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Guide e consigli
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Modelli sanitari a confronto, Slide di Economia

Diapositive che confrontano vari modelli di intervento pubblico

Tipologia: Slide

2021/2022

Caricato il 11/12/2023

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

4.5

(2)

3 documenti

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Scarica Modelli sanitari a confronto e più Slide in PDF di Economia solo su Docsity! MODELLI SANITARI REGIONALI A CONFRONTO La crescita della spesa sanitaria in Italia è del 7% (vs media europea 6-8%) mentre abbiamo una crescita del fondo sanitario del 3,6-3,8%. Questo fa si che aumenti il delta fra il fondo sanitario che è legato all’inflazione reale e la spesa sanitaria legata ad un’inflazione più grande. Occorre rivedere i costi (n° ospedali, n° ricoveri, appropriatezza) Il processo di federalismo nel periodo dal 2001 al 2002 ha subito un’accelerazione attraverso : !Approvazione del titolo V della Costituzione che sancisce il federalismo nei principali settori del welfare pubblico !Introduzione di norme volte all’ulteriore decentramento dell’assetto fiscale che dotano le regioni di maggiori entrate proprie svincolandole sempre di più dai trasferimenti statali !Riconoscimento dello spazio politico –istituzionale delle regioni Il processo di decentramento regionale ha un impatto particolarmente rilevante proprio nel settore socio-sanitario, settore cardine dell’azione delle regioni italiane che mostrano sistemi socio-sanitari con differenze significative per architettura, caratteristiche delle infrastrutture, servizi offerti, livelli di spesa e performance. In Italia l’offerta dei servizi sanitari è buona ma variegata rispecchiando la differenziazione delle scelte organizzative e programmatiche delle diverse Regioni. La forte variabilità dei sistemi sanitari in Italia ha di positivo il fatto che il sistema è costituito e pensato NEL e CON il territorio rispecchiando la peculiarità caratteristica della domanda territoriale ma ha come elemento di debolezza la disparità che si crea fra le regioni con servizi di qualità diversa. spesa totale assistenza sanitaria procapite per regione 1362,25 1309,09 1415,51 1436,84 1441,57 1449,26 1456,89 1402 1372,95 1415,99 1200 1250 1300 1350 1400 1450 1500 calabria basilicata campania lazio marche toscana emilia romagna veneto lombardia piemonte Elaborazione CNA su dati ISTAT 2003 spesa assistenza distrettuale totale procapite per Regione 656,16 545,07 697,33 718,85 750,73 753,79 792,92 660,92 699,98 714,71 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 calabria basilicata campania lazio marche toscana emilia romagna veneto lombardia piemonte euro fonte elaborazione CNA su dati del tavolo monitoraggio LEA, Conferenza Stato Regione 2004 spesa sanitaria ospedaliera regionale in % sul totale spesa sanitaria 45,09 44,96 48,5 41,5 43,33 43,84 46,97 47,55 53,22 47,64 0 10 20 30 40 50 60 calabria basilicata campania lazio marche toscana emilia romagna veneto lombardia piemonte Elaborazione CNA su dati ISTAT 2003 SERVIZIO SANITARIO REGIONALE •la regione Lombardia •la regione Toscana REGIONE LOMBARDIA In sostanza la legge 31/97 disegna un servizio sanitario regionale in cui vigono tre principi: 1. Libera scelta del luogo di cura da parte del cittadino che è al centro del sistema 2. Separazione fra soggetti garanti della salute dei cittadini e acquirenti delle prestazioni (ASL) e soggetti erogatori di prestazioni sociosanitarie (AO, e privati accreditati) 3. Parità di diritti fra soggetti erogatori accreditati pubblici/privati e profit/non profit 4. Aziendalizzazione per recupero di efficacia e efficienza delle organizzazioni sanitarie pubbliche Il sistema regionale è costituito da 29 Aziende Ospedaliere pubbliche articolate in più presidi ospedalieri messi in rete e da 15 aziende territoriali che gestiscono le attività di tutela della salute collettiva, le cure primarie, una serie di servizi individuali e le funzioni socio-assistenziali delegate ai Comuni. L’azienda territoriale oltre ad essere erogatore di alcuni tipi di servizi è responsabile della tutela della salute e agisce come acquirente delle prestazioni presso erogatori (pubblici e privati) secondo un modello britannico di separazione fra “purchaser” e “provider” anche se più limitato. La regione Lombardia per promuovere effettive condizioni di libertà di scelta degli erogatori da parte dei pazienti e per garantire condizioni di parità tra erogatori pubblici e privati ha lasciato maggiori spazi di competizione tra pubblico e privato , ha accreditato nuove strutture di diritto privato e ha promosso la possibilità di accesso dei cittadini alle strutture private accreditate. Con al Legge del 1997 la Regione Lombardia ha cercato di creare un modello di sistema pubblico in grado di valorizzare l’autonomia dei pazienti e la competizione tra le strutture spostando la funzione di governo su nuove modalità di regolazione centrate sulla modulazione dei sistemi di finanziamento a tariffa e sullo sviluppo del sistema di accreditamento. Piano socio-sanitario regionale 2002-2004 e 2007-2009 Il Piano è un “manifesto” sugli indirizzi politici, uno strumento di programmazione sanitaria e un documento di riorganizzazione istituzionale. Le linee strategiche sono: • Orientare l’azione delle pubbliche amministrazioni nella direzione del cittadino • Porre il cittadino al centro del sistema • Attuare il principio della sussidiarietà • Promuovere la crescita dei servizi in una logica di rete del sistema • Perseguire la logica dello sviluppo sostenibile REGIONE LOMBARDIA REGIONE LOMBARDIA 1. Ruolo della Regione- da un ruolo di coordinamento e holding nei confronti dei soggetti erogatori pubblici dei quali detiene la piena proprietà a ruolo di regolatore e controllore “terzo” imparziale del sistema , non svolgendo pertanto funzioni di gestione dei servizi che possono essere potenzialmente in conflitto di interessi. Governo regionale “controllore” imparziale del sistema sul piano della valutazione delle aziende sanitarie pubbliche e private in termini di efficacia, efficienza, qualità dei servizi erogati e di soddisfazione dell’utenza. La Regione diventa quindi il finanziatore, l’ente competente in materia di indirizzo, monitoraggio dell’erogazione dei servizi oltre che di determinazione dei livelli qualitativi e quantitativi appropriati. Il diritto alla salute non viene direttamente assicurato dalla “mano pubblica” della Regione ma da un composito insieme di soggetti autonomi che operano in accordo a regole regionali. La tutela della salute non viene quindi assicurata dalla Regione ma dalla capacità delle regole del sistema di orientare i comportamenti di soggetti autonomi. Terzo pilastro regolatorio sono i contratti tra erogatori e Aziende Territoriali. Se l’accreditamento e i sistemi tariffari sono potenti strumenti di governo, l’enfasi attribuita al pluralismo e all’autonomia delle Aziende rende difficilmente governabile il sistema. Negli ultimi anni le politiche della Regione hanno adottato strumenti di governo più incisivi (es. tetto di spesa) per contrastare le dinamiche espansive della spesa che sono frutto di maggiori spazi di autonomia e competizione che il sistema permette. REGIONE LOMBARDIA 2. Il ruolo delle Aziende Sanitarie Locali (ASL)- (in sostituzione delle Ussl) : • hanno il compito di tutelare la salute dei cittadini (garanti degli interessi di salute del cittadino) garantendo i livelli di assistenza definiti dalla programmazione nazionale e regionale • hanno la funzione di programmazione delle prestazioni socio-sanitarie • hanno la funzione di acquisto delle prestazioni attraverso specifici accordi con i soggetti erogatori di prestazioni pubblici e privati. • hanno funzioni amministrative di vigilanza e controllo di tutte le unità di offerta , pubbliche e private, socio- assistenziali e socio-sanitarie, …. REGIONE LOMBARDIA L’ASL svilupperà la capacità negoziale nei confronti dei soggetti erogatori attraverso: •Definizione delle priorità in termini di fabbisogno e di allocazione delle risorse •Verifica della qualità dei servizi •Promozione dell’appropriatezza delle prestazioni •Controllo dei costi con definizione della compatibilità economica e finanziaria REGIONE LOMBARDIA Il ruolo dei Distretti • Hanno la responsabilità della garanzia assistenziale di tutela della salute e (per delega o accordi ) la gestione dei servizi sociali affidatagli dai Comuni • È la dimensione idonea per conoscere la domanda di salute e benessere sociale, esercitare la committenza ed acquisto delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali adeguate e necessarie dagli erogatori locali e coordinare ed integrare i soggetti erogatori • E’ un’”area sistema” con interventi integrati sanitari,socio- sanitari e sociali, governati sulla base del budget di distretto • Al governo del budget distrettuale concorrono i MMG e Pls organizzati in “gruppi di cure primarie”-unità elementare di offerta integrata di competenze mediche, infermieristiche, riabilitative, specialistiche di primo livello che hanno la funzione di presa in carico complessiva della salute della popolazione di riferimento. REGIONE LOMBARDIA Il Piano socio-sanitario prevede il progressivo completamento del processo di separazione tra i soggetti acquirenti (ASL) e quelli erogatori (AO) anche attraverso una graduale esternalizzazione dei servizi socio-sanitari attraverso varie forme: o a gestione diretta o a rapporto convenzionale con soggetti terzi pubblici e privati, profit e non profit. REGIONE LOMBARDIA Graduale esternalizzazione dei servizi a gestione diretta dell’AUSL cedendo le prestazioni socio-sanitarie e sociali a erogatori istituzionali (AO, strutture private accreditate) o nuovi soggetti (associazioni di medici e pediatri, agenzie di servizi alla persona pubbliche e private, profit e no profit). Anche i servizi di prevenzione potranno essere esternalizzati dopo un percorso di accreditamento. L’obiettivo della riorganizzazione della rete ospedaliera: •Creazione di ospedali per acuti di medie dimensioni, specialistici e ad alta tecnologia •Riduzione di 5000 PL per acuti arrivando a 4,5 PL per 1000 abitanti (comprensivi di posti letto x lungodegenza e riabilitazione) •Aumento di 5000 PL di riabilitazione •Valutazione della performance delle strutture ad alta specializzazione •Trasformazione degli ospedali di piccole dimensioni in ospedali per ricoveri diurni, per attività specialistica ambulatoriale, collegati ai presidi ospedalieri REGIONE LOMBARDIA Fondazione di partecipazione Modello che assomma le prerogative della Fondazione e quelle dell’Associazione e che appare idoneo a consentire la collaborazione pubblico-privato. Gli enti pubblici e i privati possono partecipare all’iniziativa come fondatori o possono aderire successivamente senza modificare lo statuto e hanno diritto di nominare i loro rappresentanti nel Consiglio di amministrazione. Prevede varie forme di categorie di soci (fondatori, sostenitori, ..) in modo tale da consentire l’articolazione dell’organizzazione in modo flessibile e funzionale agli obiettivi dell’ente. Un organo di sorveglianza composto esclusivamente dai rappresentanti degli enti pubblici partecipanti controlla l’aderenza dell’operato della Fondazione alla Legge, allo statuto e al pubblico interesse e ha poteri fino a censurare gli atti valutati contrari. REGIONE LOMBARDIA REGIONE LOMBARDIA Un progetto di sperimentazione gestionale del modello sanitario L. R. 31/97 approvato nella Conferenza Stato Regioni del 2001 prevede l’applicazione di forme di privatizzazione delle AO . In questa ipotesi la Regione riduce, in diretta correlazione con la minore responsabilità economica, il ruolo di coordinamento delle AO incrementando quello di regolatore/controllore “terzo” , imparziale, del sistema. La trasformazione delle AO pubbliche in soggetti di diritto privato: •È utile la privatizzazione delle regole, non della proprietà, per garantire flessibilità nella gestione e rapidità nell’esecuzione delle decisioni •È utile nelle relazioni aziendali e gestione delle risorse umane che sono liberate dai vincoli pubblicistici Piano Socio sanitario 2010-2014 Posti letto subacuti Organizzazione per intensità di cure CreG (Cronic related group) Popolazione residente (al 31-12-2002) 3.730.130 Comuni 287 Aziende USL 12 Zone-Distretto 34 Aziende Ospedaliere 4 Istituti a carattere scientifico 1 Aree Vaste 3 REGIONE TOSCANA REGIONE TOSCANA Il sistema sanitario toscano si caratterizza per i seguenti elementi: •Un modello basto sulle AUSL provinciali dotate di rispettivi ospedali, finanziate a quota capitaria, con onere di pagare la mobilità sanitaria in uscita. •La presenza di un numero limitato di aziende ospedaliere che coincidono con i poli universitari (Siena , Pisa, Firenze) a cui si aggiunge l’ospedale pediatrico Meyer che è riferimeno regionale •La presenza di una prevalente produzione pubblica e di un ruolo limitato dei produttori privati accreditati •Un rilevante livello di attenzione esercitato dagli Enti Locali sulle aziende e sul settore sanitario attraverso la Conferenza dei Sindaci Aziendali, la zona-distretto,.. •Equilibrio di bilancio regionale raggiunto nel 2001 •Discreto livello di maturità manageriale raggiunto dalle aziende. REGIONE TOSCANA Le Ausl sono articolate in “zone-distretto” che rappresentano la struttura di base del sistema sanitario regionale e dell’organizzazione aziendale . Nel territorio della zona-distretto sono aggregate funzionalmente le strutture creando: Un Presidio Ospedaliero di zona (insieme di stabilimenti e reparti ospedalieri) Un Presidio Territoriale di zona (insieme di presidi di erogazione delle attività assistenziali territoriali e specialistiche di primo livello, sociali e sanitarie) REGIONE TOSCANA Le funzioni della zona-distretto, il livello locale del governo dei servizi territoriali, sono: •Programmazione dell’offerta sociale e sanitaria integrato e controllo dell’uso delle risorse •Governo dei presidi territoriali •Coordinamento tra le attività ospedaliere, territoriali e di prevenzione •Rilevazione, orientamento e valutazione della domanda sociale e sanitaria, nonché del grado di soddisfazione REGIONE TOSCANA Partiti come forme di sperimentazione gestionale per promuovere l’innovazione organizzativa, tecnica e gestionale del settore dei sevizi sanitari territoriali di “zona-distretto” e l’integrazione dei servizi sanitari e sociali, gli Enti Locali e le Unità sanitarie Locali hanno costituito apposti organismi consortili denominati “società della salute” REGIONE TOSCANA Le Società della salute svolgono una funzione di indirizzo e programmazione strategica, organizzazione e gestione delle attività socio-sanitarie e delle attività di assistenza sociale, individuate dal piano regionale di controllo, monitoraggio e valutazione. L’assistenza territoriale è esercitata dall’Azienda sanitaria locale in attuazione della programmazione delle Società della salute ed è basata su modelli organizzativi che privilegiano il lavoro associato e multiprofessionale. Le prestazioni specialistiche erogate in ambito ospedaliero sono concertate dalla Società della Salute con i soggetti erogatori sulla base dei bisogni e dei volumi attesi tramite accordi bilaterali. REGIONE TOSCANA Ha un ambito territoriale coincidente con quello della zona-distretto. Gli obiettivi sono: •Coinvolgimento delle comunità locali •Garanzia di qualità e appropriatezza •Controllo e certezza dei costi •Universalismo ed equità •Valorizzazione della imprenditorialità non profit Il Piano integrato di salute è uno strumento di programmazione dell’assistenza territoriale della Zona- distretto. Programmazione integrata delle politiche sociali e sanitarie a livello di zona-distretto che si integra con gli strumenti di programmazione e d’indirizzo locali e con gli strumenti amministrativi di competenza dei comuni nei settori che incidono sulle condizioni di benessere della popolazione. E’ approvato dall’articolazione zonale della conferenza dei sindaci La Regione , attraverso le Società della Salute, intende rafforzare il ruolo dei Comuni, indebolendo il proprio, per tutto l’ambito socio-sanitario e socio-assistenziale. Nel settore ospedaliero e nelle funzioni amministrative, l’Area vasta e l’accentramento delle funzioni vedono al contrario un ruolo crescente per la Regione. Il livello di autonomia e le prerogative di governo delle Aziende vengono indeboliti da: •scorporo dei servizi socio-sanitari a favore delle Società della Salute, •programmazione e coordinamento della rete ospedaliera a livello di Area Vasta, •accentramento di alcune funzioni amministrative. Gli ospedali azienda –universitari rappresentano il baricentro funzionale dell’area vasta dei processi di accentramento di alcune funzioni amministrative. REGIONE TOSCANA Sul piano tecnico-amministrativo nel 2005 sono stati istituiti gli Enti per i Servizi Tecnico Amministrativi di Area Vasta (ESTAV) , dotati di personalità giuridica pubblica, autonomia contabile, amministrativa, organizzativa e gestionale con funzione di.: •Approvvigionamento di beni e servizi •Gestione dei magazzini e della logistica •Gestione delle reti informative e delle tecnologie informatiche •Gestione del patrimonio per funzioni ottimizzabili in materia di manutenzione, appalti e alienazioni •Organizzazione e gestione delle attività di formazione del personale •Gestione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale •Gestione delle procedure per il pagamento delle competenze del personale presentazione Sistemi sanitari regionali:Regione… Legislazione Caratteristiche: • Ruolo della Regione • Ruolo delle Aziende Ospedaliere • Ruolo delle Aziende USL • Ruolo degli Enti Locali • Ruolo del privato • Garanzia dei LEA • Finanziamento Aspetti di differenziazione rispetto ai modelli presentati Aspetti positivi e aspetti critici dei diversi modelli
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