parole di Pereo siamo all'interno di un discorso di amore tragico. SCENA SECONDA Mirra si ritrova quasi contro la sua volontà, sola, al cospetto del promesso sposo nell'imminenza delle nozze, che nel giro di pochissimo tempo dovranno essere celebrate. Le nozze sono confermate da parte di Mirra non per straordinaria passione amorosa, ma costituiscono una sorta di via di fuga, perché il patto è che lei possa andar via da Cipro. In questo discorso di una sofferenza terrificante di Pereo le nozze si devono compiere e sono assolutamente imminenti. La parola martir sta per sacrificio di chi è colpito da forze interminabili e assolutamente sovradimensionate rispetto alla propria personalità: l'incapacità di liberarsi da qualcosa è un sacrificio da martire. Pereo continua a chiedere spiegazioni perché il suo ruolo nella prospettiva di Alfieri è quello di contribuire ad aiutarci a comprendere lo stato profondo e miserabile degli uomini, di cui Mirra è emblema. Mirra aggiunge “quando dinanzi a un ostinato interrogar”: è la propria punizione. Pereo ancora una volta allude alla possibilità di poter rimandare e Mirra ribadisce poco più avanti “no questo è il giorno ed oggi sarò tua sposa”. Vittorio Alfieri - Mirra VITTORIO ALFIERI - MIRRA Doride Pilloni ATTO QUARTO SCENA PRIMA Troviamo la nutrice e Mirra che si confrontano. Mirra si mostra abbastanza ferma, cerca di convincere Euriclea dell’opportunità della scelta (matrimonio e abbandono di Cipro); Euriclea è spaventata e non convinta di questa soluzione, nonostante la fermezza di Mirra. “Ogni dolor sia muto” tragedia che si regge sul silenzio. SCENA SECONDA Al cospetto di un Euriclea tacita, Pereo ritrova Mirra. Abbiamo un discorso di Mirra a Pereo, non così convinto ad essere un martire di riflesso. Abbiamo una sorta di enumerazione, di che cosa si prospetta come miglior soluzione per Mirra: da “il solcar nuovi mari” a “appien mi debbe quella di pria tornare”, ossia quella che son stata un tempo. Da “Allor salotti” a “accertai” (ma introduce un’avversativa), cioè questa condizione di sofferenza non sarà lunga; da “il mio duolo” a “perenne orribil pianto”, le negazioni usate come anafora. Proseguendo Pereo viene quasi nominato da Mirra e con rimescolamento di identità si dice disponibile a questo compito anche in termini di sposo, amico, fratello, amante o servo “dogni mio male è sentor pietoso” questo sarà il ruolo dello sposo secondo il piano enunciato da Mirra. SCENA TERZA Si arriva alle nozze. Tutti e cinque personaggi più importanti sono presenti in scena: le nozze si svolgeranno nella reggia e non nell’altare per questioni di tempo. Alfieri prevede questa sorta di manto sonoro (da qui scaturirà il crollo emotivo di Mirra), legato alle parole del coro. Abbiamo dei segnali di una Mirra tutt’altro che salda rispetto a quell’atteggiamento che aveva manifestato sino a poco prima. La più probabile causa dell’infelicità estrema che attraversa Mirra è forse una vendetta di Venere. Da “a per pietà coi detti” a “sé stessa roda la feral discordia” si parla della salvezza della sposa, il prevalere della concordia contro l’eventuale intervento delle furie infernali. Mirra crolla e si dichiara in preda alle furie infernali, esplode la passione orrida che Mirra non riesce più a contenere. Pereo: da “sposa non sei” a “a chi te perde, udrai” è un chiaro segnale di inizio del meccanismo di scioglimento di inizio della catastrofe (minaccia di suicidio). SCENA QUARTA Il re, riprendendo anche la sua funzione pubblica, dichiara chiuso il rito perché è stato contaminato. SCENA QUINTA Pereo è sparito. Nell’intervento del sovrano, da “Donne, a sé” a “d’esserlo al fine” abbiamo una sorta di cambio di prospettiva: il genitore amoroso che prevaleva sul sovrano e sulla legge dell’onore cambia prospettiva. Nella replica di Mirra si intensificano i segnali che rimandano alla meccanica della tragedia classica.
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